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Popolo della Famiglia: “Cuneo-Ventimiglia grande opportunità”

“Il disastro del Tenda ci offre l’opportunità di riqualificare la linea ferroviaria” 

“Caro direttore, sembra di essere colpiti da una maledizione: riusciamo quasi sistematicamente a dimenticare o trascurare gioielli architettonici di alto valore con colpevole indifferenza”: questo quanto dichiarato da Antonio Panero, Coordinatore provinciale di Cuneo del Popolo della Famiglia e responsabile trasporti del partito.

“Un esempio eclatante è quello dalla linea internazionale Cuneo–Ventimiglia, ricostruita nel 1979 e diventata negli anni punto di riferimento per i passeggeri che volevano raggiungere la riviera, godendosi nel contempo un paesaggio davvero eccezionale. Dopo decenni di tira e molla fra i due Stati interessati alla linea, nel corso dei quali l’Italia ha comunque dimostrato un certo interesse, nonostante un silenzio assordante delle forze politiche nazionali e territoriali (salvo qualche eccezione dei comuni dislocati sulla linea), il maltempo ha messo definitivamente a nudo la situazione: è indispensabile rimettere la linea a pieno regime, con finanziamenti cospicui di Italia e Francia”.

“Quando parlo del silenzio politico – continua Panero – mi riferisco in particolare alla poca attenzione a questa linea, considerata un po’ la cenerentola dei trasporti, senza alcun valore strategico e non degna di interesse. A confutare questa bislacca teoria, ricordo che negli anni Ottanta la stessa linea, oltre a svolgere un prezioso servizio con la riviera ed i paesi lungo la valle Roya, era percorsa da corse di treni turistici internazionali per la Liguria dalla Svizzera (precisamente da Berna). Poi con un continuo e lento decadimento, con uno stillicidio di minori finanziamenti e conseguente riduzione delle corse, si è giunti all’attuale situazione di stallo”.

“Plaudiamo all’iniziativa del FAI – conclude Panero – che concorre a far conoscere al grande pubblico questa meraviglia, già molto apprezzata da chi ha avuto il piacere di percorrerla. Coloro che sono appassionati di viaggi e di treni conoscono altre famose tratte di linee ferroviarie allocate in luoghi caratteristici e valorizzate come motivo di attrazione turistica e fonte di sviluppo economico del territorio. Tutto nasce però dalla volontà politica, dalla sensibilità e lungimiranza di coloro che possono e che devono fare delle scelte. Forse “elettoralmente” questa linea non può dare grandi soddisfazioni, ma chi si occupa seriamente e con passione di politica dovrebbe alzare lo sguardo un po’ oltre la cabina elettorale”.

“Garantite le cure agli stranieri irregolari, senza identificazione”

Come viene gestita la cura di cittadini stranieri privi di documento di identità che accedono ai Pronto Soccorso e alle strutture ospedaliere? Questa l’interrogazione che il consigliere Pd, Daniele Valle ha rivolto all’assessore alla sanità Luigi Icardi, nell’ambito dei question time di oggi. Il quesito alla Giunta regionale nasce dopo aver appreso da alcuni organi di stampa, quanto contenuto in una nota del direttore sanitario del Maria Vittoria e Amedeo di Savoia che prevedeva un iter per l’identificazione degli stranieri privi di documento di identità ricoverati presso i due ospedali con l’intervento della polizia locale.

“Per la Regione, la tutela del diritto alla salute di tutte le persone straniere, indipendentemente dal loro status giuridico e con particolare riferimento alle donne ed ai minori, tutelati da specifica Convenzione Internazionale, è da ritenersi prioritaria – ha assicurato l’assessore Icardi;-  quanto ribadito nella circolare del 2011 “Disposizioni per il rilascio del codice STP/ENI (Straniero Temporaneamente Presente/Europeo non iscrivibile) per soggetti ricoverati e/o trattati in DEA /PS, è tuttora valido ed efficace. Ai cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale, non in regola con le norme relative all’ingresso ed al soggiorno, sono pertanto assicurate, nei presidi pubblici ed accreditati, le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per malattia e infortunio e sono estesi i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva, così come previsto da tutte le disposizioni di legge vigenti”.

“Esprimo soddisfazione per aver appreso l’assoluta estraneità della Regione, le cui ultime linee guida in materia risalgono al 2011 – ha dichiarato Valle – e per aver appreso che la direzione di Maria Vittoria e Amedeo di Savoia ha ritirato il provvedimento. Il diritto alla salute va tutelato in ogni caso”.

Durante i question time è stata data risposta anche alle interrogazioni di  Silvio Magliano le visite siano consentite a tutti i famigliari e parenti e non solo nelle RSA; di Alberto Avetta (Pd) su Linea Aosta-Torino. I nuovi orari di Trenitalia penalizzano il Canavese; di Domenico Rossi (Pd) su Visite ai parenti in RSA; di Francesca Frediani (M5S) sulla soppressione fermate sulla linea Chivasso -Ivrea – Aosta; di Marco Grimaldi (Luv) su occupazione posti letto e Piano Ospedali.

Porchietto (Fi): “Più fondi per sport e turismo in montagna”

“Ho partecipato alla manifestazione organizzata dai maestri di sci in piazza Castello per rappresentare la mia vicinanza alle loro richieste.

In sede di discussione del Dl ristori quinquies chiederó adeguati stanziamenti per venire incontro al crollo del fatturato dovuto al “tutto chiuso” delle festività natalizie.  Non è pensabile lasciare da solo uno dei settori economici più importanti dal punto di vista di produzione di Pil e occupazione di una regione montana come la nostra regione. Dobbiamo stare al fianco degli operatori e accompagnarli in questo momento difficile cercando di ridurre i danni e permettendo che l’economia montana non subisca un colpo da ko”. Ad affermarlo in una nota la deputata di Forza Italia, Claudia Porchietto, responsabile nazionale Attivitá Produttive per gli azzurri.

Recovery Fund, Grimaldi (LUV): “serve un piano strategico per l’edilizia pubblica” 

“Sia per le residenze universitarie che per l’emergenza abitativa”

“Decine di migliaia di case sfitte, migliaia gli sfratti esecutivi l’anno, 5% di case pubbliche in Italia (la media europea è spesso doppia), a Torino solo il 2,5, più di 10.000 domande di casa insoddisfatte. Troppe case senza famiglie, troppe famiglie senza casa eppure nemmeno un euro dei 13 miliardi di euro dei progetti scritti dalla Giunta regionale sono stati destinati all’emergenza abitativa e alle residenze universitarie. Molti progetti sono già nei cassetti dell’Edisu e sono velocemente cantierabili proprio come prevedono le linee guida dell’Europa ma la scelta politica è chiara: il Piemonte non ha un piano basato sul consumo di suolo zero e sul recupero di immobili pubblici e privati inutilizzati che, anche approfittando degli incentivi statali, possano efficientare dal punto di vista energetico, ristrutturare e manutenere immobili per adibirli a residenze universitarie e a edilizia residenziale pubblica” – commenta Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Piemonte.

“Una ricerca dell’Ires Piemonte indica chiaramente che per molti studenti il diritto allo studio in Italia è in parte inapplicato e questo è dovuto in buona parte all’assenza di posti letto in residenze universitarie e al caro affitti, fenomeno che nelle grandi città rende impossibile il trasferimento di molti universitari” – prosegue Grimaldi. “In Europa il 18% degli studenti alloggiano in residenze universitarie (con punte dal 31 al 41% della Svezia, della Finlandia e della Turchia), in Italia solo il 3%; in Italia i posti letto complessivi sono 51.672 in Francia sono 175.000 e in Germania 194.268, con il risultato che degli oltre 410.000 studenti fuorisede in Italia solo il 12% alloggia in una residenza universitaria, sia pubblica che semi pubblica”.

“Alla nostra Regione serve con urgenza un piano per l’abitazione e, in questo senso, le necessità degli studenti si affiancano alla drammatica precarietà abitativa legata alla povertà presente in tutta Italia e particolarmente forte anche nella nostra Regione – conclude Grimaldi: il Recovery Fund deve eserive per garantire il diritto allo studio, il diritto abitativo e la riconversione ecologica del nostro patrimonio immobiliare vecchio, logoro e abbandonato”.

Magliano: “disco orario al posto delle zone blu fino all’Epifania”

“La mia proposta per supportare il commercio”

Bocciata la mia proposta di sospendere la zona blu fino a fine anno: allora, fino al 6 gennaio, si lanci una modalità di posteggio a tempo per garantire la rotazione dei posti auto, per assicurare la possibilità per tutti di posteggiare e per fornire un vero supporto per il commercio. Se davvero l’Amministrazione non è interessata a fare cassa, ma a sostenere il tessuto commerciale della città, accolga il mio suggerimento.

Lancio una proposta alla Giunta Cinque Stelle, dal momento che la mia mozione che chiedeva l’abolizione della zona blu fino al 31 dicembre è stata bocciata dalla Maggioranza in Consiglio: fino all’Epifania niente più zone blu a Torino, ma aree di posteggio con disco orario. Garantiremmo così la rotazione dei posti, permetteremmo a tutti di trovare posteggio e supporteremmo il commercio di vicinato. Ricordo che la zona blu (con i relativi, antipatici costi) si estende ben oltre i quartieri del centro cittadino. Se davvero l’obiettivo di questa Amministrazione è, come ha più volte affermato, evitare che i posti auto siano occupati dalla stessa auto per troppe ore consecutive e non – sia mai! – fare cassa, questa può davvero essere la soluzione giusta. A meno che anche la Giunta non la pensi come uno dei Consiglieri di Maggioranza, secondo il quale in ogni caso, alla faccia della fiducia nei confronti dei cittadini, i torinesi troverebbero comunque il modo di fare i furbi e lasciare il proprio mezzo posteggiato oltre il tempo consentito, per esempio tornando al veicolo per “aggiornare” l’orario prossimo alla scadenza.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Costanzo (M5S): “Pininfarina Engineering valuti sospensione procedura licenziamento”

“Domani mi auguro che all’esito dell’incontro in Regione con i vertici della Pininfarina Engineering e sindacati si arrivi alla sospensione della procedura di licenziamento.

Dobbiamo considerare che i 75 giorni di concertazione per tentare di ricollocare i lavoratori scadranno il 15 gennaio, ma l’obiettivo deve necessariamente essere quello di raggiungere prima un accordo tra azienda e parti sociali. Siccome si tratta, lo voglio specificare, di una contrazione parziale, e non di una interruzione totale delle attività della controllata Pininfarina Engineering, occorre richiedere immediatamente la sospensione dei licenziamenti.
La sottosegretaria al MISE Alessandra Todde è già al corrente della situazione e io sto depositando un’interrogazione al riguardo. Esistono misure alternative alla procedura di licenziamento pensate apposta per venire incontro alle necessità delle aziende in sofferenza durante la pandemia. Certo, deve esserci la volontà e la sensibilizzazione da parte dell’indiana Mahindra di mantenere i livelli occupazionali e produttivi sul territorio torinese, visto che si tratta di un marchio storico. Penso naturalmente al Recovery Fund, al fondo SURE a sostegno degli ammortizzatori sociali e delle altre misure per l’occupazione attivate in risposta alla crisi del Covid-19, fino agli incentivi dell’eco-bonus che indirettamente si ripercuotono su tutto il settore dell’automotive, compreso ovviamente l’indotto. Pininfarina Engineering è specializzata nel mercato automobilistico dello sviluppo prodotto «chiavi in mano» e le commesse non mancano.
I comportamenti recenti della casa madre indiana, che ha richiamato a sé le commesse di lavoro già assegnate lasciando senza lavoro i progettisti o quelli della nuova unità di ingegneria di Pininfarina Spa che ha ingaggiato progettisti esterni, nonostante i lavoratori della Engineering fossero in cassa Covid, non possono essere ignorati.
In aggiunta dopo la richiesta di liquidazione, Pininfarina ha chiesto alla controllata il distacco di 54 dipendenti per portare avanti le attività riacquisite dopo la decisione di metterla in liquidazione. Ciò conferma – continua Costanzo – che una vera cessazione dell’attività non c’è mai stata.
Auspico quindi un serio e collegiale lavoro di squadra a tutti i livelli istituzionali e produttivi. Così in una nota la  deputata torinese Jessica Costanzo in commissione Lavoro

Valle (Pd): “Ammalarsi non è un reato”

 Da Palazzo Lascaris / Il Consigliere VALLE (PD) ha presentato un’interrogazione all’Assessore Icardi per fare luce sulla gestione dei cittadini stranieri che accedono ai pronto soccorso. Il caso è stato sollevato la settimana scorsa da una nota del Direttore Sanitario dei P.O. Maria Vittoria e Amedeo di Savoia che prevede un iter per l’identificazione degli stranieri privi di documento di identità ricoverati presso i due ospedali con l’intervento della polizia locale.

Eppure l’art. 35, co. 5 del d.lgs. 286/98 (Testo Unico Immigrazione), prevede che “l’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”.

“Ammalarsi non è un reato, non esiste alcuna legge che colleghi il ricovero in ospedale con l’identificazione da parte delle forze dell’ordine. La salute è un diritto assoluto e universale nel nostro paese, quindi è importante ribadire che non esiste alcuna legge che subordini o colleghi il diritto alla cura al diritto all’identificazione del paziente”, dichiara Valle.

“Per questo ho presentato nel Consiglio regionale di domani un’interrogazione urgente a risposta immediata all’Assessore Icardi in cui chiedo quali siano le indicazioni della Regione al riguardo. Non possiamo lasciare che persone si ammalino senza la possibilità di essere curate, né disincentivare l’accesso alle strutture sanitarie in un momento tanto delicato, diventando un pericolo per sé stessi e per gli altri. Gli ospedali dovrebbero essere rifugio, ricovero, luogo di salvezza” conclude Valle.

La pochezza della politica locale e non solo

Toninelli non si ricorda. Indubbiamente ha superato il suo maestro Beppe Grillo nella difficile arte della buffonata. I buffoni quelli veri, ci hanno fatto sorridere e tirato su il morale. I pentastellati sono solo deprimenti e ci fanno, oramai, solo piangere

Piange anche Nicola Zingaretti.  Anche lui non ne può più di essere preso in mezzo da Conte e Renzi. Ed in cuor suo sa che, stavolta, il Maledetto Toscano ha ragione, forse da vendere:  300 consulenti direi proprio che sono un po’ troppi.  Arriva la ferale notizia: e se Giggino diventasse Presidente del Consiglio? Sicuramente quando hanno ” partorito” ciò erano ubriachi o drogati.
Nuova giovinezza per Matteo Salvini che torna ad essere Conan il Barbaro e per la legge di compensazione va giù la Meloni.  Non la mollano quelli di Report che le ricordano di essere stata eletta a Latina con la più ampia concentrazione di fascisti e malavitosi d’ Europa. Qui in Piemonte sono  indagati Molinari e Benvenuto ( Lega ) e Zangrillo (Fi)  per le firme elettorali a Moncalieri. Francamente non ne possiamo più. E l’unica opposizione in Regione è rappresentata da Marco Grimaldi. Il nuovo capogruppo PD   Il giovane Gallo, appoggia Lo Russo  candidato a Sindaco facendo il paio con Piero Fassino grande amico di Franceschini, capo delegazione del PD al governo. Mauro Salizzoni dopo aver accettato di passere sotto le forche caudine delle primarie tace.
Aspetta ( probabilmente ) qualche suggerimento dal sua amico Chiampa.  50 anni fa erano già insieme nella mitica sezione universitaria del Pci.  Legami di sangue che non si scordano mai. Sintesi: se si fanno le primarie vince Lo Russo.  Se decide Roma: Salizzoni. Come Roma ha già deciso per la destra a Torino.  Damilano. Il resto è tutta manfrina.  Porchietto è disponibile, e fa un piacere al suo amico Berlusca che vuol dire sempre: io ci sono, come sempre arzillo ed in palla. Meloni ha già detto ai suoi di fare un po’ di caciara per portare a casa altre cose  da scambiare con Conan il Barbaro. E i grillini colpiscono ancora con le piste ciclabili in via Nizza. Doppio senso di circolazione per bici con le corsie appaiate e non divise dalla corsia per le auto a senso unico. Praticamente istigazione al suicidio per i ciclisti. Senza pietà per la nostra martoriata Torino. Dettaglio: dopo cinque anni nelle periferie si campa peggio di cinque anni fa e nella graduatoria nazionale Torino scivola sempre più in giù. Speriamo, comunque, in un’ ultima cosa.  Che si voti ad Aprile o Maggio.  Viceversa reggere ancora 6 mesi con i pentastellati vorrebbe dire passare da una Torino moribonda ad una Torino morta.
Patrizio Tosetto

Rifondazione: “Una provocazione l’allargamento del cantiere Tav”

“Basta con sprechi e devastazioni. I soldi alla sanità pubblica!”

All’alba della giornata di venerdì, sono partiti i lavori di allargamento del cantiere Tav in Val Clarea. Che volessero a tutti i costi portare a compimento i primi scavi si è subito capito dall’ingente schieramento di forze di polizia che hanno circondato l’area dei Mulini dove diversi attivisti e attiviste da mesi animano l’area.

Un allargamento che sa proprio di provocazione, una bandierina da issare nel  fortino della speculazione. Un fortino che ignora  la realtà sanitaria e sociale che invece stiamo affrontando. Ci chiediamo come sia possibile pensare di andare avanti da parte di Regione e Governo in ordine a un progetto totalmente inutile e dannoso.

Perché si continuano a sottrarre risorse che dovrebbero essere destinate alla salvaguardia della salute pubblica, della micro mobilità, della tutela del territorio?

Un territorio ancora una volta devastato da chi pensa di continuare a speculare ma animato e difeso da tante e tanti solidali che nonostante l’ingente dispositivo di polizia non smettono di lottare. Siamo con chi lotta contro la speculazione del Tav.

Segreteria provinciale di Rifondazione Comunista di Torino

                                                                    

Tav, Allasia: “contro i violenti solidarietà alle forze dell’ordine”

Il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia commenta gli scontri di questo pomeriggio in Valle di Susa tra Polizia e No Tav

“La Valle di Susa non può essere ostaggio di un gruppo di estremisti che imperversa con azioni illegali ed attacchi alle forze di polizia.  Non è accettabile leggere ogni volta che c’è una manifestazione  intorno al cantiere della Tav ad un bollettino di guerra. A provocare questi continui disordini sono dei delinquenti, e come tali devono essere trattati. Chiedo al Governo nazionale di uscire dall’ambiguità e di intervenire duramente per mettere fine a queste continue violenze. La Tav è un’opera strategica per il Piemonte e per l’Italia  decisa democraticamente che porterà benefici all’intero Paese. Ringrazio ed esprimo ancora una volta massima solidarietà alle nostre forze dell’ordine”.