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Lega Giovani Piemonte: salviamo il commercio locale

Una lettera aperta, indirizzata al Presidente del Consiglio Conte e al Ministro dello Sviluppo economico Patuanelli, ed un lungo elenco di nomi dietro cui ci sono i volti dei 78 amministratori eletti under 35 negli enti locali di Lega Giovani del Piemonte, che guardano al futuro delle loro terre.

“Giovani e preoccupati  – commenta Flavio Gastaldi, Sindaco di Genola e Deputato della Lega Salvini Premier – per il periodo di eccezionale emergenza che sta vivendo il nostro Piemonte, che è una delle regioni più colpite sia sul versante sanitario sia su quello economico. Le misure restrittive decise per contrastare il diffondersi della pandemia, hanno messo in seria difficoltà tante attività produttive e c’è la concreta possibilità che molti negozi, botteghe artigiane, piccole realtà industriali non riaprano e che, di conseguenza, centinaia di migliaia di posti di lavoro scompaiano per sempre”.

“Stiamo parlando – prosegue Matteo Gagliasso, Consigliere regionale del Piemonte – di quelle piccole realtà economiche locali che spesso sono l’anima delle aree rurali, in cui il negozio, la bottega, la locanda può fare la differenza per molte persone che subirebbero l’isolamento e che sono l’unica speranza contro un sicuro spopolamento”.

“Il periodo che si avvicina – conclude Letizia Nicotra, anche lei eletta in Consiglio regionale piemontese – a ridosso del Natale potrebbe vedere i colossi dell’e-commerce fagocitare definitivamente i piccoli esercenti. Siamo consapevoli dell’importanza e dei vantaggi del commercio online ma non vogliamo vedere il tessuto economico locale distrutto, e lavoriamo per sensibilizzare all’acquisto di prodotti locali, contributi a fondo perduto, sgravi fiscali, ma sappiamo che questo non è sufficiente se non esiste la volontà politica di agire a livello nazionale ed europeo”.

La richiesta che avanzano i Giovani della Lega Piemonte firmatari di questo accorato appello è chiara: che il Governo agisca nella direzione di porre adeguate limitazioni allo strapotere dei colossi dell’e-commerce online, nell’interesse dell’economia del territorio e per evitare la chiusura di molti esercizi commerciali, con la conseguente perdita di ricchezza e posti di lavoro.

Radicali in prefettura per salvare il ricercatore dalla pena di morte

A seguito del Flash-mob organizzato dai Radicali Italiani e dall’Associazione Adelaide Aglietta di Torino per fermare l’esecuzione del ricercatore iraniano Ahmadreza Djalali, una delegazione composta da radicali, Amnesty International e Giampiero Leo, è stata ricevuta presso la Prefettura di Torino, dal Capo di Gabinetto, Alessandra Lazzari.

Igor Boni, presidente nazionale di radicali Italiani, e Patrizia De Grazia, coordinatrice dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, dichiarano: “Siamo grati al Prefetto e alla Dottoressa Lazzari per questo incontro. Djalali si trova in carcere da 4 anni, con una ridicola accusa di “spionaggio”, confermata da lui stesso dopo essere stato ripetutamente sottoposto a tortura e trattamenti disumani per estorcergli confessioni false e forzate. Adesso attende di essere ucciso da quel regime, l’Iran, che utilizza la pena di morte come arma contro prigionieri politici, manifestanti e oppositori. L’esecuzione potrebbe avvenire tra qualche ora, nel silenzio totale, assordante e inaccettabile del nostro Governo. Ahmadreza Djalali lavorava qui, lavorava in Piemonte, a Novara, in Italia. Proprio per questo il nostro Governo, il nostro Ministro degli Affari Esteri, dev9no mobilitarsi immediatamente. Se morirà, le inutili dichiarazioni postume di indignazione e orrore non avranno alcun valore. Il Governo Italiano deve immediatamente attivarsi affinché questa condanna a morte non venga eseguita. Chiediamo che l’ambasciatore Iraniano venga convocato e che le pressioni sull’ambasciata iraniana in Italia si facciano pesanti dal punto di vista istituzionale e diplomatico.
Chiediamo inoltre che il consiglio Regionale provveda alle nomine dei membri del nuovo Comitato per i Diritti Umani della Regione Piemonte. Il bando è stato organizzato tardivamente, adesso sono mesi che attendiamo che questo importantissimo organo si ricostituisca per iniziare a lavorare sui diritti umani, civili e politici e su repressioni che la pandemia di Coronavirus non ha fatto altro che aumentare”.

“Il Centrosinistra torinese? Ha candidati all’altezza”

Caro direttore, condivido molte considerazioni del Prof. Quaglieni nell’articolo apparso sul “Torinese (“Sindaco cercasi”) tranne quella che i candidati del centro sinistra alla carica di sindaco di Torino emersi finora non siano all’altezza.

Hanno esperienza politica e amministrativa e consolidata posizione professionale. Ho grandissima stima per Salizzoni, umana e professionale. Ritengo che il suo contributo al miglioramento della sanità come Vice Presidente del Consiglio Regionale  del Piemonte sia molto più importante di una candidatura a sindaco che, in questa circostanza, saprebbe molto di ripiego per uscire dall’impasse.

Giorgio Ardito

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L’articolo del prof. Quaglieni sul “Torinese”:

Sindaco cercasi

Volt digiuna per legalizzare la cannabis terapeutica

 Sulla pagina Facebook di Volt Torino tutte le informazioni circa il Partito, i suoi candidati e le prossime iniziative programmate.

A partire dal 30 novembre, per una settimana, 6 volters torinesi digiuneranno a turno per sensibilizzare le istituzioni circa le importanti implicazioni della piena legalizzazione della Cannabis. 

Riceviamo e pubblichiamo / Volt ha deciso di aderire allo sciopero della fame organizzato da Meglio Legale e Fuori luogo: uno sciopero a staffetta per sostenere la legalizzazione della cannabis ad uso terapeutico.

 Anche Volt chiede alle Istituzioni di “aggiornare le decisioni sulla cannabis. Aggiornarle sulla base degli sviluppi politico-scientifici in corso in tutto il mondo e intonarle al buon senso di chi cerca di vivere liberamente scelte individuali, terapeutiche o professionali.”

 Potrete seguire il digiuno dei Volters e le motivazioni per questo sciopero sulla nostra pagina Facebook:

lunedì 30 novembre: Ricardo Regis (link al profilo Facebook)

martedì 01 dicembre: Claudia Ciuraru (link al profilo Facebook)

mercoledì 02 dicembre: Eleonora De Salvo (link al profilo Facebook)

giovedì 03 dicembre: Gaia Russo (link al profilo Facebook)

venerdì 4 dicembre: Teresa Sari (link al profilo Facebook)

sabato 5 dicembre: Stefano Calderan (link al profilo Facebook)

Mpp a difesa di Pininfarina Engineering

Il settore dell’automotive ha caratterizzato lo sviluppo di Torino e del Piemonte intero nel corso del XX secolo e la pur necessaria ricerca di nuovi settori di sviluppo del territorio non può permettere a Torino e al Piemonte di prescindere dall’industria automobilistica.

La crisi economica derivante dalla pandemia da coronavirus è la più grande sfida che ci troviamo ad affrontare dal dopoguerra e come ogni altro settore della produzione industriale l’automotivesta attraversando un momento estremamente delicato.

Pininfarina engineering , a seguito della perdita di alcune commesse ha annunciato la chiusura ed il licenziamento di oltre 130 dipendenti notevolmente qualificati dietro ai quali, è bene ricordarlo, ci sono altrettante famiglie.

Le proposte avanzate dalla proprietà indiana, che peraltro si è rifiutata di chiedere il ricorso agli ammortizzatori sociali, sono insufficienti; a quanto si apprende è stata avanzata la proposta – verbale e non scritta- della riassunzione con nuovo contratto di soli 60 dipendenti ed un contributo di 6mila euro per accettare il licenziamento.

Come Movimento Progetto Piemonte auspichiamo che le Istituzioni del Territorio- Comune, Città Metropolitana e Regione-convochino le parti e le associazioni di categoria per trovare una soluzione diversa dalla chiusura di un’importante presidio dell’automotive piemontese e per difendere un settore industriale già notevolmente depotenziato negli ultimi anni.

 

Massimo Iaretti – consigliere comunale – Presidente MPP

Gigi Cabrino – consigliere comunale aderente a MPP

Ospedali Ivrea e Cuorgnè, Costanzo (M5S): “Agire in fretta”

E’ dodici anni che si discute dove creare il nuovo ospedale del Canavese adesso che i soldi ci sono ed è stata individuata anche l’area, in base ad uno studio del Politecnico, che facciamo? Semplice, distruggiamo tutto e in piena pandemia perdiamo anche tempo.

E’ aberrante assistere a questo tira e molla, soprattutto perchè c’è in ballo la salute delle persone e anche quella degli operatori che restano vittime degli arrivismi politici.
Concordo e mi associo alla voce dei 46 sindaci dell’area omogenea del Canavese occidentale che, insieme ai colleghi della Valchiusella, con una lettera all’assessore regionale Luigi Icardi e al commissario dell’Asl To4, chiedono al più presto la riapertura dell’ospedale di Cuorgnè (oggi covid hospital). La capillarità della medicina territoriale oggi può fare la differenza nel contrastare il contagio. Così in una nota la deputata torinese Jessica Costanzo

Verdi-Europa Verde: “Sanità, situazione critica in Piemonte”

La situazione negli ospedali in Piemonte resta una delle più critiche d’Italia, con oltre il 94% di saturazione dei posti letto ordinari e con oltre il 50% delle terapie intensive occupate.

Ci sembra paradossale ciò che è stato messo in luce dalla trasmissione televisiva Report, secondo la quale negli ospedali torinesi ci sono aree attrezzate per accogliere i pazienti, ma vuote a causa di una grave carenza di personale.

Infatti i bandi per il reclutamento di personale a 12 e 36 mesi sono stati predisposti a novembre, ad emergenza ormai inoltrata.
Inoltre in alcuni reparti il personale sanitario non è stato attrezzato di mascherine FFP2, con la conseguenza di oltre 1000 nuovi infetti fra medici, infermieri ed oss.

Alla luce di questi dati noi Verdi-Europa Verde Piemonte, riteniamo che ci siano state delle evidenti falle nel sistema piemontese di prevenzione , ci aspettiamo un atto di responsabilità dal Commissario straordinario Zulian e dall’assessore Regionale alla sanità Icardi, crediamo che le dimissioni sarebbero un atto opportuno.
Ci aspettiamo inoltre interventi urgenti per mettere in sicurezza le ‘zone grigie’ che ospitano i pazienti in attesa di tampone, affinché non si trasformino in luoghi di contagio.

Così in una nota dichiarano i Portavoce Regionali dei Verdi-Europa Verde Piemonte Tiziana Mossa e Alessandro Pizzi.

Dopo il forfait di Saracco la palla passa al Pd

Una cosa è certa: il centrosinistra a Torino non si può permettere di perdere un’altra volta…

Torino, una roccaforte della sinistra rischia di diventare la Vandea del PD. Dipendera’ anche, se non soprattutto, dalla scelta del candidato a Sindaco. Ed è brutto segno il forfait del Rettore Saracco. Strano,  ha fatto il diavolo a quattro per essere candidato. Proprio ora che sembrava in pol position butta all’ortica i vari appoggi altolocati che aveva. Prima di tutto Sergio Chiamoarino, anche Anna Rossomando non aveva fatto mancare il suo sostegno con la Pentenero che addirittura aveva annunciato il suo appoggio in una conferenza stampa appositamente convocata. Che è successo?
Probabilmente non si fidava più. Forse non si è mai fidato e stava solo aspettando l’evolversi degli eventi. Altra cosa, sono decisamente timide le liste (cosiddette) civiche e contrario il corpaccione del PD.  Un partito diviso in mille ricoli e con diversi candidati. In qualche modo una vittoria di Mimmo Carretta e , diciamo così, non contraddetta dal segretario regionale il giovane filosofo Furia da Biella. Un professore con un avvenire davanti a sé appunto come Filosofo e professore. Ottengono un risultato:  primarie o non primarie, è il PD torinese che decide. In che modo? Si vedrà.
Sembrerebbe che Mauro Salizzoni stia diventando l’ultima spiaggia. E se non dovesse accettare? Vero che mesi fa aveva dato la sua disponibilità. Ma come dimostra il Professore Saracco tra il dire ed il fare c’è di mezzo ….il Po. Ammettiamo  che ci stia. Certamente con buone possibilità di essere vincente, ma le tensioni nel centro sinistra si sposteranno su come si formerà  la squadra di governo. In altre parole come verranno divisi i vari assessorati . Manuale Cencelli? Lottizzazione? Chiamatela come volete. Mi limito nel sottolineare che qualcosa è successo e sta succedendo. Intanto i candidati per le primarie non mollano. “Noi vogliamo le primarie e le primarie si devono fare coronavirus o non coronavirus”. Ed ora sento profumo dell’usato ma decisamente garantito Sergio Chiamparino. Anche qui nulla è detto di definitivo. Tutto rimane in movimento.
Conclusione: dialettica democratica o confusione? Personalmente propenderei per la seconda opzione. Ma si sa, sono il solito pessimista. Con la certezza che non ci sono più i partiti di una volta. Pazienza,  ma qualcuno il Sindaco a Torino lo deve pur fare.
Non vedo altro modo di scelta che quello di votarlo.

Patrizio Tosetto

Comunali, Saracco dice no e Boni conferma il sì

ELEZIONI 2021 TORINO: DOPO IL NO DI SARACCO BONI CONFERMA PROPRIA INTENZIONE DI ANDARE AVANTI
 “Entro il 30 novembre, congelamento o meno, consegnerò alla coalizione il mio programma per Torino. Le mie parole chiave sono ALLEANZA e FARE SQUADRA”
Commenta Boni Igor Boni: “L’annuncio del Rettore del Politecnico conferma che lo strumento che ci eravamo dati e sul quale eravamo TUTTI d’accordo, le primarie, è l’unico strumento credibile per costruire la Torino del futuro. Entro il 30 novembre, congelamento o meno delle consultazioni, consegnerò il mio programma per Torino come candidato alle primarie del Centrosinistra. Come da regolamento. Io credo che dovremmo smettere di parlare di questo e confrontarci serenamente e, se serve, duramente, su come far uscire la Città dalla più grave crisi economica e sociale del dopoguerra. Perché di questo dobbiamo parlare. Sono convinto che la prima parola chiave debba essere ALLEANZA: alleanza tra Torino e le grandi città dell’area metropolitana; Alleanza con Milano; alleanza con l’Europa; alleanza tra livelli istituzionali differenti al di là del colore politico; alleanza tra centro e periferie.
Ai Torinesi dobbiamo dire la verità senza paura. Dobbiamo guardarli in faccia e avere il coraggio di cambiare rotta, dopo anni di chiusura e di ‘no’ e dopo che le forze populiste hanno costruito il proprio consenso su menzogne, su illusioni, sulla continua ricerca di nemici. Ne usciremo insieme, facendo squadra, senza delegare tutto a chi governa, a chi farà il Sindaco, alla Giunta, ma con la responsabilità di ognuno di fare la propria parte”.

Interpellanza di Petrarulo sugli arretrati dell’anagrafe

Era di fine giugno la notizia degli arretrati accumulati dagli Uffici anagrafici pari ad un totale di circa 300mila documenti complice, senza dubbio, la chiusura causa Covid, di molte sedi anagrafiche decentrate.

Con un’interpellanza presentata a fine giugno, il Capogruppo della Lista Civica Sicurezza e Legalità Raffaele Petrarulo aveva già sollevato questa problematica, nello specifico per le anagrafi della Circoscrizione 6, senza ricevere risposte confortanti. Poiché la riapertura delle anagrafi decentrate sta andando molto a rilento, causando non pochi problemi a coloro che devono usufruire di tali servizi, e di esse probabilmente alcune non verranno mai più riaperte, Petrarulo ha presentato un’altra interpellanza per sapere “quale sia la situazione attuale in merito alle pratiche arretrate, quali siano le intenzioni dell’Amministrazione viste le numerose sedi decentrate ancora chiuse o solo parzialmente aperte e se nel programma di riapertura delle sedi decentrate si pensi di tenere in considerazione anche la grandezza dei territori delle varie Circoscrizioni e la necessità di non creare disagio ai cittadini, soprattutto anziani, che devono recarsi presso gli uffici  comunale per tali pratiche”.