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Meritocrazia Italia: “No a nuove segnalazioni bancarie”

Dall’1 gennaio 2021 entra in vigore la nuova definizione di default prevista dal Regolamento europeo n. 575/2013 e relativa ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento.

 

I criteri di classificazione dei clienti a fini prudenziali da parte di banche e intermediari finanziari saranno più stringenti rispetto a quelli finora previsti. Il senso è quello della maggiore armonizzazione normativa, ma, a conti fatti, rispetto ad altri Stati membri l’Italia sconterà forti penalizzazioni.

I principali cambiamenti prevedono che le banche definiscano automaticamente inadempiente il cliente privato, il libero
professionista o la piccola-media impresa che abbiano un arretrato da oltre 90 giorni nel pagamento di una obbligazione
concessa dall’istituto di credito. L’importo di tale arretrato dovrà soddisfare contemporaneamente due condizioni: essere
superiore sia, in valore assoluto, a 500,00 euro per le imprese o 100,00 euro per i privati, e sia all’1% del totale delle
esposizioni verso la banca.

Non sarà più possibile la compensazione degli importi scaduti con altre linee di credito non utilizzate, e si seguirà la logica
secondo la quale ogni concessione, ancorché prestata al medesimo cliente, dovrà venir considerata a sé stante e valutata
separatamente rispetto all’intero assetto delle concessioni utilizzate dallo stesso. Sì che ciascuna concessione dovrà essere
ben ponderata prima di essere sottoscritta non solo da chi la concede ma anche e soprattutto da chi la richiede, atteso il
potenziale livello di rischio.

Inoltre, in caso di rapporti co-intestati (conti correnti o mutui), il default coinvolgerà tutti gli intestatari (c.d. contagio del
default).

È certo che i destinatari sono (e saranno) chiamati a significativi interventi in termini di governance – attraverso l’adozione di
modelli di early warning che anticipino l’evento di default e intercettino in modo più tempestivo i segnali negativi, contenendo
gli effetti del deterioramento – sia in termini di processo, per un costante e tempestivo monitoraggio delle diverse posizioni
creditorie e di audit.

A prova del forte impatto della nuova definizione di default sull’operatività, da uno studio effettuato da Assifact emerge che il
25% delle esposizioni verso le imprese, il 30% delle esposizioni verso le amministrazioni pubbliche centrali, il 63% delle
esposizioni verso le amministrazioni locali e addirittura il 94% delle esposizioni verso gli enti del settore sanitario nazionale
dal 1° gennaio 2021 verrebbero classificate tra i crediti deteriorati (Npl), per un valore stimabile tra i 7,6 e i 12 miliardi di
euro.

Il timore, diffusamente avvertito e non infondato, è che le nuove norme frenino i percorsi di inclusione finanziaria.
Ciò sarebbe gravissimo soprattutto perché mortificherebbe le speranze di una prossima uscita dalla crisi economica in corso
e del rilancio dell’attività d’impresa. Sarebbe come aggiungere acqua a un annegamento in corso.

Compresa la necessità di uniformare il sistema bancario e finanziario ai principi della vigilanza equivalente e della neutralità
normativa, ma considerato il rischio che ulteriori restrizioni affatichino la ripartenza, Meritocrazia Italia richiede la
temporanea disapplicazione della definizione di default e di tutte correlate le conseguenze tecniche, a iniziale
beneficio di aziende e privati cittadini e successiva utilità della Comunità nel suo insieme.
Meritocrazia propone altresì:

– una più ragionevole soluzione interpretativa delle regole dettate in materia di rischio di diluizione; in concreto,
l’applicazione del principio generale secondo il quale per la classificazione a default occorre la continuità dello scaduto su una
singola obbligazione creditizia per oltre 90 giorni dovrebbe aver conto anche delle peculiarità del credito commerciale (la cui
esigibilità cambia, soggetta a clausole, termini e condizioni inserite nei contratti di fornitura);

– maggiore impegno nello sviluppo e nell’adozione dell’invoice fintech (soluzioni tecnologiche applicate all’invoice
finance, a supporto della cessione del credito) a livello mondiale, identificando i casi di successo delle start-up innovative e gli
esempi virtuosi di collaborazione fra queste e gli operatori del mercato, al fine di intercettare e interpretare i trend, con
particolare focus sulla supply chain finance.

Fino a quando gli istituti di credito saranno gli unici soggetti preposti a sostenere gli investimenti e lo sviluppo delle piccole
imprese, non potrà non darsi prioritario rilievo al ‘merito’ sulla reale sostenibilità economica e finanziaria delle richieste di
credito, tenendo conto del progetto imprenditoriale e delle reali prospettive di crescita.

Meritocrazia Italia suggerisce azioni che possano riabilitare il credito, rendendolo accessibile a tutti, invece di nuove chiusure
che andranno ad amplificare il disagio sociale e quindi la povertà.

Meritocrazia Italia
Il Presidente Walter Mauriello

Vaccini, FI: “Gli italiani chiedono chiarezza”

Il governo e il commissario “a tutto” Domenico Arcuri stanno affrontando la vicenda decisiva dei vaccini con il gioco delle tre carte.

Tanto per chiarire: quando si dice che in Italia sono arrivate 470 mila dosi, che cosa si intende? Che sono arrivate 94 mila fiale del vaccino Pfizer-Biontech, poiché da ogni fiala si ricavano 5 dosi, oppure che sono arrivate 470 mila fiale, e dunque disponiamo di 2 milioni e 350 mila dosi del vaccino? Con quali ritmi i circa 300 luoghi individuati per la vaccinazione riescono a somministrare il vaccino? E quando il governo e il commissario ritengono di poter impiegare i 15 mila professionisti selezionati per le vaccinazioni? Queste e mille altre domande avrebbero dovuto trovare risposta in un piano di vaccinazione mai da nessuno predisposto. Tranne la spesa folle dei gazebo “primula” (poi a meravigliarci per la diffidenza dell’Europa sulla vocazione italiana allo sperpero!), tutto il resto è scritto sull’acqua. Per favore, vuole il presidente del Consiglio richiamare il commissario Arcuri e caldeggiare l’immediato ritiro dei gazebo primula? E magari procedere, con il risparmio di una spesa a tutti sconosciuta, tranne che ad Arcuri, ad acquistare altre dosi del vaccino come ha saggiamente fatto la Germania?

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Clima, Grimaldi (LUV): “Piemonte negazionista, buono solo a copiare la Lombardia”

 “Capace solo  a inventarsi deroghe ai protocolli sulla qualità dell’aria”

“Siamo concertati e stupiti, questa Giunta persegue le finalità della qualità dell’aria sempre al contrario, facendo solo l’opposto di quello che può essere utile. Quando si parla di ambiente, la deroga è l’unica ossessione della destra: davanti al giudizio universale climatico in cui l’uomo è parte in causa avremmo invece bisogno di tutte le nostre energie, forze ed intelligenze per una riconversione ecologica dell’economia. Ogni anno l’UE ci sanziona pesantemente per la nostra incapacità di rispettare le leggi europee e nazionali, eppure nulla scalfisce le convinzioni sbagliate di questa Giunta. Glielo diciamo una volta di più: i mezzi privati contribuiscono pesantemente all’inquinamento della nostra aria” – è il commento di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione.

“Quella nuvola grigia che sta sopra le nostre teste è causa di quasi 3 mila e 700 decessi l’anno connessi alle PM 2.5, per non parlare dei numerosi studi che mettono in correlazione l’inquinamento con gli effetti dell’epidemia Covid eppure, invece di cambiare rotta, copiamo le scempiaggini messe in atto dalla Lombardia, una regione che per qualità dell’aria, per qualità della vita e per la gestione sanitaria non ha nulla da insegnare a nessuno, come il Covid ha dimostrato. A questo proposito – prosegue Grimaldi – non si capisce perché la Giunta spenderà 690 mila euro (di cui 250 mila pagati alla Regione Lombardia) per un progetto, realizzato da una S.p.A. lombarda e su cui la nostra Regione non ha alcun controllo, per monitorare attraverso un software la reale percorrenza dei veicoli che per legge dovrebbero stare fermi e per cui è prevista la deroga”.

“Pensiamo che questa Giunta non capisca il contesto in cui siamo immersi e utilizzi strumentalmente e in modo vergognoso la povertà: la destra non ha messo un euro nel bilancio regionale per aiutare le persone più fragili, ha bocciato tutti i nostri emendamenti per gli indigenti o coloro i quali, ancora più dopo questa pandemia, hanno bisogno di aiuto eppure, quando si parla di qualità dell’aria, la destra scopre i poveri che non possono cambiare l’auto diesel. La transizione ecologica ha dei costi – conclude Grimaldi – occorre mettere in relazione la giustizia ecologica e quella sociale; pertanto, se crediamo che esista una responsabilità sociale d’impresa, possiamo sostenere che quella transizione debba essere sostenuta anche da quei privati che hanno fatto profitti sulle disuguaglianze e sulle ingiustizie”.

“Primarie Si, primarie No, Primarie fantasma!”

“La cera si consuma, la processione non cammina, antico detto meridionale ma le primarie vanno fatte a fronte della scelta del candidato a sindaco, da presentare ai torinesi attraverso una proposta politica convincente ed efficace per il rilancio della città”. Dichiarano  così la Co-portavoce Regionale dei Verdi-Europa Verde Piemonte Tiziana Mossa  e i Commissari dei Verdi-Europa Verde Torino Angela Plaku e Antonio Fiore che hanno aggiunto:


“Intanto il tempo passa e il centrosinistra rischia così di perdere quel margine di vantaggio acquisito, per non lasciare in mano Torino ad una destra a trazione Leghista mascherata di civismo. 
Noi Verdi-Europa Verde stiamo contribuendo insieme alle altre forze politiche della coalizione di centrosinistra  a costruire il programma,  portando proposte e idee che hanno incontrato il favore generale ed abbiamo provato disciplinatamente a evitare contrapposizioni proprio per essere d’aiuto a comporre il miglior mosaico possibile per la Torino di domani; semplicemente pretendendo il migliore assetto per Torino, possibilmente  rinnovato nei metodi e nei contenuti, proprio per questo occorre fare le Primarie!”

Igor Boni di +Europa, ufficialmente candidato alle primarie aggiunge: “l’unico sondaggio che c’è  da fare è quello di dare la parola ai torinesi per scegliere quale storia politica e quale progetto per Torino abbiano la forza per vincere contro la peggiore destra del dopoguerra. Questo tira e molla deprime le energie, e la pazienza e la responsabilità che ci stiamo mettendo non sono infinite. Per quanto mi riguarda continuerò cin ancora più determinazione di prima a parlare di ambiente e di imprese, di trasporti e di alleanze, di una politica nobile che possa battere populisti di ogni colore”.

Gli esponenti di Europa Verde e di +Europa hanno insieme concluso:
“Circa tre mesi a dibattere di primarie sì primarie no: fanno invece testo le paginate locali dei quotidiani che annunciano candidature per bocca di illustri personaggi del passato e del presente?
Fanno testo le decisioni a cui faticosamente anche noi abbiamo cercato di concorrere per costruire una coalizione coesa e di servizio alla città o i tavoli di confronto non contano nulla?”

Rossi (Pd): “Un piano per l’economia circolare”

Approvata all’unanimità la mozione del consigliere democratico Domenico Rossi

Dopo oltre un anno dalla sua presentazione, il Consiglio Regionale ha approvato , all’unanimità, la mozione presentata dal Consigliere Domenico Rossi nel novembre 2019 con la quale si chiede che il Piemonte si doti di un Piano Regionale per la Bioeconomia e l’economia circolare “Un atto importante che non deve rimanere sulla carta, bensì aprire un periodo di transizione e trasformazione. Per questo lavoreremo da oggi in poi” commenta il consigliere, portavoce del gruppo PD nella Commissione Ambiente.

“Si tratta di un atto fondamentale – prosegue Domenico Rossi – che ci mette nella condizione di coniugare crescita economica e tutela ambientale. Il modello economico lineare, fondato sullo sfruttamento delle risorse naturali, non è più sostenibile. Abbiamo il dovere di promuovere un’economia giusta, che produca lavoro, crescita, ma minori emissioni di CO2, meno consumo di materia prima e rifiuti. Si tratta, inoltre, di un settore ad alto potenziale. L’Alleanza per l’economia circolare stima che al 2030 si possa raggiungere il 7% di maggiori investimenti con una diminuzione del 10% dei costi, del 17% di emissioni, ma con 700.000 mila posti di lavoro in più”. L’ultimo rapporto Intesa Sanpaolo-Assobiotec stima il fatturato del settore in 328miliardi di euro e la Strategia Nazionale sulla Bioeconomia si pone l’obiettivo di aumentare le performance del 15% entro il 2030

“L’Europa e l’Italia – prosegue il primo firmatario – hanno avviato da tempo consistenti programmi di investimento nel settore, per questo motivo elaborare una strategia e livello regionale significa anche prepararsi per intercettare risorse importanti; basta pensare al Green New Deal o al Next Generation UE. Significa, inoltre, valorizzare le tante eccellenze già presenti nella nostra regione che rappresentano punti di riferimento a livello internazionale, con le quali mi auguro la Regione vorrà costruire il piano piemontese. Le trasformazioni epocali di questo tipo non si improvvisano, ma vanno accompagnate”. Il rapporto OCSE The Bioeconomy to 2030: designing a policy agenda” attribuisce alla bioeconomia la capacità di imprimere una vera e propria spinta propulsiva verso una nuova “rivoluzione industriale”.

“L’approvazione all’unanimità di questo atto di indirizzo – aggiunge il capogruppo del Partito Democratico Raffaele Gallo – ha un importante significato politico. Questa giunta ha dimostrato in questo primo anno e mezzo di governo di avere significative carenze sul piano della programmazione riducendo spesso la sua azione ad interventi puntuali, fuori da una visione globale. Siamo contenti di poter essere d’aiuto in tal senso rispetto ad un tema su cui si gioca una parte importante del futuro della nostra regione”. 

Come mettere in atto gli impegni contenuti nella mozione? “Al settore pubblico e alla politica spetta il compito di guidare la transizione da un’economia lineare ad una circolare anche creando i presupposti per la crescita culturale necessaria allo sviluppo di questi nuovi paradigmi” spiegano i consiglieri Dem evidenziando che “per caratteristiche e vocazione, il Piemonte può essere un’ideale piattaforma per il comparto e quindi è necessario, in primis, partecipare attivamente al Tavolo Nazionale per la Bioeconomia. Su quel modello occorre, quindi, crearne uno a livello regionale dove le eccellenze del mondo dell’università e della ricerca, oltre alle aziende leader che hanno sede nel nostro territorio, possano contribuire a mettere nero su bianco un piano regionale per la bioeconomia e l’economia circolare al fine di facilitare la nascita di un ecosistema dove le diverse parti comunichino tra di loro per un obiettivo comune e con visione sistemica”.

Magliano: “Ripresa della scuola, la Giunta non sa da che parte iniziare”

Volevamo una parola chiara sul rientro a scuola e sull’ipotesi di prolungare l’anno scolastico fino all’estate: ma l’Assessore Chiorino, che ha  risposto al mio Question Time sul tema, non ha dissipato i dubbi.

Aumenta anzi la nostra preoccupazione: a poco più di una settimana dalla ripresa delle lezioni, la Regione Piemonte brancola nel buio. Al 29 di dicembre lasciare le famiglie piemontesi nell’incertezza non è accettabile.



Il Consigliere chiede, la Giunta quasi non risponde. Terminata la discussione del mio Question Time sul tema, non abbiamo capito, anzi proprio non ci è stato detto, quali saranno le modalità di ripresa dell’anno scolastico: ritorno sui banchi giovedì 7 gennaio? Lunedì 11? Secondo quali modalità? Con quali criteri? Chi vivrà, vedrà. Poco importa a questa Giunta, evidentemente, che le famiglie, e con loro alunni e docenti, abbiano la necessità di organizzarsi per tempo. Il tempo per pianificare ci sarebbe stato, in abbondanza: ma la Giunta ha sprecato settimane intere. Mi preoccupa anche la mancata volontà, da parte della Giunta, di prendersi la responsabilità della scelta relativamente all’ipotesi di una riformulazione del calendario scolastico. “A oggi non sono in programma revisioni del calendario, ma c’è la nostra disponibilità in merito in caso di urgenza” (così, a verbale, l’Assessore Chiorino) è una bella formula per passare la palla al Governo. Ancora una volta. Studenti, docenti e famiglie piemontesi meriterebbero ben altro rispetto. Delle due l’una: o si sostiene che la DAD sia una modalità di insegnamento in tutto equiparabile alle lezioni in presenza o si parla di “tempo perso da recuperare“. Sostenere le due posizioni contemporaneamente non ha senso: la Giunta decida.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte

Polvere di (5) stelle: Bertola e Frediani lasciano il Movimento

I consiglieri regionale del Piemonte Giorgio Bertola e Francesca Frediani lasciano il Movimento 5stelle.

Sono entrambi figure “storiche” dei grillini piemontesi.

Bertola è stato a lungo capogruppo a in Regione e candidato presidente alle  regionali nel 2019 per i pentastellati.

Frediania, paladina No-Tav è al secondo mandato in Consiglio regionale. I due faranno parte  del gruppo misto a Palazzo Lascaris.

Hanno spiegato la loro scelta su Facebook definendola “dolorosa e sofferta”.

Sicurezza: “Più controlli a Chieri”

Desidero esprimere la mia solidarietà ad un rinomato locale del centro città che nella notte è stato derubato da anonimi ladri.

Avevo già denunciato le recenti recrudescenze di reati predatori in città, chiedendo maggiori controlli e sicurezza. Torno a farlo anche alla luce del piano di sicurezza integrato varato dalla Regione Piemonte, che spero trovi applicazione in tempi rapidi a Chieri. Servono telecamere, serve riparare e potenziare quelle esistenti, servono risorse per la polizia locale. I furti sono anche (ma non solo) frutto della difficile situazione economica che spinge persone a gesti estremi, lo stesso isolamento delle persone non giova. Si pensi a quanta poca gente c’è per le strade rispetto a prima. Con i locali chiusi, aperti solo per asporto e fino a una data ora, un clima ideale per malintenzionati e vandali per agire indisturbati. Per chi, poi, è allo stremo dover subire anche furti o vivere nel timore di questi è davvero dura. Infine, invito le persone che vengono derubate a denunciare, ad aiutare le forze dell’ordine, anche quando si è vittima di soli tentativi. Anche in tema di sicurezza è importante fare rete fra tutti i cittadini e le istituzioni.
Rachele Sacco – Consigliere comunale di Chieri (Progetto per Chieri – Salviamo l’Ospedale insieme)

Il Consiglio regionale riduce le spese

Continua il contenimento della spesa del Consiglio regionale, attraverso un ridimensionamento dei costi della politica e dei costi della struttura che ha anche visto una diminuzione di personale.

Il dato emerge dalla illustrazione, da parte del presidente Stefano Allasia, del Bilancio di previsione finanziario del Consiglio Regionale del Piemonte per il triennio 2021-23, approvato nell’Aula di Palazzo Lascaris con il voto favorevole della maggioranza e del gruppo M5s, e il voto di presenza delle altre opposizioni.

Il fabbisogno 2021 ammonta a 48,8 milioni di euro in diminuzione rispetto al previsionale del 2019 che superava i 49 milioni. Un fabbisogno che dovrebbe ulteriormente diminuire nel 2022 e 2023 scendendo a 47,5 milioni. Nel 2010 la cifra ammontava a 74 milioni.

Attraverso la razionalizzazione delle risorse, proseguono le spese di investimento (oltre 23 milioni) per consentire la manutenzione straordinaria degli immobili, di rilevanza storica e artistica, del Consiglio regionale e l’implementazione dei sistemi informatici volta alla digitalizzazione e dematerializzazione delle procedure amministrative.

Gruppo di indagine sul Covid 19, bilancio dell’attività

VALLE (Pd): “in quattro mesi 12 sedute, oltre 40 soggetti auditi”

Torino 29 dicembre 2020 – Oggi in Consiglio Regionale, come prevedeva la Delibera dell’Ufficio di Presidenza istitutiva del gruppo di indagine, ho relazionato sui primi mesi di attività di indagine. Il gruppo si è ritrovato 12 volte audendo oltre 40 soggetti nell’arco di quattro mesi: strutture regionali, sindacati, rappresentanze datoriali e associazioni. In questo modo si sono raccolte opinioni e dati importanti sulla prima fase dell’epidemia di covid19, che è andata da febbraio a giugno.

In questi primi mesi sono sempre stati garantiti dalla maggioranza gli spazi necessari al gruppo di indagine, tuttavia sarebbe auspicabile per i prossimi mesi poter contare su una calendarizzazione degli spazi per le riunioni che offra maggior respiro, al fine di consentire la partecipazione degli assessori competenti.

Molte delle questioni aperte, ad esempio l’implementazione del sistema tamponi e le relative politiche d’accesso, il supporto alle RSA, i temi legati alle nuove assunzioni o alla realizzazione di posti letto, hanno avuto una naturale continuazione in quello che è avvenuto negli ultimi mesi, nella c.d. seconda ondata. Nei prossimi mesi sarà quindi possibile una analisi “a bocce ferme” che non è stata possibile nei mesi caldi dell’emergenza, dove questi temi venivano affrontati secondo le contingenze del momento in quarta commissione.

Da marzo a ottobre è possibile rilevare che si è finalmente conclusa l’evoluzione della c.d. catena di comando, che ha trovato un assetto definitivo. Difficile però non rilevare che spesso le esigenze di comunicazione hanno confuso la reale portata dei singoli provvedimenti e che molte scelte organizzative hanno spesso inseguito i problemi invece di anticiparli. Inoltre la decisione di individuare due gruppi distinti ha impedito dall’origine di sviluppare una positiva riflessione legata all’integrazione di territorio e ospedale, che vengono così esaminati come due realtà che non trovano contatto e che ha portato i due gruppi ad adottare approcci divergenti rispetto alle delibere istitutive e differenti fra loro: il gruppo Monchiero legando la sua rivisitazione della rete all’individuazione dei nuovi posti letto di terapia intensiva, il gruppo Fazio individuando invece un più generale tema di rivisitazione della sanità di territorio.

Nei prossimi mesi, oltre ai temi già citati, un focus particolare sarà rivolto ai temi delle carceri e dell’associazionismo, sollecitati da diversi commissari partecipanti al gruppo.

Daniele Valle, Coordinatore Gruppo di indagine sul Covid19