politica

Grimaldi (AVS): Italia in retromarcia, l’auto elettrica resta un miraggio

“Il ritardo italiano nella transizione verso la mobilità elettrica è ormai cronico e ingiustificabile sul piano industriale e ambientale. Non è soltanto un’anomalia produttiva: è il riflesso di una strategia miope, incapace di costruire un futuro per la nostra industria. Abbiamo il parco auto più vetusto d’Europa: l’età media delle automobili in circolazione supera i 12 anni. Solo lo 0,7% delle auto circolanti è completamente elettrico, contro una media europea che ha superato il 10%. Siamo al 27° posto in Europa per diffusione dei veicoli a batteria e l’infrastruttura di ricarica è gravemente insufficiente. È la fotografia di un fallimento sistemico, che riguarda la pianificazione industriale, la coerenza delle politiche pubbliche, la capacità di attrarre investimenti e, soprattutto, la volontà politica di guidare la transizione ecologica anziché subirla. Servono un cambio di rotta radicale, una visione e, soprattutto, il coraggio di agire” – lo ha dichiarato in aula il Vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi, replicando alla risposta del Ministro Urso a una sua interrogazione.

Bartoli (Lista Cirio): “Sanità, il Canavese merita attenzione”

“Servono investimenti adeguati. Stiamo lavorando per servizi più efficienti e accessibili, indipendentemente dal fatto che si viva in città, in cintura o nelle aree interne”

Torino, 25 novembre 2025 – «Ascolto e confronto diretto con i territori sono indispensabili per costruire una sanità realmente vicina ai cittadini»: così Sergio Bartoli, Consigliere regionale (Gruppo Lista Civica Cirio Presidente PML) e Presidente della V Commissione – Ambiente, portando il suo saluto, ha aperto l’incontro dedicato al Piano Socio Sanitario Regionale organizzato dal Sindaco di Ozegna, Federico Pozzo, con la partecipazione dell’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi, e alla presenza di sindaci, amministratori, autorità e professionisti del settore sanitario. Bartoli ha aggiunto che «il Canavese merita attenzione e investimenti adeguati, e stiamo lavorando perché i servizi siano sempre più efficienti e accessibili, a prescindere se uno viva in cintura, in periferia o nel centro città».

Nel dare il benvenuto ai presenti, il sindaco Federico Pozzo ha sottolineato come «sia un onore aver ospitato un momento di confronto così fondamentale per la nostra Regione», ringraziando l’assessore Riboldi per «una disponibilità al dialogo che non è mai scontata» e ribadendo la collaborazione quotidiana con il consigliere Bartoli. Pozzo ha quindi ricordato l’importanza di mantenere alta l’attenzione sul territorio: «La sanità è un pilastro essenziale e il nostro Canavese non deve essere dimenticato: deve essere al centro, insieme a tutte le altre realtà piemontesi, perché la salute è un diritto che deve essere garantito a tutti, a prescindere da tutto».

L’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi ha illustrato le linee principali del nuovo Piano, ricordando come «questo momento di confronto sia nato da un lavoro comune e condiviso». Ha spiegato che «il Piano è il risultato di un lavoro approfondito, sviluppato insieme all’assessore alle Politiche Sociali Maurizio Marrone, con l’obiettivo di modernizzare la rete dei servizi e ridurre le disuguaglianze». Riboldi ha inoltre assicurato che «già nel 2026 saranno visibili i primi risultati concreti» e ha confermato che il dialogo con i territori continuerà, perché «la sanità deve essere realmente universale e accessibile a tutti, senza distinzione di area geografica».

Carmagnola, Conticelli (Pd): “180 famiglie senza sussidio non autosufficienza”

“Una presenza dovuta quella di ieri al presidio davanti al Comune di Carmagnola organizzato dai sindacati CGIL CISL UIL, insieme all’Utim, l’Unione per la tutela dei diritti delle persone con disabilità intellettiva, e ad altre associazioni territoriali, con le famiglie dei 180 cittadini ancora in attesa da agosto del sussidio dovuto per l’assistenza domiciliare per le non autosufficienze. La punta di un  iceberg, dal momento che la Regione Piemonte ha assegnato innumerevoli bilancio le cifre dovute ma non le ha liquidate, anzi l’assessore al welfare in aula  ha “scaricato” sui Comuni l’onere di reperire maggiori risorse per affrontare l’aumento del costo della vita, e  infatti la Regione Piemonte ha aumentato il fondo indistinto per i consorzi di soli 300.000 euro nel 2025. Quindi, il contesto in realtà è quello di una riduzione della spesa, che ha portato ad una contrazione dei servizi almeno del trenta per cento rispetto alle prestazioni erogate”.
Lo dichiara la consigliera regionale del Partito democratico Nadia Conticelli.
“Spiace constatate che l’amministrazione comunale di Carmagnola non si sia schierata da subito al fianco dei suoi cittadini più fragili e abbia abbandonato le famiglie in questa sorta di risiko dello “scaricabarile” – aggiunge la consigliera dem – Auspichiamo che in questa situazione anche il Comune, direttamente rappresentato nel Consorzio CISA 31, che versa oltretutto in difficoltà economiche, sia al fianco di cittadini e organizzazioni sindacali per chiedere alla Regione di liquidare da subito le somme dovute.
“L’assessorato regionale alle Politiche sociali sceglie invece di finanziare iniziative e progetti politicamente identitari, dai sedicenti  festival  Samsara e Giovani adulti, ai fondi Vesta e Vita Nascente, con i fondi con cui dovrebbe sostenere le persone fragili, come previsto peraltro alle norme nazionali e dalla stessa Costituzione – conclude Conticelli – . Rispetto alle politiche socioassistenzali e sociosanitarie invece non emerge alcuna programmazione e, ad oggi, alcuna volontà politica da parte della maggioranza di centro destra che governa il Piemonte di affrontare la situazione concreta delle famiglie, che vengono lasciate sole sotto il peso economico e sociale della non autosufficienza. E questo rappresenta oltretutto un grave passo indietro anche culturale, rispetto all’approccio dell’intervento pubblico, che dovrebbe essere incentrato sulla persona e sul rispetto dei suoi diritti come motore per la comunità tutta”.
cs

La Rinascita Subalpina: “la sinergia dei Team Vannacci che dà nuova forza al Piemonte”

Riceviamo e pubblichiamo 

All’interno del movimento Il Mondo al Contrario, in Piemonte sta crescendo una rete sempre più compatta di cittadini, professionisti e famiglie che si riconoscono nei valori promossi dal generale Roberto Vannacci: amore per la Patria, disciplina, libertà di pensiero, famiglia tradizionale quale perno fondante della società e senso autentico di comunità.

Dall’impegno congiunto di dieci Team Vannacci attivi sul territorio nasce quella che molti stanno definendo la “Rinascita Subalpina”: non un’organizzazione formale, ma l’effetto concreto della collaborazione tra gruppi locali che condividono visione, obiettivi e un modo nuovo di vivere la partecipazione civica.

Nei prossimi mesi i team saranno presenti nelle piazze piemontesi con banchetti, gazebo e attività di informazione per incontrare i cittadini e sensibilizzarli sui temi della sicurezza, considerata una priorità tanto per la rete subalpina quanto per il pensiero vannacciano.

Il primo grande evento unitario è previsto a Torino entro marzo 2026, con un focus sulla sicurezza urbana, sulla rinascita delle periferie e sull’emergenza rappresentata dall’immigrazione irregolare e dall’illegalità dilagante che ne deriva, fenomeni che minano ogni giorno la qualità della vita e la coesione sociale. L’iniziativa prevede la partecipazione del generale Roberto Vannacci e anticipa uno dei temi centrali della campagna elettorale del 2027.

La Rinascita Subalpina è dunque la manifestazione di un lavoro collettivo: una rete viva, coerente e determinata che, legando fra loro diverse realtà del territorio regionale, vuole riportare al centro ordine, merito, sicurezza e orgoglio nazionale, in linea con i valori del movimento Il Mondo al Contrario.

I team firmatari di Rinascita Subalpina 

– Edmondo De Amicis – Pinerolo | team.deamicis@ilmondoalcontrario.it

– Amedeo VI di Savoia – Giaveno | team.amedeo@ilmondoalcontrario.it

– Cesare Abba – Chierese | team.abba@ilmondoalcontrario.it

– Incontro al Futuro – Chierese | team.futuro@ilmondoalcontrario.it

– Domizio Ulpiano – Torino | team.ulpiano@ilmondoalcontrario.it

– La Marmora – Torino | team.lamarmora@ilmondoalcontrario.it

– Augusto Imperatore – Torino | team.augusto@ilmondoalcontrario.it

– Cattaneo – Torino | team.cattaneo@ilmondoalcontrario.it

– Nuovi Orizzonti – Torino | team.nuoviorizzonti@ilmondoalcontrario.it

– Alessandro Antonelli – Novara | team.antonelli@ilmondoalcontrario.it

Giovani Democratici Torino Nord, Beatrice Miroglio nuova Segretaria

Cambio al vertice della Giovanile del Partito Democratico nella cintura nord di Torino. Nella serata di mercoledì 19 novembre, presso la sede del Partito Democratico di Borgaro, si è tenuto il secondo congresso del Circolo Giovani Democratici Torino Nord. L’assemblea, molto partecipata, ha visto l’elezione all’unanimità di Beatrice Miroglio come nuova Segretaria del Circolo, precedentemente guidato da Andrea Borello di Caselle.

Beatrice Miroglio, borgarese, già Vicesegretaria del Circolo e Vicesegretaria nella federazione provinciale, è una giovane donna di grande esperienza politica e impegno civile. Laureanda in Gurisprudenza, negli ultimi anni si è occupata in prima linea di diritti civili e sociali, diritto al fine vita e lavoro dignitoso, contribuendo in modo determinante alle attività dei Giovani Democratici sul territorio, collaborando con associazioni ed istituzioni con proposte ed iniziative.

«Beatrice non è stata solo la mia Vicesegretaria – ha dichiarato il Segretario uscente Andrea Borello – ma una parte complementare ed essenziale di tutto il percorso politico del nostro circolo. In tre anni abbiamo costruito dal nulla una realtà oggi tra le più grandi della provincia e della Regione. Abbiamo insistito su tutto il territorio con eventi, banchetti, presidi e campagne, crescendo in numeri, responsabilità e credibilità. Ora Beatrice saprà portarci ancora più lontano».

La serata è stata arricchita da numerosi interventi, tra cui quello della capogruppo del PD in Consiglio Regionale Gianna Pentenero, che ha sottolineato l’importanza del protagonismo giovanile nella politica e nelle istituzioni, riconoscendo al Circolo Torino Nord il ruolo di presidio attivo e innovativo sul territorio.

La neo-eletta Segretaria, Beatrice Miroglio, ha ringraziato il Circolo per la fiducia e ha ribadito l’impegno a proseguire il lavoro avviato, rafforzando la partecipazione, la presenza sul territorio e la capacità dei Giovani Democratici di essere punto di riferimento per la comunità. «Fare politica nella Giovanile del Partito Democratico vuol dire anche fare comunità, costruire un luogo in cui tutti e tutte si sentano accolti e siano liberi di esprimere la loro opinione, con l’obiettivo di crescere sia a livello personale, sia a livello politico».

Più di trenta ragazze e ragazzi hanno preso parte all’assemblea, riempiendo la sala e dando vita a un dibattito ricco di proposte sulle iniziative future, sia locali sia nazionali. Un segnale concreto della vitalità e della centralità della militanza giovanile, oggi più che mai decisiva per costruire una politica capace di parlare al presente e al futuro.
I Giovani Democratici Torino Nord Insistono sul territorio tra Venaria e Gassino, passando per Borgaro, Caselle, Cirié, Leinì, Mappano, Settimo, Volpiano e San Mauro.
Circolo Giovani Democratici Torino Nord

La questione sociale e la lezione di Donat-Cattin e di Marini

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

La questione sociale in Italia esiste di nuovo. Ad essere sinceri, non è mai scomparsa. I dati e i
numeri lo evidenziano e, purtroppo, anche le concrete condizioni di vita di ampi settori della
pubblica opinione lo confermano. Ma, al di là della burocratica presa d’atto di questa sempre
nuova emergenza, il nodo di fondo è come dare una risposta politica a questa situazione. E, su
questo versante, le risposte sono sostanzialmente sempre e solo tre.

Ci sono coloro che si limitano a fotografare la situazione. Denunciano, attaccano, si scontrano
con i presunti responsabili di questa emergenza – di norma sono sempre i soliti nemici politici – e
si limitano, appunto, a declinare un comportamento testimoniale e, al tempo stesso, dissacratorio.
Sono i cosiddetti opinionisti da salotto, i conduttori dei talk televisivi, i commentatori con contratti
da favola stipulati con i rispettivi editori. Insomma, i ricchi, quelli veri però, che difendono i poveri.
Verrebbe da dire, patetici e anche ridicoli.

La seconda categoria sono coloro – di norma i populisti, i massimalisti e gli estremisti – che
pensano di risolvere i problemi che sono innescati dalla questione sociale attraverso gli strumenti,
logori e diversamente clientelari, dell’assistenzialismo e del pauperismo. Lo abbiamo anche
sperimentato recentemente con i populisti dei 5 stelle quando erano al governo del paese. Bonus,
sussidi, regalie varie sintetizzati dall’ormai famoso e celebre “reddito di cittadinanza” che si può
estendere, sempre secondo il verbo populista e demagogico, anche nelle singole regioni. Ecco, si
tratta di un modello politico e culturale – o sub culturale – che non risolve affatto i problemi dei ceti
popolari e dei ceti meno abbienti ma, semplicemente, li tampona momentaneamente attraverso la
“politica delle mance”. Gratuite, senza controlli e deresponsabilizzante. Radicalmente
incompatibile con qualsiasi cultura dello sviluppo, della crescita e anche, e soprattutto, di una
vera e credibile politica delle redistribuzione della ricchezza e socialmente avanzata.

Infine, e resta questa la strategia più seria e più credibile per affrontare i problemi della questione
sociale, c’è il metodo scelto e praticato storicamente dalla sinistra sociale di ispirazione cristiana.
Cioè da uomini e donne della sinistra sociale della Dc, e da alcuni partiti succeduti alla Dc, che
legavano la questione sociale alla necessità di elaborare un progetto politico capace di aggredire
alla radice i problemi derivanti da quella piaga. Cioè far sì, per dirla con una felice espressione del
leader storico di questo filone di pensiero, e cioè Carlo Donat-Cattin, che “l’istanza sociale diventi
Stato”, da un lato, e che, dall’altro, “la politica sociale diventi un elemento costitutivo della politica
di sviluppo e di crescita per l’intero paese”. Ovvero, l’esatto contrario della ricetta populista e
massimalista legata esclusivamente alla stanca ed inerziale riproposizione della deriva
assistenziale e pauperista. Che non risolve affatto i problemi ma, molto semplicemente, li sposta
più in avanti a danno dell’erario pubblico e delle future generazioni.

Per queste ragioni, semplici ma oggettive, la ricetta della sinistra sociale della Dc di Carlo DonatCattin,

di Franco Marini, di Guido Bodrato, di Sandro Fontana, di Ermanno Gorrieri e di molti altri
uomini e donne di quella tradizione, continua ad essere un faro che illumina l’iniziativa politica di
chi vuole affrontare il dramma della questione sociale con le armi della politica e non solo con la
deriva populista, demagogica e qualunquista.

Stellantis, Grimaldi (AVS): vera ripartenza con lavoro precario e senza piano industriale?

“Udite udite, dopo anni di calo occupazionale, annunci a vuoto e richieste inascoltate, finalmente Stellantis assume dei lavoratori a Mirafiori: 400 operai per il lancio della nuova Fiat 500 ibrida e il rilancio della produzione promesso. Peccato che saranno pressoché tutti contratti interinali, affidati a quattro agenzie. Possiamo parlare di ripartenza con lavoro precario e un piano industriale ancora assente? Lo chiediamo direttamente ai vertici dell’azienda” – lo dichiara il Vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi.