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Ex Embraco: 7 mila euro un tragico epilogo

EX-EMBRACO, COSTANZO (ALTERNATIVA): “LIQUIDAZIONE DOPO ANNI DI FALSE PROMESSE”

 

“Con la cassa integrazione che finirà il 22 gennaio senza possibilità di proroghe e la Naspi alle porte, la proposta “prendere o lasciare” da 7mila euro lordi a testa per liquidare 391 lavoratori ex-Embraco è l’ultimo atto di un vergognoso balletto che da 4 anni si consuma sulla pelle dei lavoratori. Il tragico epilogo di questa vicenda è la pietra tombale sull’intera classe dirigente, locale, regionale e nazionale che ha solo saputo promettere senza mantenere una sola parola”. Così in una nota la deputata Jessica Costanzo (Alternativa).

Torino e la Fiat ieri e oggi

Andrea Agnelli, presidente dell Juventus ha le sue gatte da pelare.  L’accusa è ben precisa: falso in bilancio per alterazioni sopravenienze attive o passive.  Praticamente, sostengono gli inquirenti,  “giocavano” con i valori dei cartellini dei giocatori.  Direi nulla di nuovo sotto il sole. A mio parere, modestissimo parere difficile da dimostrare.

Comunque la procura ci tenta. Il momentaccio è anche in campo.  Ma qui mi taccio visto la mia manifesta incapacità nel giudicare. Ma  non erano bravissimi nell’amministrare e produrre utili? I sapientoni hanno sempre detto di sì.  Eppure la stirpe degli Agnelli da decenni fa sempre acqua. Fosse un problema solo loro,  va be’. Ci potrebbe anche stare.  Ma sono più di 40 anni che ne paghiamo le colpe (m noi torinesi. Oltre 40 anni di totale e radicale decadenza. Vero che in passato ne abbiamo goduto.  Per l’appunto un passato oramai remoto. Migliaia e migliaia di metri cubi totalmente inutilizzati. Sicuro, non colpa solo  degli Agnelli. Il loro negativo contributo lo hanno dato.  L’ignavia della locale politica ne è  testimonianza. Ora il cerino in mano è  passato  a Stefano lo Russo.  E lui si sta organizzando.  Coadiuvato dal fido Valle e assessore segretario Mimmo Carretta decide le sorti di Torino.  Per ora si limitano alle cariche nei vari enti.  Poi si vedrà. Così tengono fuori dalla lista del PD per la Città metropolitana i sindaci di Grugliasco e di Collegno. Obbiettivo mettere uno di loro a vice presidente.  Obbiettivo successivo: indicare i vari consigli di amministrazione dei vari enti. Ma non basta. Ci sono anche le nuove nomine delle fondazioni  bancarie.  Prima fra tutte il SanPaolo. Controllate le banche! Si sa, non è uno scherzo.  Come si sa che banche e Fiat erano accomunate dalla presenza della massoneria.  Massoneria che ha dimenticato i valori risorgimentali ed anche quel connaturato antifascismo per diventare uno dei più importanti ed oscuri poteri d’Italia. Torino non è solo stata capitale dell’auto. A detta di molti a Torino la massoneria l’hafatta da padrona.  Addirittura due logge. Piazza Vittorio e piazza Castello.

Inquietante perché non se ne debbono conoscere gli iscritti. Tra i cosiddetti poteri forti. E in questa campagna elettorale che cosa hanno fatto? I bene informati sostengono che avrebbero prima appoggiato Damilano, poi fiutata l’aria si sono  defilati. Sempre pronti a ritornare in pista. Come al solito basta aspettare per vedere dove tira il vento.  Nel mentre Super Mario Draghi avrebbe sbloccato la Tav. Tanto rumore per nulla. Solo persi altri 2 anni. Ed ora la Tav si incontrerà o si scontrerà con la politica green . Anche qui vedremo. Vedremo soprattutto si che cosa sarà capace una città come Torino con circa un milione di cittadini. Una cosa è certa.  Stavolta vietato sperare negli Agnelli. Hanno da decenni altro in testa.  Sono sicuramente contenti gli azionisti Fiat.  Le azioni che valevano 15000 euro ora ne valgono almeno 60000. Con le banche sempre pronte a monetizzare. Concretamente prendere le azioni come garanzia di prestito.  Piove sul bagnato, direi. Solo che è cambiato l’interesse economico.

Viva la finanza.  Ed in questo gli operai poco ci stanno. Ma come si dice , ognuno dei suoi soldi ne fa quello che vuole. Purtroppo non tutti.  Lo Stato ad esempio.  Solo un anno fa Fca prendeva 6 miliardi come contributo Covid.  Con l’obbiettivo di aumentare la produzione in Italia e Torino.  Nulla di tutto questo è avvenuto. Con la successiva fusione con Citroen si è fatto il resto. Sempre secondo i bene informati chi conta sono solo i francesi, con la famiglia Agnelli ben contenta di dividersi i dividendi. Ma qua non vogliamo ne’ possiamo fare moralismi e dunque demagogie. Una città non campa con i soldi dei dividendi di altri. Campa con il lavoro.  Lavoro retribuito che produce spendendo, risparmiando ed investendo.

Sarò alla vecchia maniera, ma non vedo altre soluzioni. Sia ben chiaro il decadimento della nostra città non è dipeso solo dagli Agnelli.

Anzi,  loro hanno giocato fino in fondo il loro ruolo.  Come alla Juventus.  Perseguendo solo il loro tornaconto. E’ mancata totalmente la politica ma rimane una speranza: che Stefano lo Russo sia diverso imboccando una strada diversa.

Patrizio Tosetto

Pnrr, sanità. Gallo (Pd): “Cirio balla da solo”

“Da tempo è nota la scadenza del 20 dicembre entro la quale dovrà essere presentato uno schema di utilizzo dei 535 milioni destinati dal PNRR – missione 6 per gli investimenti nella sanità piemontese. Il Piano decisamente complesso, perché deve rispondere alle esigenze dei singoli territori, avrebbe dovuto essere scritto con il contributo di tutti gli attori interessati: amministrazioni locali, organizzazioni sindacali, rappresentanti del mondo sanitario e quel Consiglio regionale che Cirio e la sua Giunta continuano a ignorare e a non informare, limitandosi a chiederne un voto di ratifica” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale, Raffaele Gallo.

“A venti giorni dall’invio dello schema, i Sindaci lamentano il mancato coinvolgimento, i sindacati evidenziano che una convocazione per il 2 dicembre, come quella ricevuta dalla Regione, è ormai tardiva e i Consiglieri regionali continuano a essere all’oscuro di tutto, Inoltre i direttori generali hanno ricevuto un inspiegabile mandato di riservatezza” accusa il rappresentante del PD.

“Diciamo basta a questo modo di agire e diciamo basta alle decisioni calate dall’alto dalla Giunta Cirio che poco o nulla hanno a che vedere con le esigenze di territori e cittadini. Gli enti locali andavano coinvolti in una vera attività di co-progettazione dal basso insieme al Consiglio regionale che ha la competenza sulla programmazione sanitaria. E allora perché non siamo stati coinvolti?” incalza Gallo.

“La Giunta regionale – aggiunge il Presidente Gallo – non pensi di portare in Aula uno schema di programmazione delle risorse e di ottenerne l’approvazione come se nulla fosse. Siamo stanchi di questi metodi. I territori e il Consiglio vanno riconosciuti e rispettati. Poteva essere un’occasione per ripensare la sanità regionale e il rapporto tra ospedale e territorio, ma rischia di diventare un’operazione cosmetica con la quale mettere delle targhe su edifici ristrutturati”.

Se si declinano gli obiettivi nazionali sul Piemonte emerge che le risorse serviranno per rendere operativi circa 90 case della comunità e 27 ospedali di comunità, realizzare 40 Centrali Operative Territoriali (COT), una in ogni distretto, con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, ultimare centinaia di interventi antisismici e formare circa 20mila persone: una svolta epocale.

“Abbiamo anche bisogno di discutere del tema principale, di cui nessuno parla: il personale. Il sistema è già in una crisi grave attualmente. Per potenziare i servizi non è sufficiente costruire nuove strutture. Serve qualcuno che lì dentro ci lavori: servono medici, infermieri, OSS, impiegati amministrativi. Ma di questo nessuno parla” conclude Raffaele Gallo.

 

Piste ciclabili, Fdi chiede al Comune di intervenire

 LIARDO-MAGGIA (FDI): “INTERVENIRE SUBITO” 

“Occorre ripensare le piste ciclabili “grilline”, intervenendo sugli interscambi pericolosi. Torino ha già visto troppi incidenti gravi – a dichiararlo solo il consigliere comunale di Fdi Enzo Liardo e il consigliere della Circoscrizione 4 Luca Maggia, intervenendo sul terribile incidente di ieri sera tra un’auto e una bicicletta, nei pressi di Piazza Rivoli. “Qualora la dinamica fosse accertata – proseguono Liardo e Maggia – ci troveremmo davanti all’ennesima opera di viabilità che mette a rischio la sicurezza dei cittadini. Già più volte i residenti della zona avevano segnalato le problematiche delle ciclabili intorno a piazza Rivoli e non solo, ora serve intervenire. Chiederemo risposte all’amministrazione comunale e di circoscrizione, ma soprattutto chiederemo interventi rapidi per modificare i percorsi e renderli sicuri per automobilisti, pedoni e ciclisti”.

Vaccini, Grimaldi (LUV): Icardi ci dà ragione e incolpa Figliuolo, ma gli hub non erano superflui

“Perché non facciamo mai valere la nostra autonomia?”

L’Assessore Icardi ha detto testualmente: ‘Grimaldi ha ragione’, ha ammesso che la Regione rincorre sempre emergenze e disposizioni contraddittorie, che non ha senso chiudere delle strutture per poi riaprirle. Dovremmo aprire a tutte le possibilità di vaccinazione, di sicuro non ridurre, né tantomeno chiudere, l’attività dei centri vaccinali. Ma subito dopo Icardi ha aggiunto che sarebbe stata indicazione del Commissario Figliuolo quella di dismettere gli hub ‘in eccesso’, ‘superflui’. Lo è stata davvero? E potevamo considerare quelle strutture superflue? Come è possibile che degli hub presso Lavazza, Basic Net, Reale Mutua e Valentino nemmeno uno sia stato salvato?” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, che  ha presentato un question time per ottenere dalla Giunta un chiarimento sulla strategia di gestione degli HUB Covid19 per l’inoculazione della terza dose di vaccino.

C’era davvero bisogno di smantellare tutto ciò che avevamo per poi fare marcia indietro?” – prosegue Grimaldi. – “Nessun Commissario Figliuolo aveva il potere di mettere i lucchetti ai nostri hub, né di paventare sanzioni penali per mancata chiusura. Perché non facciamo mai valere la nostra autonomia?”

Politica e ispirazione cristiana. La lezione di Carlo Donat-Cattin

Di Giorgio Merlo

Il libro scritto da Giorgio Aimetti pubblicato recentemente da Rubbettino, “Carlo Donat-Cattin, la vita e le idee di un democristiano scomodo”,

non ripercorre soltanto il magistero politico, culturale, sociale ed istituzionale – e privato – del leader democristiano piemontese e di un importante e qualificato statista della prima repubblica, ma ha il merito di rileggere anche le costanti che hanno caratterizzato la politica italiana per quasi 50 anni.
Certo, sono molti gli aspetti che si potrebbero trarre da una vasta ed interessante pubblicazione come questa. Ma c’è un aspetto che a volte viene dimenticato, o volutamente sottovalutato, e che invece merita di essere ripreso e approfondito perchè non ha una scadenza temporale nè può essere banalmente storicizzato. Parlo del rapporto tra i cattolici e l’impegno politico, o meglio il ruolo dei cattolici democratici, popolari e sociali nella cittadella politica italiana nelle diverse fasi storiche e che resta un tema di grande attualità. Moderno e contemporaneo. E nell’epoca storica che ha visto protagonista Carlo Donat-Cattin – cioè dall’inizio degli anni ‘50 sino all’inizio degli anni ‘90 – il rapporto dei cattolici con la politica e soprattutto con la gerarchia ecclesiastica e i suoi insegnamenti è stato un elemento costitutivo per lo stesso impegno nella società e nelle istituzioni democratiche.
Un rapporto che è stato comune e simile per molti leader democratici cristiani ma non per tutti. In sintesi, per uomini come Donat-Cattin essere un cattolico impegnato nel pubblico – nell’Azione cattolica come nel sindacato, nella politica come nelle istituzioni – è sempre stato ispirato a 3 criteri di fondo che rispondono anche alla sua concreta esperienza nelle varie fasi della sua vita.
Innanzitutto un rigoroso rispetto della laicità dell’azione politica e sindacale. Differenza dei ruoli e dei “piani”, come si diceva un tempo, ma sempre ispirati ad una concezione che affondava le sue radici nell’umanesimo cristiano e, per quanto lo riguardava, nel filone del cattolicesimo sociale. Per questi motivi la dottrina sociale della Chiesa, nella sua diversa e continua evoluzione, ha sempre avuto un’importanza centrale per tutto il suo magistero pubblico. E coniugare la laicità dell’azione temporale con una coerente aderenza all’insegnamento della Chiesa è sempre stato il faro che ha illuminato la sua militanza concreta.
In secondo luogo nessun cedimento al clericalismo e al confessionalismo. Atteggiamenti, invece, che hanno contraddistinto, nella lunga stagione politica democristiana, il comportamento politico di molti altri esponenti che a volte confondevano l’aderenza all’insegnamento della Chiesa e, nello specifico, di alcuni settori della gerarchia, con il condizionamento della concreta azione politica. Una sorta di clericalismo strisciante che era apprezzato nelle segrete stanze delle varie Curie disseminate in tutto il paese ma che non incrociava gli interrogativi e le domande che una società, sempre più laica e secolarizzata, poneva ai politici. Anche e soprattutto cattolici. E Donat-Cattin, su questo versante, ha sempre privilegiato i contenuti e il progetto politico di cui si faceva portatore rispetto a indicazioni che provenivano da altri settori. Qualsiasi essi fossero.
In ultimo, ma non per ordine di importanza, la rettitudine morale e personale di Donat-Cattin senza mai scivolare nel moralismo sciatto e avaloriale. Di qui la celebre distinzione tra i “moralisti” che indicano un problema e individuano se stessi e il proprio clan come gli unici titolari ad affrontarlo e risolverlo, e i “moralizzatori” che, al contrario, si battono per la soluzione del problema senza anteporre mai la propria persona e il proprio cerchio di amici coma la via miracolistica e salvifica da perseguire. Sotto questo aspetto, la lunga, complessa e difficile militanza politica di Donat-Cattin ha sempre concentrato la sua attenzione sui contenuti dell’azione politica e sindacale senza mai farsi affascinare o condizionare dai richiami moralistici frutto di una sub cultura che ha caratterizzato, al contrario, alcune esperienze riconducibili al mondo cattolico tradizionale.
Mi sono soffermato solo su tre aspetti, tra i tanti, che si potevano ricordare attorno a questo tema. Ma, comunque sia, anche per intraprendere oggi una nuova e rinnovata azione politica da parte dei cattolici italiani non possiamo – e non dobbiamo, a mio parere – dimenticare lo straordinario magistero politico e culturale di uomini come Carlo Donat-Cattin. Che hanno anche pagato personalmente un duro prezzo per aver sempre conservato nella loro vita una coerenza esemplare e cristallina nell’ azione sindacale, politica e istituzionale.

Radicali e +Europa celebrano il compleanno “salato” del grattacielo regionale

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Grattacielo Regione Piemonte/Decimo anniversario inizio lavori. Radicali/+Europa hanno “festeggiato” con torta salata (come i costi del grattacielo) e dando i numeri: 50 delibere, 635 determine (di cui 400 sparite dalla pagina dedicata), 59 ditte subappaltatrici in soli quattro anni, ma nessuna informazione su “chi paga le bonifiche” e sulla causa civile fra Regione e costruttori.

Questa mattina, militanti di Radicali Italiani e di +Europa si sono ritrovati sotto il grattacielo in costruzione della Regione Piemonte (Torino, via Nizza  angolo via Passo Buole) per “festeggiare” (si fa per dire) il decimo anniversario dell’inizio dei lavori dell’opera.

Erano presenti,, fra gli altri: Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta), che da un decennio segue i lavori del grattacielo, documentando tutte le criticità sul sito web dell’Associazione Aglietta; Igor Boni (presidente Radicali Italiani); Marco Cavaletto (coordinatore +Europa Torino); Silvio Viale (consigliere comunale a Torino della Lista Civica, componente Radicali Italiani/+Europa).

Giulio Manfredi ha fornito un po’ di numeri, desumibili dalla pagina dedicata alla “Sede Unica” presente nell’home page del sito della Regione (frutto del pungolo radicale):  sono state dedicate al grattacielo, fino ad oggi, ben 50 deliberazioni regionali e 635 determinazioni regionali (ma di quest’ultime solo 229,  relative agli anni 2019/2020/2021 sono elencate nella pagina dedicata -vedi primo link- mentre fino a pochi giorni fa c’erano tutte, a partire dal 2011).

Prima che sparissero le determinazioni, Manfredi ha calcolato che sono state ben  59 i subappalti assegnati fra il giugno 2017 e il giugno 2021. L’elenco delle ditte subappaltatrici è disponibile nel secondo link in calce.

Rispetto alle bonifiche, gli esponenti radicali/+Europa hanno sottolineato come sia stata disattesa la regola aurea “prima si bonifica e poi si costruisce”. Le bonifiche sono iniziate prima dell’apertura del cantiere, sono continuate a cantiere iniziato e, per quanto riguarda la bonifica della falda acquifera da cromo esavalente, continueranno con i dipendenti regionali dentro la struttura (vedi terzo link in calce). “Ci auguriamo che il cattivo esempio del grattacielo non sia applicato alla realizzazione dell’adiacente “Parco della Salute”. Ma se c’è voluto un decennio per il grattacielo, quanto ci vorrà per bonificare i suoli e le falde sotto il futuro “Parco della Salute”?

Sempre in tema di bonifiche, da un anno esatto i radicali attendono risposta  dagli assessori regionali Tronzano e Marrone  a una loro lettera aperta (inviata loro via PEC il 30 novembre 2020, vedi quarto link in calce)) in cui si chiedeva loro di verificare se vi siano gli estremi giuridici per rivalersi per i costi che la Regione (cioè i cittadini contribuenti) hanno sopportato e sopporteranno per le bonifiche dei suoli e delle falde acquifere sotto e attorno al grattacielo (ai sensi dell’art. 253, comma 4, del Codice dell’ambiente, D. lgs. n. 152 del 3/04/2006 s.m.i.).

Infine, Radicali Italiani/+Europa chiedono che nella pagina dedicata vi siano finalmente esaurienti informazioni sulla causa civile in corso fra Regione e ditte costruttrici, che avevano chiesto in passato 65 milioni di euro in più per terminare l’opera. Era stata creata una “commissione per l’accordo bonario” (costata 80.000 euro) per arrivare a una soluzione extragiudiziale. La commissione si accordò su una cifra; tale proposta di accordo fu rifiutata nel maggio 2019 dal Direttore Regionale Risorse Finanziarie e Patrimonio. Giulio Manfredi presentò  un accesso civico per conoscere l’importo della proposta ma gli fu respinto con una determina ad hoc. Un anno fa chiedemmo all’Assessore Tronzano di rivelare tale importo (vedi quinto link in calce). Stiamo ancora aspettando la risposta.

https://www.regione.piemonte.it/web/amministrazione/organizzazione/nuovo-palazzo-della-regione-sede-unica/delibere-determine-documenti-sulla-sede-unica

Elenco ditte subappaltatrici dal giuno 2017 al giugno 2021:
https://www.associazioneaglietta.it/wp-content/uploads/2021/11/Elenco-ditte-subappaltatrici-grattacielo-Regione-giugno-2017giugno-2021.doc

https://www.regione.piemonte.it/web/amministrazione/organizzazione/nuovo-palazzo-della-regione-sede-unica/bonifiche-nellambito-dellex-area-fiat-avio

https://www.associazioneaglietta.it/2020/11/30/chi-inquina-paga-deve-valere-anche-per-grattacielo-regione-e-parco-della-salute-lettera-aperta-radicali-boni-e-manfredi-ad-assessori-marrone-e-tronzano-nel-9-anniversario-iniz/

https://www.associazioneaglietta.it/2020/12/21/grattacielo-regione-piemonte-manfredi-pozzo-senza-fondo-e-poco-trasparente-termine-lavori-nel-2022-nuovo-direttore-lavori-altri-soldi-a-scr-respinto-accesso-civico-radicale-chiedo-ad-assessore-t/

N. B.

Sul sito www.associazioneagglietta.it sono disponibili oltre 90 comunicati stampa sul grattacielo, prodotti dal 2013 fino ad oggi. Basta digitare come chiave di ricerca la parola “grattacielo”.

Sul sito www.radioradicale.it sono disponibili una ventina di interviste fatte a Giulio Manfredi sul grattacielo, a partire dal 2014. Basta digitare come chiave di ricerca “Giulio+Manfredi” e consultare le 11 pagine più recenti.

Minori, Canalis (Pd): centrodestra sordo alle proposte

La consigliera regionale Monica Canalis: “L’interesse prevalente deve essere la la sicurezza, il benessere e la cura del minore, più che la tutela degli adulti. Si rischia di alimentare la contrapposizione tra famiglia e servizi sociali e tra famiglia d’origine e famiglia affidataria.”

«Nell’audizione svoltasi   in IV commissione consiliare, a più riprese il Coordinamento regionale degli Enti Gestori delle Funzioni Socio Assistenziali, l’Ordine regionale degli Assistenti Sociali e il Tavolo regionale affidi hanno chiesto di modificare il titolo e alcuni contenuti fuorvianti o carenti del disegno di legge regionale “Allontanamento zero”.

È ritenuto fuorviante parlare di azzeramento degli allontanamenti o mettere sullo stesso piano l’interesse dei minori e quello dei loro genitori, così come prescrivere sempre e comunque un sussidio economico per le famiglie d’origine o porre vincoli eccessivi ai progetti di sostegno alla famiglia, mentre è ritenuto fortemente carente non prevedere alcuna risorsa economica aggiuntiva, nell’illusione di potenziare i servizi con un bilancio regionale a saldo zero.

Gli allontanamenti sono una misura residuale e temporanea talvolta necessaria alla tutela del minore, che quindi non può e non deve essere azzerata. L’obiettivo primario, sancito dall’ordinamento italiano, non è quello di preservare la convivenza con i genitori, ma di garantire la sicurezza, il benessere e la cura del minore.

Il ddl Caucino, invece, si concentra più sui genitori naturali che sull’interesse del minore e persegue un modello operativo molto teorico, incentrato sui parenti fino al quarto grado e su un Piano Educativo Familiare estremamente rigido, che sembra più che altro teso ad ingabbiare l’operatività dei servizi sociali, sovrapponendosi ai sussidi economici in essere, come l’Assegno Unico e il Reddito di Cittadinanza.

Il testo attuale rischia, pertanto, di alimentare una contrapposizione tra famiglia e servizi sociali, tra diritti del minore e diritti dell’adulto, tra famiglia d’origine e famiglia affidataria, senza mettere un euro in più e, anzi, rallentando il lavoro dei servizi con nuove prescrizioni farraginose e non personalizzate sul singolo caso.

Criticità emerse con chiarezza, ma anche con la massima disponibilità a collaborare per migliorare il testo.

Purtroppo l’assessore Caucino era assente, ed è improbabile che terrà conto dei rilievi provenienti da chi, tutti i giorni, accompagna i minori e le famiglie nelle loro difficoltà».

Pd Regione: beni confiscati, dov’è il bando?

“Abbiamo dovuto suonare la sveglia per evitare che la Regione lasciasse i Comuni senza fondi per il riutilizzo beni confiscati” 

 “E’ inammissibile che negli ultimi tre anni Regione Piemonte non abbia emanato il bando a sostegno dei Comuni per il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie e che solo un nostro intervento abbia risvegliato la Giunta dal suo torpore su un tema che dovrebbe essere, invece, prioritario”. Lo denunciano i Consiglieri Regionali Domenico Rossi e Diego Sarno, a seguito dell’interrogazione che quest’ultimo ha presentato  in Consiglio Regionale, accogliendo con sollievo le rassicurazioni dell’assessore Gabusi che ha annunciato la pubblicazione del bando entro fine anno .

Con l’insediamento della nuova Giunta si era interrotto, infatti, il meccanismo di sostegno regionale, avviato nel 2018 dalla Giunta Chiamparino, nei confronti delle amministrazioni locali. ”Su questi temi non possiamo permetterci di abbassare la guardia né di sottovalutare un fenomeno molto presente anche nella nostra Regione. Sappiamo che la lotta alle mafie si porta avanti non solo con la repressione, ma necessita di azioni sociali e culturali che devono vedere le istituzioni in prima linea. E il riutilizzo sociale dei beni confiscati rappresenta una delle partite più importanti” dichiarano i consiglieri Dem. 
“Gran parte dei beni confiscati sono attività commerciali, appartamenti, ville che necessitano di interventi consistenti per la ristrutturazione e la messa a norma prima dell’assegnazione per scopi sociali” spiegano i consiglieri Dem sottolineando che “è, inoltre, pratica diffusa da parte del detentore del bene di vandalizzare o comunque rendere il bene inagibile prima della confisca in modo da renderlo inutilizzabile senza un consistente investimento da parte dell’ente pubblico che decide di acquisirlo”. Insomma, i Comuni, soprattutto quelli più piccoli, se lasciati soli non hanno alcuna possibilità di acquisire e riqualificare il bene come nel caso del Comune di Courgné in riferimento alla villa del boss ‘ndranghetista Iaria. 
“L’anno scorso avevamo già denunciato la mancata pubblicazione del bando. Eravamo riusciti ad ottenere il recupero delle risorse e la promessa relativa al 2021 con l’approvazione di un emendamento al bilancio di previsione che innalzava la cifra disponibile per queste iniziative a 300mila euro proprio con l’obiettivo di recuperare le annualità in cui il bando non è stato pubblicato. Queste risorse sarebbero andate perdute se non avessimo richiamato l’attenzione dell’amministrazione” commentano Rossi e Sarno.
“Ora vigileremo affinché la promessa raccolta oggi sia mantenuta e il bando venga pubblicato entro la fine dell’anno. E’ fondamentale, infatti, non lasciare soli i comuni e fare in modo che questi immobili, una volta confiscati, siano davvero restituiti alla collettività rappresentando una testimonianza di legalità, giustizia e riscatto civile. Non solo, i beni riutilizzati socialmente assumono un alto valore simbolico e pedagogico, testimonianza di uno stato credibile, capace di riappropriarsi di quanto le mafie hanno sottratto ai cittadini attraverso attività criminali e di restituire alla collettività valore attraverso creazione di lavoro, impresa o attività di sostegno alle fasce deboli” concludono i consiglieri Dem.

Tom Cruise nostrani tra politica e Covid

C’è del marcio in Danimarca. O perlomeno qualcosa non torna. Non riguarda solo il covid. Ma partiamo dal covid. Oramai (purtroppo) è acclamato, siamo alla quarta crisi pandemica. Forse stavolta l’ Italia è un  cicinin meglio messa degli stati europei. Stupisce la Germania. Ma non si può sempre essere i migliori. Anche da noi ci sono le criticità. Come a Biella che per potenziare le vaccinazioni hanno ridotto i centri vaccinali ad uno solo. Geniali,  direi. Ammettendo l’errore vogliono correre ai ripari. Insomma ce n’è sempre una. Ora la principale è che non aspettandosi la nuova  ondata hanno depotenziato tutto l’apparato per vaccinanare, ma non finisce qui. Abbiamo il mostro Tom Cruise (Stefano lo Russo) alle prese con la sua quotidiana giornata di missione impossibile. Da 5 anni vacante il posto di Direttore generale in comune. Del resto che dovrebbe dirigere se mancano oltre 5mila dipendenti. Anagrafe fuori controllo e piazza Baldissera sempre intasata. Sulla raccolta rifiuti la situazione non è quella di Roma, ma ci siamo quasi. Ed intanto Chiaretta prenota, grazie a Conte, un posto per Roma… onorevole s’intende. Qui le cose si complicano un po’ per tutti i partiti.
Tanti pretendenti e meno 40 % dei posti assegnabili. Il più grande rimane Gianni Letta.
Non ha dubbi:  c’è solo il pd senza correnti.
Eppure, noi siamo convinti del contrario. Ci sono le correnti e non il Pd. E già, però noi non siamo segretario nazionale del partito. Del resto è come chiedere al macellaio se la sua carne è buona. Ma un anno è lunghetto.
Presidente della Repubblica? Si fa strada l’idea di una donna. Fa fine e non impegna  più di tanto. Ma che faranno i deputati? Contratteranno. Se mi chiedi questo mi devi dare quest’ altro. Su questo, magari ci sarà il ritorno in carrozza  del Toscanaccio Matteo Renzi. Lui di servizi segreti ed Emirati arabi se ne intende. E se ne intende anche sui modi di finanziare la politica. Sia ben chiaro tutto legale! Sa bene tutto il nostro Gianni letta. Per gli amici solo Gianni. Dai Matteuccio, non fare lo stupidino. Un accordo ci sta sempre bene. Di altro avviso Calenda che da Cuneo lancia la sua crociata contro il renzismo. Scegliete tra me o lui. Sono o no il primo partito a Roma?
Non meglio vanno le cose nel centro destra.
Salvini e Meloni hanno strizzato l’occhio ai no vax. Ma gli è andata male, molto male. Hanno avuto tutti contro, compresi i loro. Giorgetti ha abbozzato, qualche discussione in più e poi : avanti con il governo. Purtroppo non c è solo la politica o il covid. Sia a Roma come a Torino mancano i tecnici e professionisti per gestire i fondi europei. Tradotto:  come correttamente spendere i soldi. E i progetti come sono stati predisposti ? Magari un tanto al chilo. Tanto c’era Mario Draghi che garantiva e garantisce. Un Mario Draghi sempre più stanco. Oramai gli tocca. Obbligatorio andare avanti. Necessario andare avanti. Così abbiamo due Tom Cruise. Uno a Torino e uno a Roma. Stefano Lo Russo e Mario Draghi con storie diverse ma un destino comune. Difficile, molto difficile. Ma tanto necessario per poter contare in un futuro. Abbiamo bisogno di sperare. Tanto bisogno.

Patrizio Tosetto