La Corte europea di Strasburgo lo scorso marzo aveva sospeso lo sgombero
Si torna a parlare della vicenda dei nomadi sgomberati dal maxi campo abusivo di lungo Stura Lazio: sarebbero stati sistemati in case senza requisiti, tema oggetto dell’l’inchiesta di procura e guardia di finanza da cui sono scaturiti tre avvisi di garanzia e una serie di perquisizioni a Torino, a Cuneo e a Roma. Gli inquirenti stanno esaminando le aziende che, come raggruppamento temporaneo di imprese, gestirono il servizio del Comune nel 2013.
Ipotizzato il reato di turbativa d’asta. La vicenda riguarda l’uso di alloggi in affitto dall’immobiliarista Molino, noto come il “ras delle soffitte”. Sono sotto la lente le associazioni che si sono aggiudicate la gara da 5 milioni di euro: Aizo, Valdocco, Terra del Fuoco, Stranaidea, Liberi tutti oltre alla Croce rossa. Due i presidenti delle associazioni indagati: Paolo Petrucci, della coop Valdocco, e Oliviero Alotto presidente di Terra del Fuoco, mentre Molino è sotto inchiesta per abusi edilizi.
La Corte europea di Strasburgo lo scorso marzo aveva sospeso lo sgombero. Alla luce delle spiegazioni fornite dalle autorità locali, le operazioni alla baraccopoli erano riprese e oggi sono pressoché terminate. Maurizio Marrone, di Fratelli d’Italia, presentò una denuncia, e ora parla di “una forte picconata a un sistema di potere”.