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Ddl Concorrenza, Molinari (Lega): Regionalizzazione idroelettrico, vittoria autonomia Piemonte

“Il ddl Concorrenza conferma la regionalizzazione del settore idroelettrico. Il testo mette la parola fine ai tentativi maldestri di alcune forze politiche che negli ultimi anni hanno cercato di demolire una delle prime forme concrete di autonomia delle Regioni. Chi ha provato a mettere le mani sui canoni idrici a vantaggio dei concessionari uscenti e con grave torto ai territori montani e pesanti danni erariali, non aveva fatto i conti con la Lega che ha sempre saputo contrastare e respingere queste manovre con un gioco di squadra che ha coinvolto Matteo Salvini e il ministro Giancarlo Giorgetti. Con le procedure di riassegnazione delle concessioni da parte delle Regioni verranno invece riconosciuti canoni adeguati ai territori montani interessati, compensazioni ambientali e forniture di energia gratuita. Dopo oltre 20 anni di stallo, partirà una stagione di grandi investimenti per modernizzare e rilanciare l’idroelettrico, un asset strategico per la nostra nazione per puntare ai target su energia da fonti rinnovabili e per ridurre la nostra dipendenza energetica dall’estero”.

Lo dice in una nota Riccardo Molinari, presidente dei deputati della Lega e coordinatore regionale del Piemonte per il partito.

Rifondazione consegna le firme contro il carovita

In occasione della Giornata Nazionale di mobilitazione lanciata da Rifondazione Comunista, ieri una delegazione del Partito, composta dal Segretario Provinciale Fausto Cristofari, dalla componente della Segreteria Provinciale Marina Loro Piana, da Gianni Destefano, in rappresentanza del Circolo di Nichelino e da Mauro Gualeni, in rappresentanza del Circolo di Settimo Torinese, è stata ricevuta dal Prefetto Vicario di Torino, dott. Lastella. L’iniziativa si è realizzata in parallelo, per ciò che riguarda il Piemonte, con i presidi organizzati a Ivrea, Asti, Biella, Cuneo, Casale Monferrato, Tortona.

Nell’occasione è stata consegnata al rappresentante del Prefetto una prima tranche (circa 800) delle firme raccolte nei mercati e nelle piazze di Torino e provincia, a sostegno della campagna di Rifondazione Comunista contro la guerra e il carovita.

L’iniziativa intende portare l’attenzione sul pesante aumento del carovita e del costo delle bollette, originatosi già prima dell’invasione dell’Ucraina, a causa di speculazioni e privatizzazioni, ed accentuatosi con l’avvento dell’attuale “economia di guerra” perseguita dal governo Draghi.

Nel corso dell’incontro è stata argomentata l’insufficienza e l’iniquità delle misure tampone decise dal governo e sono state illustrate le proposte alternative di Rifondazione Comunista: blocco dell’aumento delle bollette; introduzione di un calmiere sui generi di prima necessità; aumento degli stipendi e delle pensioni; introduzione di un meccanismo di recupero degli stipendi rispetto all’inflazione. Le risorse per attuare queste urgenti misure sono reperibili utilizzando gli extraprofitti delle aziende che lucrano su produzione e distribuzione dell’energia e istituendo una tassa sulle ricchezze superiori a un milione di euro.

Il Prefetto Vicario, in base alle proprie prerogative, si è impegnato a rappresentare tali valutazioni e proposte direttamente al governo.

La campagna di raccolta firme da parte di Rifondazione Comunista proseguirà nel corso delle prossime settimane.

Osvaldo Napoli: Torino merita il Centro Intelligenza Artificiale

Dichiarazione dell’on. Osvaldo Napoli (Azione), parlamentare piemontese:

     C’è una legge del Parlamento a cui il governo deve dare seguito. Quella legge prevede che sia insediato a Torino il Centro per l’intelligenza artificiale. Lo sa il ministro Messa, lo sa il sindaco Lo Russo, lo sanno i torinesi. Quindi si tratta di chiarire uno spiacevole equivoco. Sono certo che il sindaco vigilerà perché tutto sia chiarito.

Panza (Lega) – Autonomia idroelettrica: confermata nel DDL Concorrenza la regionalizzazione

Concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche

La riassegnazione delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche non verrà modificata dal DDL Concorrenza. I beni costituenti quelle che vengono definite le “opere bagnate” infatti passeranno senza compenso in proprietà alle Regioni o alle Province Autonome, che potranno poi procedere a riassegnarne l’utilizzo, non la proprietà che rimane in capo alle regioni, andando a stipulare nuovi contratti di concessione. Questo permetterà di rivedere i contratti di concessione siglati nel passato, alcuni anche 70 anni fa, con gli operatori idroelettrici.
I nuovi contratti di concessione saranno una straordinaria occasione di sviluppo – dichiara l’europarlamentare Alessandro Panza, responsabile delle politiche per le aree montane della Lega –  che porterà risorse e benefici ai territori dove sono allocati i grandi impianti delle centrali idroelettriche. Consentiranno un’equa remunerazione all’operatore che si aggiudicherà la concessione per il periodo previsto, da 30 fino a 50 anni, e saranno improntati alla tutela dei territori, agli investimenti sugli impianti e alla gestione coordinata delle risorse idriche, conciliando i diversi interessi legati agli impianti e ai territori, passando dallo sviluppo degli impianti alla fruizione della montagna, dalla gestione dei livelli dei laghi alle necessità dell’irrigazione.
Doveroso il ringraziamento al senatore Paolo Ripamonti, relatore del provvedimento al Senato, in un grande lavoro della Lega che ha concretamente tutelato i territori e che con questo provvedimento dà un impulso significativo anche a quel concetto di autonomia che tanto ci è caro – conclude Panza.
Così in una nota l’europarlamentare Alessandro Panza,  responsabile delle politiche per le aree montane della Lega

Tagli Iveco, Costanzo: Orlando si attivi

“SI ADOPERI PERCHE’ VENGANO INGLOBATI IN IVECO CON CLAUSOLA SOCIALE”

“Da settimane gli operai di Meridiana, cooperativa cui Iveco ha appaltato la logistica, scendono in piazza e scioperano contro il licenziamento collettivo di 40 lavoratori. Il motivo è che Iveco ha optato per l’internalizzazione delle attività di Meridiana e ora vuole lasciare a casa chi per anni ha contribuito a portare avanti il gruppo. Trovo inspiegabile e vergognoso che Iveco – che produce veicoli industriali e bellici sta vivendo un periodo roseo, anche grazie al conflitto in Ucraina decida di lasciare a casa numerosi operai specializzati e di lunga esperienza. Per questo ho depositato un’interrogazione al Ministro Orlando: batta un colpo e per una volta si faccia sentire. I lavoratori devono essere immediatamente inglobati in Iveco attraverso la clausola sociale che favorisce la stabilità occupazionale del personale impiegato”. Così in una nota la deputata Jessica Costanzo (Italexit).

Pd: taglio ferrovie, l’assessore riferisca

Il consigliere regionale Alberto AVETTA: “Il Piemonte continua a ridurre i km su ferro. Tagliare una corsa in treno non è risparmio, è un danno per l’ambiente e per la qualità della vita.”

 

«Tutto tace sul nuovo contratto di servizio con Trenitalia. Più volte rinviata, l’entrata in vigore è stata annunciata per luglio, ma, ad oggi, non solo non ci sono conferme, ma c’è il fondato timore che il nuovo accordo cristallizzerà il taglio del 20% del servizio ferroviario regionale. Una preoccupazione evidenziata con forza dai comitati dei pendolari piemontesi auditi questa mattina in II Commissione, che hanno illustrato con precisione le tante criticità del trasporto ferroviario regionale più volte denunciate. Dal momento che l’assessore Marco Gabusi aveva indicato al 1 luglio come data di entrata in vigore del contratto, gli chiederò di riferire in Commissione per capire quali linee saranno tagliate nel caso venga confermato il taglio del 20% del servizio ferroviario regionale». Lo afferma il vice Presidente della Commissione Trasporti e consigliere regionale del Pd Alberto AVETTA, commentando l’audizione dei comitati dei pendolari, che si è svolta stamane a Palazzo Lascaris. I pendolari hanno segnalato i tagli delle corse e la riduzione dei treni sulle linee Torino-Chivasso-Milano, Torino-Ivrea-Aosta, Limone-Torino-Cuneo, Santhià-Biella-Novara, Asti-Acqui Terme, Alessandria-Casale-Chivasso, oltre ai tagli sulle corse del fine settimana. «È chiaro che se si dovesse confermare il taglio del 20% e non migliorare il servizio, sarà impensabile ridurre il traffico privato, migliorare la qualità dell’aria e contrastare lo spopolamento delle aree perifericheaggiunge ancora il consigliere Alberto AVETTA-La Giunta Cirio pensa che una corsa tagliata sia solo un risparmio di spesa: è profondamente sbagliato. Tagliare una corsa in treno significa fare un danno diretto alla nostra qualità di vita, sia in termini ambientali e sanitari sia sotto l’aspetto sociale. Il trasporto collettivo su ferro è il più sostenibile. Non a caso l’Europa ha destinato risorse mai viste per favorire lo sviluppo delle ferrovie. E il Piemonte che fa? Ci sono solo 5 regioni in cui i km su ferro sono diminuiti: una di queste è il Piemonte. Dobbiamo invertire questa tendenza. Su tutto questo l’assessore Gabusi deve venire a discutere in Commissione».

Rdc: Ruffino (Azione) “sosteniamo chi e’ in difficolta’ con occupazione duratura”

“Del reddito di cittadinanza non c’e’ nulla da migliorare bisogna solo abolirlo perche’ la misura, cosi come e’ stata concepita, ha dimostrato di essere inutile. Non ha stimolato la gente a trovare lavoro, confermando anche l’inutilita’ dei navigator che dovevano trovare occupazione a chi percepiva il reddito, ed ha permesso ai soliti furbi, troppi, tra cui tanti delinquenti, di prendere del denaro senza che avessero i requisiti richiesti”. Dichiara in una nota la deputata di Azione, Daniela Ruffino. “Noi siamo d’accordo a sostenere chi è in difficoltà ma costruendo le opportunità per una occupazione reale e duratura, su questo si deve concentrare il governo Draghi in questa parte finale della legislatura. Non si possono mettere in conto al governo le difficoltà politiche di Conte che cosi pensa di sviare l’attenzione dalle sempre più evidenti tragicità dei 5 Stelle, sperando cosi di non andare sotto il 10% alle prossime elezioni politiche”, conclude.

Ciriaco De Mita, un faro che continua a illuminare

 

La scomparsa di Ciriaco De Mita, dell’amico e Presidente Ciriaco, è una di quelle notizie che non avremmo mai voluto sentire e ascoltare. Per un motivo molto semplice, anzi persin banale. Perchè, per chi come me e quelli della mia generazione, hanno maturato e coltivato la passione e la militanza politica a fine anni settanta e nei primi anni ottanta, Ciriaco è sempre stato un leader da ascoltare, da cui si imparava sempre e con cui ci si confrontava. Seppur con difficoltà e qualche timore reverenziale. Con De Mita ho sempre avuto un rapporto diretto e anche aperto: durante la mia lunga presenza nel Movimento Giovanile Dc a livello nazionale e poi in Parlamento e nelle chiacchierate sporadiche degli ultimi anni. E questo avvenne per un motivo preciso, che prescindeva dalla mia persona. Il motivo vero era che Ciriaco sapeva che ero stato “l’ultimo” allievo di Carlo Donat-Cattin, suo grande oppositore politico e, al contempo, suo grande amico personale. E non perdeva occasione per spiegarmi e spiegare nei vari capannelli che si formavano attorno a lui gli “errori” politici della sinistra sociale di Forze Nuove, malgrado l’intelligenza politica e il coraggio di Donat-Cattin, nel giudicare e nell’affrontare il “rinnovamento” del partito che lui, Ciriaco, aveva impresso al partito durante gli anni della sua segreteria nazionale.
Ma, al di là di questa digressione personale, è indubbio che De Mita incarnava emblematicamente tutte quelle qualità che fanno di un politico un leader e uno statista. E cioè, intelligenza politica, capacità di guida, una precisa e definita cultura poltiica, coraggio e un consenso reale nel partito e, soprattutto, nella società di riferimento.
Rileggere il magistero politico, culturale ed istituzionale di Ciriaco De Mita sarà un preciso compito di tutti coloro che continuano ad avere a cuore il popolarismo di matrice sturziana, la strategia degasperiana e il pensiero moroteo. “Senza un pensiero è inutile l’impegno politico” amava ripetere con ossessione negli ultimi tempi. Perchè, forse, si rendeva conto che la politica stessa era sempre più dissociata dal pensiero e dalla cultura al punto che la politica si riduce a solo pragmatismo avaloriale, a trasformismo politico e ad opportunismo parlamentare. Ma quello che sarà interessante rileggere, almeno per noi cattolici popolari e cattolici democratici, è indagare sul percorso politico e culturale di De Mita dopo la fine della Democrazia Cristiana e il decollo di una stagione all’insegna della personalizzazione della politica, della spettacolarizzazione e della sostanziale assenza di riferimenti ideali e culturali. Un percorso che ha evidenziato la difficoltà del pensiero popolare e cristiano democratico a trovare una reale e nuova cittadinanza attiva nella cittadella politica italiana. Eppure Ciriaco, testardamente, e giustamente, sino alla fine ci ha raccomandati a non indebolire, a non emarginare e, soprattutto, a non archiviare quella tradizione culturale e politica – il popolarismo cristianamente ispirato, appunto – che resta l’unica a conservare una bruciante attualità e una altrettanto moderna contemporaneità nel panorama politico italiano ed europeo.
E da De Mita, dunque, si riparte. Per questo Ciriaco resta un faro che continua ad illuminarci e a cui dobbiamo continuare a guardare. Contro il “nulla della politica” per dirla con Martinazzoli e per la costruzione reale ed autentica del “bene comune”.

Giorgio Merlo

Edoardo Calleri di Sala e la Dc piemontese

27 maggio 2022 – Ore 17:30 Polo del ‘900, Via del Carmine 14, Sala ‘900

Ingresso in Sala ‘900 con prenotazione obbligatoria
registrandosi al seguente
 link

L’evento sarà trasmesso anche in diretta streaming
sul canale Facebook e sul sito della Fondazione

www.fondazionedonatcattin.it

Per partecipare agli eventi che si svolgono al chiuso è obbligatorio
l’utilizzo della mascherina Ffp2

Edoardo Calleri di Sala è stato uno degli esponenti più importanti della Democrazia Cristiana piemontese. Leader della componente moderata del partito (i cosiddetti “dorotei”), è stato Sindaco di Moncalieri, Presidente della Cassa di Risparmio di Torino e dell’Italcasse, segretario regionale della DC ed infine Presidente della Regione Piemonte. Nel lavoro che la Fondazione Carlo Donat-Cattin ha avviato per lo studio del cattolicesimo politico piemontese, nelle sue diversità e complessità, la sua figura assume un rilievo significativo. Sarà possibile approfondirne il ruolo attraverso l’Archivio, che la famiglia ha messo a disposizione della Fondazione. L’incontro, che avviene nel decennale della scomparsa, sarà un primo momento di confronto per impostare l’attività di studio e ricerca sulle “carte Calleri”.

Parco Berlinguer, Ravinale e Grimaldi (SE): Si dia corso all’intitolazione 

 

“Ho chiesto al Presidente del Consiglio comunale di dare corso all’intitolazione del Parco Dora a Enrico Berlinguer, già stata autorizzata dalla Commissione Toponomastica nel 2013 e deliberata dalla Giunta Comunale nel 2014. Proprio oggi ricorre il centenario della nascita del politico e segretario del Partito Comunista Italiano che è stato una delle figure chiave dell’evoluzione civile e democratica di questo Paese. L’area Vitali – la zona centrale del Parco Dora dove sorgeva lo stabilimento delle Ferriere Fiat – è un luogo simbolo del lavoro, da un lato, e della riconversione e restituzione all’arte, alla cultura e alla cittadinanza delle aree industriali dismesse, dall’altro” – dichiara la Capogruppo in Consiglio comunale di Sinistra Ecologista, Alice Ravinale.

“Quella di far diventare ‘Parco Enrico Berlinguer’ l’area posta nell’esoscheletro dello strippaggio fu una delle ultime proposte che – come primo firmatario insieme a tanti colleghi e colleghe –  chiesi e ottenni in sede di Commissione Toponomastica” – prosegue il Capogruppo in Regione di Liberi Uguali Verdi ed esponente di Sinistra Ecologista, Marco Grimaldi. – “È un atto a cui tengo molto perché, come scrivemmo allora nella delibera, Berlinguer ‘merita un’intitolazione adeguata al suo profilo’ di uomo e leader politico impegnato ogni giorno per costruire ‘una società che rispettasse tutte le libertà meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani’, ma anche perché ‘nel Parco Dora si realizzerebbe una felice saldatura fra la storia che quel luogo rappresenta e la figura di un eminente dirigente del movimento operaio’”.

“Chi conosce la storia della nostra città avrà in mente le immagini di uno dei momenti più emozionanti e drammatici” – concludono Grimaldi e Ravinale: – “nel 1980, durante il duro conflitto dei 35 giorni di lotta ai cancelli di Mirafiori, quando Berlinguer fu circondato dal calore di migliaia di operai e persone accalcate davanti alla Fiat, cariche di speranza in un futuro più giusto”.