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Manifestazione studentesca, Grimaldi (LUV): Oggi le camionette e i cordoni erano distanti. Ci voleva tanto?

Dialogo non sono le pacche sulle spalle ma un vero dibattito sullo scempio dell’economia della promessa.

È morto un coetaneo e la risposta alla loro rabbia è consistita in molti lividi e teste spaccate. Oggi per fortuna le camionette erano distanti, così come i cordoni di polizia. Ci voleva tanto? Il dialogo non passa solo dal garantire a tutte e tutti il diritto a manifestare e non alzare i manganelli su persone pacifiche e disarmate, ma deve significare prendere sul serio l’indignazione e la protesta dei ragazzi e delle ragazze per il destino tragico di un coetaneo, morto di lavoro mentre avrebbe dovuto essere a scuola. Un’indignazione che tuttavia ha saputo restare pacifica e non violenta: nessuno è sceso in piazza con scudi, caschi, armi contundenti, viso coperto, nessuno ha assaltato le sedi degli uffici scolastici o dell’Unione Industriale” – è il commento del Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, che questa mattina ha partecipato alla manifestazione studentesca contro l’alternanza scuola-lavoro.

Dialogo” – prosegue Grimaldi – “non sono le pacche sulle spalle e i tavoli in Prefettura per autorizzare le passeggiate consapevoli, ma significa aprire un vero dibattito sullo scempio della situazione salariale in Italia, dei finti stage e tirocini, del volontariato mascherato, dell’alternanza scuola-lavoro, di tutte quelle forme di lavoro povero o gratuito travestite da formazione, esperienza, investimento sul futuro, strategie per ottenere profitto risparmiando sui costi e facendo leva sull’immaginario dell’economia della promessa. Dialogo significa prendere sul serio il desiderio e il bisogno espresso dai ragazzi e delle ragazze di una scuola migliore di quella che vivono in presenza e a casa, di un’esistenza migliore di quella a cui sono statə costrettə da due anni di pandemia e da una ben più lunga crisi sociale.

Come cantavano oggi, sanno che se le scuole cadono a pezzi, se vengono sfrutttatə e devono crescere nell’economia della promessa, la colpa non è certo degli immigrati. I responsabili sono tutti coloro che continuano a ripetergli che il mondo va così, senza assumersi la responsabilità di cambiarlo”.

Ospedale di Settimo, Gallo (Pd) chiede audizione dei sindaci

“CHIEDO CON URGENZA UN’INFORMATIVA DELL’ASSESSORE ALLA SANITA’, UN’AUDIZIONE DEI SINDACI DELL’ASL TO4 E DEI VERTICI DI SAAPA. E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI FARE CHIAREZZA SUL FUTURO DEL PRESIDIO”

4 febbraio 2022 – “Ho chiesto oggi un’informativa urgente dell’Assessore regionale Icardi in Commissione sanità per ottenere risposte certe sul futuro dell’Ospedale di Settimo Torinese, dal momento che si è conclusa la raccolta delle manifestazioni di interesse sulla struttura. Ho, inoltre, avanzato altre due richieste: l’audizione dell’Assemblea dei Sindaci del territorio dell’Asl To4 e quella dei vertici di Saapa Spa” spiega il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“L’Amministrazione regionale – prosegue Gallo – nei mesi scorsi ha più volte ribadito l’intenzione di potenziare questo presidio ospedaliero e di fronte alle richieste di chiarimenti dei Sindaci del territorio e del nostro Gruppo ha spiegato che la procedura finalizzata alla cessione è “una decisione che assolutamente non contraddice la disponibilità della Regione a prendere in carico l’ospedale tramite l’Asl To4, né comporterebbe alcun detrimento in termini di qualità delle cure in caso di eventuale cessione a terzi della gestione della struttura, soggetta ai rigorosi standard di accreditamento regionale, trattandosi di struttura autorizzata, accreditata e contrattualizzata per l’esercizio di attività sanitarie al pari delle altre strutture private accreditate presenti sul territorio regionale”. Tuttavia, queste parole non ci tranquillizzano affatto e vogliamo certezze sul futuro dell’ospedale di Settimo”.

“Pensavamo – conclude Gallo – che l’annosa vicenda che ha coinvolto un presidio tanto importante per il territorio dell’Asl To4 si concludesse mantenendo l’ospedale pubblico, come avevano sollecitato i Sindaci della zona, ma a quanto pare la Regione potrebbe valutare anche altre ipotesi. Credo sia arrivato il momento di capire quale sia la direzione che l’Assessore alla Sanità vuole seguire, soprattutto in un momento in cui la sanità dovrebbe essere potenziata e funzionare al meglio”.

Merlo: Il ‘Centro’ già presente alle prossime amministrative in Piemonte

“È di tutta evidenza che il “centro” sarà presente d’ora in poi nella politica italiana. Non sigle
astratte o virtuali ma una presenza politica centrista attraverso una ‘federazione’. E quindi, com’è
del tutto naturale e scontato, un partito che raggruppa i vari movimenti e le forze che già
attualmente si riconoscono in questo campo politico. E le vicende politiche legate all’elezione del
Presidente della Repubblica di questi ultimi giorni non ha fatto che accelerare la formazione e
l’organizzazione di questo campo politico.

Ma, mentre decolla il progetto politico a livello nazionale, è sempre più necessario mettere in
campo questa intuizione a partire dalla ormai prossima consultazione amministrativa. Partendo
anche e soprattutto dal Piemonte e dalle principali città che andranno al voto. Avviare, cioè, un
progetto centrista che sia capace di aggregare anche parte di quel ‘civismo’ che rappresenta un
significativo valore aggiunto ai fini della vittoria elettorale nei capoluoghi di provincia e nei
principali Comuni che andranno a rinnovare i Sindaci e le amministrazioni locali.

‘Noi Di Centro’, dunque, fa un appello a tutti quei partiti e a quelle forze centriste che intendono
già avviare a livello locale il progetto che sarà destinato a caratterizzare la geografia politica
italiana nei prossimi mesi. E questo anche perchè dobbiamo prendere atto che sono saltate quelle
coalizioni ed alleanze che sino a poco tempo fa dominavano la politica italiana. Ovvero, la sinistra
alleata con i populisti dei 5 stelle e un centro destra che, per bocca dei suoi stessi protagonisti, si
è dissolto a livello parlamentare e politico”.

Giorgio Merlo, Presidente Nazionale ‘Noi Di Centro’

“Alberto Soressi candidato sindaco a Omegna è un’ottima notizia”

Omegna, la città più importante del lago d’Orta, andrà al voto tra qualche mese.

Nel frattempo la realtà che diede i natali a Gianni Rodari sta vivendo una fase difficile. Ha perso ruolo e funzioni nello scenario provinciale per responsabilità di un’amministrazione povera di idee e di progettualità, dilaniata da divisioni e rotture. Unica nota apprezzabile sono le scelte e le iniziative legate alla cultura, grazie all’impegno personale e alla capacità di chi in giunta ha questa delega. Per queste ragioni si avverte in molti ambienti la necessità di una scossa positiva, di una svolta e di un grande impegno per riconoscere i temi, approfondirli e affrontarli con il massimo di
decisione, competenza, esperienza e dinamismo. Le prossime elezioni saranno decisive. Omegna può e deve ritrovare la sua anima, l’identità della città che ha legato il suo nome all’industria del casalingo,
dalle pentole alle caffettiere, e al più grande scrittore per l’infanzia che l’Italia abbia mai avuto, svolgendo la funzione di capoluogo del Cusio, offrendo nuove occasioni di sviluppo e benessere a coloro che vivono in questa comunità che ha sempre saputo fare la storia. Occorre uno sforzo di immaginazione e di futuro che si spinga ad immaginare la città di domani e lavorare perché questo diventi, nel tempo, una realtà. Conosco bene la realtà omegnese per esservi vissuto per oltre trent’anni, ricoprendo cariche pubbliche e
responsabilità politiche. La larga coalizione di centrosinistra che si presenterà alle amministrative con lo slogan “Omegna riparte. Soressi sindaco” la considero un concreto, tangibile segno di novità e di
speranza. Renderà interessante e stimolante il confronto delle idee. Personalmente conosco Alberto Soressi da una vita. E’ una persona
perbene. Appassionato e competente, attento ai problemi concreti e  disponibile all’ascolto. Qualità, quest’ultima, importante perché è dall’ascolto  della città e dei suoi problemi che si individuano le priorità, chiedendo anche ai cittadini di offrire il loro punto di vista e fissare gli obiettivi per il futuro. Mi auguro che la generosità del suo impegno venga riconosciuta e apprezzata con il consenso che merita.

Marco Travaglini

Ucraina: i radicali in piazza contro l'”aggressione putiniana”

Riceviamo e pubblichiamo

Giovedì 3 febbraio alle 12.00 in via Roma 366, di fronte al Consolato onorario dell’Ucraina di Torino, Radicali Italiani con l’Associazione radicale Adelaide Aglietta e l’Associazione cristiana degli ucraini in Italia, lancia il presidio “Ucraina, frontiera d’Europa, frontiera di libertà”.

L’obiettivo della manifestazione, che si svolgerà in numerose altre città italiane, è quello di difendere l’Ucraina e l’Europa dall’aggressione di Vladimir Putin. Dopo le interferenze nelle tornate elettorali, le ingerenze nelle politiche nazionali, il continuo ricatto energetico attuato da Gazprom, le sistematiche azioni di disinformazione, la pianificata destabilizzazione delle fragili democrazie europee, Putin fa un salto di qualità. Oltre 100.000 soldati schierati alla frontiera ucraina se non sono il preludio di un’invasione sono certamente una minaccia e un ricatto intollerabile per le nostre democrazie, per i nostri diritti, per le nostre libertà. Oggi l’Ucraina rappresenta la frontiera dell’Europa, un baluardo della nostra capacità di reagire uniti. Per questo chiediamo l’ingresso dell’Ucraina nella UE e una politica estera e di difesa europee comuni.
Per un’Europa unita, libera dai ricatti russi e una Russia libera dal despota Putin.
Al presidio sarà presente, tra gli altri, il console onorario di Ucraina Dario Arrigotti. Hanno annunciato la loro presenza esponenti della comunità ucraina torinese oltre a: Igor Boni, presidente nazionale di Radicali Italiani, i coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta Patrizia De Grazia e Daniele Degiorgis, i consiglieri comunali Silvio Viale (Lista Civica per Torino) e Angelo Catanzaro (PD), Marco Cavaletto, Coordinatore del Gruppo +Europa Torino e Silvja Manzi della Direzione nazionale di +Europa.
L’invito a partecipare è rivolto a tutti i cittadini, a tutte le associazioni e a tutte le forze politiche.

Ciriè, interruzioni gravidanza. Costanzo: “Passo in avanti”

“Apprendo con soddisfazione la notizia che partire dal 15 febbraio l’ospedale di Ciriè organizzerà la presa in carico delle donne che richiedono l’interruzione volontaria di gravidanza.

Fino ad ora infatti l’ospedale  vantava il triste primato, condiviso con altre 15  strutture in Italia, di avere una percentuale di obiettori del 100 per cento. Si è dunque deciso di dare seguito alle mie sollecitazioni anche a mezzo stampa e credo che sia un passo importante per una realtà che, dal punto di vista ospedaliero, già si distingueva come una vera e propria eccellenza del territorio, per l’ottima qualità dei servizi e per la professionalità dei sanitari”. Così in una nota la deputata Jessica Costanzo (Alternativa).

Magliano: “Il ‘battesimo’ di Achille Lauro non è arte ma banale volgarità”

Una “provocazione” che tutti stavano aspettando, una “provocazione” del tutto priva di originalità, non è più “una provocazione”: è solo un’offesa. Un “gesto dissacrante” a rischio zero, che anzi guadagna a chi lo compie applausi e fama, non è più “un gesto dissacrante”: è solo un gesto blasfemo. Un “servizio pubblico” che non solo consente, ma promuove certe performance è l’opposto di un buon servizio pubblico.

Le nuove intemerate sanremesi di Achille Lauro non ci sorprendono più: ci offendono e ci annoiano soltanto. Ci chiediamo che cosa pensino, sul tema, i vertici della RAI e ci dispiace che il Direttore Artistico, che si definisce cattolico, si dica “non turbato” da questa vicenda

Siamo tutti pronti a indignarci quando in TV non si trattano con parole e toni più che rispettosi e adeguati certi temi sensibili: bene, vorrei vedere le stesse nette prese di posizione quando si offendono una Fede e duemila anni di tradizione e cultura, due millenni di sensibilità religiosa.

Lo scorso anno, di questi tempi, ci chiedevamo, ironicamente, se la Direzione Rai avesse intenzione di replicare anche in questo 2022 le prestazioni dello stesso Achille Lauro, cosa che si è puntualmente verificata. Non era una previsione difficile.  Sarei curioso di vedere i contratti che hanno remunerato, coi soldi del canone, questi “artisti”.

Con gli italiani che fanno i conti quotidianamente con una pandemia ancora terribile e con una tremenda crisi economica, certi spettacoli risultano ancora più indecenti. Chiamare “espressione artistica” la blasfema parodia del Battesimo messa in scena da Achille Lauro è semplicemente impossibile: siamo di fronte a una banale, semplice e offensiva volgarità.

Silvio Magliano

Consigliere regionale del Piemonte

Adesso il centro

Lo spettacolo inguardabile che ha caratterizzato il Parlamento in questi ultimi giorni e la rovinosa
polverizzazione dei due schieramenti che hanno dominato la politica italiana dall’avvio della
seconda repubblica, adesso esigono una decisa e coraggiosa inversione di rotta a livello politico.

Del resto, è del tutto inutile richiamare le rovine della destra e del campo della sinistra alleata con i
populisti dei 5 stelle. Alleanze che difficilmente possono essere ingessate e riproposte attraverso
strampalate e singolari leggi elettorali. Quando il dissenso politico all’interno di una coalizione è
palpabile e non si può neanche più nascondere, è estremamente complicato aggirarlo con una
dinamica di tecnica elettorale. Perchè il maggioritario è uno strumento importante quando ci sono
coalizioni e alleanze omogenee, coese, programmaticamente compatibili e politicamente credibili.

Quando tutto ciò è solo il frutto di una propaganda ipocrita e posticcia, è del tutto evidente che
emerge la necessità di rivedere quel meccanismo elettorale. Che risponde semplicemente ad una
parola: proporzionale. È altrettanto evidente, infatti, che nella concreta dialettica politica italiana
un sistema proporzionale non nega affatto le alleanze. Anzi, e al contrario, le rafforza e le rende
più credibili e più omogenee. Come, del resto, è sempre stato nelle stagioni migliori della storia
democratica del nostro paese.

Ora, all’interno di un contesto politico che è cambiato profondamente in questi ultimi mesi
caratterizzati, anche e soprattutto, dal trasformismo parlamentare e dall’opportunismo politico
frutto della propaganda anti politica, demagogica e qualunquista del populismo dei 5 stelle, è di
tutta evidenza che si impone – quasi per necessità – la presenza di un “centro” politico nel nostro
paese. Un ‘centro’ che non sia di bassa equidistanza tra la destra e la sinistra – ormai sempre più
in crisi – o una mera rendita di posizione. Ma, al contrario, un ‘centro’ che sappia declinare quella
autentica “politica di centro” che in questi ultimi tempi è stata sacrificata sull’altare del dogma
populista e del dio maggioritario. Due elementi che, come la concreta esperienza ci ha
consegnato, sono semplicemente e platealmente falliti alla prova del governo del paese. Ed è
inutile riproporli con escamotage tecnico/elettorali. Perchè, alla fine, è sempre la politica che si
impone. Anche nelle fasi di profonda decadenza morale e civica come nella stagione
contemporanea. Una “politica di centro” che sia in grado, quindi, di riproporre e di riattualizzare
alcune costanti che storicamente hanno caratterizzato la buona politica nel nostro paese: dalla
cultura della mediazione alla cultura del buon governo; dalla qualità della classe dirigente al
rispetto delle istituzioni democratiche; dalla cultura delle alleanze alla riconoscibilità culturale delle
forze politiche. Ecco, alcuni ingredienti – peraltro decisivi e fondamentali – che erano, sono e
restano fondamentali se non si vuol ricadere nel trasformismo da un lato o nella radicalizzazione
della lotta politica dall’altro. E questo perchè le coalizioni che sono tuttora in campo – anche se
escono radicalmente ridimensioniate se non addirittura ridicolizzate dopo la vicenda Quirinale –
sono accomunate da un solo elemento: perseguire l’annientamento definitivo del nemico. Certo,
sotto questo profilo la sinistra ha una cultura politica e una storia antica più raffinate ma, al
contempo, più spietata anche se meno sguaiata. Perchè prima dell’annientamento politico del
nemico c’è sempre la persistente e martellante delegittimazione morale e personale
dell’avversario. Come è sempre avvenuto in tutti i tornanti decisivi della storia nazionale in cui la
sinistra è chiamata a condividere alcune scelte di governo o di carattere istituzionale con
l’avversario/nemico.

Ma, al di là di questa considerazione, è ormai chiaro che una presenza politica di ‘centro’ adesso
decolla. Sono già in campo partiti, movimenti e forze, accompagnati anche dalla presenza di
leader autorevoli, che perseguono questo obiettivo politico. E la travagliata e complicata vicenda
del Quirinale semplicemente la accelera. Paradossalmente con o senza proporzionale. E questo
perchè dopo il tramonto definitivo – finalmente – del populismo grillino e delle sue scorie, è
arrivata la stagione in cui la politica deve ritornare protagonista. Con le rispettive culture politiche,
con partiti organizzati e con una classe dirigente che non sia più riconducibile ai criteri della
casualità e della improvvisazione. L’ormai celebre “uno vale uno”.

È il tempo, quindi, di una svolta. Ecco perchè non tutto vien per nuocere, come recita un vecchio
proverbio. E il colpo di grazia di questo cambiamento è coinciso con la partita del Quirinale che,
come del resto tutti sapevano, era atteso come il momento decisivo per invertire la rotta. E così
sarà.

Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Noi Di Centro’

Foibe, Leo: “No alle polemiche, memoria condivisa per ogni dramma”

“Dispiace che ogni anno le celebrazioni della Giornata del Ricordo diventino occasioni di grandi polemiche.

Così è avvenuto anche quest’anno, probabilmente anche a causa di informazioni molto parziali. In ogni caso il mio parere è che, seguendo l’appello del felicemente rieletto presidente Mattarella, si operi per arrivare a una memoria condivisa che parta dal riconoscimento delle vittime e della solidarietà che a loro è dovuta. Questo per le Foibe come per qualsiasi altro dramma storico e attuale”.  Così Giampiero Leo, vicepresidente del Comitato Diritti Umani della Regione Piemonte e portavoce del coordinamento interconfessionale ‘Noi siamo con voi’.

 “In questo senso il Comitato per i diritti umani della Regione Piemonte, fatto nascere dal presidente del Consiglio Mario Laus e oggi ricostituito a Torino con uno spirito unitario a proattivo dal presidente Allasia – dichiara Leo all’agenzia Ansa  –  si propone di operare con convinzione e equanimità come ha dimostrato la scelta delle quattro donne internazionali da parte del Comitato stesso. Pertanto non verranno considerati positivamente revisionismi settari, negazionismi e unilateralismi. Personalmente, per esempio, ho  partecipato a ogni iniziativa a favore del popolo curdo e ho aderito all’appello per liberare Ocalan, ma nello stesso tempo sostengo il diritto alla democrazia e alla vera libertà del popolo venezuelano oppresso dalla dittatura di Maduro. Quando si affrontano argomenti storici così delicati è opportuno far riferimento a storici veri e altamente qualificati come Gianni Oliva, evitando di dare spazio a divulgatori improvvisati e fautori di negazionismi propagandistici tanto che riguardino il Giorno della Memoria come quello del Ricordo”.

Foibe, Montaruli: “Conferenza giustificazionista? Vergogna!”

“Lo spazio Comala ospiterà per parlare di Foibe un personaggio che si esibisce a pugno chiuso accanto al busto del sanguinario dittatore Tito, se è questa la tanto magnificata offerta “culturale” dei collettivi di sinistra difesi dall’assessore Rosatelli c’è solo da vergognarsi”

A dichiararlo è la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, intervenendo in merito alla conferenza di Eric Gobetti (nella foto piccola)  “Fascismo e Foibe tra storia e propaganda” prevista per il 6 febbraio al Comala. “Gli stessi manifestanti che poche settimane fa si sono scontrati violentemente con gli agenti con la scusa di protestare contro la nuova sede dell’Esselunga, ora si rifanno vivi con un nauseante evento dal sapore giustificazionista proprio a ridosso del Giorno del Ricordo (10 Febbraio). Sulla locandina – prosegue Montaruli – campeggia addirittura una bandiera comunista titina, la stessa che fu il simbolo degli infoibatori. Mi auguro di sentire parole di sdegno e condanna anche da parte di quelle istituzioni cittadine che in precedenza si erano mostrate solidali con gli attivisti del Comala, dimostratisi nient’altro che militanti dei centri sociali con una palese ambiguità per la pulizia etnica delle foibe. Ogni offesa al ricordo dei martiri delle foibe è un insulto a tutta Torino e all’Italia intera”.