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Boni lancia la candidatura alle primarie del centrosinistra

martedì 10 novembre, alle ore 19 si svolgerà on-line il lancio del comitato di sostegno alla candidatura alle primarie del centrosinistra torinese di Igor Boni. La riunione è aperta a tutti e si potrà seguire al seguente link: https://meet.google.com/min-ndmi-six

Commenta Igor Boni:
“Per aprire una nuova era per Torino dobbiamo voltare pagina, sia rispetto a questi ultimi anni, sia rispetto al passato. Ci sono competenze e passioni da mettere insieme e c’è necessità di dare assoluta priorità al dialogo e all’intervento concreto in aree della nostra città che sono state lasciate indietro, mettendo da parte le vuote promesse e le vuote parole dette da troppi. Io non affronto queste primarie dicendo che sarò capace a risolvere i problemi di Torino da solo. Io dico che dobbiamo risolverli insieme, facendo squadra. Il voto, mai come in questo periodo di crisi difficilissima e durissima, non può essere una delega al 100% a qualcuno dicendo ‘pensaci tu!’, deve essere una scelta di condivisione di un percorso. Chi promette di avere in mano la soluzione è semplicemente l’ultimo di una serie interminabile di mentitori.
Al primo punto dobbiamo mettere la verità, la capacità di dire ai torinesi che non va tutto bene e non andrà tutto bene ma che ne usciremo ricostruendo speranza, alleanze, legami e programmi comuni con le città vicine, riconquistando la capacità e la volontà di guardare avanti, sapendo che la strada sarà lunga ma che la percorreremo.

Ringrazio Radicali Italiani e +Europa per il pieno sostegno; la mia non è non sarà una candidatura di bandiera ma una candidatura di alternativa al passato, che vuole raccogliere il consenso e il sostegno di molti altri. Una candidatura che ha l’ambizione di rappresentare un modo diverso di fare politica, con i torinesi, per strada, con l’impegno dimostrato in questi oltre 30 anni dove abbiamo conquistato libertà, responsabilità e trasparenza per tutti. Una candidatura che vuole raccogliere e dare voce alle tante energie che ci sono e che sono oggi purtroppo disperse e poco incisive”.

Napoli (Fi): “Inaccettabile che Alitalia riduca i voli su Torino”

L’on. Osvaldo Napoli (fi) ha presentato un’interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti

“Da lunedì 9 novembre il vettore Alitalia effettua un solo volo di andata da Torino per Roma e il ritorno soltanto il giorno dopo.
Inoltre si è appreso in queste ore che Alitalia intende cancellare i voli A/R su Torino nei giorni 10, 14, 17, 21, 24, 28 novembre e il primo dicembre.
È noto che la compagnia tornata di bandiera, quest’estate, ha ricevuto 3 miliardi dallo Stato.
Alitalia è ancora in vita anche grazie ai contributi dei torinesi e dei piemontesi e quei soldi non posso essere disprezzati.
Alitalia ha mantenuto tutti i voli di Linate su Roma, riservando un trattamento migliore alla Lombardia e discriminando il Piemonte. Chiedo se i Ministri in indirizzo, per quanto di loro competenza, non ritengano questo atteggiamento discriminatorio nei confronti nel Piemonte.
Quali azioni ritengano di adottare per il ripristino immediato di un servizio decente da parte di Alitalia, che preveda almeno un volo A/R su Roma nella medesima giornata.
Nel caso il servizio non venisse ripristinato, se non ritengano ragionevole, restituire la quota di denaro percentualmente a carico del Piemonte.”

Tanto sarà sempre colpa del virus

Ho fatto il vaccino con tutta la famiglia. Un po’ più tardi degli altri anni ma non posso e soprattutto non voglio lamentarmi
Direi di più, sono tra i privilegiati che non hanno dovuto sbattersi per risolvere il problema. Lo debbo alla altissima professionalità e coscienziosità del medico di base Dott. Alessandro Cunoglio e forse (probabile) al fatto di non risiedere più in Torino città.  Oramai è chiaro che le complessità delle grosse città portano alla loro quasi totale ingovernabilità. Avremmo dovuto essere organizzati per combattere più efficacemente il Covid. Così non è stato.  È sotto gli occhi di tutti.
Non solo l’organizzazione ma anche la serietà  del personale medico, in questo caso dei medici di base. Senza nulla togliere a chi è in prima linea negli ospedali e non solo chi è al pronto soccorso o nei reparti di terapia intensiva. Non passa giorno che non legga o senta racconti di amici e conoscenti che viceversa descrivono episodi di negligenza. In questi mesi si doveva potenziare la struttura sanitaria a più livelli e così non è stato. Non c’è da esserne allegri.
Non che si dovesse recuperare in sei mesi quello che si era perso in 30 anni. Ma insisto, qualcosa si doveva fare. Impreparati.  Tragicamente impreparati.  E sui trasporti pubblici che possiamo dire? Sfasciati erano ieri e sfasciati lo sono adesso, inefficienti e carenti. Ed anche ciò era noto a tutti. Il nostro è decisamente uno strano paese.  Ai cittadini da’ la possibilità di comprarsi un profumo o di tagliarsi i capelli ma non ai nostri figli di andare a scuola. Penso  siamo gli unici in tutta Europa. Un Paese che rinuncia nel formare i propri giovani è un Paese che non ha futuro.
Anzi che non vuole avere futuro. Non da oggi,  sicuramente. Un Paese con tradizioni millenarie su Università e scuole. Purtroppo un Paese dove la ricerca scientifica e pressoché zero. Dove c’è e ci sarà la fuga dei cervelli e di chi laureandosi non si ritrova in questo nostro levantismo culturale.
La pagheremo in modo salato. Del resto avere un Ministro degli Esteri che non conosce la geografia la dice lunga su come siamo messi. Ci poteva essere un’occasione derivata dalla drammaticità della crisi prodotta dal Covid. E’stato l’ennesimo fallimento di una classe politica inetta e distratta.  A Torino come a Roma.  Una classe politica che preferisce litigare che risolvere. Non dico risolvere ma almeno contenere. Litigano e il Governo delega agli algoritmi i suoi decreti legge.  Dettaglio: continua la non presentazione del Piano industriale Italia. Tanto quando si tireranno le somme sarà sempre colpa del Coronavirus e non delle scelte non fatte.
Patrizio Tosetto 

Sport, Costanzo (M5S): “Presto Tavolo permanente”

 Con i ministri Spadafora e Catalfo sul lavoro sportivo 

“Dopo l’invio della lettera ai ministri Spadafora e Catalfo per portare alla loro attenzione le esigenze delle categorie più colpite: ristoratori, commercianti, mondo della cultura e dello sport  nelle regioni rosse partirà un tavolo permanente per il mondo del lavoro sportivo” afferma la deputata di Castiglione Torinese Jessica Costanzo in commissione lavoro .  

Sul territorio l’assessore di Settimo Torinese Daniele Volpatto aveva organizzato già a fine ottobre un confronto con l’assessore regionale Ricca e con i rappresentanti delle associazioni, dei circolo, delle scuole di danza e delle palestre.
Dall’interlocuzione è stata inviata una lettera indirizzata al Ministro Speranza e ai presidenti dell’Anci nazionale e piemontese in cui è emersa la necessità scongiurare il fallimento di tutte le realtà sportive che in questi mesi hanno ottemperato, anche con finanziamenti propri, ad ogni adeguamento secondo i protocolli sanitari per il contrasto al COVID-19.
“Mi sono attivata, aggiunge Costanzo, per inviare tutte queste preoccupazioni e criticità anche alla ministra del lavoro Nunzia Catalfo poiché la perdita di iscritti e delle quote associative, il peso dei canoni e delle utenze, la difficoltà di accesso alle palestre impatta pesantemente sul mondo del lavoro e delle famiglie.
Entrambi i ministri hanno accettato di creare un tavolo per tutti gli operatori del mondo sportivo- lavorativo: dai rappresentanti degli atleti ai tecnici e ai dirigenti, dalle varie leghe ai sindacati e alle associazioni di categoria. Ritengo che questo passaggio sia decisivo per riconoscere in maniera chiara il valore del lavoro nel mondo dello sport” conclude Costanzo,

Politica, professionalità e professionismo

Lo si diceva già durante la prima ondata della pandemia. Ma adesso, cioè nella terribile seconda ondata, la questione è riesplosa in tutta la sua ruvidezza.

E cioè, la richiesta insistente e massicciai di una esplicita e manifesta competenza della classe dirigente politica, in particolare quella di governo. Perchè il nodo da sciogliere, come ormai emerge da tutte le rilevazioni demoscopiche, è ancora e sempre riconducibile a quell’aspetto, ovvero alla competenza e alla professionalità del ceto dirigente. Certo, dopo l’uragano populista e l’avvento al potere delle forze populiste, era del tutto prevedibile che la competenza veniva sacrificata sull’altare di altri ingredienti e altre priorità. Non a caso, sono stati altri i punti cardinali delle forze populiste e demagogiche che hanno vinto le ultime elezioni politiche. Dalla improvvisazione alla casualità, dalla inesperienza alla incompetenza, dalla demolizione di tutto ciò che era riconducibile politicamente al passato al rinnegamento delle culture politiche e del parlamentarismo. Era difficile, molto difficile, che da questo coacervo potesse nascere o decollare una classe dirigente autorevole, qualificata e competente. Al massimo, com’è puntualmente capitato e com’era ampiamente previsto, dopo essere arrivati al potere per puro caso sull’onda dell’ideologia del “vaffa”, è subentrata la disillusione e tutti i limiti sono clamorosamente emersi. Nella concreta azione politica, nell’azione di governo e nella capacità di saper governare i processi che la nostra società ha manifestato in questa stagione per molti versi drammatica ed inquietante. Paradossalmente, l’unico elemento chiaro che è emerso è la vocazione al professionismo politico di questa classe politica improvvisata. Ovvero, detto tra di noi, l’esatta alternativa della professionalità della politica pur presente in rarissime eccezioni nell’attuale squadra di governo. I cosiddetti rivoluzionari, tutti coloro che avevano l’obiettivo di abbattere il palazzo e cacciare la “casta” hanno finito, secondo il principio della palingenesi dei fini, per difendere strenuamente il seggio parlamentare, i relativi benefit economici e tutto ciò che è riconducibile ad un mero disegno di potere. Con tanti saluti, come ovvio e scontato, a qualsiasi straccio di competenza, di professionalità, di autorevolezza e di qualità nell’azione di governo. Altrochè il cambiamento e il rinnovamento della politica rispetto al passato…
Comunque sia, siamo in un crocevia lungo il quale non si intravede all’orizzonte, almeno nel breve medio termine, un barlume di speranza capace di ridare lustro, competenza e professionalità alla nostra classe dirigente politica. E questo resta, com’è altrettanto ovvio e scontato, la vera incognita e il vero nodo da sciogliere se vogliamo ridare qualità alla nostra politica, solidità alle nostre istituzioni democratiche ed efficienza alla nostra azione di governo.

Giorgio Merlo

Chiusura Pininfarina Engineering, solidarietà dalla Buona Destra

Il Comitato per la Buona Destra di Torino esprime massima solidarietà ai 135 lavoratori coinvolti nella cessata attività della Pininfarina Engineering, la cui messa in liquidazione, per cessata attività, è stata confermata questa mattina dai vertici aziendali.

Associandoci alle proposte sindacali, rivolgiamo un appello alla società Mahindra, titolare del marchio, affinché i 135 esuberi, molti dei quali rappresentati da figure di elevatissimo profilo di specializzazione, possano essere trasferiti presso lo stabilimento della casa madre di Cambiano (TO), e di accedere a tutte le misure di ammortizzamento sociale a disposizione, atti ad evitare il licenziamento dei lavoratori.

In una situazione nazionale e globale di profonda crisi economica, ci appelliamo anche alle istituzioni regionali e cittadine affinché un’azienda, che rappresenta un vanto storico del tessuto imprenditoriale Torinese, possa essere tutelata salvaguardando al contempo la situazione occupazionale in essere.

Il Comitato per la Buona Destra di Torino si offre come supporto alle forze sindacali per l’accesso alle forme di ammortizzazione sociale disponibili per tutti i 135 dipendenti coinvolti al fine di facilitarne una nuova ricollocazione nel tessuto sociale ed economico della città.

Comitato per la Buona Destra di Torino

Le opposizioni in Regione: “Cirio smetta di dare le colpe ad altri“

“Covid-Piemonte:  si usi ogni istante del lockdown per fermare questa tragedia”

“Abbiamo ascoltato su Sky il Presidente Cirio in stato di confusione: ha detto che nella conferenza stampa del 21 in cui annunciava test rapidi molecolari a tappeto avrebbe letto il comunicato stampa di Federfarma in merito all’accordo sui test, ma il primo comunicato del sindacato dei farmacisti è datato 26 ottobre. Come ha fatto a leggere un testo che non era ancora stato creato? Delle due l’una: o il Presidente è molto stanco o, come al solito, alla domanda di un giornalista che gli chiedeva conto dei suoi annunci ha voluto scaricare la colpa su altri. Se propendiamo per la prima, Presidente Cirio stiamo perdendo fiducia in lei e nelle sue capacità di gestione della nostra regione, e con noi la stanno perdendo centinaia di migliaia di piemontesi. Se propendiamo per la seconda si tratta di una tecnica che ormai conosciamo bene – è il commento dei capigruppo di opposizione in Regione.

“Purtoppo però negli ospedali torinesi siamo nella stessa situazione di marzo, forse peggio – proseguono Gallo, Giaccone, Grimaldi, Magliano e Sacco – ieri molti codici rossi in attesa di ricovero non avevano un posto dove stare. Sono donne e uomini in attesa di essere intubati che non trovavano un posto in cui essere curati. Per trovare posto a loro si sono sacrificati posti letto per malati non urgenti, il prossimo passo quale sarà? Per questo motivo i sanitari ormai sono costretti a mettere temporaneamente le barelle nei corridoi e riempire di lettini le chiese degli ospedali. Siamo nel bel mezzo della seconda ondata e la stiamo combattendo quasi a mani nude”

Presidente Cirio, Assessore Icardi: non è tempo di fare polemica. Non lo è per noi, che non passeremo le prossime settimane a ricordarvi tutte le molte cose che avete sbagliato e sottovalutato in questi mesi, e non potete permettervelo voi, che una seconda ondata l’avete negata fino a qualche settimana fa” – concludono i capigruppo di Partito Democratico, Liberi Uguali Verdi, Moderati, Lista Chiamparino per il Piemonte e Movimento 5 Stelle. “I prossimi dieci giorni saranno decisivi per il nostro Paese e – soprattutto – per la nostra Regione: ci aspettiamo di non vedervi né sentirvi più sui giornali e sui telegiornali pronti a scaricare le colpe dei vostri fallimenti a turno su qualcun altro, o a cercare di distogliere l’attenzione dei cittadini puntandola sul falso problema dell’appartenenza o meno alla zona rossa. Ci aspettiamo che utilizziate i prossimi 10 giorni per fare uscire dall’emergenza il Piemonte. Ci aspettiamo che facciate tesoro dei vostri errori e che siate in grado di evitare al Piemonte un fine anno in lockdown”.

L’intervista / Fornaro: “Il vero nemico è il virus”

“La situazione del Piemonte è grave, i nuovi contagi rischiano di portare ad una situazione molto vicino al collasso del sistema sanitario piemontese.

Le immagini che abbiamo visto all’ospedale di Rivoli sono immagini che non avremmo mai voluto vedere. Occorre prendere atto che siamo di fronte ad una seconda ondata straordinaria per intensità e si deve lavorare intensamente per cercare di abbassare in ogni modo la curva e renderla gestibile”. A parlare è Federico Fornaro, capogruppo di Leu alla Camera dei Deputati, profondo conoscitore del Piemonte, avendo vissuto, lavorato e fatto politica a Torino negli anni della giovinezza, e successivamente nella provincia alessandrina, dove è stato anche sindaco di Castelletto d’Orba e consigliere provinciale ad Alessandria. Il deputato alessandrino non nasconde, quindi, la serietà del momento e la gravità delle misure che sono state prese dal Governo nell’ultimo Dpcm. Ma a questo punto non sarebbe auspicabile un maggior dialogo con l’opposizione. “Io l’ho sempre auspicato in tutti questi mesi – dice Fornaro – ma credo che i cittadini abbiano notato, anche nell’ultimo passaggio parlamentare che a differenza sulla Francia, dove le misure restrittive sono passate con un voto a larghissima maggioranza, da noi si è avuto una situazione dove si è parlato di contrapposizione tra Nord e Sud, l’accusa di avere scelto la classificazione sulla base del colore politico. Sono accuse inaccettabili e che si ritorceranno come un boomerang contro coloro che le hanno fatte. I modelli scelti per la classificazione si basavano su quelli stabiliti dalla Conferenza Stato/Regioni e Province Autonome e sui dati che sono stati forniti dalle Regioni stesse”. Però in questi mesi ci sono stati errori e ritardi: “Non nego che ci possono essere stati, a fronte di una situazione eccezionale come quella che stiamo vivendo, a tutti i livelli, errori, ritardi o responsabilità, ed è evidente che si sono settori economici che stanno pagando questa situazione più di altri, il Governo ne ha la consapevolezza, ha messo mano a due decreti. Adesso quello che occorre è di evitare di fare come i polli di Renzo, bisogna avere ben chiaro che il nemico da combattere è uno e si chiama Covid-19”. Infine sui vaccini, Fornaro sottolinea che “le ultime notizie fornite dal Presidente Conte evidenziano la possibilità che vi sia una primissima dotazione di vaccini distribuita in Italia entro fine anno, ma una distribuzione alla popolazione non sia prima della primavera/estate 2021, che occorrerà organizzare attentamente”.

Massimo Iaretti

Molinari, Lega: “Vergognoso attacco di Laforgia alle Regioni”

“Laforgia se la prende con i presidenti di regione per non ammettere l’incapacità assoluta del governo.

Invece di pensare a mettere mano al titolo V della Costituzione e a fare polemiche con i presidenti tartassati da decisioni folli di questo esecutivo, si chieda, ad esempio, perché il commissario straordinario non ha avviato le gare per potenziare gli ospedali sui piani presentati dalle regioni mesi fa o come mai il governo di cui fa parte non ha saputo spendere i 90 miliardi che abbiamo in cassa per indennizzare le imprese completamente abbandonate al loro destino. L’arrivo di questa seconda ondata di pandemia era previsto da mesi ma nulla è stato fatto per affrontarla nel migliore dei modi. Non sarebbe quindi stato opportuno che il governo avesse assunto infermieri per la medicina territoriale? Al contrario di quanto afferma Laforgia servirebbe maggiore regionalismo e più poteri da parte dei presidenti che conoscono i territori. Non mannaie calate dall’alto che i cittadini non riescono a comprendere”.

Così Riccardo Molinari capogruppo della Lega alla Camera.

Commercio, “Nel dpcm poca chiarezza sugli ambulanti”

L’assessore regionale al Commercio Vittoria Poggio ha inviato  una nota alla Presidenza del Consiglio di Ministri – al momento senza risposta – attraverso la quale ha chiesto un chiarimento sull’ultimo DPCM che contiene «indicazioni contraddittorie».

La prima parte dell’articolo 3, comma 4, lettera b, infatti, «chiude le attività di vendita non alimentari nei mercati» in contraddizione con l’allegato 23 che invece consente il commercio al dettaglio ambulante anche di fiori, piante, bulbi, semi, fertilizzanti; profumi, cosmetici, saponi, detersivi e detergenti, biancheria, confezioni e calzature per bambini e neonati.

L’assessore ha chiesto nella nota se sulle aree mercatali «è possibile la vendita da parte di tutte le categorie previste dall’allegato 23» o se si debbano ritenere valide le sole categorie alimentari.

«Alla luce della richieste di chiarimento arrivate da Sindaci, operatori economici e amministratori locali – spiega l’assessore al Commercio Poggio – si rende necessario avere quanto prima la nota di chiarimento da parte della Presidenza del Consiglio per informare tutti i soggetti coinvolti affinché possano operare nel rispetto di quanto previsto dal dispositivo».