Presentazione del libro di Benedetta Bonfiglioli
Venerdì 17 gennaio alle ore 21 presso l’Aula Magna dell’I.C Carmagnola 1, in corso Sacchirone, avverrà la presentazione del libro ‘Incorporea’ di Benedetta Bonfiglioli. L’evento “Aperilibro Ragazzi” è organizzato dal Gruppo di Lettura con la collaborazione di Fondazione di Comunità Carmagnola.
Il libro, che tratta un argomento sempre più centrale all’interno della nostra società e di cui si parla ancora relativamente poco, quello del disturbo alimentare, ha per protagonista Jude, che vorrebbe diventare invisibile. Le dimostra la possibilità di attuare il suo proposito la sua amica Jenny nell’estate peggiore della sua vita, quella in cui la depressione si è portata via suo padre. Jenny è bellissima, indipendente, spavalda, un fascio di muscoli. Insegna all’amica a contare le calorie e ad allungare sempre di qualche minuto la loro corsa giornaliera sulla spiaggia. Per essere alla sua altezza, Jude cancella dalla dieta i cibi che le piacciono di più perché non sa gestire la gioia del mangiarli. Finisce per privarsi praticamente di tutto, a non provare più niente. A un passo dal precipizio la mamma e la nonna di Jude la ricoverano in una struttura specializzata in disturbi alimentari, dove trova aiuto nelle storie di Mary, Michelle, Nausicaa, che come lei cercano di risalire da quel baratro, e poi c’è un misterioso musicista che dalla casa di fianco le dedica la famosa canzone dei Beatles “Hey Jude”. Con una scrittura intensa, che si espande e si ritira come le onde del mare, la Bonfiglioli racconta una storia di guarigione, quella di una vita fragile che trova il coraggio di prendersi lo spazio che merita, facendolo con un romanzo forte, lucido e necessario. La serata di presentazione è aperta a tutta la cittadinanza e completamente gratuita. Benedetta Bonfiglioli ha studiato lingue e insegna letteratura inglese al liceo. Vive a Reggio Emilia e ama molto viaggiare.
Gian Giacomo Della Porta
RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA
Voce narrante è quella di Ingrid, scrittrice che ha appena pubblicato il suo ultimo libro, intenta al tour del firma copie. Viene così a sapere che la reporter di guerra Martha, amica negli anni Ottanta e di cui aveva perso le tracce, è ricoverata per un cancro che la sta uccidendo. Non si vedono da una vita, ma quando va a trovarla in ospedale il tempo si azzera e tutto torna come prima.
Tracy Chevalier (nata in America 61 anni fa, naturalizzata inglese nel 1984) è la scrittrice che 25 anni fa raggiunse il successo planetario con “La ragazza con l’orecchino di perla”. Ora torna con un altro romanzo storico, in cui ricompaiono anche le perle che qui, però, sono di vetro. L’arco temporale si snoda attraverso i secoli; dalla Venezia rinascimentale a quella odierna, meta turistica gettonatissima.
E’ una saga familiare scritta a quattro mani e racconta ascesa, vicende e declino dell’importante famiglia Badoni, il cui palcoscenico è l’imponente villa, simbolo dei cambiamenti nel corso del 900. La dimora è il punto fisso e riferimento intorno al quale si muove questo potente romanzo in parte storico.
L’ autrice è filosofa del linguaggio all’Università di Torino, e in questo smilzo libro riflette sul nuoto che, come ogni altro sport, è molto più che semplice movimento. Di fatto queste scorrevolissime 128 pagine sono l’apologia dello sport acquatico.



RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA
Dopo generazioni che hanno sudato fatica e duro lavoro, la famiglia Cook è riuscita nell’ardua impresa di trasformare una terra inospitale in una delle tenute più floride della contea di Zebulon, nell’Iowa.
Siamo padroni del nostro destino? Quello che siamo, pensiamo, scegliamo, il nostro carattere, affondano radici profonde nella famiglia e alla latitudine del globo in cui nasciamo?
A 13 anni dalla scomparsa (nel 2012) della brillante scrittrice e sceneggiatrice newyorkese Nora Ephron, stroncata da leucemia fulminante, questo libro è la prima biografia italiana che ne ripercorre la vita in modo anomalo, ovvero attraverso un ricettario. Scritta dalla responsabile editoriale di Cook, Angela Frenda, ci racconta l’esistenza, i tormenti e le delusioni, ma anche i piatti tanto apprezzati dalla scrittrice.
Non avremmo mai pensato che un testo come questo fosse nelle corde della scrittrice da 12 milioni di copie vendute, Sveva Casati Modignani; nom de plume di Bice Cairati, classe 1938 e da sempre in vetta alle classifiche con la sua narrativa spesso snobbata dalla critica.




Un libro che rappresentava, come veniva precisato nel sottotitolo, una “introduzione all’arte di inventare storie“. È l’unico volume del più noto scrittore per l’infanzia, nato sul lago d’Orta a Omegna nel 1920, non dedicato alle storie, agli indovinelli e alle poesie, proponendo un contenuto teorico, dovuto alla paziente trascrizione a macchina da parte di una stagista di Reggio Emilia di appunti rimasti a lungo dimenticati. Le note in questione, scritte nelle seconda metà degli anni ’40, facevano parte della raccolta il Quaderno della fantasia. La Grammatica della fantasia è una sorta di manuale utile a stimolare la creatività, dove Rodari offre spunti, suggerimenti e strumenti per chi crede in questa pedagogia , attribuendo il giusto valore educativo e didattico all’immaginazione. Partendo dalle parole o dalle lettere che le compongono, Gianni Rodari suggerisce 42 giochi attraverso immagini, nonsense, indovinelli e favole. Ogni gioco ha un forte valore simbolico che offre una infinità di possibilità creative, sia per il bambino che per l’insegnante, semplicemente mettendo in moto la propria fantasia. Attraverso questa Grammatica si apprende che le fiabe non sono intoccabili, che si può giocare con esse, smontandole e ricreandole, coinvolgendo i bambini in prima persona nel loro processo formativo. La prova migliore della possibilità di imparare l’italiano in un modo divertente e creativo attraverso i giochi di parole, in piena continuità con il lavoro rodariano, è offerta da un altro libro molto bello, diventato ormai un classico: i Draghi locopei di Ersilia Zamponi, anch’essa omegnese. Pubblicato la prima volta nel 1986 da Einaudi, il libro dell’allora docente di lettere presso la Scuola media Gianni Rodari di Crusinallo esplicita bene l’uso intelligente fantasioso dei giochi di parole ( già il titolo dell’opera è l’anagramma dell’espressione “giochi di parole”).Il piacere dell’invenzione linguistica, l’emozione dell’intuire e dell’indovinare, la trasgressione del nonsense, l’intelligenza dell’ironia vengono stimolate magistralmente. Scriveva la Zamponi: “Giocando con le parole, i ragazzi arricchiscono il lessico; imparano ad apprezzare il vocabolario, che diventa potente alleato di gioco; colgono il valore della regola, la quale offre il principio di organizzazione e suggerisce la forma, in cui poi essi trovano la soddisfazione del risultato“. Un modo strepitoso di raccogliere l’eredità di Rodari, facendola vivere e respirare, rendendola più attuale che mai.