politica- Pagina 15

Kirk e l’America delle ideologie

Conoscevo, ahimè,Charlie Kirk:lo seguivo su CNN durante la campagna elettorale di Trump:non ho mai condiviso le sue idee ultra cattoliche,conservatrici,antiabortiste,devastanti verso il pensiero altrui.
Le sue parole spesso dividevano, ferivano, escludevano.
Ma uccidere non è la risposta.
La violenza cancella il dialogo, e trasforma il dolore in tragedia.
Serve più ascolto, più empatia. Anche verso chi non la pensa come noi.

Tante polemiche inutili sulla partecipazione di Giorgia Meloni a Domenica In.
In passato anche altri leader politici, come Gentiloni, sono stati ospiti in programmi simili senza che si sollevasse tutto questo clamore.
Meloni ha parlato di promozione del cibo italiano, e in quella stessa occasione era presente anche il sindaco di Roma Gualtieri, esponente del PD.
Chi oggi grida allo scandalo dovrebbe ricordare questi precedenti.
Polemiche strumentali, che nulla aggiungono al dibattito pubblico.

Negli USA la tensione sociale e politica ha superato ogni limite, questo è un mio pensiero personale,come sempre,ovvio.È un dato di fatto che vediamo
divisioni radicali, violenza, sfiducia nelle istituzioni e polarizzazione estrema:
Sembra che l’America sia sull’orlo di una nuova guerra civile.
Non più Nord contro Sud, ma ideologie inconciliabili sotto lo stesso cielo.

Enzo Grassano

Il centro sinistra non c’è più. C’è la sinistra

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Forse è arrivato il momento di dirlo chiaramente e senza alcuna polemica e, men che meno, senza
alcuna pregiudiziale di natura politica. Ovvero, il tradizionale centro sinistra nel nostro paese
semplicemente non c’è più. È stato sostituito, del tutto legittimamente, dalla coalizione di sinistra
e progressista. Quella che dopo il secondo dopoguerra si chiamava “Fronte Popolare”. E dopo la
fine della prima repubblica e il tramonto della Dc e dei partiti di governo di quella fase storica
veniva definita dal suo maggior protagonista, Achille Occhetto, “gioiosa macchina da guerra”.

Adesso siamo al terzo tempo. Il cosiddetto campo largo o come si chiamerà. Ma la sostanza non
cambia affatto. E la certificazione è arrivata proprio durante la Festa dell’Unità del Pd a Reggio
Emilia. Detto con parole semplici e comprensibili, il Centro e tutto ciò che è riconducibile al
mondo centrista, moderato, popolare e liberale da quelle parti non è più ritenuto importante. E
neanche necessario. Se non per dire, blandamente e stancamente, che serve tuttavia anche una
‘gamba moderata’ per confermare la natura plurale della coalizione e nulla più.

Ora, non si tratta di sindacare o di mettere in discussione la nuova prospettiva politica
dell’alleanza di sinistra. Del resto, e coerentemente, parliamo di una coalizione che è governata
da 4 sinistre: quella radicale e massimalista della Schlein, quella populista e demagogica dei 5
stelle di Conte, quella estremista ed ideologica del trio Fratoianni/Bonelli/Salis e quella pan
sindacalista della Cgil di Landini. Il Centro, come ovvio e anche scontato, è del tutto estraneo
rispetto a quella piattaforma politica, culturale, valoriale e programmatica. E non è un caso, di
conseguenza, che la potenziale ‘gamba moderata’ nell’alleanza di sinistra e progressista sia
gestita e pianificata da un ex comunista come Goffredo Bettini in collaborazione con personalità
che gravitano tutti nell’area del Pd. Insomma, l’esatto contrario di quello che è stato il Ppi prima e
la Margherita poi nel tradizionale ed antico campo del centro sinistra.

Per queste ragioni, semplici ma quasi oggettive, il confronto che si intravede in vista delle elezioni
politiche del 2027 non è più tra un centro sinistra e un centro destra. Ma, semmai, e ripeto
legittimamente, quello tra il centro destra e la sinistra. Semprechè nell’attuale coalizione di
governo il Centro e tutto ciò che è riconducibile al pianeta centrista, moderato, liberale e popolare
sappia giocare un ruolo protagonistico e non meramente accessorio rispetto alla leadership
carismatica, rappresentativa e autorevole di Giorgia Meloni. Ma, per restare alla riflessione iniziale,
non c’è alcun dubbio che il profilo politico della futura competizione è destinata a cambiare in
profondità. E, purtroppo, non c’è da stupirsi se la radicalizzazione del conflitto politico e la stessa
polarizzazione ideologica rischiano di diventare non un elemento estemporaneo del confronto tra i
partiti e le rispettive coalizioni ma, semmai, la condizione permanente e strutturale della stessa
competizione fra i due blocchi contrapposti. Per queste ragioni, e oggi più che mai, è
indispensabile che la cosiddetta ed antica ‘politica di centro’ – almeno per chi non la rifiuta quasi
per statuto – giochi ancora la sua partita. Che resta, al di là di ogni altra valutazione politica,
decisiva e determinante per garantire la qualità della nostra democrazia e la credibilità delle
stesse istituzioni democratiche. Nonchè per consolidare una efficace azione di governo.

Vesta, Montaruli (Fdi): “Razzismo nel vedere esclusi gli italiani”

“Organizzazione di immigrati per accedere a Vesta con tanto di polizia locale a supportare. Il vero razzismo è quello di chi gode a vedere esclusi gli italiani e pertanto si organizza per supportare gli stranieri. Il pd conferma di avere un grande problema con la famiglia media italiana, la ritiene immeritevole di supporto a favore di chi invece e’ già ampiamente sostenuto da ogni tipo di misura. Il successo di vesta è di aver dato per la prima volta un aiuto ai veri esclusi, quelli che il Pd ha sempre dimenticato e volutamente oggi dimostra di disprezzare. Noi siamo invece con quelle famiglie e l’ampia partecipazione dimostra solo che sarebbero serviti più soldi mentre l’opposizione si trastullava sui nomi per impedire che vedesse la luce e fare la solita caccia all’avversario, immaginando fantasmi lì dove non esistono. I veri fantasmi nei banchi dei consiglieri di sinistra li vedremo noi quando torneremo a chiedere più soldi per questa misura così come ci chiedono giustamente tanti piemontesi. Volete vedere che tutte queste esponenti del Pd spariranno non sapendo come salvare la loro faccia perché sarebbero costrette a dire quello che stanno ammettendo già ora. La misura dell’assessore marrone è voluta, necessaria e merita un’ampliamento.” Lo dichiara la vicecapogruppo di Fdi alla Camera Augusta Montaruli.

cs

Il valore dei cattolici nella politica torinese e piemontese

Il convegno di Bardonecchia nella sessione mattutina ha evidenziato i numeri del declino economico torinese e piemontese con le sue introduzioni di Mino Giachino e Mauro Zangola. Da vent’anni la crescita economica è inferiore alla media nazionale, da oltre 10 anni Torino è la capitale della cassa integrazione e ‘ tra le Città con la più alta disoccupazione giovanile. A questi due dati si aggiunge la crisi del settore auto il distacco sempre più forte con le periferie. Non aver capito il declino della Città ci porta al punto che secondo Airaudo abbiano solo 2 anni tempo vuol dire che il tempo perso a capire la crisi fa si che oggi Torino debba assolutamente cambiare linea e amministrazione se vuole tenere testa ai tempi molto impegnativi per rilanciare economia e lavoro a Torino a partire dall’industria e dalle periferie.  Giorgio Airaudo della CGIL, Cristina Maccari della CISL , il presidente degli industriali torinesi Marco Gay hanno dato vita a un bellissimo confronto apprezzato dalla sala.
“Con questo convegno – ha concluso Giachino- noi cattolici impegnati in politica abbiamo dimostrato la nostra centralità nella vita politica torinese che deve uscire da una contrapposizione sinistra destra che in questi trent’anni ha portato Torino al settantesimo posto tra le Città italiane . Non siamo solo centrali tra i due schieramenti siamo centrali anche per le proposte che presentiamo per rilanciare Torino e il Piemonte”.

Askatasuna, Zangrillo: “Fucina di illegalità”

«Ha fatto bene la Procura di Torino a ricorrere in appello contro la decisione di assolvere sedici militanti di Askatasuna dall’accusa di associazione a delinquere», dichiara il ministro per la Pubblica amministrazione e segretario di Forza Italia in Piemonte Paolo Zangrillo che prosegue:

«Parliamo di soggetti che da anni si rendono protagonisti di aggressioni, intimidazioni e atti violenti contro le Forze dell’ordine, ferendo poliziotti e carabinieri e alimentando odio e tensione nelle nostre città. Askatasuna non è un centro sociale: è una vera fucina di illegalità ed eversione, un luogo in cui si organizzano azioni contro lo Stato, come dimostrano gli assalti ripetuti ai cantieri dell’alta capacità Torino–Lione. E oggi le stesse persone vicine a questo centro sociale hanno preso come bersaglio, con cori e insulti, il ministro Giuseppe Valditara, a cui esprimo la mia piena solidarietà e vicinanza: episodi che confermano, ancora una volta, la natura violenta e intollerante di questi ambienti.

È ora di mettere fine a questa deriva estremista: i violenti vanno privati di ogni spazio concesso e riportati davanti alle proprie responsabilità. I cittadini hanno diritto alla sicurezza e alla legalità, non a convivere con chi si fa beffa delle istituzioni», conclude Zangrillo.

cs

Pentenero (Pd): “Buono Vesta, click day inaccettabile”

“È già stato presentato un numero di domande pari a quelle finanziabili con il budget disponibile di 10 milioni di euro”.
Dopo mesi di campagne promozionali discutibili, nei quali Fratelli d’Italia ha spesso associato, illegittimamente, il proprio simbolo di partito a quello di un’iniziativa istituzionale della Regione, questa è la dicitura che le famiglie piemontesi possono leggere sulla pagina del Buono Vesta.
Il click day è durato mezz’ora e migliaia di famiglie che avrebbero avuto diritto a ricevere il contributo economico hanno così visto la loro domanda respinta.
Già pochi minuti dopo la mezzanotte le code virtuali erano lunghissime, ed è stato evidente a tutti quanto avevamo già ribadito: la dotazione finanziaria di Vesta era chiaramente insufficiente!
Per capirlo bastava un semplice calcolo matematico. Con 10 milioni di euro e un importo medio di 1000 € per buono, solo 10.000 delle quasi 150000 famiglie aventi diritto avrebbero potuto beneficiare del contributo economico.
La scelta di un click day per distribuire i fondi, poi, è inaccettabile, perché non risponde ai bisogni delle famiglie: il buono andrà a chi è stato più fortunato.
Le politiche sociali sono una cosa seria, non una lotteria! Episodi come quello di Vesta non fanno altro che far crescere la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni, perché i cittadini e le cittadine questa mattina si sentono presi in giro, soprattutto dopo mesi di annunci.
Avevamo espresso tutti questi dubbi alla Giunta e all’Assessore Marrone negli scorsi mesi, e ancora una volta lo scorso martedì durante la seduta del Consiglio Regionale
Eravamo stati, purtroppo, facili profeti; abbiamo già chiesto risposte a Marrone, che ci ha ignorato. Ma non ci fermiamo qui: la Giunta Regionale non può continuare a prendere in giro le famiglie piemontesi
Gianna Pentenero
Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale

Merlo: Centro, c’è chi lo rilancia e chi lo affossa. Adesso si deve scegliere

“Quando si parla di un’area o di un progetto politico di Centro, riformista e di governo, non
possiamo non dire che oggi c’è chi cerca di rilanciarlo ed attualizzarlo e chi, al contrario, punta ad
annacquarlo prima e a liquidarlo poi. Nel primo campo ci sono indubbiamente Azione di Calenda
e Forza Italia di Tajani attraverso la declinazione concreta di una vera e credibile ‘politica di
centro’. Nel secondo, invece, troneggia Renzi con il suo partito Italia Viva. L’alleanza con i
populisti e gli estremisti da un lato e la costruzione a tavolino con il Pd della Schlein dall’altro di
un fantomatico soggetto centrista – l’ormai famosa ‘tenda’ di Bettini – segnala e conferma la
definitiva irrilevanza del Centro nell’alleanza di sinistra e progressista. Cioè la futura ‘gioiosa
macchina da guerra’.
Per queste ragioni chi crede nel futuro di un Centro riformista e di governo sa oggi dove guardare
e dove, invece, non approdare”.

On. Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Scelta Cristiano Popolare’.

Contestazioni, Fi: “Dopo Zangrillo, Valditara: la solita sinistra”

ROSSO E FONTANA (FI): ANCHE OGGI IN AZIONE GLI AGIT-PROP DELLA SINISTRA

«La contestazione al ministro Valditara è l’ennesimo esempio della strategia che sta adottando la sinistra contro gli esponenti del Governo Meloni. Ormai ogni occasione è buona per utilizzare i propri agit-prop contro i ministri: sabato scorso è accaduto al ministro Zangrillo ospite alla Festa dell’Unità e oggi è accaduto al ministro Valditara in visita a Torino. L’utilizzo degli studenti o di finti studenti interpretati da esponenti dei centri sociali dimostra la debolezza del centrosinistra che, non riuscendo a vincere le elezioni alle urne o in Aula, torna all’utilizzo del modus operandi della tensione che ben conosciamo e che ha portato a scrivere alcune delle pagine più buie del nostro Paese. Esprimiamo la nostra solidarietà al ministro Valditara. La scuola per fortuna non è solo quella dei collettivi, una piccola minoranza di estremisti senza arte né parte, ma è rappresentata da tanti docenti e studenti che costruiscono ogni giorno con passione e dedizione la società italiana del domani. Come centrodestra stiamo mettendo i mattoni per una scuola fondata sui valori, sui buoni esempi, sull’educazione, sul rispetto: tutti concetti dei quali la sinistra non conosce il significato. D’altra parte, quando una Istituzione come il sindaco di Torino difende un centro sociale che obbliga dei consiglieri comunali andati in visita in un immobile di loro proprietà a calpestare le foto del presidente del Consiglio e dei ministri della Repubblica, che esempi si pensa che possano portare nella loro idea di ‘buona scuola’?», ad affermarlo il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana, rispettivamente segretari provinciale e cittadino di Forza Italia a Torino, dopo gli attacchi subiti dal ministro dell’Istruzione davanti all’Istituto Zerboni.

Laura Pompeo (PD): “Sempre più profonda la crisi industriale in Piemonte”

“la Regione non può più limitarsi a osservare. Serve una regia politica per difendere impresa, lavoro e territorio”

Torino, 18 settembre 2025 – “La crisi dello stabilimento Dana di Rivoli è solo la punta dell’iceberg. In Piemonte, decine di imprese stanno attraversando fasi drammatiche, tra chiusure, licenziamenti e delocalizzazioni. La Regione non può continuare a limitarsi a monitorare: servono azioni concrete, tempestive e coordinate per difendere il lavoro e il tessuto produttivo” dichiara la Consigliera regionale del Partito Democratico Laura Pompeo, che ha presentato una serie di interrogazioni in Consiglio regionale per chiedere interventi urgenti su più fronti: dalla componentistica automotive alla chimica, dalla grande distribuzione al commercio locale.

“La situazione alla Dana di Rivoli è sempre più preoccupante: oltre 200 lavoratori vivono da mesi nell’incertezza, tra cassa integrazione e prospettive di esuberi. Il tavolo ministeriale convocato a gennaio non ha prodotto risultati tangibili, e l’azienda non ha presentato un piano industriale credibile. È inaccettabile che si continui a tergiversare, mentre il futuro di intere famiglie è appeso a un filo. E Dana non rappresenta certo un caso isolato. Sempre a Rivoli, anche la Magna International ha annunciato 50 esuberi su 90 dipendenti, con il rischio di delocalizzazione delle attività all’estero. La perdita di know-how e competenze specializzate è un danno irreparabile per il territorio. La Regione deve attivare subito gli strumenti previsti dalla legge regionale 32/2023, a partire dalla convocazione di tavoli di crisi e dalla promozione di contratti di solidarietà” prosegue Pompeo.

“A Orbassano, la chiusura dello stabilimento Algo Group ha lasciato 26 lavoratori senza prospettive, in un’area già colpita da altre vertenze come Afs e Av-El. A Andezeno, la storica Candis S.p.A. è stata dichiarata fallita e ha lasciato una ventina di dipendenti senza lavoro e senza il pagamento di spettanze arretrate. E a tutto questo si aggiungono due nuove crisi che non possiamo ignorare: quella di Cerence, azienda leader nel settore delle tecnologie vocali per l’automotive, che ha annunciato un piano di ridimensionamento con impatti pesanti sul sito torinese, e quella di Magneti Marelli, che sta attraversando una fase di ristrutturazione con tagli significativi e il rischio di ulteriori delocalizzazioni. Parliamo di settori strategici, ad alta innovazione, che rischiano di essere smantellati senza una visione industriale condivisa” sottolinea la Consigliera dem.

“Infine, non possiamo non citare anche la chiusura dello stabilimento Elantas di Trofarello, dove 68 lavoratori rischiano il licenziamento a causa della delocalizzazione della produzione, senza che sia stata proposta una reale alternativa occupazionale in quella zona” sottolinea Laura Pompeo.

“Questi casi rappresentano soltanto alcune delle chiusure aziendali che si sono verificate negli ultimi anni in Piemonte. Credo che si debba prevedere, finalmente, un piano di reindustrializzazione dei nostri territori provati dalla crisi, un piano serio che guardi al futuro e sia in grado di coinvolgere nuovi investitori e utilizzare al meglio le misure gestite da Finpiemonte per il recupero di siti produttivi in crisi. Serve una regia politica forte e lungimirante, capace di mettere in rete istituzioni, imprese e parti sociali” aggiunge Pompeo.

“Il Piemonte sta vivendo una crisi industriale diffusa, che richiede risposte concrete. Non possiamo continuare ad assistere a chiusure, delocalizzazioni, licenziamenti e tagli di personale che si ripercuotono irreversibilmente sulle nostre comunità” conclude la Consigliera regionale Laura Pompeo.

cs

Prenotazioni Cuneo, Marro e Ravinale (AVS): “Riboldi non accusi le opposizioni” 

In merito alle dichiarazioni dell’assessore alla Sanità Riboldi sulle prenotazioni fantasma a Cuneo: noi facciamo il nostro lavoro, rappresentiamo le istanze del territorio, portare le segnalazioni dei cittadini e cerchiamo di ricordare a questa Giunta le molte ingiustizie di questa Regione, a partire da una sanità che per troppi resta inaccessibile. Se questo viene interpretato come “ricerca di visibilità”, l’assessore può stare tranquillo: non smetteremo di svolgere il nostro ruolo di vigilanza e cura. E trovo assurdo che alle richieste puntuali che abbiamo fatto in Consiglio si risponda sui giornali e non in consiglio regionale.
Resta il fatto che, dopo quasi due settimane di attesa e un sistema andato in tilt, che dopo che abbiamo sollevato il caso ha chiuso le prenotazioni anche per i casi urgentissimi, ci si sarebbe aspettati non solo rassicurazioni generiche, ma dati puntuali. Quante prenotazioni con questo metodo sono state fatte? Sono state conteggiate come quelle nei tempi da normativa o, come da noi riscontrato, eseguite fuori tempo? Se era tutto così chiaro e limpido perché la Direzione Sanità ha immediatamente bloccato il sistema e si è assicurata che riguardasse solo ASL CN1 e l’ospedale Santa Croce e Carle? Se la procedura era corretta per valutare il rischio delle visite, perché l’ha usata solo Cuneo?
La cosa che colpisce di più è che i dati sulle liste di attesa e le prenotazioni le avevamo chieste mesi fa all’assessore, che rispose di non averle e di chiederle alle singole ASL. Ora finalmente pare che le abbia chieste, così come abbiamo fatto noi, e si sia reso conto che forse qualcosa non quadra, al punto che in questo momento risultano, da verifiche effettuate, che le prenotazioni siano chiuse, cosa tra l’altro vietata dalla legge.
Invece di accusare chi fa il proprio lavoro, assessore, faccia il suo e risolva il problema. Le cittadine e cittadini meritano delle scuse, e anche che le prenotazioni riaprano e siano svolte nei modi e tempi stabiliti dalla legge.
cs