libri- Pagina 25

La prima volta di Belgravia a Cascina Roccafranca

Ci sono 100 posti a INGRESSO LIBERO
SABATO 21 OTTOBRE ORE 10,30.

La prima volta di Belgravia a Cascina Roccafranca Insieme a Fabio Caucino, Luca Zanetti per raccontare Italo Calvino attraverso le sue canzoni realizzate per il CantaCronache conosceremo Calvino a honche attraverso i suoi animali: ragni, lucciole, formiche, avvoltoi e chi più ne ha più ne metta, perchè la storia personale di Calvino, da Cuba a Sanremo, fino a Torino ha radici nella passione per la natura della sua mamma e del suo papà.
ASCOLTEREMO LE SUE PAROLE, GUARDEREMO LE SUE ILLUSTRAZIONI E POI FAREMO TUTTE /I INSIEME UN LIBRO COLLETTIVO CHE RESTERA’ IN CASCINA: ognuno, sul libro collettivo, potrà disegnare o scrivere…grandi e piccini.
Vi aspettiamo in TANTI perchè un esperimento così non si è mai visto!…
TUTTE/I INSIEME per fare innovazione creativa!
INFO E PRENOTAZIONI AL 3475977883 (anche whatsapp)
Belgravia Libreria Via Vicoforte 14/D: L’ APPUNTAMENTO RIENTRA NEL PROGRAMMA DI #CIRCOSCRIZIONIINMOSTRA
UN VIAGGIO TRA I QUARTIERI DI TORINO
iniziativa della Città di Torino realizzata da Fondazione per la Cultura Torino con la partecipazione dei soggetti culturali del territorio, le Circoscrizioni cittadine e la Rete delle case del quartiere,
Un’intera giornata, dalle 10.30 del mattino alle 23.30, dedicata alla scoperta della ricchezza e della varietà di proposte culturali del nostro territorio.
Ingresso libero e gratuito
Scopri tutto il programma su
www.comune.torino.it/eventi/circoscrizioniinmostra/

Testo raccolto da
Enzo Grassano

“Prima la Musica!” … gloria torinese

“Lattes Editori” vince il Premio Internazionale “Belma 2023” con il Corso di Musica di Nicola Campogrande

Una bella vittoria e un prestigioso riconoscimento che va ad inserirsi e a rendere ancor più festose le celebrazioni dei 130 anni della Casa Editrice torinese. A “Prima la Musica!” del compositore Nicola Campogrande, Corso di Musica edito da “Lattes Editori” per la scuola secondaria di primo grado, è infatti andato il “Bronze Award” del “Premio Belma” alla “Fiera del Libro” di Francoforte. A ricevere, nei giorni scorsi, il Premio, è salito sul terzo gradino del podio, Simone Lattes, a. d. della casa editrice subalpina. I “Belma” celebrano i migliori materiali educativi d’Europa e vengono assegnati dal 2009 in collaborazione con la “Fiera del Libro” di Francoforte, “Iartem” (“International Association for Research on Textbooks and Educational Media”) ed “European Educational Publishers Group”. Quattro le categorie in gara, 40 i libri indicati nella “shortlist”, tra cui solo 3 italiani, per un “Premio” che storicamente è stato raramente assegnato ad editori italiani.

 

“Prima la Musica!” rappresenta un modo completamente nuovo di studiare musica a scuola. L’idea dell’autore, Nicola Campogrande, uno dei più autorevoli compositori italiani contemporanei, è semplice e al tempo stesso innovativa. “Tutto il materiale musicale proposto agli studenti della scuola media – sottolineano alla ‘Lattes’ – è stato suonato e cantato da 180 musicisti professionisti che hanno realizzato 220 basi (classica, pop/rock, jazz, inni nazionali, colonne sonore, canti popolari e natalizi) per ispirare e coinvolgere i ragazzi nell’entusiasmante pratica della musica”. Una novità assoluta: al posto delle musiche “MIDI” con suoni artificiali, sono stati coinvolti musicisti in carne ed ossa di alto livello, come l’“Orchestra dei Pomeriggi Musicali” di Milano diretta da Alessandro Cadario, il “Trio Debussy”, i “Giovani Cantori di Torino”, il “Trio Jazz” di Daniele Tione e una band rocknella quale si sono alternati musicisti del calibro di Diego Maggi, Rocco Tanica e Roberto Gualdi.

“A scuola serve più musica – spiega Simone Lattes e i docenti di musica vanno valorizzati come attori fondamentali della crescita di studenti e studentesse. Partendo da questi presupposti, insieme a Nicola Campogrande abbiamo voluto realizzare un libro di testo che non accettasse compromessi sulla qualità. Che adesso il nostro lavoro si distingua anche a livello internazionale ci riempie di orgoglio e ci sprona a proseguire con convinzione su questa strada”.

E aggiunge Nicola Campogrande: “L’Italia è considerata uno dei Paesi più musicali del mondo, ma finora a scuola la musica è stata la ‘Cenerentola’ delle discipline. Accettare l’invito della ‘ Lattes’ a concepire un libro di testo che offrisse una nuova dignità alla materia e coinvolgere, insieme a me, 180 musicisti professionisti che per la prima volta si sono messi al servizio della scuola, è stata una sfida davvero emozionante. Questo riconoscimento premia dunque l’idea che la musica sia un luogo di incontro, di scambio, e che la sua pratica, sin dalla scuola, sia un bene prezioso per l’intera società”.

Ricordiamo che l’editrice “Lattes” ha già vinto un “Belma” nel 2021, “Premio Speciale della Giuria”, con un testo per le scuole medie che affrontava temi di “Educazione Civica” attraverso la vita e l’opera di Dante.

La “Casa Editrice Lattes” è stata fondata a Torino nel 1893, quando Simone, allora impiegato dell’odierna “Libreria Luxemburg”, aprì la “Lattes” di via Garibaldi 3. Nella seconda metà del Novecento si è progressivamente concentrata sulla scuola secondaria di primo e secondo grado pubblicando libri di testo che hanno accompagnato milioni di studenti. Oggi la “Casa Editrice” è guidata dalla quinta generazione della famiglia Lattes. E si continua nel tempo con lo stesso intelligente entusiasmo e la passione, quella di sempre, che fu di nonno Simone.

g.m.

Nelle foto:

–       Simone Lattes e Nicola Campogrande

–       Logo “Lattes 130”

“Inaspettatamente Qui”, il romanzo di Luciana Servidio è un magico intreccio di esistenze

Informazione promozionale

Questa storia non ha un personaggio principale: é un intreccio di vite, dove ognuno é il protagonista della propria esistenza. In questo modo, libera da ogni schema, la Vita può tessere le sue magiche trame in cui coinvolge, per motivi che solo Lei sa, persone che inaspettatamente si ritrovano l’uno nell’esistenza dell’altra, per apportare nuova luce, visione e consapevolezza. La Vita accompagna amorevolmente i personaggi, permeando di sé tutto il Romanzo: basta avere occhi per vederla, orecchie per ascoltarla e un cuore per gioirne, anche quando situazioni e circostanze sembrano remare contro di loro. E’ in quei momenti, infatti, che la Vita amorevolmente li spinge e li ispira a trovare in se stessi le migliori risorse per trasformare tutto. La vicenda non ha bisogno di luogo né di tempo per svolgersi: avviene tutta nell’animo e nel cuore dell’essere umano. Ogni personaggio é potenzialmente ognuno di noi, nella sua più fulgida versione.

La storia di “Inaspettatamente Qui”

Questo romanzo nasce in modo insolito, inaspettato e direi magico.

Mia madre si é spenta il 7 marzo di quest’anno. Il giorno prima di andarsene la sua voce ridotta ad un filo mi ha detto “promettimi che scriverai un libro”. Il suo invito a scrivere mi ha accompagnata per tutta la vita, perché la scrittura é da sempre dentro di me, é il mio strumento di elezione, la mia connessione con il mondo e con la Vita (quella con la V maiuscola). Da sempre, mia madre mi ha stimolata a portare alla luce il mio scrivere, ma nonostante sapessi che aveva ragione, non l’ho mai fatto. Perdere lei mi ha aperto un vuoto immenso sotto i piedi, che non avevano più dove poggiarsi e nessun passo più da fare. Né cuore, né animo, né mente erano pronti e disposti a pensare ad altro che al vuoto in cui sono finita senza mia madre. In quei momenti, pensavo che se avessi scritto qualcosa avrebbe saputo troppo e soltanto di dolore. Non volevo regalare al mondo dolore oltre a quello che a volte sembra predominare. Sentivo di voler riprendere carta e penna in mano, ma non usciva altro che vuoto. Così, ci ha pensato lei!

Una mattina che le mie mani scorrevano sulla tastiera inseguendo parole che non ricordo neanche più, sento fortissima la sua presenza, così forte che alzo lo sguardo di scatto: mia madre é davanti a me, gira intorno al tavolo e viene a sedersi alla mia sinistra. Non dice nulla. Siede e aspetta. Sono sopraffatta dall’emozione e dalla felicità di vederla. Non riesco a parlare. Gli occhi annaspano nelle lacrime e fatico a leggere quello che sto scrivendo. Sento che non devo fare domande, soprattutto non staccare le mani dalla tastiera del computer. Mi sento risucchiata, sospesa e sostenuta da un flusso indescrivibile che porta a me fiumi di parole. Queste si moltiplicano senza freno, senza dubbi né domande. Devo scrivere e basta. Dopo aver riempito sette pagine mi fermo e mi dico: “Ma io sto scrivendo un romanzo”. E’ una domanda e un’affermazione allo stesso tempo. Riprendo. Mi sento come un regista sul palco che vede presentarsi uno alla volta e al momento giusto tutti i personaggi che faranno parte della storia che lui stesso sta scrivendo. I personaggi si manifestano, si presentano dicendo il loro nome, la loro storia, l’intreccio di vite che creeranno, lo sviluppo e anche la loro fisicità, con tanto di dettagli. L’energia che riempie la stanza é al tempo stesso forte, gentile, salda, sinuosa e soprattutto inarrestabile. Non posso fare altro che assecondarla. Mia madre é rimasta seduta accanto a me, per un mese intero, senza dire una parola, solo per assicurarsi che avrei portato a termine il mio romanzo. Quando scrivo l’ultima frase sull’ultima pagina, mi saluta dicendo “ricorda che hai scritto tutto tu, hai fatto tutto tu”. Rileggo il libro tutto d’un fiato: mio é lo stile, mio il linguaggio, mia la creatività, mio il sogno finalmente tirato fuori dal cassetto dove l’ho tenuto chiuso per un’intera vita. Quel libro sono io. E il titolo dice tutto .. “Inaspettatamente Qui”.

Ringrazio in particolare il grafico del mio Editore che ha saputo cogliere perfettamente l’essenza del mio libro. Non é una storia d’amore, non é una storia di difficoltà da superare. E’ un intreccio di vite dove ognuno é il protagonista della propria esistenza. Sono personaggi straordinari che sanno fare cose straordinarie perché dotati di visione, fede nella Vita, consapevolezza che tutto sia un sacro Allenamento per manifestare la versione più fulgida di se stessi. E’ una storia che ci sussurra all’orecchio per ricordarci che ognuno di noi può essere questa versione perché la Vita non ha prediletti, né prescelti. La Vita ci ama tutti nello stesso modo. Sta solo a noi ridestarci dal sonno in cui siamo caduti venendo al mondo e ritrovare in noi amore, strumenti, doni e talenti per fare della nostra esistenza il nostro Capolavoro.

L’autrice

Traduttrice di romanzi, documentari e saggi, correttrice di bozze e insegnante di lingue, Luciana Servidio nasce a Napoli il 23 novembre 1966. Inizia a viaggiare per il mondo già da piccolissima e all’età di quasi undici anni si trasferisce a Roma con la famiglia, dove prosegue gli studi fino alla Laurea in Lingue e Letterature straniere e al Master in traduzione letteraria. Desiderosa di comprendere il senso della vita in ogni suo aspetto, si é costruita un percorso professionale molto variegato, ricoprendo incarichi con profili molto diversi tra loro. Amante della lettura, della conoscenza e dell’autoguarigione non convenzionale, vive tutt’ora a Roma.

Il Viaggio insolito del mio libro

Sapevo che un giorno avrei trovato il coraggio di scrivere e pubblicare. E sapevo che oltre ad utilizzare i consueti canali di promozione avrei fatto compiere al mio scritto un Viaggio, scegliendo l’Universo come Distributore. E l’ho fatto. Forse é folle che un’autrice esordiente e sconosciuta come me scelga di affidare completamente nelle mani del caso (io lo chiamo Universo) qualche copia del suo libro. Ma l’ho fatto. La prima copia omaggio di “Inaspettatamente Qui” é arrivata insieme a me alla stazione di Napoli Centrale.

Io sono scesa lì, lei é rimasta sul treno al mio posto, in compagnia della dedica al Lettore scritta mentre ero in viaggio. Era il giorno dell’equinozio d’autunno. Secondo alcuni, spiritualmente parlando, l’autunno rappresenta il momento in cui dobbiamo riconoscere l’abbondanza come stato naturale dell’essere. Napoli é la città che mi ha dato le origini. Neanche se avessi voluto programmare tutto sarei riuscita a mettere insieme questi due ingredienti: le origini e l’abbondanza. La seconda copia del mio libro l’ho lasciata sul sedile della Metro B di Roma, il 10 ottobre, sempre con la dedica sul frontespizio, ma con colori e parole diversi rispetto alla precedente. Mi piace saperlo in Viaggio il mio libro.

Mi piace saperlo in compagnia della Vita. Quando l’ho lasciato sul tavolino del mio posto sul treno, l’ho visto trasformarsi in un sassolino gettato nell’acqua e creare infiniti cerchi concentrici che si espandevano nel mare e poi nell’oceano. A volte, mi sembra di vedere i volti di chi sceglierà di prenderlo e leggerlo per poi lasciarlo di nuovo a chi vorrà fare lo stesso. A volte mi chiedo dove sarà, a casa, nello zaino, nella borsa, tra le mani o sul comodino di chi. A volte mi sembra di scorgere i loro volti .. ma poi lo lascio andare, lì dove la vita lo vorrà condurre. Però, caro Lettore, cara Lettrice, anche se l’Universo ha scelto te a cui farlo arrivare come un dono, sappi che leggerlo una sola volta non ti basterà; sappi che ti verrà voglia di leggerlo e rileggerlo ancora, a volte dall’inizio alla fine, altre volte aprendo una pagina a caso; altre volte ancora ti basterà soltanto guardare la sua copertina vibrante di vita e di Magia, prima di iniziare la tua giornata o quando torni a casa.

Perché “Inaspettatamente Qui” é nato dalla Magia e ne crea nella vita di chi lo sceglie. La sua Magia si manifesterà in piccoli dettagli o con un’improvvisa intuizione o con qualcosa che fino a ieri non avevi notato o con un ricordo che riaffiora alla mente o semplicemente vivendo un attimo di gioia che non provavi da tempo. Questo libro é figlio dell’Universo, io ne sono stata solo l’esecutrice, mia madre l’ispiratrice, l’Unicorno lo Spirito che lo anima. Quando abbiamo smesso di credere nella Magia? E’ tempo di riportarla in vita.

.

Questo il link per acquistare il mio libro:
Questo il link dell’intervista:

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Melissa Harrison “L’aria innocente dell’estate” -Fazi Editore- euro 18,50

Questo romanzo della scrittrice inglese Melissa Harrison inizia con un ritratto bucolico della vita di campagna, negli anni Trenta, dopo la fine della Prima guerra mondiale; poi vira decisamente verso toni più cupi.

Protagonista è la 14enne Edith Mather, ragazzina che preferisce i libri alla compagnia dei coetanei. E’ tranquilla e irreprensibile, sempre pronta ad aiutare nella fattoria di famiglia, tra campi di grano, allevamenti e immense praterie dove la natura detta i ritmi di vita e lavoro.

E’ la minore di tre figli, a Wych Farm è rimasta con i genitori e il fratello Frank; mentre la sorella maggiore Mary, alla quale era legatissima, ora è sposata e con un bimbo piccolo e si è trasferita in città. Per Edith questa lontananza è dolorosa, anche perché il cognato non permette a Mary di andare a trovare la famiglia.

Da allora Edith è più irritabile ed è con una disposizione d’animo non propriamente aperta e benevola che vive l’arrivo da Londra della giornalista Constance FitAllen che gira di fattoria in fattoria, intervistando le persone per scrivere articoli dedicati a usi e costumi del luogo.

Minuziose descrizioni del paesaggio e dei lavori agricoli imprimono un ritmo lento al romanzo che mette in luce un ambiente rurale, arcaico, quasi di altri tempi. Su questo sfondo Edith cresce e diventa lentamente adulta, approfondendo anche il legame con la ventata di modernità rappresentata dall’indipendente ed emancipata Constance.

Ma non tutto è placido come sembra e la svolta inaspettata, con un fattaccio, vi aspetta tra le righe….

 

 

Goran Vojnović “All’ombra del fico” -Keller Editore-  euro 20,00

Questo è il romanzo potente dello scrittore, sceneggiatore e regista sloveno. Attraverso una saga familiare che si dipana durante anni cruciali per la storia dei Balcani, mette in primo piano la questione dell’identità, sullo sfondo della ex Jugoslavia.

Goran Vojnović è nato nel 1980, dopo la morte di Tito, ed appartiene a quella generazione che si è ritrovata senza una precisa collocazione in un paese sfaldato. Pertanto nei suoi scritti, e in questo suo terzo romanzo dai richiami autobiografici, ricorre sempre il concetto dell’“Heimat”, ovvero il senso di appartenenza di una persona.

Il protagonista Jadran Didzar è un 30enne che, mentre sta elaborando il lutto per la morte del nonno, viene abbandonato dalla moglie. Una tempesta emotiva che riporta a galla i ricordi e gli consente di ricostruire la storia della sua famiglia e quello che la guerra ha distrutto. Un’intensa saga che attraversa tre generazioni lungo il XX secolo.

A iniziare dal nonno Aleksandar che, dalla Slovenia, si era stabilito in Istria; lì aveva sposato la slovena Jana e fondato la sua famiglia.

Una genealogia familiare imbastita come un mosaico, in cui all’inizio i matrimoni tra etnie diverse erano comuni e non creavano problemi. Serbi, Croati, Sloveni convivevano ed intrecciavano i loro destini; poi la Storia li ha divisi e sono esplosi i conflitti.

Il protagonista torna nella casa del nonno e dà l’avvio ai ricordi che ricompongono le vicende di nuclei familiari; soprattutto le fratture tra i loro membri, riflesso e conseguenza della disgregazione del paese. Pagine intense che raccontano con profondità psicologica legami di sangue e modi di sentire, viaggi forzati da cause di forza maggiore, resi complicatissimi dai nuovi confini che si sono creati come brecce anche nei legami tra le persone della stessa famiglia.

Quando Jadran torna nella casa avita, ricorda il funerale del nonno e tutto quello che è accaduto dopo; è così che si rende conto che l’unica cosa ad aver resistito al tumulto della storia è l’albero di fico nel giardino.

 

Jón Kalman Stefánsson “La tua assenza è tenebra” -Iperborea- euro 21,50

Il famoso scrittore islandese in questo libro parla non solo della sua incredibile terra, ma soprattutto di: vita, morte, emozioni, sentimenti profondi, coraggio di vivere, rinascita…e molto altro ancora. Impossibile racchiudere in poche parole la valanga di pensieri che accompagnano queste pagine.

E’ il racconto delle complesse vicende umane sullo sfondo di un’Islanda dai paesaggi caratterizzati da potenti contrasti; tanti personaggi che sullo scivoloso ghiacciaio dell’esistenza si muovono, commuovono, avanzano, arretrano, nascono, vivono e muoiono.

Siamo nei Fiordi islandesi, e un uomo si ritrova -senza neanche sapere perché e come ci sia arrivato- nel cimitero di una chiesa di campagna, dove a entrargli nell’anima è l’iscrizione su una tomba: “La tua assenza è tenebra”. Da questa immagine inizia il complesso viaggio dell’autore che racconta l’essere umano, e lo fa attraverso continui flash back, paesaggi unici e desolati, tranche di vite, senso profondo dello scorrere del tempo, assenze e presenze, pensieri filosofici, emozioni che chiedono di essere espresse con le parole.

Si avvicendano incontri, storie di famiglie, lutti devastanti, rimpianti, ricordi sfocati, incontri fondamentali, nostalgie e rimpianti. Tutto ambientato nella brughiera islandese che rimane nei nostri occhi anche dopo l’avventurosa lettura di questo libro in cui c’è davvero il vivere in senso lato.

Viaggiando anche attraverso le epoche, la profonda cultura di Stefánsson ci immerge in amori, tradimenti, sogni, delusioni e avventure dei vari personaggi. Dal giovane musicista e il suo dramma familiare, alla prima femminista islandese a inizi Novecento; passando per altri protagonisti che in comune hanno il senso di vuoto, perdita….e tantissimo altro ancora.

 

 

Jane Harper “Dopo questo esilio” -Bompiani- euro 23,00

Jane Harper, giornalista e scrittrice, che ha inanellato una serie di prestigiosi premi letterari, oggi vive a Melbourne con il marito e i due figli, ed è una delle autrici di maggior successo non solo in Australia. Al suo attivo ha una serie di best sellers internazionali, pubblicati in 40 paesi. E dal suo precedente successo “Chi è senza peccato” è stato tratto anche un film interpretato da Eric Bana.

In questo suo ultimo thriller siamo nel sud dell’Australia, nella Marralee Valley, dove aleggia un mistero irrisolto. Tempo prima, durante il Festival del vino, era sparita Kim Gillespie, lasciando sola nel passeggino la figlioletta di appena 6 mesi, Zoe. Da allora più nulla si è saputo della fine che ha fatto.

Un anno dopo, a chiedersi quale potrebbe essere stato il destino di Kim c’è il marito Rohan, convinto che la donna non se ne sia andata di sua volontà, ma che qualcosa di terribile sia successo.

Rohan e Zara, (la figlia che Kim aveva avuto 16 anni prima con un altro compagno) lanciano appelli accorati affinché qualcuno indaghi sulla scomparsa.

Ed è così che l’agente Aaron Falk, ospite del collega Greg Raco e della moglie, che l’hanno scelto come padrino del loro neonato, si ritrova catapultato da quella che doveva essere una tranquilla vacanza in un’indagine dolorosa e difficile.

Non vi resta che seguire il dinoccolato agente federale Falk che, sullo sfondo di vigneti e atmosfere particolari, tra colpi di scena e pathos, indaga e man mano scopre che spesso le apparenze ingannano……

Minotti Cerini e Gros-Pietro a Verbania

Sabato 21 ottobre, alle ore 18, l’Associazione culturale LetterAltura organizza nel parco di Villa Giulia a Pallanza l’incontro Scrittori in dialogo tra storia e immaginazione con Wilma Minotti Cerini e Sandro Gros-Pietro. Nell’occasione, introdotti da Amadio Taddei, presidente di LetterAltura, verranno presentati due libri.

In Viaggio intorno a me stessa Wilma Minotti Cerini racconta la sua infanzia infelice contrassegnata dalla perdita del padre, Medaglia d’Oro ed eroe della Resistenza milanese, subito seguita da quella della madre e della nonna. Le vicende della vita personale diventano metafora della storia di un paese che rinasce alla democrazia e alla libertà. Nata poco dopo l’inizio del secondo conflitto mondiale, la scrittrice ( milanese d’origine e verbanese d’adozione) descrive l’inatteso riscatto italiano dalle ceneri della guerra e la sua ascesa vertiginosa che da fanalino di coda dell’Europa occidentale diventa la terza forza ispiratrice dell’Unione Europea, insieme a Germania e Francia, sviluppando una cultura e uno stile di vita che si sono imposti come modello di realizzazione delle facoltà espressive e del modo di vivere a livello internazionale. Il libro di Sandro Gros-Pietro si intitola Totocaelo, parola che equivale a totalmente, comprendendo ogni cosa reale e immaginaria passata, presente e futura. La vicenda di Shanti, donna tailandese divenuta europea e poi cittadina del mondo, rappresenta un ponte tra l’Occidente e l’Oriente, tra realtà e fantascienza, coinvolgendo l’intero pianeta nella narrazione di una utopia che è saldamente radicata nella realtà mondana del secolo in cui viviamo e del probabile prossimo futuro che ci aspetta dietro l’angolo.

Marco Travaglini

“Premio Lattes Grinzane” XIII edizione

Ai nastri di partenza la cerimonia di premiazione del romanzo vincitore proclamato, in una rosa di cinque finalisti, dai 400 studenti delle “Giurie Scolastiche” sparse in tutta Italia e all’estero

Sabato 14 ottobre, ore 17

Monforte d’Alba (Cuneo)

L’appuntamento è, ormai da tradizione, al Teatro Sociale “Giorgio Busca” di piazza Vittorio Veneto 3 ad Alba. Lì, sabato 14 ottobre, alle 17, verrà annunciato (con la conduzione di Alessandra Mari) il vincitore del “Premio Lattes Grinzane 2023”, il riconoscimento internazionale intitolato a Mario Lattes (pittore, scrittore, editore torinese, fra gli intellettuali e promotori culturali più illuminati del secolo scorso, di cui ricorre, fra l’altro, proprio quest’anno, anche il centenario dalla nascita) e promosso dal 2009 dalla “Fondazione Bottari Lattes” di Monforte d’Alba, che anche, in questa XIII edizione del Premio, ha visto concorrere insieme i migliori libri di narrativa italiana e straniera, pubblicati nel corso dell’ultimo anno. Cinque i libri finalisti, selezionati – insieme al “Premio Speciale”- da una “Giuria Tecnica”, presieduta dalla scrittrice Loredana Lipperini. I titoli ed i nomi: “Una notte” del palermitano Giosué Calaciura (“Sellerio”), “Melancolia”della romena Mircea Cărtărescu (“La Nave di Teseo”, traduzione di Bruno Mazzoni),  “Avere tutto” del romagnolo di Rimini Marco Missiroli (“Einaudi”),  “I donatori di sonno” dello statunitense Karen Russell(“Edizioni Sur”, traduzione di Martina Testa) e “Stupore” di Zeruya Shalev (“Feltrinelli”, traduzione di Elena Loewenthal). Fra di loro, il prossimo 14 ottobre, ad Alba sarà annunciato il romanzo vincitore, scelto da 25 “Giurie Scolastiche”, 24 italiane e una parigina. Nella stessa occasione, lo scrittore e saggista statunitense Jonathan Safran Foer, pubblicato in Italia da “Guanda” e vincitore del “Premio Speciale Lattes Grinzane” (attribuito ogni anno a un’autrice o a un autore internazionale di fama mondiale che, nel corso del tempo abbia raccolto un condiviso apprezzamento di critica e di pubblico) terrà una personale “lectio magistralis”.


Contestualmente, la “Giuria Tecnica” (composta da otto membri, fra docenti, giornalisti, critici e scrittori) ha stabilito, in collaborazione con la “Casa Editrice Bompiani”, di rendere pubblicamente omaggio, nel corso della cerimonia di premiazione, ad Hanif Kureishi, 68 anni, indicato recentemente da “The Times” come uno dei 50 più grandi scrittori britannici. Colpito da un malore durante lo scorso Natale, Kureishi ha subito una lesione spinale perdendo l’uso degli arti, ma nonostante la gravissima condizione, ha continuato a “servire e onorare la scrittura” dettando i suoi tweet e, subito dopo, una newsletter che raccoglie i suoi testi, dove racconta di “scrivere con una voce più libera le parole che in qualche modo si erano bloccate o inceppate”. Un segnale di grande speranza e coraggio nei confronti della letteratura e della vita. Nella mattinata del 14 ottobre, inoltre, giorno in cui avverrà la cerimonia di premiazione al “Teatro Sociale Busca” di Alba (trasmesso in “diretta streaming” sul sito e sui canali social  della “Fondazione Bottari Lattes”), i finalisti incontreranno gli studenti e le studentesse delle scuole in Giuria al “Castello di Grinzane Cavour”. Non solo. A concretizzare l’avvio di una nuova collaborazione fra il “Premio” (voluto da Caterina Bottari Lattes in memoria del marito, Mario) e la “Scuola Holden”, la finalista del “Premio” Karen Russell terrà una masterclass alla “Scuola” di piazza Borgo Dora a Torino, con una lezione introduttiva a cura di Loredana Lipperini. Al centro, il tema della letteratura di genere secondo l’autrice, con un approfondimento sul suo metodo di lavoro. Informazioni e orari sul sito www.scuolaholden.it .

Come già detto, il “Premio”, alla sua XIII edizione, si inserisce anche all’interno delle celebrazioni per i cento anni dalla nascita di Mario Lattes (Torino, 1923-2001). Per la ricorrenza, la “Fondazione” di Monforte ha già avviato diverse iniziative. Lo scorso marzo è stata inaugurata alla “Reggia di Venaria” la mostra “Mario Lattes. Teatri della memoria”, a cura di Vincenzo Gatti, con la presentazione di più di cinquanta opere dell’intellettuale torinese, tra cui varie mai esposte prima. In occasione dell’inaugurazione della mostra, è stata anche presentata una monografia, edita da “Silvana Editoriale” che offre unaretrospettiva sull’intera produzione artistica di Lattes, con un saggio critico a firma di Claudio Strinati e un’ampia sezione illustrata con riproduzioni a colori di dipinti, acquarelli, gouaches e incisioni e corredata da apparati di approfondimento sulle mostre e sulla fortuna critica di Lattes. Sabato 16 settembre il viaggio all’interno dei “Mondi di Mario Lattes” è poi proseguito  con l’inaugurazione alla sede della “Fondazione” di Monforte d’Alba di un’altra retrospettiva, volta a presentare alcune recenti acquisizioni di opere realizzate dall’autore e visitabile fino al prossimo 3 dicembre.

Ulteriore ciliegina sulla torta, nel 2023, si celebrano anche i 130 anni della “Casa Editrice Lattes”, fondata nel 1893 da nonno Simone e che a oggi ha accompagnato e formato con i propri testi scolastici intere generazioni di studenti italiani.

 Per info: “Fondazione Bottari Lattes”, via Marconi 16, Monforte d’Alba (Cuneo); tel. 0173/789282 o www.fondazionebottarilattes.it

g. m.

Nelle foto:

–       Cover dei libri finalisti

–       Jonathan Safran Foer

Eravamo immortali (e non lo sapevamo)

“Eravamo immortali” è il titolo dello splendido romanzo di Marco Cassardo, torinese doc trapiantato a Milano da parecchi anni, che ci trasmette quella “saudade”, sentimento simile alla nostalgia, una specie di malinconia per qualcosa che si è perso per sempre, che non tornerà più ma vive nella nostra memoria, in questo caso tutta sabauda, che ci pervade fino alle ossa.

La storia, tranne una parentesi dedicata alla campagna di Russia, si svolge a Torino attraversando gran parte del ‘900, e io vi ho ritrovato sensazioni, odori, personaggi e immagini di un mondo conosciuto da bambina, anni ‘70, quando si andava allo stadio a tifare per il Toro, in curva Maratona, faceva freddo allora, mi avvolgevo nella sciarpa granata e si sentiva nell’aria quell’odore indimenticabile di nebbia che non so descrivere.

Un’amicizia lunga una vita è quella che lega i due protagonisti, Steu e Nando, uniti dalla passione per il Toro, anche Cassardo è un vecchio cuore granata, per la bici, dall’agonismo ma divisi dal carattere e dalla politica.
Steu, personaggio ispirato in parte al papà dell’autore, è un comunista, partigiano e poi imprenditore, Nando, il più rozzo, è un fascistone, un anticonformista, un lupo solitario ma non si riesce a non volergli bene.

Si conoscono nel ‘39, durante una gara ciclistica sul Colle della Maddalena, Steu è uno dei favoriti, trova il senso della sua esistenza nel combattimento, nella sfida, Nando è l’underdog di oggi che vivrà molto più avanti negli anni una dimensione tragica.

Non sono uomini colti, dopo la guerra lavorano come operai in Fiat, Stefano si crea una propria cultura politica di sinistra , è un personaggio estremamente duro, Nando, fascista ma sensibile diventa caporeparto e le loro vite ci vengono abilmente raccontate dall’autore fino ad arrivare agli anni 2000, senza mai tralasciare l’idea della competizione sportiva ed ideologica che lega i protagonisti.

Consiglio a tutti la lettura di questa storia, in particolare a chi ha vissuto a Torino gli anni ‘70/‘80, a chi ha ricordi di freddi inverni, di nebbia sul Po e sulla collina, di tragedie come Superga , di gioie come lo scudetto nel 1976 con il mitico Gigi Radice, dei cortei degli operai in via Roma e dei modi di dire tutti torinesi.

L’augurio e’ che questo romanzo diventi un film o ancora meglio una serie per farci stare con Steu e Nando il più a lungo possibile, immersi in questo tuffo nel passato dove annegare dolcemente, avvolti dalla nostalgia che profuma di caldarroste e nebbia.
Grazie Marco, ero felice e non lo sapevo.

Didia Bargnani

Admanvis. Ricordi autobiografici di Giovanni Graglia tra le due guerre

Portici di Carta è appena finito, ma gli appuntamenti di ottobre continuano. La presentazione di Admanvis. Ricordi autobiografici di Giovanni Graglia,  si terrà giovedì 12 ottobre alle ore 15 nella Sala URP del Consiglio Regionale del Piemonte!

Interverranno:
Stefano Allasia, presidente del Consiglio Regionale del Piemonte
Sabrina Gonzatto, curatrice dell’opera

 

Evento a cura di Linguadoc

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Martin Amis “La storia da dentro” -Einaudi- euro 25,00

E’ morto recentemente, a 73 anni, (il 19 maggio 2023), lo scrittore, saggista e sceneggiatore britannico Martin Amis; una manciata di giorni prima della pubblicazione in italiano di questo suo libro che può essere letto come una sorta di testamento e come il seguito del memoir “Esperienza” uscito nel 2000.

Era figlio del mostro sacro della letteratura, Kingley Amis; che tra l’altro sposò un’altra scrittrice di talento, Elizabeth Jane Howard, matrigna di Martin. Un matrimonio che il figliastro descrisse armonioso agli inizi, cementato dalla condivisione della scrittura, poi finito malamente.

Martin non sarà un lettore precoce, neanche di successo immediato, e comunque sempre in qualche modo in gara col padre.

La storia da dentro” è stata definita un’autobiografia di fantasmi, in cui miscela memorie, pensieri sparsi, ritratti di grandi intellettuali conosciuti e frequentati nel corso della vita. Un libro coraggioso, che non fa mai sconti a nessuno, a tratti spigoloso e senza paura di dire fino in fondo. Fondamentalmente parla di morte e vita. I massimi sistemi.

In queste numerose pagine, la vita di Amis interseca e racconta soprattutto le vicende e i rapporti con grandi amici-maestri, le loro morti e come le hanno affrontate. Il romanziere Saul Bellow e i suoi ultimi tempi obnubilato dall’Alzheimer che trascina via la sua mente geniale. Il poeta Philip Larkin che apparteneva alla cerchia paterna e gli fece da mentore; come pure John Updike. Il saggista e amico fin dai tempi di gioventù Christopher Hitchens ucciso dallo stesso male che si portò via Martin, un terribile cancro.

657 strepitose pagine che racchiudono infinite vite, amori, morti, vuoti, alta letteratura; una galleria preziosa di ritratti, in parte affettuosi e in parte satirici, di alcuni grandissimi scrittori. Tanti squarci unici che raccontano l’intellighenzia tra swinging London e New York, dal Vermont allo Yorkshire, tra talento, genio a bizzeffe e sregolatezza.

 

Melissa Da Costa “Bucaneve” -Rizzoli- euro 19,00

La scrittrice francese 33enne Melissa Da Costa -dopo i precedenti successi “I quaderni botanici di Madame Lucie” e “Tutto il blu del cielo”- questa volta strega i lettori con la storia di una Biancaneve moderna.

E’ Ambre, ha 20 anni, una famiglia come tante, dove silenzi e incomprensioni scavano solchi profondi. Dopo un periodo di stravizi e compagnie sbagliate, tra alcol, droga e sesso occasionale, è diventata l’amante di un uomo sposato.

E’ Philippe, professionista 40enne, sposato, con due figli e nessuna intenzione di lasciare la famiglia per la giovanissima amante. Lei diventa succube di quest’uomo che la sistema in un appartamentino, la mantiene, va a trovarla dapprima con una certa costanza, poi sempre più latitante.

La prima svolta è quando lei tenta di farla finita e lui la trova in un bagno di sangue; è allora che, dopo un ricovero, Philippe la spedisce lontano. In un paesino delle Alte Alpi francesi, Arvieux, dove la sistema come cameriera stagionale nell’hotel di suoi conoscenti. E’ lì che Ambre farà nuove conoscenze, altre persone come lei, che sembrano rifiutate dal mondo, e in quella valle isolata trovano lavoro e costruiscono solidarietà.

Il resto del romanzo narra la rinascita della protagonista che impara a volersi bene e rivedere le priorità nella sua vita. Tutto passa attraverso travagli interiori, processi di crescita e nuovi legami; in particolare l’affetto profondo che nasce tra Ambre e Tim, ragazzo gay respinto dalla famiglia che non accetta la sua vera natura.

Un romanzo che parla di amori infelici, sogni, rapporti familiari difficili e della difficoltà di ricostruirsi il futuro dopo una delusione cocente.

 

 

Sequoia Nagamatsu “In alto nel buio” -Neri Pozza- euro 19,00

E’ notevole la fantasia dello scrittore americano di origine giapponese Sequoia Nagamatsu che ha scritto questo strabiliante romanzo durante la pandemia; tassello importante nell’elaborazione del lutto per il nonno al quale non ha potuto dare l’ultimo saluto.

La storia sconfina nella fantascienza ma racchiude molto di più: profonde meditazioni sul senso della vita, della storia, dei rapporti umani e sul futuro del mondo e dell’universo.

Siamo nel 2030 in Siberia dove arriva lo scienziato Cliff Miyashiro per finire il lavoro della figlia adottiva Clara che ha dedicato la sua breve esistenza alla ricerca, ed è morta precipitando nel vuoto del cratere artico durante una scoperta eccezionale; lasciando dietro la figlia piccola e la famiglia

Dal permafrost disciolto in Siberia emergono un virus preistorico e i resti di una ragazza di Neanderthal di 30 mila anni fa che nasconde un segreto di portata cosmica. Tra le pagine più geniali, vi anticipo solo quelle che raccontano di ottovolanti dell’eutanasia, che garantiscono agli infettati dalla piaga artica una morte indolore; oppure cani robot che tengono vivo il ricordo dei defunti, attraverso delle registrazioni.

Ma aspettatevi ben altro e un futuro distopico in cui tutto tende a trovare una cura per il virus e c’è pure l’idea di un nuovo pianeta da colonizzare. Un romanzo che inneggia comunque alla speranza e alla salvezza, per la quale sarà strategico soprattutto un personaggio incredibile: una costruttrice di mondi che secolo dopo secolo si reincarna……..

 

Paola Capriolo “Irina Nikolaevna” -Bompiani- euro 17,00

Questo romanzo è un affresco raffinato e potente di un mondo scomparso. Siamo nella Riviera Ligure, a Sanremo tra 1881 e primi anni del 1900. La storia inizia con Irina Nikolaevna, figura enigmatica e fulcro della storia.

E’ la figlia illegittima di un gentiluomo di camera della zarina Maria Aleksandrovna, ed è cresciuta all’ombra della corte, ricevendo un’ottima educazione in svariati collegi. Poi, alla morte della sovrana russa, il padre era dovuto rientrare in patria e tornare ai suoi obblighi verso la famiglia ufficiale; così Irina si era trovata nella necessità di guadagnarsi da vivere.

All’epoca molte fanciulle di buona educazione e cultura, ma sprovviste di mezzi, diventavano dame di compagnia di signore altolocate, entrando di straforo nel loro mondo dorato. Ora Irina si presenta al colloquio per il posto di dama di compagnia nella villa della vedova di un baronetto, Lady Brown. Le due donne trascorreranno insieme ben 20 anni, tra thè e feste sontuose, amicizie importanti e tanto fascino.

All’epoca la città dei fiori, per il suo clima salubre, era meta ambitissima di molti esponenti del gran mondo: milionari, aristocratici, principi e sovrani che a Sanremo andavano volentieri a svernare nelle magnifiche ville che possedevano o affittavano. Paola Capriolo ricostruisce questo affascinante milieu di glamour, ricchezza e vite privilegiate.

In parte il romanzo si può dire anche storico perché vi compaiono personaggi realmente esistiti. Uno su tutti, il futuro Kaiser di Germania Federico Guglielmo, malato di cancro alla gola che, con la moglie (figlia della regina Vittoria), soggiorna nella magnifica Villa Zirio, in parte trasformata in una sorta di clinica di lusso. E’ una cronistoria puntuale dell’epoca, il racconto delle cure cruente dell’epoca, di come a tutti stesse a cuore la salute del futuro Kaiser e dell’ondata di cordoglio che ne accompagnò la morte, e il trasferimento della salma.

Poi la frequentazione di Irina con Madame Ormond, poetessa e moglie dell’industriale svizzero (ramo sigari). Dopo il terremoto che distrusse la vicina Bussana e danneggiò la sua magione, decise di spianare tutto e creare una sontuosa e impareggiabile villa, circondata da un parco declinante fino al mare. Un Eden visitabile ancora oggi e racconta ricchezze e raffinatezze oggi quasi impossibili.

Compare anche Alfred Nobel, l’inventore della dinamite e dell’omonimo prestigioso premio. Irina entrerà nella sua vita, sviluppando nei suoi confronti un amore filiale. Lui è un uomo tormentato, ghermito dai sensi di colpa. Diventato ricchissimo e considerato un mercante di morte, Nobel non si perdona di aver inventato esplosive miscele. Una più letale dall’altra nell’uccidere il massimo numero di persone, nel minor tempo possibile. E le pagine che raccontano la sua amicizia con la protagonista sono semplicemente magnifiche. Un romanzo sulla Sanremo fin de siécle che ci catapulta in anni incredibili e irripetibili, una lettura appassionante.