Nel silenzio di sindacati ed istituzioni Carrefour licenzia oltre 700 persone in tutta Italia, con centinaia di esuberi solo nel torinese. Il noto ipermercato adotta la strategia del taglio prima e dell’esternalizzazione dei servizi alle cooperative esterne poi. I sindacati ad inizio anno, hanno firmato tranquilli la risoluzione dei rapporti di lavoro con il criterio della non opposizione al licenziamento, a cuor leggero, a tal punto che non risulta prevenuta né alla Regione Piemonte né al Mise nessuna richiesta di apertura del tavolo di crisi. In aggiunta un anno fa l’Ispettorato del lavoro ha accertato una interposizione illecita di manodopera e lavoro nero nel punto vendita torinese di via Tripoli.
Perché a Carrefour è concesso aggirare le norme nel silenzio dei sindacati maggiormente rappresentativi della politica? Ho chiesto con una interrogazione la convocazione urgente dei responsabili di Carrefour Italia.
Italexit non accetterà mai passivamente l’imperversare di politiche speculative di profitto sulla pelle delle persone. È tempo di smascherare chiunque abbia avvallato questa operazione assumendosi tutte le responsabilità del caso. Così in una nota la parlamentare torinese di Italexit in commissione Lavoro Jessica Costanzo.
Sfruttare il periodo di “drammatica siccita’” per “risistemare gli argini del Po”. Lo chiedono due esponenti di Azione, la deputata Daniela Ruffino e Rodolfo Pampaloni, del direttivo cittadino torinese del partito. “Nonostante l’importanza del Po con i suoi 652 chilometri di lunghezza – osserva Daniela Ruffino – da decenni non e’ oggetto di un’attivita’, necessaria e costante, di pulizia e manutenzione e le conseguenze negative di una simile trascuratezza sono molteplici. Dobbiamo sfruttare la siccita’ per risistemare gli argini del fiume e bonificarlo. Ho presentato oggi in VIII Commissione alla Camera una risoluzione che impegna il governo ad adottare tutte le iniziative di competenza e in coordinamento con gli enti locali coinvolti. Bisogna garantire – conclude la deputata di Azione – l’attuazione delle opere di pulizia e riqualificazione del Po, valutando l’opportunita’ di nominare un apposito Commissario straordinario che affianchi l’autorita’ distrettuale e prevedendo fondi ulteriori per queste operazioni a tutela del fiume piu’ importante d’Italia”. Per Pampaloni “affrontare i problemi del Po a Torino non e’ cosa piu’ rinviabile. I danni all’ecosistema, i rischi idrogeologici e sanitari devono essere affrontati subito con tutti gli strumenti altrimenti saranno impedite tutte le attivita’ sul fiume, in caso di maltempo poi i danni saranno di gran lunga superiori. Dragare un fiume e tenerlo pulito costa molto ma molto meno che rifare case argini ponti e strade”, conclude il dirigente torinese di Azione.