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Università, Nallo (IV): “occupazioni negano diritto allo studio”

 

“Bloccare l’accesso a un luogo di sapere e conoscenza è una violenza ed è contrario ai principi democratici che l’università rappresenta. È sacrosanto il diritto al dissenso, finché questo non aliena proprio quella libertà che si dichiara di difendere. Diritto allo studio degli studenti e diritti dei docenti e personale universitario non possono essere negati dalle azioni violente di una minoranza”.
Lo dichiara Vittoria Nallo, candidata capolista alle elezioni regionali del Piemonte per la Lista “Stati Uniti d’Europa”, in merito all’occupazione di Palazzo Nuovo
“La richiesta di revocare gli accordi con le istituzioni Israeliane è pericolosa, così – spiega – rischia di indebolire la cooperazione internazionale, che è linfa vitale per l’università e per l’attività di ricerca accademica. La cultura è scambio di conoscenza e non irrigidimento. Per questo è auspicabile che torni il dialogo e vi sia una condanna unanime di ogni forma di violenza e di antisemitismo”, conclude.

Italia Lib – Pop: “A Torino erba alta più di un metro”

“Come ogni anno, anche se con qualche settimana di ritardo, è arrivata la Primavera e con essa quella che ormai da anni è considerata un’emergenza, cioè lo sfalcio dell’erba.

Già, perché nella nostra Città, ciò che dovrebbe essere considerato normale amministrazione nei mesi caldi, cioè la manutenzione del verde pubblico, secondo il centrosinistra locale necessita addirittura di cosiddette “task force” per essere affrontato”, così Claudio DesiròSegretario di Italia Liberale e Popolare, commenta la situazione legata alla gestione ed alla manutenzione del verde pubblico a Torino.

Basta fare un giro per i quartieri di Torino per rendersi conto che, come ogni anno in questo periodo, quelli che dovrebbero essere spazi pubblici verdi, a disposizione dei cittadini, si trasformano in vere e proprie giungle, dove le erbacce superano di molto l’altezza di un metro. Impossibile, in queste condizioni, usufruire del verde, passeggiare o anche solo raggiungere una delle tante panchine ormai sommerse dalla vegetazione selvaggia.

“Una situazione che, ancora una volta, la Giunta Lo Russo definisce “emergenza“, nell’evidente difficoltà di affrontare ciò che è normale in questo periodo dell’anno.

Un’emergenza, o presunta tale, che evidenzia unicamente la reale emergenza della nostra Città, ossia la mancanza di una classe dirigente politica di qualità, in grado di amministrare a dovere il territorio, almeno in quella che dovrebbe essere considerata amministrazione ordinaria e non emergenziale”, conclude Desirò.

Italia Liberale e Popolare

Coordinamento Regionale Piemonte

Piemonte: 5 candidati alla presidenza e 13 liste per le Regionali di giugno

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Sono 13 le liste provinciali per Torino presentate in vista delle prossime elezioni regionali del Piemonte. La Corte  d’appello le ha accettate tutte informando che la valutazione sui cosiddetti listini che accompagnano le candidature alla presidenza della Regione non è ancora stata completata. I candidati a un seggio di consigliere regionale sono in tutto 560

Gli esiti, compreso screening che verrà fatto nelle altre circoscrizioni piemontesi, verranno comunicati lunedì.

I candidati alla presidenza della Regione sono cinque:

il presidente uscente Alberto Cirio (centrodestra),

Gianna Pentenero (centrosinistra),

Sarah  disabato (Movimento 5 stelle),

Alberto Costanzo (Libertà) e

Francesca Frediani (Pieonte Popolare).

Schlein con Pentenero e Lo Russo al Salone del Libro

Visita al Salone del Libro per la segretaria del Pd Elly Schlein (anche) per supportare  la candidata presidente del Piemonte del centrosinistra Gianna Pentenero. Ad accompagnare la segretaria anche il  sindaco Stefano Lo Russo e la vicepresidente dem Chiara Gribaudo. Schlein ha fatto dichiarazioni sui temi di politica interna ed estera e ha detto di tornare sempre con piacere al salone di Torino

Evviva le preferenze. Ovvero, evviva le liste bloccate

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo


Attorno alla selezione della classe dirigente persiste, e giustamente, un dibattito che non può
essere aggirato e, men che meno, strumentalizzato o dimenticato. E questo perchè la qualità,
l’autorevolezza e il prestigio della classe dirigente sono la condizione essenziale e decisiva per
ridare credibilità alla politica, alle istituzioni democratiche e alla stessa efficacia dell’azione di
governo. Certo, tutti sappiamo che senza i grandi partiti politici popolari, democratici e di massa
del passato e le concrete modalità organizzative che li caratterizzavano, la politica si è
progressivamente impoverita. I cartelli elettorali hanno sostituito i partiti e la classe dirigente
democraticamente eletta dal basso è stata soppiantata dalle nomine decise dai capi partiti
dall’alto. Almeno questo è capitato concretamente per il Parlamento italiano. E questo perchè c’è
un sistema elettorale che inibisce al cittadino di eleggere i propri rappresentanti.
E qui, però, arriviamo al cuore della questione. E cioè, detto in termini crudi, ma è ancora
possibile fare campagne elettorali nel nostro paese con lo strumento delle preferenze? Certo,
anche i sassi sanno che una delle regole basilari della democrazia è quella di garantire ai cittadini
di scegliere la classe dirigente politica ed amministrativa. A tutti i livelli istituzionali. Ma, detto
questo, c’è anche il risvolto della medaglia rappresentata dal ricorso alle preferenze. Perchè oggi
quello strumento, autenticamente e plasticamente democratico, si espone ad una miriade di
contraddizioni. E, soprattutto, di rischi per i candidati. E non solo nel Sud del paese dove, come
noto, c’è maggior dimestichezza nel ricorrere al voto di preferenza. Perchè è noto a tutti – parlo
ovviamente di tutti coloro, e sono la stragrande maggioranza, che credono nella trasparenza, nella
correttezza e nel profondo rispetto delle regole esistenti – che fare una campagna elettorale con le
preferenze ti espone ad una serie di rischi che prescindono anche dalla tua coerenza e dalla tua
correttezza. Sono tanti e tali le possibilità di incappare in qualche guaio giudiziario che,
paradossalmente, anche per uno come me che culturalmente crede nella democrazia dei partiti e,
soprattutto, nella selezione della classe dirigente dal basso, comincia a prendere in seria
considerazione il ricorso alle fatidiche “liste bloccate”. Cioè a strumenti elettorali dove non è
richiesta nessuna somma di denaro – anche se la legge prevede un tetto alle spese elettorali -,
dove il consenso è praticamente appaltato alla sola buona immagine del leader politico e dove,
infine, gli eletti sono già decisi di fatto al momento della presentazione delle liste. Liste bloccate
che, com’è altrettanto ovvio, sono la negazione della democrazia perchè quello che conta per
essere eletto è solo la fedeltà al capo partito di turno ma che, al contempo, non espone
chicchessia al rischio di qualche guaio post elezioni.
Ecco perchè, e paradossalmente, stiamo arrivando alla mesta e forse anche triste conclusione
che culturalmente e democraticamente diciamo “evviva le preferenze” e umanamente e forse
anche un po’ cinicamente, diciamo anche ad alta voce “evviva le liste bloccate”.
Giorgio Merlo

Conte a Collegno con Disabato e Appendino

Ieri l’ex premier Giuseppe Conte era al campo volo di Collegno per incontrare i militanti del Movimento 5 Stelle, con la candidata alla presidenza dellaRegione Sarah Disabato, l’ex sindaca Chiara Appendino e i candidati pentastellati  alle regionali. Il leader di M5S ha attaccato il governatore Cirio che vuole, ha detto “una sanità per ricchi” e ha incolpato il Pd di aver scelto di non allearsi quando “ha deciso di presentare la sua candidata” Pentenero. Conte ha ricordato poi l’impegno del movimento per la transizione ecologica e le battaglie per la legalità.  (foto Facebook)

I commercialisti di Torino incontrano i candidati alle Regionali

Lunedì 13 maggio, dalle ore 11.00 alle ore 13.00

Via Carlo Alberto 59, Torino – Sala Conferenze Aldo Milanese

L’ Ordine dei commercialisti di Torino e il mondo delle professioni chiedono alle forze politiche che partecipano alle prossime elezioni regionali come immaginano il futuro di Torino e del Piemonte. Che cosa si è fatto e che cosa si dovrebbe fare per sostenere lo sviluppo della città e della regione? In una parola qual è la loro ricetta?

Introdurranno i lavori:

Luca ASVISIO – Presidente ODCEC di Torino,

Bruno SPARAGNA – Presidente Consulta delle Professioni di Torino

Saranno presenti:

Gianna PENTENERO e Daniele VALLE – Partito Democratico

Alberto CIRIO e Andrea TRONZANO – Forza Italia

Roberto RAVELLO – Fratelli d’Italia

Fabrizio RICCA – Lega Nord

Sarah DISABATO e Marco ALLEGRETTI – Movimento 5 Stelle