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Mutui per la casa: Piemonte al quinto posto in Italia

L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato nel dettaglio l’andamento dei finanziamenti finalizzati all’acquisto dell’abitazione concessi alle famiglie residenti sul territorio regionale nel terzo trimestre 2020. L’analisi fa riferimento al report Banche e istituzioni finanziarie, aggiornato e pubblicato da Banca d’Italia nel mese di Dicembre 2020.

ITALIA

Le famiglie italiane hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 11.761,0 milioni di euro, rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente si registra una variazione delle erogazioni pari a +10,8%, per un controvalore di 1.145,5 milioni di euro. La fotografia indica ancora un aumento dell’erogazione del credito concesso alle famiglie, che conferma la tendenza sia del secondo trimestre 2020 (quando la variazione è stata pari a +9,7%) sia del primo trimestre 2020 (+10,0%). I primi nove mesi del 2020 si sono chiusi con 37.006,6 milioni di euro erogati, con una variazione pari a +10,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

PIEMONTE

Le famiglie piemontesi hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 839,0 milioni di euro, che collocano la regione al quinto posto per totale erogato in Italia, con un’incidenza del 7,13%; rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente in regione si registra una variazione delle erogazioni pari a +13,5%, per un controvalore di +99,6 milioni di euro. Se si osserva l’andamento delle erogazioni nei primi nove mesi dell’anno, e si analizzano quindi i volumi da Gennaio a Settembre 2020, la regione mostra una variazione positiva pari a +3,5%, per un controvalore di +83,6 mln di euro. Sono dunque stati erogati in questi primi nove mesi 2.463,1 mln di euro, volumi che rappresentano il 7,03% del totale nazionale.

PROVINCE DEL PIEMONTE

Nel terzo trimestre 2020 le province del Piemonte hanno evidenziato il seguente andamento.

La provincia di Alessandria ha erogato volumi per 50,4 mln di euro, facendo registrare una variazione rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno pari a +16,8%. Nei primi nove mesi del 2020, invece, sono stati erogati 137,5 mln di euro, pari a +1,0%.

Ad Asti sono stati erogati volumi per 27,5 mln di euro, corrispondenti a una variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente pari a +11,1%. Da Gennaio a Settembre sono stati erogati 76,9 mln di euro (+1,5%).

La provincia di Biella ha erogato volumi per 16,5 mln di euro, la variazione sul trimestre è pari a -4,5%. I primi nove mesi dall’anno hanno evidenziato volumi per 49,4 mln di euro, corrispondenti a -8,3%.

In provincia di Cuneo i volumi erogati sono stati 102,3 mln di euro, con una variazione pari a +18,1%. Quelli nei tre trimestri considerati sono stati 284,8 mln di euro, (-3,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso).

In provincia di Novara sono stati erogati volumi per 72,8 mln di euro, la variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente pari a +25,8%. I primi nove mesi hanno visto un totale di 196,6 mln di euro, con una variazione di -20,4%.

Torino ha erogato volumi per 523,0 mln di euro, la variazione sul trimestre è pari a +12,1%. I primi nove mesi dell’anno hanno evidenziato volumi per 1.579,1 mln di euro e una variazione pari a +9,8%.

La provincia del Verbano-Cusio-Ossola ha erogato volumi per 28,8 mln di euro, facendo registrare una variazione sul trimestre pari a +13,5%. I tre quarti del 2020, invece, hanno segnalato un totale di 81,4 mln di euro, con una variazione di +3,8%.

Vercelli sono stati erogati volumi per 17,8 mln di euro, la variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente è risultata essere pari a -0,0%. I tre trimestri in totale, invece, hanno visto 57,4 mln di euro (+3,1%).

IMPORTO MEDIO DI MUTUO – PIEMONTE

Attraverso l’elaborazione dei dati provenienti dalle agenzie di mediazione creditizia Kìron ed Epicas, l’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato la tendenza rispetto all’importo medio di mutuo erogato. Nel terzo trimestre 2020 in Piemonte si è registrato un importo medio di mutuo pari a 103.000 euro, in diminuzione rispetto a quanto rilevato durante lo stesso trimestre dell’anno precedente, quando il ticket medio ammontava a 105.400 euro. Mediamente colui che sottoscrive un mutuo nella regione viene finanziato circa il 9% in meno rispetto al mutuatario medio italiano.

CONCLUSIONI

Nonostante l’emergenza sanitaria legata alla pandemia, ad oggi, il mercato dei mutui alla famiglia in Italia ha ben reagito. Kìron Partner SpA, Gruppo Tecnocasa, ha previsto che il 2020 si chiuderà con circa 52 mld di euro, e il 2021 dovrebbe restare in linea con questi valori. La Bce ha contribuito a tenere bassi i tassi di interesse agevolando, di fatto, l’accesso al credito delle famiglie e si è posta a sostegno delle economie e della finanza dell’area Euro in difficoltà. Il trend generale nel 2021 dipenderà dall’andamento della domanda, sia nella sua componente di acquisto, sia nelle operazioni di surroga e sostituzione. Attualmente, visti i prezzi degli immobili ancora convenienti ed i tassi dei mutui ancora molto bassi, permangono interessanti opportunità per il mercato immobiliare, sia per chi vuole comprare a scopi abitativi, sia per chi vuole comprare a titolo di investimento.

Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa

Decreto Sostegno, quali aiuti per la montagna?

“Il Decreto Sostegno, che sostituisce i Ristori, avrà a disposizione 32 miliardi di euro. Il Governo deve fare in fretta e bene. In quei 32 miliardi devono esserci le risorse necessarie per le categorie e per le professioni dei territori montani.

Tutti i comparti produttivi, dagli impianti a fune ai rifugisti, devono trovare risposta alla crisi nel DL che auspichiamo sia pronto nelle prossime 48 ore. Chiediamo al Governo un confronto prima dell’approvazione, con le Associazioni di categoria delle imprese e degli Enti locali. C’è una grande attesa e senza gli adeguati sostegni avremo molte imprese che chiuderanno. E la montagna soffrirà più di altri territori”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente Uncem.

Le giornate FAI per le scuole

Da lunedì 8 a sabato 13 marzo 2021. Centinaia di luoghi identitari raccontati su Instagram dagli studenti Apprendisti Ciceroni del FAI. Un’edizione completamente digitale conferma e rinnova l’impegno del FAI per la Scuola.

 

TANTI I LUOGHI RACCONTATI IN PIEMONTE

Da lunedì 8 a sabato 13 marzo 2021 torna il grande evento nazionale che il FAI – Fondo Ambiente Italiano da nove anni dedica al mondo della scuola, e in quest’anno così difficile per studenti e docenti, date le restrizioni dovute alla pandemia, si rinnova con un’edizione completamente digitale. In occasione delle Giornate FAI per le Scuole gli studenti, formati dai volontari del FAI in collaborazione con i docenti, saranno chiamati ancora una volta a mettersi in gioco in prima persona, per scoprire da protagonisti la ricchezza del patrimonio culturale italiano e raccontarla ai loro pari, ma quest’anno lo faranno in centinaia di visite guidate online, con video in diretta Instagram e in differita sui canali IGTV delle Delegazioni FAI, visibili da tutti anche sul sito www.giornatefaiperlescuole.it .

Oltre 4000 Apprendisti Ciceroni700 video in programma, di cui 122 in diretta nella sola giornata di mercoledì 10 marzo, e 264 luoghi da visitare online, quasi 50 in più dell’edizione del 2019: sono numeri che dimostrano il desiderio dei giovani studenti di uscire dall’isolamento, per vivere un’esperienza di cittadinanza attiva e di educazione tra pari, anche se a distanza, e per non perdere l’opportunità di formarsi e di arricchirsi culturalmente, raccontando insieme al FAI le bellezze del nostro Paese.

 

Elenco completo delle trasmissioni su

https://www.fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-per-le-scuole/i-luoghi-aperti?regione=PIEMONTE

(Foto Barbara Verduci)

Covid, il bollettino di lunedì 8 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.214nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 115dopo test antigenico), pari al 9,9% dei 12.298 tamponi eseguiti, di cui 6.375 antigenici. Dei 1.214 nuovi casi, gli asintomatici sono 409 (33,7%).

I casi sono così ripartiti: 223 screening, 602 contatti di caso, 389con indagine in corso; per ambito:  12 RSA/strutture socio-assistenziali, 98 scolastico, 1.104 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 264.463 così suddivisi su base provinciale: 22.608 Alessandria, 13.249 Asti, 8.810 Biella, 35.750 Cuneo, 20.383 Novara, 140.475 Torino, 9.890 Vercelli, 9.978 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.256 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.064sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 217 ( + 15 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.371 (+ 55 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 20.281

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.167.226 (+ 12.298rispetto a ieri), di cui 1.206.618 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.511

Sono 16 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.511 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.425 Alessandria, 604 Asti, 385 Biella, 1.122 Cuneo, 789 Novara, 4.350 Torino, 431 Vercelli, 319 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 86 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

232.083 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 232.083 (+ 621 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 20.078 Alessandria, 11.988 Asti, 7.924 Biella, 31.579 Cuneo, 18.103 Novara, 122.364Torino, 8.454 Vercelli, 8.652 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.133extraregione e 1.808 in fase di definizione.

8 marzo amaro: l’imprenditoria femminile piemontese perde 712 aziende

LE IMPRESE ROSA DEL PIEMONTE STANNO PAGANDO: a fine dicembre – 712 imprese rosa

 

Daniela Biolatto (Presidente Donna Impresa Confartigianato Piemonte):

“Le imprese rosa del Piemonte hanno bisogno di essere sostenute sul piano finanziario, attraverso l’erogazione di ristori veloci ed appropriati, e sul piano del welfare”

L’imprenditoria femminile del Piemonte sta pagando l’impatto negativo dovuto al Covid-19.

A fine dicembre 2020, secondo gli ultimi dati forniti da Unioncamere, le imprese femminili con sede in Piemonte ammontavano a 95.879 unità, in diminuzione rispetto alle 96.591 di fine 2019 (-712 imprese rosa).

In Piemonte a trainare il lavoro indipendente femminile artigiano sono 16.796 titolari di imprese individuali artigiane (dato relativo al II trimestre 2019). Insieme a socie e collaboratrici operano nella nostra Regione 31.995 donne d’impresa. Inoltre, il 48% delle imprenditrici artigiane piemontesi ha tra i 48 ed i 72 anni.

A livello nazionale, la classifica provinciale vede in testa Milano, con 18.151 imprenditrici, secondo posto per Torino (15.769), seguita da Roma (14.829).

Nelle province del Piemonte dopo Torino, con 15.769 imprenditrici, troviamo Cuneo (4.935), Alessandria (3.203), Novara (2.732), Asti (1.547), Biella (1.409), Vercelli (1.256) e Verbania (1.144).

Un focus di Confartigianato Imprese sull’imprenditoria femminile mette in evidenza come quasi il 70% delle 31.995 donne d’impresa operino proprio nei settori più esposti alla “crisi coronavirus”.

 

L’imprenditoria femminile artigiana è caratterizzata soprattutto da piccolissime imprese, spesso a gestione familiare, che hanno più difficoltà di resilienza rispetto a quelle guidate dai colleghi uomini. I settori in cui operano maggiormente le imprese artigiane rosa, infatti, sono tra quelli maggiormente colpiti dalla pandemia: un terzo delle imprese artigiane rosa lavora nella moda, settore che ha patito più di altri la cessazione degli eventi soprattutto quelli legati alla filiera del matrimonio, un’altra importante fetta opera nel benessere (acconciature e centri estetici), che sono stati tra i primi a chiudere nel primo lockdown e gli ultimi a riaprire, un’altra importante fetta dell’ imprenditoriale femminile è legata al turismo, settore che ha subito una flessione del 90%.

 

“La causa della flessione di imprese rosa che ha caratterizzato l’anno pandemico – afferma Daniela Biolatto, Presidente Donna Impresa di Confartigianato Piemonte – è da ricercare anche nella scarsa attenzione che l’imprenditrice donna riceve in termini di welfare, sulla mancanza di investimenti che potrebbero giovare alle donne che lavorano, come ad esempio gli asili nido. In una parola l’imprenditoria femminile è costretta ancora oggi a fare dei veri e propri tour de force per poter coniugare il lavoro, la famiglia e i figli, che in questo anno di pandemia sono stati spesso seguiti da casa con la DAD. La crisi sanitaria ha messo in luce il problema atavico per le donne che fanno impresa, ossia la conciliazione vita-lavoro. Ma le difficoltà vanno ricercate anche sul fronte lavorativo, come ad esempio l’accesso al credito.”

A livello nazionale, secondo l’ultimo rapporto di Unioncamere, le imprese femminili si sono viste rifiutare l’8% delle domande di finanziamento rispetto al 4% delle imprese guidate da uomini.

“In questa fase le imprese rosa del Piemonte – conclude Biolatto – hanno bisogno di essere sostenute sia sul piano finanziario attraverso l’erogazione di ristori tanto veloci quanto appropriati, sia sul piano del welfare attraverso iniziative volte a migliorare la qualità della vita delle donne imprenditrici, come l’implementazione di servizi capaci di andare incontro alle esigenze al femminile. Voglio inoltre ricordare che l’investimento pubblico rivolto alle donne che lavorano ritorna sia in termini di PIL che in posti di lavoro che si creano”.

Le donne italiane sono anche tra le più intraprendenti d’Europa, ma il nostro Paese è agli ultimi posti nell’UE per l’occupazione femminile e le condizioni per conciliare lavoro e famiglia.

Le imprenditrici offrono un rilevante contributo alla ricchezza nazionale: si attesta, infatti, a 290,3 miliardi di euro il valore aggiunto prodotto dalle imprese guidate da donne. A questa cifra si aggiungono i 219,1 miliardi realizzato dalle lavoratrici dipendenti in imprese maschili. Se nelle attività indipendenti le donne italiane primeggiano in Europa, il nostro Paese rimane ultimo nell’UE per il tasso di occupazione femminile. Le imprenditrici devono fare i conti con un welfare che non aiuta le donne italiane a conciliare il lavoro con la cura della famiglia.

L’Osservatorio di Confartigianato Imprese mette in luce come la spesa pubblica italiana sia fortemente sbilanciata sul fronte delle pensioni e della spesa sanitaria per anziani mentre quella per le famiglie e i giovani si ferma a 26,9 miliardi, pari al 3,2% della spesa totale della PA (rispetto al 3,8% della media UE) e all’1,6% del Pil (rispetto all’1,7% della media UE). Percentuali che collocano l’Italia rispettivamente al 18° posto e al 15° posto tra i Paesi europei.

Tutto ciò si riflette sull’occupazione femminile e sulle condizioni per conciliare lavoro e famiglia: Confartigianato Imprese rileva infatti che il nostro Paese rimane ultimo nell’UE per il tasso di occupazione delle donne tra 15 e 64 anni: nel 2018 si attestava al 49,5% a fronte di una media del 63,3% nell’UE a 28. Fa peggio di noi soltanto la Grecia, con un tasso di occupazione delle donne tra 15 e 64 anni del 45,3%. Per giunta siamo ben lontani dal primato della Svezia (76%).

Per supplire alle carenze dei servizi pubblici, le donne si caricano di una notevole mole di impegni, tra cura della famiglia e attività domestiche, cui dedicano in media 3 ore e 45 minuti al giorno di lavoro non retribuito, pari ad un valore complessivo annuo di 100,2 miliardi di euro, di cui 18,5 miliardi attribuibile alle imprenditrici e 81,7 miliardi alle lavoratrici dipendenti. Il valore del lavoro non retribuito delle lavoratrici artigiane autonome è pari a 3,7 miliardi.

Covid, il bollettino di domenica 7 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.543 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 125 dopo test antigenico), pari al 10,10% dei 15.359 tamponi eseguiti, di cui 7.113 antigenici. Dei 1.543 nuovi casi, gli asintomatici sono 546 (35,4%).

I casi sono così ripartiti: 233 screening, 817 contatti di caso, 493 con indagine in corso; per ambito: 20 RSA/strutture socio-assistenziali, 147 scolastico, 1376 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 263.249 così suddivisi su base provinciale: 22.597 Alessandria, 13.203 Asti, 8.797 Biella, 35.660 Cuneo, 20.271 Novara, 139.656 Torino, 9.850 Vercelli, 9.905 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.248 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.062 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 202 (+ 10 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.316 (+ 53 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 19.774.

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.154.928 (+ 15.359 rispetto a ieri), di cui 1.203.523 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.495

Sono 9 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 oggi(si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.495 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.424 Alessandria, 604 Asti, 384 Biella, 1.120 Cuneo, 789 Novara, 4.338 Torino, 431 Vercelli, 319 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 86 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

231.462 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 231.462 (+ 684 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 20.032 Alessandria, 11.941 Asti,7.906Biella, 31.529 Cuneo, 18.060 Novara, 122.039 Torino, 8.430 Vercelli, 8.587 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.130 extraregione e 1.808 in fase di definizione.

Mobilità sostenibile, approvato il piano regionale per la sostituzione dei bus inquinanti

112 milioni di euro destinati alla Regione per il rinnovo dei mezzi del trasporto pubblico locale su gomma. Marnati: “Prosegue senza sosta la lotta per migliorare la qualità dell’aria”. Gabusi: “Una risposta concreta per gli obiettivi di mobilità e sostenibilità”.

112 milioni di euro: sono le risorse della Regione Piemonte, provenienti da diverse fonti di finanziamento, per rinnovare il parco dei mezzi del trasporto pubblico locale su gomma. Risorse che, unitamente a quelle destinate ai singoli Comuni e alla Città metropolitana di Torino con i fondi ministeriali del piano strategico nazionale della mobilità sostenibile, portano il totale a 186 milioni di euro. Un percorso avviato nel luglio scorso

Ieri la Giunta ha approvato il programma regionale degli investimenti che, nell’arco temporale 2021-2023, permetterà la sostituzione stimata di 573 mezzi che andrebbero ad aggiungersi ai circa 286 acquistati dai Comuni e Città Metropolitana con i fondi ministeriali del piano strategico nazionale della mobilità sostenibile, portando così alla sostituzione di 859 mezzi della flotta regionale del trasporto pubblico.

Da una prima stima, si valuta che il progetto consentirà una riduzione di emissioni in atmosfera pari a 573 tonnellate all’anno per gli ossidi di azoto, e 13 tonnellate all’anno di Pm10.

Il programma di rinnovo dei mezzi pubblici va in direzione di una sempre maggiore sostenibilità. All’orizzonte del 2023 non vi saranno più autobus circolanti di classe ambientale inferiore ad Euro 3. Gli autobus di categoria Euro 3 passeranno da 791 a meno della metà (337), mentre i veicoli ecologici, con motorizzazione Diesel Euro 6 o lbrida E6, elettrici o a metano risulteranno il 57% del totale. Il 26% della flotta sarà comunque costituito da autobus Euro 5.

“La misura per la rottamazione degli autobus inquinanti – commenta l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – è il frutto di un grande lavoro di squadra tra le direzioni ambiente e trasporti con l’obiettivo principale di combattere l’inquinamento prioritariamente nelle città. Le cospicue risorse permetteranno la sostituzione di centinaia di autobus vecchi e pesantemente inquinanti. Prosegue senza sosta la lotta per il miglioramento della qualità dell’aria”.

Un’esigenza, quella della sostituzione dei mezzi, dettata non solo dalla vetustà della flotta piemontese, che è caratterizzata da un’età media piuttosto elevata, ma anche dalla inderogabile necessità di migliorare la qualità dell’aria con la riduzione delle emissioni di inquinanti in atmosfera.

“Siamo finalmente nelle condizioni – sottolinea l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi – di poter dare una risposta concreta alle esigenze di mobilità e protezione dell’ambiente che una regione moderna deve necessariamente avere. Siamo riusciti a sbloccare fondi che erano fermi da anni e abbiamo lavorato ad un sistema di reperimento delle risorse da più fonti che sta funzionando bene e che ci consente di guardare avanti con sicurezza anche in un periodo difficile come quello attuale”.

Contribuiscono infatti a questo finanziamento il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014- 2020 del Ministero dei Trasporti, il Fondo per le Regioni del Bacino Padano 2018 2022 del ministero dell’Ambiente, e risorse del Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile e dal decreto interministeriale n. 223/2020.

Dei 2.660 bus necessari a garantire il servizio attualmente circolanti in Piemonte, 1.396 sono sulla rete interurbana, 1264 sulla suburbana, con un’età media, per entrambe le tipologie, di 10 anni e mezzo; di queste 1.123 sono diesel con omologazione ambientale fino all’euro 4 compreso (42%), 1.177 unità diesel con omologazione ambientale successiva all’euro 4 (44%) e 360 unità con alimentazioni ecologiche (metano, elettrico, altro che rappresentano il 14%).

Da lunedì vaccinazione contro il covid per i volontari della Protezione civile

Inizia lunedì 8 marzo la campagna di vaccinazione contro il Covid 19 per i volontari della Protezione civile, un vero e proprio esercito di oltre 10 mila donne e uomini che ogni giorno con grande impegno e indiscussa capacità donano il loro supporto nella gestione della pandemia e di tutte le altre emergenze.

 

Da lunedì prossimo tutti i volontari piemontesi della Protezione civile potranno dare la loro adesione alla campagna di vaccinazione iscrivendosi sulla piattaforma www.ilpiemontetivaccina.it e, a partire da giovedì 11 marzo, inizieranno le somministrazioni della prima dose nei centri vaccinali in tutto il Piemonte. Gli appuntamenti saranno dati in base a criteri di priorità stabiliti dai Coordinamenti dei volontari, tenendo conto di fattori come il grado di contatto sociale e le caratteristiche del servizio prestato.

 

Il 27 e 28 marzo inoltre è in programma un week end di vaccinazione di massa durante il quale sarà somministrata la prima dose ad oltre 3.000 volontari in quattro punti vaccinali a Torino, Cuneo, Alessandria e nel Vco.

 

«Da sempre e ancora più nei momenti difficili come questo i volontari della Protezione civile ricoprono un ruolo essenziale per le nostre comunità – sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi –. Grazie alla grande esperienza di soccorso nelle calamità naturali i volontari piemontesi hanno saputo trasferire efficacemente le loro competenze in aspetti importanti dell’emergenza sanitariaÈ fondamentale vaccinare i volontari, ancor più alla luce di quanto annunciato dal presidente del Consiglio Draghi rispetto ad un forte coinvolgimento del sistema della Protezione civile in aspetti strategici della gestione della pandemia. È essenziale che le donne e gli uomini dei diversi Coordinamenti possano operare in totale sicurezza per sé, per gli assistiti, per i colleghi e per le proprie famiglie. Il week end di fine marzo sarà inoltre un banco di prova importante per verificare la logistica del sistema per le vaccinazioni di massa che dovremo affrontare nelle prossime fasi della campagna».

Torino e Piemonte in “arancione rafforzato”

Il Piemonte è per ora in zona arancione rinforzato e sarà così anche la prossima settimana

Ma preoccupano  i contagi e l’allerta della Regione è elevata.  Parte da lunedì  la didattica a distanza al 100% nella aree più critiche, in 20 distretti su 38, entra in vigore il divieto di frequentare le aree attrezzate per gioco e sport in tutto il territorio regionale, il divieto per più di una persona per nucleo familiare di entrare nei negozi. È raccomandato fortemente preferire la consegna a domicilio anziché l’asporto per le attività di ristorazione.

Il bollettino Covid di sabato 6 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.793nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 303 dopo test antigenico), pari al 6,7% dei 26.879tamponi eseguiti, di cui 18.956 antigenici. Dei 1.793 nuovi casi, gli asintomatici sono 567(31,6%).

I casi sono così ripartiti: 232 screening, 954 contatti di caso, 607 con indagine in corso; per ambito: 34 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 172 scolastico, 1.587 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 261.706così suddivisi su base provinciale: 22.492 Alessandria, 13.185 Asti, 8.784 Biella, 35.477 Cuneo, 20.152 Novara, 138.685 Torino, 9.760 Vercelli, 9.859 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.245 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.067 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 192( + 7 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.263(+ 40rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 18.987.

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.139.569(+ 26.879rispetto a ieri), di cui 1.198.472risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.486

Sono 25 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1oggi(si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.486deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.424 Alessandria, 604 Asti, 383 Biella, 1.116 Cuneo, 789 Novara, 4.335 Torino, 430 Vercelli, 319 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 86 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

230.778 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 230.778(+ 814rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 19.993 Alessandria, 11.921 Asti,7.888Biella, 31.472 Cuneo, 18.015 Novara, 121.632 Torino, 8.413 Vercelli, 8.512 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.129 extraregione e 1.803 in fase di definizione.