politica- Pagina 396

Costanzo (M5S) interviene sulla “plastificazione” della stazione Chivasso-Asti

La proposta di plastificazione della stazione ferroviaria Chivasso-Asti, da utilizzare temporaneamente come pista ciclabile, è stata avanzata dall’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi insieme ad alcuni sindaci della collina chivassese negli ultimi giorni.

Sul tema verrà sottoposto un ordine del giorno ai consigli comunali coinvolti dalla proposta e si è aperto un dibattito che al momento vede contrario il sindaco di Chivasso e favorevoli altri sindaci della collina. 
Sull’idea è intervenuta la deputata Jessica Costanzo (M5S).
“La ferrovia Chivasso-Asti è in preda al degrado, la sua sede e i binari sono invasi da erbacce e arbusti. Una soluzione va trovata, questo è innegabile – afferma Costanzo – ma non sono convinta che sia opportuno far stendere un manto di plastica sui cinquanta chilometri di binario da Chivasso ad Asti. Credo che invece si dovrebbe ragionare su altre soluzioni: penso ad esempio alla possibilità di far curare la pulizia e la manutenzione del verde dei binari e delle aree circostanti ai percettori del reddito di cittadinanza delle zone coinvolte. Proprio in questi giorni – continua Costanzo – si discute molto del reddito di cittadinanza e di come migliorare la sua applicazione, specie in riferimento alle carenze emerse nella cosiddetta “fase 2”, in cui i PUC, progetti utili alla collettività, non sono partiti o vanno a rilento.
Mi farò promotrice di contattare RFI, a cui parte spetta la manutenzione del tratto ferroviario, le istituzioni locali e regionali coinvolte per arrivare ad un protocollo di intesa che possa dare il via a questo progetto. Coinvolgere i percettori del reddito per la manutenzione della linea ferroviaria darebbe un segnale importante e dimostrerebbe come il reddito di cittadinanza possa essere davvero un’occasione di concreta utilità per la collettività, aderendo alle esigenze dei territori in maniera flessibile ed efficiente” conclude Costanzo.

Voucher scuola, Grimaldi (LUV): “discriminazioni inaccettabili”

AGGIORNAMENTO Voucher Scuola; Per le paritarie graduatoria esaurita, per le statali ancora esclusi la metà degli studenti. Grimaldi (LUV): “discriminazioni inaccettabili, si trovino le risorse o si superi la doppia graduatoria”.

“Tutti i voucher alle scuole private sono stati finanziati, mentre per la metà degli aiuti agli studenti della scuola pubblica statale non si è trovato un euro in più. Di fatto, se hai 10.000 euro di ISEE e frequenti una scuola pubblica hai diritto al Voucher scuola ma non avrai il finanziamento; se hai più di 20.000 euro di ISEE e sei iscritto ad una scuola paritaria, invece, non solo risulti vincitore ma l’importo del tuo voucher varrà 10 volte quello delle graduatorie statali. Questa situazione è inaccettabile e vessatoria per le scuole statali, frequentate dal 95% circa degli studenti in Piemonte” – commenta Marco Grimaldi, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Piemonte, da sempre impegnato sul tema e a rendere obbligatorie per la regione le spese per il diritto allo studio.

“I voucher scuola alle paritarie valgono 1.400 euro mentre per le statali solo 300 euro, ma le vere diseguaglianze di trattamento – prosegue Grimaldi – sono nei dettagli numerici degli stanziamenti. Se da un lato i voucher alle scuole paritarie aiutano le famiglie che hanno un ISEE di oltre 24 mila euro (3379 domande finanziate con 4 milioni di euro), dall’altro le graduatorie dei voucher per le scuole pubbliche servono a contribuire alle spese solo delle famiglie che arrivano fino a un ISEE di 6mila 500euro; stiamo parlando di un reddito davvero molto basso. Per le graduatorie libri, trasporti e POF delle scuole pubbliche – continua Grimaldi – solo 39.659 delle 87.206 domande sono state finanziate, tagliando fuori ben 47.547 idonei: mancano 13 milioni 572 mila euro per esaurire la graduatoria.

“L’assessora Chiorino trova le risorse per far scorrere solo una delle due graduatorie? Ora basta! – attacca Grimaldi – o si trovano le risorse per tutti o chiediamo che venga superato immediatamente il meccanismo della doppia graduatoria vigente, che ha dimostrato di poter essere facilmente usato da chi ha preferito, oggi come nel recente passato, di finanziare in modo non proporzionale la graduatoria di coloro che frequentano le scuole paritarie private”.

“Una sentenza del Consiglio di Stato – ricorda Grimaldi – ha rilevato alla Regione Lombardia che l’aver utilizzato due pesi e due misure nell’assegnare i contributi per gli studenti meno abbienti (rimborsi più alti per i ragazzi delle scuole private, meno per quelli degli istituti pubblici) è una ‘disparità di trattamento, illogica e ingiustificata’. Quella sentenza, relativa ai casi di due giovani liceali lombardi, – conclude Grimaldi – costituisce un precedente per tutte le Regioni per questo chiedo: Assessore Chiorino come ha fatto a integrare le risorse solo per una graduatoria? Perché la metà delle famiglie delle scuole statali sono escluse, mentre si è adoperata per esaurire la seconda graduatoria?”.

Magliano (Moderati): “Subito un Piano Marshall per il Terzo Settore”


“Serve un immediato cambio di rotta e un impegno reale dal punto di vista dei regolamenti e degli investimenti per supportare le Associazioni del territorio. Totale sostegno ai Volontari dei Buffoni di Corte Onlus che, in via Rubino 82, si sono simbolicamente incatenati per esprimere la propria richiesta di spazi nei quali operare: è necessario e urgente rivedere nella loro interezza il sistema delle convenzioni e le modalità di assegnazioni degli spazi. Chi di fatto sta mantenendo in piedi il welfare della nostra città non può continuare a essere ignorato”. 

Un Piano Marshall per il Terzo Settore: questa la mia proposta e questo il mio appello per dare finalmente un sostegno adeguato alle Associazioni del territorio. Associazioni che raramente sono ascoltate nelle loro richieste, pur ragionevoli: avere spazi adeguati per portare avanti la propria attività. Un’attività che spesso consente loro di arrivare dove le Istituzioni non sono in grado di giungere.

Il Volontariato sta mantenendo in piedi il sistema di welfare della nostra Torino: questo è un fatto e di fronte a questo fatto l’Amministrazione non può limitarsi a stare a guardare. Ma finora l’attenzione dei Cinque Stelle è stata scarsa: è stata appena bocciata in Consiglio Comunale la mia proposta di esenzione dall’IMU per i privati che concedono a titolo gratuito un proprio immobile a realtà non profit. Oggi stesso, solo dopo lunghe richieste la Sindaca ha accettato di incontrare i manifestanti che si sono simbolicamente incatenati davanti alla ex sede della Scuola Materna Centro Europa. Al Terzo Settore della nostra città serve molto di più.

Nel caso specifico de I Buffoni di Corte Onlus, i cui Volontari stanno manifestando da questa mattina, non si può non riconoscere di aver continuato, anche durante i mesi più difficili della pandemia, a garantire servizi e assistenza a 150 ragazzi con disabilità e alle loro famiglie. Senza l’impegno dell’Associazione, le famiglie sarebbero rimaste sole e senza alcun aiuto. Questa Giunta riconoscerà come innegabile almeno questo dato di fatto?

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Locatelli (Prc-Se): “indignati per le inadempienze di governo e Regione”

“In tema di salute e di reddito giusto e necessario protestare”

“Basta gride manzoniane, proclami contorti, misure tardive quando i buoi sono scappati dalla stalla”. Dichiarta Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se di Torino. “In Piemonte – continua Locatelli – dopo non aver fatto nulla per mesi, in tema di adeguamento dei trasporti, dei servizi scolastici, del personale sanitario, delle misure di precauzione sanitaria ci si trova, peggio che in altre parti d’Italia, di nuovo precipitati in una situazione a dir poco allarmante visto l’alto indice R.T, il fattore di replicazione del contagio.  Precipitati in questa situazione con l’inverosimile assessore regionale alla sanità  che ne approfitta per dare la stura alla sanità privata. Quel che è peggio è che  in mancanza di misure pertinenti al quadro complessivo  è  ancora una volta gioco dello scaricabarile. Il governo naviga a vista e rinvia alle regioni con più alto rischio l’innalzamento delle misure di contenimento del contagio. A sua volta la regione Piemonte, dopo  scelte controproducenti dei mesi scorsi – il ritorno al pieno carico sui mezzi di trasporto, la dismissione di personale sanitario – ritorna al minimo indispensabile, demanda ai sindaci la possibilità di intervenire con misure ulteriori sulla base dei diversi livelli di allerta. Hanno tutti paura di non entrare in rotta di collisione con le richieste perentorie di Confindustria di non intralciare la macchina per fare soldi. Tutto viene scaricato in basso, alla fin fine sulle spalle dei comportamenti singoli. Fa niente se le scuole tornano alla didattica a distanza. Fa niente se andare al lavoro è uno dei primi fattori di rischio sanitario. Fa niente se le fasce sociali più deboli sono quelle che ancora una volta pagano il conto di un sistema colpevolmente inadempiente. Fa niente se ci saranno altri malati e morti. Nel rigettare fermamente le manifestazioni violente della destra fascistoide e negazionista riteniamo legittima e giusta l’indignazione di chi, in una condizione di precarietà lavorativa e incertezza per il proprio futuro, chiede a gran voce,  e noi con loro , la salvaguardia della salute e di un reddito dignitoso per tutte e tutti”.

 

Musica e cultura; Grimaldi (LUV): “persi centinaia di posti di lavoro”

“Cirio sia coraggioso e si adegui a quanto fatto dalle altre Regioni, al Governo chiediamo un Recovery Music”.

“Cirio deve rivedere la sua ordinanza che, ad oggi, prevedrebbe una distanza nei teatri di un metro e mezzo tra bocca e bocca” – commenta Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione – “e adeguarsi a quanto fatto dagli altri Governatori regionali. Mentre in altre regioni la distanza tra gli spettatori all’interno dei teatri è quella usuale di un metro, Cirio continua ad interpretare le norme a suo piacimento con l’unico intento di mettersi al riparo da eventuali futuri problemi ma, così facendo, rischia di dare il colpo fatale ad un settore già in ginocchio, e tra i più colpiti dall’emergenza Covid”.

“Crediamo che nella delibera piemontese ci debba stare anche il buon senso – commenta Grimaldi – basterebbe darsi una regola unica in tutte le Regioni e attuare il distanziamento di un metro, o di permettere agli spettatori di occupare un posto sì e uno no; non è pensabile che nella nostra Regione si decida di aumentare la distanza mentre in tutte quelle vicine, Lombardia, Veneto, Emilia e Toscana, si mantenga la disposizione di un metro di distanza: così facendo il Piemonte diminuisce drasticamente le capienze dei teatri e dei luoghi dello spettacolo dal vivo, col serio rischio che la nostra regione diventi un deserto culturale, un luogo nel quale gli spettacoli più grossi e molti concerti decideranno di non fare tappa a causa dei costi e delle poche entrate”.

“Stiamo parlando – prosegue Grimaldi – di un settore che per primo, già a febbraio, ha dovuto chiudere i battenti a causa del Covid19 e che da allora non ha praticamente mai riaperto del tutto; è un settore che conta 250.000 famiglie senza lavoro, accusa una perdita secca di 650 milioni di euro tra febbraio e settembre, che arrivano a oltre 1.5 miliardi di euro se si conta l’indotto. Parliamo – continua Grimaldi – di un ambito lavorativo il cui calo del fatturato è vicino al 100% rispetto al 2019 e nel quale molte figure professionali legate ad esso sono alla fame, senza neppure un’ipotesi di futuro”.

“Si tratta di un settore tra quelli che hanno maggiormente bisogno di sostegno – prosegue Grimaldi – e per il quale già in questi anni, e con maggior forza durante i mesi dell’emergenza, abbiamo chiesto il suo sostegno, attraverso lo stanziamento delle risorse necessarie a risolvere i problemi strutturali legati alle capienze e alla sicurezza dei luoghi della cultura. Lo abbiamo chiesto senza alcun risultato attraverso emendamenti al Bonus e al Riparti Piemonte, perché proprio durante l’emergenza, e la chiusura forzata dei luoghi della cultura, si doveva consentire di mettere in atto quegli adeguamenti strutturali che oggi sarebbero stati preziosissimi”.

“La miopia della Giunta di centro-destra verso l’intero settore musicale e culturale a cui Cirio e la Lega hanno voltato le spalle – conclude Grimaldi – ci costringe a rivolgere il nostro appello al Governo nazionale a cui chiediamo di istituire un vero e proprio ‘Recovery Music’, capace di garantire una percentuale sostanziosa del recovery found al mondo della cultura (Culture Recovery Fund), di introdurre ammortizzatori sociali per i lavoratori della cultura, e di promuovere misure specificamente destinate alle industrie culturali e creative e alla musica popolare contemporanea come, ad esempio, l’introduzione dell’IVA agevolata al 4% sui biglietti per gli spettacoli dal vivo”.

Calenda presenta il suo ultimo libro “I mostri. E come sconfiggerli

Approda oggi a Torino alle Ogr, ormai riaperte dopo il periodo Covid, alle 18 la presentazione del nuovo libro dell’onorevole Carlo Calenda dal titolo “I mostri. E come sconfiggerli“, volume che verrà poi presentato stasera a Cuneo alle 21.

La presentazione avverràpresso la Sala delle Fucine, all’interno del complesso delle Officine Grandi Riparazioni, in corso Castelfidardo 22.

Il volume tratta molteplici temi. Per la prima volta Carlo Calenda, leader di Italia Viva, partito di ispirazione progressista, ed ex ministro per lo Sviluppo economico, in questo suo ultimo libro dal titolo “I mostri. E come sconfiggerli” non risparmia dalle sue critiche governati e governanti. Secondo l’autore esiste un rapporto malato tra le varie componenti della democrazia, e l’Italia risulta, quanto al livello culturale, uno dei Paesi con il più basso livello di istruzione nell’ambito dell’Unione Europea. Questo rappresenta la ragione per la quale risulta di fondamentale importanza, secondo Calenda, porre la scuola al primo posto tra le priorità del Paese. Un’altra componente mancante o quasi, in modo preoccupante, nel nostro Paese è rappresentata ,  secondo l’autore, dalla fiducia da parte dei cittadini nello Stato e nelle sue istituzioni. Il sessanta per cento degli italiani risulta, infatti, piuttosto scoraggiato e teme che i propri figli possano non ottenere alla fine della loro vita lavorativa la pensione.

Un altro dato altrettanto preoccupante, sempre secondo Calenda, è rappresentato dall’analfabetismo funzionale presente tra gli adulti, tra i quali il livello di lettura e di frequentazione di musei ed altre opportunità culturali risulta piuttosto basso. Secondo l’autore negli ultimi decenni gli italiani si sono assuefatti, inoltre, ad un modo di guardare alla politica che li affascina e li pietrifica al tempo stesso,quasi subendo lo sguardo di Medusa, ma, al tempo stesso, incapaci di tagliare la testa alla Gorgone che incarna i loro vizi, il tutto accompagnato Dall’insifferenz per le aspettative tradite.

Mara Martellotta

“Sui diritti delle persone con disabilità, questa Amministrazione arriva sempre dopo”

“Ultimo caso in ordine cronologico: affinché l’Assessorato intervenisse, una delegazione di cittadini ha dovuto far presente a questa Giunta la mancanza, sulle app delle società che gestiscono sul territorio cittadino il servizio di sharing di monopattini e biciclette, di indicazioni puntuali sulle modalità di posteggio. Un monopattino abbandonato “di traverso” su un marciapiede rende quest’ultimo non accessibile: discussa poco fa in Sala Rossa la mia interpellanza proprio su questo tema”

Dopo, non prima: succede spesso così, quando si parla del rapporto tra questa Amministrazione cittadina e i diritti delle persone con disabilità. Se – come ho fatto presente poco fa in Sala Rossa discutendo la mia più recente interpellanza sul tema – sui nostri marciapiedi e sulle nostre strade si trovano moltissimi monopattini e altrettante biciclette posteggiate in maniera selvaggia dopo l’affitto in sharing, la responsabilità è, certo, dei singoli utenti, ma non solo loro. In questo caso, l’Amministrazione forse ignorava, fino all’incontro di pochi giorni fa con una delegazione di Associazioni che avevano manifestato davanti a Palazzo Civico, che sulle app delle società di sharing mancavano spesso indicazioni puntuali sulle modalità di parcheggio di monopattini e bici. Impegnata com’è nella propria furiosa lotta all’auto privata, questa Giunta tralascia troppo spesso i diritti delle persone con disabilità. Una buona Amministrazione non dovrebbe aspettare una manifestazione di piazza per capire che un monopattino parcheggiato “di traverso” su un marciapiede rende quello stesso marciapiede non accessibile. I diritti delle persone con disabilità non possono arrivare sempre dopo.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Parco della Salute, Salizzoni: “Bene la cabina di regia”

Il vice Presidente del Consiglio regionale: “Fondamentale garantire rispetto del cronoprogramma.”

 

L’istituzione dalla cabina di monitoraggio annunciata dalla Regione Piemonte è una buona notizia, che va nella direzione che ho personalmente sempre auspicato, ovvero la necessità di non perdere ulteriore tempo per dotare Torino e il Piemonte di un’infrastruttura sanitaria all’avanguardia”: così il vice Presidente del Consiglio regionale Mauro SALIZZONI commenta l’istituzione della cabina di monitoraggio del Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino (PSRI). “È fondamentale garantire il rispetto del cronoprogramma, procedere con le bonifiche dell’area ex Fiat Avio e portare a termine il dialogo competitivo. Non stiamo parlando semplicemente di rifare altrove le Molinette ma di realizzare un polo che oltre alla cura farà ricerca e innovazione, un’opera che cambierà il volto urbanistico dell’intera area Sud della città, e che ci consentirà di ridisegnare la rete sanitaria ospedaliera e territoriale”.

Preferenze a Moncalieri

Lettera al giornale / Caro direttore, essendo quella di Moncalieri una storia importante anche per i suoi esimi personaggi ed una città dalla politica molto complessa come le cronache giudiziarie informano in questi giorni, ma che già avevano dato notizia pur poi silenziata per una intera campagna elettorale, mi permetto di intervenire su un pezzo scritto dal prof. Quaglieni dal titolo “Laura Pompeo miss preferenze”.

Non desidero addentrarmi sulla gestione delle politiche culturali della città che hanno visto l’assessora chiudere un’ eccellenza cittadina come la Scuola Civica Musicale per poi fare un bando andato deserto, disperdendo grandi professionalità e approvare in giunta le linee guida per la riqualificazione da 5 milioni di euro del Teatro civico Matteotti documento in cui appare la parola “iconoclastico” rispetto ad un’opera architettonica del razionalismo italiano degli architetti Perona e Passanti che verrebbe stravolta (dai comunicati stampa non si capisce la necessità di farci un ristorante). Mi preme concentrarmi sulle preferenze messe al centro del suo panegirico dall’esimio professore. Ad un certo punto egli afferma “Non ci sono precedenti, nessun candidato al Comune di Moncalieri, per quanto autorevole, ha mai avuto un consenso così alto. Neppure Calleri di Sala che era stato sindaco di Moncalieri ed era presidente della Crt e candidato presidente in Regione, ebbe un consenso superiore a quello di Laura Pompeo…”: la cosa è assolutamente errata. Certo 900 preferenze in tempi di preferenza unica e di cittadini che statisticamente da venti anni scrivono poche preferenze sono una enormità, buona per essere eletta al comune di Torino, un caso di studio e analisi (che potrebbero interessare enti che vogliano prendere questo caso in esame) come per buona parte dei candidati della sua lista, tutte portate per fare rieleggere con ampio margine Paolo Montagna che hanno deciso di sostenere e di seguirne le sorti politiche. Però, in tempo di legge con preferenza unica le elezioni comunali del 2002 hanno visto, caso unico per quasi due decenni, Modesto Pucci, dei Democratici di Sinistra raccoglierne 1108 e Ugo Micheletti, Forza Italia 1151. Risalendo alla legge elettorale precedente con le quattro preferenze, come fa Quaglieni, citando il Conte Calleri di Sala la situazione, naturalmente cambia: alle elezioni del 1964 il conte, democristiano, eletto sindaco per un breve periodo, prese 1752 preferenze. Fino alle elezioni del 1990 sono diversi i capilista che hanno superato abbondantemente le 1000 preferenze. Come detto molto cambia con la diversa norma elettorale dalla tornata del 1993. Una piccola precisazione anche per puntualizzare un aspetto che fa parte della storia politica della Città di Moncalieri, quinta, per numeri di abitanti, della Regione Piemonte. Cordialmente

Giancarlo Chiapello

Segretario dei Popolari di Moncalieri

Valle (Pd): “Cinema e teatri realtà diverse”

” IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA RIFERISCA AL CONSIGLIO SUL CONFRONTO CON I RAPPRESENTANTI DEL SETTORE”

“Dopo l’incontro del Presidente della Giunta regionale con i rappresentanti del settore delle sale cinematografiche di venerdì scorso ci aspettiamo un’informativa sugli esiti e su eventuali sviluppi di quel confronto. Infatti l’ordinanza annunciata dal Presidente della Giunta per aumentare il pubblico ammesso nei cinema e nei teatri, fermo oggi a 200 posti, con un distanziamento di 1,5 metri rischia di peggiorare la situazione di un comparto che ha subito gli effetti più duri della pandemia” spiega il Vice Presidente della Commissione Cultura del Consiglio regionale Daniele Valle (Pd)

“Ci chiediamo innanzitutto: è corretto assimilare teatri e cinema? Si tratta di due realtà diverse, con un pubblico differente e con capienze differenti. Mettere un simile distanziamento all’interno di un cinema di 250 posti significa costringerlo ad aprire per venti persone o piuttosto a chiudere per sempre o almeno fino a quando non sarà superata la pandemia” precisa il Consigliere regionale dem.

“Non si può intervenire genericamente su questi comparti, ma si devono valutare le esigenze. Auspico che il Presidente della Giunta l’abbia compreso. Dobbiamo sostenere questi settori in tutti i modi possibili, non condannarli al declino con ordinanze che non tengono conto delle vere esigenze” conclude il Vice Presidente della Commissione Cultura.