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Incendi, on. Napoli: “Introdurre reato di terrorismo ambientale”

Il 29 maggio 2015 il Codice penale ha recepito le modifiche introdotte con la legge 68 dello stesso anno e previsto, fra le altre fattispecie, quella di “disastro ambientale” codificata nell’art. 452-quater. La pena prevede, per gli autori del reato, una detenzione minima di 5 anni e una massima di 15 anni.

     La vastità degli incendi di queste settimane e la certezza acquisita dagli investigatori sulla loro natura dolosa dovrebbero indurre il Parlamento a riformulare in modo più incisivo il concetto stesso di disastro per classificarlo, a mio giudizio in modo più aderente alla realtà, in “terrorismo ambientale”.

La gravità delle distruzioni provocate dagli incendi, e soprattutto la morte di alcune persone a causa di essi, devono spingere il legislatore a considerare gli autori alla stregua di terroristi. Per via dei danni irreversibili provocati all’ambiente, ma anche per la morte di persone innocenti. L’inasprimento delle pene dovrebbe essere la conseguenza naturale della riclassificazione del reato.

on. Osvaldo Napoli, deputato di Coraggio Italia

La campagna elettorale “drola” di Torino

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Di ALA.DE.GRANHA

Drôle de guerre la definirono i francesi, riferendosi al periodo tra la fine della campagna di Polonia e l’avvio della campagna di Francia da parte delle truppe tedesche.

Una guerra dichiarata ma in pratica senza scontri. Ora la “guerre” potrebbe essere sostituita da “campagne électorale”, ma resterebbe comunque drôle. Con un’accezione che da “strano” scivola verso “sciocco”. Perché la campagna elettorale per il sindaco di Torino proprio tanto intelligente non sembra.

 

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La campagna elettorale drola di Torino mentre i sudditi pensano a ferie e sport

Salvini: 3,5 milioni per la sicurezza a Torino

“Grazie all’insistenza della Lega, in un triennio Torino potrà avere 3.569.280 euro per la sicurezza urbana.

Significano più assunzioni, più telecamere, più riqualificazione dei quartieri. È la strada tracciata dalla Lega quando era al Viminale, che ora è stata fortemente caldeggiata dal sottosegretario all’Interno Nicola Molteni e che è stata riconfermata. Evidentemente, dopo anni di sinistra e di 5Stelle, Torino ha bisogno di aiuto”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.

Il cambiamento non è un gioco a geometria variabile

Una lettera lunghissima  volta a dimostrare l’indimostrabile. La lettera di Juri Bossuto 

rivolta alle compagne e ai compagni di Torino in Comune per fare passare la sua scelta di candidarsi a presidente della Circoscrizione 2  in alleanza e con il sostegno del Movimento 5 Stelle come la mossa del cavallo – “scombinare i soliti schemi per tornare a fare politica” –   ha le sembianze di una arrampicata sui vetri.

Bossuto, a proposito del suo impegno di questi cinque anni dai banchi della minoranza in Circoscrizione, parla di un quinquennio “sofferto e frustrante”. “Per ritrovare “entusiasmo” – uso ancora le sue parole – si è reso disponibile a candidarsi come presidente della Circoscrizione in alleanza e con il supporto del M5S e della sindaca uscente Chiara Appendino. Una giravolta spacciata per continuità di impegno: “cambia la forma ma le prospettive restano le stesse”.  Ma per favore! Torino in Comune è sempre stata all’opposizione di Chiara Appendino e del M5S, così come del Pd e della destra. Schieramenti, che nell’avvicendarsi a diversi livelli di amministrazione e di governo, hanno ampiamente dimostrato di essere legati o di non sapersi discostare dalle direttive del Sistema Torino.

E’ del tutto evidente che Bossuto, al pari di altri che hanno scelto invece di allearsi con il Pd (vedi Marco Grimaldi), hanno messo in primo piano le proprie aspettative istituzionali, stando un po’ di qui e un po’ di là, proprio come “mosche impazzite”, a seconda delle convenienze  e non certo l’affermazione della sinistra in quanto tale, nella sua autonomia di impegno politico, istituzionale, sociale. Autonomia e alternativa agli schieramenti esistenti  com’è stato nell’esperienza di Torino in Comune che come Rifondazione Comunista abbiamo sostenuto con convinzione è stata questa, non altro.

Sappiamo bene che la ricostruzione di una sinistra autonoma, alternativa, popolare è un percorso complesso, di lunga lena. Un percorso che non può essere a geometria variabile. Va portato avanti facendo tesoro di ciò che diceva Antonio Gramsci: “il compito del rivoluzionario  è provare e riprovare”. Forse è proprio questo che ci ha spinto a mettere in campo la candidatura a sindaco di Torino di un fine studioso di Gramsci oltreché di un uomo di sinistra integro come Angelo d’Orsi. Lui sì che sta dando dimostrazione di volere combattere una battaglia di cambiamento. La stessa cosa che sanno facendo i tanti uomini e le tante donne che compongono la lista Sinistra in Comune con Angelo d’Orsi (lista presente in comune e in tutte le circoscrizioni, anche nella 2), uomini e donne che non hanno rinunciato alla lotta e all’impegno per costruire un vero cambiamento di sistema stando in un rapporto di unità con tutte le forze disponibili.

  Ezio Locatelli

  segretario provinciale di Rifondazione Comunista Torino

Lavoro: Ruffino (CI), fondi pnrr per sicurezza lavoro

“Il pnrr deve prevedere investimenti importanti legati alla sicurezza sul lavoro.

Dare dei fondi alle aziende per poter rinnovare i loro macchinari vuol dire tutelare il lavoro ed evitare incidenti e morti. “ lo scrive in una nota Daniela Ruffino deputata di Coraggio Italia.

“Le vite dei lavoratori devono essere prioritarie ecco perché non possiamo non destinare una parte di questi fondi alle imprese che vogliono restare aperte e lavorare in sicurezza. Continuare a fare retorica senza mettere fondi e controlli in campo vuol dire ignorare quello che ogni giorno avviene in questo Paese. Ed è un fatto intollerabile” conclude.

Troppo faticoso per i politici raggiungere i torinesi in vacanza

Di Ala.de.granha

E LA POLITICA SVANISCE   

La campagna elettorale anomala per le amministrative offre, comunque, una immagine interessante di cosa sia diventata, o non diventata, la politica. I torinesi della Ztl sono al mare o in montagna, la Crocetta si è svuotata anche dei bambini che venivano accompagnati ai giardini dalle tate sudamericane o dell’Europa dell’Est. Dunque perché mai affaticarsi per la campagna elettorale? Con il caldo di questi giorni chi ha voglia di avventurarsi in pericolosi safari a Barriera di Milano o a Mirafiori  Sud?

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Torinesi in vacanza? E la politica svanisce. Troppo faticoso raggiungerli a Finale o Bardonecchia

Per la democrazia in Ungheria

Sabato 14 agosto 2021 alle 12 di fronte alla Prefettura di Torino, presidio di solidarietà con il popolo ungherese e di indignazione per il loro Governo.
A Torino come a Berlino, Copenhagen, Cracovia, Dublino, Stoccolma, Sofia e altre città in Europa presidio contro l’Ungheria di Orban ed il suo sistema liberticida.

L’8 luglio scorso è entrata in vigore in Ungheria una Legge che vieta la cosiddetta propaganda gay, ovvero la semplice presenza di personaggi gay o contenente un qualsiasi tipo di supporto alla causa LGBT+ che possa essere visto da minori. Qualsiasi contenuto che mostri relazioni LGBT+, una transizione verso un altro genere, o immagini della bandiera arcobaleno sarà ora etichettato come “non raccomandato per i minori di 18 anni” e potrà essere trasmesso in televisione solo tra le 22 e le 5 del mattino.
La legge si estende anche all’educazione sessuale, e solo gli insegnanti e le organizzazioni approvate dal governo potranno insegnare questa materia.
Il governo ungherese sostiene che la legislazione mira a “proteggere i bambini”, ma semmai è vero il contrario. Soffiando sul fuoco dell’omofobia e della transfobia, i bambini e le famiglie LGBT+ sono messi ulteriormente a rischio di discriminazione e violenza.

Questa non è la prima volta che le famiglie arcobaleno e i loro figli sono sotto attacco in Ungheria: nel 2020, il Parlamento ha votato una legge che impedisce, di fatto, alle coppie gay di adottare bambini, limitando la possibilità di adozione alle coppie sposate.
E non è il primo provvedimento che restringe le libertà di espressione in quel Paese: ricordiamo la riforma del sistema di giustizia e l’assoggettamento della magistratura al Governo, la riforma del sistema di informazione e la chiusura di molte voci critiche del Governo stesso, le campagne contro la comunità ebraica, contro Soros, contro i ROM.

La qualità della vita di centinaia di migliaia di persone omosessuali e transgender, di donne, di oppositori del regime di Orban è visibilmente peggiorata in questi ultimi anni nel Paese. Mentre quel Paese ha continuato e continua a beneficiare di tutti i contributi economici (e non solo) che il far parte dell’Europa comporta.

E’ una situazione intollerabile contro la quale si sono espresse le maggiori Istituzioni comunitarie ed il 15 luglio la Presidente della Commissione europea ha annunciato una azione legale contro l’Ungheria di Orban, mentre il 21 Orban stesso ha risposto convocando un referendum popolare (Quando? Come? con quali domande? …  ) per avere una copertura “popolare” della sua Legge contro la Propaganda gay.

Il senso di questo Presidio è semplice e diretto: siamo qui, a controllare quello che fate, a valutare ogni vostra mossa, ad aiutare il popolo ungherese contro soprusi, vessazioni, restringimenti della libertà. A difendere quell’Europa dei Diritti che in Ungheria, ma anche in altri Paesi, è calpestata.

L’iniziativa è stata lanciata a livello internazionale dall’Associazione ALL OUT, in Italia dall’Associazione Radicale Certi Diritti. A Torino è stata organizzata dall’Associazione radicale Adelaide Aglietta e il contributo del Coordinamento Torino Pride e dell’Associazione radicale Marco Pannella.

Magliano: “Regio Itinerante da quattro anni in crisi”

“I piccoli Comuni rischiano di dover rinunciare a ospitare concerti di alto livello”

Alla Giunta Regionale, che sul progetto ha sempre messo fondi, va bene così? L’iniziativa è ancora sostenuta, anche dal punto di vista finanziario, dalla Regione Piemonte? Il trend negativo è iniziato nel 2018, ben prima, dunque, della pandemia: con un’interpellanza porterò nuovamente il tema a Palazzo Lascaris per chiedere come la Regione intenda verificare la gestione dell’attività da parte del Commissario Straordinario, sia per quanto riguarda la stagione in corso sia per le stagioni future. I costi dei singoli concerti sono aumentati fino a cinque volte negli ultimi anni.

La Regione ha sempre messo a disposizione risorse per garantire, con “Il Regio Itinerante”, la capillare diffusione della cultura di qualità sull’intero territorio piemontese senza costi eccessivi: a questa Giunta interessa ancora sostenere questa iniziativa? Lo sta ancora facendo? Se sì, non può esimersi dal far emergere la propria posizione politica e dal dettare le proprie priorità. Se no, ci aspettiamo che espliciti puntualmente le ragioni della scelta.

L’aumento della quota a carico degli Enti (la cifra a componente è aumentata fino a cinque volte) ha contribuito ad abbattere la domanda di appuntamenti da parte del territorio. Se la Giunta crede, come crediamo noi come Moderati, che questa iniziativa diffusa sia un valore in sé (d’altra parte è per sostenere questa tipologia di progetto che la Regione mette risorse), si muova perché a pandemia finita il calendario torni ai livelli pre-crisi. Qual è il vero interesse da parte della Giunta nei confronti del “Regio Itinerante”? Lo scopriremo senza tema di smentite alla fine della pandemia, quando non sarà più possibile appellarsi alla pandemia stessa per giustificare il crollo verticale nel numero di appuntamenti organizzati. Il calo è iniziato nel 2018: ben prima dell’emergenza. Se il progetto è al centro delle preoccupazioni della Regione Piemonte, la Giunta non potrà esimersi dal fornire indicazioni programmatiche e strategiche. Con la mia nuova interpellanza sul tema, dopo quella già discussa lo scorso aprile, chiederò alla Giunta come si intenda verificare e approfondire la gestione da parte del Commissario Straordinario dell’attività del “Regio Itinerante” e i relativi costi dei concerti presentati agli Enti del territorio, non solo per la “stagione concertistica Estate 2021”, ma anche per le stagioni future.

“Il Regio Itinerante” è da anni, e auspichiamo continui a essere in futuro, un imprescindibile punto di riferimento delle politiche culturali regionali: ha permesso di organizzare, dal 1998 in avanti, quasi 1.400 concerti, per la maggior parte a ingresso gratuito e realizzati in tutto il territorio regionale, dai capoluoghi di provincia alle più remote zone collinari e di montagna, presso teatri, chiese, castelli, auditorium.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Osvaldo Napoli, Green Pass: si ingigantisce problema inesistente

Ai tanti, troppi che agitano difficoltà insormontabili per i ristoratori chiamati a controllare l’identità dei clienti muniti di Green Pass, dico che stanno ingigantendo un problema assolutamente inesistente. Se il Green pass è obbligatorio per entrare nel ristorante o in piscina, va da sé che ogni cliente si presenta con carta verde e documenti di identità all’ingresso. L’accertamento del ristoratore è questione di secondi: letto il nome sul documento, con lo smartphone legge il Qr code del Green Pass. Quanto tempo porta via? Cinque secondi? Sette?

     A Salvini e Meloni, che come me e milioni di italiani prendono l’aereo, faccio notare che al momento dell’imbarco dobbiamo mostrare, con il ticket, un documento di identità. E spesso dobbiamo mostrarlo due volte in due passaggi. Bene: in cinque minuti le hostess controllano 200-300 passeggeri all’imbarco. Le hostess non sono pubblici ufficiali, proprio come i ristoratori o i gestori di piscine e palestre. Mi chiedo solo perché si continua ad alimentare una polemica su una questione che il buon senso dice inesistente. Meglio, molto meglio se la politica tornasse ad occuparsi di grandi questioni che riguardano la vita delle persone, dal lavoro alla salute. Forse perché trovare risposte ai problemi gravi è molto più difficile mentre con le polemiche da quattro soldi si guadagnano i titoli dei giornali senza troppa fatica.

on. Osvaldo Napoli, deputato di Coraggio Italia

La grande sceneggiata

Matteuccio (Salvini) il Comandante proprio non ce la fa ad essere il numero due.

Più la Meloni alza la voce e aumenta nei sondaggi più lui alza la voce sperando di riaumentare nei sondaggi. Un po’ assomiglia alla parabola dell’altro Matteuccio (Renzi  il Toscanaccio, massimo risultato alle Europee e poi la parabola discendente. Una cosa è certa: al Sud non ha sfondato. Addirittura,  secondo i sondaggi a Napoli se la giocano centro sinistra e centro destra con il mitico Bassolino che supera il 15 % . Non fa brodo polemizzare con Lamorgese.  Tanto Lei ha la copertura di Mario Draghi. Furibondi quelli di destra che sanno un po’ di razzismo con Malogo’ che vuole dare la cittadinanza agli sportivi non italiani capaci. E subito Enrico Letta vuole varare una legge sulla cittadinanza,  giusto per beccarsi il solito no da Salvini che, almeno per ora, ha già fatto saltare la legge Zan, giusto per gradire. Sembra una grande sceneggiata da destra come da sinistra. Chi,  a queste elezioni si gioca tutto, è il Pd con la segreteria di Enrico Letta. Un partito,  ops, un gruppo di persone, decisamente inguaiato. Addirittura c’è chi sostiene che Enrico Letta potrebbe non essere eletto. Rischia di brutto pagando le colpe di altri sul Monte dei Paschi di Siena.
A Torino,  bene che vada se ne riparla al secondo turno,  contando sui voti pentastellati.  Con Calenda che conferma il suo appoggio a Lorusso a condizione che non ci siano nei paraggi i pentastellati. Ergo: non è detto che noi ci siamo al secondo turno. Anzi per l’esattezza è molto probabile che non ci siamo al secondo turno. Con un’altra probabilità che non ci siano anche i pentastellati al secondo turno,  sia a Roma che a Torino. Che dire  poi di Milano.  Se Sala perde perde anche il Pd.  Se Sala vince ha vinto solo Sala che è uscito o perlomeno ha lambito il Pd. Insomma, concludendo, questo PD è proprio malmesso.  Il canto del cigno? Probabile. In fondo il pd è rimasto solo il brutto anatroccolo partorito da un matrimonio solo d’ interesse tra Ds e Margherita. Per capirci non ha sfondato nei cuori degli italiani rimanendo solo un insieme di “famiglie” e comitati elettorali. Mette in moto se stesso solo in prossimità delle elezioni. I cosiddetti militanti sono la decina di amici di chi si presenta alle elezioni. Continua ad essere preoccupante la situazione di Torino. Vero che in pochi mesi non si poteva fare il miracolo di una risurrezione. Mario Draghi continua ad essere un grande. Ma i suoi Ministri, soprattutto quelli scelti da lui,  mi pare che pochi contano. Aspettano sue direttive. Emblematica la situazione della Val di Susa. Oramai è ufficiale: lo Stato italiano non c’è più. È soli terra di nessuno.  Terra per i No tav di tutta l Europa. Deprimente. Come è deprimente la vicenda del commissario Tav.
Sono di fatto tre anni che non c’è. Prima il devastante Toninelli.  Poi l’ignavia della Demichelis.  Poi la farsa di nominare il Prefetto alto commissario Tav.  Nella vita è sempre bene fare un mestiere. Quando si dice di volerli fare tutti e due, non si fa nessuno dei due. E se si parla di Tav si parla di Torino. Non a caso  Chiaretta tra le prime cose che ha fatto ha ritirato il rappresentante del comune dall’osservatorio Tav mandando l’allora vicesindaco Montanari a sfilare con i no global. Anarchici che hanno trovato facile terreno nel disastro Torino. Verissimo,  i veri responsabili sono Castellani , Chiamparino ed in ultimo Piero Fassino. La parola tragicamente sintesi di questi ultimi trent’anni di subalternità alla Fiat e se sei subalterno ad un potente,  qualche briciola c’è anche per il subalterno. Ma quando anche il potente non è più potente il subalterno è solo dannoso perché inutile. Torino vuole cambiare pagina?
Non so.  Vedremo con quel solito scetticismo che da molti anni, da alcuni decenni ci accompagna.

Patrizio Tosetto