per troppi anni la figura del preside e' stata considerata come quella del passacarte e del mero burocrate a cui accollare ogni responsabilità

E se la preside ‘autoritaria’ facesse solo il suo mestiere?

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

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La preside del liceo “Regina Margherita” e’ oggetto di vigorose proteste da parte dei docenti dell’istituto che annunciano uno sciopero contro la loro dirigente.Un fatto eclatante e davvero insolito. La prof. Marianeve Rossi , preside da pochi mesi, viene accusata di autoritarismo, mentre lei parla semplicemente di ripristino della legalità all’interno dell’Istituto da lei diretto . Il “Regina Margherita ” , visto anche solo di fuori, per l’estrosa e inappropriata pittura geometrica della facciata, appare una scuola nella quale gli organi dirigenti sembravano assenti . Infatti per due anni essa e’ stata priva di un preside titolare, malgrado l’alto numero di allievi e tre sedi. E’ impossibile dimenticare nella storia del “Regina Margherita “l’incredibile episodio degli interni della scuola deturpati dagli studenti negli anni 70 ,quando il preside Alonge , futuro docente universitario e preside del DAMS, lasciò fare all’estro contestativo degli studenti che ,invece di seguire le lezioni, si improvvisarono pittori fantasiosi . Dovettero far ridipingere l’intero istituto, a carico ovviamente dello Stato . Il “Regina ” ebbe un grande preside negli anni della contestazione, cinquant’anni fa, con Roberto Berardi futuro ispettore centrale del Ministero della P.I. che seppe affrontare di petto il facilismo e il permissivismo trionfante. Poi la scuola divenne via via sempre più un istituto magistrale In crisi e alla disperata ricerca di una nuova identità che trovo ‘ con la sezione linguistica. Smarri ‘ la sua storia e come liceo (sono diventati tutti licei e i veri licei hanno perso il loro smalto originario) non venne mai considerato rilevante ne’ in positivo ne’ in negativo.

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Il corpo docente in passato ebbe professori molto validi, ma oggi il solo fatto che la stragrande maggioranza degli insegnanti sia sindacalizzata in un periodo di profonda crisi dei sindacati, non depone favorevolmente, pur senza voler fare generalizzazioni ingiuste . Accusare un capo d’istituto di autoritarismo appare un argomento spuntato ed abusato. Un vero ritorno al clima del’68 con cinquant’anni di ritardo . Il Preside di una scuola ha precisi doveri e responsabilità che non possono facilmente conciliarsi con un corpo docente abituato a far da se’ o quasi . Ci furono istituti in cui a governare era la triplice sindacale e non il capo di istituto. Non furono delle belle storie perché chi non era o non voleva allinearsi era considerato un reprobo senza diritti. Il fatto che si litighi sulle toilettes , come riportano i giornali, non appare particolarmente significativo.  Noi non conosciamo la prof. Rossi, non sappiamo se usi metodi “autoritari “. Sappiamo però che per troppi anni la figura del preside e’ stata considerata come quella del passacarte e del mero burocrate a cui accollare ogni responsabilità delle decisioni assunte dagli organi collegiali della scuola, nati da quei “Decreti delegati Malfatti “che tanto danno hanno provocato alla scuola, minando in primis la professionalità dei docenti e la libertà di insegnamento . Pensare ad una preside pre -sessantotto non ci dispiace e la tanto contestata prof. Rossi ci appare simpatica . C’e ‘ chi ha parlato di lei come di una sorta di padrone del vapore dei primi del secolo scorso. A noi appare una donna che sa assumersi le proprie responsabilità senza le diplomazie e i bizantinismi di tanti presidi- manager che non vengono neppure dall’insegnamento o addirittura giungono dal sindacato .

 

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