Una partita dai due volti o, forse, dai volti plurimi che l’Auxilium Fiat Torino di basket ha presentato quest’anno.
Emozioni ne abbiamo vissute tante, e in questa partita sembra che siano state tutte riassunte: carattere, assenza di volontà, forza, debolezza, spettacolo e, comunque, sempre spettacolo, anche nei momenti bui.
La FIAT Torino è probabilmente la squadra più “corretta” della stagione. Si può discutere all’infinito se questo sia un pregio o un difetto, ma bisogna dire che Torino non ha mai avuto gioco violento o scorretto nei confronti degli avversari, mai una volta si è visto qualcuno di Torino aggredire un avversario (e stiamo parlando di episodi di gioco, di difesa per essere chiari). Altre squadre, molte in maglia nera…, non aggrediscono, non difendono: assaltano, colpiscono e passano sopra, ma questo è forse il format del basket italiano dove la difesa da sempre (come il calcio e il suo catenaccio insegnano) è molto considerata.
Chiunque veda il basket Eurolega scopre che se colpisci l’attaccante al difensore viene fischiato fallo;
se spingi oltre il limite vieni sanzionato, ma tant’è, quest’anno è andata così, e forse, se vogliamo sorridere, Torino è più adatta all’Eurolega che al campionato italiano (perché non sognare?)… .Per tornare alla partita si è rivisto Jones, sorpresa per molti ma non per i più attenti: era stato il miglior giocatore del campionato Slovacco: vero che dopo la meteora Blue (MVP in D-league) potrebbe non essere una garanzia, ma se avete mai visionato le partite dell’altr’anno lui ha sempre (o quasi) giocato così. Forse quest’anno non sempre ha avuto il tempo di farlo vedere, ma in questa partita come in altre in cui ha segnato molto ha avuto il tempo di giocare ed è uscito il giocatore che è. In altri momenti, forse, avesse sbagliato i primi tre tiri avrebbe “dormito” in panchina, ma senza Sasha, Garrett, Blue ormai a casa, ha avuto ulteriori chance e ha tirato fuori una prestazione Monstre… . Prossimo anno? Chissà…
Difficile dire cose nuove su Poeta che ha messo tutto quello che aveva, e il record stagionale di Assist e peccato non aver pareggiato con un suo tiro finale, però tutti quelli in campo hanno fatto quello che potevano e alcuni anche di più.
Simone (uno dei tifosi simbolo di Torino, forse quello più riconoscibile per la sua splendida parrucca gialla da trasferta…) ci dice: “Una Torino tutto orgoglio riesce quasi nell’impresa… Una partenza brutta e poi l’orgoglio di Poeta, Trevor e un grande Jones ci portano quasi alla vittoria. Brescia si conferma una gran bella trasferta, peccato sia stata l’ultima. Ora mercoledì speriamo in una vittoria di orgoglio
finale e sempre forza Aux!”. Ed infatti la reazione è stata di orgoglio. La fatica era sensibile e visibile, anche se soprattutto nei nostri giocatori. A dirla tutta, proprio andando a vedere bene, nelle ultime giornate 6 partite sono “andate perse” negli ultimi 1’ – 2’… a testimonianza di una tenuta non proprio impeccabile, e se invece di perdere sempre in volata le avessimo vinte, credo sia evidente di cosa staremmo parlando adesso… , e come dice Simone, e gran parte della tifoseria… peccato.
Massimo (tifoso televisivo dalla curva… ) dice: “Siamo partiti male, anzi malissimo, e poi, forse un po’ complice la supponenza di Brescia e la bravura di Jones, siamo rientrati. Potevamo farcela, ma quest’anno sembra che la dea fortuna ci abbia più che abbandonati dopo la vittoria in Coppa Italia”. E credo che si possa condividere anche questo pensiero.
Diciamo, che pur se manca ancora una partita, un piccolo sunto della stagione è quello di essere felici
di aver vinto finalmente qualcosa, essere consapevoli che le scelte tecniche non erano sbagliate, ma che il comportamento “amalgamato” del gruppo non sempre è stato perfetto. Ciò nonostante, se avessimo vinto solo tre o quattro partite di quelle perse in volata ora si parlerebbe di dove acquistare i biglietti per metà maggio… .
Ma con i sé e con i ma si costruisce poco: è ora di guardare per l’ultima volta in stagione questa squadra che ha riempito di emozioni tutti noi, e che come tutte le passioni ti alza e ti butta a terra il cuore in maniera improvvisa. La prossima stagione è già vicina e i sogni cominciano all’alba di una notte che però ha visto un giorno sfavillante con una coppa Italia e una buona partecipazione Eurocup: non è poco per chi come tutti noi, da sempre non aveva mai vinto un c…o (Peppe Poeta dixit)…
Paolo Michieletto

Si poteva vincere, si poteva dimostrare qualcosa a tutti, si poteva battere chi, invece di giocare a quello che Naismith definiva Basketball cioè un gioco senza contatto e penalizzante ogni aggressività eccessiva, fa proprio della difesa con aggressività al limite della violenza la sua arma in più, e si poteva fare anche altro, ma non si è riusciti





sicuramente dai risultati finali ma non della valutazione globale. Sono stati fatti degli errori, certo, ma chi li sta pagando in prima persona? I tifosi dal punto di vista emotivo, ed è fondamentale, certo, visto che lo sport si regge sul pubblico che osserva, ma anche chi ha messo soldi, tempo e faccia non credo lo abbia fatto per divertirsi in modo anomalo.
A e ha già vinto una Coppa Italia. Può essere che non si arrivi ai playoff, vero, ma non è la “morte” sportiva di una squadra. Il pubblico ha dato tanto, e tanto ancora darà: ma dà qualcosa perché qualcuno ha creato questo qualcosa per cui “tanto dà”. Non riconoscerlo è un errore di presunzione di importanza che non conduce da nessuna parte.
dell’esperienza. Ed è quella che ancora manca a questa squadra.




umile ma nobile, meno noto ma reale compiere un gesto inaspettato quanto unico in un campo di gioco. Siamo in un momento concitato della partita di domenica scorsa tra FIAT TORINO e Milano di serie A di Pallacanestro. Dopo un’azione confusa il pivot avversario cade a terra (senza fallo e senza colpi né situazioni di pericolo) e Valerio Mazzola (ala-pivot di Torino) invece di correre verso l’area avversaria per avvantaggiarsi della situazione, si ferma e solleva l’avversario prima di tornare a giocare con i suoi compagni. Molti diranno “scemo, perché non ne hai approfittato” e varietà di questo
genere di improperi. Ma il campione va oltre il momento, ha il cuore nella testa e non approfitta dell’avversario caduto, e l’istinto dell’uomo gentile e nobile non calpesta tutto in nome di una vittoria. E l’educazione morale è qualcosa che supera il risultato e va oltre quello che la gente pensa. L’animo nobile non si guadagna con i soldi, il rispetto non lo si compra urlando, e il prestigio non nasce grazie a degli improperi. Ma sono i piccoli gesti, quelli che nessuno ormai più considera a fare la differenza: quel silenzio assordante del gesto buono che nasce dall’istinto e da una educazione
che ormai sembra di altri tempi. E tutto questo non ha un eco, non rimbomba e non rimbalza, ma vale più di una vittoria. E se tutti insieme, invece solo di inveire, lottassimo nella vita quotidiana come Valerio accettando gli avversari e aiutandoli se necessario, forse faremmo tutti un salto di qualità. Io stesso come tifoso ho quasi inveito contro un gesto di insana generosità: e poi ci ho ripensato. E’ grazie a gesti come questi che lo sport non è ancora morto, a persone come Valerio Mazzola che al primo posto hanno l’educazione e una morale. Ruvide gomitate e lotta allo sfinimento: ma insulti e scorrettezze no, non fanno per chi vuole pensare che lo sport sia scuola di vita oltre che macchina da soldi per pochi. Grazie Valerio Mazzola, grazie della lezione: un applauso dal cuore di tutti i tifosi dello sport del basket e non solo.

sportivamente con canestri al volo rovesciati o crossover a centro area e step back contro i migliori difensori, oltre alla solita quantità di assist. Sicuro che se avesse a disposizione migliore continuità nei suoi compagni la sua classe potrebbe anche salire non dovendo forzare talvolta conclusioni che ai più superficiali sembrano inutili e avventate scelte, ma bisognerebbe vedere bene il contesto. Trevor Mbakwe sembra tornare ai suoi tempi migliori e si vede l’impatto in campo.Il migliore dal punto di vista tecnico e di coraggio lo si trova in Valerio Mazzola, che si sta ricordando di essere necessario e se giocherà come sa Torino potrebbe avere un “nuovo” straniero migliore di quanto possa immaginare. E’ un tiratore notevole e sa lottare: Torino deve pensare anche al futuro e lottare per tenerlo anche nei prossimi anni.
Sasha, Peppe, Deron: un terzetto d’onore che lotta anche quando non sembra. La fatica a volte si vede e negli ultimi due minuti i tiri lasciati a campo aperto agli avversari forse sono dovuti a stanchezza imposta anche dalle poche rotazioni e ad una preparazione che dovrebbe essere orientata a reggere a lungo visto che si è in “pochi”.

Difficile, non impossibile. Poco tempo fa Torino per restare in A vinse 5 delle ultime 7 partite in un campionato dove chi retrocesse aveva 22 punti!!! Adesso probabilmente a 12 o 14 si è salvi. Errori li hanno fatti tutti e tempo fa scrissi che per Torino erano necessari due o tre anni per attestarsi a comprendere il campionato di alto livello di serie A. Nessuno di noi ha mai diretto squadre di questo livello e non so quanti oltre a tifare e a scrivere abbiano allenato in serie A. Non è solo far giocare bene la squadra (che già non è “pileggio da piccioletta barca” come scrisse il poeta) ma è anche gestire persone e personalità, umori e sponsor, dirigenti e addetti ai lavori e tanto altro che non si vede ma che esiste, e solo l’esperienza ti tempra al necessario Know How di cosa fare. Difficile suggerire cosa fare per il futuro, facile proporre cosa fare nell’immediato: dare tutto, subito e fino alla fine, in modo da terminare con l’onore delle armi in caso negativo o con l’alloro del vincitore in caso di successo. E onorare il pubblico che ci mette cuore, entusiasmo, risorse di tempo ed economiche è forse il primo dovere del giocatore di qualsiasi sport, con altrettanta forza e coraggio moltiplicata dalla responsabilità morale. Alla FIAT Torino, che quest’anno ci ha già dato tanto, e che ci ha sicuramente “spiazzato” più volte, non si chiede più molto altro che l’impegno, e poi sarà quel che sarà, ma dando il massimo si può perdere, ma non si esce sconfitti.

Galbiati, non attacchiamoci agli episodi, anche se… In ogni caso “Torino sprecona, domina per tre quarti e cede nel finale. Vander Blue ancora non pervenuto e questo è preoccupante. Ora la situazione si complica ma ci crediamo sempre!!! Go Aux! Continuo a ribadire che il nostro miglior acquisto sia stato tenere Deron (Washington, ndr)!” e questo è il messaggio del nostro super Simone dai Rude Boys (a proposito, grazie delle foto e della tua presenza con splendida parrucca gialla!), e purtroppo bisogna in effetti constatare l’assenza quasi totale di Blue dal tabellino e tra i protagonisti della Fiat Torino. In una squadra che già ha tra le sue assenze quella pesante per motivi di salute del giovane Okeke, regalare ancora un giocatore importante agli avversari non è cosa da poco, purtroppo e speriamo che qualcosa di meglio esca dal giocatore che fino ad oggi sembra una meteora e non una stella permanente.


E sappiamo che tutto il settore tifosi dai Rude Boys al Settore 208 (che ringraziamo per le molte foto inviateci) sarà pronto a tifare per i colori della nostra città: a voi ragazzi, che giocate per la maglia gialloblù di Torino arrivino tutte le energie per condurre la squadra della nostra città verso nuovi traguardi. Il basket in Piemonte c’è stato e ad alto livello. Ora è tornata Torino, e sarebbe bello vederlo volare stabilmente verso i livelli più alti anche nel periodo di maggio e giugno… .



dalla FIAT per 55 – 46, a testimonianza che Torino è una macchina da canestri, gomiti o non gomiti, pur avendo non nella difesa il suo punto forte. Un secondo quarto sottotono ha fatto la differenza, e il resto è venuto da sé.
dando solo colpe a chi non riesce a vincere, pur se le vittorie, anche brutte, danno sempre più piacere delle sconfitte.