IL LIBRO- Pagina 4

Fiat, la doppia faccia della grande impresa italiana

LIBRO FIATLa penna di Salvatore Cannavò, giornalista che collabora con “Il Fatto Quotidiano”, imprime nero su bianco il volto nascosto della strategia di Marchionne in uno spaccato di storie e retroscena legati al più grande e potente gruppo finanziario ed industriale italiano. Dalla vita in Mirafiori al famoso licenziamento di Melfi; dallo stabilimento modello di Pomigliano al tramonto di Termini Imerese. Nelle pagine di Cannavò prendono vita le storie dei lavoratori Fiat che vanno ad intrecciarsi con le riforme del governo su pensioni e lavoro, fino ad arrivare alle dichiarazioni della Fornero ed agli aiuti ricevuti da Obama. Libro interessante e con molti aspetti di denuncia che vede, tra i principali protagonisti, un Sergio Marchionne rappresentato in certi punti in modo quasi sarcastico:<<..lo stile vittimista ha avuto la meglio e si è via via affermato nella comunicazione dominante di Marchionne…>>.

 

Simona Pili Stella

 

C’era una volta la Fiat. Quello che l’azienda non vuole che sappiate”. Di Salvatore Cannavò, Aliberti Editore.

“Voglio scrivere per Vanity Fair”

vagliengoNostra intervista con Erica Vagliengo. Emma Travet è la protagonista di “Voglio scrivere per Vanity Fair”, ora in ebook e tra le 10 letture estive consigliate da Panorama.it”

 

Chissà se la giornalista precaria (ma con stile) Emma Travet riuscirà a collaborare con “Vanity  Fair”! In attesa di sviluppi, intanto, chi ama il personaggio dell’autrice torinese Erica Vagliengo, può leggere la versione ebook (edita da GoWare): nuova, aggiornata e ricca di sorprese rispetto al libro di successo“Voglio scrivere per Vanity Fair”(ed. Memori) del 2009. Stesse avventure, ma un ebook diverso da tutti gli altri perché la Vagliengo (sempre più geek girl) l’ha voluto interattivo: così, semplicemente cliccando sui link all’interno dei capitoli aprirete altre pagine per una full immersion in “Emmasilandia”. E se, non paghe, desiderate anche i capi e gli accessori che l’eroina indossa nel libro, non vi resta che fare shopping nel suo store su Blomming. Dunque niente male come promessa di divertimento; non a caso, Panorama ha incluso questa chicca nella rosa delle 10 letture consigliate per l’estate.

 

Perché Emma appassiona: è ironica, simpatica e intraprendente. Proprio come la pirotecnica giornalista torinese Erica Vagliengo; lei e il suo personaggio scivolano una nell’altra in una soluzione di continuità che rimanda al “Madame Bovary c’est moi” di Flaubertiana memoria.

 

La Vagliengo è una frizzante trentaseienne web journalist e blogger, con collaborazioni che veleggiano da “Marieclaire.it” ad una rubrica su “La rivista intelligente”; è anche direttore responsabile di “Scenario” e senior editor di “Punkt magazine”. Insomma una ne fa e cento ne pensa, con articoli in ogni dove, dribblando tra due figli piccoli, ironicamente (e con infinito amore) definiti mini hooligans, e il difficile mondo del precariato. E’ una brunetta tutto pepe, dallo stile personalissimo, enfatizzato da occhiali “cat eyes” che ne mettono in risalto lo sguardo da strong woman. E forte lo è davvero: perennemente in movimento ed ora alle prese anche con la stesura del sequel, mentre invoca giornate di 36 ore e ricorda tanto la Jessica Parker di “Ma come fa a far tutto?”. Lei ci riesce perché è «una piemontese verace, multitasking. Sono eclettica, amo scrivere e se posso lo declino nelle varie professioni; spinta più che altro da passione, perché  al momento guadagno solo in gloria e soddisfazioni».

 

-Che effetto fa essere inclusa da “Panorama” tra i 10 migliori autori di romanzi hot-pink da leggere sotto l’ombrellone? E condividi la definizione?

«Ovviamente è una piacevole sorpresa e sono state bravissime le ragazze dell’ufficio stampa di GoWare. Forse la definizione è un po’riduttiva: direi che il libro rientra nella letteratura d’intrattenimento femminile e non, leggera ma non stupida, con molta ironia e la possibilità di entrare anche nel mondo del web. Invece la parte hot, probabilmente, dovrei svilupparla di più».

-L’identikit di Emma?

«E’ una ragazza di oggi, sognatrice ma con i piedi  per terra. Più pragmatica della tipica eroina romantica; trova sempre la strada o le persone giuste che l’aiutano a concretizzare le sue “visioni” e a realizzare i suoi sogni».

-Dove finisci tu e inizia lei?

«Emma è molto più vintage di me, più equilibrata; mentre io sono più una testa matta. Ma essendo il primo romanzo mi sono ispirata alla mia vita, alle mie amiche e a quello che mi circonda. Ho romanzato alcuni personaggi del pinerolese e solo Mr Vintage è inventato».

-L’ebook quanto è diverso dal libro?

«La storia è più romanzata, con un linguaggio meno da videoclip e da blogger, che alcuni avevano criticato. Poi ho introdotto una figura chiave che traghetterà Emma nel secondo romanzo».

-Libri ed ebook: nemici o alleati?

«Operano su due piani totalmente diversi; non possono essere nemici, ma per forza alleati. Vorrei che il seguito di Emma uscisse contemporaneamente nelle due vesti e sarebbe un gran bel risultato se i lettori tradizionali, dopo il libro, si divertissero anche con l’ebook, che conterrà chicche in più e costa pure poco».

-Hai  sguinzagliato Emma oltreconfine: in America, Hong Kong e Shangai. Prossime mete?

«Ovunque non sia ancora stata e la farò anche tornare a New York, dove l’ho presentata personalmente quattro anni fa. Ma è dal 2007 che viaggia; ancora prima del libro avevo fatto  degli stickers che la gente attaccava in giro per il mondo ed era bellissimo. In Cina è arrivata grazie al mio sponsor “Rama Caffè” che ha creato una miscela italiana esclusivamente per quel mercato».

-In copertina hai volutamente omesso il suo volto, ma se Emma arrivasse sugli schermi chi potrebbe incarnarla?

«Ho cercato di non immaginarmi un’attrice proprio per non farmi influenzare. Potrebbe essere un volto nuovo o una versione più leggera e leggermente svampita della torinese Valeria Solarino».

-La tua arma vincente per sopravvivere agli impegni e alle difficoltà?

«L’ironia e una visione ottimista della vita: il mio  motto è “il meglio deve ancora avvenire”. Poi dormo poco per far fronte a tutto».

-Ti senti più giornalista o più scrittrice?

«Giornalista, perché per natura sono portata a pezzi brevi e veloci. La difficoltà maggiore è proprio uscire dalla scrittura del web e del blog per approdare a quella dei libri in cui le dinamiche sono più tradizionali».

-L’intervista e il personaggio che nella tua carriera ti sono piaciuti di più?

«In genere posso scegliere in base alle mie preferenze. Importante è stata l’intervista, a Londra, alla grande Sally Soames, unica donna ad aver fotografato il funerale di Winston Churcill; poi a Raoul Bova e Daria Bignardi, quando era direttrice di “Donna”. All’epoca ero agli inizi ed è stato entusiasmante arrivare a questi personaggi, partendo da un magazine locale».

-Perché sogni di intervistare Franca Valeri?

«Lei e la Carrà hanno fatto la storia della tv e in genere mi interessano le grandi donne. La signora Cecioni della Valeri, ancora in bianco e nero, era geniale, divertentissima. Poi leggere “Il diario della signorina snob” è stata una folgorazione perché di un’attualità sconvolgente. Ho già contattato il suo agente e sarei disposta a correre a Roma per intervistarla, ma le sue precarie condizioni di salute sono un ostacolo».

-Le tue passioni?

«Scrivere, internet -di cui sono drogata-, dolci e caffè. Adoro viaggiare e, anche se al momento mi è impossibile, ho nostalgia di quando a 23 anni giravo da sola per New York».

-Il tuo grande sogno?

«Non parlo mai di sogni, per lo più irrealizzabili e causa di frustrazioni; ma di “obiettivi”, perché  in qualche modo realizzo sempre tutto quello che ho in testa, e al momento punto a scrivere il secondo libro».

-La tua idea di successo?

«Francamente non lo so, può avere infinite sfumature. Nel mio caso è tutto quello che ho concretizzato, partendo dalla provincia, da sola e senza spinte da parte di qualcuno».

– Le strategie per raggiungerlo?

«Innanzitutto credere in quello che si fa e sapere che, mediamente, sarà realizzabile; con determinazione e fregandosene delle difficoltà che vanno virate in opportunità».

-Tra 20 anni come ti immagini?

«Spero di conservare lo spirito che mantiene giovane  una persona. Vorrei continuare a seguire le mie passioni, avere molto tempo libero per scrivere libri e, più che aspirare a “Vanity Fair” che magari non ci sarà neanche più, mi piacerebbe diventare direttore responsabile di una testata indipendente, tutta mia. Sto cullando un progetto “top secret” proprio in quella direzione».

-A quando il secondo libro con Emma?

«Nel 2015; ho già  tutto pronto, devo solo scriverlo. Ringrazio la mia splendida agente, Maria Cristina Guerra, che mi  sprona e segue costantemente. Emma avrà 5 anni di più, ci sarà un’evoluzione ed un risvolto più maturo e si troverà in condizioni meno rosee di quelle attuali».

 

 www.ericavagliengo.com

 

Laura Goria

 

 

 

Grandi torinesi per una gran Torino

cavour

Il ritratto di una città è delineato anche grazie alle figure di personaggi –grandi e piccoli – che ne hanno plasmato la fisionomia e la personalità. Il libro di Claudia Bocca è una carrellata di nomi (con relative storie) legati alla storia torinese negli ambiti più disparati: Maria Cristina di Francia, Amedeo Avogadro, Francesco Cirio, Pietro Micca, Edmondo de Amicis, Camillo Benso Conte di Cavour, Giovanni Agnelli ma anche Fred Buscaglione (nella foto) e Armando Testa sono alcuni di loro.  Le biografie dei personaggi sono veloci e scorrevoli. Non mancano gustose curiosità ed episodi inediti appartenenti alla storia cittadina.

“I personaggi che hanno fatto grande Torino”. Di Claudia BoccaNewton Compton

Un Bicerin da Tiffany

tiffanyUna nuova guida  ai locali più “in”, alla ricerca di colazioni chic come quelle della elegantissima Holly di Truman Capote. Se adorate i localini curiosi e raffinati e apprezzate gli accostamenti gastronomici eleganti,  i ristoranti che sanno coniugare gusto e atmosfera,  allora optate per  un posto davvero speciale.

 

Ce ne sono tanti, in Italia, il libro di Isa Grassano ne è la riprova: “Per un incontro tra amiche, un appuntamento di lavoro, un’occasione galante: i ristoranti, i caffè, i ritrovi più glamour, dove mangiare è un piacere che coinvolge tutti i sensi, e l’eleganza un dettaglio irrinunciabile.

 

Un vademecum essenziale per soddisfare occhi e palato, in cerca di uno stile che anche Audrey avrebbe adorato”. Così dice l’autrice e noi le crediamo. Tra i locali torinesi segnalati dalla guida non poteva mancare il Bicerin, meta tra le preferite (con il Cambio) del conte di Cavour.

“Colazioni da Tiffany. I caffè, i ristoranti e i locali più glamour d’Italia”. Di Isa Grassano,  Newton Compton

Il Salone è il romanzo della città

salone romanzoA kermesse appena terminata, e a fronte dello strepitoso successo avuto da questa edizione, è interessante riflettere sulla storia del Salone torinese. L’autore ricorda le figure di “un libraio giramondo”, Angelo Pezzana della Luxemburg,  di una vicepresidente della Regione, Bianca Vetrino, del Pri, e di un “commercialista audace”, Guido Accornero appassionato di libri antichi e arte.  “È in questo strano triangolo, che nasce nella primavera del 1987 l’idea di un Salone del Libro. Un anno dopo inizia una storia che ha fatto crescere e consolidare un appuntamento che si rinnova da 27 anni”, scrive Roberto Moisio nel suo volume snello e leggibilissimo. La storia della manifestazione è la storia di Torino. Una storia sociale e culturale fatta di piccoli e grandi editori, piccoli e grandi scrittori e – soprattutto – entusiasti lettori.

“Un romanzo di carta. Storia del Salone del libro di Torino”, di Roberto Moisio, Marsilio.

 

(Foto: il Torinese)