“Lunedì prossimo nell’aula della Camera ci sarà la discussione generale del ddl Concorrenza, senza l’articolo 10. La norma sui taxi è stata infatti stralciata sbloccando cosi una riforma importante e chiesta dall’Europa per il Pnrr. Una vittoria del buonsenso auspicata dalla Lega e dai lavoratori. Se il governo ci avesse seguito subito avremmo evitato le sabbie mobili in cui si era impantanato. Siamo pronti cosi per una rapida approvazione del ddl Concorrenza. Ora bisogna concentrarsi sui decreti attuativi per completare l’iter della riforma previsto dalla legge 12 del 2019 su piattaforme tecnologiche, registro delle imprese e foglio di servizio elettronico per tutelare il modello di Tpl non di linea fondato su decine di migliaia di piccole imprese artigiane e su un tessuto cooperativo di grande valore”.
Lo dicono in una nota i deputati della lega in Commissione Trasporti Elena Maccanti (capogruppo) ed Edoardo Rixi, responsabile dipartimento Infrastrutture.
Per fermare crisi climatica e sociale.
«Una probabile verità: quest’alleanza di governo non avrebbe comunque retto l’urto di una finanziaria che molti non volevano votare. E forse l’unico appello davvero sensato, ben più che pregare Draghi di restare, sarebbe stato un richiamo alle forze di governo affinché approvassero la manovra e non lasciassero il Paese senza un intervento in grado di affrontare i veri problemi.
Le destre ruggiscono sicure di governare a breve. Se pensate che la partita sia chiusa, fermatevi: questo post non fa per voi. Se invece avete qualche minuto proverò a scrivere ciò che penso si debba fare.
I ragazzi e le ragazze di oggi hanno paura di sognare o anche solo immaginare il proprio futuro sul nostro pianeta fra 10, 20 o 30 anni. Sanno che le secche dei laghi, l’erosione inarrestabile dei ghiacciai, la siccità che uccide prati e raccolti, gli incendi che divorano i boschi non sono gli effetti di una strana estate. Sanno che sono la vigilia di anni sempre più duri, se non agiremo ora e in maniera radicalmente coraggiosa sulla crisi climatica. Con un programma di vera riconversione energetica, con un investimento enorme sul trasporto pubblico, con un piano di riforestazione del Paese. Non sono loro l’ultima e l’unica generazione che potrà fermare tutto questo. Lo sono tutte quelle che vivono oggi in Italia e sul pianeta Terra.
Tanti e tante non riescono a vivere con dignità nemmeno il presente. La crisi sociale – che può essere affrontata solo insieme alla crisi ambientale – ci impone di agire sul salario minimo legale, sulla fine dei contratti pirata, sul rinnovo di tutti i contratti collettivi nazionali, su una vera legge sulla rappresentanza del lavoro, sull’estensione del reddito di cittadinanza, sulla parità salariale fra uomini e donne, sulla riduzione e redistribuzione dei tempi di lavoro, sulla garanzia di una pensione agli adulti e ai giovani di oggi.
I diritti delle persone non sono ancora pieni. Continua a mancare una norma che permetta il riconoscimento di entrambi i genitori per i figli di coppie omogenitoriali. Continua a mancare un congedo di paternità che consenta una vera redistribuzione del carico famigliare. Ancora i bambini e le bambine nati qui da genitori stranieri non sono considerati cittadini italiani. Ancora permangono la vergogna dei Centri per la Permanenza e il Rimpatrio e della legge Bossi-Fini.
Ci sono battaglie vitali che dobbiamo portare avanti e vincere, solo attorno a queste si possono immaginare future alleanze. I campi non sono solo larghi o stretti. I campi devono essere fertili, hanno bisogno di acqua, di sole e soprattutto di lavoro e sudore.
Immagino molte delle vostre obiezioni. Ma no, questo non è un programma della sinistra radicale o degli ambientalisti della prima ora: sono urgenze di sopravvivenza, civiltà, giustizia e democrazia senza cui non usciremo da questa crisi.
Solo lasciando che a rappresentarle e dar loro voce siano figure davvero capaci, appassionate, autorevoli per l’intelligenza e non per il nome, potremo farle diventare proposta concreta. Nessuno ha già vinto, ma dobbiamo sapere che cosa ci stiamo giocando».
Pubblichiamo la nota della senatrice torinese della Lega Marzia Casolati, capogruppo in commissione Femminicidio a Palazzo Madama.
“L’ennesimo tentativo di stupro da parte di un immigrato irregolare nei confronti di una giovane donna, testimonia ancora una volta una gestione fallimentare dell’accoglienza. Stavolta, la vittima si trovava ad attendere l’autobus, non nel quartiere ‘Barriera di Milano’, ma Crocetta, in pieno centro a Torino. Si è evitato il peggio solo grazie al coraggio di un passante che fortunatamente transitava lì in quel momento. Un ringraziamento alle Forze dell’Ordine che, prontamente intervenute, hanno fermato subito il trentaduenne di Angola. Ma quanto accaduto merita una profonda riflessione. Nelle nostre coste, gli sbarchi proseguono senza sosta, con l’arrivo di migliaia di immigrati irregolari. Basta con la retorica buonista dell’accoglienza di certa sinistra. Auspico non accadano più episodi del genere. La Lega è e sarà sempre contro l’immigrazione irregolare e contro ogni forma di violenza”.
Mala tempora currunt
Stavolta ho toppato di brutto. Credevo che alla fine Mario Draghi l’avrebbe sfangata.
Concessioni idroelettriche, interviene il Pd
“ABBIAMO RIMEDIATO AGLI ERRORI DELLA GIUNTA CIRIO”
Il consigliere regionale Alberto Avetta: “Cirio e la sua maggioranza non ascoltano gli avvisi del Pd e preferiscono farsi bacchettare dal Governo, a scapito dei piemontesi”
«Il Consiglio regionale è intervenuto per mettere una pezza agli errori commessi con ostinazione dalla Giunta Cirio in materia di grandi derivazioni ad uso idroelettrico (le cd. “concessioni): infatti, la legge regionale è stata impugnata dal Governo davanti alla Corte Costituzionale per diversi profili di illegittimità, a cominciare dall’esclusione delle domande di nuove concessioni. Ancora una volta la Giunta Cirio si è fatta bacchettare dal Governo e abbiamo perso più di un anno. Questi errori di presunzione li pagano i piemontesi. E questo nonostante il Pd avesse avvisato la Giunta che quella legge era scritta male e che avrebbe esposto la Regione Piemonte al ricorso del Governo. Cosa puntualmente accaduta. Come spesso capita a Cirio e ai suoi assessori quando mettono il naso fuori dal cortile di casa». Lo afferma il consigliere regionale Alberto AVETTA a margine dell’approvazione a Palazzo Lascaris del Disegno di legge regionale 22 giugno 2022, n. 212 “Modifiche alla legge regionale 29 ottobre 2020, n. 26 (Assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico)”. «Registriamo una certa difficoltà da parte della Giunta e della sua maggioranza quando si devono scrivere leggi che hanno un impatto significativo, che coinvolgono interessi complessi ed articolati e che devono essere coerenti con l’impianto legislativo nazionale ed europeo. Leggi un po’ più complesse di quelle, pur importanti, sulla Festa del Piemonte, che però hanno impegnato l’Aula per settimane, quando invece sarebbe urgente concentrarsi su temi ben più dirimenti rispetto al futuro economico e sociale dei nostri territori. Gli amici delle destre pensano che la tanto sbandierata autonomia del Piemonte si traduca in “a casa nostra facciamo come vogliamo”. Ma non funziona così. E anche stavolta – e per fortuna – qualcuno ha imposto loro la marcia indietro”
Gioia e soddisfazione per l’approvazione, in Consiglio Regionale, del testo unificato della Legge sui Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, con il quale sarà possibile cambiare la vita delle ragazze e dei ragazzi colpiti da queste patologie e delle loro famiglie. Sostegno alle famiglie stesse, domiciliarità (con l’approvazione di un Ordine del Giorno specifico), prevenzione, uniformità della rete di servizi su tutto il territorio, formazione dei medici e presso le scuole sono alcuni degli elementi peculiari del testo: ci assicureremo che la Giunta e la Direzione Sanitaria mettano in campo tutte le misure, anche finanziarie, previste dalla Legge.
Passa in Consiglio Regionale quella che è, in questo momento, la Legge più avanzata a livello nazionale in tema dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione: la soddisfazione è grande, sia per la qualità del lavoro svolto in collaborazione con le altre forze politiche sia, soprattutto, per il risultato raggiunto. Siamo stati i primi, come Moderati, a presentare a giugno 2021 una Proposta di Legge sul tema della “Prevenzione, diagnosi e cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare e misure di sostegno per le famiglie coinvolte”, seguiti poi da tre altre forze politiche di Minoranza e di Maggioranza. Il risultato è un testo – quello unificato delle Proposte di Legge numero 148, 149, 162 e 167 sul tema delle “Disposizioni per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e per il sostegno ai pazienti e alle loro famiglie”, votato e approvato – capace di rispecchiare le esigenze e le richieste delle Associazioni, con le quali la collaborazione è stata costante, e di rappresentare un sostegno reale non solo alle ragazze e ai ragazzi con disturbi dell’alimentazione, ma alle loro famiglie, che con i disturbi dell’alimentazione hanno quotidianamente e drammaticamente a che fare.
Questa Legge si concentra sull’urgenza di una diagnosi precoce, della prevenzione, della formazione del personale medico e infermieristico, di percorsi di informazione e sensibilizzazione nelle scuole, del sostegno alle ragazze, ai ragazzi e alle famiglie anche dopo la fase acuta. Abbiamo sottolineato con forza che, tra i luoghi di cura, va inserita a tutti gli effetti la fase della domiciliarità, nei casi in cui le condizioni materiali e ambientali lo consentano. Sappiamo quanto cruciale sia, da questo punto di vista, l’assistenza al pasto, momento delicato nel quale i ragazzi e le famiglie non devono essere lasciati soli. Proprio in tema di domiciliarità, con un Ordine del Giorno approvato all’unanimità abbiamo voluto sottolineare questo aspetto e quello, strettamente connesso, del sostegno alle famiglie: l’atto impegna la Giunta a inserire nel Piano di progetto biennale la domiciliarità delle cure per i soggetti con DNA come linea di azione principale del Piano, sostenendo tale intervento con le adeguate risorse finanziarie a valere sul Fondo DNA.
Decisiva la scelta, che rivendichiamo con forza e che abbiamo proposto dall’inizio, di prevedere risorse economiche consistenti e specifiche per questa Legge. Ci assicureremo che la Giunta e la Direzione Sanitaria impieghino tutte le misure della Legge e le risorse economiche nazionali in arrivo anche sul Piemonte. Abbiamo voluto prevedere una Rete di Servizi uniforme su tutto il territorio, dal momento che non è tollerabile che il reddito familiare e il luogo di residenza siano variabili dalle quali finisca per dipendere l’esito di un percorso di cura. Anche su questo dovremo aprire un ragionamento dialogando con il Privato Sociale.
Abbiamo a oggi flussi enormi di turismo sanitario su questi temi: i numeri sono drammatici e in ulteriore aumento dopo due anni di pandemia. Ogni anno sono diagnosticati in Piemonte 260 nuovi casi di anoressia e 450 di bulimia, dati nei quali non confluisce il cosiddetto “sommerso”. Secondo Eurispes, oltre 2 milioni di ragazzi tra i 12 e i 25 anni soffrono, a livello nazionale, di disturbi del comportamento alimentare. Al dato quantitativo, di per sé impressionante, si aggiunge il fatto che questo fenomeno, anche quando riconosciuto come tale, è spesso sottovalutato sia da chi ne soffre che dai familiari. I DNA non sono un fenomeno che scompare con la fine dell’adolescenza, ma possono cronicizzarsi e continuare anche in età adulta. Farsi carico delle ragazze e dei ragazzi con disturbi del comportamento alimentare è compito dell’intera comunità. Fondamentale è la collaborazione con il Terzo Settore e con le Associazioni, ambiti nei quali le famiglie possono trovare aiuto e darsi reciprocamente sostegno nell’ambito di un percorso comune. Siamo convinti che, anche in questo ambito, debba essere rispettato il principio del “Niente su di noi senza di noi”.
Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.
È stata approvata dal Consiglio Regionale del Piemonte la Pdl sui “disturbi alimentari” promossa dal consigliere di Fratelli d’Italia Carlo Riva Vercellotti e sostenuta dall’assessore alle politiche sociali Maurizio Marrone.
“Grazie all’approvazione di questo testo – spiegano Marrone e Riva – in Piemonte verranno promossi interventi volti alla cura dei disturbi della nutrizione e potenziata l’offerta dei servizi e delle prestazioni. L’obiettivo è mettere in atto azioni per il riconoscimento, l’informazione, la sensibilizzazione e la formazione, riservando una particolare attenzione all’età evolutiva per una precoce presa in carico. La Regione Piemonte è al fianco delle nostre famiglie: nessun giovane adolescente o preadolescente, nessun malato, nessuna famiglia dovrà trovarsi sola e smarrita di fronte alla terribile esperienza dell’anoressia e della bulimia. Un impegno certamente difficile che con il voto odierno troverà finalmente una nuova cornice, nuovi strumenti e dispositivi messi in campo dalle Istituzioni sanitarie regionali”.
“La crisi pandemica ha incrementato purtroppo il fenomeno dei disturbi alimentari – prosegue Carlo Riva Vercellotti, – . È per questo che un anno fa, insieme al gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, decisi di proporre un progetto di legge finalizzato ad individuare modalità innovative di intervento, viste anche le numerose sollecitazioni che ci pervenivano da comunità locali, istituzioni e famiglie. Da qui – spiega Riva Vercellotti- è iniziato un percorso virtuoso che ha consentito di ascoltare e recepire nel tavolo tecnico avviato e poi in sede di Commissione Sanità indicazioni e suggerimenti di colleghi, esperti, Sindaci, famiglie, associazioni, fino all’approvazione in Commissione lo scorso giugno di una proposta capace di scrivere un testo che raccogliesse le necessità della nostra regione”.
“Soffrire di un disturbo dell’alimentazione – conclude l’assessore Marrone – sconvolge la vita di una persona e ne limita le sue capacità relazionali, lavorative e sociali. Solo una piccola percentuale di persone che soffrono di un disturbo dell’alimentazione chiede aiuto. Si questo il ruolo del Terzo settore sarà determinante”.
Contrastare i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (Dna) con un approccio nuovo, potenziando l’offerta dei servizi e delle prestazioni e riconoscendo il ruolo fondamentale delle famiglie nei percorsi di prevenzione e di cura. È quanto si propone il Testo unificato delle quattro Pdl in materia, presentate dai primi firmatari Silvio Magliano (Moderati), Domenico Rossi (Pd), Carlo Riva Vercellotti (Fdi) e Sara Zambaia (Lega), approvato all’unanimità dall’Assemblea regionale.
Il provvedimento stanzia 1,9 milioni di euro per il biennio 2022-2023 (un milione per quest’anno e 900 mila per il 2023) per interventi regionali di sostegno ai nuclei familiari e ad associazioni ed enti del Terzo settore che si occupano di pazienti e famigliari e per potenziare la Rete dei servizi regionali per la prevenzione e la cura.
Approvato all’unanimità anche l’atto di indirizzo presentato da Magliano, che impegna la Giunta a inserire, nel Piano di progetto biennale che la Regione deve adottare, la domiciliarità delle cure per i soggetti con Dna.
“Abbiamo approvato una legge moderna e snella, frutto di un lavoro sinergico tra tutte le forze politiche – ha detto la relatrice di maggioranza Zambaia -. Finalmente cambia l’approccio alla patologia, di cui viene riconosciuta la specificità; vengono introdotti elementi di innovazione, come la Rete dei servizi regionali per la prevenzione e la cura, l’Osservatorio di esperti, il riconoscimento del sostegno alle famiglie, l’investimento in formazione”.
“Un provvedimento che è motivo di orgoglio per il Piemonte – ha evidenziato il relatore di minoranza Magliano – ben più avanti di altre leggi regionali in materia. Con l’Odg votato dall’Aula ribadiamo l’importanza di una rete che funzioni e di pari opportunità su tutto il territorio, come le associazioni dei famigliari ci hanno chiesto”.
Riva Vercellotti, relatore di maggioranza, ha espresso soddisfazione per “un testo di legge esemplare nella capacità di delineare nuove strategie di contrasto al problema dei disturbi alimentari, ma anche come modello di buona politica. Abbiamo voluto dare risposte sulla base delle esigenze specifiche della nostra regione, puntando su omogeneità dei servizi e luoghi di cura specifici per questa patologia”.
Per Rossi, relatore di minoranza, “L’emergenza Covid ha solo ulteriormente evidenziato il rapporto tra disagio psico-sociale e disturbi alimentari. Un problema doloroso che coinvolge più di 200mila piemontesi e che affrontiamo con un testo che tocca tutte le principali questioni legate alla prevenzione e alla cura, anche grazie a un contributo straordinario del Governo che ci permette di incrementare le risorse a disposizione, per complessivi 1,9 milioni di euro in due anni”.
Ivano Martinetti (M4s), relatore di minoranza, ha dichiarato: “Da parte nostra abbiamo posto l’accento sulla necessità di portare avanti un lavoro di squadra, multidisciplinare, il più possibile allargato a professionisti medici ed al contributo delle famiglie. Occorre superare l’approccio esclusivamente di natura psichiatrica, considerando invece tutti i risvolti che il disturbo può comportare”. Suoi diversi emendamenti al testo che hanno avuto il voto favorevole dell’Aula.
La legge prevede che, entro 180 giorni dall’entrata in vigore, la Giunta costituisca la già citata Rete dei servizi, coordinata dall’assessorato alla Sanità e composta dai centri dedicati all’interno di Aziende sanitarie e ospedaliere e dei privati accreditati che si occupano di Dna, per offrire ai pazienti una presa in carico globale. Sarà anche costituito uno specifico Osservatorio regionale con il compito di monitorare le casistiche, le attività, le prestazioni sociali e sanitarie, raccogliere i dati epidemiologici sulla diffusione dei Dna.
Altre misure da segnalare sono l’attivazione del “codice lilla” presso il Pronto soccorso di ogni ospedale e di attività di screening per il riconoscimento dei Dna in ambito scolastico, sportivo e di aggregazione giovanile. Non mancano iniziative per la formazione dei medici e di tutto il personale coinvolto nella presa in carico del paziente, oltre che per i docenti delle scuole e i nuclei famigliari delle persone con Dna.
Al dibattito hanno preso parte tutte le forze politiche, che hanno espresso unanime soddisfazione per l’approvazione della legge.
Covid, Pd: effetti allarmanti su medici e operatori
I consiglieri Domenico Rossi e Daniele Valle: “Attivare percorsi di presa in carico e sostegno psicologico e agire a monte ricostruendo condizioni di lavoro adeguate e funzionali, a partire dal numero degli addetti.”
L’indagine conoscitiva sul disagio psicologico e rischio suicidario nella popolazione come conseguenze del Covid ha avviato i propri lavori con l’audizione dell’Ordine dei Medici, con un focus sulle problematiche della professione medica.
Ecco alcuni numeri emersi. Secondo un’indagine di aprile 2022 dell’Istituto Piepoli il 58% dei medici riferisce di non sentirsi sicuro sul luogo di lavoro; il 71% riferisce stress e aumento del carico di lavoro, paura del contagio, problemi organizzativi; l’11% dei medici generici e il 4% degli ospedalieri dichiara patologie e disturbi di cui prima del Covid non soffriva. Tre quarti dei medici intervistati non riesce più a conciliare vita lavorativa e famiglia.
Una ricerca Anaao Lombardia di inizio 2022 su 958 medici ospedalieri riporta che il 71% di loro ha sofferto di burn-out; il 31,9% ha denunciato disturbi dello spettro ansioso; il 38,7% depressivi. A soffrire maggiormente di questi disturbi le donne e i giovani, per la maggior complessità dei carichi familiari le prime, per la minor esperienza i secondi.
Nel 2020 la Federazione dei Medici di Medicina Generale ha registrato sui propri aderenti un 37% con sintomi da sindrome depressiva, un 32% con sindrome post traumatica da stress, un 75% con disturbi legati all’ansia. Tra le principali cause scatenanti non essere stati dotati nelle prime fasi di dispositivi di protezione individuale (41%), non aver ricevuto informazioni adeguate per proteggere la propria famiglia (48%) né linee guida diagnostico terapeutiche per curare i pazienti (61%).
«Questi numeri-dichiarano Domenico ROSSI, vicepresidente della IV commissione e Daniele VALLE, vicepresidente del Consiglio Regionale-ci dicono che non esiste un semplice ritorno alla situazione ante-Covid. Il nostro personale, dopo anni di tagli, è stato sottoposto a un vero e proprio evento traumatico, con tutte le conseguenze ad esso connesso. Oggi è logorato da uno sforzo e una tensione prolungati che hanno lasciato il segno e che, in prospettiva, continua a persistere. Molti, troppi ci riferiva il Presidente Guido Giustetto, hanno reagito lasciando il posto di lavoro quando non lasciando la professione. Ogni ragionamento sul futuro della sanità deve tenere conto di tutto questo. Dobbiamo reagire subito, attivando percorsi di presa in carico e sostegno psicologico dedicati alle professioni medico infermieristiche, agli OSS, ai tecnici. D’altro canto, dobbiamo agire a monte ricostruendo condizioni di lavoro adeguate e funzionali, a partire dal numero degli addetti. Una delle principali cause del disagio è stata, infatti, la sensazione dell’inutilità del proprio lavoro, in una situazione di caos organizzativo e insufficienza di risorse. A questa bisogna rispondere con un rinnovato sforzo organizzativo e di programmazione, che al momento non riusciamo a vedere».