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Nella vita ci vuole coraggio…. ma non solo. Il libro di C.C.C. Dezani

Un romanzo appassionante e divertente, in chiave autobiografica, della torinese C.C.C. Dezani, rappresenta un invito a vivere la vita con sarcasmo e ironia

 

“ Ci vuole coraggio nella vita e tanto, tantissimo cu…” potrebbe sembrare una massima di saggezza sulla vita, in realtà è anche una constatazione tra l’ironico e l’amaro e il titolo del romanzo d’esordio autobiografico, edito dalla Golem Editrice, percorso da ironia e da un sottile sarcasmo, di C.C.C. Dezani, frizzante quarantenne torinese, ma cittadina del mondo, amante dei viaggi, della cucina stellata e del suo bulldog inglese. Appassionata tanghera, si diletta anche con l’improvvisazione teatrale.

La storia narrata nel romanzo prende spunto dalle vicende autobiografiche dell’autrice che, proprio come la protagonista Carola, affronta la vita con sarcasmo e ironia, senza rimandare a domani ciò che può compiere oggi, ben cosciente del fatto che non è  dato all’uomo sapere ciò  che il futuro gli possa riservare.

Carola è una giovane donna torinese che si ritrova, all’improvviso, a fare i conti con la prematura scomparsa del suo Alessandro, giungendo a un bivio, o sprofondare nel dolore o affrontare la vita di petto, con coraggio, resilienza e ironia.

Ispirata da una lettera di Alessandro che la esorta, comunque, a continuare a vivere, Carola raccoglie tutto il suo coraggio per buttarsi nel mondo con la fame di chi, una volta perso l’amore, avverte il bisogno di nutrirsi di altre emozioni. Percepisce molto forte la presenza di lui viva dentro di sé,  e così inizia a  riempirsi la vita in modo bulimico e frenetico, per dare un significato alla sua esistenza e ritrovare un equilibrio tra le mancanze e lepresenze, tra i pieni e i vuoti di una vita travolta da un evento tragico.

Ed è  così che inizia  a compiere lunghe meditazioni yoga davanti ai tramonti, a affrontare sport estremi, balli appassionati per ritrovare il calore di un abbraccio, affronta spy games in cui si improvvisa uno 007 al femminile, fino a incontrare tanti uomini sbagliati, o forse anche l’uomo giusto al momento sbagliato.

Mara Martellotta 

Il libro “ Ci vuole coraggio nella vita  e tanto, tantissimo ci..” è  edito dalla Golem edizioni, casa editrice torinese fondata nel 2013 da Giancarlo Caselli.

In libreria e negli store online dal 6 maggio 2021

La cultura del territorio e il classico mistery nel romanzo di Laura Graziano

“Saverio Grave- Delitto sulla Terra Rossa” 

La cultura del territorio e il classico mistery, in una rilettura moderna, si sposano perfettamente nel nuovo romanzo della scrittrice Laura Graziano, dal titolo “Saverio Grave-Delitto sulla Terra Rossa”. Si tratta del primo di una serie di gialli ambientati nelle Langhe, patrimonio UNESCO e territorio amato in tutto il mondo, da noti scrittori del Novecento quali Pavese e Fenoglio, e da tanti turisti stranieri che vi si sono insidiati. La trama del romanzo si svolge a Saliceto, piccolo paese medievale di confine dalla grande memoria storica.
“Ho deciso di ambientare il libro a Saliceto – spiega la scrittrice Laura Graziano – perché esso rappresenta il mio luogo del cuore, vi sono, infatti, molto affezionata perché vi trascorrevo le vacanze estive con i nonni. Ho descritto nel libro luoghi reali, ma trasposti agli anni della mia infanzia”.
Nel romanzo il paese risulta scosso da un efferato omicidio, nelle cui indagini si troverà, suo malgrado, coinvolto il protagonista, Saverio Grave, uomo schivo e enigmatico, che vive in compagnia di un altrettanto enigmatico domestico. Affiancherà il commissario di polizia Trespoli, dal cuore buono ma dalla poca esperienza, su insistenza dello stesso questore”.
“I personaggi principali – aggiunge l’autrice Laura Graziano – saranno presenti anche nei prossimi romanzi della serie, non sono personalità assolutamente statiche, ma affronteranno dei cambiamenti psicologici, raggiungendo anche una certa maturità emotiva e affettiva, venendo a svelare, pian piano, al lettore il proprio passato. Non si tratta di un romanzo corale; la personalità ingombrante di Saverio Grave rappresenta il fil rouge del romanzo e sarà il lettore stesso a decidere se riterrà il protagonista simpatico o meno, egoista o gentile. Secondo me in ognuno di noi, nella nostra anima, è presente un po’ di Saverio, che rappresenta la nostra modalità di porci nei confronti del nostro prossimo, quando siamo meno propensi a socializzare o quando ci sentiamo incompresi”.

Il libro è edito da Lisinthus editore e si può trovare anche in edicola

Mara Martellotta

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Amor Towles “Lincoln Highway” -Neri Pozza- euro 19,00
Per gli americani il viaggio non è la meta da raggiungere, ma piuttosto quello che accade lungo la strada; è questo l’assioma dell’ultimo romanzo dello scrittore americano Amor Towles in cui racconta una storia che attraversa il cuore e la sconfinata America.
Protagonista è il 18enne Emmet Watson, appena uscito dal riformatorio (dove era stato confinato per una serie di sfortunati eventi), il padre è morto, la fattoria di famiglia è stata pignorata e a lui restano solo più una macchina, un piccolo gruzzolo di soldi e il fratellino Billy di 8 anni e geniale. Che fare con questo bagaglio? Emmet decide di andare alla ricerca della madre che li aveva abbandonati dopo la nascita del secondo figlio.
Siamo nel Nebraska del 1954, anno importante per gli States perché iniziavano le battaglie per i diritti civili, la rivoluzione sessuale e di lì a poco sarebbe stato pubblicato il libro cult di Jack Kerouac “On the road”.
E’ proprio sulla strada che si mettono i due orfanelli, a bordo di una Studebaker azzurra del 48, che era parcheggiata nel fienile. Percorrono la Lincoln Highway che collega le due coste opposte degli Stati Uniti, (della quale oggi il 95% degli americani non sa nulla, ma che è stata la prima a collegare nel 1910 New York a San Francisco), diretti a ovest verso San Francisco, dove Emmet è convinto si sia trasferita la loro madre.
Nel corso del viaggio la loro traiettoria interseca quella di altri due personaggi di rilievo, i coetanei Duchessa e Wolly, che li trascinano lontano dalla meta iniziale e saranno determinanti per l’avventura narrata da Towles. 10 straordinari giorni di viaggio, scanditi nel conto alla rovescia dei vari capitoli. Quattro viaggiatori e 4 odissee diverse che scoprirete man mano che scorrono le pagine.
Un altro interessante romanzo dello scrittore 57 nato a Boston, che ora vive a New York con la moglie e i 2 figli. Amor Towles è un grande appassionato di storia dell’arte –in particolare la pittura di inizio Novecento- e cultore della musica jazz.

Questa è l’occasione per leggere anche il suo libro di esordio “La buona società” -Neri Pozza- euro 17,50, strepitoso successo che nel 2011 gli permise di lasciarsi alle spalle il lavoro di investitore finanziario per dedicarsi totalmente alla letteratura e dare alle stampe nel 2016 “Un gentiluomo a Mosca”.
“La buona società” è una sorta di full immersion nella New York degli Anni Trenta con tutto il glamour di quell’epoca. La narrazione parte dall’incontro – la notte di capodanno del 1937, in un night club del Greenwich Village- tra due ragazze che arrivano dalla provincia americana e il fascinoso Tinker Gray. Le fanciulle sono Evelyn Ross e Katey Kontent.
La prima è la tipica bellezza bionda del midwest che ha lasciato il nido paterno per avventurarsi spavalda nella metropoli alla ricerca di futuro e puntando molto sulla sua avvenenza.
Anche Katey è attraente, colta, e si mantiene sbrigando la corrispondenza di uno studio legale. Le due restano incantate dall’arrivo di un giovane dall’aria tenebrosa e affascinante: fisico spettacolare alto, bello e dall’aria danarosa. E’ Theodore Grey, detto Tinker, ricco banchiere della City con appartamento cool in Central Park West, Mercedes coupé e conoscenze altolocate.
Per le due ragazze un colpo di fortuna perché Tinker oltre a essere un rampollo vincente di Wall Street ha anche una relazione con la sua madrina Anne Grandyn, regina della mondanità newyorkese di quegli anni. Per Evelyn e Katey è la porta che si apre sulla buona società che conta e l’inizio di un’amicizia che poi prenderà altre pieghe.
A ripercorrere quella fase della sua vita è Katey anni dopo. Nel 1966 visita la mostra al Museo di Arte Moderna di New York del fotografo Walker Evans, dove sono esposti i suoi ritratti scattati nella metropolitana negli anni Trenta, e si imbatte in una foto che immortala il suo vecchio amico Tinker Gray.
E’ l’occasione per ripercorrere a ritroso gli anni in cui la sua vita ruotava intorno al giovane e all’amica Eve, al percorso inaspettato dei loro destini e ad altri personaggi che l’avevano accompagnata in quel tratto di vita.
Il libro di esordio di Towles è un incredibile tuffo in una New York al suo apogeo.

 

Rebecca West “Un matrimonio non premeditato” -Fazi- euro 18,50
Protagonista è la giovane americana di origini francesi Isabelle, bella, ricca e afflitta dalla recente scomparsa del marito Roy, spericolato aviatore. Per riprendersi dal dolore della vedovanza vola a Parigi e si immerge nel bel mondo che è il suo habitat naturale. Sono i favolosi anni 20 del Novecento e Isabelle non fatica certo a trovare spasimanti, ma che poi nascano relazioni appaganti non è per niente scontato.
Nella Parigi dell’epoca si muove un’alta società annoiata e narcisista, alla continua ricerca del piacere e, attraverso la voce della protagonista, la West lancia strali sottili verso quel mondo dorato e pieno di privilegi al quale apparteneva, ma di cui sapeva vedere bene le lacune.
Isabelle si dibatte tra i corteggiatori e, per ripicca verso un uomo che credeva di amare, decide di sposare l’industriale dell’automobile Marc Sallafranque. I due in comune hanno poco nulla e il loro si rivelerà un rapporto basato sulla noia e altamente tossico.
Ma il vero centro del romanzo sta nelle relazioni di quell’ambiente dove a comandare sono il denaro, i pettegolezzi, le relazioni in cui gli uomini tendono ad accumulare le conquiste femminili come fanno con i soldi. Le donne invece si prestano a legami che -all’occhio attento e critico della West- si rivelano prossimi a una velata prostituzione per migliorare la propria condizione economica, in forme socialmente accettate.
Intorno a Isabelle, che si danna alla costante ricerca di spiegazioni razionali dietro i comportamenti delle persone, si muovono impenitenti donnaioli come André de Verviers, convinto di potersi permettere qualsiasi cosa in virtù della sua ricchezza e del suo fascino, e col quale Isabelle ha avuto una relazione.
Una pletora di donne pronte a concedersi al miglior offerente, come l’inglese Petina dall’animo volgare in perfetta sintonia con le altre lady del suo squallido entourage.
Poi c’è la rappresentazione dell’incolmabile divario sociale, come nel caso della principessa russa Luba
Couranoff scampata alla rivoluzione bolscevica e rifugiatasi a Parigi. Lì annaspa senza mezzi di sostentamento, nostalgica del mondo privilegiato perduto, e sopravvive solo perché mantenuta dall’amante di turno.

Tutti loro si dibattono sullo sfondo di una società che sta volgendo al tramonto, superficiale, annoiata e dedita agli stessi vuoti riti in Costa Azzurra come nei salotti parigini.
A sparigliare le carte sarà il crollo della Borsa nel 29, che sgretolerà immense fortune; mentre a salire nella scala sociale ecco la nuova schiera dei self made man. Degno rappresentate di questi nuovi ricchi senza retaggio sociale sarà il funzionario governativo Monsieur Campofiore mosso da un profondo livore verso chi ha avuto tutto senza aver mosso un dito per meritarlo.

 

Alessia Gazzola “La ragazza del collegio” -Longanesi- euro 18,60

Ha fatto molta strada Alessia Gazzola dal 1911, anno in cui pubblicò la prima avventura della sua eroina Alice Allevi: dottoranda in medicina legale che tendeva a sconfinare facilmente nel ruolo di investigatrice, giovane donna anche un po’ maldestra e a volte pasticciona. Un personaggio adorabile che ha subito raccolto successo a piene mani. Da allora abbiamo seguito la sua vita tra carriera, ostacoli, vita privata e amori non sempre corrisposti o facili.
Anche Alessia Gazzola da allora ha fatto altrettanta strada mettendo al mondo la seconda figlia, trasferendosi a Verona, esplorando i mondi di altri personaggi e creando 3 nuove eroine diverse tra loro. Mentre lei si avventurava in romanzi lontani da Alice, in compenso, la sua prima creatura ha ispirato la fiction tv con Alessandra Mastronardi, ovviamente campionessa di share.
Ora “La ragazza del collegio” è un romanzo che riannoda i fili della vita privata di Alice; non è più precaria né sul fronte professionale e tantomeno su quello sentimentale, ormai è la compagna stabile di CC aka l’affascinante Dottor Carlo Conforti. I due sono reduci da un felice periodo di 2 anni a Chicago che ha rafforzato il loro legame e le loro carriere.
Troviamo Alice cresciuta, più sicura di sé e con nuovi obiettivi, tra i quali la maternità che sta inseguendo con scarso successo.
Per CC è un momento importante perché l’arcigna Wally è a un passo dalla pensione e lui sembra essere il candidato migliore alla successione come direttore dell’Istituto.

Poi ovviamente ci sono i casi da risolvere con il primo morto: la 23enne Francesca, la ragazza del collegio, piena di ideali e progetti, la cui vita invece è travolta da un’auto pirata. Sopralluogo e autopsia toccano ad Alice che non si limita certo al solo ruolo professionale. Come al solito parte in quarta calandosi anche nei panni di investigatrice.
A complicare le cose c’è poi un misterioso bambino che non sembra in grado di parlare; nessuno sa quanti anni potrebbe avere, né da dove venga e dove siano i genitori. Un caso nuovo da sbrogliare in cui non c’è il morto, ma molto mistero da chiarire.
Alice non può restare indifferente alle sorti del trovatello che urlano al suo desiderio di maternità e così procede sul fronte di 2 indagini, che non mancheranno di catturare la vostra attenzione, as usual.

 

La rassegna mensile dei libri

GENNAIO 2022


Ecco, per il mese di gennaio, la nostra rassegna dei titoli più letti e discussi nel gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri: una proposta per riflettere e per riscoprire un grande classico della narrativa sequenziale è quella che riguarda la lettura de L’Eternauta, saga fantascientifica e politica di Hèctor Oesterheld e Francisco Solano Lopez; una proposta per sorridere garbatamente e riscoprire un autore inglese sempre molto apprezzato è quella che riguarda L’Amore Tra I Polli di di P. G. Wodehouse; infine una proposta per i lettori nostalgici e malinconici è la dolce-amara retrospettiva degli anni 80 americani offerta da I Giorni Felici Di California Avenue, di Adam Langer.

Negli ormai consueti incontri con gli scrittori emergenti la redazione di Novità in Libreria ha intervistato Alessandro Bolasco, cagliaritano trapiantato a Londra, l’esordiente autore de Alla Luce Dell’Ombra (Convalle, 2021), un thriller finanziario che porterà i lettori a scoprire il torbido e pericoloso mondo dell’alta finanza; Marta Iside Riva, bergamasca, con il suo ultimo romanzo Ancora Te (StreetLib, 2021) sequel del romanzo precedente Ancora Te; Don Ugo Mancada, romagnolo DOC, è l’esordiente autore del romanzo fantastico Acerboli E La Città Sommersa (Bookabook, 2021); ne Diario Di Un Colibrì (Youcanprint, 2021) l’esordiente Carlo Mascelloni, ravennate, racconta la sua esperienza di volontario nella Protezione Civile; infine il saggista e storico Alessandro Faneschi che ha da poco pubblicato il suo primo romanzo Montalcino 1553 – Cronaca di un assedio (Albatros Editore).

Per questo mese è tutto, vi invitiamo a venirci a trovare sul nostro sito ufficiale per rimanere sempre aggiornati sul mondo dei libri e della lettura! unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Febbraio al Circolo dei lettori è un mese intenso

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Febbraio al Circolo dei lettori è un mese intenso, tanti gli ospiti invitati a raccontare, riflettere e dialogare, a trasmettere cultura e passione.

 

Si parte con Fabio Geda in dialogo (1/2) con il co-fondatore di people Stefano Catone per presentare Il mondo salvato dagli ingenui: un confronto sui liberi e incondizionati pensatori. Titti Marrone (2/2), nell’ambito delle celebrazioni del Giorno della Memoria, racconta con Elena Loewenthal Se solo il mio cuore fosse pietra (Feltrinelli) l’incredibile storia vera di una grande villa di campagna diventata una residenza per i piccoli reduci dai campi di sterminio. Alessandro Forgione (3/2) dopo Napoli mon amour e Giovanissimi (candidato al premio Strega 2020), torna con un folgorante romanzo di fallimenti e conquiste, in dialogo con Marta Barone. Antonio Manzini e Tullio Sorrentino (3/2) daranno voce al nuovo racconto inedito dell’autore di Rocco Schiavone, Le ossa parlano (Sellerio). L’America è un esperimento (La nave di Teseo) è l’analisi dell’autore e giornalista Enrico Rotelli (4/2) che ne parla con Francesca Pellas.

 

La poesia di Franco Arminio (4/2) è protagonista con Studi sull’amore(Einaudi): una voce in versi nuova per indagare il coraggio di essere fragili. Torna Piergiorgio Odifreddi (7/2) questa volta a raccontarci storie straordinarie di animali, scrittori e scienziati descritte in Sorella scimmia, fratello verme (Rizzoli). La mitica Enrica Tesio (8/2) è la voce del suo diario, quello di chi, per riposarsi, si deve concentrare: lo racconta a Torino e in Tutta la stanchezza del mondo(Bompiani).

 

Parte il 9 febbraio “Tutta la vita è lontano. Riscoprire Carlo Levi a 120 anni dalla nascita”. Il progetto della Fondazione Circolo dei lettori realizzato con GAM, Camera e Museo del Cinema che prevede incontri, lezioni, dialoghi, mostre e proiezioni con: Francesco Piccolo, Claudia Durastanti, Filippo La Porta, Mario Desiati, Nicola Lagioia e tanti altri interventi cruciali per studiare la vita di questo straordinario protagonista del Novecento.

 

Si prosegue con una nuova avventura di Maurizio de Giovanni (15/2), una narrazione sul dolore e sull’umanità approfondita in L’equazione del cuore(Mondadori). Alberto Melloni (18/2) ragiona con Enzo Bianchi, Luca Ferracci, Sergio Mainoldi e Letizia Tomassone su L’unità dei cristiani (il Mulino). Il prof di filosofia di BarbaSophia, Matteo Saudino (18/2) ci accompagna a scoprire con i grandi filosofi il coraggio di pensare. Il dialogo tra Gianni Oliva e il giornalista Fausto Biloslavo (21/2) è incentrato sul tema dell’esodo istriano e del suo rapporto con la nostra memoria.

 

È con Giorgio Cuscito, Fabrizio Maronta e Lorenzo Pregliascol’appuntamento mensile con LIMES (23/2): si analizzano gli impatti geopolitici dei nuovi steccati alzati dal Covid-19 tra e negli Stati. Il romanzo di Nina Zilli (24/2) L’ultimo di sette (Rizzoli), è una storia fuori tempo d’amore e passione. Costanza DiQuattro (24/2) invita a sfogliare un nuovo album di famiglia descritto in Giuditta e il monsù (Baldini+Castoldi).

 

Torna la rassegna stampa del Post (26/2): i giornali, spiegati bene da Francesco Costa e Luca Stofri. È a cura dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte il progetto “Zone cieche e punti di luce”, un itinerario fra romanzi e saggi alla scoperta di origini, difficoltà e promesse dell’atto creativo. Si parte con Il grembo paterno(Feltrinelli) di Chiara Gamberale (28/2) in dialogo con Riccardo Bernardini e con le letture di Elettra Mallaby, si prosegue a marzo con Emanuele Trevi e i suoi Viaggi iniziatici (UTET).

 

Febbraio chiude con l’intrigante segreto di quattro ex detenuti fuggiti dalla Francia descritto da Enrico Pandiani (28/2) in Fuoco (Rizzoli): un passato che irrompe nel presente trascinando i protagonisti in una storia pericolosissima.

 

L’ingresso agli incontri al Circolo dei lettori è libero con prenotazione obbligatoria scrivendo a info@circololettori.it, con la Carta Plus è possibile prenotare il posto nelle prime file dedicate.

“Il tempo sospeso”, quando scrittura e pittura si fondono

Al Centro Pannunzio, in via Maria Vittoria 35/h, a Torino, e’ stato presentato il libro  “Il tempo sospeso”, scritto dalla giornalista torinese Mara Martellotta insieme all’artista fiorentino Andrea Granchi. Con l’autrice sono intervenuti il giornalista Andrea Donna e l’editore Gian Giacomo della Porta

L’arte pittorica e la scrittura, un binomio che potrebbe sembrare apparentemente lontano, mostrano, invece, un sottile fil rouge nel potere salvifico che entrambe possiedono di fronte ad eventi epocali come è stata ed è la pandemia da Covid 19. Alla luce di ciò, il volume intitolato “Il Tempo Sospeso”, edito da Gian Giacomo Della Porta Editore, accosta le riflessioni elaborate in questi due ultimi anni dalla giornalista Mara Martellotta alle opere pittoriche dell’artista fiorentino Andrea Granchi, nato a Firenze nel ’47, già docente all’Accademia di Belle Arti di Firenze, vincitore del premio Stibbert per la pittura nel ‘71 e proveniente da una famiglia di antica tradizione artistica e nel campo del restauro.

La contemporaneità dei temi trattati, quali il cambiamento della società e dei rapporti interpersonali, la comparsa di nuove angosce e dubbi, hanno trovato un perfetto parallelismo sia nella scrittura dell’autrice, sia nella pittura di Andrea Granchi, indicando e tracciando una possibile via di ancoraggio e salvezza, in questo “tempo sospeso”, nell’arte.

“Agli scritti di Mara Martellotta – spiega il professor Pier Franco Quaglieni, che ha scritto la prefazione del libro  – ci rivelano che nel grande naufragio c’è gente che ha salvato la sua anima attraverso la cultura, l’arte e la fiducia in una vita animata da valori che sembrano appannati. Questi scritti sono destinati a testimoniare il coraggio e l’intelligenza di chi ha saputo passare attraverso il fuoco senza bruciarsi, come diceva il mio amico Mario Soldati”

Max Casacci presenta Head ‘n’ Groove

I Giovedì in CAMERA
 

Presentazione del libro fotografico con la partecipazione di Max Casacci e Rossano Ronci

Giovedì 3 febbraio, ore 18.30, Gymnasium di CAMERA

Giovedì 3 febbraio, alle ore 18.30, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia ospita la presentazione del libro fotografico Max Casacci. Head ‘n’ Groove (edito da Silvana Editoriale)un ritratto dell’eclettico musicista dei Subsonica, attraverso le immagini evocative del fotografo Rossano Ronci.
 
In queste pagine, Ronci racconta gli istanti salienti delle tournée di Max Casacci con uno sguardo inedito che sa cogliere l’uomo oltre al musicista famoso, e la fitta rete di connessioni culturali ed emotive, che interessano il fondatore dei Subsonica e la sua più grande passione.
 
Seguendo la band in concerto, Rossano Ronci racconta le storie invisibili sopra e dietro il palco, le tensioni e le attese, andando oltre il classico reportage on stage e di backstage.
 
“Mi rendo conto che non c’è uno strumento migliore della fotografia per costruire il racconto di quello che altrimenti passerebbe inosservato. Il pubblico vede tutto ciò che è frontale, noi ricordiamo i flash, gli stati intensi. Ma guardando queste immagini realizzo, per la prima volta, anche quello che succede un attimo dopo e un attimo prima. Quando per esempio la chitarra resta a terra e tu cammini verso lo star-gate che ti riporterà giù. Per un momento sei completamente svuotato. Non me l’aveva mai mostrato nessuno. Ci voleva la fotografia. Ci voleva Rossano Ronci.”
Max Casacci
 
A fine l’incontro, si svolgerà il book signing con l’autore del libro.
 
Intervengono:
Max Casacci, musicista
Rossano Ronci, fotografo
Gabriele Ferraris, giornalista
Walter Guadagnini, direttore di CAMERA
 
Massimiliano Casacci (Torino, 1963)
Meglio noto come Max Casacci, è un chitarrista italiano, produttore e fondatore dei Subsonica. È compositore e autore della maggior parte dei testi del gruppo, produttore musicale, tecnico del suono e direttore del Traffic – Torino Free Festival.
 
Rossano Ronci (Rimini, 1970)
Fotografo autodidatta, ha realizzato progetti editoriali sulla fotografia di ritratto, lavorando con personaggi dello spettacolo come Fiorello, Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, e con grandi campioni dello sport, tra i quali Valentino Rossi, Dino Zoff, Francesco Totti e Gigi Buffon. Si occupa inoltre di fotografia d’architettura, realizzando immagini per importanti architetti italiani e internazionali.
 
 
È consigliato prenotare l’incontro sul sito di CAMERA (qui).
Il biglietto d’ingresso ha un costo di 3 euro.
 
 immagini © Rossano Ronci

”Sì vax” e ”no vax”. Le riflessioni di Fusaro

A Torino è nata la ‘’Commissione per il dubbio e la precauzione sul covid-19’’ composta da Giorgio Agamben (filosofo), Gianni Vattimo (filosofo), Carlo Freccero (massmediologo),Ugo Mattei (giurista). Mancava Diego Fusaro che con la sua più recente opera filosofica ( ”Golpe Globale”, capitalismo terapeutico e grande reset, Piemme, 2021, 267 pagg. €17,90) dovrebbe farvi parte ‘de facto’.

Non penso che i no vax abbiano ragione gli uni o torto gli altri e premetto di essere vaccinato. Penso però che abbiamo tutti diritto ad avere una opinione o delle perplessità anche se tutti vaccinati. Perché un conto è il dovere della responsabilità, che va osservato vaccinandosi, un altro e il diritto alla libera espressione dell’opinione critica , che va comunque preservato, fosse anche posto per legge l’obbligo vaccinale. L’ opera del filosofo torinese va in questa direzione e spiega anche il suo rifiuto alla distinzione manichea tra ” si vax ” e ” no vax ”. Diego Fusaro pone molti interrogativi e molti spunti di riflessione al lettore: ”Se non siamo in lockdown cognitivo, dobbiamo chiederci: è lo stato di emergenza ad avere bisogno delle misure di emergenza o le misure di emergenza ad avere bisogno dello stato di emergenza? ”Lo stato di emergenza diventa stato di eccezione, che comprime via via tutti i diritti di libertà (lockdown, dad, smart working ecc) . Se c’è l’emergenza allora diventa legittimo ciò che non  lo sarebbe, se non ci fosse lo stato di emergenza. Il tutto in un alternarsi sempre aggiornato di nuova emergenza terroristica e nuova imposizione di legittimità, contro la incosciente e sconsiderata liceità della massa decerebrata. ”L’ inaccettabile della normalità, diventa l’inevitabile dell’emergenza” diceva l’economista liberale Milton Friedman in tempi non sospetti. Quali diritti e quali libertà, possono essere negoziati all’ infinito senza calpestare i diritti costituzionalmente garantiti? In nome del diritto alla salute tutti gli altri diritti possono all’occorrenza essere silenziati ? Il diritto al lavoro viene silenziato in nome del diritto alla salute. Il diritto alla libertà di culto, è stato silenziato nuovamente in nome del diritto alla salute. L’ articolo 32 della carta costituzionale a tutela del diritto alla salute, può essere stravolto in nome di gerarchie dei diritti che la carta non prevede? L’emergenza sanitaria pone una nuova razionalità politica che è quella dell’ emergenza perpetua, utilizzata in modo strumentale. La monocultura kafkiano-esecutiva, pone la legittimità distopica come profilo di necessità sine tempore.
Si depotenzia in tal modo la democrazia parlamentare, in nome di un minculpop-comintern divenuto nel frattempo un principato democratico, tutto a favore del business di Big Pharma.
” Nella vita non ridere, non piangere, non maledire ma capire” (Baruch Spinoza). Chi ha una opinione su questa catastrofe, se la tenga. È tutto quello che possiede.

Aldo Colonna

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Simonetta Agnello Hornby   “Punto pieno”       -Feltrinelli-    euro

E’ il terzo capitolo della saga della famiglia siciliana dei Sorci (dopo “Caffè amaro” e “Piano nobile”); abbraccia il periodo tra secondo dopoguerra e 1992 con le stragi di mafia.

Il romanzo inizia il 5 aprile del 1955 con la morte del barone Andrea Sorci, uno dei figli di Enrico. Il palazzo avito è ormai vittima dell’incuria e lontano dai fasti antichi. La decadenza non è solo delle stanze perché la storia inizia con un fatto gravissimo che aggiunge sfascio morale alla progressiva perdita di ricchezza della blasonata famiglia Sorci.

Il barone Andrea in un accesso di follia ha ucciso la sua povera domestica spaccandole la testa, poi è uscito di casa, si è accasciato su una panchina ed ha lasciato questo mondo.

A insabbiare la vera dinamica del delitto è il figlio illegittimo del barone Enrico, il potentissimo avvocato Peppe Vallo; detto “l’Americano” perché oltreoceano aveva fatto fortuna, anche grazie a connivenze poco limpide. In virtù dei suoi rapporti con consolato americano, polizia e malavita riesce a dirottare le indagini e a salvare il buon nome della famiglia.

Casata che in realtà sta affondando economicamente per lo sperpero della fortuna ereditata, mentre faide e antichi rancori minano i rapporti tortuosi e complicati tra i suoi membri.

Al centro del romanzo c’è la sorta di sorellanza nel Circolo del Punto Pieno creato dalle zie che i Sorci chiamano le Tre Sagge”,alle quali ricorrono per risolvere questioni spinose grazie al loro acume e buon senso.

Nella sagrestia della chiesa dei Santi Scalzi le zie accolgono donne di ogni età, estrazione sociale, esperienze di vita e lì, al riparo dal resto del mondo, ricamano corredini, tovaglie, lenzuola, asciugamani che otterranno un enorme successo anche commerciale. Soprattutto hanno ritagliato uno spazio unico in cui ogni donna viene accettata, dalla prostituta alla monaca; e tutte possono sentirsi libere di essere se stesse. Mentre cuciono febbrilmente parlano di tutto; dalla legge Merlin all’uomo sulla luna. Un circolo che però dà anche fastidio a qualcuno, come almagnaccia Cusumano…..  

Poi ci sono altri sviluppi…e tra i protagonisti spicca Peppe Vallo, uomo del mistero e colluso con la Mafia. Seduce Mariolina, più giovane di lui di 42 anni; la loro è una passione intensa che continua anche quando Beppe la induce a sposare l’innocuo Alfio,«dell’altra sponda» e marito solo di facciata.

Poi c’è il nipote di Andrea, Rico, uomo tormentato che, credendo nel progresso, s’inventa svariate iniziative, tutte destinate a finire in nulla. Dalle delusioni cerca conforto in molteplici amanti;mentre sua moglie Rita Sala si rivela uno dei personaggi più perspicaci e intelligenti.  

E sullo sfondo appaiono anche personaggi realmente esistiti come Marco Rostagno ucciso dalla mafia, o il giudice Falcone che morì con la moglie e gli agenti della scorta, sepolti  dai macigni di un’autostrada fatta saltare per aria. Unico baluardo di amore, bellezza e solidarietà in una società in frantumi resta il Circolo del Punto Pieno.

Larry Watson  “Uno di noi”   -Mattioli-   euro   16,00

Larry Watson è nato nel North Dakota nel 1947, ora vive nel Wisconsin a Kenosha, dopo una carriera da docente universitario, poeta e scrittore. Questo suo romanzo ha anche ispirato l’omonimo film girato dal regista Thomas Bezucha nel 2020 e arrivato a luglio nelle sale italiane. Magistralmente interpretato daidue mostri sacri di intensità e bravura Kevin Costner e Diane Lane.

Libro e film sono ambientati a inizio anni Cinquanta tra North Dakota e Montana, e possono essere annoverati come neo –western, ambientato negli spazi della frontiera americana che esiste ancora.

La vita dei coniugi George e Margaret Blackledge è stata segnata dalla morte dell’unico figlio James, accidentalmente caduto da cavallo e spezzatosi il collo. Sono sposati da quasi 40 anni,decisamente una coppia solida che ha retto al dolore più devastante che possa esserci. George è un ex sceriffo, uomo tutto d’un pezzo, poche parole e sguardi che dicono tutto; Margaret ha reagito alla perdita del figlio riversando il suo affetto sul nipotino Jimmie, piccolo tenero orfano di padre e rimasto in casa Blackledge con la madre Lorna.

I rapporti tra la nuora e Margaret non sono dei più facili, a unirle è l’amore per il bambino; ma tutto si complica quando Lorna sposa in seconde nozze un certo Donnie Weboy e si porta via Jimmie.

Il bimbo che ora ha 4 anni è stato il regalo che la vita ha fatto a Margaret e George e in parte ha compensato quello che la tragedia gli aveva portato via; ma ormai la nuova vita di Lorna ha allontanato i nonni dal nipote. E per Margaret la cosa è inaccettabile, tanto più che subodora qualcosa di poco chiaro nella nuova coppia.

E’ così che decide di andare a riprendersi il bambino; sembra fatta di acciaio, è tenace, battagliera e disposta a farlo anche da sola. E’ lei l’elemento trainante nella coppia; quanto a George, è meno convinto, ma non può certo lasciarla andare da sola. I due partono alla ricerca dei Weboy, attraversano spazi immensi e deserti alla volta del Montana, e alla fine dopo varie ricerche ritrovano Jimmie. Ma quello che scoprono è tutt’altro che piacevole.

Lorna è finita in una famiglia assai disfunzionale, fagocitata dal temibile clan Weboy che vive

isolato in una landa deserta e squallida, in un ranch sperduto in mezzo al nulla fuori dalla cittadina di Bentrock dove detta legge anche sulla polizia.

George e Margaret sprofondano in una sorta di incubo in cui devono fare i conti con lo spietato clan matriarcale dove a governare con pugno durissimo sui figli, sulla nuora e su Jimmie, è la pericolosa, perfida Blanche Weboy che trasuda odio, cattiveria e aggressività da ogni poro.

Salvare Lorna e Jimmie dalla violenza, dalle botte e dai soprusi di una famiglia marcia fino al midollo non sarà per nulla facile per i Blackledge. I Weboy non intendono lasciare andare la donna e il bambino e George e Margaret dovranno fronteggiare un’ondata di violenza e orrore incredibili, un mondo feroce dove la sola legge è quella di una famiglia disposta anche a uccidere ……

Un romanzo e un film  che narrano magnificamente due modi opposti e  inconciliabili di essere madri e di fare famiglia, e pagine che vi terranno col fiato sospeso fino alla fine.

 

Jonathan Lee  “Il grande errore”    –Sur–    euro 18,00

Galeotta fu una panchina di marmo a Central Park dedicata a un grande uomo –“il padre della Greater New York”- sulla quale si sedette nel 2012 lo scrittore inglese 40enne Jonathan Lee, da poco trasferitosi a New York, direttore editoriale dell’editore britannico Bloomsbury ed autore di altri 4 romanzi.

E’ dedicata a un personaggio che ha costruito alcuni luoghi cult della Grande Mela, Andrew Haswell Green, vissuto per buona parte nel XIX secolo e assassinato a 83 anni, davanti al portone di casa nel 1903.

Green è stato l’artefice di Central Park, Metropolitan Museum of Art, Museum of Natural History e lo zoo del Bronx. Di lui si era un po’ persa memoria, ma la verità è che fu uno dei padri della New York moderna che conosciamo oggi.

Jonathan Lee ha ricostruito la sua vita a partire dalle umili origini contadine, e il romanzo viaggia su due linee temporali che finiscono per assemblarsi.

Andrew era nato nel 1820, settimo degli 11 figli di un povero contadino del Massacchusetts; uomo duro, spiazzato da quel figliogracile, pelle e ossa, taciturno e sensibile che amava la letteratura ed era diverso dagli altri. Quando ha 12 anni la madre muore e lui sospetta che si sia suicidata. Il padre frequenta e porta in casa altre donne, e decide di spedire Andrew lontano da casa a fare l’apprendista in una bottega.

E’ proprio lì che il destino gli mette sulla strada l’avvocato Samuel Tilden. Dapprima suo mentore, poi divenne l’amore della sua vita, in un’epoca in cui l’omosessualità non era per  nientelecita e veniva mascherata da matrimoni di facciata, escamotage al quale però Green non volle piegarsi. Tilden fu colui che gli ispirò la costruzione della Public Library.

Green era geniale, tenace e dotato di una volontà ferrea che lo portò lontano e legò il suo nome in modo indissolubile a una delle città più affascinanti e moderne del mondo.

La seconda linea del racconto invece inizia dal giorno del delitto, 13 novembre 1903, in cui Cornelius Williams misterioso uomo dalla carnagione scura, baffi sale e pepe, in bombetta lo attende davanti alla sua abitazione  al 91 fra la Quarantesima e Park Avenue. Lo apostrofa con la domanda «Ditemi dov’è lei, Green» e poi esplode 5 colpi che stroncano la vita di Andrew. E a quell’epoca venire assassinati era visto come qualcosa di vergognoso, la gente finiva per associare la vittima a qualcosa di losco nascosto nel suo passato e nella sua vita.

Questo è il libro che chi ama profondamente New York divorerà con passione, perché ci racconta anche la storia della città e rispolvera dall’oblio la statura di Andrew Green, la sua «..fame d’imprese  grandiose, di opere di portata imprescindibile, capaci  di resistere alla prova del tempo…».

Una su tutte, il Central Park, che volle con tutte le sue forze e che quando iniziò a prendere forma gli valse l’ammirazione di sindaci e governatori che lo definirono «Un uomo  che porta a casa il risultato».

Sabina Minardi   “Il grande libro del vintage”     -Il Saggiatore-     euro   29,00

La giornalista Sabina Minardi è responsabile delle pagine culturali dell’Espresso e sempre molto attenta ai fenomeni culturali, come la tendenza a rispolverare il passato traslandolo nel presente.

E’ in questa direzione che si muove il Vintage, oggi decisamente in voga come testimoniano le folle che si muovono tra i banchi dei mercatini in cui echi, oggetti, abiti, utensili ormai tramontati del passato suscitano una nostalgia che induce all’acquisto e a una sorta di  ritrovata sicurezza e tenerezza.

La pandemia ha innescato tutta una serie di riflessioni sull’ambiente, il riciclo, e un modo nuovo di muoversi in un presente incerto. C’è anche una spinta ecologista che muove il vintage, un modo di sbloccare i ricordi, ridurre i consumi, frenare gli sprechi  e dare uno stop al fast fashion spesso poco chiaro quanto a filiera di produzione.

Dalle famose pastiglie Leone in scatole di latta colorate ai vinili, dai vecchi telefoni agli abiti che evocano il calore di chi li ha indossati in passato, dai libri vissuti alle borsette e via di questo passo….oggi il vintage è trasversale e chic. Piace ai giovani che vogliono fuggire dall’omologazione ed esprimere una personalità da scoprire; va forte tra le signore ma anche tra gli uomini che vanno alla ricerca di chicche come bretelle, cravatte, gemelli e oggetti da scrivania dei tempi  che furono.

La Minardi è bravissima nel raccontare quanto e come le cose siano fatte non solo di tela, stoffe, pelle, metalli, ecc., ma soprattutto di valori altamente simbolici e profondamente affettivi.

Le Olimpiadi invernali e la Valanga Azzurra nel nuovo episodio del podcast “Fuoriclasse”

A cura del Salone del Libro

Dal 31 gennaio 2022 il sesto episodio disponibile su SalTo+ e sulle principali piattaforme di streaming gratuite

www.salonelibro.it – SalTo+

In occasione dei XXIV Giochi olimpici invernali a Pechino, il podcast “Fuoriclasse”, progetto digitale del Salone Internazionale del Libro di Torino che racconta lo sport attraverso storie, libri, riferimenti cinematografici, letterari, cronaca e radiocronaca, sale tra le vette innevate per dedicare allo sci e agli sport invernali la sua sesta puntata, ripercorrendo le tappe più significative delle Olimpiadi invernali e quel fenomeno strabiliante che fu la Valanga Azzurra. Uno sport, quello dello sci, che solo fino agli anni Settanta era ancora considerato elitario, destinato ai benestanti, e che in poco tempo è diventato un’attività e un divertimento per adulti e bambini, favorito anche dalla necessità di ritrovare un contatto con la natura e di ricercare quella libertà un po’ perduta in città.

Il nuovo episodio, realizzato dai curatori Marco Pautasso e FedericoVergari, sarà disponibile dal 31 gennaio 2022 su SalTo+ e sulle principali piattaforme di streaming gratuite. La puntata torna indietro nel tempo per ricordare lo slalom gigante di Coppa del mondo di Berchtesgaden, in Germania Ovest, nel 1974, quando la squadra italiana ottenne un risultato mai conseguito prima di allora da nessuna nazionale, aggiudicandosi le prime cinque posizioni della classifica finale, grazie alle imprese sugli sci di Piero Gros, Gustavo Thoeni, Erwin Stricker, Helmuth Schalmzl e Tino Pietrogiovanna, meritandosi l’appellativo di Valanga Azzurra. C’è spazio anche per il campione Alberto Tomba che nel 1988 a Calgary, in Canada, primeggia nello slalom gigante e costringe il Festival di Sanremo in corso a fermarsi in diretta, giusto il tempo per permettere al pubblico italiano di ammirarlo nello slalom speciale che conquista con destrezza. Tra la prima edizione dei Giochi olimpici invernali, svoltisi nel 1924 a Chamonix e i prossimi a Pechino (prima città della storia ad aver ospitato sia i Giochi olimpici estivi, nel 2008, sia quelli invernali), l’episodio di “Fuoriclasse” attraversa cento anni di sfide, vittorie, campioni e campionesse che hanno affascinato appassionati di tutto il mondo.

Tra i riferimenti bibliografici della sesta puntata: Mario Cotelli con L’Epopea della Nazionale di Sci 1969-1978. La Valanga azzurra (New Press); Lorenzo Fabiano con Thoeni vs Stenmark, l’ultima porta (Mare Verticale); Lorenzo Fabiano con Valanga azzurra. Innsbruck 1976 (Mare Verticale); Riccardo Crovetti e Leonardo David con La leggenda del ragazzino campione (Mursia).

Il sesto episodio fa seguito alle altre puntate di “Fuoriclasse”, ciascuna dedicata a particolari discipline sportive e ai suoi protagonisti: l’omaggio agli Europei di calcio nella prima puntata; il racconto dedicato alle Medaglie d’oro femminili nel secondo appuntamento; i campioni del ciclismo Alfredo Binda e Gianni Bugno nel terzo audio; il mondo del tennis e le Atp Finals nel quarto episodio; le testimonianze su tanti campioni e campionesse che hanno brillato nel 2021 nel quinto pezzo.

Il podcast “Fuoriclasse”

Raccontare lo sport di ieri e di oggi e la sua epica, costellata di storie uniche ed esemplari, personaggi avvincenti – vincenti o perdenti che siano –, e valori condivisi, come la lealtà, la resistenza e la perseveranza. Narrare lo sport attraverso le sfide di donne e uomini capaci di risultati impensabili o di cadute eclatanti e con l’attenzione rivolta alla cronaca del tempo, alla letteratura e al cinema che hanno fatto da sfondo o accompagnato tanti momenti sportivi nel corso del tempo. Rileggere eventi agonistici del passato per meglio interpretare pezzi di storia del nostro Paese e del mondo. Con il nuovo podcast dal titolo “Fuoriclasse” il Salone Internazionale del Libro di Torino si apre alla narrazione sportiva.

Fuoriclasse” comprende una serie di episodi, rilasciati una volta al mese, dedicati ciascuno a storie di personaggi sportivi “fuoriclasse” (perché fuori dal comune, irregolari, precursori che hanno scritto pagine di storia), oppure a momenti storici differenti, che si intrecciano, raccontati attraverso due voci, quelle di Marco Pautasso del Salone del Libro e di Federico Vergari, giornalista, scrittore e consulente del Salone del Libro.

Fuoriclasse” intende approfondire la narrazione sportiva, dal calcio all’atletica, dal tennis al ciclismo e così via. Ha anticipato e accompagnato una delle novità che hanno caratterizzato la recente edizione del Salone Internazionale del Libro di ottobre 2021: la presenza della Sala Olimpica, uno spazio dedicato allo sport, ai linguaggi con cui viene raccontato e alla sua editoria, per valorizzare una tendenza sempre più centrale nel mercato editoriale.

Spiegano Marco Pautasso e Federico Vergari:

«Il linguaggio sportivo è cambiato ed è facile fare un rapido confronto. Un evento che ricordiamo in molti è la telecronaca della finale di Coppa del Mondo di Spagna ‘82 di Nando Martellini. Un altro evento è la più recente finale del 2006 con la telecronaca di Fabio Caressa. Oggi la prima telecronaca annoierebbe, per quanto Italia-Germania del 1982 sia stata più entusiasmante (e ben giocata) di Italia-Francia del 2006. È cambiato qualcosa? La risposta è sì, perché è cambiato il racconto. Lo sport è (anche) un linguaggio e come tale è in continua evoluzione. L’obiettivo di “Fuoriclasse” è quello di fotografare questo cambiamento. Nell’epoca dello storytelling applicato a qualsiasi cosa, politica compresa, non si può pensare a un evento sportivo senza un adeguato racconto. Che avvenga per radio, in video, su un sito, con un libro o su un quotidiano è ormai un dato di fatto che la qualità della narrazione influirà sensibilmente sulla costruzione di un preciso ricordo sportivo. L’epica sportiva non manca ultimamente. Ci sono trasmissioni TV, case editrici e riviste che fanno dello sport una questione prima letteraria e poi sportiva. Parlare di sport significa prima di tutto parlare di uomini e donne. Ogni uomo e ogni donna si portano dietro una loro storia. Ognuno con la sua storia, ognuno con la voglia di spostare i limiti un po’ più in là.»

Per rimanere aggiornati sui podcast successivi: www.salonelibro.itSalTo+.

Fuoriclasse” è l’ultimo podcast in ordine di tempo ideato dal Salone Internazionale del Libro di Torino, dopo “Vita Nova”, che raccoglie gli interventi audio di ospiti dell’edizione speciale online a dicembre del Salone (come Alberto Angela, Richard Baldwin, Letizia Battaglia, Mathias Énard, Emma Dante, Fumettibrutti, Paolo Giordano, Vittorio Sgarbi, Eva Cantarella, Petros Markarīs) e “Il Salone presenta Albert Camus”, che approfondisce le opere dell’autore attraverso interventi di scrittori, scrittrici, traduttrici e intellettuali (Alessandro Piperno, Yasmina Melaouah, Annalena Benini, Leila El Houssi, Evelina Santangelo, Goffredo Fofi).