“Gli attacchi e le contestazioni ai vertici politici della Città Metropolitana sono del tutto fuori luogo
e fuori tempo. E questo non solo perchè con la gestione Lorusso/Suppo c’è stato un significativo
salto di qualità a livello politico ed amministrativo dopo le deludenti e persin incommentabili
stagioni guidate da Fassino e da Appendino.
È migliorato, con il Sindaco Lorusso e il Vice
Sindaco Suppo, il raccordo concreto con gli amministratori locali, soprattutto della seconda
cintura torinese e, soprattutto, la stessa Città Metropolitana è ridiventata un livello istituzionale
stimato e riconosciuto tra i Comuni e la Regione Piemonte.
Semmai, se si vuole nuovamente avere un livello istituzionale intermedio credibile, funzionale,
efficiente e vicino alle esigenze e alle istanze dei piccoli comuni – in particolare per come è
organizzato il territorio della provincia di Torino – si rende sempre più necessario ed indispensabile
far ritornare l’ente Provincia. E questo, come ovvio, non per una regressione nostalgica ma, al
contrario, per ridare funzionalità ed efficienza ad un livello istituzionale che, oggettivamente e per
svariate motivazioni, non può essere assolto dall’attuale Città metropolitana. Certo, quando si
fanno riforme dettate esclusivamente dal populismo anti politico e demagogico e che poi vengono
avallate da politici irresponsabili come Del Rio che non si pongono neanche il problema delle
ricadute concrete ed immediate di quelle pseudo riforme, è inevitabile che si generano solo caos,
confusione ed inefficienza. E così, del resto, è concretamente capitato.
Ecco perchè è necessario condividere e assecondare la volontà politica del Governo nazionale di
far ritornare le Province. Rivedendo, come ovvio, la composizione degli organi ma ridando quei
ruoli e quelle funzioni istituzionali che erano, restano e saranno decisive per il concreto governo
dei nostri territori. E, nello specifico, di quei territori come la provincia di Torino fatta da molti
piccoli comuni, soprattutto montani, e che non può essere governata con i criteri con cui si
governa Torino e la prima cintura. E proprio grazie anche al lavoro condotto sino ad oggi dal
Sindaco metropolitano Lorusso e dal Vice Sindaco Suppo si può centrare questo obiettivo politico
ed istituzionale a livello nazionale”.
Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.
Mauro Maurino, Vice Sindaco Pragelato.


Ho partecipato volentieri all’inaugurazione in via della Consolata del giardino intitolato a Maria Magnani Noya, prima donna sindaco di Torino, parlamentare italiana ed europea del PSI, il partito a cui aderì dopo una militanza nel partito radicale di Pannunzio e di Villabruna, una eredità che Maria riconobbe nel Centro Pannunzio che frequento’ assiduamente. Era una donna inflessibile ed onesta, capace e generosa. Tornando in taxi dalla cerimonia, mi è capitato di imbattermi in un taxista che, intuendo da dove arrivassi, mi ha detto brutalmente che la Magnani Noya era stata una “ladrona”. Avrei voluto scendere dal taxi, ma poi ho scelto di spiegare al giustiziere forse grillino che, se dei ladri ci furono per lo stadio delle Alpi del ‘90, essi furono altri, non certo lei che, tra il resto, era un grande avvocato che non ebbe mai bisogno della politica per vivere agiatamente. Ho apprezzato tutti gli interventi anche di persone estranee, se non avversarie del socialismo riformista. Come sindaco Maria non riuscì a far ripartire la Metropolitana che le giunte rosse avevano bloccato in modo sciagurato. Troppi dissidi e personalismi dividevano la giunta da lei presieduta che pure portò conclusione il piano regolatore ed avviò opere importanti.