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A Bardonecchia Quaglieni presenta “La passione per la libertà”

Martedì 3 agosto alle ore 17,30 a Bardonecchia (Palazzo delle Feste), avverrà  in anteprima nazionale la presentazione del libro di Pier Franco Quaglieni “La passione per la libertà. Ricordi e riflessioni”, Buendia Books, 2021, con copertina di Ugo Nespolo.

Interverranno, con l’autore, Giampiero Leo, Maurizio Ceccon, Francesca Mogavero. Introdurrà Giuseppe Piccoli.
Nel libro l’autore rievoca figure di personaggi dell’Ottocento, del Novecento e della contemporaneità, affronta temi controversi della storia italiana,  scrive pagine  autobiografiche che ripercorrono anche la storia liberale della sua famiglia. Il suo è un invito al rispetto di tutte le idee, un grido d’allarme per il presente e per il futuro lanciato da un uomo di cultura indipendente da ogni consorteria.

Le storie di Boscobello. Quando la narrazione aiuta a crescere

LIBRI  / “Le storie di Boscobello” ( Edizioni Press Grafica,2020) scritte da Maria Carfora, maestra in pensione nata a Palermo, cresciuta a Novara e impegnata nelle scuole ossolane di Calasca Castiglione, Ponte di Formazza e Villadossola, non lasciano indifferente il lettore, a prescindere dall’età.

E’ un esempio, non comune, di libro intelligente, utile e piacevole. In puro spirito rodariano, Maria Carfora lo ha scritto durante il lockdown dello scorso anno, immaginando una realtà quasi magica, ideale per viverci. A Boscobello c’è tanta natura, gli animali ( che sono i protagonisti come nelle favole di Esopo e Fedro o La Fontaine) vivono le loro differenze in armonia, non ci sono auto e ci si sposta solo in bici, ognuno può scegliersi il lavoro che preferisce e non circola denaro perché “tutti possono avere tutto, collaborando tra loro e aiutandosi reciprocamente, perché ogni abitante mette a disposizione di tutti la propria bravura, abilità e conoscenza”. Nelle storie che vi si sviluppano l’autrice riesce nel non facile e per nulla scontato intento  di mescolare con grazia un interessante e sano intento pedagogico, una capacità narrativa e una esigenza “didattica” arrivando a proporre qualcosa di veramente bello e utile. Ogni racconto si apre con un disegno da colorare e nella storia ci  spunti su cui riflettere, lasciando a chi legge il tempo per farlo. Nelle nove storie del libro prende corpo il desiderio e la curiosità dei protagonisti di conoscere il mondo in cui vivono, con tutti i problemi della quotidianità, i momenti belli e quelli difficili e complicati imposti dalle restrizioni rese necessarie dalla pandemia (l’invasione dei “cornettini” che immaginiamo parenti prossimi del virus che abbiamo imparato a conoscere e con il quale ci stiamo tuttora confrontando). Realtà, fantasia e razionalità convivono nelle storie della famiglia composta da topi, tra gli uccelli che sapranno superare i pregiudizi e riconoscere il valore delle diversità che non sono mai un ostacolo davanti all’amore, l’anatroccolo Pallino che ritrova fiducia dopo aver sconfitto le discriminazioni che lo amareggiavano facendo intendere a tutti che le differenze rendono unici e insostituibili e, in fondo, sono un valore aggiunto e non uno svantaggio. A volte ci si perde di vista e i fatti della vita allontanano come accade ai gatti Matilda e Camillo ma l’amicizia e il caso ( o forse il destino) possono riunire e rendere nuovamente complici. Stupende le vivaci farfalle che si sono viste assegnare a ogni colore un’emozione così da renderle uniche. Ovviamente non sempre si sa come finiscono le storie perché occorre viverle per scoprirlo ma anche questo è il bello del racconto. Ognuno può metterci del suo, come i protagonisti ( e sono tanti) che in “Aiuto..piove!”, l’ultima storia, raccolgono le idee “antinoia” scrivendole ognuno su un foglio che, ripiegato, verrà deposto in una grossa scatola di legno a scuola, in attesa di poterle condividere. “Le storie di Boscobello” si leggono in un fiato e, leggendole, si imparano molte cose, iniziando dal significato di alcune parole e concetti molto importanti. Come già fece Gianni Rodari anche la maestra Maria ( che non è una “ex” perché maestri si rimane tutta la vita quando si ama così il proprio lavoro) ha dato un contributo a quel filone di pedagogia letteraria che, descrivendo situazioni reali con un linguaggio comprensibile anche ai più piccoli, solleticando la fantasia, fa leva sulla giusta convinzione che a un bambino si possa parlare di tutto, se si sanno usare le parole giuste. E, in ultimo, un grazie di cuore a Maria Carfora per aver dedicato questo suo importantissimo lavoro ai cinque nipoti e “a tutti quei bambini a cui nessuno ha raccontato o letto una storia”.

Marco Travaglini  

“Carte da decifrare” Letteratura e Musica al Roccolo di Busca

Giovedì 29, venerdì 30, sabato 31 luglio Busca (Cuneo) Quarta edizione

Tre imperdibili appuntamenti di letteratura e musica dal vivo. Il Parco ed il neogotico Castello del “Roccolo”, fatto costruire a Busca (Cuneo) a partire dal 1831 dai marchesi Tapparelli d’Azeglio e in cui soggiornarono, fra gli altri, Silvio Pellico, re Umberto I e la  regina Margherita, sono pronti ad accogliere, in sicurezza, la quarta edizione della rassegna “Carte da decifrare”. Tre le date da annotare in agenda: giovedì 29venerdì 30 e sabato 31 luglio. Sempre ad iniziare dalle 18,30, la terrazza panoramica dell’antica dimora, immersa nel verde del parco secolare, in Strada Romantica 17 (che bel nome per un civico indirizzo!), farà da suggestivo palcoscenico a scrittori e musicisti di meritata fama che si alterneranno, in reading-concerti non convenzionali, “tra parole e note che si ispirano a vicende di vita vera e vissuta”. L’iniziativa è ideata e organizzata dalla “Fondazione Artea”, in collaborazione con il “Salone Internazionale del Libro” di Torino che ne cura la direzione artistica, con il sostegno del Comune di Busca e dell’“Associazione Castello del Roccolo”, ed è realizzata con il contributo della “Fondazione CRC” e della “Fondazione CRT”.

Ai nastri di partenza la scrittrice e sceneggiatrice toscana Teresa Ciabatti, finalista al Premio Strega nel 2017, e il polistrumentista, nonché membro storico degli “Afterhours”, Rodrigo D’Erasmo che si cimenteranno, giovedì 29 luglio, in un reading tratto dall’ultimo lavoro dell’autrice “Sembrava bellezza” (Mondadori 2021), un romanzo di madri e di figlie, di amiche, “sull’impietoso trascorrere del tempo e su come, nel ripercorrerlo, si possano incontrare il perdono e la tenerezza, prima di tutto verso se stessi”Venerdì 30 luglio, invece, sarà la volta di Giuseppe Culicchia, scrittore e saggista torinese che, accompagnato dalla giovane e talentuosa violoncellista Lucia Clorinda Sacerdoni, leggerà alcuni passi del suo memoir “Il tempo di vivere con te” (Einaudi 2021), raccontando il rapporto personale con il cugino Walter Alasia, brigatista ucciso a vent’anni in uno scontro a fuoco con la polizia. Le canzoni di Lucio Battisti e le colonne sonore dei film di Stanley Kubrick, aiuteranno a ricordare che i mitici Settanta non furono soltanto anni di piombo.

Sabato 31 luglio, calerà il sipario sull’edizione 2021 della rassegna con la performance di Massimo Zamboni, ex chitarrista dei “CCCP” e dei “C.S.I.”, da tempo solista e scrittore, che porterà in scena canzoni, racconti e ricordi personali sul Novecento emiliano in “La trionferà” (Einaudi 2021). Ad accompagnare le letture dei brani, tratti dal suo ultimo romanzo e da “L’eco di uno sparo” (Einaudi 2015), il musicista e produttore discografico Cristiano Roversi, in un’epica della memoria che pone le basi per un possibile futuro. “Carte da decifrare è un format vincente – afferma Marco Pautasso, vicedirettore del ‘Salone del Libro’ e direttore artistico della rassegna – un unicum nel variegato panorama dei festival culturali italiani, perché sa far dialogare, in un originale e inconsueto sconfinamento creativo, parole e note. Queste straordinarie ibridazioni tra letteratura e musica, unite alla magia di un luogo come il Castello del Roccolo, sanno regalare al pubblico momenti di grande intensità e coinvolgimento emotivo”.

Diverse le opzioni di ingresso agli spettacoli: 6 € per il biglietto intero4 € per il ridotto (possessori tessera “Abbonamento Musei”, visitatori 15-19 anni, studenti universitari con tesserino, visitatori in possesso del biglietto per la visita guidata al Castello e Parco del Roccolo nella giornata dello spettacolo). È possibile sottoscrivere l’abbonamento alle tre serate al costo di 15 €, mentre l’ingresso è gratuito per visitatori 0-14 annidisabili e accompagnatore. I biglietti sono disponibili on line e nei punti di prevendita consultabili sul sito ticket.it. Nelle sere di spettacolo la biglietteria è aperta dalle 16.30 presso il “Castello del Roccolo”, situato in strada Romantica 17 a Busca. In caso di maltempo gli spettacoli si terranno al “Cinema Lux” di Busca in via Luigi Cadorna, 46. Per informazioni e aggiornamenti consultare il sito fondazioneartea.org e la pagina Facebook di “Fondazione Artea”.

g.m.

 

Nelle foto:

–         Giuseppe Culicchia

–         Teresa Ciabatti – Ph. Chiara   Pasqualini

–         Cristiano Roversi

“Cronaca di un amore non corrisposto”

LIBRI / A Sestri Levante viene presentato il libro del giornalista torinese Carlo Buonerba

 

Sestri Levante, la città dei due mari, affacciata sulle due meravigliose baie “delle Favole” e del “Silenzio” è stata scelta dal giornalista e scrittore Carlo Buonerba per la presentazione del suo romanzo dal titolo “Cronaca di un amore non corrisposto ( Rossini Editore ), in programma giovedì 29 luglio prossimo, alle 18.30, in piazza Ex Lavoratori F.I.T. 5, Condurrà l’incontro il giornalista e critico cinematografico Matteo Fantozzi e vi interverrà, oltre l’autore, anche lo psicologo e psicoterapeuta Giovanni Rossi, attivo nella professione a Nizza.
“Cronaca di un amore non corrisposto” rappresenta una narrazione autobiografica condotta in prima persona dal protagonista Federico Spes, ingegnere nelle comunicazioni e insegnante, da alcuni anni, in un liceo nella provincia di Milano. L’opera non vuol essere un romanzo di formazione, ma la cronaca di un amore e, in comune con questo genere letterario, di cui abbiamo esempi anche in autori stranieri come Gabriel Garcia Marquez (Cronaca di una morte annunciata), presenta la forma di narrazione storica degli eventi, qui scritti sotto forma di diario.
In realtà però in questo libro la cronaca si arricchisce di dimensioni nuove, non soltanto perché a scriverla è un collaudato e esperto giornalista, ma perché riguarda il sentimento amoroso e, di fronte a questo, il lettore non può rimanere indifferente.
La forma diaristica del libro assume anche tratti intimistici e il protagonista, alter ego dell’autore, dimostra una forte risolutezza nello scrivere i passaggi di un sentimento amoroso, che contraddistingue il suo rapporto con Raffaella e che non verrà corrisposto. Un amore, insomma, impossibile, che non lo condurrà, tuttavia, ad arrendersi, ma a proseguire nella sua missione.
Il sentimento amoroso guida il protagonista, gli fornisce quella energia vitale capace di accettare nuove sfide, anche in un periodo difficile come quello pandemico ( il romanzo inizia ad essere composto nel 2019 e termina nell’aprile del 2020). La scrittura, come per altri autori, anche per il protagonista e per il nostro scrittore, diventa uno strumento per destare l’attenzione dell’amata e per riflettere sulla nascita di un sentimento, quello amoroso, su cui tanti pensatori, in epoche diverse, si sono interrogati.
Il protagonista Federico Spes pare a tratti dimostrarci che il confine tra il sentimento amicale e quello amoroso tra un uomo e una donna può diventare labile e che nella società contemporanea i rapporti interpersonali non risultano sempre facilitati dalle modernissime tecnologie. La messaggistica, come quella WhatsApp, a differenza delle telefonate e dei colloqui dal vivo, può ingenerare a volte equivoci, sia in campo professionale sia quello privato, e in questa società che il sociologo Bauman aveva definito sempre “più liquida”, anche le espressioni più semplici e gentili possono venire fraintese.
Tuttavia l’eredità che lascia un amore non corrisposto rimane presente non solo nell’arricchimento che un simile sentimento può apportare nel protagonista, ma anche nell’insegnamento che gli fornisce, spronandolo a non abbandonare mai il cammino, anche quando questo risulta irto e difficoltoso, perché non si può raggiungere l’alba senza passare prima lungo i sentieri della notte.

Mara Martellotta

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Fabio Genovesi “Il calamaro gigante” -Feltrinelli- euro 14,00

E’ dai tempi delle elementari che Fabio Genovesi covava l’idea di scrivere questo libro: da quando la maestra chiese di disegnare l’animale preferito e lui tratteggiò un calamaro gigante, suscitando l’ilarità dei compagni che lanciarono oggetti vari di cancelleria contro di lui e il suo disegno.
Aneddoto divertente che prelude a 141 pagine dedicate all’animale che contiene inchiostro nero e lucido, molto più che un fantastico parto della fantasia dello scrittore toscano.
Genovesi imbastisce la sua vera storia e quella delle persone che nei secoli hanno creduto nella sua esistenza, l’hanno cercato o incontrato di persona.
Il romanzo è anche un inno al mare, che è al centro del mondo, occupa i tre quarti del pianeta che chiamiamo terra, ma che sarebbe più onesto chiamare mare.
Di lui «..non sappiamo nulla» è l’incipit del libro che smaschera subito la nostra ignoranza; perché anche se pensiamo di conoscerlo, in realtà ne vediamo solo la superficie. La verità è che più della metà del mare ha fondali profondi oltre 3000 metri… e forse conosciamo meglio la superficie di Venere che non le immense meraviglie subacquee.
Genovesi ci incanta con le storie di antiche navi; come l ‘Alecton che un secolo e mezzo fa avvistò una cosa immensa come l’orizzonte, anzi «… è proprio l’orizzonte intero. Smisurata e scura, affiora e sparisce, affiora e sparisce».
Il capitano Bouyer e i 66 uomini dell’equipaggio, che erano anche militari, si avvicinarono alla misteriosa “cosa” e la presero a cannonate. Ma lei sparì, per poi spuntare di nuovo e infine avvolgere la nave.
«E’ molle, immensa, e forse ingoierà la nave come ha ingoiato le palle di cannone, le fucilate e ora gli arpioni, che le passano attraverso, ci spariscono dentro e chissà dove finiscono».
Il resto sono pagine che testimoniano avvistamenti di polpi giganti, ritrovamenti affascinanti di reperti preistorici. Storie di pescatori ed esploratori, pericoli scampati dai marinai di tutte le epoche, avvistamenti di simil-calamari lunghi anche 17 metri, da una parte all’altra del mondo, da Terranova alla Nuova Zelanda.
Un libro destinato ad affascinare non solo chi ama il mare, perché passando per un autobiografismo leggero, veleggia verso piccole dosi di leggenda, diventa metafora dell’avventura, dell’invenzione, dell’attrazione per il nuovo e l’inspiegabile.

Melissa Da Costa “I quaderni botanici di Madame Lucie” – Rizzoli- euro 18,00

Questo è il secondo romanzo della scrittrice francese, che nella vita è anche addetta alla comunicazione in ambito energetico e climatico.
Protagonista è la 30enne Amande Luzin, distrutta dalla morte improvvisa dell’amato marito Benjamin -col quale aveva vissuto 4 anni di profondo amore- e dalla traumatica perdita -all’inizio dell’ottavo mese di gravidanza- della bambina che aspettavano e che avrebbe dovuto chiamarsi Manon.
Due lutti devastanti che spingono Amande a rifugiarsi lontana da tutto e da tutti in una casa sperduta nella campagna dell’Auvergne.

Si chiude al buio e rifugge luce e qualsiasi contatto umano; perché solo così, in questa sorta di rifugio, a poco a poco inizia ad elaborare il lutto che ha schiantato la sua anima e la sua vita.
Poi qualcosa accade ed ha del prodigioso.
Nella casa che era di Lucie -anziana signora morta qualche anno prima, ereditata e affittata dalla figlia- Amande trova i calendari in cui la padrona di casa aveva accuratamene annotato tempi e metodi per rendere rigoglioso il giardino ….e molto altro.
Madame Hugues, con calligrafia arrotondata ed elegante, aveva riempito 10 anni di calendari e della sua vita. Appunti e indicazioni semplici, come l’arare il terreno, quando e cosa seminare, e anche alcune ricette per preparare torte e marmellate.

Madame Lucie conosceva tutto dei ritmi della natura, della terra e della luna che la governa silenziosamente e il suo lascito finirà per avere una sorta di potere terapeutico su Amande e il suo strazio.
Immersa in un dolore senza fondo, nel più assoluto silenzio e isolamento, Amande aspetta, impara, legge le indicazioni della precedente inquilina e inizia a seguirle.

A poco a poco – tra immersione nella natura, ricordi di Ben e della loro magnifica storia, timidi contatti con i suoceri e accettazione della gravidanza della cognata- Amande impara a convivere con la perdita e, a piccoli passi e piccole semine, riesce ad assorbire il devastante dolore, e si riapre alla vita.

Un bellissimo racconto dell’anima che tocca corde profonde in ognuno di noi…e ci svela come coltivare la terra offra col tempo l’appiglio per riparare le ferite inferte dalla vita e dal destino.

 

Aldo Cazzullo “Le italiane” – Solferino- euro 18,00

Lo scrittore, inviato ed editorialista del “Corriere della sera”, in questo libro ci racconta l’italico paese salvato dalle donne e compone una carrellata di nomi eccellenti che hanno segnato pagine importanti della storia del nostro paese. Stato che è ancora maschilista sullo sfondo di un’Europa che invece alle donne ha offerto incarichi al vertice: la Merkel a capo del governo tedesco, Ursula von der Leyen presidente della Commissione europea e Christine Lagarde della Banca Centrale
In Italia siamo lontani da queste mete, ma ciò non toglie che anche noi abbiamo avuto e abbiamo tutt’ora le nostre eccellenze.
Convinto che siano le donne a custodire l’identità italiana, Cazzullo ripercorre le vite di donne di spicco. A partire dalle centenarie Rita Levi Montalcini e Franca Valeri, Franca Ciampi e Marida Recchi; donne di cui riassume esistenze e gesta. Ma è affascinato anche dalla sorprendente longevità di nonnine straniere che hanno spento 122 candeline come la francese Jeanne Calment, o119 come l’americana Sarah Knauss….primati ai quali nessun uomo si è ancora mai avvicinato.

Poi scorrono le imprese di giovani coraggiose e dalla tempra d’acciaio, come Bebe Vio mai arresasi all’infermità; le olimpioniche tra cui Valentina Vezzali e Federica Pellegrini; e ancora il fenomeno Chiara Ferragni che -piaccia o meno- si è inventata un lavoro che non c’era diventando una sorta di idolo dalla vita fiabesca a cui si ispirano frotte di followers.
Non dimentica le attrici: da Monica Bellucci a Laura Morante e Vittoria Puccini, passando per Stefania Sandrelli ed altre icone che ha conosciuto e intervistato. Racconta anche le cantanti, le donne di potere e sante ed eroine in ordine sparso.
Tra le pagine più interessanti, quelle dedicate a donne che si sono mosse brillantemente nel mondo della cultura, con intelligenza e lungimiranza.
Da Inge Feltrinelli, la cui vita incredibile ha attraversato la tragedia della morte violenta del marito, ma le ha anche messo lungo la strada incontri unici. Con geni come Gabriel García Márquez, con leader come Fidel Castro e l’affascinante presidente americano John F.Kennedy che fotografò dopo essersi imbucata a una festa.
La scommessa editoriale vinta da un’altra donna fenomenale, la siciliana Elvira Sellerio. E gli aneddoti fanno luce anche sulle vite di scrittrici, tra le quali, Dacia Maraini e Fernanda Pivano che tradusse e fece conoscere in Italia i massimi scrittori della Beat Generation e fu amica di Ernest Hemingway.

Camilla Läckberg “Il gioco della notte” -Einaudi- euro 14,00

Al centro dell’ultimo libro della giallista svedese, sempre in cima alle classifiche, questa volta ci sono 4 adolescenti parecchio problematici e …pericolosi.
La storia è ambientata durante una festa di Capodanno a Stoccolma, nel quartiere più lussuoso della città che vanta ville magnifiche.
Un ambiente dorato nel quale sono cresciuti Liv, Max, Martina e Anton, che stanno festeggiando a casa di Max; mentre nella villa accanto i loro genitori si lasciano andare ad alcol ed eccessi vari.
Quello che immortala qui la scrittrice è un mondo di ricchi privilegi, ma anche noia, sballo, desiderio di emozioni forti e brivido. E dietro i lustrini e i discorsi vuoti si apre il baratro della decadenza morale di una classe sociale che brilla quanto ad apparenza, ma dietro le quinte nasconde l’incapacità di relazione autentiche.

E’ con un fine scandaglio psicologico che la Läckberg imbastisce una trama in continuo crescendo di suspence.
Max è il leader del gruppo, figlio di un ricco banchiere, è fidanzato con la popolare e desiderata Martina, bella, bionda, e popolare sui social.
Poi c’è Anton che vive all’ombra di Max, ed è innamorato di Liv, che a sua volta è l’appendice della più brillante Martina.
Hanno tutta la vita davanti, ma ognuno di loro cova qualche segreto dietro le apparenze; uno è il più terribile di tutti, quello che ha profondamente danneggiato Liv.

La serata festaiola inizia con giochi banali per ammazzare il tempo, alcol, scommesse e qualche cattiveria. Poi dopo numerosi shottini il gioco “Obbligo o verità” fa virare l’atmosfera. Tutto cambia quando Liv lascia andare gli argini e racconta agli amici il buco nero della sua vita.
E’ l’inizio di una sorta di resa di conti in cui questi giovani, cresciuti nel lusso materiale, ma nel deserto affettivo, svelano i tristi retroscena delle loro vite.
Emerge, potente e corrosivo, tutto il loro odio per quei genitori vuoti e disattenti che si beano delle loro aziende, delle macchine, dei viaggi e spettegolano su quelli che ritengono dei falliti.
In realtà tra questi adulti ci sono familiari violenti o complici della violenza, altri alcolizzati, altri ancora
dediti a tradimenti coniugali, e poi bancarotte e debiti abissali. E da queste rivelazioni scatta l’idea di un finale che lascio a voi scoprire.

Quel “Mal d’Africa” compagno di strada di Angelo Ferrari

LIBRI / Nel Giardino di “Casa Lajolo” a Piossasco, incontro con il giornalista dell’AGI che presenta il suo ultimo libro

Domenica, 25 luglio

Piossasco (Torino)

“C’è un pezzo di mondo che, da tempo, bussa alle nostre porte. Guerre, oppressione politica, cambiamento climatico, voglia di riscatto sociale, spingono milioni di esseri umani a lasciare la propria terra in cerca di opportunità negate. E, quasi sempre, trovano un muro a respingerli”. Il muro dell’indifferenza. E un pezzo di  mondo (neppure troppo piccolo, anzi) che si chiama Africa. E che ben conosce, in tutti i suoi aspetti e risvolti – ambientali e sociali, umani e politici, culturali e simbolici, negativi e positivi – Angelo Ferrari, giornalista dell’AGI (Agenzia Giornalistica Italia), per la quale da anni si occupa proprio di problematiche relative, in generale, al Sud del mondo e all’Africa in particolare, dove ha seguito le più grandi tragedie del Continente: dalla guerra del Rwanda a quella della Somalia, fino ai conflitti nella Repubblica democratica del Congo e in Sierra Leone. Realtà drammatiche, spesso ignorate o rimosse in tutta la loro pesante e terribile complessità. Dove gli aiuti invocati ed urlati al mondo non arrivano mai o in misura assolutamente inefficiente. E, ancor peggio, politicamente ed economicamente sfruttate dalle “parti” più ricche della Terra e da tempi che si ripetono uguali nei secoli. Di questo e del suo ultimo libro “Mal d’Africa”( pubblicato nel 2020 da Rosenberg & Sellier) parlerà Ferrari, domenica 25 luglio (ore 17), in un incontro che si terrà nel giardino di “Casa Lajolo” a Piossasco, in via San Vito, 23. Moderato da Sante Altizio, l’incontro rientra nel programma di “Bellezza tra le righe”, la rassegna firmata da “Fondazione Casa Lajolo” e “Fondazione Cosso” con il contributo della Regione Piemonte, nata “per guardare al domani con uno spirito nuovo”. La volontà è quella di condurre il pubblico in luoghi di rara bellezza, ovvero i giardini di due dimore storiche della provincia di Torino, “Casa Lajolo” a Piossasco, e il “Castello di Miradolo” a San Secondo di Pinerolo: qui, nella pace che si respira poco prima della sera, andranno in scena, fino al 17 ottobre, conversazioni con alcuni personaggi pubblici protagonisti del presente. E tale è, certamente, anche Angelo Ferrari, esperto e trascinante cantore del “pianeta Africa”, tornato a essere terra di conquista. “Dopo i conflitti – si legge nel libro – scatenati nel secolo scorso per accaparrarsi le risorse naturali del continente, ora è ‘guerra’ commerciale, ma soprattutto militare, di tutti contro tutti. L’Occidente ha deciso che è giunto il momento di arginare l’influenza cinese che ormai ha le mani su tutto il continente, nessun paese escluso. Le forze militari straniere si stanno posizionando nel Corno D’Africa, in particolare in un fazzoletto di terra: Gibuti. Le guerre economiche in Africa non si combattono solamente attraverso accordi commerciali, è diventato indispensabile, per vincere la battaglia, ‘mettere gli scarponi sul terreno’”. Quello compiuto da Angelo Ferrari e raccontato in “Mal d’Africa” è un percorso lucido e analitico sulla situazione politica ed economica odierna del Continente, che lo scrittore ripercorre, anche narrativamente, attraverso i passi dei grandi viaggiatori del passato, lungo i suoi corsi d’acqua più imponenti, attorno ai laghi prosciugati dallo sfruttamento umano e dai cambiamenti climatici e nei gironi infernali delle miniere più preziose al mondo. Un viaggio già in precedenza sperimentato da Ferrari in altri libri sull’argomento, fra cui “Hakuna Matata, la globalizzazione galoppa mentre l’Africa muore” (2002), “Africa Gialla, l’invasione economica cinese del continente africano” (2008), “Le nebbie del Congo” (2011) e “Il mondo di Jordy”, il viaggio di un reporter e un ragazzo di strada nel cuore dell’Africa (2014).

Ingresso alla dimora storica comprensivo di visita guidata 8 euro. Conversazioni e incontri comprese nel biglietto di ingresso. Biglietto ridotto 6 euro per under 25. Gratuito under 10 e “Abbonamento Musei”. Prenotazione: tel. 333/3270586 o info@casalajolo.it

g. m.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Lura Goria

Benjamin Taylor “Siamo ancora qui. La mia amicizia con Philip Roth” -Nutrimenti- euro 15,00

Per chi ama i libri di Philip Roth ed è attratto dalla sua singolare vita, questo libro è prezioso perché fa luce su alcuni anfratti della sua personalità, del suo pensiero, delle sue ambizioni e delusioni, dei suoi sentimenti più profondi.
106 scorrevolissime pagine in cui emerge il ritratto affettuoso di questo scrittore -monumento della letteratura americana- impetuoso, controverso, visto dietro le quinte, nell’ambito più domestico e intimo, quello sconosciuto ai più.

A raccontarlo è il suo migliore amico e confidente degli ultimi 20 anni della vita dello scrittore, Benjamin Taylor; autore di 2 romanzi e vari saggi, tra cui una biografia di Marcel Proust (altro scrittore immenso che come Roth non ottenne il Premio Nobel per la letteratura).
Roth aveva cercato una donna giovane e bella che si prendesse cura di lui (come Jane Eyre accudì Rochester)….e invece trovò Taylor: sensibile conoscitore della letteratura, grande capacità di ascolto che lo rese il confidente perfetto e speciale.
Due scrittori diversi ma in profonda sintonia umana, un rapporto sempre più stretto man mano che Roth scivola in un crescente declino fisico -tra ricoveri e interventi vari- e si lascia andare a ricordi e bilanci. Emergono così squarci inediti del grande romanziere di Newark e delle sue idiosincrasie, vizi, slanci ingenui e conti in sospeso.
Come quello con la prima moglie Maggie che lo raggirò fingendosi incinta per farsi sposare e poi gli diede a intere di avere abortito. Fu un pessimo matrimonio, finito con lei che muore nello schianto dell’auto su una traversa di Central Park, mentre l’uomo che era con lei si salva. Fine dell’inferno coniugale e Roth che chiama l’amante della moglie “Il mio liberatore”.
Resterà comunque sempre complicato il suo rapporto con le donne. Perennemente innamorato, un seduttore, ma anche fedifrago perché incapace di gestire le sue relazioni, in fuga dalla monogamia e pronto a innamorarsi di nuovo. A Taylor confiderà «Ho bisogno del sesso per essere indomabile, per un breve istante immortale”.
Le confidenze “tra maschi” continuano e toccano altri punti, tra cui la gigantesca vita interiore di Roth le cui emozioni erano fuori misura ….e lui che affermò «Ho scritto proprio perché queste emozioni non mi ammazzassero».
Poi dialoghi sulla sua famiglia di origine -povera ma in armonia-, sui suoi libri e sulla delusione per non aver ricevuto il Nobel.
Infine i gravi acciacchi che più volte l’avevano avvicinato alla morte, il cuore sempre più malato e le continue operazioni. Lui si era organizzato per il suicidio in caso di gravi disabilità, e alla fine, stanco di vivere in precarie condizioni in ospedale, chiese ed ottenne che gli venisse tolto il respiratore che lo teneva in vita, lasciandosi così andare a una fine cosciente.

 

Mario Desiati “Spatriati” -Einaudi- euro 20,00

In dialetto pugliese “spatriato” vuol dire ramingo, balordo, disorientato, precario e a volte è un insulto per etichettare una persona che non ha un posto fisso e un’identità chiara rispetto agli altri.
Altre volte indica semplicemente un modo di essere fluido, più libero, come rappresentato dai personaggi di questo romanzo.
Desiati, nato a Martina Franca, nelle Murge, si è sentito definire così più volte da amici e parenti, perché a 40 anni non si è ancora creato una famiglia e neanche si sa bene dove stia di casa, dopo aver vissuto a Roma, Milano e Berlino.
Protagonisti del romanzo sono due giovani nati a Martina Franca, incerti e disorientati che crescono andando via non tanto da un luogo quanto dalle convenzioni.
Francesco Veleno e Claudia Fanelli si sono conosciuti sui banchi di scuola; da allora lui è innamorato di lei, che invece sogna solo di lasciare la provincia che le sta stretta e diventare cittadina del mondo.
Claudia è solare ed esplosiva, la sua femminilità viene potenziata quando indossa abiti maschili; Francesco è timido e ombroso e da lei accetta tutto o quasi, rodendosi in silenzio, e comunque felice anche di essere schiavizzato da colei che ama incondizionatamente.
Negli anni continuano a restare in contatto anche se lei, più libera e spregiudicata, si allontana presto da casa,
volando prima a Londra, poi a Milano e infine a Berlino.
Una storia d’amore travestita da grande amicizia. Potrebbe essere definito così il loro legame particolare, fatto di complicità, grande intesa e confidenza. Lei gli racconta degli uomini con cui sta e lui patisce, neanche tanto in silenzio, però continua a professarle il suo amore.
Gli anni scorrono e i due trovano il modo di stare insieme e fare in qualche modo famiglia anche se sono geograficamente lontani. Il loro è un rapporto saldamente basato sulla verità, a partire da quando Claudia gli svela che suo padre e la madre di Francesco sono amanti.
Claudia negli uomini cerca «imprevedibilità, mistero e una tenera inettitudine alla vita» e passa da un’esperienza all’altra.
Francesco resta più indietro, remissivo e alla ricerca della sua identità più vera e profonda.
Il loro allontanarsi e ritrovarsi continuo esprime anche la dialettica tra il modo di vivere la provincia e le grandi città.
E’ dopo i 35 anni che entrambi capiscono che la loro identità è fluida, che la scoperta di se stessi non ha età, che in fondo anche se si spostano non sono mai appagati e stentano a stare bene in qualunque posto.

 

 

Rebecca Solnit “Ricordi della mia inesistenza” -Ponte alle Grazie- euro 16,80

Rebecca Solnit,-scrittrice, giornalista , storica e attivista femminista- in questo memoir si racconta e apre pagine intime e profonde sulla sua vita e le sue esperienze.
Inizia da quando non ancora diciottenne si insediò in un minuscolo appartamento in un vecchio quartiere di San Francisco; è da lì che inizia a ricostruire il suo lavorio interiore per capire meglio la sua natura e le sue aspirazioni, mettendo a nudo pensieri ed emozioni più profondi.
Epoca in cui era povera, raccoglieva mobili che erano stati abbandonati in strada, vestiti nei negozi dell’usato e articoli per la casa dai mercatini. Scrive: «La maggior parte delle cose che mi appartenevano erano più vecchie di me e questo mi dava gusto; ogni oggetto era un ancoraggio al passato».
Appassionata lettrice, ma scarsa di mezzi, leggeva in piedi nelle librerie o prendeva volumi in prestito dalle biblioteche, oppure li trovava usati e a prezzi stracciati. Racconta che voleva sempre qualcosa di più, perché «il senso di incompiutezza è un buco da riempire di cose, e le cose che hai scompaiono dietro quelle che vuoi».

Racconta che dai 13anni in poi aveva subito pressioni a sfondo sessuale da uomini adulti che gravitavano intorno alla sua famiglia, o da sconosciuti per strada; è così che divenne abile nello sgattaiolare via, nell’eludere contatti indesiderati, un’esperta nell’arte di non esistere, visto che era tanto pericoloso.
Una delle sue grandi libertà era camminare: la sua gioia, il suo mezzo di trasporto economico, il sistema per imparare a conoscere i luoghi e a stare al mondo.

Poi le sue grandi passioni, prima fra tutte voler diventare scrittrice, e la sua fame di letture.
Perché per lei «c’è qualcosa di sbalorditivo in quella sospensione del tempo e dello spazio in cui viaggiamo in altri tempi e spazi».
Un modo di sparire da dove ci troviamo per entrare nella mente dell’autore……traduciamo le sue parole in nostre immagini, volti, luoghi, luci e ombre, suoni ed emozioni».
Importante fu l’avventura del primo libro che scrisse; racconta che scrivere è un’arte, pubblicare è un business.
E a seguire altre pagine di storia vissuta: tra incontri con personaggi e aneddoti vari, la sua dichiarazione d’amore verso la San Francisco dei quartieri degli artisti e delle proteste contro guerre e discriminazioni varie.

 

Paul Scott “Il gioiello della Corona” – Fazi Editore- euro 20,00

Questo è il primo volume della tetralogia intitolata “The Raj Quartet”, che lo scrittore inglese Paul Scott (nato nel 1920 e morto nel 1978), pubblicò a partire dal 1966. L’autore -che nel 1977 vinse il Man Booker Prize con il romanzo “Staing On”- durante la seconda guerra mondiale prese servizio in India e Malesia, diventando un profondo conoscitore del colonialismo britannico e del suo declino.
Poi lavorò a lungo nell’editoria e pubblicò 13 romanzi, i più famosi sono quelli appartenenti all’ambizioso progetto “The Raj Quartet”.
In “Il gioiello della Corona” compone un intreccio vasto e complesso, ricco di personaggi e avventure, per ricreare e farci conoscere più a fondo la realtà dell’India coloniale.
La storia inizia nel 1942 nella città indiana di Mayapore, in pieno conflitto mondiale con l’Inghilterra concentrata su come fermare la minaccia nazista. E racconta come il più bel gioiello della corona della regina -ovvero il dominio britannico sulla colonia indiana- inizi a vacillare.
Due mondi legati storicamente, ma profondamente diversi, vivono profonde tensioni. La struttura del romanzo è alquanto complessa e riporta svariate vicende e drammatiche esperienze, come quella della giovane inglese Daphne Manners stuprata da un gruppo di delinquenti che restano ignoti. Una violenza che inaugura una drammatica serie di eventi.

Tra gli sviluppi, c’è l’amore impossibile tra Daphne e il giovane Hari Kumar, dalla pelle scura, di origine indiana ma cresciuto in Inghilterra dove ha studiato in una delle migliori scuole. Daphne è diversa per sensibilità e stile di pensiero rispetto alle coetanee inglesi che disdegnano rapporti con i neri e ostentano un‘algida superiorità. Ma la società dell’epoca non consente certe scelte…

Le traversie dei due innamorati sono solo una parte dei tanti intrecci di vite ed eventi attraverso i quali Scott ritrae l’India dando voce a punti di vista molto diversi tra loro.
Emerge un ritratto composito della realtà delle colonie, un imponente affresco e un autentico documento storico che attraversa più livelli: dal rapporto tra indiani e inglesi ai cenni alla politica del Mahatma Gandhi che con la non violenza intende guidare il suo popolo verso l’indipendenza.
Poi le riflessioni sul razzismo e la barriera del colore della pelle, rivolte e crimini violenti in un’epoca in cui la storia sta cambiando e l’India si affaccia alla soglia della libertà e dell’autonomia.

Il Salone del Libro dedica un convegno ai traduttori dall’italiano

“Dall’italiano al mondo”

24 settembre 2021, ore 16-20
online sulla piattaforma digitale SalTo +

«La traduzione è il sistema circolatorio delle letterature del mondo» Susan Sontag

Da sempre consapevole dell’importanza dei traduttori sia a livello culturale sia a livello editoriale, il Salone Internazionale del Libro di Torino è stato il primo in Europa, nel 2001, a creare un ciclo di incontri professionali dedicato al prezioso lavoro di chi consente ai lettori italiani di leggere le letterature del mondo: l’AutoreInvisibile, curato da Ilide Carmignani, diventato appuntamento annuale e di riferimento della categoria. Oggi il Salone del Libro fa un ulteriore passo nel riconoscimento del valore della traduzione, con una nuova iniziativa nata per promuovere e sostenere i traduttori stranieri che danno voce alla letteratura italiana all’estero: il convegno “Dall’italiano al mondo” in programma il 24 settembre online sulla piattaforma digitale SaTto +.

Prima iniziativa di questa sorta nel nostro Paese, pensata anche in vista del ruolo di ospite d’onore riservato all’Italia alla Buchmesse di Francoforte del 2024, il convegno “Dall’italiano al mondo”, intende diventare l’appuntamento annuale di tutti i traduttori editoriali dall’italiano, «per diffondere con più forza la cultura italiana a livello internazionale – spiega Ilide Carmignani – e creare una rete di sostegno all’export della nostra editoria. È infatti consueto, specie per lingue non veicolari, che i traduttori affianchino al loro lavoro l’attività di scout e costituiscano una specie di testa di ponte dei libri italiani fuori dai nostri confini, soprattutto all’interno delle case editrici più piccole.»

Il convegno, a partecipazione gratuita, offrirà agli iscritti la possibilità di assistere a seminari specializzati e di allacciare rapporti con editori, agenti e scrittori italiani.

In programma workshop con editori, agenti e traduttori su come presentare proposte di traduzione in sinergia con la filiera editoriale e su come attingere ai programmi di finanziamento per la traduzione dei libri italiani nel mondo.

Fra i relatori: Duncan Large (PETRA E-network), direttore del British Centre for Literary Translation alla University of East Anglia di Norwich; Kevin Quirk (FIT – Fédération Internationale des Traducteurs), Shaun Whiteside (CEATL – Conseil Européen des Associations de Traducteurs Littéraires); Nicola Lagioia, direttore editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino; Rebecca Servadio a capo della London Literary Scouting e consulente editoriale del Salone del Libro; Mattia Carratello, americanista e editor presso Sellerio, oltre che consulente editoriale del Salone del Libro; Katherine Gregor, traduttrice inglese di Luigi Pirandello e Marco Malvaldi; Carlos Gumpert, traduttore spagnolo di Antonio Tabucchi e Antonio Scurati.

Grazie alla collaborazione con L’Indiscreto, sarà presentata una panoramica delle ultime tendenze della letteratura italiana, accompagnata da una selezione di titoli degli autori più interessanti, ma ancora poco noti fuori dai nostri confini.

Il convegno, gratuito, è aperto a tutti i traduttori dall’italiano.
Per iscrizioni: registrazione su SalTo + a partire dal 20 luglio 2021.
Per informazionidallitalianoalmondo@salonelibro.it.

Dall’italiano al mondo” è realizzato dal Salone Internazionale del Libro di Torino in collaborazione con: rivista L’indiscreto, CEATL – Conseil Européen des Associations de Traducteurs Littéraires, FIT – Fédération Internationale des Traducteurs, PETRA-E Network.

PROGRAMMA

Ore 16:00 Apertura del convegno

Partecipano: Nicola Lagioia (Salone Internazionale del Libro di Torino), Duncan Large (PETRA E-network), Kevin Quirk (FIT), Shaun Whiteside (CEATL)

Ore 16.30 Panoramica delle ultime tendenze della letteratura italiana e presentazione, a cura dell’Indiscreto, di una selezione di titoli non tradotti

Partecipa: Edoardo Rialti e Vanni Santoni (L’Indiscreto)

Ore 17:45 Il traduttore scout nella filiera del libro: scrittori, agenti, editori. I finanziamenti alle traduzioni

Partecipa: Rebecca Servadio

Ore 18.30 Il proposal del traduttore scout

Partecipano: Katherine Gregor, Carlos Gumpert

Coordina: Mattia Carratello

Ore 19.45 Chiusura del convegno

Partecipa: Ilide Carmignani (l’AutoreInvisibile – Salone Internazionale del libro di Torino)

“La passione per la libertà” di Quaglieni, al via il tour di presentazione in tutta Italia

LIBRI / Martedì 20 luglio alle ore 21,15 per la rassegna Autori in Giardino per iniziativa del Comune di Poirino, e   Giovedì 22 luglio alle ore 21, per il ciclo “Patto per la Cultura” patrocinato dal Comune di Loano, presso il foyer dell’Arena estiva “Giardino del Principe” (Loano, piazza Italia), verrà presentato il libro di Pier Franco Quaglieni “La passione per la libertà. Ricordi e riflessioni”. Buendia Books, 2021.

Interverrà la giornalista Grazia Noseda, letture dell’attrice Giulia Isnardi. Entrata libera fino ad esaurimento dei posti. Seguiranno in agosto presentazioni a Bardonecchia il 3 e il 4 ad Exilles  il 22 al Sestriere e altre presentazioni in Liguria ad Alassio, Andora, Bordighera e in Versilia. Il libro verrà presentato da settembre nelle grandi città: Roma, Napoli , Milano, Venezia ecc.
Il libro, con il rigore e la chiarezza che sono propri dello storico Pier Franco Quaglieni, ci ricorda alcune figure della storia italiana recente, ma affronta anche temi controversi della storia e dell’attualità, aiutandoci a liberare le nostre menti dalle semplificazioni manichee e da certi revisionismi che stanno emergendo e soffocando la ricerca storica. La passione per la libertà, che riecheggia il titolo del saggio di Mario Pannunzio su Tocqueville, è un invito al rispetto di tutte le idee, uno dei cardini della civiltà liberale
Dichiara l’autore : “E’ un libro molto diverso dai miei altri precedenti  perché rappresenta una rivisitazione complessiva della storia italiana dal fascismo in poi, andando oltre i luoghi comuni e il conformismo attuale. Affronto temi ancora divisivi come le foibe e rifletto sui temi della laicità rispetto al Cattolicesimo e all’Islam . Una parte  del libro riguarda il mio ritorno alla pratica religiosa in pieno COVID  che è avvenuto proprio in Liguria sotto la guida di un monsignore alassino. Non è un libro  destinato a passare nell’indifferenza , farà discutere forse anche animatamente  e forse verrò anche attaccato dalla solita intellighenzia intollerante. Ma ho voluto scrivere in assoluta libertà il mio pensiero ,senza timori reverenziali per nessuno. Non lo ritengo un merito, ma un dovere.”

Gambarotta detective svela il giallo della rapina del secolo

LIBRI / Ricordo Bruno Gambarotta affiancare Adriano Celentano con evidente imbarazzo. In televisione. Cercava di intercettare i discorsi surreali, senza capo ne coda, del molleggiato meneghino, con qualche risposta improvvisata. Facendogli da spalla.

Fu il suo esordio davanti alle telecamere. Inventandosi quel ruolo resosi necessario all’ultimo momento. Su Rai tre. Il programma era ”Svalutation”. Erano i tempi di Telekabul, di Angelo Guglielmi e del Gruppo 63 a viale Mazzini, di Sandro Curzi al telegiornale. Quella Rai tre. La rete più a sinistra della sinistra. Faceva un pò il verso a Felice Andreasi, il più icastico e esilarante dei comici torinesi del cabaret e del nostrano avanspettacolo, poco conosciuto dal grande pubblico, ma famigliare a chi della torinesità, porta il marchio di fabbrica. E divenne un famoso di nicchia nazionalpopolare. Astigiano di nascita e torinese di adozione, ha fatto del Piemonte e in particolare di Torino, il metacommento del mondo più vasto. Una lente di ingrandimento dei vizi e delle virtù dell’uomo contemporaneo, antieroe del quotidiano, comico spaventato guerriero, così l’avrebbe definito Stefano Benni. Nacque nella città di Vittorio Alfieri nel 1937 e lavorò in Rai per trent’anni, da programmista duro e puro. Così ”fortissimamente volle ”. Film e telefilm portano la sua firma, a nostra insaputa. Con il racconto-documento ” Il Postino spara sempre due volte ” (edizioni La Stampa, 2008, pagg. 193 euro 7,90) da vero e proprio sociologo della devianza, scartabellando le cronache giornalistiche e facendo finta di non sapere come va a finire, scopre i fatti man mano che accadono e un pó come il Peter Falk-Tenente Colombo della nostra adolescenza, per induzione e estrazione, ci porta a scoprire l’intreccio e le dinamiche, di un fatto di cronaca nera di rilevanza nazionale, avvenuto nel 1996: il tentativo di furto del secolo alle Poste di Torino. Il poliedrico Bruno Gambarotta, ha scritto per La Stampa, per anni, per la rubrica ” Storie di città” sul supplemento ” Torino Sette”, collaborando per l’ inserto ”Tutto Libri”, sempre dell’ammiraglia torinese. Per l’editrice di via Marenco, dalla sua prolifica penna, sono nati 700 racconti, raccolti in quattro volumi e tre spettacoli. Ha esordito nella narrativa nel 1977, per i tipi della Mondadori, con il romanzo ”La nipote scomoda”, scritto a quattro mani con Massimo Felisatti. La città di Torino e i torinesi sono la fonte costante delle sue narrazioni, un pó come Parigi per Georges Simenon. Si possono ricordare tra gli altri per Garzanti ”Torino lungodora Napoli” (1995) da cui è stato tratto il film ”Libero Burro” con Sergio Castellitto e ”Tutte le scuse sono buone per morire ”. In occasione della Fiera del Libro del 2006 è uscito ” Il codice gianduiotto” Morganti editori. La risposta italiana al Codice da Vinci. Nel 2007 per Ambaradan ha dato alle stampe ”Giallo polenta” scritto a quattro mani, modello Fruttero-Lucentini, con Renzo Capelletto. Nella recente trasmissione televisiva ‘Viaggio nella Grande Bellezza’ intervistato dal giornalista Cesare Bocci, narra della distilleria Carpano, della ricetta del ‘bicerin’, bomba iperglicemica ad uso e consumo della nobiltà sabaudo risorgimentale, nonché dei nostri coevi abitanti postmoderni. Ci racconta delle radici savoiarde dell’espressione linguistico gergale «fare una figura da cioccolatai» figura retorica al cacao, sovente descrittiva della nostra penisola. Il tutto ripreso in Galleria Subalpina. Il salotto buono taurinense. Visionare per sapere. In open source.

Aldo Colonna