Ci appelliamo a coloro che possono agire per il bene collettivo, che possono realizzare iniziative concrete di contrasto alla violenza e a tutte e tutti coloro che vedono vicino a sé una relazione in crisi
Ci siamo da qualche tempo astenute da comunicati stampa, anche se le cronache hanno continuato a riportare di donne sistematicamente uccise da mani maschili. Attendevamo le parole degli uomini. Oggi interrompiamo questo silenzio: e non solo perché, insieme ad una donna, sono stati uccisi anche i suoi due bambini. Lo facciamo perché ci saranno, come sempre, molti interrogativi. Qualcuno parlerà di folle raptus: non crediamo né alla follia né tantomeno all’impulso omicida, che confliggono con la lucida dissimulazione del massacro, messa in atto subito dopo.
Dobbiamo invece interrogarci su un uomo qualunque che immediatamente dopo essersi liberato di tre fastidiose vite e lavato dal loro sangue va a vedere una partita di calcio con gli amici senza suscitare alcun sospetto e poi sostiene la sceneggiata della scoperta del dramma, contando di farla franca. Occorre pensare a quale contesto sociale così indifferente dobbiamo riferirci, se un uomo e una donna, forse anche in crisi, non sono stati intercettati da nessuno. Dobbiamo pensare all’inerzia di enti e istituzioni che non attivano nessuna presa in carico per i maltrattanti: e non per ascoltarli (i loro pentimenti sono spesso, come si legge anche qui, tardivi o ipocriti), ma per “trattarli”, nel senso clinico, sociale, relazionale del termine.
Interrompiamo il silenzio per un solo appello: inutile porsi domande quando accadono eventi come questi. Leggeremo molte interpretazioni, che non serviranno a nulla, perché purtroppo temiamo che questi delitti accadranno ancora. Ci appelliamo invece a coloro che possono agire per il bene collettivo, che possono realizzare iniziative concrete di contrasto alla violenza e a tutte e tutti coloro che vedono vicino a sé una relazione in crisi. Forse quella coppia si lascerà: e tutto finirà lì. Ma se la soluzione non fosse questa, temiamo purtroppo che ci troveremo altre volte a parlare di donne ammazzate: e come si legge, sempre più spesso, insieme ai loro ingombranti bambini.
Associazione Volontarie del Telefono Rosa Piemonte – Via Assietta 13/a – 10128 Torino