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Giachino: buona notizia ministro Urso che vuole reinvestire sull’auto

Per dare al Paese una forte politica industriale
L’intervista del Ministro Urso nella quale annuncia di voler spostare più risorse verso il settore automotive  e la intenzione di ridare al Paese una forte politica industriale è importante per ridare slancio alla economia del nostro Paese e a quella di Torino e del Piemonte in particolare.
Il Governo ha in dote il “fondone” auto di 8 miliardi stanziato dal Ministro Giorgetti dopo una mia iniziativa che aveva avuto l’appoggio di alcuni parlamentari e in particolare del Capogruppo della Lega, l’on. Molinari.
Secondo il Ministro i fondi saranno utilizzati per un grande Piano di rottamazione delle auto Euro 0,1,2,3,4 così da ottenere un grande beneficio per l’ambiente . Il Ministro sta studiando una norma che incentivi le auto prodotte in Italia così da dare una bella spinta al nostro lavoro dopo anni di riduzione del personale in particolare a Mirafiori, tanto che la Fondazione Sabatini parla in suo documento di un caso unico di distruzione industriale.
Dopo la politica industriale di Donat-Cattin cui lavorarono alcuni economisti torinesi come Giovanni Zanetti, Gros-Pietro e Filippi , dopo la gestione poco felice da parte di Prodi della privatizzazione delle Partecipazioni statali, l’Italia dovette aspettare Renzi e Calenda con la loro Industria 4.0 per rilanciare la seconda manifattura d’Europa, ora avremo la politica industriale di URSO che mi auguro trovi una soluzione per incentivare con forza le nostre aziende leader sul mercato internazionale che presentino piani di crescita del fatturato e della occupazione almeno sino al 2030. In questo modo attorno a queste eccellenze industriali si creerebbe una filiera o un distretto produttivo importante e strategico.
Sarebbe una bella spinta al rilancio di Torino e del Piemonte dopo venticinque anni di bassa crescita, nella attesa che si termini la TAV.
Mino Giachino
Responsabile piemontese trasporti e infrastrutture FDI

Centro, decisivi per Renew Europe i cattolici popolari e sociali

“La presenza di una lista centrista, riformista e democratica alle prossime elezioni europee può
essere, indubbiamente, un fatto politicamente rilevante e significativo. Una presenza politica che
può rilanciare, anche e soprattutto a livello nazionale, quella ‘politica di centro’ che resta
necessaria ed indispensabile per superare quel ‘bipolarismo selvaggio’ che resta una delle cause
principali della crisi della politica italiana e, purtroppo, del crescente astensionismo elettorale.
Ma per centrare l’obiettivo, questo progetto politico non può fare a meno del contributo e
dell’apporto dell’area cattolico popolare e sociale. Solo con questa fattiva e visibile presenza
politica, culturale e programmatica il progetto di Renew Europe può essere una vera scommessa
per rilanciare il Centro politico e una credibile e autorevole ‘politica di centro’ nel nostro paese.
Altrimenti si tratta di una semplice riedizione dell’esperienza politica, seppur aggiornata e rivista,
del vecchio partito liberale, o repubblicano o tardo azionista”.

Giorgio Merlo dirigente Tempi Nuovi, Popolari Uniti.

Sanità, Accossato: “Un piano serio per le assunzioni”

Manifestazione regionale a difesa della sanità pubblica in Piemonte, Accossato (LUV): “Cirio la smetta di andare in giro a far campagna elettorale e inizi a lavorare ad un piano serio di assunzioni che incida in modo concreto sulla carenza di personale”.

“Quando tutto sarà privato, saremo privati di tutto” è lo slogan principale scelto dal comitato organizzatore della manifestazione regionale a difesa della sanità pubblica in Piemonte. Tantissime le realtà, le associazioni, i comitati locali, gli ordini professionali e i sindacati che hanno aderito e partecipato. Un’iniziativa popolare, nata dal basso, apartitica, che ha unito lavoratori della sanità, medici, infermieri, cittadini e pazienti, perché è indispensabile difendere il diritto a curare per difendere il diritto ad essere curati.

“Condividiamo pienamente le preoccupazioni e le rivendicazioni dei tanti cittadini che sono scesi in piazza per protestare contro i tagli e le privatizzazioni che si susseguono ormai da anni e per chiedere a gran voce di tutelare il diritto alla salute e alle cure” ha dichiarato Silvana Accossato, Presidente del Gruppo Liberi Uguali Verdi in Regione.

“In Piemonte i tempi di attesa per visite ed esami sono troppo lunghi e non più accettabili. Il Presidente Cirio la smetta di andare in giro a fare campagna elettorale promettendo sempre e solo la costruzione di nuovi ospedali e lavori ad un piano serio di assunzioni che incida in modo concreto su una situazione sempre più grave di carenza di personale. Senza le necessarie assunzioni le nuove strutture tanto sbandierate rimarrebbero scatole vuote” ha concluso Accossato.

 

Nucleare. Ruffino (Az-Iv): su deposito scorie solo rinvii, governo spieghi

“Ancora nulla di nuovo dal governo riguardo alla localizzazione del deposito nazionale di rifiuti radioattivi ma anche riguardo alla pubblicazione della Carta nazionale delle aree idonee ad ospitare il deposito. Di rinvio in rinvio si continuano ad accumulare ritardi”. Lo dichiara Daniela Ruffino, capogruppo di Azione-Italia Viva in commissione Ambiente alla Camera, che sulla tema ha presentato un’interrogazione in commissione al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. “Vorremmo capire – ha aggiunto – se c’è la necessità di un supplemento di istruttoria e se è stata fatta. E vorremmo capire anche perché la carta delle aree idonee, che è stata inviata al Ministero ormai più di un anno fa, non è stata ancora resa pubblica e quando lo sarà. A questo si aggiunga che il soggetto attuatore, la Sogin, di cui abbiamo chiesto e ottenuto il commissariamento a giugno dello scorso anno, gode di ben poca fiducia presso le popolazioni e gli amministratori interessati, con cui dovrà intensamente interloquire. La necessità di avere la piena operatività di Sogin è sempre più pressante ma la situazione è assolutamente arenata. Si tratta di dare certezze agli italiani – conclude Ruffino – e invece assistiamo solo a continui rinvii”.

Il Centro è credibile se è credibile chi lo rappresenta

Recentemente, alla presentazione del mio ultimo libro sul “Centro. Dopo il populismo” a Torino,
Lorenzo Pregliasco – autorevole e qualificato sondaggista – ci ha spiegato in modo molto
semplice ma schietto che esiste un elettorato centrista nel nostro paese. Soprattutto dopo la
ripartenza di una forte e massiccia radicalizzazione della lotta politica, frutto e conseguenza del
voto del 25 settembre scorso ma, soprattutto, grazie alla vittoria della Schlein alle primarie del
Partito democratico. Una radicalizzazione che va di pari passo con una altrettanto nociva e
pericolosa polarizzazione ideologica. Il tutto, come ovvio ed evidente, crea una miscela esplosiva
che può mettere in discussione la stessa tenuta della nostra democrazia e la qualità del sistema
democratico.
Ma, per tornare a Pregliasco, è interessante la tesi che ha presentato a Torino. E cioè, esiste 1
elettore su 10 che oggi in Italia si riconosce in un’area centrista. Un 10% di elettorato che
potrebbe, però, anche crescere ulteriormente purchè, ecco la novità, si tratti di una offerta politica
credibile da un lato e che, soprattutto, sia rappresentata in modo credibile da chi la guida
dall’altro. Insomma, torniamo all’antico. Non quello usato e nostalgico ma, al contrario, quello
serio e collaudato. Ovvero, con un progetto politico coerente e aderente alla società
contemporanea e con una classe dirigente altrettanto credibile, quello spazio politico può riavere
un ruolo decisivo e determinante per gli stessi equilibri politici complessivi. Sin qui Pregliasco, pur
senza esercitarsi, come ovvio, nello stilare nomi e cognomi.
E, di conseguenza, non può essere un politico aggressivo, divisivo, strutturalmente impulsivo e
poco incline, per non dire nulla, alla cultura della mediazione, del confronto, del rispetto
dell’avversario e della composizione degli inevitabili contrasti che nascono nella lotta politica
quotidiana, la figura più idonea per interpretare e tradurre concretamente la “politica di centro” nel
nostro paese. E, soprattutto, non può guidare questo spazio politico un leader radicalmente
estraneo ed esterno alla cultura cattolico popolare, democratica e sociale che, come tutti sanno,
è stata nel nostro paese decisiva per dare forma e sostanza al Centro e alla “politica di centro”.
E l’elemento decisivo, quindi, per rilanciare e soprattutto per rappresentare il Centro oggi nel
nostro paese risiede proprio in questa sfida. E cioè, senza rincorrere la più spietata
personalizzazione della politica – un tassello, questo, storicamente estraneo alla cultura e alla
politica di un Centro democratico, dinamico, riformista e di governo – è indispensabile avere una
leadership credibile che incarni anche “fisicamente” quel profilo. Che è sì di natura politica,
culturale e programmatica ma che, soprattutto, lo confermi anche e soprattutto nella cosiddetta
“cultura del comportamento”, come amava definirla il grande storico cattolico Pietro Scoppola
quindi parlava di autorevolezza e di credibilità della classe dirigente politica.
Ecco perchè l’osservazione di Lorenzo Pregliasco, ancora una volta, coglie nel segno.

Giorgio Merlo

Azione Studentesca Torino (As-FdI): rivoluzionare il PCTO

Azione Studentesca, movimento giovanile di Fratelli d’Italia, scende in strada all’entrata delle scuole:
basta alternanza senza certezze, riconquisteremo il nostro futuro.
“Questa mattina, davanti all’Istituto Majorana di Torino così come nelle scuole e nelle piazze di tutta
Italia, abbiamo gridato la nostra proposta di rivoluzionare il PCTO: senza sicurezza, senza efficacia,
non c’è alcuno sbocco lavorativo, né crescita personale, nessun futuro per noi studenti”.
“Anni di sfruttamento da parte delle multinazionali e l’inadeguatezza delle misure di sicurezza, hanno
portato l’alternanza scuola-lavoro al fallimento. Pertanto, proponiamo, a partire dai licei: giornate
dedicate ad un orientamento universitario che sia concreto, con la possibilità di assistere alle lezioni
e di partecipare dal vivo ai progetti e agli spazi universitari, al fine di portare una maggior
consapevolezza nello studente perché faccia la scelta più coerente possibile col suo futuro; – e ancora
– la creazione di un organo scolastico che, tramite un tutor, si occupi esclusivamente dell’alternanza,
per monitorarne e garantirne qualità, efficacia e sicurezza, con la partecipazione dei rappresentanti
d’istituto nello stesso, nonché l’assegnazione di un docente di riferimento per ogni progetto a cui le
scuole aderiranno, per far scegliere allo studente quello a cui partecipare in base alle proprie passioni.
Neanche la cultura e la consapevolezza storica dei propri territori devono rimanere indietro: parchi,
musei e luoghi d’interesse devono essere visitabili dai ragazzi, perché riscoprano le loro radici e
fortifichino il legame con la propria storia;
“Il tutto, ovviamente, non può avvenire se prima non si garantisce la sicurezza, senza di essa,
null’altro potrà partire: la già presente normativa sulla sicurezza del lavoro, ma con disposizioni più
stringenti, sia attuata anche per gli studenti in stage: basta incidenti o morti in alternanza. Inoltre,
vogliamo corsi appositi per gli studenti durante le ore di Educazione Civica, così come ha già
annunciato lo stesso Ministero;
“Dagli istituti tecnici al mondo del lavoro, più efficacia e stage più mirati: se in Italia il lavoro è già
di per sé un miraggio, con un sistema così fragile e inefficace già dalle scuole, per i più giovani
diventa un’utopia: è il momento di una più stretta collaborazione con le PMI dei territori, stage
formativi coerenti con i percorsi di studi dei ragazzi per un diretto ingresso nel mondo del lavoro: non
schiavi in una multinazionale, ma protagonisti della crescita personale, professionale e dell’economia
locale. Da secoli baluardo del nostro tessuto protettivo, vogliamo anche la riscoperta del lavoro
manuale e artigiano. Infine, in base al merito dimostrato tra i banchi e durante gli stage stessi,
l’istituzione di borse di studio per la formazione post-scolastica per coloro che si saranno distinti
maggiormente;
Il nostro futuro non è in vendita, e a partire dai banchi di scuola, riscatteremo ciò che ci è stato tolto:
per un altro PCTO, oltre i disastri dei precedenti governi, al fianco degli studenti!

Protesta degli operatori del Cup, Grimaldi (AVS) e Accossato (LUV): “Il servizio deve essere internalizzato”

 “Si apra una fase di ascolto dei lavoratori”.

“Aumento dei turni e diminuzione dello stipendio, dal 2010 – quando il servizio è stato esternalizzato – a oggi la situazione degli operatori del CUP ha continuato a peggiorare, con un susseguirsi di appalti a cooperative che usano il contratto multiservizi. Significa: bassi salari (per i meno anziani 7,50 lordi l’ora) e part-time involontario. Stiamo parlando di lavoratori che sono la voce e l’orecchio della sanità piemontese per i cittadini e le cittadine. Anche dall’efficienza del CUP dipende la possibilità delle persone di prenotare visite ed esami. Diciamo da tempo che il servizio va nuovamente internalizzato e potenziato con più operatori” afferma Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra.

“Ieri in Consiglio regionale abbiamo ricevuto una delegazione dei lavoratori del Cup, il centro unico di prenotazioni per la sanità piemontese. Condivido pienamente le loro rivendicazioni e le loro preoccupazioni” ha dichiarato Silvana Accossato, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione.

“La loro odissea dura da troppi anni, precari, sballottolati da una cooperativa all’altra, stipendi molto bassi da 7,50 euro lordi l’ora. Si trovano a dover gestire telefonicamente la situazione vergognosa delle liste di attesa della sanità piemontese, su questo punto hanno protestato anche come e a nome dei cittadini e degli utenti. Per questo ci sembra assolutamente giusto sostenere la loro protesta. Chiediamo che ci sia una fase di ascolto dei lavoratori, che sia verificata la possibilità di internalizzare il servizio o almeno che si costruisca il capitolato d’appalto in modo partecipato, ascoltando i lavoratori. La Regione non può essere responsabile di lavori poveri, non dignitosi, con una grande maggioranza di part time involontario e turni di lavoro non rispettosi della vita delle persone” ha concluso Accossato (LUV).

Magliano : “Telemedicina futuro (obbligato) anche della medicina penitenziaria”

Lo confermano i direttori e gli esperti auditi ieri mattina in Commissione Sanità del Consiglio Regionale del Piemonte. Fondamentale, dunque, dotare gli istituti carcerari del territorio dell’infrastruttura tecnologica necessaria perché questa possibilità sia capillarmente garantita. Anche questo cambio di paradigma, tecnologico e di mentalità, serve a comporre il quadro di quell’approccio comunitario all’emergenza carceraria da noi richiesto e auspicato.

Se qualcuno ancora attendeva una conferma, l’ha avuta questa mattina: solo potenziando la telemedicina si può garantire un’assistenza medica adeguata, per tempismo e frequenza, alle esigenze del Piemonte. Questo è vero anche negli istituti carcerari della nostra Regione e gli auditi in Commissione Sanità l’hanno confermato. Nell’Aula Consiliare di Palazzo Lascaris hanno preso la parola Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Locali, Direttori degli Istituti Penitenziari regionali ed esperti giuridico-pedagogici degli Istituti stessi. I vantaggi sono evidenti, dal momento che i consulti a distanza garantisco rapidità e puntualità, riducendo al contempo la necessità di costosissime traduzioni (le uscite, cioè, dei detenuti, scortati verso le strutture sanitarie del territorio) e il tempo necessario per ogni singola vista. Anche questo cambio di paradigma è necessario nell’ambito della costruzione di quell’approccio comunitario all’emergenza carceraria da noi a più riprese auspicato. Ribadiamo le nostre richieste come Moderati: diffusione della telemedicina negli istituti, potenziamento dei servizi sanitari in carcere, attivazione delle REMS, sostegno psicologico per prevenire forme di burnout degli agenti, risorse per chi intende assumere persone che stanno scontando una pena. Su quest’ultimo tema, è stato recentemente approvato dal Consiglio l’Ordine del Giorno dei Moderati che chiede incentivi per le imprese piemontesi che scelgono di assumere detenuti. I dati dimostrano che la recidiva scende sotto il 15% per chi lavora mentre sconta la propria pena. La Legge Regionale 34 del 2008 permette incentivi per i datori di lavoro che assumono persone che stanno scontando una pena. Con il nostro atto chiediamo inoltre l’estensione della misura anche a chi è sottoposto a misure alternative alla carcerazione (attualmente, sono esclusi per esempio coloro che scontano la propria pena ai domiciliari).

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Iannò (Libero Pensiero): “Car sharing per disabili? Pura e semplice utopia”

“Il diritto alla mobilità deve essere garantito a tutti, indubbiamente. 

A mio avviso, la mozione approvata ieri in Consiglio comunale sulla possibilità di rendere i servizi di car sharing accessibili a tutte le persone con disabilità, con le tecnologie attuali, è pura e semplice utopia.

Gli ostacoli da superare sono veramente tanti, uno su tutti la diversa mobilità ridotta del guidatore, che rende particolarmente difficile trovare autoveicoli che si possano adattare a tutti i tipi di disabilità.

Altro motivo di difficoltà, emerso anche durante la discussione nella competente Commissione consiliare, la disponibilità degli operatori del servizio di car sharing di attrezzare il loro parco vetture di veicoli multiadattati è praticamente nulla, sia per i costi, sia perchè occorrerebbe ammodernare le auto molto spesso.

Un’altra domanda mi porrei, quanti sono i disabili che, visti i costi, utilizzerebbero le auto del car sharing?

In conclusione, dico che è decisamente votare un documento e dare false aspettative per un mondo che già soffre come quello della disabilità!

Torino, 23 maggio 2023

 

Pino IANNO’ Torino Libero Pensiero

Lega: Alessandria un polo del Sapere, della Medicina e della Cura

Daniele Poggio, Vittoria Poggio e Alessandro Stecco (Lega Salvini Piemonte): “Con il riconoscimento del ‘SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo’ come Azienda Ospedaliera Universitaria e il primo Irccs a carattere pubblico del Piemonte facciamo di Alessandria un polo del Sapere, della Medicina e della Cura all’avanguardia a livello nazionale”

Approvata in Consiglio regionale del Piemonte la delibera che riconoscerà l’Azienda Ospedaliera “SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo” di Alessandria, sede anche del Dipartimento attività integrate ricerca e innovazione, come Azienda Ospedaliera Universitaria.

“La comunità di Alessandria e tutta la sua provincia – puntualizza il leghista alessandrino Daniele Poggio – stanno vivendo una stagione di progressi sanitari senza precedenti, grazie alla precisa volontà di questa maggioranza di cui la Lega è la prima forza. Aver portato al ministero la deliberà che farà del ‘SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo’ una Azienda Ospedaliera Universitaria rappresenta un ulteriore tassello in una più ampia strategia che ha il suo cardine nella realizzazione del nuovo ospedale di Alessandria”.

“Avere un’Azienda Ospedaliera Universitaria sul nostro territorio – aggiunge Poggio – significa fare di Alessandria e della sua provincia un punto di riferimento all’avanguardia per l’intera Sanità regionale. Da un lato potenzieremo ancora di più la nostra vocazione di polo didattico e del sapere, proprio oggi che il primo gruppo di studenti si laureerà in Medicina ad Alessandria. Dall’altro creeremo un polo, insieme con il primo Irccs pubblico del Piemonte, che saprà attrarre qui conoscenze e pazienti, senza che questi siano costretti loro malgrado a guardare fuori regione. In qualità di proponente, vorrei anche ricordare la mia legge regionale sull’Odontoiatria Solidale che oggi permette l’accesso alle cure dentarie anche a chi, per un momento di fragilità economica e sociale, ne sarebbe altrimenti escluso. Una rete al servizio della salute e dell’assistenza che non ha precedenti, ad Alessandria come nel resto del Piemonte”.

“L’avvio della procedura per l’individuazione dell’Aso di Alessandria quale azienda ospedaliero-universitaria – ha quindi aggiunto l’assessore alessandrina Vittoria Poggio – è un’altra pietra miliare di un percorso avviato nel 2019, quando, insieme all’Asl di Alessandria, è stato dato l’avvio alla procedura di riconoscimento quale Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico Irccs. Il nuovo iter conferma l’attenzione che la Regione, in particolare dell’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, sta dedicando al territorio Alessandrino, ribadendone la centralità a livello provinciale e l’eccellenza a livello Regionale”.

“L’avvio delle procedure per la costruzione del nuovo ospedale – ha aggiunto Vittoria Poggio – trova tuttavia un ostacolo nella posizione del Comune di Alessandria a guida Pd-5 stelle, che ci auguriamo vengano superate nell’interesse dello sviluppo della città e della sua crescita come punto di riferimento del territorio alessandrino, come è normale che sia per un capoluogo e per un’amministrazione che tiene solo al bene dei suoi cittadini, senza soffermarsi troppo sulla paternità delle scelte”.

“Un iter – commenta il leghista Alessandro Stecco, medico e professore universitario – che abbiamo avviato come Regione tre anni fa assieme ai vertici dell’Università del Piemonte Orientale, Rettore e Presidente della Scuola di Medicina, oltre che alla direzione aziendale, seguendo in parallelo l’altro l’iter molto importante, quello del riconoscimento quale primo Irccs a carattere pubblico del Piemonte, e che consentirà di ottimizzare le potenzialità sanitarie legate all’assistenza, alla didattica e alla ricerca, e che avrà una ricaduta e un indotto di grande beneficio, in termini di attrattività e competitività nella Medicina e nei Servizi all’utenza”.

“Un momento importante per la sanità regionale – ha proseguito Stecco, docente presso l’Università del Piemonte Orientale -: questa opportunità di aggiungere la definizione di policlinico universitario all’ospedale già sede di un corso di medicina, che oggi ha più di 50 studenti che si laureeranno nel 2024 e che progressivamente aumenteranno fino a 80 in un percorso progressivo di radicazione dell’insegnamento della Medicina oltre che dei corsi di laurea delle professioni sanitarie. In futuro si avrà la possibilità quindi di rendere Alessandria sede di alcune delle Scuole di Specializzazione e questo renderà tutto il polo didattico scientifico e sanitario di ulteriore estrema attrattività”.

“La decisione di oggi – puntualizza infine Stecco – conclude la parte regionale dell’iter, testimoniando la volontà della Regione di traghettare la sanità piemontese e in questo caso alessandrina verso un’evoluzione migliorativa rilanciandola verso il futuro. Ora proseguirà presso il ministero: per concludere l’iter servirà un decreto interministeriale dei dicasteri della Sanità e dell’Università, che sarà poi seguito da un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri”.