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Dall’11 al 19 dicembre il palcoscenico diffuso del vino torna a Torino per brindare al Natale

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LA PRIMA “WINTER EDITION” DI TORINO WINE WEEK BRINDA AL NATALE SOTTO LA MOLE

Oltre 70 produttori da tutta Italia. La Notte delle Bollicine dà il via al palcoscenico diffuso di degustazioni, cene e masterclass

 

 Torino Wine Week, il festival del vino del capoluogo piemontese torna, da sabato 11 a domenica 19 dicembre, con una speciale WINTER EDITION per brindare al Natale. Oltre 70 produttori da tutta Italia saranno protagonisti di degustazioni, masterclass, aperitivi esclusivi e cene a tema con brindisi nei locali del centro, per condurre tutti i winelovers alla scoperta delle eccellenze del patrimonio enologico del Piemonte e dell’intera Penisola, trasformando la città in una grande cantina a cielo aperto.

Novità di quest’anno sarà la Notte delle bollicine, nella serata di sabato 11 dicembre, con un brindisi sotto la Mole nella cornice dell’Enoteca di Eataly Lingotto, la più grande di Torino con le sue oltre 35.000 bottiglie, in un omaggio alla storia dello spumante piemontese conosciuto in tutto il mondo.

L’evento dà il via alla settimana di festival diffuso in tutta la città da Vanchiglia San Salvario fino al Quadrilatero, per  culminare con il cuore della kermesse del Salone del Vino nelle sale del Museo del Risorgimento, durante il week end di sabato 18 e domenica 19 dicembre.

Più di 70 produttori ospiti attesi da tutta Italia per presentare al più vasto pubblico di appassionati, curiosi e tutti gli amanti del vino, il meglio delle etichette e della loro storia fra masterclass, degustazioni e tanti eventi.

Altra novità della Winter Edition all’interno del Salone del Vino sarà la possibilità di acquistare le bottiglie direttamente dal produttore e festeggiare il Natale con speciali pacchi regalo vitivinicoli, con sconti per i possessori di wine pass.

L’acquisto dei WINE PASS al costo di 5 euro permette uno sconto del 10/15% su tutti gli appuntamenti di degustazione, cene, aperitivi e masterclass diffusi nella città. Ingresso al Salone e WINE PASS sono acquistabili on line e in loco durante i giorni della manifestazione. Programma, informazioni sui pacchetti disponibili, vantaggi e scontistiche su:  www.torinowineweek.it

Tutti gli eventi e gli appuntamenti si svolgeranno nel pieno rispetto delle norme di distanziamento sociale e sanificazione previste dalle disposizioni per la prevenzione del Covid-19.

Alla regia della settimana torinese del vino l’associazione KLUGBonobo Events e Orticola Piemonte – tre realtà tra le più importanti del territorio legate al mondo della valorizzazione del bere bene – in una formula rinnovata e di successo testimoniata anche dai numeri delle precedenti edizioni.

L’evento è realizzato con il supporto di Camera di Commercio di Torino ed il patrocinio della Città di Torino. Partner della Torino Wine Week sono Città del Gusto Torino – Gambero Rosso, Go Wine, Fisar Torino, Eataly Lingotto, Torino DOC, Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino, e  il sostegno del Museo del Risorgimento.

Dinamica, internazionale, sempre più bella: Sauze d’Oulx è pronta per l’inverno

Di Augusto Grandi

La stagione dello sci è nelle mani degli Dei e nelle decisioni del governo, ma a Sauze d’Oulx non stanno fermi ad aspettare gli eventi.

Il nuovo gruppo che gestisce gli impianti di innevamento sta sparando per ricoprire le piste, ma anche nel paese della Val Susa fervono i preparativi. D’altronde il sindaco Mauro Meneguzzi e l’assessore al Turismo Marco Tintinelli assicurano che Sauze è il polo di maggior attrazione dell’intera Alta Valle quanto a vitalità e ad iniziative per i frequentatori italiani e stranieri…

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Sport, lavoro e tempo libero al Palavillage

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Tra pochi giorni aprirà a due passi da corso Allamano PALAVILLAGE, una location unica in Italia che unisce sport e lavoro, tempo libero e cura di sé.

8000 mq tutti da scoprire. Palavillage non è solo uno dei più grandi poli italiani di padel indoor. È un recupero industriale, una location green, un nuovo centro di aggregazione che strizza l’occhio anche al sociale.

È una realtà economica che darà lavoro a 150 addetti, una location che lascia senza fiato, un posto da vivere da soli, in famiglia o con gli amici, 365 giorni all’anno, dalle 8 alle 24, che porta la filosofia del villaggio vacanza in città.

Brindisi al Barbaresco conclude “Alba industriale”

ALLA SCOPERTA DEI LUOGHI ALBESI DELLA CULTURA D’IMPRESA
Mercoledì 8 dicembre 2021

SPECIALE NATALE CON DEGUSTAZIONE CONCLUSIVA DI BARBARESCO “PIO CESARE”
L’associazione “Turismo in Langa”, a conclusione di un ciclo di appuntamenti dedicato ai luoghi e alla storia della cultura si impresa albese, propone un appuntamento finale nel quale, oltre al tour dedicato alla Alba industriale, si potrà degustare il Barbaresco 2018 delle cantine Pio Cesare e visitare il nuovo allestimento sotto il portico della chiesa di San Giovanni dedicato alla storia del quartiere.
Giunti quasi al termine di un anno di iniziative realizzate per celebrare l’imprenditoria locale, Turismo in Langa chiuderà il 2021 con una edizione speciale del tour guidato di “Alba Industriale”, mercoledì 8 dicembre alle ore 15, che si concluderà con un brindisi: una degustazione guidata di Barbaresco Pio Cesare, storica cantina albese, tappa del nostro percorso.
Alba, meta turistica di fama internazionale, capitale dell’enogastronomia e scrigno di preziosi luoghi di arte. Ma esiste un’altra storia di Alba che va raccolta e raccontata nell’anno in cui la città del tartufo banco diventa capitale italiana della cultura d’impresa. È la storia di un’Alba molto diversa da come la percepiamo oggi, una città industriale, in fermento, dove si produceva e si scambiava quanto veniva prodotto all’interno del centro storico, o poco più in là.
Confindustria Cuneo, in collaborazione con l’Associazione Turismo in Langa di Alba, ha proposto per tutta la durata dell’anno celebrativo un percorso guidato dal titolo “ALBA INDUSTRIALE. Sulle strade della cultura d’impresa albese”, alla scoperta dei luoghi dove le grandi industrie albesi hanno avuto origine, ma anche dei siti di archeologia industriale di cui Alba è ricca. Luoghi nascosti e segreti, individuati con l’occhio del ricercatore e del curioso, che raccontano di una città e una società ormai passate, ma ancora in grado di condizionare il presente.
Durante il periodo di Alba Capitale della Cultura di Impresa – da maggio a dicembre – sono stati proposti 11 appuntamenti aperti al pubblico su prenotazione da maggio a dicembre, con oltre 200 partecipanti totali, e 6 tour su misura per altrettanti gruppi organizzati.
L’itinerario tocca i principali luoghi della cultura di impresa del centro storico di Alba, permettendo di ripercorrere memorie e storie degli imprenditori e dei tanti operai che in quei posti hanno lavorato nel corso dei decenni. I Ferrero, i Miroglio, dinastie di personaggi straordinari, che hanno creato le condizioni per lo sviluppo industriale, turistico e commerciale della città. Le grandi intuizioni di Don Giacomo Alberione, beato, editore, “industriale”, fondatore della congregazione della Famiglia Paolina e della casa editrice Edizioni San Paolo con i suoi infiniti prodotti editoriali come Famiglia Cristiana, Il Giornalino, Jesus. O Giacomo Morra, che fece del suo Hotel Savona il centro mondiale di consumo e promozione del Tuber Magnatum Pico, il tartufo bianco d’Alba. Pio Cesare, fondatore della cantina rimasta ancora oggi all’interno del centro di Alba. Ed ancora Egea, erede delle prime imprese albesi di produzione elettrica: pochi sanno che l’azienda nacque negli anni Cinquanta nei pressi della stazione ferroviaria.
Parlare dell’industria albese, inoltre, vuole anche dire riscoprire le sedi delle proto-industrie di fine Ottocento, oggi veri e propri luoghi di archeologia industriale: la segheria, la fabbrica dei chiodi, il lavatoio pubblico, la fabbrica delle botti, la fabbrica del ghiaccio e l’antico mattatoio, luoghi di assoluto fascino post-industriale, i cui muri racchiudono storie di centinaia di lavoratori, clienti, imprenditori, fornitori.
Il tour guidato è esclusivamente su prenotazione con un massimo di 50 partecipanti. Il costo per il pubblico è di 10 € a persona comprensivo di degustazione, 8 € per i ragazzi fino a 18 anni, gratuito fino a 6 anni.
Per poter consentire il distanziamento, sia durante le spiegazioni lunghe le vie del centro storico, sia durante la degustazione finale, verrà utilizzato un sistema di audio guide, pertanto è necessario essere muniti di proprio smartphone con connessione a internet, preferibilmente con cuffie. Inoltre, per poter brindare insieme, in ottemperanza alle norme anti-Covid, per questa particolare edizione sarà necessario esibire il GreenPass all’atto dell’accredito.
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI:
Turismo in Langa | Corso Torino, 4 Alba | 0173-364030 – SMS 331.9231050 | info@turismoinlanga.it | www.turismoinlanga.it

(a cura di Chiara Vannini)

Aurora Penne apre le porte della propria Manifattura in occasione di Open Factory

Aurora Penne, storico brand di scrittura torinese, svela i segreti che si nascondono dietro ad ogni creazione ed accoglie i visitatori che, in occasione della settima edizione di “Open Factory“, nel pomeriggio di domenica 28 novembre dalle 14 alle 18, potranno visitarne la Manifattura.

Attraverso visite guidate, i visitatori avranno la possibilità di accedere all’area della produzione dove le penne, come veri e propri gioielli fatti a mano e rigorosamente Made in Italy, prendono vita grazie a lavorazioni precise e tecniche all’avanguardia di Aurora.

 

La manifattura è il nostro biglietto da visita, è il nostro orgoglio e accogliamo sempre con piacere gli ospiti per una visita. Attraverso il percorso della produzione si scopre come le penne prendano vita passaggio dopo passaggio. L’area in cui vengono prodotti i pennini gestita dal nostro storico Nib Master Filippo Loghero mostra come il pennino nasca a partire da una lastra d’oro o acciaio. Siamo tra i pochi al mondo a farlo ancora in house” commenta Cesare Verona Presidente e Amministratore Delegato di Aurora.

 

Non mancheranno prove di calligrafia e dimostrazioni pratiche di utilizzo degli strumenti di scrittura, in particolare delle penne stilografiche, fiore all’occhiello del marchio, e dei diversi pennini, prodotti internamente dalla Manifattura attraverso ben 17 fasi di lavorazione e proposti oltre 20 diverse tipologie a seconda della necessità del pubblico.

 

Gli ospiti Aurora avranno l’opportunità di accedere ad un prezzo speciale all’Officina della Scrittura, primo museo al mondo dedicato al Segno e alla Scrittura, situato all’interno del complesso Aurora.

 

Pensato sia in versione digitale che in presenza, Open Factory anche quest’anno rappresenta un’occasione unica per toccare con mano la cultura industriale e artigianale, e conoscere ancora più da vicino il cuore delle aziende e delle loro manifatture.

Aurora Penne
L’azienda nata a Torino nel 1919 è guidata oggi dalla quarta generazione della Famiglia Verona, coinvolta nel mondo della scrittura da oltre due secoli e rappresentata da Cesare Verona, Presidente e Amministratore Delegato.

Aurora Penne è l’unica azienda del settore della scrittura 100% Made in Italy.
All’interno della manifattura torinese la produzione, che si snoda su una superficie di 10.000 mq, include strumenti di scrittura di differenti tipologie, roller, penne a sfera, e soprattutto penne stilografiche, compresa la realizzazione interna del pennino in acciaio o oro che si fregia dell’antico punzone 5TO.

Gli strumenti di scrittura Aurora sono creazioni la cui bellezza trova eco nella perfezione meccanica; nascono da una passione che si tramanda da oltre 100 anni e che prende forma grazie alle abilità dei maestri artigiani e delle tecnologie più innovative attualmente a disposizione.

La manifattura indipendente permette un controllo della qualità, dal design alla produzione, garantendo al brand una totale autonomia in termini creativi con una costante tensione all’eccellenza.
Aurora firma anche collezioni di orologi e di accessori di pelletteria di grande pregio.

Numerosi illustri designers hanno collaborato alla creazione di penne tra cui Marcello Nizzoli, Marco Zanuso, Giorgetto Giugiaro, Giampiero Bodino. Tra le penne più iconiche: 88, Optima, Ipsilon, Hastil e Thesi.

Nel contesto dell’area produttiva dell’Azienda sorgono Officina della Scrittura, museo e fondazione di Famiglia, ed un Ristorante aperto al pubblico.

Aurora è distribuita in 50 paesi nel mondo, ed esprime un fatturato indirizzato per circa il 25% in Italia e per il 75% all’estero.

Aurora in Italia, oltre ad una boutique monomarca a Roma in via del Babuino 12 e a Milano in Via San Pietro all’Orto 17, è presente anche in circa 200 concessionari.

Agriflor in piazza Carlo Alberto. Idee per un Natale green

Domenica 28 novembre, dalle 9 alle 19 in Piazza Carlo Alberto, nel cuore di Torino, torna il mercatino di Agriflor, tra decorazioni naturali per abbellire la propria casa e prodotti alimentari da mettere sotto l’Albero

 

 

Agriflor torna a casa per festeggiare il Natale.

L’appuntamento è domenica 28 novembre dalle 9 alle 19 in Piazza Carlo Alberto, storica sede in cui è nata e cresciuta Flor, con una selezione dei migliori vivaisti e produttori agricoli piemontesi e tante sorprese.

 

Un’edizione prettamente natalizia, per rendere ancora più green e colorati i giorni di Festa. Accanto alle proposte classiche e sempre apprezzate come piante grasse, piante da interno, orchidee, piante succulente e le ultime affascinanti fioriture, le grandi novità arriveranno da alcuni vivaisti come Il Podere delle Rocche, Piante Innovative e Fratelli Gramaglia che proporranno vivaci decorazioni per abbellire la propria casa, dalle ghirlande ai mazzolini e ai torchon di fiori, realizzate con piante a km 0 coltivate in modo naturale, fiori spontanei, bacche, foglie e piante aromatiche.

 

Un tripudio di colori per allietare un pubblico sempre più amante della natura e delle sue piante.

Insieme alla proposta florovivaistica, Agriflor ospiterà, come sempre, alcune eccellenze agroalimentari piemontesi che proporranno i prodotti tipici del nostro territorio, da gustare durante le cene o le merende natalizie, ma anche come regalo da mettere sotto l’Albero: dai cioccolati alle nocciole, dalle marmellate al vino.

 

Come ormai da tradizione, Agriflor sarà organizzata in totale sicurezza, con la garanzia del giusto distanziamento tra i banchi e tra le persone per evitare assembramenti.

 

Dalla ricerca AnziBesson anche i capi che si allungano con la crescita dei bambini

Quanto costa far sciare i figli che crescono? Molto, anzi troppo.

Con alcune località che hanno portato il prezzo del biglietto giornaliero a livelli folli ed insostenibili. E con l’attrezzatura da cambiare man mano che i bambini crescono. Per questo Giuliano Besson, ex discesista della Valanga Azzurra e poi titolare del marchio di abbigliamento AnziBesson, ha pensato a pantaloni e giacche a vento che si possono allungare od accorciare, in modo da poter essere utilizzati per 2/3 anni mentre i figli crescono. Il tutto grazie ad “Up & Down”, un brevetto dell’azienda piemontese.

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La Moda si presenta a Torino tra storia, stile e sostenibilità con grandi firme e nuovi stilisti che sfileranno a Hoas 2021

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(www.hoas.it )

Sfilate di grandi firme, incontri con blogger e influencer, masterclass, fashion lab e meeting con i buyer in un allestimento di circa 9.000 mq.

Torino si prepara per ospitare la seconda edizione di “HOAS – History of a Style”, evento organizzato da Hoas Group, con il patrocinio della Città di Torino, della Regione Piemonte e di Assomoda e con la direzione artistica affidata a Bros Group Italia.

Si tratta di quattro giornate al Lingotto, dal 25 al 28 novembre in cui sarà protagonista la moda amica del pianeta, e durante lequali, anche attraverso eventi collaterali, si punterà il riflettore sulle politiche a sostegno delle energie rinnovabili e dell’eco sostenibilità. 

Ogni sera dalle ore 22 ci sarà un fashion show esclusivo a inviti, con sfilate di big brand italiani.

Si parte giovedì 25 novembre con Romeo GigliALV by AlvieroMartiniOtto&Mezzo Cashmere e Olè Milano. 

Venerdì 26 sarà il turno in passerella di Anton Giulio Grande e per la prima volta dell’Esercito Italiano che presenta il suo brand. 

Petrelli UomoDimitar Dradi e Bruna Couture saranno protagonisti sabato 27.

L’ultimo appuntamento è programmato per domenica 28 con Gai MattioloGiuseppe Fata e Atelier Beaumont

La regia delle sfilate sarà curata da Gianluigi Resta

Al termine delle sfilate è previsto un after party a cura dello Zoo di 105.

Le porte verranno aperte al pubblico dalle ore 10 alle 19 con ingresso gratuito.

Sono in programma dalle ore 15 sfilate di fashion designer emergenti e di tanti nuovi brand come quello di Saverio Maggio, Antonella Bravi, Italiana 2020, Scuola Burgo, Talita Beachwear, MFGA Marta Paletto, Vitor Zerbinato, Poser, Regina Guasco, Vesto Pazzo e Reja Silva.

All’evento parteciperanno i numerosi testimonial di Hoas 2021 come il divo americano Ronn Moss, l’amatissimo Ridge della soap “Beautiful”, la showgirl Elisabetta Gregoraci, le attrici Manuela Arcuri, Anna Safroncik, Mayra Pietrocola, Devin Devasquez, Guenda Goria, gli attori Alessandro Tersigni e Andrea Montovoli, il duo Le Donatella, le influencer Dasha Kina, Elena Morali, Sara Croce, Fabrizia Santarelli, le Sister Cash, i modelli Stefano Sala, Andrea Melchiorre e Gennaro Lillo, e vi saranno tanti altri ospiti nel Salotto Hoas.

Sono previsti interventi sul palco anche del sopranista Maurizio DiMaio e dell’inviato di “Striscia la notizia” Luca Abete.

In linea con il tema della sostenibilità di questa edizione, le celebrities si sposteranno in città a bordo di vetture elettriche Audi.

Al Lingotto verrà allestita anche una Sala Rossa che ospiterà incontri, masterclass e casting.

Grand opening sono in programma il 25 novembre col convegno dal titolo “La moda ritorna a Torino fra storia, stile e sostenibilità” organizzato in collaborazione con Assomoda, con gli interventi di Maurizio Marrone, Assessore Regione Piemonte, Domenico Carretta, Assessore del Comune di Torino, Chiara Foglietta, Consigliere del Comune di Torino; Enzo Bussolino, General Manager Audi Auto Zentrum di Torino, Domenico Barbano, Ceo di HOAS Group, Maurizio Governa, Presidente Assomoda, Massimo Costa, segretario generale Assomoda, Massimo Billi, Presidente Modaesport Piemonte e lo stilista Alviero Martini.

Sono previste tra le masterclass quella del make up artisti Pablo Gil Cagnè, del fotografo Stefano Wurzburgher, del pastry chef Fabrizio Racca, dell’hair stylist Marco Todaro, e del designer Giuseppe Fata.

Ogni giorno vi saranno casting per modelli e fotomodelli, per Miss Mondo e Una Ragazza per il Cinema (per info 0110898229).

Saranno presenti anche numerosi salottini dedicati ad incontri con i buyer, quello dell’Istituto Moda Burgo di Torino che ospiterà dei workshop, oltre a quelli dei designer emergenti e tanti nuovi brand che sfileranno nella manifestazione e a Zenplicity, il primo innovativo distributore automatico di gioielli.

Sono previste anche cene stellate, di gala, tasting, degustazioni e tanti altri eventi, un’intera area dedicata al Food in partnership con Gambero Rosso, sotto la supervisione dello chef stellato Ivano Ricchebono, volto noto per le sue numerose partecipazioni televisive accanto ad Antonella Clerici in “È sempre mezzogiorno” e patron del ristorante The Cook di Genova.

Ad affiancare Ricchebono, vi saranno tre chef stellati Katia Maccari, Executive Chef dei ristoranti “I Salotti”, “La Taverna del Patriarca”, general manager dell’hotel “Villa Il Patriarca”, Marco Sacco, due stelle Michelin, chef patron del “Piccolo Lago” di Verbania e firmatario del menu del ristorante “Piano 35” situato a 150 metri di altezza, al 35esimo piano di un grattacielo e Alfredo Russo, patron del ristorante “Dolce Stil Novo” di Venaria.

Previsti anche eventi collaterali come Berebene, dedicato ai vini italiani accuratamente selezionati da Gambero Rosso secondo il miglior rapporto qualità-prezzo.

LCena di Gala di domenica 28 novembre sarà un evento di solidarietà aperto a tutti, il cui ricavato andrà devoluto alla Croce Gialla Azzurra per l’acquisto di un’ambulanza pediatrica.

Vito Piepoli

Torino e i suoi Caffè. Una passeggiata tra storia e leccornie

Anche questanno Novembre induce i torinesi ad avvolgersi in calde sciarpe e pesanti cappotti, li osserva nascondersi sotto ingombranti ombrelli e sorride ascoltando le litanie mattutine dei lavoratori che sbrinano le macchine alle prime ore del giorno.


Incombe la Brutta Stagione, inarrestabile, indossa per mantella la fine nebbia albina, scarpe impermeabili atte a pestare le pozzanghere, mentre sul volto le permane un broncioperenne.
Come farla sorridere allora, nella speranza che acconsenta ad un podi bel tempo?
Sicuramente una bella passeggiata per Torino potrebbe aiutare lInvernale Signora a cambiare umore; certo, è necessario che si tratti di un girettocome si deve, attraverso quei luoghi che portano gioia, scaldando il cuore e solleticando lo stomaco.
Come si suol dire, prendiamola per la golala nostra Uggiosa Ospite.
Daltronde, come diceva Guy de Maupassant, Soltanto gli idioti non sono buongustaie solamente chi sceglie di crogiolarsi nel proprio malessere può rimanere indifferente ai molteplici e golosi locali cittadini.
Iniziamo dunque questo iterallinsegna del piacere del palato, e, mettendoci con le spalle alla Gran Madre, incamminiamoci.
Non faremo percorrere molta strada alla Signora nata sotto il segno dello Scorpione prima di fermarci alla prima tappa, poiché si tratta del Caffè Elena, caro a Cesare Pavese, uno dei maggiori intellettuali italiani del XX secolo, scrittore, poeta, traduttore e critico letterario vissuto nella prima metà del Novecento; chissà su quale tavolino sedeva mentre pensava alla sua  Constance e abbozzava il suo ultimo romanzo La luna e i falò”?
Prima di entrare sbirciamo velocemente lottocentesco palazzo progettato dallarchitetto Giuseppe Frizzi che ospita il locale e scegliamo una postazione da cui poter godere della vista sullampia Piazza Vittorio. Il via vai continuo conferma il luogo come vivo punto dincontro per giovani, turisti e per chiunque voglia giocare a fare il   bohémien. Allinterno il Caffè presenta un arredamento di inizio Novecento, le linee sinuose care al Liberty contraddistinguono unatmosfera antica, come se si entrasse in una dimensione passata, intrappolata nella amara felicità del secolo breve. E ora che ci siamo ambientati, cosa ordinare? Proporrei un aperitivo, magari un      vermouth, ossia quel liquore tipico torinese, ideato nel corso del Settecento da Antonio Benedetto e perfezionato proprio tra le mura del Caffè Elena – da Giuseppe Carpano, verso il terminare dellOttocento.
Un podi calore liquido e subito le gote della Dama della Terza Stagione si colorano come le foglie degli aceri in autunno. Ha ragione Edward Bloom, protagonista dellonirico film Big Fish, quando medita che quasi tutte le creature che consideriamo malvagie o cattive, sono semplicemente sole. E magari mancano un po’ di buone maniere.
È  ora di proseguire.
Pochi minuti ci separano dalla prossima tappa, il minuto Caffè Ghigo, celebre bar-pasticceria situato sotto i portici di via Po.
Fino al 1850 il locale era adibito a latteria, qui si producevano formaggi, tomini e latte. A partire dagli anni Settanta dellOttocento lattività alimentare lascia spazio al Caffè, nasce dunque Ghigo, ricercata pasticceria torinese, rispettosa delle antiche tradizioni culinarie.
Non c’è posto per sedersi allinterno, le consumazioni si effettuano in piedi, appoggiati al marmoreo bancone ondoso, scambiando qualche sorriso con il personale premuroso. Le leccornie audacemente esposte in vetrina costringono i passanti ad entrare, e, una volta superata la soglia, un odore di dolciumi e zucchero a velo inebria laria, rendendo impossibile non ordinare qualcosa senza panna.
Tra bignole e salatini spicca la nivea Nuvola, specialità torinese e prodotto unico nel suo genere; si tratta di un languido pandoro ricoperto di crema di burro e zucchero a velo, un soffice dolce capace di ammorbidire i cuori più congelati.
Ma è già ora di andare. Ancora con le labbra inzuccherate ci allontaniamo, verso nuovi stuzzicanti orizzonti.
Arriviamo fino al numero 8 di via Po, ed entriamo in quello che un tempo era noto come Caffè dei codini. Eccoci di fronte a Fiorio, locale particolarmente apprezzato dai nobili torinesi durante la Restaurazione, è stato un punto di ritrovo fortemente politicizzato, così come testimoniano i soprannomi che allepoca accompagnavano la dicitura sullinsegna: Caffè Radetzkyo caffè Machiavelli. Una clientela decisamente schierata, in evidente contrapposizione agli ardenti patrioti frequentanti il Caffè Calosso presso lallora via Dora Grossa attuale via Garibaldi -.
Le discussioni che avvenivano allinterno delle sale lucenti di specchi avevano larga eco, lo stesso re Carlo Alberto (1798-1849) a quanto pare – era solito iniziare la giornata chiedendo Che si dice al Caffè Fiorio?La fama del luogo è confermata anche dalle parole di un anonimo, il quale nel 1845 scrive: Di nobilitade emporio/ chiuso alla plebe vile/ risplende il caffè Fiorio/ che in sua grandezza umile/ solo ornamenti apprezza/ del tempo di Noè:/ evviva la bellezza/ del nobile Caffè”.
Verso la metà dellOttocento il locale viene impreziosito dagli interventi di artisti come Francesco Gonin (1808-1889) e Giuseppe Bogliani (1805-1881), anche se sono diverse le ristrutturazioni che il locale subisce nel tempo, tra queste di particolare importanza fu lintroduzione delle lampadine, escamotagea gas che, a partire dal 1838, contribuì a rendere ancora più gradevole la permanenza degli ospiti tra le sontuose sale.
Certamente mangiare bene aiuta a discorrere meglio, lo dimostrano inoltre le testimonianze risorgimentali, che attestano tra quelle mura damascate il ritrovo di intellettuali e politici del calibro di Urbano Rattazzi, Massimo D’Azeglio, Camillo Benso Conte di Cavour o Cesare Balbo.
C’è da chiedersi quanti fogli e appunti abbiano macchiato tra una coppa di gelato e una cioccolata calda.
Mentre rendiamo più vicini a noii grandi del nostro passato, immaginandoli felici e impiastricciati, usciamo dal bar dorato e proseguiamo su questo pellegrinaggio del gusto.
Arrivati in Piazza Castello è nuovamente ora di intrattenersi al caldo di un locale.
Sono le vetuste vetrine di Mulassano a fermarci. Celebre e storico bar torinese, aperto nel 1907 e originariamente frequentato soprattutto dagli artisti del Teatro Regio. Il Caffè viene messo in vendita dai proprietari intorno agli anni Venti del Novecento e successivamente acquistato dai coniugi  Angela e Onorino Nebiolo, da poco tornati in patria dallAmerica. I nuovi possessori desideravano ridare vigore agli affari del locale e idearono nuove proposte alimentari per accompagnare gli aperitivi. Nascono così il toaste quel particolare panino che Gabriele DAnnunzio battezzò “tramezzino.
I posti a sedere sono pochi, lambiente è raccolto e spinge gli astanti a sedersi inconsciamente vicini; le chiacchiere dei commensali si mescolano con eleganza, adattandosi allambiente circostante e simulando le note dei musicisti dellorchestra regia.
La maratona cibaria non è ancora finita, ma inizio a intravvedere un podi stanchezza sul volto della nostra commensale. Non è il caso di esagerare, anche se credo che ancora un paio di luoghi sia il caso di visitarli, prima di salutarci.
Usciti dal piccolo Mulassano, è ora di dirigersi verso la regale Piazza San Carlo.
Lora si fa tarda e la folla del centro impazza, siamo immersi in un flusso senza direzione, c’è chi chiacchiera al cellulare, chi improvvisamente si ferma a guardare la merce dei negozi, chi invece sollecita i compagni ad accelerare il passo. Anche la Dama delle Piogge si sente in dovere di amalgamarsi alla modalità generale e a mala pena riusciamo a scorgere le vetrine di Baratti, altro elegante e rinomato locale torinese, confetteria fondata nel 1858 da Ferdinando Baratti e Edoardo Milano il cui nome completo infatti è Baratti&Milano -.
Fin dallinaugurazione il luogo colpisce per il suo sfarzo, come testimonia un cronista dellepoca: Lo sfarzo e il buon gusto qui se la contendono. Specchi di grande superficie, sculture in legno di noce artisticamente eseguite, dorature splendidissime e, a degno accompagnamento, la bontà squisita dei prodotti dei miracolosi fornelli dei signori confettieri. È tuttavia Guido Gozzano a rendere immortale la notorietà del posto, descrivendo nel suo celebre componimento Le golosele ingioiellate signore della nobiltà subalpina mentre gustano le paste, sollevando la veletta e girandosi di schiena nella speranza che nessuno le veda.
Siamo ormai diretti verso il Caffè Torino, uno dei più conosciuti salotti torinesi, in attività dal 1903, adorno di marmi pregiati e medaglioni dipinti, il locale accoglie gli avventori con un superbo bancone in marmo finemente sbalzato e li accompagna alla ricerca di un gusto senza tempo.
Da subito il bar sfida lattività del dirimpettaio Caffè San Carlo, punto di ritrovo per definizione dell’“intellighenziatorinese. La Fortuna aiuta gli audacie il successo della nuova apertura non tarda ad arrivare, presto intellettuali come Eiunaudi e De Gasperi diventano clienti abituali, col tempo la fama del luogo accresce, così negli anni Cinquanta  diverse personalità come James Stewart, Ava Gardner, Walter Chiari, Brigitte Bardot e lindimenticabile Erminio Macario vogliono assaporare un buon caffè seduti tra gli elitari tavolini di quella Torino non alla portata di tutti.
E se il prezzo del caffè ci ricorda a quale strato sociale apparteniamo, il toro rampante antistante il locale invita democraticamente la totalità dei passanti a partecipare – a titolo gratuito – al rituale propiziatorio più famoso della cittadinanza. Leffigie in bronzo viene posta nel 1930 sul pavimento della Piazza dedicata a San Carlo Borromeo e subito diventa oggetto di attenzioni e superstizioni. Leggenda vuole che calpestare gli attributi dellanimale porti fortuna, latto si deve compiere con il tallone sinistro e effettuando tre giri intorno a sé stessi. Unovvia sciocchezza, che però, con la tipica discrezione torinese, ha portato a creare un delicato avvallamento là dove, anche per il quadrupede, non batte il sole.
La sera sta scendendo, ed è giunta lora di salutare la nostra gentile Opite Portatrice di freddo.
Per i convenevoli quale luogo più opportuno che i battenti tristemente serrati del Caffè San Carlo, altro salotto torinese con una storia antica di quasi duecento anni?
Le luci spente testimoniano la tragedia che è stata la pandemia per molte attività commerciali, costrette a chiudere con poche possibilità di riscatto.
Invito la Cinerea Signora a specchiarsi nelle vecchie vetrine e ad immaginare i fasti ottocenteschi, quando il locale portava il nome di Caffè di Piazza DArmi. Allepoca non cera ancora il Cavald Brons al centro della piazza, al contrario il territorio era adibito per ospitare le adunate dellesercito sabaudo.
Clienti abituali erano Giolitti, Crispi, Gramsci e Gobetti, ma anche importanti scrittori come Edmondo De Amicis, autore dellindimenticabile Libro Cuore, di cui oggi a scuola non si parla più. Proprio al San Carlo si era fermato un altro assai noto personaggio, Alexandre Dumas, in visita alla città sabauda, proprio qui pare abbia assaggiato il suo primo bicerin.
È ormai sera, i lampioni colorati offuscano le stelle e la nebbia del Po sta arrivando in città.
Chissà se la nostra Uggiosa Ospite avrà apprezzato questo calorico iterturistico e chissà se un podi buonumore la convincerà a concederci qualche giornata di sole in questo lungo inverno.
Nel dubbio, prima che scompaia, le allungo quattro giandojòt, uno per ogni Stagione. Le Signore sono permalose, speriamo solo non se li mangi tutti Lei sulla strada del ritorno, con la scusa che poi si sciolgono.

Alessia Cagnotto