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Allontanamento zero, Accossato (LUV): Una legge che non aiuta i minori in situazione di difficoltà

 

E delegittima il lavoro di servizi sociali e famiglie affidatarie.

“Oggi si è concluso l’iter di approvazione del ddl Allontanamento zero, provvedimento che, come gruppo consigliare Liberi Uguali e Verdi, abbiamo avversato fin dalla sua presentazione, accogliendo le preoccupazioni espresse dagli operatori sociali, dai sindaci, dalle famiglie affidatarie. Una legge viziata da un pregiudizio di fondo, contro tutto il sistema di tutela dei minori oggi presente in Piemonte, accusato ancora oggi nel dibattito in aula di sottrazione di minori” – dichiara la Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Silvana Accossato.

“Questa legge, o sicuramente la narrazione che la maggioranza ne sta dando, anziché aiutare i minori in situazione di difficoltà, delegittima e intimidisce il lavoro dei servizi sociali e delle famiglie affidatarie; aumenta i conflitti tra famiglie d’origine e servizi sociali; non aggiunge risorse al sistema ma, con una dubbia ingerenza nell’autonomia decisionale dei consorzi e degli enti locali, vincola soltanto una parte dei fondi già esistenti” – prosegue Accossato. – “Una pessima legge di cui non si sentiva il bisogno, per questo il voto di Liberi Uguali Verdi è stato convintamente negativo”.

Cinque per mille erogato il prima possibile per salvare il Volontariato: la Giunta interloquirà con il Governo


Il mio Ordine del Giorno sul tema passa all’unanimità in Consiglio Regionale e impegna la Giunta Cirio a confrontarsi con l’Esecutivo affinché le somme relative al 2021 siano liquidate il prima possibile.

 

Queste risorse servono nell’immediato alle Associazioni per far fronte alle spese, sempre più ingenti. Quella appena ottenuta in Aula è una bella vittoria. Ringrazio la Fondazione Promozione Sociale ETS, Anfaa (Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie OdV), Utim (Unione per la Tutela delle Persone con Disabilità Intellettiva OdV) e tutte le altre realtà che da tempo e con forza si impegnano per un’esigenza di tutti.

Mai come in questa fase storica di inflazione e caro energia le nostre Organizzazioni di Volontariato devono poter contare su risorse finanziarie erogate in tempi brevi e certi: un obiettivo, oggi, un po’ più vicino e concreto. Il Consiglio Regionale ha infatti  approvato all’unanimità il mio Ordine del Giorno che impegna la Giunta a interloquire con il Governo nazionale affinché le somme relative al 2021 siano liquidate il prima possibile. Data la crisi, l’inflazione e il caro energia, le realtà del Terzo Settore hanno visto crescere le spese a fronte di entrate, talvolta, diminuite. Le Organizzazioni di Volontariato necessitano oggi più che mai che queste risorse siano erogate puntualmente.

I colleghi Consiglieri hanno compreso l’importanza del tema e hanno votato compattamente a favore del mio atto. Ringrazio la Fondazione Promozione Sociale ETS, Anfaa (Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie OdV), Utim (Unione per la Tutela delle Persone con Disabilità Intellettiva OdV) e tutte le altre realtà che si stanno impegnando, da tempo e con forza, per un’esigenza di tutti.

Gli enti che partecipano alla ricezione del 5 per mille 2021 hanno comunicato il proprio iban entro il 30 settembre 2022: il versamento delle quote dovrà in ogni caso avvenire entro il 31 dicembre 2022. Gli importi (quasi 507 milioni di euro a livello nazionale) sono già stati conteggiati e pubblicati dall’Agenzia delle Entrate per i 13.770 beneficiari. Le tariffe per le utenze delle sedi, i rimborsi ai Volontari, i costi generali o le spese destinate alla realizzazione di progetti sono generalmente aumentati, talvolta in maniera consistente, esponendo le organizzazioni a esborsi di cassa di notevole entità. La tempestiva erogazione delle somme del 5 per mille è dunque più che mai decisiva per permettere alle realtà di beneficiare concretamente delle proprie risorse, frutto della scelta dei contribuenti sostenitori.

Il 5 per mille è una misura fiscale che permette a ogni contribuente di devolvere una quota del proprio IRPEF (pari appunto al 5 per mille del totale) per sostenere attività che perseguono un interesse sociale. Il contributo del 5 per mille è destinato agli Enti del Terzo Settore iscritti al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore), gestito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Realtà di Volontariato, ricerca scientifica, ricerca sanitaria, attività svolte dai Comuni, Associazioni sportive dilettantistiche, attività di tutela e valorizzazione di beni culturali ed Enti gestori delle aree protette possono beneficiare dei fondi del 5 per mille.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

“Allontanamento zero” da oggi è legge

Il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato definitivamente la legge fortemente voluta dalla maggioranza e, in particolare, dall’assessore regionale, Chiara Caucino. L’assessore di che che la legge “aumenta sensibilmente attenzioni e risorse in favore delle famiglie di origine, senza trascurare l’importante lavoro dei servizi sociali e degli altri soggetti coinvolti”. 

 

«Allontanamento zero», da oggi, è legge regionale del Piemonte. L’approvazione del Consiglio Regionale è avvenuta questa mattina, con la votazione finale.

LA NOTA DELLA GIUNTA:

Si tratta di una vera a propria «rivoluzione» che rimette al centro il sostegno della genitorialità e il primario interesse dei bambini a crescere nella propria famiglia, fortemente voluta dalla maggioranza, e, in particolare dall’assessore regionale alle Politiche famigliari Chiara Caucino che ha lavorato tre anni per arrivare a oggi. Il provvedimento  parte dal Piemonte con l’ambizione di divenire un modello virtuoso applicabile in tutta Italia.

Il tutto nasce dall’analisi dei dati ufficiali, presentati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, secondo i quali la media nazionale degli allontanamenti di minori dalle famiglie di origine è del 2,7 per mille mentre quella del Piemonte è del 3,9.

Ciò ha dimostrato fin da subito la necessità di adottare una legge regionale volta a prevenire l’allontanamento dei minori: che non significa escluderlo, ma disporlo solo in caso di necessità effettiva, quando il benessere e la stessa salute del minore sono effettivamente a rischio, come nei casi di violenza e abusi conclamati.

L’obiettivo della legge, quindi, è quello di supportare e sostenere, con tutti gli interventi già previsti dalla normativa statale e regionale, il nucleo familiare di origine del minore, per scongiurare, ove possibile, l’allontanamento del bambino dalla propria casa e favorire il rafforzamento della rete formale e informale a sostegno della famiglia, prevenendo le situazioni di marginalità e isolamento, evitando così traumi inutili e dannosi.

E’ sulla base di queste considerazioni che si ritiene che l’80 per cento degli allontanamenti sia evitabile si possa prevenire, sostenendo le famiglie con un insieme di azioni e interventi precoci e intensivi, anche di natura economica, realizzati attraverso Programmi educativi familiari mirati, a cura dei servizi sociali, socio sanitari e d tutti i soggetti che, a vario titolo, operano per la tutela e la promozione del benessere dei minori e delle famiglie.

Vincolando specificamente circa il 40 per cento delle risorse agli interventi previsti dalla legge in favore delle famiglie si permette di intervenire su un sistema  che, ad oggi, destina ogni anno più di 55 milioni di euro  principalmente per l’inserimento dei minori in comunità residenziali e comunque per la collocazione fuori dalla famiglia d’origine.

Per l’assessore Caucino «quella di oggi è una data storica. In questi anni, visitando le comunità e le case famiglia mi sono sentita chiedere dai bambini, ai quali parlavo e stringevo le manine, di poter tornare dalla mamma e dal papà, dalla zia o dal nonno e ho assicurato loro che avrei fatto di tutto perché questo si potesse realizzare: oggi mi sento di dire che la promessa è stata mantenuta».

Per Caucino «con questa legge, che sono certa non abbia in realtà un colore politico, ma vada esclusivamente nell’interesse dei minori e che anche chi oggi si oppone apprezzerà vedendola applicata, andiamo a completare efficacemente il quadro legislativo piemontese, introducendo finalmente un preciso dettato legislativo di supporto alle famiglie di origine, rispettando il “diritto naturale” dei minori di poter vivere nel nucleo originario».

Caucino ha poi ricordato il percorso della norma, fatta di anni di confronto con tutti i soggetti in causa: «Una legge che è stata spiegata e condivisa con il maggior numero possibile di soggetti che operano nel sistema dei servizi (Comuni, Province, Città metropolitana, enti gestori dei servizi sociali e sanitari, dipartimenti materno-infantili delle Asl, servizi di psicologia e neuropsichiatria infantile, dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze, autorità giudiziaria minorile, associazioni, cooperative sociali e molti altri soggetti ancora) e non certamente “calata dall’alto”. Abbiamo ascoltato i problemi di tutti, a cominciare proprio dalle famiglie e abbiamo tentato, credo riuscendoci, a individuare la migliore soluzione possibile».

La maggioranza in Regione: Centrosinistra da’ i numeri ma non li capisce

Bongioanni (Fratelli d’Italia), Preioni (Lega Salvini Piemonte), Ruzzola (Forza Italia): “Variazione di bilancio 2022-24: prima di dare i numeri il centrosinistra dovrebbe imparare a leggerli e capirli”

Sostenere che la variazione di bilancio 2022-24 non contenga impegni per i piemontesi e non preveda nulla per superare le loro difficoltà significa semplicemente non avere letto quello che si andrà a votare. Questa maggioranza, nonostante l’eredità finanziaria del centrosinistra, è riuscita a recuperare 44 milioni di euro. Una manovra che contiene 5 milioni per la cultura e 3,2 milioni di euro per la copertura al 100% delle borse di studio, mantenendo così un impegno preso fin dal nostro insediamento. E poi i fondi destinati alle politiche sociali, i 2 milioni per i voucher scuola e i 10 milioni di cofinanziamento come richiesto dall’Anci: questo solo per citare i provvedimenti principali.

Tutti successi che addirittura oggi le opposizioni rivendicano senza in realtà averne alcun merito. Non ci sembra infatti di ricordare alcun esponente del Pd al tavolo di trattativa con i sindacati che ha portato alla stabilizzazione dei nostri operatori sanitari, gli eroi del Covid, con un impegno di 7,3 milioni di euro che ha trovato copertura proprio grazie a questa tanto vituperata variazione.

Probabilmente le opposizioni hanno una memoria corta o quantomeno selettiva. Ad esempio sembrano aver ignorato l’annuncio di un emendamento che destinerà 3 milioni di euro per affrontare il caro bollette, ovviamente in sinergia con quanto verrà deciso dal governo o dall’Europa. Risorse che si sommano ai 2,5 milioni per il rifinanziamento delle Agenzie sociali per la locazione per aiutare gli affittuari a sostenere il prezzo del caro energia ed evitare lo sfratto. Senza dimenticare che dalla riprogrammazione dei fondi europei 2022-27 è volontà di questa maggioranza varare un piano da oltre 270 milioni di euro proprio per sostenere l’autonomia energetica di famiglie e imprese.

Altra doverosa sottolineatura: i consiglieri del Pd, che pur si dilettano in questi esercizi contabili, sembrano non sapere che una variazione interviene innanzitutto su un bilancio preventivo. Atto approvato la scorsa primavera e che al suo interno stanziava ben 20 miliardi di euro a sostegno di tutti i settori strategici. Ad esempio, 20 milioni di euro per il recupero delle case popolari e l’edilizia sociale, 42 milioni di euro per la cultura, 28,4 milioni per lo sport o 2,4 milioni per i comprensori sciistici e gli impianti a fune. Gli stessi capitoli sui quali ci chiedono oggi di intervenire, con mesi di ritardo rispetto alla nostra azione politica. Per non parlare, tra gli altri, dei 361 milioni sul capitolo lavoro e formazione, dei 181 sulle politiche sociali o dei 187 milioni per la tutela del territorio e dell’ambiente.

Concludiamo con la presa d’atto della diversa sensibilità di chi oggi non governa il Piemonte sul tema dei grandi eventi. I 2,4 milioni che abbiamo deciso di investire sull’Europeo di Rally – ben sapendo quanto un appuntamento di questa portata sia volano per il turismo e l’economia dei territori – sarebbe per loro una “scelta sbagliata”. Allora come giudicano i milioni impegnati per Eurovision o Atp? Noi non abbiamo dubbi: tutte le risorse che aiutano a promuovere il nostro Piemonte sono soldi ben spesi, a Torino come su qualunque altro territorio.

Lo dichiarano in una nota congiunta i capigruppo di maggioranza Paolo Bongioanni (Fratelli d’Italia), Alberto Preioni (Lega Salvini Piemonte) e Paolo Ruzzola (Forza Italia).

I Popolari, i civici e il Centro

È indubbio che con l’inizio di questa legislatura prosegue il percorso della scomposizione e della ricomposizione del quadro politico contemporaneo.

Un processo che è frutto delle elezioni del 25 settembre e del “nuovo corso” della politica italiana coinciso con la salita a Palazzo Chigi di Giorgia Meloni. Un evento, comunque lo si giudichi, di portata storica. E non solo perchè è la prima donna nella Repubblica italiana che diventa Premier. Ma anche, e soprattutto, per il nuovo equilibrio politico che si è innescato, al di là delle amenità e delle cianfrusaglie propagandistiche della sinistra populista e massimalista, sul ritorno del fascismo, sulla deriva illiberale e sulla minaccia autoritaria dell’esecutivo di centro destra.
Ma, per restare alla scomposizione e alla ricomposizione del quadro politico, entra a pieno titolo anche il capitolo della unità della cultura e del mondo Popolare di ispirazione cristiana nel “nuovo corso” della politica italiana. Ed è inutile ricordare che il Centro e, soprattutto, la necessità di rideclinare una nuova e rinnovata “politica di centro”, erano e restano i punti costitutivi dell’esperienza politica e culturale dell’area Popolare. Al riguardo, possiamo dire che ci troviamo di fronte ad un risveglio politico, culturale e forse anche organizzativo di quest’area dopo troppi anni di letargo e di presenza puramente testimoniale. Certo, la deriva massimalista e populista della sinistra – nello specifico del Partito democratico – e la sostanziale scomparsa del Centro nella coalizione di governo spingono quest’area culturale verso un luogo politico centrista e autenticamente riformista.
Ora, si tratta di capire come far convergere l’area Popolare, il vasto civismo che è riconducibile a questo mondo in un impegno politico diretto e fecondo. Certo, sarebbe estremamente difficile convergere in partiti o in movimenti politici a dimensione personale. Ovvero, per dirla con un linguaggio contemporaneo, in un “partito personale”. Se si vuole invertire la rotta e rilanciare la qualità e il rinnovamento della politica, non si può che aprire i partiti. E, nello specifico, dar voce a culture e a sensibilità che sono poco compatibili con i “cerchi magici” e con partiti a dimensione verticale. Non si tratta, cioè, di dar vita alle vecchie e tradizionali correnti – che, come ovvio, non vanno confuse con le bande e i gruppi di potere sempre più numerosi del Partito democratico – ma è indubbio che la pluralità culturale dev’essere la cifra distintiva delle forze politiche che intendono incrociare un vero cambiamento della politica italiana. Dopodichè toccherà ai Popolari, agli uomini e alle donne che si riconoscono in questo patrimonio culturale dimostrare l’attualità e la straordinaria modernità di questo filone di pensiero che, del resto, è stato decisivo in tutti i tornanti più complicati della vita democratica del nostro paese. Purchè, sia chiaro, ci siano partiti autenticamente democratici, plurali e finalizzati a costruire politiche attive e non dar vita a contenitori elettorali guidati dal “capo” di turno.

Giorgio Merlo

Pd, variazione bilancio regionale: “50 milioni ma zero impegni”

GALLO-SARNO (PD): “BILANCIO REGIONALE: 50 MILIONI DI EURO, MA ZERO IMPEGNI PER SOSTENERE LE DIFFICOLTA’ DEI PIEMONTESI. ECCO LE NOSTRE PROPOSTE: PIU SOSTEGNI ALLE FAMIGLIE E ALL’ECONOMIA”

“Ci saremmo aspettati una variazione di bilancio che, con lungimiranza, intervenisse per sostenere i cittadini piemontesi che affrontano e, ancor più, dovranno affrontare nei prossimi mesi grandi difficoltà. Purtroppo, invece, il documento finanziario presentato dalla Giunta Cirio è lo specchio dell’incapacità di questa Giunta di fare scelte adeguate al momento e a sostegno delle necessità dei piemontesi. Una variazione di ben 44 milioni di euro e tante, troppe scelte sbagliate da parte di una Giunta che si distingue, ancora una volta, per la mancanza di una visione politica. Oggi è il momento di mettere al centro le difficoltà dei piemontesi e provare a dare una risposta. Purtroppo tutto questo manca” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo

“Da un’analisi della variazione emerge chiaramente che per arrivare allo stanziamento di 44 milioni di euro, sono stati tolti 16 milioni a Finpiemonte cioè alle imprese, 7 milioni di euro sono impegnati per l’acquisto di materiale informatico per il CSI. 300 mila euro sono, genericamente, destinati ai grandi eventi. Quali? Non lo sappiamo. Procedendo, troviamo 2,4 milioni per il campionato europeo di rally. Poi compaiono, impropriamente e inaspettatamente, due articoli che non si dovrebbero trovare in una variazione di bilancio: 60 mila euro per il comune di Pradleves per acquistare un terreno e realizzare un presidio di carabinieri e forestali che non si capisce perché debba proprio essere costruito in provincia di Cuneo e 50 mila euro, quale contributo straordinario all’Associazione Teatro Popolare di Sordevolo per un evento dall’impegno economico di 1 milione di euro. Anche in questo caso è difficile spiegarsi un articolo ad hoc che, tra l’altro stanzia risorse irrisorie rispetto al costo della manifestazione. In queste scelte che non prevedono nessun intervento concreto a favore dei piemontesi si legge tutta la pochezza di una Giunta che vive fuori dalla realtà!” spiega Diego Sarno, relatore di minoranza del provvedimento.

“Proveremo a correggere il provvedimento con la nostra visione – spiegano Gallo e Sarno – e porteremo avanti le nostre battaglie in Aula perché questi soldi devono essere utilizzati per dare aiuti concreti a chi, quotidianamente, affronta una realtà difficile. 2 milioni di euro per la morosità incolpevole dei condomini privati alle prese con il caro riscaldamento.  Almeno 4 milioni di euro per voucher scuola, libri, trasporti in modo da diminuire il numero degli aventi diritto che ne sono stati esclusi per scarsità di risorse (ben 70.000 famiglie). 2 milioni di euro per effettuare i lavori di manutenzione degli alloggi ATC non assegnabili. 664 mila euro per l’assunzione fino a dicembre di personale sanitario necessario per garantire la sostituzione di chi è andato in pensione. 150 mila euro per le mense universitarie al fine di dimezzare gli aumenti. 358 mila euro per ridurre gli aumenti delle tariffe delle RSA. 1 milione di euro per sostenere gli impianti sciistici che dovranno affrontare il caro energia, dopo avere fatto i conti negli anni scorsi con le chiusure imposte dalla pandemia e per sostenere, quindi, l’industria della neve vitale per le nostre montagne e per il Piemonte tutto”.

“Le coperture finanziarie derivano dalla rimodulazione di alcuni fondi non impegnati e da una diversa allocazione dell’aumento delle entrate” aggiunge Sarno.

“Quelle del Partito Democratico sono proposte concrete e serie che prevedono sostegni e investimenti. Le scelte sbagliate della Giunta Cirio ricadranno sui cittadini e non possiamo permetterlo! Interverremo, in tutti i modi possibili, per creare un Piemonte più giusto e solidale, un Piemonte che guarda in faccia le difficoltà, le affronta e le risolve, un Piemonte che non lascia indietro nessuno!” concludono i Consiglieri regionali Pd.

“Caro Sindaco, ti scrivo” Ad un anno dalle elezioni Iannò scrive a Lo Russo 

Caro Sindaco ti scrivo, non in qualità di consigliere dell’opposizione, ma come cittadino che vive quotidianamente sulla propria pelle le difficoltà di una grande città come Torino.

 

E’ trascorso un anno dal tuo insediamento, 27 ottobre 2021 ed è arrivato il momento di fare il bilancio, visto che i quotidiani locali stanno elogiando e celebrando il tuo operato.

 

Siccome ho l’abitudine di informarmi e verificare le notizie, sono andato a leggermi il tuo programma elettorale di 31 pagine, punto per punto e affermavi che Torino sarebbe dovuta diventare: grande, forte e unita, ne sei sicuro?

Eppure la percezione dei torinesi non è così positiva.

In molti si chiedono se esista un sindaco, altri quasi rimpiangono la Appendino e per tanti c’è il vuoto. Anche i simpatizzanti della tua area politica sembrano tutt’altro che soddisfatti.

Tante belle parole e promesse, ma ad un anno dalla tua elezione ben poco.

 

Gli eventi, di cui ogni tanto ti vanti, sono il frutto della precedente Giunta e nulla di nuovo appare all’orizzonte, per incrementare il turismo.

 

Le periferie dove hai fatto tanta campagna elettorale sono abbandonate a se stesse, basta vedere lo stato dell’arte della manutenzione del verde e delle strade, il degrado avanza.

Per non parlare della violenza, che attanaglia quartieri “multietnici” già tanto provati e si sta espandendo a macchia di leopardo nei quartieri periferici, già disagiati.

 

Cosa dire del tuo atteggiamento un pizzico altezzoso in Consiglio comunale, quando si chiede di intervenire, come nel caso di occupazioni abusive?

Sembrano sempre problemi da sottovalutare e l’opposizione perde tempo a fartelo notare.

 

In città sta crescendo il disagio, la povertà e la violenza e dopo due anni di pandemia si è aggiunto il caro energia elettrica e il costo della vita ha raggiunto aumenti esponenziali, è il momento di uscire dal palazzo, caro Sindaco.

 

In un anno, come opposizione, ho presentato oltre 100 interpellanze legate a varie tematiche e una decina di mozioni e seguo le criticità delle circoscrizioni.

 

Arrivano tante segnalazioni grandi e piccole, che servono da grimaldello per spronare l’Amministrazione a fare meglio e ammetto che ogni tanto (non sempre) cercate di risolvere i problemi.

 

Ma in un anno di attività della Giunta, non si è visto nulla di concreto. Manca un programma di ampio respiro con azioni e strategie per ridare un nuovo impulso ad una città in decadenza, indebitata e senza prospettive di crescita economica e turistica.

 

Tutto quello che si è vissuto finora, Atp Finals, Eurovision ed altro, sono eventi messi in campo dalla precedente Amministrazione e i tanto sbandierati fondi del PNRR a cosa serviranno? Non si sa!

Il Primo cittadino è stato bravo a colpire il portafoglio dei torinesi con l’aumento di Irpef e Tari.

 

Se poi vogliamo toccare un argomento, che appare quasi quotidianamente sui giornali, l’anagrafe, troviamo una situazione a dir poco catastrofica.

Ogni giorno le anagrafi vengono prese d’assalto con lunghe code, ritardi impressionanti per il rinnovo delle carte d’identità, tempi biblici per il cambio di residenza e anche per chi rimane, dopo esser passati a miglior vita, è un’odissea richiedere un certificato di morte. Un’organizzazione poco degna di un paese che si reputa civile.

 

Altra nota dolente, il sistema dei trasporti e la viabilità.

Si parla di limitare il trasporto pubblico, per il costo di gestione e proprio in questi giorni è arrivata addirittura  la notizia di tagliare, sempre per risparmiare, alcune stazioni della futura Metro 2. Ancora non è partito il cantiere e già si parla di eliminare stazioni, ovviamente a farne le spese dovrebbero essere le periferie.

Cosa dire del sociale? Non pervenuto.

L’inverno scorso sono venuti alla ribalta i senza tetto che hanno “preso residenza”, nel centro della città.

L’unico provvedimento tampone è stato il posizionamento di un tendopoli di fronte al Duomo. Anche qua si è tanto parlato, siamo alle porte dell’inverno e di progettualità non se ne vede l’ombra.

 

Come accennavo prima, della sicurezza neppure a parlarne, è sempre buona cosa scaricare questo compito al Tavolo sulla sicurezza in Prefettura, quasi non fosse un compito del Sindaco tutelare i propri cittadini.

 

Dulcis in fundo, la viabilità con cantieri che ci sono sulla carta e non partono mai perchè le gare vanno deserte e altri che iniziano e non si sa quando si concluderanno. O meglio ancora, creare il caos in intere zone della città con cantieri che non sono stati coordinati a dovere. Per non toccare l’argomento piste ciclabili, che vanno a complicare ulteriormente la viabilità.

 

Dimenticavo, infine, i famosi fondi del “Patto per Torino” celebrati e osannati con la firma dell’ex premier Draghi, ah già sono stati utilizzati per coprire i buchi di bilancio del Comune.

 

Caro Sindaco, #Torinoèlamiacittà, ma non rimarrò a guardare, sarà sempre mia cura farti notare tutto ciò che non funziona, al contrario se vorrai accettare qualche suggerimento e metterai in cantiere ottimi propositi, sarà mia cura complimentarmi.

 

Ci sono ancora quattro anni per lavorare, diamoci da fare!

 

Torino, 24 ottobre 2022

 

Giuseppe IANNO’

Gruppo Misto di Minoranza

Ruffino (Azione): “dopo Meloni si rifletta sulle quote rosa”

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):

È vero, come si dice con un’immagine abusata: Giorgia Meloni ha rotto il soffitto di cristallo ma le schegge ricadono su tutti, a destra come a sinistra. Sarà giunto il momento di riflettere sull’utilità delle quote rosa? Meloni è entrata a palazzo Chigi chiedendo e ottenendo il permesso degli elettori e con questo ha schivato i mille ostacoli messi sulla sua strada, da alleati o da avversari. La sua determinazione e la sua tenacia hanno avuto ragione. Con le quote rose chi avrebbe stabilito il diritto di Meloni a diventare presidente del Consiglio? Domanda legittima e temo senza risposta.

Turi, Associazione Aglietta: lettera aperta all’Arcivescovo

 I TORINESI SON TUTTI ATEI MATERIALISTI?

C’è uno spettro che si aggira per Torino e per il Piemonte ed è il materialismo economico. Con queste parole inizio a scriverle una lettera aperta, S.E.R. Mons. Roberto Repole. Mi presento: sono Andrea Turi, Coordinatore dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta e cittadino piemontese non di origine ma di recente adozione. Questa città mi ha accolto quando cercavo lavoro e mi ha permesso di occuparmi della cosa pubblica nel modo in cui credo sia utile, ossia al servizio delle battaglie di libertà.

Con questo spirito e nella migliore tradizione Radicale le scrivo per tentare di aprire un dialogo con Lei su una situazione che trovo allarmante: la politica del Palazzo prova a risolvere problemi dei suoi cittadini solo come una mancanza di denaro, riducendoli a problemi meramente economici. È il caso del fondo vita nascente, un provvedimento voluto dall’amministrazione regionale che stanzia più di 400.000 euro per convincere tramite un’elargizione economica le donne che vorrebbero abortire a non farlo. E ancora: il disegno di legge cosidetto Allontanamento Zero che vuole eliminare l’intermediziazione sociale ai minori che vivono in contesti familiari problematici dando alla famiglia che ha creato questa situazione un’elargizione monetaria ed evitando che il minore venga allontanato da essa. Si pensa quindi di risolvere la situazione drammatica in questo modo, riducendolo ad un problema meramente economico.

Due esempi di come la teoria dell’homo oeconomicus sia permeata a tutti i livelli della decisione politica, anche locale. Il virus della politica dei bonus è uscito dall’alveo dei problemi economici ed è approdata a quelli sociali.

Ora lei si starà chiedendo perché scrivo a lei e non alla politica laica. Credo fermamente nella distinzione fra Civitas Terrena e Civitas Dei, fra Cesare e Dio, ma da agnostico quale mi ritengo essere non posso né ammettere ma tantomeno escludere l’esistenza dell’anima, oggetto della sua influenza e di quella del Magistero della Chiesa Cattolica. Io parlo ai cittadini, lei alle anime dei fedeli.

Non voglio nascondermi dietro un dito. Nei due esempi che le ho fatto ed in un almeno uno di essi, quello dell’aborto, abbiamo posizioni etiche differenti. Non me ne voglia se le dico che non ritengo che ciò sia di ostacolo per il mio ragionamento, anzi probabilmente lo avvalora.

Il nostro dialogo potrebbe riconoscere come terreno comune le parole di Aristotele che pensava l’uomo come “animale politico”. I miei studi di filosofia si fermano alla laurea magistrale presa nel 2017 ma non faccio torto allo Stagirita se provo a interpretare quell’animale politico come una una forma più evoluta, paradossalmente, della più recente teoria dell’homo oeconomicus. Quest’ultima visione del mondo vede l’uomo solo come razionalità intesa come calcolo e come cura degli interessi individuali. All’uomo animale politico di Aristoele aggiungerei anche le parole di Gesù quando disse: “Non di solo pane vive l’uomo” pronunciate in risposta all’invito del diavolo di trasformare in pane le pietre del deserto, per saziare la fame sopravvenutagli dopo 40 giorni e 40 notti di digiuno. Questi due ultimi approcci sono secondo me quelli ideali dove ricondurre i problemi dei cittadini, le cui soluzioni devono contemplare sia l’aspetto economico che quello psicologico e umano in senso ampio.

È possibile per lei invertire la rotta e se sì come? Vogliamo fare un tratto di strada insieme pur nelle nostre rispettive diversità che sono ricchezza?

Grazie per quello che potrà e vorrà rispondermi

Andrea Turi
Animale Politico Radicale