Meloni spieghi in aula – “Brindano, festeggiano, lanciano sguaiate cacce alle streghe contro i migranti e i bimbi delle famiglie arcobaleno, giurano caccia in tutto il globo terraqueo agli scafisti ma stringono accordi con i trafficanti di uomini, invitano i giovani a lavorare nei campi ma fanno tutto ciò che possono per negare un salario minimo legale, un giorno su due giocano a riscrivere la storia, rilanciano il Ponte sullo Stretto di Messina. Intanto, mentre loro sono impegnati in queste importanti attività da sbruffoni di Stato, l’Italia rischia di perdere svariati miliardi del PNRR. Addirittura il Capogruppo della Lega dichiara che si potrebbe considerare di rinunciare a una parte dei fondi. Meloni nega, ma il Governo sta già rinviando a data da destinarsi la costruzione e riqualificazione degli asili nido, la piantumazione di 6,6 milioni di alberi, gli interventi nelle zone economiche speciali. Scusateci, avevamo altre urgenze! Se la Presidente Meloni è convinta di poter mantenere tutte le risorse, venga a riferire alla Camera e spieghi come ha intenzione di fare” – così a Montecitorio il Vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi.
«Sul Parco della Salute la Giunta regionale ha scelto la linea dell’attesa ma l’attesa, purtroppo, non è una scelta»: questo il commento del consigliere regionale Mauro SALIZZONI (Pd) a margine della discussione a Palazzo Lascaris del Question Time con cui si chiedono chiarimenti e certezze sull’iter di realizzazione del Parco della Salute di Torino. «Sarebbe urgente fissare un cronoprogramma preciso per il dialogo competitivo e chiarire le intenzioni dei gruppi di imprese rimasti in gara. In alternativa, l’unica soluzione percorribile sarebbe quella di predisporre una nuova gara con procedura d’urgenza in modo da dare il prima possibile concretezza al progetto, superando l’attuale situazione di stallo. Purtroppo, nulla di questo si sta facendo. Occorrerebbe mettere il Commissario Marco Corsini nelle condizioni di operare e prendere decisioni con l’urgenza necessaria, invece, apprendiamo che per ora sta leggendo le carte, in attesa che a Roma venga firmato il decreto di nomina. Insomma, si attende. Una situazione che non ci rassicura, come non ci rassicurano le perplessità dell’assessore Icardi sul dialogo competitivo, che speriamo non siano propedeutiche ad una resa che affosserebbe definitivamente il Parco della Salute».
Adesione alla manifestazione di Torino martedì 4 aprile
Dibattito in Sala Rossa sulla ex caserma La Marmora
L’assessora Gianna Pentenero ha risposto, ieri pomeriggio in Consiglio Comunale, alla richiesta di comunicazioni, da parte dei gruppi consiliari di Torino Bellissima, Fratelli d’Italia e Torino Libero Pensiero, in merito all’occupazione, da parte del comitato EsseNon e del centro sociale Gabrio, della caserma Lamarmora e dell’area antistante ex Nebiolo.
L’Assessora ha evidenziato come le aree occupate siano già state affidate ai proprietari, mentre la Città, attraverso il settore Patrimonio, ha messo in sicurezza il magazzino di sua proprietà.
Pentenero ha ricordato come i proprietari e il comitato stesso abbiano effettuato un confronto sul progetto con l’assessorato all’Urbanistica, attraverso il quale alcune proposte avanzate dal comitato stesso sono stati accolte. La motivazione con la quale è avvenuta l’occupazione sabato è nuova rispetto a quella di un anno fa, poiché sia l’area verde sia lo spostamento della strada hanno trovato soluzione nel nuovo progetto.
Dopo l’intervento dell’Assessora, si è sviluppato il dibattito.
Per Enzo Liardo (Fd’I) siamo arrivati al paradosso. Questa città è prigioniera di continue rivendicazioni. Torino come può essere appetibile verso possibili investitori. Fanalino di coda nello sviluppo al nord, per Liardo, continuiamo a rincorrere questi gruppi che non si capisce bene cosa vogliano.
Giuseppe Iannò (Torino Libero pensiero) si chiede che programmi abbiano l’Amministrazione e il tavolo della sicurezza. Forze di estrema sinistra che continuano a vandalizzare la città e nessuno fa nulla per fermarle. Askatasuna, il Gabrio, vanno contenuti, non hanno nulla a che vedere con la protesta contro l’Esselunga. Ostacolano le azioni forti realizzate per il bene di questa città.
Il consigliere Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ricorda di avere chiesto più volte il ripristino della legalità in quella zona. Sgombero del Gabrio e realizzazione del Centro congressi sull’area ex Westinghouse. Non è bastato a luglio salvare Comala per il Comitato Essenon che non riconosce l’autorità delle istituzioni e pensa di farsi giustizia da solo. Non hanno ottenuto quello che volevano, hanno occupato. Per Firrao una situazione insostenibile: più gli si lascia spazio, più se ne prendono.
Al netto della considerazione che questa città non abbia bisogno di nuovi centri commerciali, il capogruppo della Lega Fabrizio Ricca ricorda che ci sono due modi per protestare, fare sentire la propria voce per salvaguardare il territorio. Uno è quello del Comitato per il Parco del Meisino, pacifico, che dialoga con le istituzioni, trova un progetto alternativo, lo presenta per discuterlo. Poi c’è il modo di un comitato che in maniera abusiva, illegale, occupa uno spazio che non gli compete, commettendo dei reati. Ricca invita a soffermarsi sulle differenze azioni: una pacifica e intelligente, l’altra commettendo dei reati. Il sindaco dovrebbe prendere una posizione chiara, chiedendo immediatamente lo sgombero.
Per Nadia Conticelli (PD) il tema pone diverse questioni che per comodità politica vengono sovrapposte. Ribadisce che l’occupazione è un reato e gli immobili occupati vanno sgomberati. Ma la Sala Rossa può esprimere un giudizio politico, fare partire un appello, l’ordine pubblico dipende da altri. E il problema dell’ordine pubblico non deve mettere in ombra l’altra importante questione riguardante la possibilità di rivedere il progetto, salvaguardando il verde e lo spazio di protagonismo giovanile sviluppato in quell’area e oggi piuttosto frequentato.
Alice Ravinale (Sinistra Ecologista) evidenzia come il problema risieda in un’area abbandonata da decenni, e come dopo dieci anni ancora non sia stata avviata progettazione, con dubbi su utilità del supermercato. Qui, sottolinea, c’è un tema che non si può legare al tema di reato poiché non si può far finta di non sentire chi pone questioni sull’area.
Giovanni Crosetto (FD’I) ritiene di aver sentito tutto e contrario di tutto. Considera non chiara la linea di maggioranza mentre le occupazioni abusive vanno condannate. Le posizioni sfumate non sono funzionali a rendere Torino attrattiva.
Secondo Paola Ambrogio (FD’I) sono gravi le parole di Pentenero visto che la Giunta ha dovuto scendere a patti con chi oggi occupa, mentre non è chiara la posizione di sindaco e Giunta visto che parte della maggioranza non ritiene occupazioni fatto grave. La consigliera, al contrario, rivendica di essere fiera per aver firmato il disegno di legge che prevede il carcere per le occupazioni abusive.
Secondo Sara Diena (Sinistra ecologista) bisogna riflettere sul fatto che molte persone stanno mettendo a rischio fedina penale per far sentire propria voce
Per Silvio Viale l’occupazione è forma di lotta per chi pensa di bloccare l’operazione. Ritiene che sia possibile sacrificare un pezzo di parco nell’interesse della città e che quando partirà il cantiere si sgombererà, operazione che la Città sosterrà con fermezza.
Nella replica conclusiva, l’assessora Pentenero ribadisce di non avere mai dichiarato che si voglia in qualche modo giustificare l’occupazione. Ma che sia invece competenza delle autorità competenti. E aspettare che vengano fornite indicazioni in merito, non vuole dire avere scarsa attenzione verso le occupazioni. Ogni episodio va contestualizzato. Quest’area è già stata assegnata ed esiste un progetto con una sua definizione, ma se i tempi dell’Urbanistica non si sono ancora completati è per dare prima risposte ai cittadini, non solo quelli riuniti in comitato. Se prendiamo l’atto in sé, viola la legge, è illegittimo. Ma per Pentenero si deve valutare la situazione nella sua complessità e mettere in campo una progettualità condivisa.
3 aprile 2023
“Bisogna essere chiari: quanto successo nelle giornate del fine settimana presso la ex caserma La
Marmora ha un nome ben preciso e si chiama occupazione. Le affermazioni rese oggi in Consiglio
comunale dall’Assessore Pentenero e da una parte estremista della maggioranza di sinistra gettano
solamente fumo negli occhi ai cittadini e sminuiscono la gravità degli episodi.
Sbaglia l’Assessore Pentenero a chiamare “gruppi sociali” gli occupanti, questi sono militanti del
centro sociale Gabrio – che, tra feste abusive, schiamazzi e fuochi d’artificio in spregio ad ogni
regolamento comunale, sono già causa di grave disturbo al quartiere – e così vanno definiti. È
evidente che queste occupazioni devono essere contrastate e presto saranno disponibili nuovi
strumenti per le Amministrazioni e le Forze dell’Ordine. Da fiera prima cofirmataria del ddl in esame
al Senato della Repubblica che prevede la reclusione da due a cinque anni per l’occupazione abusiva
di privato domicilio o dimora non posso che rimarcare l’impegno di Fratelli d’Italia nel contrasto ai
fenomeni di illegalità e occupazioni abusive. Non sono così sicura, invece, che possano affermare lo
stesso i consiglieri della maggioranza Lo Russo”.
Così Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia e Consigliere comunale di Torino.
Nuovo ospedale ASL To5, Chieri chiede certezze
Il documento approvato all’unanimità dal Consiglio comunale
«Per Chieri, per il chierese e per l’alto astigiano quella dell’Area di Cambiano rappresenta certamente una scelta consona, da accogliersi con estremo favore»: è quanto affermato nell’Ordine del Giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Chieri.
Il documento, presentato dalle consigliere comunali Clara BRAMARDI (Sicchiero per Chieri Si), Manuela OLIA (Partito democratico) e Mariella TAGLIAVIA (Chieri Ecosolidale) e sottoscritto anche dai consiglieri di minoranza Rachele SACCO (Progetto per Chieri-Salviamo l’ospedale insieme) e Antonio ZULLO e Piercarlo BENEDICENTI (Lista per Chieri Zullo):
- chiede all’assessore regionale alla Sanità Icardi e alla Giunta regionale di dare certezze sui tempi e sulle risorse necessarie per la realizzazione del nuovo ospedale unico dell’ASLTO5 e di fare chiarezza sul destino dell’ospedale Maggiore;
- chiede alla Giunta regionale, al Consiglio regionale e all’assessore alla Sanità precise rassicurazioni sul futuro dell’ospedale di Chieri, quale sia il piano di sviluppo che lo coinvolge e quali potenziamenti si intendono sviluppare in questo presidio;
- dichiara la ferma opposizione da parte del Consiglio comunale della Città di Chieri a qualsiasi ridimensionamento e taglio di personale e servizi che dovesse coinvolgere il Maggiore fino alla realizzazione e alla piena entrata in funzione del nuovo ospedale unico dell’AslTO5.
«È importante che su un tema così strategico come quello del nuovo ospedale ci sia stata convergenza tra maggioranza e minoranze-commenta il Sindaco Alessandro SICCHIERO-qualora nei prossimi giorni il Consiglio regionale dovesse confermare l’Area di Cambiano, ci auguriamo che si proceda alla realizzazione del nuovo ospedale senza ulteriori perdite di tempo. Voglio ricordare che era il 3 dicembre del 2015 quando veniva siglato il Protocollo d’Intesa e in un Paese normale in sette anni si costruisce un nuovo ospedale! Invece, noi stiamo ricominciando da zero. Non ci interessa condurre battaglie “campanilistiche”: la priorità è fare presto e bene il nuovo ospedale, perché abbiamo bisogno di un ospedale moderno, efficiente, non energivoro, destinato alle alte complessità, dove i cittadini siano curati meglio e gli operatori possano lavorare in sicurezza Un nuovo ospedale che venga a sostituire presidi ospedalieri oramai obsoleti, sempre meno attrattivi, inadeguati a fronte delle sempre più rapide innovazioni tecnologiche e dove gli interventi edilizi di adeguamento sono costosi e complessi. L’Ires ha calcolato che il Maggiore presenta un fabbisogno di adeguamento stimato in 20 milioni di euro (S. Croce si ferma a 15) e costi annuali di manutenzione pari a 2 milioni e 400 euro (il doppio del Santa Croce). Ma soprattutto, accanto al nuovo ospedale, occorre potenziare una medicina di territorio in grado di dare risposte ai bisogni di salute soprattutto degli anziani, dei non autosufficienti e dei malati cronici».
«Ciò detto-aggiunge il Sindaco Alessandro SICCHIERO -ora occorre dare certezze sui tempi e sulle risorse necessarie per la realizzazione del nuovo ospedale e fare chiarezza sul destino dell’ospedale Maggiore, che nel frattempo non deve in alcun modo essere depotenziato. Sono chiarimenti dovuti agli amministratori di questi territori e ai cittadini».
Sulla questione dei finanziamenti, il documento ricorda come il nuovo ospedale sia contemplato nel Piano triennale di investimenti dell’Inail, «ma si tratta di un elenco contenuto meramente indicativo, non corrisponde a stanziamenti certi-spiega Alessandro SICCHIERO-Quel Piano prevede 600 milioni di euro per tutta l’Italia, 200 milioni di euro annui. La Regione Piemonte ha comunicato in più circostanze che le nuove strutture sanitarie da realizzarsi tramite investimento da parte dell’Inail sarebbero otto, ovvero, oltre al nuovo ospedale dell’ASLTO5, i nuovi ospedali del VCO, Cuneo, Alessandria, Vercelli, Savigliano-Saluzzo-Fossano, Ivrea e Torino/Maria Vittoria. Dell’ospedale del VCO si sono perse le tracce, quello di Cuneo verrà realizzato tramite partenariato pubblico privato. Ne restano sei. Ma se lo stanziamento Inail è pari a 200 milioni di euro l’anno per tutta Italia, è irrealistico pensare di realizzare con tali risorse sei ospedali nel solo Piemonte».
Per quanto riguarda il futuro del Maggiore, il documento ricorda che l’assessore Icardi il 3 marzo 2023 ha precisato che il nuovo ospedale funzionerà per le “acuzie” mentre quelli dismessi “rimarranno attivi per tutti i servizi sanitari che non necessitano di struttura ospedaliera: la presa in carico di patologie croniche, esami e visite ambulatoriali, ospedali e case di comunità, servizi amministrativi e ogni altra prestazione territoriale”.
«Tuttavia-aggiunge ancora Alessandro SICCHIERO-nel ridisegno della medicina territoriale dell’AslTO5 tramite i fondi del PNRR, che prevede la realizzazione di case di comunità e di ospedali di comunità, non è stato precisato destino dei tre attuali ospedali dell’ASLTO5, quindi non è noto se saranno trasformati in ospedali di comunità/case di comunità e quali servizi accoglieranno, a parte il fatto che il Maggiore sarà sede di una Cot (Centrale operativa territoriale). In altri territori della nostra Regione vediamo che ospedali dismessi vengono riqualificati e riempiti di servizi sanitari. È quello che sta capitando, ad esempio, con gli ex ospedali di Alba e di Bra, dove la Giunta regionale ha investito rispettivamente 25 e 20 milioni di euro. Ci aspettiamo analoghi investimenti anche a Chieri per garantire servizi adeguati ai nostri cittadini».
«Per tutelare il diritto alla salute dei cittadini occorre unità d’intenti-commenta la consigliera di minoranza Rachele SACCO-per questo ho sottoscritto l’Ordine del giorno della maggioranza, a cui è stata aggiunta la richiesta di non depotenziare il Maggiore. Fino al taglio del nastro non deve esserci ridimensionamento e tagli di personale o di servizi. La Regione Piemonte deve dare rassicurazioni in merito e chiarire come intende sviluppare il nostro presidio».
Merlo: No agli ‘opposti estremismi’
Il Centro sempre più indispensabile per rafforzare la democrazia.
“L’assessore Rosatelli e la giunta comunale hanno palesemente negato un confronto serio con le Circoscrizioni sul nuovo ospedale, cosa che ha scandalizzato sia i presidenti di centrodestra sia di centrosinistra, a riprova di quanto sia stata attaccata la dignità della rappresentanza sui territori” a dichiararlo sono i rappresentanti di Fdi nelle Circoscrizioni cittadine Valerio Lomanto (presidente Circ.6), Verangela Marino, Rocco Zito, Monica Brega, Daniela Braiato, Giulia Zaccaro (Circ. 6), Cinzia Redavid, Carmela Ventra, Bruno Francavilla, Alfredo Ballatore (Circ. 5) Patrizia Alessi, Francesco Caria, Domenico Giovannini (Circ. 7), Enzo Macrì (Circ. 2), Luca Maggia (Circ. 4), Rosario Borello (Circ. 8), insieme al vice capogruppo di Fdi in Comune di Torino Enzo Liardo, lanciando un appello: “Siccome l’istituzione competente a decidere sulla pianificazione della rete ospedaliera è il Consiglio Regionale, chiediamo all’assessore ai Rapporti Giunta-consiglio Maurizio Marrone di proporre la convocazione tempestiva di un Consiglio Regionale a aperto a cui possano partecipare gli eletti nelle circoscrizioni che non hanno avuto voce”.
All’appello è così arrivata la risposta dell’assessore Marrone: “Mi farò volentieri carico di portare la richiesta che arriva da tanti consiglieri dei quartieri alla prossima conferenza di capigruppo del Consiglio regionale”.
Avetta (Pd): “Tutelare i lavori della Torino-Ceres”
Il consigliere regionale Alberto AVETTA chiede un’audizione: “Situazione caotica nel passaggio da GTT a Trenitalia e RFI: bisogna dare certezze occupazionali agli attuali dipendenti”
«Il passaggio gestionale da GTT a Trenitalia della linea ferroviaria Torino-Ceres sta generando una situazione di totale incertezza per molti dipendenti. Mancano indicazioni chiare, condivise e definite soprattutto per gli addetti GTT alla rete infrastrutturale che dovrebbero passare a RFI. I sindacati stanno denunciando una preoccupante disorganizzazione aziendale, l’assenza di confronto e il mancato coordinamento con le istituzioni. La Regione Piemonte non può far finta di nulla abbandonando questi lavoratori al loro destino, tanto più che alla luce del contratto di servizio dovrebbe essere riconosciuta una totale copertura delle garanzie lavorative. È urgente prendere in mano questa situazione caotica e finora mal gestita». Lo afferma Alberto AVETTA, consigliere regionale Pd e vice Presidente della Commissione Trasporti, che ha chiesto una seduta della Commissione Trasporti dedicata all’audizione dell’assessore Marco Gabusi, di GTT ed RFI.