Dove è finito lo splendido “Maometto II”, il massiccio cannone turco-ottomano del Quattrocento, molto simile ai cannoni del Gran Sultano quando squarciò le possenti mura di Costantinopoli ponendo fine all’Impero romano d’Oriente?
Che fine ha fatto il Museo storico nazionale d’artiglieria di Torino, in via Cernaia, uno dei più belli e interessanti d’Europa ? Dove sono finite le pistole e i fucili a pietra focaia usati al tempo della liberazione di Torino dall’assedio dei francesi? Dove è finito lo splendido “Maometto II”, il massiccio cannone turco-ottomano del Quattrocento, molto simile ai cannoni del Gran Sultano quando squarciò le possenti mura di Costantinopoli ponendo fine all’Impero romano d’Oriente? E se fosse proprio uno di quelli? I ragazzini del quartiere torinese se lo ricordano bene il grande cannone nei giardini di fronte alla Cittadella, sede del museo di artiglieria, all’ombra di un vecchio e maestoso albero, quando lo cavalcavano per divertimento o infilavano se stessi nella spaventosa bocca da fuoco che i cronisti coevi di Mehmet il Conquistatore definiscono nei loro diari “simili a draghi sputa-fuoco, che se un proiettile colpisse un monte lo manderebbe parte in aria e parte in mare”.
Pistole e fucili antichi dal 1300 al Novecento, cannoni e mitragliatrici, spade, sciabole, gladi e baionette, armature e uniformi, medaglie e bandiere, dipinti e stampe con scene di guerra. Niente paura, la preziosa collezione di oltre 10.000 reperti, dalla preistoria ad oggi, con pezzi unici e di grande valore storico, è al sicuro nei sotterranei di una caserma, peccato però che il museo sia chiuso. È sconsolante passare in corso Galileo Ferraris all’angolo con via Cernaia e vedere il Mastio della Cittadella, restaurato di recente e trovare sbarrato il portone del museo di artiglieria. Sul sito “Torino Musei” del Comune si legge che il museo è temporaneamente chiuso al pubblico per lavori di restauro. Chiuso in realtà da molti anni,da troppo tempo, tranne una breve apertura effettuata nel 2011 in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Poi la collezione è stata trasferita in una caserma di piazza Rivoli.
“È uno scatolone vuoto, affermano a “Torino Musei”, si fatica a tenere aperti i musei tradizionali per carenza di fondi e diventa quindi impossibile stanziare nuovi contributi per aprirne altri. All’Associazione Amici del Museo la speranza di riaprirlo vola al 2016 o, a essere molto ottimisti, alla fine del prossimo anno. Per ora buio totale, ci dicono gli Amici del Museo che si battono per la riapertura e sperano nell’arrivo di finanziamenti privati,magari qualche Fondazione prestigiosa o qualche facoltoso ente culturale smanioso di riportare in vita uno dei più importanti musei di artiglieria al mondo. L’Esercito,proprietario della collezione, non ha le risorse necessarie per restaurare le sale e per pagare luce,acqua, riscaldamento e impianti di sicurezza. L’intera raccolta si trova nella caserma Amione in piazza Rivoli a Torino protetta da adeguate misure di sicurezza ma è chiusa al pubblico. La selezione di armi e armature è visitabile solo per particolari motivi di studio e ricerca storica contattando l’Associazione Amici del museo (www.artiglieria.org). Nato nel 1843 per iniziativa del re di Sardegna Carlo Alberto, il museo d’artiglieria è il più antico museo militare italiano e nel 1961,per il centenario dell’Unità Italia, il museo fu ampliato e arricchito di pezzi di grande valore.
Filippo Re