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Correnti Dc e correnti Pd. Dal giorno alla notte

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Da più parti si continua a leggere, e giustamente, che il Pd resta un partito organizzato per
correnti o bande interne che fanno e disfanno gli organigrammi di quel soggetto politico. E sin qui
nulla di nuovo perchè ci si limita a fotografare il modello politico ed organizzativo del principale
partito della sinistra italiana. Quello che stupisce, e non poco, è l’insistenza di molti commentatori
ed opinionisti a continuare a paragonare le correnti o bande del Pd con le storiche “correnti” della
Democrazia Cristiana.
Ora, senza alcuna polemica e soprattutto senza alcun pregiudizio di natura politica o culturale, è
di tutta evidenza che c’è una distanza siderale tra gli infiniti gruppi nazionali e locali del Partito
democratico rispetto alle aggregazioni interne che hanno caratterizzato la vita politica della Dc. E
questo almeno per tre ragioni di fondo.
Innanzitutto perchè le correnti della Dc erano veri e propri pezzi di società. Cioè rappresentavano
segmenti sociali veri, radicati e riconoscibili. E le varie correnti, cercando di rappresentare e di
intercettare quei mondi vitali sociali, culturali e professionali contribuivano a fare della stessa Dc
un vero e proprio partito interclassista, popolare e di massa. Non erano quindi, e di conseguenza,
mere correnti o bande di potere che si limitavano a costruire gli organigrammi interni al partito.
Certo, gestivano – eccome se lo gestivano – il potere ma partendo sempre da una rappresentanza
reale di pezzi della società italiana.
In secondo luogo le correnti della Dc erano fucine di elaborazione politica e culturale. Nel partito e
nella società. È sufficiente citare, ancora oggi, gli storici convegni di Saint Vincent della ‘sinistra
sociale’ di Carlo Donat-Cattin o di Chianciano o di Lavarone della sinistra politica della Base o di
Sirmione dei dorotei o dei mille convegni regionali per arrivare alla conclusione che le correnti Dc
erano sì strumenti politici rappresentativi della società italiana ma anche, e soprattutto, momenti
di confronto, di elaborazione e di approfondimento costante a livello politico e culturale. Per non
parlare delle autorevoli riviste di alcune correnti Dc. Altrochè la mera redistribuzione del potere
interno e, di cosegiuenza, nelle istituzioni, sulla base delle sole tessere o della pantomima delle
primarie…
In ultimo, ma non per ordine di importanza, la qualità del dibattito e la statura politica dei principali
leader, nazionali e locali, delle correnti della Democrazia Cristiana. Su questo versante, al di là di
qualsiasi valutazione, non è possibile tracciare alcun confronto e di nessun tipo. Certo, erano altri
tempi e la politica non era ancora stata contagiata dal populismo, dal qualunquismo, dalla
demagogia a buon mercato, da una brutale personalizzazione e dalla sola spettacolarizzazione
della politica. Ma anche se dobbiamo fare i conti con una stagione politica – quella
contemporanea – alquanto difficile e decadente, è pur vero che se si vuole invertire la rotta il
“metodo” del passato non può essere banalmente e qualunquisticamente archiviato. Come,
invece, pensano ancora di fare gli incalliti e ormai storici detrattori della Democrazia Cristiana e
del ruolo che ha svolto concretamente nella società italiana per oltre 50 anni.
Ecco perchè, spiace rilevarlo e ribadirlo, ma non c’è alcuna possibilità di confronto e di paragone
tra le storiche correnti della Dc e i gruppi di potere del Pd. Ricordiamolo almeno per onestà
intellettuale, al di là delle rispettive convinzioni politiche e culturali.

Refezione scolastica: Ianno’ chiede chiarimenti

Pino IANNO’ Torino Libero Pensiero:

“Andiamo bene, non è trascorso ancora un mese dall’inizio dell’anno scolastico e già arrivano lamentele per la qualità della ristorazione. Carenze che si concretizzano in alcuni cibi di qualità scadente, condizioni igieniche non proprio ottimali, ritardi nella consegna dei pasti, menù speciali assenti e problemi nel rifornimento e approvvigionamento delle materie prime. Solo un anno fa l’Assessora competente aveva decantato nella Commissione consiliare competente il nuovo appalto, con ristorazione di qualità, utilizzo di prodotti a km. 0 e contenimento degli sprechi. Qualcosa evidentemente non ha funzionato, se nella distribuzione di 40mila pasti giornalieri, per un valore di appalto di 150 milioni di euro per il quinquennio 23-27 senza ribassi (a tutela della qualità), sono arrivate le polemiche sul servizio. Al momento sono 16 le mense fresche, ma è ora di tornare all’antico e fornire pasti cucinati a km 0 per un vero servizio di qualità. Non comprendo, come l’Amministrazione, dopo le segnalazioni si difenda arrampicandosi sugli specchi. Affermazioni del tipo che ci sia un periodo di transizione per le ditte e che si partirà con un sopralluogo, per giustificare la carenza di controlli a monte, sono tardive. Ho richiesto le comunicazioni nel Consiglio di lunedì, perchè chi ben comincia è a metà dell’opera, ma non è questo il caso” 

Carenza di infermieri, Magliano: “il problema deve essere affrontato dal Governo”

La Giunta sta provando a fare la sua parte

La scarsità di queste figure professionali è un fenomeno di portata nazionale e deve essere contrastato allo stesso livello istituzionale. Urge inoltre un ragionamento sui gettonisti, modalità di esternalizzazione dei servizi che spesso si traduce in maggiori costi per la nostra Sanità. Ci sono Regioni che hanno ridotto al minimo questo fenomeno: il Piemonte può fare lo stesso. Con un Question Time  discusso in Aula, ho portato questi temi all’attenzione dell’Assessore.

Numeri che parlano da soli: solo presso la Città della Salute di Torino, si quantifica in 500 unità la carenza di infermiere e infermiere. Considerando l’intera regione, il dato va aumentato di un ordine di grandezza o quasi, come già evidenziato da Nursind e Nursing Up. Riconosciamo alla Giunta e l’impegno e il tentativo – consistente, per quanto perfettibile – di mitigare la criticità in Piemonte, con misure organizzative (esaurimento delle graduatorie disponibili, nuove procedure concorsuali centralizzate, processi di reinternalizzazione), con le politiche di nuove assunzioni, con la stabilizzazione dei precari e con l’impiego a questo fine di parte 175 milioni di euro del progetto “Rilancio della Sanità Pubblica”. Valuteremo l’efficacia della Governance delle Risorse Umane in Sanità. Ma serve di più (ci sono Ospedali in particolare difficoltà dai tempi della pandemia) e ci aspettiamo che il Governo stesso provi a dare risposte. Occorre inoltre affrontare il fenomeno, in crescita, delle dimissioni dalle Aziende Sanitarie e dai presidi ospedalieri della Sanità Regionale di un numero crescente di infermieri altamente specializzati, che poi in molti casi riprendono l’attività quali liberi professionisti “gettonisti”, presso quelle stesse agenzie esterne chiamate a lavorare in appalto proprio presso le ASL e presso gli Ospedali, con costi decisamente maggiori per la Sanità della Regione. Ci sono alcune Regione che hanno ridotto al minimo l’impiego dei gettonisti ed è una strada che, pensiamo, anche il Piemonte dovrebbe seguire. Una misura sensata potrebbe essere l’innalzamento dell’età pensionabile su base volontaria.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Ambrogio (Fdi): “Lo Russo e Gtt superino la figuraccia del carnet Multicity”

COME A ROMA, ANCHE NELLA PRIMA CAPITALE D’ITALIA ANNUALE UNDER 19 A 50 €!
“Perché non replicare l’iniziativa di Roma e Atac, che prevede per i residenti under 19 la possibilità di sottoscrivere l’abbonamento annuale al costo forfettario di 50 euro, anche a Torino, prima Capitale d’Italia?”. A chiederlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia. “I numeri registrati a Roma – continua la Ambrogio – dimostrano quanto sia una proposta fattibile e, soprattutto, economicamente sostenibile: sono state, infatti, decine e decine di migliaia le richieste di sottoscrizione, il 70% delle quali legate a nuovi utenti. Lo Russo e Gtt, da sempre impegnati, almeno
a parole, nel sostenere la diffusione del tpl anche in ottica green, dimostrino buonsenso e vicinanza ai giovani e alle loro famiglie: agevolare la mobilità dei giovani in città significa anche veicolare
al meglio l’immagine di una mobilità pubblica amica dell’ambiente e vicina alle esigenze dei cittadini. Un’iniziativa di questo tipo aiuterebbe, tra l’altro, a superare la figuraccia del carnet multicity digitale!

Vignale presenta “Piemonte nel cuore” a Volpiano

lunedì 9 ottobre alle ore 20.30 presso il Ristorante “Il Manuale” 2 di Volpiano– via Trento n. 63 – si terrà il dibattito “L’importanza delle liste civiche dei territori”.
All’incontro, organizzato dalla Lista civica “Piemonte nel Cuore, interverranno: Monica Camoletto, Consigliera comunale (Gente di Volpiano); Alberto Graffino, Sindaco di San Benigno; Antonietta Maggisano, Consigliera comunale (Cambiamo Volpiano) e Fabrizio Bardella, Capogruppo in Comune (Impegno civico per Collegno).
L’evento sarà moderato da Gian Luca Vignale, fondatore del “Piemonte nel Cuore”.

Procura di Ivrea, Nordio risponde. Grimaldi: “Nessuna misura decisiva”

“Nordio si giustifica dicendo che a livello nazionale la scopertura media di personale amministrativo è del 25,7% e che nel 2020 il Ministero della Giustizia ha avviato un’imponente attività di reclutamento. E tuttavia, come ammette, si tratta di assunzioni a tempo determinato, che non rispondono al bisogno strutturale di personale stabile negli Uffici Giudiziari, mentre la stabilizzazione resta un mero intento. Una scopertura di organico al Tribunale di Ivrea del 34% non è sostenibile in ogni caso e le dotazioni sui vari profili non sono adeguate a quelle previste per legge. Ribadisco che in questo modo non si potrà rispondere alla domanda di giustizia delle persone” – così il Vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, commentando la risposta del Ministro Nordio alla sua interrogazione sulla drammatica situazione della Procura di Ivrea.

Esodati superbonus, Avetta (Pd): “Non solo buoni propositi, ora gli impegni”

 “Ora servono risposte concrete a imprese e cittadini piemontesi”.

 

«La legge approvata dal Consiglio regionale è una prima risposta ad un problema che ha dimensioni enormi e che coinvolge tante imprese piemontesi, tanti loro lavoratori e professionisti e tanti cittadini. Imprese e cittadini che per cause diverse si trovano oggi in mezzo al guado, sono “esodati del Superbonus” e attendono da questa Regione, da questa Giunta e da questa maggioranza politica un’assunzione di responsabilità coerente con gli impegni presi pubblicamente in piazza dal Presidente Cirio qualche settimana fa. In questo senso il cuore della legge, ovvero la disposizione finanziaria, non ci tranquillizza: art.4 “Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale”. Per il resto è un elenco di impegni e un profluvio di buoni propositi che vanno arricchiti di contenuto. Ora la responsabilità è in capo alla Giunta Cirio. È urgente che siano adottati in tempi certi i provvedimenti attuativi. Terremo alta l’attenzione affinché la Regione agisca concretamente a tutela delle imprese che sono a rischio fallimento e dei cittadini piemontesi che hanno avuto la sventura di incappare in questa situazione drammatica».

Superbonus, Preioni (Lega): approvata legge per cedere crediti alle partecipate

“La Lega dà una mano a cittadini e imprese piemontesi e cerca di rimediare al disastro del governo giallorosso”

“E’ nostra volontà dare una mano alle famiglie piemontesi, ai nostri cittadini e alle imprese, che oggi si trovano in difficoltà con la cessione dei crediti del Superbonus. Con questa legge diamo la possibilità di cedere i crediti alle nostre partecipate e agli enti pubblici economici regionali”. Così Alberto Preioni, capogruppo della Lega in Consiglio regionale commenta l’approvazione della pdl a favore della cessione dei crediti, di cui è firmatario il Presidente del Consiglio Stefano Allasia.

“Va detto però – sottolinea il capogruppo della Lega – che la gestione del Superbonus è stata fallimentare, per il continuo cambio di modalità e di regole. Di certo, il governo giallorosso ha lasciato al governo in carica un’eredità pesantissima: un buco di bilancio di 140 miliardi di euro”.

“È una situazione paradossale: avere decine o centinaia di migliaia di euro di investimenti sulla propria casa e non poterli sbloccare.“Il Superbonus è nato su un valido principio, come quello di efficientare le case, ma è stato pessimo dal punto di vista funzionale, anche perché solo il 3% delle case è stato efficientato. Invece ha distorto il mercato, lo ha ‘drogato’, incrementando i costi dei materiali, delle impalcature e delle materie prime in modo vertiginoso. Probabilmente andava fatto in maniera diversa, su più anni con percentuali del 60 o del 70%”.

“Oggi, noi della Lega, con questa proposta di legge, cerchiamo di dare un aiuto concreto ai cittadini piemontesi”, conclude Preioni.

Accossato: “Giù le mani dall’ospedale sant’Anna”

 

LO CHIEDE LIBERI UGUALI VERDI CON UN QT IN CONSIGLIO REGIONALE SU IPOTESI DI DISTACCO DALL’AZIENDA CITTA’ DELLA SALUTE CHE ANDREBBE A DISCAPITO DELLA SALUTE DELLE DONNE

 

 

“Il Sant’Anna deve continuare ad essere collegato, fisicamente e amministrativamente alla Città della Salute – lo chiede con forza Silvana Accossato Presidente del gruppo Liberi Uguali Verdi in Consiglio Regionale preoccupata da voci ricorrenti e pressioni che vorrebbero imminente una separazione nelle intenzioni della giunta regionale per tornare ad essere accorpato al solo Regina Margherita.

“Questa scelta penalizzerebbe le donne, con un’assistenza di serie B; mentre chi viene ricoverato/a alle Molinette per interventi chirurgici ha la garanzia della presenza di tutte le diverse professionalità utili a garantire la sicurezza, al Sant’Anna la multidisciplinarietà’ mancherebbe totalmente” – dichiara la Presidente di LUV.

“Sarebbe una scelta anacronistica che relegherebbe al ruolo di procreatrice la figura della donna invece che occuparsi della sua salute in generale come giusto che sia vista anche la tendenza a maternità sempre più in là negli anni e l’aumento di interventi potenzialmente più rischiosi come il taglio cesareo” – spiega l’ex Sindaca della Città di Collegno.

“Prendiamo atto delle tiepide rassicurazioni dell’Assessore alla Sanità Icardi su questo ma non ci rassicura per nulla la scelta di spostare i due reparti di neonatologia dal Sant’Anna al Regina Margherita creando di fatto uno spezzatino per ragioni incomprensibili che non hanno alcun fondamento funzionale sulla pelle di mamme e figli. Non riusciamo a capire cosa ci sia dietro a questa scelta anche perché la neonatologia è funzionalmente strettamente e fortemente connessa alla ostetricia – chiude Silvana Accossato riferendosi alla risposta dell’assessore al question time.