Le immagini vennero scattate nel decennio compreso fra il ‘70 e l’80 del secolo scorso, quando iniziò l’attività della Regione Piemonte.Gli anni delle proteste di piazza e del terrorismo, dei progressi industriali trainati da Fiat e Olivetti, dell’emancipazione femminile e del boom edilizio, dei primi esodi estivi e dei pantaloni a zampa di elefante
Uno spaccato autentico della società piemontese – perché le immagini non ingannano – in un centinaio di scatti fotografici dell’Archivio storico del Consiglio regionale. E’ quello offerto dalla mostra fotografica Memorie in bianco e nero. Il Piemonte com’era, quando nacque la Regione. Le immagini vennero scattate nel decennio compreso fra il ‘70 e l’80 del secolo scorso, quando iniziò l’attività della Regione Piemonte.Gli anni Settanta delle proteste di piazza e del terrorismo, dei progressi industriali trainati da Fiat e Olivetti, dell’emancipazione femminile e del boom edilizio, dei primi esodi estivi e dei pantaloni a zampa di elefante. L’esposizione si articola in 16 sezioni che individuano diversi temi di natura economica, sociale, culturale in grado di illustrare non solo la vita di tutti i giorni, ma anche alcuni episodi salienti,come le calamità naturali e l’esposizione della Sindone del 1978.
“La mostra non intende tanto celebrare la nascita dell’ente Regione, quanto invece offrire una testimonianza, benché parziale, della società piemontese in quella delicata fase storica”, ha dichiarato Valerio Cattaneo, presidente del Consiglio regionale. “Un’epoca caratterizzata da radicali cambiamenti economici e culturali in tutta Italia, che hanno visto il Piemonte protagonista, soprattutto come luogo in cui il passato e la voglia di futuro si incontravano e si scontravano con prepotenza, contribuendo, nel bene e nel male, all’affermazione di un cambio di mentalità, di valori, di stili di vita”.
“Per l’esposizione abbiamo attinto all’archivio del Consiglio regionale, che custodisce migliaia di immagini, gestibili oggi facilmente in digitale e siamo lieti di condividerle perché sono un patrimonio pubblico”, ha affermato Domenico Tomatis, direttore Comunicazione Istituzionale dell’Assemblea regionale.
Ecco le sezioni della mostra:
Sui banchi di scuola, la crescita del numero di donne che lavorano rende sempre più prezioso per le famiglie il ruolo della scuola materna. Sale il grado di alfabetizzazione e anche l’accesso all’università è liberalizzato.
Moda, costume e società, Le grandi griffe cominciano a fare concorrenza ai piccoli artigiani e ai pregiati atelier sartoriali torinesi e la moda si afferma sempre più come fenomeno di massa.
In fabbrica, costruttori di futuro, Fiat e Olivetti: due realtà industriali che segnano la storia economica e sociale del Piemonte. Qui si esprimono le lotte sindacali e i modelli innovativi di borganizzazione del lavoro, ma si costruiscono anche i grandi progressi della meccanica e dell’elettronica.
La città cresce e cambia volto, si espandono i confini della città e si aprono nuovi cantieri dove sorgeranno quartieri residenziali, fabbriche e centri direzionali
Le idee scendono in piazza, la contestazione operaia, che scoppia nel ‘68 unendosi alle
rivendicazioni studentesche, utilizza potentemente lo sciopero e la protesta di piazza per richiamare l’attenzione sulla contrattazione salariale e i diritti dei lavoratori. Ma la protesta si estende anche ai valori della società del tempo (referendum sul divorzio del 1974 e per la depenalizzazione dell’aborto del 1978).
La vita nei campi, nonostante l’abbandono delle campagne da parte di molti, chi resta beneficia dei progressi della meccanizzazione e si fa garante della qualità dei grandi prodotti della terra piemontese: in primis grano, riso, vino, carni
Si parte? I treni affollati di emigranti in arrivo dal sud trasportano molti sogni e aspettative. Ma il viaggio diventa anche una nuova occasione si svago a portata di (quasi) tutti
Periferie umane, negli anni del boom edilizio e della modernizzazione permangono isole di povertà e di degrado
In carrozza!, tram, corriere, treni scandiscono più che in passato la quotidianità di molti piemontesi, mentre l’auto diventa il simbolo della libertà e delle vacanze
Progressi in sanità, è un periodo di boom demografico ma anche di migliorie della ricerca e della diagnostica medica.
Disastri naturali, le alluvioni e i danni del maltempo, in città come in campagna
Le mani e le macchine, il lavoro femminile in fabbrica, in ufficio e a domicilio
Il sacro lino, l’ ostensione della Sindone del 1978
Morando, un poeta col pennello, la mostra del pittore alessandrino avvenuta nel 1976 a Palazzo Lascaris, a Torino
Palazzo Lascaris, la nuova casa dei piemontesi, gli scatti dell’inaugurazione della sede del Consiglio regionale, nel settembre 1979
Ritratti di ieri, intensi volti di giovani e anziani
Sull’ultimo pannello è presente un monitor per la proiezione in loop di un filmato Rai del 1980 con interviste ai consiglieri protagonisti della prima legislatura regionale.
Memorie in bianco e nero. Il Piemonte com’era, quando nacque la Regione.
Nella galleria Belvedere di Palazzo Lascaris, via Alfieri 15, visitabile fino all’11 marzo. (Alcune delle foto esposte, nella rubrica ALBUM del Torinese)