L’urgenza della proposta, spiega Ricca, è dovuta al fatto che ultimamente sotto la Mole si sono registrati “numerosi episodi di criminalità, dal furto allo spaccio, direttamente riconducibili a nomadi o a presunti rifugiati”
Chissà la reazione scandalizzata dei benpensanti collinari torinesi alla proposta di Fabrizio Ricca, il capogruppo della Lega Nord a palazzo Civico: “un censimento dei nomadi e dei presunti ‘rifugiati’ che vivono in città”. L’idea del consigliere padano sarà trasformata in una mozione da presentare in Sala Rossa dove – immaginiamo – il dibattito sarà infuocato. L’urgenza della proposta, spiega Ricca, è dovuta al fatto che ultimamente sotto la Mole si sono registrati “numerosi episodi di criminalità, dal furto allo spaccio, direttamente riconducibili a nomadi o a presunti rifugiati”.
Già sette anni fa la Lega, su iniziativa di Roberto Maroni, allora titolare del Viminale, aveva lanciato una analoga proposta a livello nazionale. Tale ipotesi di schedatura venne però impedita dall’Unione Europea, poichè vagamente in odore di discriminazione etnica. Oltre ai movimenti progressisti di tutta Europa, anche Amnesty International aveva parlato di azione discriminatoria e del tutto ingiustificata.
L’idea di Ricca è stata appoggiata dall’ex governatore Roberto Cota e dallo stato maggiore leghista. Si attendono le prese di posizione (si suppone per la maggior parte contrarie) delle varie forze politiche a Palazzo di Città.