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“Damilano porta aria nuova in politica”

La candidatura civica di Paolo Damilano è un atout importante per portare aria nuova nella politica torinese.

La sua candidatura è da salutare come l’occasione a lungo attesa per metterci alle spalle schemi vecchi e polverosi, liturgie di partito che trasmettono agli elettori l’immagine di un centrodestra ossificato. Comprendiamo le ragioni che hanno spinto Damilano a compiere questo passo, sono le stesse che hanno mosso altri imprenditori a fare un passo avanti e impegnarsi in politica in prima persona.

Damilano conosce Torino come imprenditore, la vive come ogni cittadino, la ama come ogni torinese. Il valore della sua candidatura è una risorsa preziosa per tutto il mondo liberale, moderato e riformista: è soprattutto un dono che si fa a una città operosa e desiderosa di mettersi alle spalle i cinque anni terribili della giunta grillina.

 Daniela Ruffino, Andrea Tragaioli, Osvaldo Napoli e Alessandro Iocola, esponenti di Forza Italia

(nella foto piccola Daniela Ruffino, in alto Paolo Damilano)

Damilano scende in campo: si candida a sindaco per il centrodestra

L’imprenditore Paolo Damilano dopo avere nicchiato per qualche mese si è deciso e ha annunciato la propria candidatura a sindaco di Torino per la coalizione del  centrodestra “per mettermi al servizio diella città con un progetto civico e con una squadra  aperta a chi crede nel futuro e nel cambiamento”

L’industriale opera  nel  settore cibo (è proprietario del pastificio DeFilippis e del Caffè Zucca)  nel vino e nelle acque minerali. In passato era stato responsabile di Film Commission.

E’ stato scelto in particolare dalla Lega: nei giorni scorsi aveva incontrato il segretario del Carroccio Matteo Salvini.

Nelle altre forze politiche della coalizione c’è però qualche perplessità. Forza Italia aveva proposto Claudia Porchietto, che potrebbe correre in tandem con Damilano per un ticket elettorale.

Alluvione, Fi: “Soddisfatti per l’impegno della Regione”

“Siamo estremamente soddisfatti per l’impegno assunto dalla Giunta regionale e dal presidente Alberto Cirio di presentare attraverso la Conferenza Stato-Regioni un emendamento alla prossima legge di bilancio che recepisca l’ordine del giorno che avevamo presentato come Forza Italia, e visto approvare dal Consiglio regionale, per venire incontro ai danni subiti dai piemontesi nei giorni del 2/3 ottobre, quando una violenta ondata di maltempo si abbatté sulla nostra regione. L’emendamento raccoglie la nostra richiesta al Governo di allargare l’ecobonus anche ai danneggiati di questa ondata di maltempo vista la straordinarietà dell’evento, il quale ha determinato una grave situazione di pericolo per l’incolumità delle persone, causando l’isolamento di diverse località, l’evacuazione di famiglie dalle loro abitazioni. L’alluvione ha poi provocato movimenti franosi, allagamenti, danneggiamenti alle infrastrutture viarie, alla rete irrigua a servizio dell’agricoltura e ad beni pubblici e privati. E’ chiaro che ora la palla passerà al Governo per l’inserimento definitivo in legge. Lanciamo però un appello affinché tutte le forze politiche lavorino in questa direzione, anche perché è evidente che se già normalmente è difficile riprendersi da eventi di questa natura, è altrettanto chiaro che con la pandemia che è arrivata solo poche settimane dopo l’alluvione, la situazione per i danneggiati è diventata ancora più grave”. Ad affermarlo in una nota il vicepresidente del Consiglio Regionale Franco Graglia, il presidente della Commissione Bilancio Carlo Riva Vercellotti, primi firmatari dell’ordine del giorno che è stato recepito dall’emendamento presentato dalla Giunta Regionale alla nuova legge di bilancio su cui sta lavorando il Governo, e il capogruppo di Forza Italia Paolo Ruzzola, e con il suo vice Alessandra Biletta.

Pulizie e sanificazione, Costanzo (M5S): “Più attenzione per i lavoratori”

“Abbiamo discusso in Commissione Lavoro il mio question-time al Governo sul mancato rinnovo del contratto collettivo multiservizi, scaduto da sette anni e mezzo e, più in generale, sulle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici dei servizi in appalto di pulizia e sanificazione. Si tratta di lavoratori di serie B, perchè nonostante si espongano anche a rischi di contagio, a loro è negato uno stipendio dignitoso e si ritrovano con stipendi bloccati da sette anni che oscillano tra i 450  e i 750 euro mensili.
In alcuni casi, come per gli addetti alle pulizie presso il Tribunale di Vicenza, attendono ancora gli arretrati dalla ditta appaltante. Si tratta di lavoratori e lavoratrici che prestano la loro opera in ospedali, Rsa, uffici pubblici, scuole, tribunali, ma che si trovano ad operare in questi luoghi in condizioni estreme, privi di Dpi (Dispositivi di protezione individuale), con disinfettanti ed igienizzanti di bassa qualità e senza un’adeguata formazione specifica in materia di sanificazione. Dato che il loro è considerato un servizio essenziale, all’apice del paradosso non possono neppure interromperlo per far sentire il loro grido d’aiuto, anzi rischiano una denuncia per interruzione di pubblico servizio”. Così in una nota la deputata della Commissione Lavoro Jessica COSTANZO (M5S).
“Questi lavoratori – continua Costanzo – sono difficilmente inquadrabili in una sola categoria, perché lavorano per una moltitudine di imprese multiservizi e sono assunti da: grandi società per azioni, associazioni temporanee di impresa, cooperative. Gli appalti durano anche solo un anno e ad ogni cambio di appalto manca per loro la certezza della riassunzione. Certo, come mi è stato risposto, il Governo non ha competenza diretta nelle procedure di rinnovo dei contratti collettivi, ma ritengo che proprio il nodo dei mancati rinnovi sia centrale per tantissime categorie di lavoratori in condizioni economiche difficili. Ho riconosciuto al Governo – continua Costanzo – il grande sforzo compiuto in legge di bilancio per i lavoratori e le lavoratrici in part-time ciclico verticale;  penso soprattutto alle lavoratrici delle mense scolastiche che, dal prossimo gennaio, si vedranno riconosciuti ai fini contributivi i mesi di sospensione estiva. Fino ad oggi, invece, non solo non ricevevano alcun stipendio durante la sospensione delle attività didattiche ma, ogni quattro anni ne perdevano uno per andare in pensione. Ora – conclude Costanzo – occorre compiere un altro passo, e cioè il riconoscimento agli stessi lavoratori di un’indennità  per i mesi di giugno e luglio 2020, in cui le scuole  e questi servizi erano chiusi per il lockdown. Non essendo titolari di altro rapporto di lavoro, hanno potuto fruire unicamente di un ammortizzatore sociale, Fis, d’importo irrisorio. Grazie alla presidente della commissione lavoro al Senato Susy Matrisciano abbiamo presentato un emendamento per il riconoscimento di un’indennità da 600 euro per entrambe le mensilità che speriamo fortemente venga preso in considerazione dal governo e dall’Inps per dare una boccata di ossigeno a migliaia di lavoratori e alle loro famiglie”.

Partiti allo sbando in vista delle Comunali

Ammetto che ultimamente il Berlusca mi è simpatico. Vuole aiutare il governo a “sfangarla” e vede bene la Porchietto candidata  a Sindaco per Torino.

Certamente mi attiro le critiche dei soliti malpancisti di sinistra: “Patrizio, straparli”.  Impossibile che Berlusca possa essere simpatico e poi se fa questo è perché vuole il suo tornaconto. Dunque? Quale sarebbe l’ignominia a tal proposito? Una cosa è certa : non sopporta più Meloni e Salvini. Salvini e Meloni che, ultimamente, tanto d’accordo non vanno. Del resto si sa che più galli nello stesso pollaio fanno solo confusione. L’imprenditore Damilano rasserena tutti . Ci sta, ci sta , ma dopo l’uscita del Cavaliere anche lui, come del resto, il Rettore Saracco, ha paura del fuoco amico. Chi non ha paura del fuoco amico è il navigato Chiampa.  Dopo Saracco candida ‘ amico di sempre, il professore e sottosegretario Andrea Giorgis. Direi ottima candidatura e soprattutto persona competente. Ma francamente non ce lo vedo a lasciare il governo ed il Ministero della Giustizia a un Bonafede disastroso, ed oggi silente, Ministro. E poi, diciamocela tutta: non è la proposta del PD romano. Appunto, è la proposta del Chiampa. Autorevolissima ma pur sempre la proposta di un singolo. Oramai tutto è possibile. Il pd non è più un ologramma. Si è evaporato. Nel mentre  ci sono anche i sondaggi di una virtuale consultazione tra la Porchietto e Lorusso in vantaggio di 17 punti. Sospese le primarie e Lavolta non ci sta e raccoglie , in solitaria le firme del “fai da te le primarie”. Mauro Salizzoni, almeno in questa fase, mi sembra ai margini. Ammesso e non concesso che sia interessato. Su una cosa i torinesi sono  unanimemente  concordi: Chiara Appendino non la vogliono più vedere manco in cartolina. Con una scia di drammatiche possibilità: elezioni amministrative rimandate ad ottobre. Non so se Torino reggerà a questa  sconcertante evenienza.
Patrizio Tosetto

Le opposizioni in Regione: “Per evitare la terza ondata cabina di regia. Screening e tracciamento unica strada”

“Non siamo efficienti come la Corea e non siamo piccoli come l’Alto Adige, siamo in grado di fare un monitoraggio di tutta la popolazione? È la prima e più gettonata obiezione che ci è stata fatta in queste ore dopo che la nostra proposta ha incontrato anche il parere positivo, almeno a parole, della Giunta regionale” – dichiarano i Capigruppo di PD, 5Stelle, Luv, Moderati e Lista Monviso in merito allo screening di massa in Piemonte.

“Siamo consapevoli delle difficoltà, sappiamo ad esempio che in questa situazione persino delle eventuali elezioni sarebbero a rischio, però in tempi straordinari occorrono soluzioni straordinarie pertanto un minuto dopo che l’Odg sarà approvato ci metteremo a disposizione della Giunta regionale e chiediamo che venga convocata una cabina di regia inclusiva anche Sindaci, Prefetti, MMG, farmacisti e sindacati, per rispondere alla domanda: il Piemonte è in grado di organizzare uno screening di massa?”.

“Lo screening non dovrà essere un passaporto per le vacanze e nell’organizzarlo si dovranno rispettare tutte le norme sanitarie previste per ridurre al massimo il rischio contagio, per questo – proseguono Gallo, Sacco, Grimaldi, Magliano e Giaccone – la nostra proposta sottintende anche un cambio radicale nell’agire di questa Giunta. Per lavorare in maniera diversa da come il Piemonte ha fatto finora occorre responsabilizzare i maggiormente i Sindaci e le comunità piemontesi, insieme a loro dovremo trovare una soluzione. Ci interessa semplicemente non vedere gli stessi errori della seconda ondata, vorremmo vedere un tracciamento completo dei focolai e dei casi positivi”.

“Abbiamo preso in considerazioni altri modelli come il monitoraggio totale degli spostamenti, delle categorie a rischio, di lavoratori specifici in settori essenziali, e settori strategici come la scuola ma – concludono i Capigruppo di opposizione – abbiamo visto che agli annunci in questi mesi non ci sono state risposte concrete e permanenti. Per questo vorremmo prima esplorare un modello nuovo”.

“La Piazza” appoggia le proteste contro la Giunta Cirio

Quali criteri possono giustificare la scelta di mantenere chiuse le classi di seconda e terza media in Regione Piemonte, nonostante il passaggio in zona arancione?

Gli studenti delle medie sono gli unici che in grande maggioranza possono andare alla loro scuola di zona senza bisogno di essere accompagnati né di prendere un mezzo pubblico.

Sembrerebbe però che gli epidemiologi del presidente Cirio applichino teorie diverse da quelle del presidente Conte.

O più probabilmente non c’entrano gli epidemiologi: le scuole non generano PIL e quindi possono aspettare.

Lista civica “la Piazza”

Allasia chiede che venga fermata l’esecuzione di Ahmadreza Djalali

L’appello del presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia

“Chiedo che venga sospesa la pena capitale del ricercatore irano-svedese in Medicina dei disastri Ahmadreza Djalali – afferma Allasia – e che si disponga il suo rilascio. Nessuna ragione di Stato giustifica l’uccisione di un uomo. Sono rimaste solo poche ore per bloccare l’esecuzione di Djalali, non possiamo permettere che un uomo venga giustiziato senza la possibilità di un giusto processo. Mi appello al governo iraniano affinché fermi la condanna a morte e chiedo agli Stati della comunità internazionale di intervenire attraverso le loro ambasciate a Teheran”.

Il Consiglio, con la costituzione del Comitato diritti umani, ha voluto promuoverne la salvaguardia e operare a fianco delle associazioni che si riconoscono nei principi di solidarietà internazionale e che si occupano della salvaguardia di tali basilari diritti.

Secondo quanto riportato ad Amnesty International da Vida, il ricercatore, che ha lavorato anche all’Università del Piemonte Orientale di Novara, è stato trasferito in isolamento nella prigione di Raja’i Shahr a Karaj e sarà presto eseguita la sentenza capitale a cui è stato condannato.

Ahmadreza Djalali è stato condannato in via definitiva a morte da un tribunale iraniano con l’accusa di “spionaggio”.

Locatelli (Prc-Se): “Finiamola con le ipocrisie e la corsa folle ai consumi”

“Prima viene il diritto alla salute e al reddito”

Di questo passo non occorre essere dei grandi esperti per dire del rischio altissimo di una terza ondata di contagio da coronavirus. Come se non bastasse, dopo un lockdown di facciata, tutto ordinato intorno ai comportamenti individuali e al ruolo irrinunciabile delle attività produttive, si è dato la stura ai consumi natalizio che ieri ha portato le folle nel centro di Torino. Altro che distanziamento sociale. Per molti aspetti è peggio che nel periodo estivo. Tutto deve soggiacere ai meccanismi della produzione e del consumo, indipendentemente dai rischi per la salute. Non si fermano le produzioni degli F35 a Novara, non una delle fabbriche toccate dal contagio sospende le attività, si inneggia alla ripresa dei lavori nei cantieri della Torino Lione. Come se non bastasse il presidente Cirio vorrebbe anche l’apertura delle piste da sci. In compenso le scuole per tante, troppe inadempienze in tema di trasporti, scaglionamento orari, aule, dotazione di insegnanti, coperture sanitarie rimangono chiuse. La scuola, ultima ruota del carro, una vera e propria vergogna degna di un paese incivile! Appellarsi alla mera responsabilità delle persone, nel contesto di una serie di inadempienze istituzionali, come fanno in queste ore Cirio, l’assessore regionale Icardi e altri ancora è pura ipocrisia. Così non va. Alla logica del profitto al primo posto contrapponiamo il primato del diritto alla salute, la qual cosa comporta l’interruzione di tutte le attività non essenziali e al contempo l’adozione di adeguate misure di garanzia del reddito per tutti. Nessuna disponibilità da parte nostra a subire una situazione incresciosa che sta precludendo la possibilità di uscire da una situazione di grave rischio sanitario.

 Ezio Locatelli segretario provinciale Rifondazione Comunista Torino

Politica, competenza e classe dirigente: il nuovo saggio di Giorgio Merlo

La Fondazione Giovanni Goria e la Fondazione Carlo Donat-Cattin promuovono l’incontro: Politica, competenza e classe dirigente: il nuovo saggio di Giorgio Merlo

Mercoledì 2 dicembre 2020 alle ore 17
in diretta sulla piattaforma Fb della Fondazione Giovanni Goria


Intervengono:

David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo

Sergio Chiamparino, Consigliere Reg. Pd già sindaco di Torino e presidente della Regione Piemonte

Riccardo Molinari, Presidente del gruppo parlamentare della Lega alla Camera

Gianna Martinengo, Imprenditrice e docente – Panel Stoa Parlamento Europeo

Padre Francesco Occhetta, gesuita e politologo

Modera:

Giuseppe Novero, giornalista

Saluti:

Marco Goria, Presidente della Fondazione Giovanni Goria

Carlo Cerrato, Segretario generale della Fondazione Giovanni Goria
Gianfranco Morgando, direttore della Fondazione Carlo Donat-Cattin

 

La politica, la competenza e la classe dirigente. Un confronto partendo dal saggio di Giorgio Merlo edito da Marcianum che reca proprio questo titolo e che muove una severa critica alla politica del presente. Le tre parole presenti nel titolo sono strettamente intrecciate tra di loro e sono, di fatto, indissolubili. Se la politica e i politici, e quindi anche i partiti, oggi vogliono recuperare credibilità tra i cittadini e autorevolezza nella pubblica opinione, non possono non porsi il tema della qualità della classe dirigente e, nello specifico, anche della sua competenza. Una richiesta che è divampata dopo l’emergenza sanitaria che ci ha colpiti ma che richiede, al contempo, risposte chiare e non più evasive, e cioè la capacità di saper indicare una prospettiva e perseguire un progetto politico senza appaltare il tutto all’improvvisazione, alla casualità e all’inesperienza indicati come elementi di netta discontinuità e di rottura rispetto al passato.