politica- Pagina 408

Salvini e Conte

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Esattamente un anno fa difesi Salvini quando venne ritratto in una vignetta appeso ai piedi, a testa in giù, come Mussolini in piazzale Loreto e dopo pochi giorni attaccai duramente Salvini quando chiese i pieni poteri con una dichiarazione infelicissima che allarmò molte persone e segnò il suo declino politico 

.

Oggi  sarei quasi tentato dal difendere Salvini (o chiunque altro al suo posto) perché l’attacco  del presidente del Consiglio Conte  nei suoi confronti è inaudito e senza precedenti per un capo del Governo nella storia repubblicana. Accusare Salvini di lavorare contro l’interesse nazionale, perché crea  sfiducia  e giungere a parlare di obblighi morali significa delegittimare totalmente un leader dell‘opposizione. La morale non c’entra, in politica valgono i ragionamenti politici e non altro. Il capo del  Governo ha degli obblighi istituzionali dai quali non si può derogare, pena l’accusa di voler creare un clima che è l’anticamera di una possibile dittatura, camuffata da democrazia ,aggravata dalle regole costrittive del Covid. L’accusa di essere antinazionale è infatti l’accusa che Mussolini riservò ai suoi oppositori, in primis a Gobetti. Forse un giurista come Conte non lo sa perché pochi giuristi hanno una forma mentis storiografica e quindi sono poco attenti alla storia. Non ho mai letto che nessun presidente del Consiglio italiano abbia mai usato quell’argomento polemico, sebbene  molti comunisti furono dichiaratamente antinazionali. Sarei tentato di difendere Salvini, ma non lo faccio e mi limito a dire che le polemiche di Conte non mi piacciono. Non lo difendo perché anche lui ama le spacconate,  da qualche tempo arricchite da citazioni colte che qualcuno gli suggerisce. Essere esagerati in questi tempi difficili non è consentito a nessuno. Il dire che tra un anno ritornerà da premier a Milano Marittima è una delle tante battute fuori posto che non rivelano qualità politiche che vadano oltre il parlare alla pancia degli Italiani.Essere statisti è cosa impensabile per Salvini, ma le accuse di Conte evocano il regime e non rivelano per nulla le qualità di Conte come statista. Il liberale Isaiah Berlin sosteneva la necessità di relativizzare le proprie convinzioni perché il modo con cui le si sostiene fa la differenza tra il barbaro e il civilizzato. Siamo oggi  in Italia davvero molto distanti da quello spirito laico e liberale che è l’antidoto agli estremismi verbali e  all’intolleranza.

.

scrivere a quaglieni@gmail.com

Molinari (Lega), stato di emergenza: “crolla il Pil ma triplicano gli sbarchi”

“I dati economici sono drammatici con un -13% del Pil, il governo proroga lo stato di emergenza limitando ulteriormente la libertà di movimento degli italiani e l’unica cosa che cresce a dismisura sono gli sbarchi dei clandestini.

Triplicati rispetto a quelli dello scorso anno. E’ chiaro che in questo momento non ci possiamo permettere una cosa del genere”.

Così Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera.

A Pragelato il libro su Tina Anselmi

“Martedì 4 agosto alle 17, presso la Fiera del Libro di Pragelato, sarà presentato il libro “Tina Anselmi”, Maria Pacini Fazzi editore. Scritto da Marcella Filippa, giornalista, saggista, storica e attuale Direttrice delle Fondazione Nocentini di Torino. Il libro sarà presentato da Giorgio Merlo, Sindaco di Pragelato.

Tina Anselmi è stata la prima donna ad aver ricoperto la carica di Ministro della Repubblica italiana. Fu Ministra del Lavoro e della Previdenza sociale nel 1976-78 e Ministra della Sanità nel 1978-79. Nel 1981 fu Presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sulla Loggia massonica P2.

Già partigiana, Tina Anselmi è stata una delle voci più autorevoli e significative del cattolicesimo politico e democratico nel nostro paese”.

Agricoltura, Ruzzola (Fi): “La velocità della Regione sta cambiando”

“Esprimo la mia soddisfazione per l’apertura di un bando regionale sulla misura 4.1.1 del Piano di Sviluppo Rurale che premia e sostiene tutte quelle aziende agricole che realizzano investimenti in nuove strutture e attrezzature per lo stoccaggio, per la trasformazione, lavorazione, commercializzazione e vendita diretta prodotti; acquisto di mezzi per la consegna a domicilio.

Come Forza Italia avevamo fortemente insistito che nel programma del Governatore Alberto Cirio fossero inserite azioni di supporto al mondo dell’agricoltura: siamo soddisfatti che parta questo banco che vale 2milioni di euro e che arriva in un momento di particolare difficoltà per tutte le attività imprenditoriali a causa della crisi Covid-19. Proprio le criticità legate alla modifica dei processi lavorativi, per venire incontro anche alle linee guida regionali, vengono tenute in conto per l’erogazione di questi fondi. La Regione Piemonte sta assumendo veramente un’altra velocità rispetto alla precedente Giunta che proprio sul Psr aveva proceduto a rilento”. Ad annunciarlo in una nota il capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Paolo Ruzzola e i consiglieri regionali Alessandra Biletta, Franco Graglia e Carlo Riva Vercellotti.

Migranti, Napoli (Fi): “Le divisioni del governo incentivano gli sbarchi”

L’incremento degli sbarchi di immigrati sulle coste siciliane non dipende soltanto dalle strategie più o meno aggressive delle bande di trafficanti di umanità.

Esso è anche, e, temo, soprattutto, figlio delle gravi divisioni che attraversano la maggioranza e il governo, entrambi paralizzati sulla strategia più efficace da adottare per evitare il sovraffollamento dei centri di accoglienza. Divisioni che pesano fino ad annullare la capacità dell’Italia di essere ascoltata dall’Unione europea.

Il presidente Conte non ha saputo produrre una mediazione credibile fra la linea repressiva, caldeggiata in modo confuso dai Cinquestelle, e la strategia diplomatica messa in campo dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, con il sostegno del Pd. Gli sbarchi accresciuti di queste settimane sono il risultato di questa confusione politica e dell’incapacità di Conte di fare chiarezza fra due linee che non sono necessariamente alternative. Coinvolgere l’Unione europea è doveroso, ma sarebbe molto più agevole per un governo capace di esprimere una strategia chiara, con obiettivi semplici e condivisi. Cosa finora impossibile, e Conte ne porta la maggiore responsabilità.

on. Osvaldo Napoli, del direttivo di Forza Italia alla Camera

Ritorna la questione morale?

Periodicamente nel nostro paese si parla di “questione morale”. E, immancabilmente e giustamente, si cita l’ormai famosa intervista di Scalfari ad Enrico Berlinguer, segretario generale del Pci, dell’inizio degli anni ‘80. Dove, appunto, veniva tratteggiato il profilo di una persistente e grave questione morale che si affacciava all’orizzonte.

Denuncia, però, per onestà intellettuale, che fu pronunciata anche da molti altri leader politici dell’epoca ma che, per ragioni riconducibili al conformismo dominante, non possono essere citati neanche oggi. Penso alla famosa Assemblea degli “esterni” della Democrazia Cristiana e sempre nel 1981, e nello specifico all’intervento di Carlo Donat-Cattin, leader della sinistra sociale di quel partito che denunciò in modo implacabile quali erano i vizi e le degenerazioni che attraversavano il sistema politico di quella fase storica.

Ma, come ricordavo pocanzi, le ragioni del “politicamente corretto” sconsigliano di citare quegli interventi e quelle riflessioni avanzate da statisti e leader della Dc. Ora, al di là di questa curiosa anomalia, che tuttavia persiste a distanza di quasi 40 anni, quello che merita di essere ricordato e ripreso è il riesplodere della cosiddetta “questione morale” nella politica italiana. O meglio, di una supposta questione morale. Come ovvio, non voglio entrare nei dettagli dei singoli episodi che campeggiano in questi giorni su vari  organi di informazione. Non li conosco direttamente e non ne ho la competenza per poterli affrontare e giudicare. Mi limito ad una sola considerazione, che ritengo peraltro decisiva e che ha contribuito negli anni a creare una profonda divisione tra i partiti, tra i vari schieramenti politici e nella stessa opinione pubblica. E cioè, per essere chiari, ad una questione morale che viene usata come una clava per colpire e liquidare l’avversario
politico. O meglio, il nemico politico da abbattere. I casi sono infiniti, ed è persin inutile elencarli. Ma il dubbio continua ad esserci anche oggi, al di là delle oggettive
responsabilità dei singoli. Quando ci sono e sono realmente accertati e condannati e non solo attraverso il giustizialismo e la gogna mediatica ma nei luoghi istituzionali preposti. Una clava che, come da copione, viene usata a giorni alterni e da schieramenti opposti a seconda delle convenienze politico ed elettorali del momento. E non mi riferisco solo alla corrente politica e mediatica giustizialista. Quelli, come ovvio, fanno il loro mestiere e lo fanno anche bene. Quando sogni e magari anche teorizzi più manette per tutti, è persin scontato che vedi questioni morali ad ogni angolo di strada. No, il problema non è della potente corrente giustizialista che ormai da molti anni gioca un ruolo sempre più protagonistico nella cultura e nella politica italiana. Il nodo è ancora più a monte. E cioè, si tratta di verificare se c’è ancora la forza e la volontà politica di evitare che la ricorrente questione morale non diventi solo l’arma finale per abbattere e liquidare l’avversario/ nemico politico di turno. Certo, l’avvento del populismo demagogico, antipolitico, antiparlamentare e radicalmente anti sistema – salvo poi trasformarsi quando si sale al potere in sistema tout court – ha indubbiamente favorito questo processo degenerativo. Ma la questione di fondo resta e continua ad essere inevasa. Ieri come oggi. Senza alcuna modifica di fondo. Ecco perchè, senza assecondare alcuna spinta giacobina, giustizialista e forcaiola, continuo a credere che la ricetta migliore per affrontare seriamente e senza partigianeria e alcuna faziosità la ricorrente questione morale, continua ad essere quella individuata molti anni da Pietro Scoppola, uno dei più grandi storici e conoscitore delle dinamiche del movimento cattolico italiano. E cioè, diceva Scoppola, “un politico è onesto e competente quando sa unire la cultura del comportamento con la cultura del progetto”. Una ricetta semplice, persin banale la potremmo definire, ma in grado di battere la strada giustizialista e di evitare che proprio attorno alla questione morale di turno si radicalizzi un confronto politico fatto di veleni, insinuazioni, moralismi di bassa levatura e che rispondono, alla fine,  sempre solo e soltanto ad uno spregiudicato e cinico disegno di potere. Una ricetta, quella di Scoppola, avanzata molti anni ma che conserva una bruciante attualità anche oggi. Soprattutto oggi. Certo, come ricordavo all’inizio, le regole del conformismo dominante impediscono di citare quei personaggi e quelle ricette. Ma l’alternativa a quella riflessione resta, purtroppo, una sola. E cioè, la questione morale usata come un randello contro i propri avversari politici. Una strada che, come tutti sanno, ma proprio tutti giustizialisti compresi, non porta da nessuna parte e non rafforza certamente la qualità della nostra democrazia e la credibilità delle nostre istituzioni democratiche.

Giorgio Merlo

Costanzo (M5S): “soddisfazione per accordo Mahle”

“Accolgo con favore l’intesa quadro siglata al ministero dello Sviluppo Economico e che prevederà la cessione dei due stabilimenti Mahle di La Loggia e Saluzzo alla Imr Group, azienda lombarda del settore gommaplastica che lavora per l’automotive – afferma Jessica Costanzo, deputata piemontese e membro della Commissione Lavoro”.

“Il piano industriale presentato – afferma Costanzo – che prevede l’assorbimento di tutti i lavoratori e parallelamente il mantenimento degli stabilimenti, ci lascia soddisfatti, così come l’avvio del processo di reindustrializzazione. Ora tuttavia – puntualizza Costanzo – dobbiamo continuare a monitorare i passaggi successivi con grande attenzione. Entro metà ottobre gli stabilimenti dovrebbero essere ceduti, e a inizio del prossimo anno Mahle dovrebbe partire con la nuova catena”.
“Attenzioneremo le fasi dell’importante percorso pianificato e monitoreremo i progressi assieme al Ministero dello Sviluppo economico” conclude Costanzo.

Intelligenza artificiale, Pd: “Riportare l’istituto a Torino”

Daniele Valle, Consigliere regionale PD ha presentato un ordine del giorno per chiedere alla Regione Piemonte di portare a Torino l’Istituto Nazionale per l’intelligenza Artificiale ed Enzo Lavolta, Consigliere comunale PD, ha fatto altrettanto in Consiglio Comunale.

“Chiedo alla Regione di sostenere con tutta la sua forza la candidatura di Torino a capitale dell’Intelligenza Artificiale” dichiara Valle. “Come ho evidenziato nel mio ordine del giorno la ricerca in campo di Intelligenza artificiale è molto indietro nel nostro paese, basti pensare che negli Stati Uniti vale oltre 2 miliardi e da noi appena 200 milioni; io penso che Torino abbia tutte le carte in regola per ospitare il futuro Istituto Nazionale che stimoli e sostenga l’innovazione in questo campo” sostiene Valle,

“La Commissione Europea ha messo nero su bianco il suo impegno a sostenere l’intelligenza artificiale nel Libro Bianco uscito a febbraio di quest’anno, dove spiega che agevolerà la creazione di centri di prova e di eccellenza e ha proposto di dedicarvi investimenti economici ambiziosi che non possiamo permetterci di perdere” evidenzia Valle.

“La storia di Torino unisce battaglie per i diritti sociali e traguardi tecnologici da sempre, per questo lavorando con le Università e le Associazioni datoriali qui si può costruire l’ambiente ideale per questo progetto e chiederò al Consiglio Comunale di esprimersi chiaramente su questa proposta per darle forza” spiega Lavolta. “Confidiamo nell’aiuto del Presidente Conte e soprattutto della Ministra Pisano, che conosce Torino e può immaginare le potenzialità dell’intelligenza artificiale come volano di sviluppo per la nostra città e per il paese, è una sfida che possiamo vincere se saremo coraggiosi e compatti”.

Destra e sinistra navigano a vista

Che botta per Pietro Grasso non essere stato eletto a Presidente della Commissione Giustizia, e visto che i guai non vengono mai da soli, è stato pure confermato il vecchio Presidente Leghista.

Degnissima persona, ma questo episodio la dice lunga sulla traballante situazione, e qui Conte non grida vittoria, anzi. I guai sono comunque distribuiti equamente.

Mi sa che Fontana (governatore lombardo) non ne uscirà dalla vicenda. Al netto degli eventuali reati di competenza della magistratura una cosa è certa: la donazione appare una toppa mal riuscita. Poi, per un uomo pubblico avere soldi in Svizzera non è una bella cosa. Almeno secondo il sottoscritto. Come non è una novità che Fontana è stato voluto fortissimamente da Salvini che ha di fatto saltare un pezzo da novanta come Maroni. Intanto è ufficiale: Cirio è di Fratelli d’ Italia. Benedetto da Comba e Crosetto. Tutti e tre erano di Forza Italia e tutti e tre ora sono
con Giorgia Meloni. Insomma la storia si ripete. C’è rimasto un po’ male Alessandro Del Mastro.

Biellese, onorevole e uomo forte di Fratelli d Italia. Voleva un giuramento di Cirio su testi sacri del fascismo? Iscritto lo stesso. Capita. A Sinistra grande movimento. I 40enni del PD non ci stanno. “Basta con l’usato sicuro, ora tocca a noi”. Le liste civiche scatenate: caro PD senza di noi non vai da nessuna parte. Mauro Laus insiste: vogliamo le primarie o di coalizione o di partito, purché il popolo si esprima. Ineccepibile, anche se è probabile o comunque fortemente possibile che non si facciamo. E se questo PD svoltasse radicalmente? Ad esempio Chiara Foglietta ? In questi 5 anni tra le new entry. Ha fatto per cinque anni la consigliera comunale formandosi sul campo. Scelta coraggiosa, dunque scelta difficilissima. Intanto è venuto fuori che la notizia che Roberto Tricarico
sponsorizzata la lista Conte è una bufala pazzesca. E Bono assicura: mai con il PD, insomma, sono caduto dalla bicicletta tanto volevo scendere . Qualcosa si capirà a fine settembre dopo le votazioni a Venaria. Facile essere, in questo caso, chiaroveggenti.

Ballottaggio tra centro destra e centrosinistra. Per Chiaretta, deve solo avere un po’ di pazienza per lo scranno romano.

Patrizio Tosetto

Avetta (Pd): “Perchè gli ospedali vietati agli informatori scientifici?”

 “Ho presentato un Question Time per sapere se Cirio e Icardi sono interessati a incontrare gli informatori scientifici e risolvere la questione del loro accesso agli ospedali”. Bragantini: “Il Piemonte faccia come il Veneto: gli ospedali sono luoghi di cura ma anche di lavoro e gli informatori scientifici sono anche loro lavoratori della sanità”

 

“Agli informatori scientifici continua ad essere vietato l’accesso alle strutture sanitarie. L’Associazione Italiana Informatori Scientifici del Farmaco Regione Piemonte ha evidenziato come tale divieto non solo renda agli informatori scientifici difficoltoso l’esercizio della loro professione ma potrebbe causare importanti ricadute negative sotto il profilo occupazionale incidendo, oltre che sulla salute dei piemontesi, anche sui livelli di occupazione di molte imprese del settore.

 Peraltro, l’Associazione ha più volte sollecitato per iscritto un incontro sia al Presidente Cirio sia all’assessore Icardi, senza ottenere riscontro alcuno. Per questo ho presentato un Question time, per capire se, in che tempi e con quali modalità, la Regione Piemonte intenda affrontare e risolvere la questione dell’accesso degli informatori scientifici ai nostri ospedali e presidi sanitari”: lo dichiara il consigliere regionale Alberto Avetta (PD), che ha presentato in Consiglio regionale un Question Time sul divieto di accesso degli informatori scientifici alle strutture sanitarie regionali, conseguenza del fatto che il settore non è stato preso in considerazione dal Decreto Regionale n. 68 del 13 giugno 2020, né sono state adottate linee guida in materia, nonostante la normativa nazionale riconosca agli informatori scientifici un ruolo rilevante considerandoli parte integrante del sistema sanitario.

 “I nostri ospedali sono luoghi di cura ma anche di lavoro e tra i lavoratori della sanità bisogna includere anche gli informatori scientifici del farmaco-commenta Paola Bragantini, coordinatore della Segreteria regionale Pd Piemonte-Il Veneto ha riconosciuto l’interesse pubblico nello svolgimento dell’attività di informazione scientifica e ha consentito con apposita Delibera l’accesso regolato degli informatori scientifici nelle strutture ospedaliere, anche in deroga alle disposizioni limitative degli accessi adottate dalle singole strutture. Non si vede perché in Piemonte non si voglia mettere questa categoria di lavoratori nelle condizioni di poter svolgere la loro professione”.