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“C’è il sole fuori”. Il libro di Silvia Cavallo parla di rinascita

Nel libro di Silvia Cavallo C’è il sole fuori, (entrato fra i 100 Bestseller Amazon nel primo weekend di vendita) il tema della rinascita, della consapevolezza e della capacità di “attraversare il dolore” per ricominciare a vivere è affrontato con profondità, così come alcuni argomenti di attualità tra cui quello dei pregiudizi, del lavoro vissuto come passione o al contrario come pura e sterile fonte di guadagno e infine il valore rivestito degli anziani, sono osservati con consapevolezza e volontà di comprendere.

Questo lavoro è nato anche grazie all’apprezzamento di un lettore che ha sottolineato come i libri dell’autrice non si limitano unicamente a narrare storie ma sono ricchi anche di spunti di riflessione e capaci di lasciare tracce, in linea perfetta quindi con lo spirito e il proposito letterario. C’è il sole fuori racconta di Vera, una donna fragile ma determinata, una maestra appassionata del suo lavoro che, a seguito di una cocente delusione, si dedica a ciò che rimane della famiglia che ha costruito.

Nell’estate del 2017, in una Torino affascinante e assolata, il ricovero del padre e la paura di perderlo per sempre obbligano la protagonista a riflettere sull’essenza della vita stessa. Solo allora, grazie all’esempio dell’amica Stella e all’incontro col misterioso Nicola, Vera riuscirà a rispondere alla domanda che per troppo tempo ha nascosto a se stessa: “Vuoi ricominciare a vivere?”.
Il romanzo, abilmente costruito su piani temporali alternati capaci di creare attesa e suscitare partecipazione lungo il dipanarsi della storia, consente al lettore di entrare in sintonia con la protagonista, comprendere il suo vissuto ed assistere al suo percorso di crescita.

C’è il sole fuori trasmette un messaggio positivo e di speranza in un periodo distopico come quello attuale, “il momento storico che stiamo vivendo”, spiega infatti Silvia Cavallo, “è delicato e complesso, ciononostante credo che continuare a parlare di buio ci tolga la possibilità di intravedere la luce e affrontare con coraggio le difficoltà. Come scrivo nelle pagine del libro, credo che la vera sfida, in un’esistenza fatta anche di ombre e di momenti bui, sia attraversare il dolore e trasformare i rischi in opportunità di crescita e realizzazione. Perché attraverso il buio, ed oltre la sua ombra, tornerà il sole fuori”.

Maria La Barbera

 

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Peter Cunningham  “Il mare e il silenzio”    -SEM-  euro  17,00

Peter Cunningham (nato a Waterford nel 1947) è uno dei più importanti  scrittori irlandesi contemporanei: al suo attivo ha 10 romanzi di successo e con “Il mare e il silenzio” si è aggiudicato nel 2013 il Prix de l’Europe.

E’ il racconto di una storia d’amore, ma anche il ritratto di un’eroina affascinante; parla di rinuncia, guerra e destino sullo sfondo dell’abbagliante verde di Irlanda, paese che lottò con ogni mezzo per ottenere l’indipendenza dalla Gran Bretagna.

Il mare e il silenzio sono il rifugio della protagonista Iz quando la vita tenta di stritolarla e lei trova pace affacciandosi sulla sommità del faro che appartiene alla famiglia del marito.

Nel prologo -che già intriga il lettore- c’è il lascito testamentario che l’anziana Iz Shaw ha fatto avere all’avvocato Dick Coad, conoscente di vecchia data che l’aveva incontrata anni addietro alla stazione di Monument ed era rimasto abbagliato dalla sua gioventù e bellezza.

Mrs Shaw ha disposto che le sue ceneri siano affidate al mare in un punto oltre il faro, e ha inviato a Dick due pacchi sigillati, da distruggere dopo averli letti.

Contengono la storia della sua lunga vita, a partire dai suoi fulgidi 23 anni, quando arrivò nella cittadina portuale di Monument, sulla costa sudorientale dell’Irlanda, e vide per la prima volta la casa in cui avrebbe vissuto con il marito Ronnie e il figlioletto Hector.

La sua non è stata una vita semplice, ma il carattere e una titanica forza interiore le hanno fatto scavalcare ostacoli immensi.

Nel suo passato di fanciulla c’è stato il fidanzamento con un uomo che non amava, ma che avrebbe salvato la famiglia dalla rovina. Poi la rottura e la fuga, dopo l’incontro con Frank, il grande amore della sua vita….finito in tragedia per colpa delle drammatiche vicende storiche che hanno avviluppato l’Irlanda nella sanguinosa guerra sulla strada per l’indipendenza.

Infine il matrimonio di ripiego con Ronnie, uomo debole e spaesato che la tradisce e non riesce a rimettere in carreggiata la sua vita.

In mezzo a tutto questo ci sono malattie, attentati, morti e personaggi bellissimi e struggenti le cui vite sono state deviate dalla Storia, quella con la S maiuscola.

 

 

Silvia Avallone  “Un’amicizia”     -Rizzoli-  euro  19,00

E’ la storia di un’amicizia totalizzante e perduta -fatta di innumerevoli luci ed ombre- tra la timida, studiosa e di origini modeste Elisa e la bellissima reginetta della scuola Beatrice, destinata a diventare un mito attraverso il suo blog che ricorda tanto l’ascesa delle influencer griffate nostrane.

A narrare i momenti più belli, ma anche il dolore della rottura di questo legame è Elisa; donna di 34 anni votata alla cultura e all’insegnamento, con velleità letterarie da sempre, madre single di Valentino che ha cresciuto da sola tra mille sacrifici e rinunce.

E’ lei che riannoda i fili del suo rapporto quasi simbiotico, ma anche sbilanciato con l’amica del cuore incontrata a 16 anni.

Beatrice, bellissima, occhi verdi incredibili e charme costruito a puntino è ammirata da tutti; ma l’altro lato della medaglia la vede intrappolata in un destino costruito per lei dall’ambiziosa madre Ginevra, ex reginetta di bellezza poi impantanasi in un matrimonio di facciata più che di felicità.

E se la famiglia di Elisa è sfasciata da una separazione, poi un ritorno di fiamma e infine la rottura definitiva, quella di Bea che sembra perfetta, in realtà è pura finzione e apparenza. E le madri saranno qui diversamente importanti…

Due ragazze diametralmente opposte, con vite totalmente diverse, eppure hanno fatto un significativo tratto di strada insieme, entrambe in lotta con se stesse per trovare la loro identità ed uscire dagli stereotipi.

Il racconto degli alti e bassi di questa amicizia è anche lo spunto per  una riflessione sul rapporto tra immagine e reale. Sulla crescita esponenziale della fama di cristallo che corre sui social e sull’affanno quotidiano nel postare una vita brillante, fatta di viaggi, abiti, borse, gioielli griffati, frequentazioni e sfondi che fanno sognare le teenager in cerca di modelli a cui conformarsi, nell’illusione di una vita perfetta e patinata.

 

 

Herman Bang  “La casa bianca”    -Iperborea-    euro 13,00

Herman Joachin Bang è stato uno scrittore danese, (1857-1912), esponente di spicco del movimento naturalista e anti-romantico che negli ultimi 30 anni dell’800 portò alla ribalta i letterati scandinavi.

Bang, raffinato, omosessuale, dandy eccentrico, suscitò un certo scandalo per i suoi romanzi e lo stile di vita.

“La casa bianca” e “La casa Grigia”, sono due memoriali in cui l’autore ritrae sotto forma di romanzo la propria infanzia e giovinezza; lo fa attraverso l’uso di un narratore esterno, ma è più che evidente il suo coinvolgimento emotivo che attinge da tratti fortemente autobiografici.

La casa bianca in cui è cresciuto è la residenza di campagna dei Hvide (casato in decadenza) sull’isola di Als, in cui visse la famiglia del pastore Fritz Hvide.

Una magione elegante, arredata con mobili importanti, che accoglie la famiglia impegnata in una sorta di aristocratico ozio, e permeata di un alone elegiaco, tra il malinconico e il senso di un tempo d’oro ormai perduto.

Herman ricostruisce piccoli-grandi episodi della sua infanzia; balza agli occhi soprattutto il ricordo della madre, Thora Blach, perfettamente incarnata nel personaggio di Stella.

E’ la moglie del pastore, madre di 6 figli, donna sensibile e di salute cagionevole, che ama la musica e la poesia; piena di dolcezza e grazia, sa dispensare amore e indulgenza non solo nei confronti dei figli, ma anche della servitù. Ama giocare, scherzare, cantare e travestirsi in una girandola di buonumore, immancabilmente frenato però dal rigido e rigoroso marito. Ad appannare la sua dirompente euforia c’è la sua “gioia  dagli occhi tristi”.

Questo libro, annoverato tra i capolavori della letteratura danese, è una sorta di primo capitolo di una stessa saga in cui lo scrittore racconta dapprima l’infanzia nella casa natale e prosegue con gli anni successivi nella casa dei nonni paterni ad Amaliegade, ovvero…

 

 

 “La casa grigia”     -Iperborea-   euro  14,00

Fu pubblicato da Bang tre anni dopo il precedente ed è il seguito naturale delle sue memorie, concentrate questa volta sugli anni formativi, precedenti agli esordi letterari.

Alter ego dell’autore è il protagonista William, giovane che vive con la famiglia nella capitale, nel palazzo in Amaliegade 7, di proprietà del nonno paterno, il vecchio patriarca Ole Hvide, ex medico di corte e figura severa.

In tutto il romanzo si respira una pesante aria di declino, anche se si cerca di mascherarlo con mezze verità e piccoli stratagemmi.

La casa grigia si trova vicino al palazzo reale di Copenaghen ed è una specie di grigio mausoleo del mondo nobile-borghese destinato al tramonto nel volgere del XIX secolo.

Centrale nella narrazione qui è l’anziano Ole, che lotta contro l’amarezza del tempo e della gloria perduti, abbandonato dai pazienti, fatica con la vista sempre più debole per scrivere poesie che nessuno pubblicherà. Gli stessi suoi parenti sembrano averlo lasciato indietro, tanto da non dirgli nemmeno che l’amata nipotina Emmely sta per essere portata via dalla malattia.

Una fase discendente avvolta in ampi saloni blasè in cui si consumano tristezze e spese che stanno sgretolando il patrimonio familiare, in linea con la decadenza dei tempi.

“Sei nato tardi” dice con disincanto il nonno Ole al giovane nipote William… e in quelle parole c’è il senso più profondo del crepuscolo di un’epoca.

In dirittura d’arrivo l’XI edizione del Premio Lattes Grinzane 2021

Da  Bolzano a Trapani, vede coinvolti 400 studenti di 25 Giurie Scolastiche

Monforte d’Alba – Saranno annunciati mercoledì 14 aprile prossimo i cinque romanzi finalisti e il vincitore del Premio Speciale dell’XI edizione del “Premio Lattes Grinzane”.

Promosso dalla “Fondazione Bottari Lattes” di Monforte d’Alba, voluta e presieduta da Caterina Bottari Lattes in memoria e omaggio al grande marito Mario Lattes (editore, pittore, scrittore e fra i più importanti intellettuali del secolo scorso), il Premio – sostenuto da Regione Piemonte, Fondazione CRC e CRT e Banca d’Alba – nasce nel 2009 “sulle ceneri del Grizane Cavour” ed è rivolto alle opere di narrativa italiana e internazionale pubblicate in Italia, per quanto riguarda l’odierna edizione, fra il gennaio 2020 e il gennaio 2021. “Nonostante la situazione di emergenza sanitaria – dice con orgoglio Caterina Bottari Lattes – i lavori non si sono mai fermati e abbiamo continuato a dialogare, come da tradizione, con il mondo scolastico e con quello editoriale, che ha risposto con entusiasmo nel proporre i romanzi ritenuti più meritevoli del riconoscimento”. Cinque, anche quest’anno, i romanzi finalisti, che verranno annunciati a mezzo stampa e sul sito, sulla pagina Facebook e sull’account Twitter della “Fondazione Bottari Lattes”. Selezionati dai docenti, intellettuali, critici e scrittori che formano la Giura Tecnica (presieduta da Gian Luigi Beccaria, linguista, critico letterario e saggista), i “magnifici” cinque saranno quindi affidati alla lettura e al giudizio di 400 studenti delle Giurie Scolastiche, avviate in 25 scuole superiori, da Bolzano a Trapani, passando per Torino (Convitto “Umberto I”), Alba, Bra, Pinerolo, Bologna, Macerata, Matera, solo per citare alcune delle città coinvolte. Con i loro voti, i giovani giurati decreteranno il libro vincitore tra i cinque in gara, che sarà proclamato sabato 2 ottobre, nel corso della cerimonia di premiazione (aperta al pubblico, compatibilmente con l’emergenza pandemica) al “Teatro Sociale Busca” di Alba.
Accanto al “Premio Lattes Grinzane”, anche quest’anno è stato istituito il “Premio Speciale Lattes Grinzane”, assegnato direttamente dalla “Giuria Tecnica” a un’autrice o autore internazionale di fama riconosciuta a livello mondiale, che nel corso del tempo abbia raccolto un condiviso apprezzamento di critica e di pubblico. Il vincitore di questa edizione terrà una “lectio magistralis” su un tema letterario a propria scelta e verrà insignito del riconoscimento sempre nel corso dell’appuntamento fissato per sabato 2 ottobre ad Alba. In programma anche un incontro di scrittrici e scrittori finalisti con gli studenti del territorio cuneese. Gli appuntamenti saranno trasmessi anche in diretta “streaming” sul sito e sui canali social della “Fondazione Bottari Lattes”.
L’anno scorso, l’edizione 2020 del Premio fu vinta dalla scrittrice turca Elif Shafak con il romanzo “I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo” pubblicato da Rizzoli, mentre il “Premio Speciale”, consistente in una somma in denaro, andò alla “Protezione Civile”, come apprezzamento per il grande impegno profuso nell’affrontare l’emergenza sanitaria.
Per info: 0173/789282 – eventi@fondazionebottarilattes.it – book @fondazionebottarilattes.it – WEB fondazionebottarilattes.it – FB Fondazione Bottari Lattes – TW @BottariLattes – YT FondazioneBottariLattes
g. m.

Nelle foto:
– Il “Premio Speciale 2020” ritirato da Angelo Borrelli, allora Capo Dipartimento della “Protezione Civile”
– Caterina Bottari Lattes
– Elif Shafak (foto Ferhat Elik)

Biblioteche al servizio dei cittadini

LO SBAM, IL SISTEMA BIBLIOTECARIO DELL’AREA METROPOLITANA TORINESE 

“Procuratevi sapere voi che avete freddo”. Con questa citazione la Presidentessa del sistema di biblioteche e Assessora alla Cultura della Città di Moncalieri, Laura Pompeo, presenta la seconda edizione aggiornata della guida allo SBAM.

Un richiamo, quello di Bertold Brecht, perfetto per introdurre un sistema di biblioteche e una rete di sapere e cultura, un suggerimento persuasivo, quello dello scrittore, che incoraggia fortemente ad imparare, a chiedere e pretendere informazioni, ad “impugnare il libro”.
Lo SBAM è proprio questo, un laboratorio di idee, una realtà di confronto in continua evoluzione che ha migliorato i suoi punti di forza come la tessera e il catalogo unici e che ha ottimizzato e incrementato la circolazione libraria. Le settanta biblioteche collegate in rete, infatti, a disposizione degli 800.000 abitanti della prima cintura torinese, offrono quasi 3 milioni di titoli di libri, dvd e cd per persone di ogni età e con diversi interessi. Inoltre questa struttura formativa dà la possibilità di accedere ad una piattaforma digitale dove scaricare e-book, ascoltare audiolibri e sfogliare gli oltre 7000 giornali tra italiani ed esteri.
Lo SBAM, dopo 15 anni di presenza sul territorio e grazie alla cooperazione tra i vari Comuni e quella con la Regione Piemonte, ha raggiunto risultati davvero apprezzabili e oggi collabora, attraverso l’erogazione condivisa di alcuni servizi, anche con la Biblioteca Umberto Eco di Torino. Inoltre il lavoro fatto negli ultimi 5 anni ha condotto ad esiti straordinari, in epoca Covid-19 per esempio, le iscrizioni digitali sono aumentate del 400%; questo successo è dovuto soprattutto all’impegno e alla azione sinergica tra le biblioteche e alla professionalità delle bibliotecarie e dei bibliotecari.
Sei sono i Poli di Area interessati: Moncalieri, Beinasco, Collegno, Settimo Torinese, Chivasso e Chieri, uniti da un progetto unico che ha come obiettivo quello di rispondere ai bisogni di informazione, svago e divertimento dei cittadini e delle cittadine della zona. Un sistema che mira dunque a favorire l’autonomia delle persone offrendo loro la possibilità di migliorare le proprie conoscenze e capacità creative e conoscitive.

L’iscrizione allo SBAM è totalmente gratuita, si effettua solo una volta e dà diritto alla Bibliocard che consente di accedere a tutti i servizi offerti; inoltre il catalogo dei titoli è consultabile online e i libri sono prenotabili da casa per poi essere recapitati nella biblioteca più comoda.

“Le biblioteche non sono più luoghi polverosi o depositi di libri, ma presidi culturali capillarmente diffusi nei nostri territori, fondamentali, soprattutto in questi anni di crisi economica, per contrastare la povertà educativa” dice Laura Pompeo, ma anche “ luoghi di crescita personale e di apprendimento che dura tutta la vita”.
Lo SBAM dunque è un ottimo ed efficiente servizio per la collettività, uno strumento prezioso per informare e formare, un sistema che, coniugando tradizione e innovazione, pagine e tecnologia, sostiene la diffusione della cultura e patrocina l’importanza del sapere, per tutti.

Maria La Barbera

Per tutte le informazioni e gli aggiornamenti:

www.sbam.to.it
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Numero Verde 800.329.329

“Gli Agnelli”, un libro per il centenario

Nel suo  libro, il giornalista Antonio Parisi  entra nei meandri più nascosti di quella che può essere ritenuta la famiglia reale italiana: “Gli Agnelli”, edito da Diarkos 

 Vincitore del Premio Montefiore 2019

Nell’immaginario collettivo rappresentano il «surrogato borghese» della casa reale dopo l’allontanamento dei Savoia del territorio italiano. Anche per questo la famiglia Agnelli è sempre stata al centro delle cronache italiane: quelle economiche, naturalmente, ma anche quelle mondane e nere, per i tanti misteri che l’hanno sempre avvolta.

L’intrico più cupo è sicuramente quello che riguarda la morte di Edoardo Agnelli, figlio dell’Avvocato, il cui corpo è stato trovato il 15 novembre del 2000 ai piedi di un pilone dell’autostrada Torino-Savona in località Boschetti di Fossano, in provincia di Cuneo. E proprio da questa morte sospetta prende il via il libro Gli Agnelli. Segreti, misteri e retroscena della dinastia che ha dominato la storia del Novecento italiano, scritto dal giornalista Antonio Parisi, edito da Diarkos. L’autore si è occupato fin da subito della vicenda e non è mai stato persuaso della versione ufficiale di quel decesso: un suicidio.

Ci sono troppi elementi che fanno pensare che Edoardo Agnelli non si sia suicidato. Antonio Parisi ha raccolto testimonianze e documenti inediti che pongono seri dubbi sulla sbrigativa ricostruzione investigativa..

Ma quella di Edoardo non è l’unica morte sospetta e improvvisa in casa Agnelli. La stessa madre dell’Avvocato, la principessa Virginia Bourbon del Monte morì in un incidente stradale, dopo essere rimasta prematuramente vedova.

Altra morte avvolta dal mistero è quella di Giorgio Agnelli, fratello di Gianni. Ufficialmente si è suicidato buttandosi dalla finestra di una clinica svizzera dove era in cura. Come Edoardo, era considerato la pecora nera della famiglia e creava problemi con la gestione delle quote della Fiat.

Il libro di Parisi si sofferma sui singoli casi dei protagonisti di casa Agnelli. Si racconta dei collaboratori di Gianni Agnelli,  Gianluigi Gabetti  e Franzo Grande Stevens, gli uomini che tutto sanno dei tesori degli Agnelli e sui misteriosi assetti azionari, che chiarirebbero chi siano i veri proprietari della Fiat. Che dire poi dell’immenso patrimonio di Marella Agnelli, di cui farebbero parte 9 miliardi di euro in lingotti d’oro? Si narra poi delle disavventure di Lapo Elkann e la morte improvvisa dell’ad Sergio Marchionne. Ricostruzioni  tutte rigorosamente documentate – vengono riprodotti gli atti ufficiali – che accompagnano il lettore nei misteri di una delle più importanti famiglie italiane.

Nel libro di Stancati il racconto degli anni “ribelli”

“1964…Dialoghi prima delle barricate”. Le  contestazioni che portarono al ‘68

Data simbolo. Un anno diventato storia. Del ’68 – l’anno della contestazione studentesca, dell’occupazione delle scuole e degli Atenei, del movimento operaio, delle barricate, dei cortei, dei lacrimogeni e delle cariche di polizia – s’è detto e si continua a dire ancor oggi di tutto e di più.

 

Senza mai toccare “verità” lapidarie e una volta per tutte definitive: “ straordinario momento di crescita civile” per molti, “fenomeno di conformismo di massa, ondata eversiva che ha messo in pericolo la stabilità della società liberaldemocratica” per altri. Certo è che il ’68 non è di sicuro nato dal nulla. Non è stato fulmine a ciel sereno. E proprio per questo studiare più a fondo gli eventi che, a livello internazionale, ne prepararono l’avvento servirebbe, forse di più, a meglio identificarlo e a comprenderne cause e conseguenze. E’ quanto intende fare, con buoni e stimolanti risultati, nel suo secondo libro Luigi Stancati (per tutti Gigi), nato a Caluso nel ‘45 ma da sempre residente a Torino, cardiologo di mestiere e scrittore per talento e passione, già autore nel 2019 de “Il secolo breve di Abramo” (Neos edizioni), la storia della sua famiglia fra gli anni Venti ed il secondo dopoguerra. Ora Gigi Stancati si presenta con le 208 pagine di “1964…Dialoghi prima delle barricate”, sempre per Neos edizioni e un’ importante prefazione dello storico Giovanni De Luna. Il libro è un nuovo capitolo della sua autobiografia in cui si richiamano alla memoria gli anni del passaggio dal liceo (prima al D’Azeglio, poi al Gioberti di Torino) all’Università: dal 1964 al 1967, ovvero quelli subito prima delle barricate. “Gigi Stancati – scrive De Luna – è una guida eccellente per destreggiarsi in quel ‘prima del ‘68’ e ci aiuta a decifrare il senso convulso e incalzante degli eventi che affollarono quella fase storica”. Se il ’68, infatti, ha ingoiato tutto quello che c’era prima ed è venuto a marcare in modo indelebile tutto quello che è venuto dopo, travolgendo società e costumi, non per questo deve farci dimenticare, proprio per meglio comprenderlo, quella lunga serie di fatti che nel mondo e nel nostro Paese l’hanno preceduto e preparato: dalle rivolte studentesche a Berkeley, alle manifestazioni contro la guerra del Vietnam, fino alla rivoluzione culturale in Cina e nel gennaio del ’66, in Italia, all’occupazione della Facoltà di Sociologia a Trento, seguita nel febbraio dello stesso anno dalle inchieste pubblicate da “La Zanzara” del liceo “Parini” di Milano. Tappe importanti di un lungo iter che porterà, il 27 novembre del ’67 all’occupazione a Torino di Palazzo Campana, per arrivare al ’68 e, prima ancora del Maggio francese, alla data fatidica (fra gli eventi clou del movimento sessantottino) di quel primo marzo che vide gli scontri – per la rioccupazione della Facoltà di Architettura a Roma – fra studenti e polizia a Valle Giulia, terminati con il pesante bilancio di centinaia di feriti, di ben duecento fermi e dieci arresti. Seconda puntata della sua saga autobiografica, in questo “romanzo di formazione” (in cui non manca l’appassionata testimonianza di un’epoca) Gigi Stancati narra con allegria ed emozionante intensità le avventure e disavventure di un gruppo di giovani amici torinesi, raccontati tra incontri al bar, vacanze estive a Noli o ad Alassio ed invernali a Sauze d’Oulx, ma anche protagonisti di più importanti riunioni politiche alla sede del PSIUP così come di lezioni e proteste a Palazzo Campana. Il tutto in una colorata scenografia fatta di capelli lunghi e gonne corte, jukebox e cortei, canzoni che anticipavano i cambiamenti e segnavano profonde incomprensioni generazionali. “In tutti – scrive Stancati – c’era la volontà di esserci, di testimoniare e partecipare a eventi che intuivamo essere importanti”. E accanto alla spensieratezza di quegli “Happy Days”, il filo della memoria non manca di lasciare spazio anche al “ricordo triste di chi si è perso per strada”.

g. m.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di laura Goria

Cristina Comencini “L’altra donna”   -Einaudi-   euro  18,00

Questo è il diario di una relazione -ma non solo- ed è un altro romanzo in cui la scrittrice, sceneggiatrice, regista e drammaturga Cristina Comencini mette a fuoco le relazioni umane.

Si parla di coppie appena formate, ma anche di quelle ormai esaurite ed implose, di figli smarriti, ma soprattutto degli ingredienti misteriosi che legano due persone innamorate.

Elena è giovane, bella, ha 36 anni, è in carriera ed è la compagna di un suo professore universitario molto più grande di lei, Pietro.

Lui ha alle spalle un matrimonio dapprima felice con Maria, benedetto dall’arrivo di 3 figli, poi franato e con ferite rancorose in parte ancora slabbrate.

La vicenda è raccontata da Elena in prima persona che è incuriosita dal passato di Pietro, dalla sua ex moglie Maria, e dalle dinamiche del loro matrimonio.

Al centro c’è il concetto dell’altro da se, dell’altra donna sulla quale si fantastica col sotteso desiderio di conoscerla, stabilire un legame amichevole o anche complice, sebbene permeato da qualche sentimento negativo, senza essere necessariamente rivali.

Elena e Pietro insieme stanno bene: lei in parte ha trovato un surrogato del padre, col quale c’era stato un segreto non apertamente svelato, che però aveva inficiato il loro rapporto.

Pietro, che non vuole invecchiare, ritrova l’entusiasmo della gioventù con questa donna ancora fresca, con la quale vive in armonia tra un viaggio e l’altro per lavoro.

Le cose si complicano quando Maria, con l’inganno, riesce a contattare Elena. Le due si scrivono, si confidano e raccontano le 2 facce del rapporto con l’uomo che condividono, anche se in tempi e con modalità diverse. Poi arriva anche il  figlio più piccolo della coppia, Francesco, giovane dislessico dalla memoria prodigiosa, di una manciata di anni meno di Elena e ci saranno nuovi sviluppi piuttosto interessanti.

 

Andrea De Carlo  “Il teatro dei sogni”    -La Nave di  Teseo-    euro 20,00

La scoperta di un teatro, che sembra molto antico, nel produttivo nord Italia è l’escamotage con cui Andrea De Carlo affonda i denti nel malcostume, a più livelli, del nostro paese.

Con tono brillante, tecnica narrativa scorrevole dal sapore cinematografico, ironia e scene scoppiettanti, imbastisce un affresco corale che ricorda molto le magagne italiane… e ce n’è per tutti.

E’ una critica corrosiva che smaschera la pochezza dei politici nostrani che campano di slogan altisonanti ma privi di contenuti.

Mette in discussione l’assurdità trash di certi programmi -di basso livello, ma grande share- impostati sulla bieca rincorsa di squallidi gossip; l’immagine fasulla di certi personaggi televisivi; l’indifferenza della politica per la cultura e il bello; lo strapotere dei social e di un mondo imbastito sulla vuota immagine.

Tutto ha inizio con la rampante giornalista televisiva Veronica Del Muciaro che per caso scopre il ritrovamento di un teatro (apparentemente greco e antichissimo), portato alla luce dal marchese Guiscardo Guidarini dopo 3 anni di scavi nella sua vasta proprietà cinquecentesca.

Siamo nell’immaginario paese di Cosmarate, nel nord industriale, in provincia di Suverso e subito si scatena la contesa tra i politici, sindaci e assessori dei due paesi.

Ad attingere con arroganza e a piene mani  nella vicenda c’è la tv per cui lavora come inviata d’assalto la fanciulla (bistrattata dalla titolare del programma che più odiosa non si potrebbe) con continui collegamenti da studio che coinvolgono opinionisti boriosi e di scarsa qualità (anche qui la satira verso la pochezza di certi programmi balza agli occhi).

Poi ad aggiungere pepe alla vicenda ci si mettono le ambizioni personali dei vari personaggi, la lotta tra due partiti che tanto ricordano lo scenario della squallida politica nostrana.

Su tutto primeggia la bravura di De Carlo che sfoga con intelligenza il suo essere insofferente nei confronti del dilagante malcostume dei tempi nostri. E i vari personaggi sono lanciati all’inseguimento di un illusorio teatro dei sogni, fino alla beffa finale.

 

 

Bernardino Branca  “Villa Clara”    -Mimesis edizioni-     euro 10,00

E’ una deliziosa passeggiata nel passato questo libro scritto dallo studioso di ampi interessi Bernardino Branca che racconta la storia di una grande villa affacciata sul Lago Maggiore. Lo fa attraverso le vicende dei suoi proprietari e dei vari ospiti transitati nelle stanze e nel parco. In gran parte è il racconto di un mondo che non c’è più, ancorato alla bellezza, alle tradizioni, all’educazione e a un elegante modo di attraversare la vita.

E’ una saga familiare in cui l’autore rinverdisce i ricordi della sua infanzia e adolescenza all’ombra di personaggi affascinanti.

Rimette insieme i fili delle sue vacanze nella villa di Baveno, Villa Clara (oggi Villa Maria), costruita nel 1870 dall’ingegnere ferroviario in India, Sir Charles Henfrey, che la dedicò all’amata moglie di 28 anni più giovane di lui.

Negli anni la sontuosa dimora ha ospitato personaggi illustri, tra i quali anche la Regina Vittoria che qui trovava pace, silenzio e una vita contemplativa lontano dagli impegni della corte britannica.

La villa in mattoni rossi e stile English New Gotich viene descritta in ogni dettaglio, così come vengono tracciati i caratteri e i destini dei nonni, a partire dal bonario snobismo del nonno Dino che aveva una seconda vita e un segreto imbarazzante per l’epoca.

La stoica nonna Teresa, nata a Porto Alegre, in Brasile, figlia del console italiano, che in risposta alle stranezze del marito oppone il saggio principio del Carpe Diem.

C’è il padre Steno dalla straripante voracità intellettuale e i nervi fragilissimi che portava il figlio di soli 5 anni in giro per musei. Poi gli zii con le loro passioni e gli amori, e l’avvicendarsi delle Fraulein che tanto hanno inciso sulla crescita dello scrittore. Questo e molto altro condensato in poco meno  di 100 pagine corredate da immagini dal sapore antico.

 

 

Shawn  Levy  “Il Castello  di Sunset  Boulevard”   -EDT-  euro 24,00

Questo libro è dedicato al mito intramontabile del Chateau Marmont sul Sunset Boulevard di Hollywood, ispirato al modello dei castelli francesi nella Loira. Costruito negli anni Venti, prosperato nei Quaranta e Cinquanta, scivolato quasi in rovina nel ventennio successivo, poi diventato famoso e iconico negli anni Ottanta con la morte di John Beluschi, stroncato da un’overdose in uno dei bungalow.

Attraverso la storia di questo storico hotel leggerete anche, se non soprattutto, la storia della mecca del cinema: successi e cadute di divi e dive, i loro eccessi e stravizi, gli amori, i litigi, le feste ad alto tasso alcolico e di droghe, gli sfarzi e le miserie umane legate all’altalena della gloria e del declino.

355 pagine arricchite da  illustrazioni, scritte con maestria da Shawn Levy, importante critico  cinematografico che ha una talentuosa passione per le biografie, che spesso superano persino la fantasia dei romanzi.

Mentre nella via più cinematografica del mondo vari hotel e locali passavano dall’essere alla moda all’oblio, il Marmont ha saputo veleggiare anche tra le tempeste dei tempi in divenire continuo; annoverando aneddoti vari e succulenti relativi ad attori, registi, musicisti e artisti in genere che qui trovavano prezzi accessibili, privacy assoluta e un porto sicuro in cui vivere stravizi e glorie, debacle e cadute devastanti.

Molti i nomi dei personaggi consegnati al mito; dalla pantera di Hollywood Jean Harlow,  ad Howard Hughes, da Clark Gable a Glen Ford, David Niven ed Errol Flynn, Humprey Bogart, Billy Wilder, Katherine Hepburn e via così di star in star.

Levy ricostruisce retroscena affascinanti di glorie passate, dalla vita anche tragica, come Montgomery Clift,  James Deen e Roman Polanski; oppure leggende con Greta Garbo e Grace Kelly, Quentin Tarantino e tantissimi altri, tra i quali potrete scoprire anche gossip e dettagli di vita inediti.

Insomma un affascinantissimo viaggio nella grande Hollywood dagli albori ad oggi, e le varie gestioni dei proprietari che si sono avvicendati nella perigliosa conduzione dell’Hotel per eccellenza e dalla storia assolutamente unica.

“L’enigma del neurone giovane”

Il  nuovo libro in cui il ricercatore Luca Bonfanti indaga il mondo della plasticità cerebrale attraverso una narrazione avvincente

 

Si intitola ‘”L’enigma del neurone giovane “ il nuovo libro di recente dato alle stampe dal professor Luca Bonfanti , pubblicato dalla storica casa editrice Dedalo, nella collana “Le grandi voci”.
Professore di Anatomia al Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, Luca Bonfanti è anche ricercatore al “Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi” ed è stato tra i primi a studiare la genesi dei neuroni in un cervello adulto. Da oltre venticinque anni si occupa di indagare sulla plasticità del cervello e sulle sue cellule staminali e, più recentemente, è stato tra gli scopritori di un nuovo tipo di cellule ‘giovani’: i neuroni immaturi.

“Questo libro – spiega il Professor Luca Bonfanti – mi è stato chiesto dalla casa editrice Dedalo, che un anno e mezzo fa ha creato la collana intitolata “Le grandi voci della cultura italiana”, comprendente una serie di lectio magistralis realizzate da studiosi appartenenti a discipline diverse, che fossero libri di meno di un centinaio di pagine. Ho così deciso di affrontare il tema dei “neuroni giovani “, che esistono in diverse forme, generate ex novo e non. Ricerche recenti hanno evidenziato importanti differenze tra la specie umana e alcune altre specie animali, quali i topi, rivelando come forse abbiamo “scelto” i diversi tipi di plasticità nel corso dell’evoluzione”.

“Per catturare l’attenzione del lettore – spiega il professor Bonfanti – ho inserito nella narrazione del libro le accese controversie tra scienziati di correnti opposte, che attribuiscono l’esistenza dei neuroni giovani nell’uomo per l’intera vita o soltanto in età giovanile. Nell’arco di circa trent’anni sono stati prodotti nel campo di questa disciplina circa undicimila lavori scientifici. In questo libro, in cui, a tratti, la storia sembra assumere i toni di un thriller, conduco il lettore alla scoperta degli enigmi che gli scienziati stanno cercando di risolvere sulla complessa materia della plasticità cerebrale, illustrando come la ricerca stia compiendo passi davvero importanti tra intrighi e scoperte rivoluzionarie. L’ambizione da parte delle neuroscienze è, infatti, quella di rispondere al dilemma se potremo riuscire in futuro a mantenere giovane il nostro cervello, mantenendo a lungo l’immaturità di alcune cellule o trovando addirittura dei “neuroni di ricambio”.
Ovviamente non possiamo rivelare qui la soluzione dell’enigma.

Mara Martellotta

Le vittoriose. Storie di donne tenaci

Venti ritratti di  donne autorevoli e internazionali, esempi di tenacia e caparbietà accomunate da “l’ avercela fatta”, lottando costantemente certo ma, come sintetizza bene il titolo del libro di Eliana Di Caro, vittoriose.

Il cammino professionale delle donne, seppur con notevoli e positive trasformazioni, non è ancora semplice, conciliare lavoro e vita privata infatti prevede di frequente sostanziose difficoltà, ostacoli, e pregiudizi; complice di questo tortuoso percorso è una zavorra sociale e culturale che piuttosto che proiettarci in un futuro agevolato e possibilista spesso ci contiene all’interno di ruoli tradizionali molto resistenti.

Le interviste-ritratto condotte dalla Di Caro “rappresentano donne caratterizzate non dal loro abbigliamento ma dalla loro competenza e conoscenza, dal loro impegno e dalla loro serietà”, sono scrittrici, filosofe, sociologhe, economiste, politiche, attiviste per i diritti umani e anche una cantante transgender.

Tra queste importanti e straordinarie esponenti del genere femminile che ce l’hanno fatta troviamo Luciana Lamorgese, l’attuale Ministro degli Interni,  che crede fortemente nel fatto che“le donne essendo abituate ad affrontare più problemi contemporaneamente hanno  un senso del pragmatismo che permette di individuare soluzioni più semplici”; Bina Agarwal, una coraggiosa donna indiana che si batte per i diritti delle donne in un paese, l’India appunto, in cui le diseguaglianze tra i due generi sono molto forti, l’argentina Taty Armeida attivista del movimento Madres, madri guerriere note per il fazzoletto bianco che avvolge il loro capo, che interrogano il governo per avere risposte sulla sparizione dei loro figli negli anni ’70, e poi ancora Pina Selek, sociologa e femminista che, costretta all’esilio in Francia, si batte per le minoranze etniche in Turchia, Maria Anna Potocka fondatrice della Schindler Art a Cracovia, la testimonianza di Carla Cohn, sopravvissuta ad Auschwitz per un errore di persona.

Leggendo questo libro le scoprirete tutte le storie di queste donne coraggiose e determinate; io l’ho fatto tutto d’un fiato e ne ho tratto ottimismo e una considerevole aspettativa, mi ha reso fiduciosa infatti del fatto che in molte ancora ce la faranno, che tante donne potranno finalmente realizzarsi

conseguendo  importanti obiettivi professionali e concretizzando i loro sogni.

“Vorrei che Gesù Cristo fosse donna, Buddha madre, Allah sorella. Vorrei che la governance del mondo venisse affidata alle donne” (Anohi).

Maria La Barbera

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Guadalupe Nettel  “La figlia unica”  -La nuova frontiera-  euro 16,90

Questo magnifico romanzo della scrittrice messicana 47enne condensa in poco più di 200 pagine temi potenti come la vita, il dolore, la morte, le malformazioni genetiche, la maternità e anche il rifiuto di essa.

Tutto scorre sul filo delle scelte di 3 donne, a partire da quella della voce narrante, Laura, ragazza benestante di Città del Messico, che sta lavorando a una tesi di dottorato ed ha la mentalità aperta di chi ha studiato anche in Francia. La sua decisione di non voler diventare madre è

netta -tanto che decide di farsi legare le tube- e dice così addio per sempre alla possibilità di riprodursi, cosa che considera un «errore irreparabile».

Poi però si scopre capace di un grande amore imprevisto per il ragazzino della porta accanto. Si chiama Nicolás, ha 7 anni e violente crisi di rabbia contro la madre Doris, ex cantante country, bella e tormentata, fatta a pezzi dalla depressione e da un ex compagno violento..

E dopo il caso di Laura che la gravidanza l’ha rifiutata, quella di Doris è piuttosto subita…quasi senza scampo.

Poi c’è chi madre vuole diventarlo a tutti i costi, è Alina, amica di Laura dai tempi dell’università, epoca in cui anche lei si diceva contraria alla maternità vista come convenzione sociale.

Poi il  suo orologio biologico ha battuto il tempo ed è ricorsa alla fecondazione assistita pur di fare un figlio con il marito Aurelio. Ma i piani del suo destino saranno diversi: scopre che in pancia le sta crescendo una bimba con una grave malformazione al cervello, alla quale tutti i medici danno pochissime chance di sopravivenza.

Questa è una maternità cercata con convinzione, una gestazione portata avanti con dolorosa consapevolezza, preparandosi a dare la vita e la morte allo stesso tempo. Invece la piccola Inès sorprende tutti con il suo tenace attaccamento alla vita e per un po’ le cure di medici e fisioterapisti sembrano dare qualche luce di fievole speranza.

Laura vive di riflesso il dramma di Alina e accudisce anche il figlio di Doris, attraversa le loro vite e scopre i possibili 1000 volti dell’amore.

Un romanzo sulle fragilità umane, sull’impossibilità di scappare dal dolore e l’incertezza che attanaglia ogni madre, che non può sapere quanto vivranno i suoi figli, e non è neanche detto siano quelli che avrebbero desiderato..sani, belli, intelligenti e docili da crescere.

 

 

Ilja Leonard Pfeijffer  “Grand Hotel Europa”   -Nutrimenti-   euro 22,00

E’ un romanzo fluviale (oltre 600 pagine) scritto dall’autore olandese che dona molti suoi tratti caratteristici al protagonista, che come lui di chiama Ilja ed è uno scrittore che ha lasciato l’Olanda.

Il libro inizia a Venezia, al Grand Hotel Europa, dove Ilja si è rifugiato per metabolizzare il dolore della storia d’amore finita con  Clio e scriverne.

Dalle sue  pagine emerge una passione infuocata e travolgente per la giovane ed elegante storica dell’arte incontrata a Genova, che lo ha trascinato in giro per l’Europa alla ricerca di un quadro. Sarebbe la misteriosa Maddalena del Caravaggio, opera scomparsa dopo la morte del pittore.

La storia d’amore tra Ilja e Clio si ammanta di toni gialli, in un inseguimento che è romanzo nel  romanzo e trascina gli amanti a Venezia (deturpata dal turismo di massa volgare e ignorante), Palmaria per una fuga romantica e a Malta.

Ma il  romanzo va ben oltre.

Iljia quando non scrive vaga per  l’albergo e fa amicizia con gli ospiti fissi e con il personale, di cui racconta le storie; a partire dal facchino Abdul immigrato tra mille difficoltà che narra la sua Odissea.

Sullo sfondo c’è sempre il Grand Hotel Europa, dal passato glorioso e ora romanticamente decadente, deturpato dal nuovo  proprietario cinese che bada più agli introiti che alla conservazione del fascino storico della struttura.

Ed è anche una romanzo caleidoscopico pieno di digressioni sull’Europa di oggi per finire nel kitch opulento di Abu Dabhi dove gli sceicchi intendono costruire un museo collegato al Louvre, attratti non dal  valore culturale delle opere d’arte europee, ma solo  dal fatto che siano costosissime e quindi ambite come status simbol.

 

Regina Porter   “I viaggiatori”    -Einaudi-    euro 20,00

E’ un romanzo complesso che intreccia numerose vite sullo sfondo dell’America degli ultimi 60 anni.

Per orientavi nella lettura il libro si apre con una lista dei personaggi, 35 viaggiatori divisi tra le famiglie Vincent, Christie, Camphor e Applewood, più un corollario di entità minori.

4 nuclei familiari e 3 diverse generazioni che si muovono tra la Georgia, New York, Memphis, Portsmouth, ma anche Francia, Germania e Vietnam.

I Vincent e i Camphor sono famiglie bianche di vigili del fuoco che rompono la tradizione di famiglia; invece i Christie e gli Applewood sono di colore.

Tutti i vari personaggi si trovano prima o poi davanti alla scelta se partire o restare sullo sfondo di un’America che veleggia tra segregazione razziale e prima presidenza Obama.

Impossibile riassumere un affresco di tale portata in cui compaiono stralci di vita dei personaggi a delineare tanti viaggi  e tanti viaggiatori che sono infinite avventure di vita.

 

 

Greg Iles  “Cemetery road”  – Harper Collins-   euro 22,00

Violenza, omicidi, corruzione, amori e passione, ricchezza e potere: sono  questi gli ingredienti strategici di questo crime thriller ambientato nella piccola cittadina del sud,  Bienville,  nel Mississippi.

Protagonista è il giornalista  Marshall  McEwan che ha lasciato il suo paese d’origine a 18 anni  giurando di non volerci tornare mai più,  e a Washington si è costruito una carriera di tutto rispetto come firma di punta.

Ma quando il padre si ammala e gli resta poco tempo da vivere, ecco che ritorna a Bienville, e tenta di salvare il  giornale di famiglia.

In  questo paese dove tutti si conoscono le cose sono molto cambiate negli anni e Marshall si trova davanti una città governata da ricchi e potenti, privi di scrupoli, che hanno fatto del Bienville Poker Club la loro roccaforte.

Rivede pure il suo amore giovanile Jet, ora moglie di un ricco imprenditore, e scopre che la passione non si è spenta.

Poi ci sono due morti sospette, quella che più tocca Marshall è il ritrovamento del cadavere di Buck  Ferris, che per lui era stato come un padre: l’aveva salvato da un tentativo di suicido e  poi l’aveva aiutato a crescere, diventare più  forte per trovare la sua strada.

Il  libro interseca la vicenda privata del protagonista – il suo passato doloroso e le vicende che più lo hanno segnato- con l’indagine a tappeto per trovare i colpevoli di omicidi e malaffare.

Marshall entra nel mirino del gruppo di potere che gestisce la città con minacce, ricatti, corruzione…Insomma tutto il marcio che è nascosto viene a galla poco a poco e la resa dei  conti  finale vale da sola tutto il romanzo.

E questo non è solo  un thriller ricco di continui  colpi di scena, ma anche uno spunto per riflettere sui lati oscuri della ricchezza, sui  dilemmi morali e sul potere di corruzione degli uomini.