Questo il fac simile della scheda delle prossime elezioni comunali di ottobre: 13 candidati sindaci e 30 liste
Il professore Marco Revelli proprio non ci sta e lancia i suoi strali contro la cosiddetta deriva autoritaria rappresentata da Mario Draghi.
Professore molto bravo, indubbiamente, ma rappresentante di quella gruppetteria di estrema sinistra che non ha digerito la de industrializzazione del nostro paese e di Torino. Ma non è l unico, si intende. Lo stesso filosofo Massimo Cacciari da alcuni mesi parla di deriva autoritaria prodotta dal covid.
Mario Draghi avrebbe espropriati ruolo e funzioni del parlamento e dei partiti. Ammesso e non concesso che ci sia un fondamento di verità, ribalterei il concetto.
Mario Draghi è arrivato perché parlamento e partiti da decenni, troppi decenni, non avevano ruolo e funzione perché non funzionavano. La democrazia si nutre di rappresentanza, indubbiamente. Ma anche di competenze e dunque di capacità di risolvere i problemi. E qui la classe politica difetta moltissimo. A Torino chi non si fa prendere in contropiede è la Giorgina Meloni. Convocati in città tutti i suoi dal Piemonte. Lei non voleva fare la fine di Matteuccio Salvini che ha fatto una magra figura. Lui abituato alle folle oceaniche mastica amaro. E oramai, anche per lui è chiaro il fatto che ci sono 2 o 3 Leghe diverse . Ci sono fascisti ed antifascisti. E non basta. Ora anche il suo adetto stampa, pardon il suo ex addetto stampa pare inguaiato con la giustizia per presunte questioni di spaccio di droga. E non finisce qui. Ci sono no vax e ci sono sì vax. Chi non vuole mischiarsi con i Pride è il candidato di centro destra Damilano. La vita va così, in Svizzera voto favorevole al referendum: il matrimonio tra lo stesso sesso sarà permesso. E Lo Russo è certo : sono ad un passo da Damilano. Scusate la cacofonia. Sicura è una cosa : se la destra a Torino non vince ora butta via la chiave per decenni. E’ pure arrivato il Ministro Giorgetti. I bene informati sostengono che è Giorgetti il vero Vate di Damilano. Ha anche un altro importante supporter: il fratello. Attivo nelle aziende di famiglia ma anche grande tessitore di rapporti in Italia e non solo. Diciamocelo , continua ad essere lui il favorito per la poltrona di Sindaco. E ci sono I miei ” amiconi ” comunisti. Va beh, le solite sette o otto sigle . E che sarà mai…..
Qui si sprecano le adesioni. Persino Ken Loach non ha dubbi: se votasse a Torino voterebbe il Prof D’Orsi. Bontà sua. E io sono, come al solito, molto curioso di come andrà a finire. Manca poco. Solo un po’ di pazienza… e che diamine. Anche se , mi sa, tanto fumo e poco arrosto. Anzi , direi tanto rumore per nulla. Ed anche qui per la creatività c’è posto.
Potere al Popolo. Rifondazione Comunista, Pci, PC d’Italia. Mancano solo i trozkisti. Ma no scusate … ci sono anche loro. Sinistra anticapitalista. E ho detto tutto. Tanto rumore per nulla. E poi tanta confusione Troppa confuzione. Per tutto questo io continuo nel preferire Mario Draghi. Non mi sembra un golpista. Viceversa la sua pacatezza è garanzia per l’Italia e l’Italia sa dare garanzie all’estero. In particolare in Europa. Stavolta, caro Marco Revelli ti sei sbagliato. Ti sei proprio sbagliato. Capita. Non è una tragedia. Sbagliare è umano. Perseverare è diabolico. E noi torinesi non ci possiamo permettere simili diavolerie.
Patrizio Tosetto
“Insieme” per le Elezioni Amministrative 2021
Riceviamo e pubblichiamo i comunicati stampa e i taccuini elettorali delle forze politiche, delle liste e dei candidati alle elezioni comunali: scrivere a redazioneweb@iltorinese.it
INSIEME non partecipa alle elezioni amministrative di ottobre nelle grandi città.
Salvini in Barriera di Milano a Torino
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Mercoledì 29 settembre Matteo Salvini e Riccardo Molinari alle ore 18 a Torino e alle ore 21 a Novara a sostegno dei candidati sindaco Damilano e Canelli
Mercoledì 29 settembre alle ore 18 il Segretario Federale della Lega, sen. Matteo Salvini, accompagnato dall’on. Riccardo Molinari, Presidente dei Deputati della Lega in Parlamento, e Segretario della Lega Piemonte, ritorna a Torino per un incontro con i cittadini in Barriera (Corso Palermo, angolo via Sesia) per chiedere un voto per la Lega alle prossime elezioni comunali del 3 e 4 ottobre, a sostegno del candidato sindaco del centro destra Paolo Damilano.
Successivamente, alle ore 21 sempre di mercoledì 29 settembre, Matteo Salvini e Riccardo Molinari saranno a Novara (Piazza delle Erbe) a sostegno del sindaco di Novara, Alessandro Canelli, che si ricandida alla guida della città, appoggiato da tutto lo schieramento di centro destra.
“SOLO ALZANDO LA VOCE”
Caro direttore, siamo studenti e studentesse torinesi, pendolari e fuorisede che vivono quotidianamente gli spazi universitari. Eppure, siamo molto altro: siamo giovani che vivono i quartieri, gli spazi di aggregazione e culturali della città. Allo stesso modo viviamo in prima persona la transizione al mondo del lavoro e le problematiche della crisi ambientale. L’appuntamento delle elezioni amministrative di Torino, che si terrà a ottobre 2021, sarà un momento fondamentale per la nostra città, soprattutto per alcune tematiche da sempre complesse.
Torino ha dimostrato negli ultimi anni una forte crescita universitaria, soprattutto in termini di numeri: ad oggi sono circa 120.000 gli studenti e le studentesse provenienti dai due maggiori Atenei della città a fronte di circa 850.000 residenti.
Come Unione degli Universitari di Torino abbiamo una risposta critica, spesso legata alle politiche comunali e metropolitane portate avanti negli ultimi anni. Crediamo che si possa e si debba fare di più: proprio per questo nasce la piattaforma “Solo alzando la voce”, il cui titolo vuole essere una provocazione per far luce su tematiche urgenti sulle quali è necessario che la prossima giunta comunale abbia voce in capitolo con idee chiare e davvero per tutti e tutte.
Evi, Mossa e Appendino a sostegno di Sganga
Oggi 26 settembre alle ore 17, Eleonora Evi, eurodeputata dei Verdi europei e co-portavoce nazionale di Europa Verde, sarà a Torino, al Punto verde di via San Paolo 169, insieme alla sindaca Chiara Appendino, alla candidata sindaca Valentina Sganga e a Tiziana Mossa, co-portavoce di Europa Verde Piemonte, “per ribadire l’impegno del partito in favore del territorio e la necessità di portare anche in Italia l’onda verde europea che con coerenza e coraggio manda avanti quel percorso di transizione ecologica necessario per rilanciare l’economia nazionale in un’ottica di sostenibilità ambientale.”
Merlo: Ora si parli anche del Sindaco metropolitano
Basta con il localismo delle campagne elettorali.
“C’è un elemento curioso che caratterizza questa tornata di campagna elettorale in provincia di Torino e che continua, misteriosamente, ad essere snobbato. Si tratta del ruolo che dovrà declinare, dopo il voto di Toinro, il cosiddetto ‘Sindaco metropolitano’. Sindaco, cioè, di quella ‘Città metropolitana’ frutto e conseguenza della sciagurata e pessima legge firmata da Del Rio nel lontano 2014. Un ente, diciamocelo con franchezza, che non è mai decollato, e che, purtroppo non è stato affrontato adeguatamente nè dalla gestione Fassino e nè, tantomeno, da quella di Appendino. Gestioni politiche e amministrative, entrambe, che sono state caratterizzate da un sostanziale ed esclusivo ‘torinocentrismo’.
Ora, è singolare che nel dibattito che accompagna la campagna elettorale per il rinnovo dei sindaci in molti Comuni – soprattutto quelli della seconda cintura torinese – questo tema sia sostanzialmente scomparso ridudecendo il tutto ad un confronto puramente e squisitamente localistico, al di là dei richiami propagandistici e retorici. L’assenza di un’attenta e puntuale riflessione politica sul ruolo della ‘Città metropolitana’ e sulla sua figura di guida politica dell’intera ex Provincia di Torino rischia, al di là di tante chiacchiere, di consolidare il ruolo del tutto marginale di questi territori. Spiccano, al riguardo, territori come la città di Pinerolo – dell’intero pinerolese – che ambisce a svolgere un ruolo di punto di riferimento di un intero comprensorio e poi il tutto viene circoscritto ad un confronto politico puramente municipalistico e confinato nella sua cinta daziaria.
Sarebbe auspicabile che, almeno nella parte finale della campagna elettorale, la qualità del dibattito politico e amministrativo salisse di tono. A PInerolo come in molti altri comuni dell’hinterland torinese. Anche perchè senza una valorizzazione e una definizione precisa del ruolo e della funzione della ‘Città metropolitana’, le aree della seconda cintura torinese, in particolare i territori montani più legati ad una vocazione turistica, saranno destinati veramente a giocare un ruolo marginale e del tutto periferico rispetto ad uno sviluppo complessivo del territorio.
E quindi, ruolo del ‘Sindaco metropolitano’, funzione della ‘Città metropolitana’ e definirne, al contempo, i rispettivi compiti. Senza questo confronto di merito, almeno per i comuni della seconda cintura torinese, il dibattito politico e amministrativo è destinato a restare sterile e del tutto provinciale, nel senso peggiore del termine”.
Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.
Una candidata al Campidoglio, nata a Torino, ha quasi 92 anni
Per il Comune di Roma e per i suoi quindici Municipi corrono candidati nati in tutte le regioni italiane, ad esclusione della sola Valle d’Aosta. Dominano i meridionali, quasi mille in tutto: il gruppo più nutrito è quello dei 340 campani (110 per il Comune, 230 per i Municipi), seguito da 216 calabresi (62 per il Campidoglio e 154 per i Municipi) e 183 pugliesi (40 e 143). Quindi 126 siciliani (37 e 89), 52 lucani (10 per il Campidoglio) e 16 molisani. Particolarmente presenti anche gli abruzzesi: sono 97 tra Comune e Municipi. I sardi sono 40.
Ad effettuare il mini-censimento, estrapolando i dati, è stata l’associazione culturale “Forche Caudine”, lo storico circolo dei molisani a Roma, che pubblica le schede riferite a tutte le regioni sul proprio sito (www.forchecaudine.com).
Per le altre regioni, 94 sono coloro che sono nati in Lombardia, 82 toscani, 49 emiliano-romagnoli, 40 veneti, 39 marchigiani, 39 umbri, 33 liguri, 32 piemontesi e 22 friulani. Infine quattro in rappresentanza del Trentino-Alto Adige.
Per il Piemonte la provincia più rappresentata è Torino, seguita da Cuneo, quindi Alessandria e Novara. Certamente il dato più curioso è l’età di una candidata al Comune: i quasi 92 anni (a marzo) della signora Nelly Patroncini, nata a Torino nel 1930. La più giovane è invece Aurora Deriu, 23 anni, nata ad Alessandria.
Infine in netta crescita, rispetto alle precedenti amministrative, coloro che sono nati all’estero: sono oltre trecento, con i romeni quale gruppo più numeroso. “Un quadro che rispecchia le dinamiche sociali in atto nella capitale e, in fondo, in tutta Italia – commenta Giampiero Castellotti, presidente dell’associazione culturale.
Ma è ritornata la classe dirigente?
Che la qualità e la credibilità della classe dirigente politica sia un tema ricorrente nel dibattito pubblico nel nostro paese non è affatto una novità.
Ormai siamo abituati, soprattutto dopo
l’irruzione del partito populista per eccellenza, cioè i 5 stelle, ad una classe dirigente improvvisata,
casuale e fantasiosa. Caratterizzata, com’è del tutto evidente, da un vigoroso e massiccio
trasformismo politico ed opportunismo parlamentare. Non stupisce, al riguardo, il cambiamento
radicale delle alleanze da parte del partito di Conte e di Grillo. Se registrato ciò che è capitato
dopo all’interno di quel partito tutto diventa possibile. Mi viene sempre in mente, di fronte al
rinnegamento politico totale di ciò che hanno detto, scritto, urlato e sbraitato in tutta Italia per
oltre 15 anni i 5 stelle, la battuta di Carlo Donat-Cattin pronunciata riservatamente molti anni fa
durante un congresso della Dc – certo, quando esistevano ancora i partiti e la politica – contro
alcuni avversari interni al suo partito. E cioè, diceva il vecchio Donat, “questi sono capaci,
capacissimi, capaci di tutto”. Ricordo questa battuta parlando dei 5 stelle per dire che continuare
a parlare, oggi, di qualità e di credibilità della classe dirigente è difficile se non addirittura quasi
impossibile.
Ma, al di là dei 5 stelle e di ciò che rappresentano e che, purtroppo, continuano a rappresentare
nella politica italiana, quello che amareggia – e che stupisce alquanto – è registrare la persistente
debolezza della classe dirigente anche in visita dell’ormai prossimo voto amministrativo. Senza
alcuna polemica di natura politica o, peggio ancora, personale, ciò che capita sotto i nostri occhi
a Roma e a Milano – cioè nelle due città più importanti del nostro paese – è francamente
stucchevole. Da restare “basiti”, per dirla con Verdone. Ma non solo a Roma e a Milano. Candidati
a Sindaco che minacciano di ritirarsi, che rinunciano quasi a parlare in pubblico, che delegano ai
capi partito l’eventuale e potenziale risultato positivo, che sono radicalmente privi di qualsivoglia
curriculum politico, culturale ed amministrativo. Candidati che, insomma, continuano sulla scia
della povertà e della sostanziale irrilevanza della qualità di una classe dirigente.
Ora, che questo turno amministrativo, seppur importante per il numero degli elettori e per
l’importanza delle città che si recheranno al voto, sia funzionale quasi esclusivamente per pesare
gli equilibri interni dei due schieramenti in vista delle prossime elezioni politiche è fuor di dubbio.
Ma, e lo possiamo anche dire ad alta voce, è triste e penoso continuare ad assistere ad uno
spettacolo indecente e al limite del grottesco sulla qualità e sulla caratura delle candidature a
Sindaco da un lato e sulla incidenza concreta, politica ed amministrativa, che potranno avere in
vista del concreto governo delle città dall’altro. Perchè è perfettamente inutile continuare a
discutere, accapigliarsi, polemizzare e sentenziare sulla pochezza della classe dirigente politica
nel nostro paese e poi prendere atto, amaramente, che il comportamento dei capi partito va in
tutt’altra direzione quando si tratta di scegliere le persone e i vari candidati. Una dissociazione
radicale che fa male alla politica, alla democrazia e alle stesse istituzioni democratiche. A
cominciare dalla guida politica dei grandi comuni italiani.
Giorgio Merlo
Riceviamo e pubblichiamo i comunicati stampa e i taccuini elettorali delle forze politiche, delle liste e dei candidati alle elezioni comunali: scrivere a redazioneweb@iltorinese.it
In occasione del comizio di Giorgia Meloni a Torino De Grazia e Viale (Lista Civica Lo Russo Sindaco) commentano: la “Marine Le Pen all’amatriciana” si presenterà sul palco con un assessore regionale filo Putin e un portavoce regionale filo Lukashenko. E’ questo il modello di “Torino Europea” del centrodestra?
Patrizia De Grazia e Silvio Viale (esponenti di Radicali Italiani e di +Europa, candidati nella “Lista Civica Lo Russo Sindaco”):
Giorgia Meloni aspira del tutto legittimamente alla leadership del centrodestra e alla poltrona di Palazzo Chigi, presentandosi come la leader di una destra moderna, fortemente ancorata all’Europa delle nazioni.
Giorgia Meloni si presenterà questa sera sul palco, in Piazza Castello (dove, tra l’altro, campeggiavano già ieri sera manifesti elettorali chiaramente abusivi), con accanto questi due signori:
– Maurizio Marrone, assessore regionale, promotore con altri nel 2014 della fantomatica rappresentanza diplomatica torinese della Repubblica popolare del Donetsk; nel 2017 la trasmissione televisiva “NEMO” riprende Marrone (allora consigliere regionale) nel Donbass ucraino occupato dai secessionisti filorussi, mentre è premiato da rappresentanti di partiti europei di estrema destra per la sua opera indefessa a sostegno dei secessionisti. A quell’evento è presente pure Andrea Palmeri, fascista dichiarato, condannato in via definitiva in contumacia a due anni e 8 mesi per il pestaggio di un cittadino a Lucca e ricercato dalla Procura di Genova per il reato di reclutamento di mercenari e di combattimento in un conflitto armato estero.
– Fabrizio Comba, portavoce regionale di FdI, console onorario bielorusso in Piemonte dal 2016; Comba non ha mai espresso pubblicamente la benchè minima critica nei confronti dell’ultima dittatura rimasta in Europa, quella di Alexander Lukasheno, che si è sbarazzato dell’opposizione democratica o incarcerandola o costringendola all’esilio. Il 17 settembre 2020 il Parlamento Europeo votò una risoluzione in cui non si riconosceva più Lukashenko come presidente della Bielorussia bensì Svetlana Tsikhanovskaya, la più votata nelle elezioni di agosto, poi annullate dal regime. In quell’occasione, I deputati europei di Fratelli d’Italia votarono a favore della risoluzione (a differenza dei deputati leghisti). Allora chiedemmo pubblicamente a Fabrizio Comba di dimettersi dalla carica di console onorario; tale richiesta è stata poi reiterata dalle associazioni bielorusse in Italia a tutti i consoli onorari bielorussi esistenti in Italia. Da Comba nessuna risposta.
Se vincerà Paolo Damilano, se vincerà il centrodestra, saranno Marrone e Comba a dominare il Consiglio Comunale assieme alla Lega. Elettore avvisato, mezzo salvato.