Il Grande Basket visto dalla curva- Pagina 3

FIAT TORINO VINCE LA COPPA ITALIA: LE EMOZIONI!

Per la prima volta Torino vince qualcosa di tangibile nel panorama del basket Nazionale. Sembrava impossibile dopo il recente passato, noto ormai a tutti gli appassionati, ma non è vero che l’impossibile esiste, esistono solo persone che per lavoro giocano, ma giocano con il cuore e usano la testa e superano i limiti

I giornali “ufficiali” hanno già trattato della cronaca delle partite e i commenti sui vari giocatori sono stati già forniti. Da queste righe, come sempre, lanciamo le emozioni vissute dalla “curva” sia quella eroica presente sugli spalti sia quelle innumerevoli “curve” che erano costituite come assemblee provvisorie in ogni casa con un video a trasmettere le stesse emozioni!

Si hanno notizie di gruppi organizzati che si sono trovati senza voce a fine partita come se fossero presenti sul campo a far sentire la propria voce, e abbiamo notizie di vicini di casa “preoccupati” da forti urla con imprecazioni e grida di gioia alternate provenienti da stanze attigue fino ad allora sempre tranquille, così come di alberghi con persone preoccupate dei loro occupanti impegnati in salti nei letti non dovuti ad attività “consuete”: ma questa è Torino, il basket, l’emozione che toglie la voce e ti fa stancare come se giocassi… e tutti coloro che soffrono di questo “male” sanno di cosa si parla.Una finale dove per la prima volta, credo, non è stata effettuata neanche una schiacciata a canestro, dove i protagonisti sono saliti sul palcoscenico a turno, prima Vander Blue, poi Colò, quindi Garrett, Poeta, Mazzola e sempre presente come “spalla” di tutti, Deron Washington, probabilmente il miglior giocatore non riconosciuto delle Finals.

Le emozioni narrano di tifosi afoni che ci mandano messaggi di “bellissimo, siamo distrutti, quattro giorni avanti indietro, ma lo rifaremmo altre cento volte se fosse necessario!”, e altri che incrociati il giorno dopo per strada riconosciamo aver visto la partita e vissuta con il cuore dagli occhi ancora increduli e il sorriso che parte spontaneo appena ti vedono. E’ la rivincita di chi non ha mai mollato, di quelli che anche contro Brindisi e Avellino c’erano, di quelli che non sono andati via imprecando dopo la sconfitta con lo Zenit San Pietroburgo; è la vittoria della forza del proprio cuore contro la ragione, del talento contro la tecnica, dell’emozione contro la tattica e di un gruppo nuovo che si è consolidato sotto la guida del nuovo alfiere, Paolo Galbiati, che da sempre è stato il confidente di tutti e sapeva probabilmente bene con chi aveva e avrà a che fare nel prosieguo della stagione.

Ma soprattutto il sorriso, le mani aperte dei giocatori che esultano: guardate i loro gesti, non sono quasi mai pugni alzati con rabbia, ma gesti di gioia, chi tira con l’arco, chi punta le dita al cielo, chi apre le braccia con ecumenico slancio, chi chiede ascolto, chi fa altri gesti ma mai di rabbia contro qualcuno. Se doveva essere una vittoria lo è stata: ma è stata una vittoria per sé stessi e per il proprio pubblico: tutti coloro che erano presenti, in ogni modo lo fossero, non dimenticheranno mai le emozioni vissute.

Paolo Michieletto

Bologna – Fiat Torino: una sconfitta che fa male…

Sintomatica alla fine di una partita è l’emozione che questa lascia: tanto amaro in bocca, soprattutto per chi e come abbia sconfitto la squadra della FIAT TORINO.

Una partita che si poteva vincere, non diciamo agevolmente, ma, tutto sommato, si vedeva che a parte il finale, sembrava che gli altri giocatori fossero anche disposti a perdere se gli fosse data l’occasione giusta. Purtroppo, le trasferte di Bologna risultano ancora indigeste per i colori di Torino, che, dopo un inizio di buonissimo livello, si sono persi in una ricerca di strani individualismi .

Vero è che fino a pochissimo dalla fine la partita era sicuramente ancora “vincibile”, ma poi il panico ha assalito i giocatori in campo mentre le riserve della Virtus Bologna (vedi Stefano Gentile e Lawson) uscivano alla grande.

Torino ha individualità abilissime a trovare la via del canestro ma quando questo si trasforma in un muro di plastica entro il quale la palla non entrerà mai, bisognerebbe tranquillizzare tutti e cercare come squadra di sopperire alle mancanze dei singoli. Neanche 40 punti subiti da Milano in 35’ e poi 82 presi da Bologna testimoniano la mancanza della stessa intensità durante la partita al Paladozza.

Talvolta si potrebbe osare di consigliare al nostro Coach il “time out preventivo”, cioè quando tutto va bene fermare la partita un attimo e dire ai ragazzi che va tutto bene, di continuare così, e di non usare il time out solo quando siamo disperati. Un po’ come dare la pacca ad un amico e dirgli “Bravo!”, come a rinforzargli il coraggio di andare avanti e, invece di dover urlare, spronare tutti a dare il meglio.

I singoli … “direi che la giornata nera di Vujacic non faccia testo e il no comment è l’unico pensiero che possiamo inviargli sperando non accada più”, commento di Adriano dalla visione in tv.

“Patterson e Garrett hanno sì sbagliato qualcosa, ma se non ci fossero stati loro chi provava ad inventare qualcosa in una partita come questa? E poi fino a quasi tre minuti dalla fine eravamo lì e senza le uscite per falli di Mbakwe e Patterson forse non sarebbe finita così…” ci dice Giovanni che anche lui ha visto la partita in TV.

La presenza “fischiata” in campo di Valerio Mazzola è stata importante e a lui va il nostro incoraggiamento e il ringraziamento per la grande capacità di saper reagire elegantemente a chi disprezza le persone solo per il colore delle maglie che indossa. Il “pubblico” è bestia feroce che difende il proprio branco e annienta chi non è con lui, ma le persone sempre dovrebbero apprezzare le altre persone e, solo perché hanno fatto scelte di vita impegnative e differenti, non dovrebbero dimenticare il passato di chi ha collaborato con loro, ma si sa, lo scellerato è colui che dissipa non solo beni materiali, ma anche colui che dimentica i valori umani.

E Mazzola, già intervistato su questa testata, è una persona talmente di nobile animo a cui speriamo di saper ridare il giusto calore del suo vero pubblico fin dalla prossima partita.

A tal proposito speriamo in una bella accoglienza per Chris Wright sabato a Torino che tanto ha dato alla nostra squadra e con i problemi di salute che ha dovremmo essere tutti felici di incontrarlo in un campo da basket sia come avversario che come amico.

Torniamo ai pochi commenti ricevuti dalla partita, ma si sa, la tristezza non è amica del tempo da dedicare a scrivere, e speriamo che sia sempre un momento sparuto in mezzo a periodi di “felicità sportiva”.

“Dispiace perdere con giocatori avversari così indisponenti ma la nostra prestazione sarebbe anche bastata se gli arbitri avessero gestito meglio gli ultimi minuti”, ci scrive Andrea. Non saprei cosa dire se non utilizzare frasi fatte che dicono che se sei sopra di 10 nell’ultimo minuto è difficile che gli arbitri possano interferire granché… e Torino aveva la possibilità di trovarsi in queste condizioni vista la difficoltà della forte della squadra affrontata.

In conclusione, si potrebbe dire che è stata una partita giocata a sprazzi con elementi di spettacolarità unica, vedi la conclusione al volo di Patterson su passaggio esageratamente bello di Washington alla fine del terzo quarto (potremmo inserirlo quasi sicuramente sul podio delle più belle azioni di Torino da quando è tornata nella massima serie), unita a troppe ingenuità e tentativi di chiudere tutti da soli… .

La speranza è che Torino sia quella vista contro Milano, unita e “asservita” agli ordini di un coach che, se lasciato lavorare, probabilmente stupirà tutti con la costruzione di un qualcosa di bello che ora è solo in germinazione e che ogni tanto lascia intravvedere lampi di genio e tattica che altre squadre faticano solo ad immaginare.

Paolo Michieletto

 

FIAT Torino – Armani Milano, una gran bella vittoria

Torino non delude, e quest’anno, a parte qualcuno che forse non segue fino in fondo lo sport, non si può che considerare che il grande basket passerà anche da qui. Vincere sempre è un privilegio di pochi, ma essere secondi dopo dieci giornate dovrebbe far riflettere anche coloro a cui piace sempre solo criticare, forse anche perché, parafrasando un pochino la canzone di Marinella “… son tutti bravi a dar buoni consigli solo perché non possono dare “alcun esempio”… Lo sport giocato domenica tra Torino e Milano è stato ad un livello di intensità probabilmente mai visto dalle nostre parti: qualcuno potrà pensare a tanti errori, ma se ci si rendesse conto della velocità a cui si gioca, si potrebbe comprendere come non sia facile tirare dopo aver corso per liberarsi di montagne umane piene di muscoli che si muovono veloci quasi come un Bolt… o essere subito lucidi dopo aver corso per impedir loro di tirare. Torino dopo tre quarti ha tenuto Milano a soli 35 punti! Comunque, anche se c’è chi, come me, preferisce le partite da 100 punti, questa non è stata una brutta partita, ma forse quella della consacrazione ad alto livello di Torino, sperando solo che possa resistere fisicamente, perché l’alta intensità logora, ma è solo quella che ti permette di vincere. Una domenica come questa non poteva lasciare indifferenti i tifosi della FIAT Torino e quindi per riuscire a dare a tutti uno spazio, sarò costretto in alcuni commenti a fare delle sintesi.

“In una Torino gelida, più di 5000 persone hanno riscaldato un Pala Ruffini già soldout. La coreografia dei tifosi gialloblù è semplice ma efficace con le bandierine gialle a colorare il palazzetto alla presentazione delle squadre mentre durante la partita il tifo della curva ha trainato più volte tutti i settori, complice anche l’ottima prova della squadra. Poco di più di una ventina gli Ultra di Milano, che però riescono a farsi sentire nonostante la bolgia”, ci scrive Vincenzo, e infatti oltre al tifo oltremodo corretto e caldo di Torino è da segnalare come forse Milano non abbia un appeal come una volta, quando da Milano arrivavano in tanti e un po’, anche se sembra strano dirlo, ci sono mancati: un derby senza tifoseria avversaria al completo è un po’ meno … derby. “Torino finalmente ritrova lo spirito di gruppo; gran difesa, ottime penetrazioni di Lamar e un Andrè Jones in ottima serata! Grande prestazione di Deron (Washington) presenza ovunque: siamo tornati sulla strada giusta! Go Aux”, il commento di Simone dalla curva. “Per chi non se ne fosse accorto, mancava uno striscione che ha toccato migliaia di persone. ASIA VIVE, Purtroppo, questo, che rappresenta l’incarnazione di una piccola bimba scomparsa a soli 11 anni, non si è potuto esporre. Il settore 208 si è limitato a tifare per i nostri colori senza insultare nessuno. Nel mio silenzio glaciale un grazie a tutti coloro che hanno avallato la nostra scelta” ci scrive Mirko che aggiunge e chiede solo di poter inviare ancora un messaggio a sue due più che amici , anzi fratelli “Questo è lo striscione che ho tatuato nel cuore: Ivan e Thomas non mollate!” .

La speranza è che Torino possa divenire esempio del tifo e bisogna dire che tutta la curva è degna corollario di questa squadra, che riconosce al pubblico il valore di sesto uomo, dove Vujacic sembra essere il “capopopolo” e dove la passione per i colori gialloblu dovrebbe essere unica, anche se ognuno a suo modo… . Massimiliano commenta dalla curva blu “Partita durissima non bella a vedersi ma meno male che l’abbiamo vinta”, e che sia stata dura è innegabile. Sabrina commenta: “la partita perfetta, a parte qualche piccola appannatura di Poeta, superiori a tutti Mbakwe (ha caricato anche se non solo lui di falli i “lunghi” di Milano) in fase offensiva, e Washington   su tutto il campo. E finalmente Patterson sembra essere ai suoi livelli”.La squadra intera sembra essere finalmente sugli scudi! E anche se a volte si “oscurano” si rendono utili sotto altre forme, come Garrett, il cui ruolo di direttore di orchestra lo ha gestito veramente bene, basta vedere anche la difesa dove (in collaborazione con gli altri) le guardie di Milano sono state sicuramente molto meno positive “…Torino è determinata questa sera. Sasha (Vujacic) chiede il sostegno a più non posso da parte del pubblico. E il pubblico è tutto in piedi e la squadra risponde giocando alla grande e finalmente si porta a casa questa vittoria tanto voluta e tanto desiderata. E anche la panchina vive un’altra atmosfera: Davide Parente che sostiene i compagni pronto ad un abbraccio o ad una parola che carica, e anche Okeke fa la sua parte! Bella la nostra Torino” il commento di Barbara! Giovanni dal settore Giallo Distinti segnala: “ Torino c’è, anche se sembrava avesse già finito, ma Torino ha un’anima e forse da stasera si può sperare in qualcosa di buono!” Sicuramente la strada per la vittoria finale la può completare solo chi vince, e quindi, aspettiamoci una via difficile da trovare, ma anche essere pronti ad apprezzare lo sport per quello che è: una competizione in cui tutti danno il massimo per vincere, e nel basket, la partita ha sempre un solo vincitore, ma se i contendenti hanno dato il massimo, nulla si può rimproverare a chi perde, anche se noi speriamo sempre che sia l’altra squadra… !

Paolo Michieletto