“Solidarietà alle forze dell’ordine per gli inqualificabili atti di violenza compiuti a Torino da sedicenti manifestanti dell’estrema sinistra. Un clima da guerriglia urbana che dovrebbe costringere ad una seria riflessione chi, nella giornata di oggi, auspica di rivoltare il Paese come un guanto. Il diritto allo sciopero e a manifestare non ha nulla a che vedere con i comportamenti delinquenziali messi in atto oggi nel capoluogo piemontese”. Così il ministro per la Pubblica amministrazione, senatore Paolo Zangrillo, segretario di Forza Italia Piemonte.
“Quello che accade nelle nostre università ed è, ormai, all’ordine del giorno, dovrebbe farci riflettere sullo stato di salute della democrazia italiana. L’università è il luogo in cui si forma la classe dirigente del Paese. L’università è il primo campo di battaglia della lotta politica. Invece, il mondo accademico si è piegato a logiche ideologiche, che contrastano sostanzialmente e formalmente coi valori della Costituzione antifascista”, così Matteo Marra, Responsabile Giovani e Universitari Liberali e Popolari, commenta l’occupazione dell’Università e gli scontri di Torino.
“La stessa Costituzione, usata come arma politica contro una parte legittima dell’arco costituzionale, diventa carta straccia per l’estrema sinistra, che non usa gli stessi parametri “morali” per giudicare il proprio agire politico. Anzi, questo è considerato, dalla sinistra antagonista, però non tutti i mezzi, come la violenza tanto cara ad Askatasuna, agli altri centri sociali ed alla sinistra delinquenziale in generale, sono legittimi: qualcuno lo spieghi ai figli di papà che bloccano il traffico, creando disagio a quei lavoratori che un tempo la sinistra voleva difendere, aggiunge Marra.
“Qualcuno lo dica anche a quei delinquenti che a Torino hanno occupato i binari di Porta Susa, cantando vittoria o, per essere più precisi: “occupiamo quel che vogliamo“. Oppure, agli stessi che a Porta Nuova hanno bruciato l’effigie del ministro Salvini. Qualcuno legga loro la Costituzione che dicono tanto di difendere, visto che non ne conoscono il contenuto
Qualcuno spieghi loro che non c’è nulla di democratico nel bloccare, da parte di una ventina di persone, come è accaduto, a titolo d’esempio, oggi a Torino, chiunque tenti di entrare nell’aula di un’università, violando il diritto allo studio, anche questo contenuto nella Costituzione antifascista”, continua Marra.
“Questa sinistra extraparlamentare, che parla di antifascismo, ma che, allo stesso tempo, fa del fascismo una virtù si colloca fuori dall’arco costituzionale e, pertanto, non dovrebbe avere, in un Paese che vuole essere autenticamente democratico, tutto lo spazio che le viene lasciato con una certa connivenza da parte di una sinistra “istituzionale”, che interviene in sua difesa, anche giustificandone la violenza. Il tutto di fronte agli occhi impotenti di uno Stato sprovvisto di sufficienti garanzie democratiche”, conclude Marra.
Italia Liberale e Popolare
Direzione Nazionale
Gli esponenti torinesi della Lega intervengono condannando duramente i gesti estremi accaduti durante la manifestazione “pacifica” che ha sfilato oggi per le strade del capoluogo: “Ci risiamo: il centro della nostra Torino, anche oggi, è diventata teatro della violenza estremista. I soliti antagonisti non solo hanno cercato di sfondare il cordone delle Forze di polizia, ma hanno anche bruciato le foto della premier e del vicepremier leghista.
Come se non bastasse – proseguono i deputati della Lega Elena Maccanti, segretario provinciale a Torino e consigliere comunale in Sala Rossa e Alessandro Benvenuto, Questore della Camera, “alle fiamme è stato dato anche un fantoccio con le sembianze di Matteo Salvini. Altro che fantomatiche mobilitazioni pacifiste!”.
Stamane davanti la Stazione di Porta Nuova migliaia di manifestanti hanno acceso lo scontro contro le Forze dell’Ordine e inveendo con il Ministro dei Trasporti strumentalizzando con atti di violenza e disordini le motivazioni dello sciopero annunciato nei giorni scorsi.
Clelia Ventimiglia
SCIOPERO GENERALE RIDOTTO A SOLITA GUERRIGLIA ANTAGONISTA
“Pugni, calci, uova, torce di segnalazione, aste di bandiere e fumogeni scagliati contro le Forze dell’Ordine dai Pro Pal che, già in mattinata, avevano preso parte al corteo dei sindacati per lo sciopero generale. Tutto ciò è semplicemente intollerabile, la misura è colma. Ho sempre massimo rispetto per gli scioperi e per il dissenso democratico, ma qui siamo di fronte a uno sciopero generale permeato dall’odio e dall’antisemitismo, ridotto alla solita guerriglia antagonista e alla lotta armata tanto cara ai centri sociali”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia.
“Penso – continua la Ambrogio – che gli stessi sindacati dovrebbero condannare l’accaduto e prendere le distanze da certe dinamiche, ma il fatto che i centri sociali, ora travestiti da Pro Pal, abbiano sfilato per ore al loro fianco senza che nessuno battesse ciglio, mi porta a dire che, con ogni probabilità, ciò non avverrà. E’ un grande peccato che il lavoro e i lavoratori vengano immolati dalla sinistra sull’altare della strumentalizzazione politica, tutto viene fatto contro il Governo e contro la premier Meloni, della sostanza e dei temi sociali manco l’ombra”.
“Stamattina per l’ennesima volta abbiamo assistito a scene di ordinaria follia a cui i collettivi di estrema sinistra purtroppo ci hanno abituato, con l’università bloccata a causa dei soliti facinorosi che occupano e devastano le aule, negando il diritto allo studio a chi in università ci va per studiare, non per compiere atti di violenza” dichiarano Manolo Maugeri e Gian Marco Moschella, rispettivamente coordinatore provinciale e coordinatore cittadino della Lega Giovani Torino.
“A molti studenti è stato impedito l’accesso alle aule del Campus Einaudi con conseguente sospensione delle lezioni, in un periodo di lauree come questo vuol dire anche rovinare uno dei giorni più importanti per la vita di una persona che ha raggiunto quel traguardo con sacrificio e dedizione.
Chiediamo una presa di posizione immediata al Rettore dell’Università di Torino affinché vengano presi provvedimenti nei confronti dei protagonisti di queste azioni.
Torino deve essere un polo di eccellenza per la formazione e l’innovazione, non un campo di battaglia per proteste sterili e violente.”
Dl Fisco, Ruffino: “Meloni narra Paese che non c’è”
La maggioranza non può pensare alle cose concrete perché quando guardano la realtà Meloni, Tajani e Salvini indossano occhiali diversi. La maggioranza è sempre più chiusa in se stessa, sente il vento gelido delle difficoltà economiche e sociali in arrivo e l’incognita di una nuova stagione di dazi commerciali. Per fronteggiare la realtà non bastano più gli occhiali rosa con cui la vede e la racconta Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio ci racconta la favola di un Paese che non c’è o se c’è esiste solo nella sua immaginazione”.
“Ormai sembra il copione di un film brutto. Anche oggi al corteo organizzato a Torino abbiamo visto ripetersi le stesse scene con gli antagonisti, spalleggiati dal silenzio di una certa sinistra, che vanno all’attacco del governo urlando parole d’odio contro Salvini e Meloni e arrivano allo scontro fisico con polizia e forze dell’ordine. Il diritto ad esprimere le proprie idee è sacro, ma è impossibile continuare a tollerare le azioni di chi manifesta il dissenso con la violenza e trasforma le strade della nostra città in un campo di battaglia.” Così Fabrizio Ricca, capogruppo Lega in Piemonte.
“Le divergenze non possono mai giustificare il vandalismo e l’intimidazione”
Siamo vicini all’Assessore al Commercio del Comune di Torino, Paolo Chiavarino, oggetto di atti vandalici e intimidatori che non devono trovare spazio non solo nell’ambito della discussione politica ma, in generale, nella nostra società. La violenza e l’intimidazione non sono mai giustificabili, quale ne sia la casa, e quelle rivolte a Chiavarino risultano ancora più inaccettabili in quanto coinvolgono la sua sfera privata, essendo avvenute in prossimità alla sua abitazione.
I fatti che coinvolgono Paolo Chiavarino e i recenti casi di cronaca, tra cui quelli rivolti in alcune occasioni all’azienda Leonardo, di cui l’ultimo questa mattina, denotano una degenerazione nel dibattito pubblico che non ci appartiene e non appartiene al modo in cui concepiamo il lavoro, l’impresa e le istituzioni e che riteniamo non debba essere tollerata in una società democratica.
Silvio Magliano, Capogruppo
Sergio Bartoli
Mario Salvatore Castello
Elena Rocchi
Daniele Sobrero
Napolitano “Presidente di tutti”
Giovanni Matteoli presenta il libro alla Fondazione Giorgio Amendola
Venerdì 29 novembre, alle 17.30, appuntamento con Giovanni Matteoli, autore del volume “Presidente di tutti. Giorgio Napolitano nelle memorie di un segretario al Quirinale”, nella sede della Fondazione Amendola, in via Tollegno 52 a Torino. Da sempre la Fondazione è protagonista nei percorsi di riqualificazione urbana e nella promozione di manifestazioni artistiche e culturali nel quartiere Barriera di Milano.
Con l’autore dialogheranno Mia Caielli, professoressa di Diritto Comparato a UniTo, Elsa Fornero, già ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Enrico Morando, già viceministro dell’Economia e Giuseppe Salvaggiulo, responsabile Cronaca di Torino de La Stampa. Modera Domenico Cerabona, direttore della Fondazione Giorgio Amendola.
“Il Presidente tenne sempre fede al compito di svolgere un ruolo di mediazione e di garanzia, del tutto coerente con la sua diffidenza nei confronti delle contrapposizioni esasperate, le estremizzazioni e le faziosità. La sua intima convinzione era che l’Italia avesse bisogno di interventi di moderazione che evitassero i rischi molteplici per l’unità nazionale, sul terreno delle diversità regionali, delle disparità economiche, delle differenze sociali e della molteplicità di concezioni ideali e culturali”. Giorgio Napolitano sale al Colle il 15 maggio 2006, subito dopo le elezioni politiche vinte di poco dal centro sinistra federato per la seconda volta da Romano Prodi. Resterà al Quirinale nove anni, divenendo il primo Presidente della Repubblica rieletto e mantenendo un delicato equilibrio europeo anche quando a fare i titoli dei giornali saranno i morosi della politica italiana, dalla nascita del Partito democratico all’affermazione del Movimento 5 Stelle, dalla caduta di Silvio Berlusconi all’arrivo di Mario Monti, dall’ascesa di Matteo Renzi alla mancata riforma costituzionale del 2016.
Giovanni Matteoli ha osservato quei difficili anni, ricoprendo diversi ruoli all’interno dello staff di Napolitano. Insieme al funzionamento quotidiano della prima istituzione della Repubblica, le sue memorie ci restituiscono la figura di un grande italiano, che ha rinvenuto nella sua profonda cultura politica la formula per custodire il nostro stato costituzionale nel difficile trapasso dal Novecento al secolo successivo in cui viviamo.
Mara Martellotta
Un nuovo balletto intorno all’ospedale di Settimo nel corso della discussione sulla variazione di bilancio.
La settimana scorsa, dopo settimane di discussione in commissione senza nessuna avvisaglia, la Giunta ha presentato un emendamento che prevedeva 15 milioni di euro per acquisire e internalizzare le attività di SAAPA spa, la società misto pubblico-privato sociale che gestiva le attività della struttura, ora posta in liquidazione.
L’annuncio aveva portato la scorsa settimana a interrompere anticipatamente il Consiglio per una commissione bilancio con l’assessore Tronzano che spiegasse la ratio dell’emendamento, seguita poi, alcuni giorni dopo, da una Quarta commissione dove l’assessore Riboldi è tornato sul tema, rassicurando la commissione sull’intenzione di riportare nel sistema pubblico l’ospedale.
Ieri un nuovo colpo di scena. L’assessore Tronzano ritira l’emendamento e ne presenta uno nuovo che non prevede più l’internalizzazione delle attività e prevede un generico impegno a “garantire le attività” e “tutelare i lavoratori”.
A quel punto, di fronte alla richiesta del PD di sospendere il punto e di avere spiegazioni, la maggioranza dà il via a un balletto di telefonate e colloqui, al termine del quale, nel pomeriggio, l’obbiettivo di “acquisire e internalizzare” le attività torna nell’emendamento.
Al momento del voto la Lega si smarca dando la presenza e non votando a favore, chiedendo inoltre al presidente di procedere alla votazione per appello nominale, con lo scopo neanche troppo recondito di spaventare con profili di responsabilità i colleghi della propria maggioranza.
Non è la prima volta che tra la Lega e il resto della maggioranza emerge una profonda diversità di visione sulla relazione tra il sistema pubblico e il sistema privato (basti ricordare le recenti polemiche sui partenariati di Alessandria e Cuneo e sull’apertura di un pronto soccorso privato in Torino o i frequenti riferimenti al modello lombardo). Nel momento in cui ci avviamo alla riforma del piano sociosanitario piemontese la maggioranza di centrodestra dovrebbe chiarirsi le idee e presentarsi con una voce unica al confronto, senza contare sempre sul nostro senso di responsabilità. Noi siamo per il sistema pubblico, senza esitazioni: la giunta Cirio può dire lo stesso? Oggi no.
Gianna PENTENERO, Presidente del Gruppo Pd Consiglio regionale
Daniele VALLE, Vicepresidente Commissione Sanità del Consiglio regionale