GUSTO- Pagina 36

I rifermentati naturali emiliani arrivano a Torino

Dal 10 al 12 dicembre da Ailimē, il nuovo locale torinese nel quartiere Aurora della sake sommelier modenese Chicca Vancini, si terrà la speciale tre giorni gastronomica “Emilia Sur lì goes to Ailimē”.

Protagonisti i vini rifermentati naturali in bottiglia dell’omonima associazione emiliana di vignaioli, i quali saranno abbinati alle ricette tradizionali emiliane e italiane sabato 10 e domenica 11 a pranzo e all’alta cucina dello chef Marco Sforza lunedì 12 a cena, con il format 7piattix7bottiglie, quando prenderanno la scena anche i prodotti di Società Agricola Terrevive. di Gianluca Bergianti, titolare dell’azienda e Presidente di Emilia Sur lì. Ho voluto ospitare i vignaioli dell’associazione perché, come me, hanno l’obiettivo di portare avanti una cultura legata a un territorio, che è il mio stesso di origineha dichiarato Chicca Vancini. “Abbiamo conosciuto Chicca in azienda e ci siamo entrambi piaciuti da subito” ha detto Gianluca Bergianti. “Da lì è nato un rapporto professionale, che possiamo consolidare in questa tre giorni a cui siamo onorati di partecipare. Abbiamo accettato l’invito perché entrambi intendiamo comunicare la tradizione della zona vitivinicola emiliana sui rifermentati naturali in bottiglia”. 

I PRANZI DI SABATO 10 E DOMENICA 11 DICEMBRE 

Sabato 10 e domenica 11 dicembre a pranzo, dalle 13 alle 15, da Ailimē arriveranno sei produttori di Emilia Sur lì, provenienti dalle province di Piacenza, Reggio Emilia e Modena. In entrambi i giorni saranno protagoniste le ricette della tradizione emiliana e tricolore, cucinate dal cuoco Massimiliano Moccia. Sabato, con un menu composto da Passatelli in brodo, Tagliatelle con friggione, Coniglio alla cacciatora e Calzagat di farina di castagne, fagioli e pancetta, saranno in degustazione i bianchi Trebbiano di Modena, Trebbiano di Spagna e i rossi Salamino di Santacroce e Gutturnio delle giovani aziende neo associate La Poiesa, Podere Beghetto e Franchina e Giarone.  

Domenica, insieme a Tortellini in brodo/alla crema di Parmigiano, Cotoletta alla bolognese e ai confermati Calzagat, sarà possibile assaggiare i vini prodotti da tre realtà che fanno parte di Emilia Sur lì già da tempo – Quarticello Roberto Maestri, Ferretti Vini e Marco Cordani – e che in degustazione porteranno etichette realizzate con diverse varietà di Lambrusco – Salamino di Santa Croce e Maestri – con il bianco Spergola e il rosso Fortana. 

LA CENA DI LUNEDÌ 12 DICEMBRE

7PIATTIX7BOTTIGLIE CON SFORZA E BERGIANTI 

Lunedì 12, da Ailimē, andrà in scena il format 7Piattix7Bottiglie, una cena in cui, ai piatti dello chef ospite Marco Sforza, Chicca Vancini abbinerà le vecchie annate modenesi di Società Agricola Terrevive, conservate dall’apertura dell’azienda del 2008 a oggi. La realtà, nata per volere di Gianluca e della moglie Simona – rispettivamente laureati in Viticoltura ed Enologia e in Agronomia – conta oggi 16 ettari e lavora a ciclo chiuso, producendo dal 2016, secondo i principi dell’agricoltura biodinamica, rifermentati naturali in bottiglia. I vitigni protagonisti sono le uve lambrusche, che sul terreno sabbioso-limoso riescono ad esprimersi al meglio, per regalare dei vini espressione della complessità agricola e di un sistema vivente che ne potenzia l’espressività e la profondità. Alcuni dei vitigni che saranno in degustazione alla cena sono il prestigioso rosso Lambrusco di Sorbara e i bianchi Trebbiano di Modena e di Spagna.  

A curare i piatti portati in tavola ci sarà, come detto, lo chef Marco Sforza, che può vantare grandi trascorsi nel curriculum e un passaporto che lo ha portato a girare in lungo e in largo tutto il mondo. La mia è una cucina di prodotto. Rispetto la stagionalità e il produttore, che ha impiegato molto tempo per la realizzazione di un prodotto. Quando devo preparare una cena, cerco di contestualizzare il menu in base al posto in cui mi trovo. Essendo Ailimē un punto di incontro tra le culture giapponese ed emiliana, il menu del 12 dicembre racconterà un po’ del Giappone, paese in cui ho lavorato e a cui sono ancora legato, e un po’ di Emilia e di Italia più in generale”.  

Il percorso sarà introdotto da Kakiage veg, un tempura di ortaggi tagliati finemente, che rappresenta un benvenuto nipponico, in cui lo chef mette in mostra la sua attenzione non nuova alle verdure, tramandata dai nonni contadini. Scampo/mela verde/yuzu e Baccalà/cime/kimchi sono piatti che esaltano frutta e verdura di stagione, l’oriente e le materie prime ittiche. Zucca Hokkaido/Parmigiano 50 è un omaggio all’Emilia, per la presenza di una fonduta di Parmigiano Reggiano 50 mesi, e alla sua tradizione della pasta ripiena, qui raffigurata in un tortello. La conclusione della cena è affidata al secondo Agnello/sedano rapa/vaniglia, in cui la spalla stufata e spolpata, viene servita con crema di sedano rapa, olio alla vaniglia Bourbon e vaniglia di Madagascar, e al dessert Chocolate chuao/nocciola/sarrapia, nato dall’ultimo viaggio in Venezuela dello chef, nel quale ha assistito alla coltivazione di uno dei migliori cacao al mondo, che ha abbinato alla fava di tonka (sarrapia) e al sapore sabaudo della nocciola.

Ziccat, nuovo punto vendita nel panorama dell’arte del cioccolato

Dopo i negozi di via Bardonecchia, di Corso Svizzera e di Piazza Borromini, dedicate alla vendita e alla degustazione del cioccolato, ecco che il riconfermato maestro del gusto di Torino e Provincia, trova spazio per un nuovo punto vendita in una zona della cittá – via Pietro Micca – dove,  per la sue caratteristiche architettoniche, sembra si possano ancora respirare le atmosfere della Torino sabauda ai tempi dei Savoia che fecero della futura prima capitale d’Italia punto di riferimento per la lavorazione del cioccolato.
Un progetto, quello di Alberto Brustia – titolare dell’azienda – che trova culmine e nuovo slancio nel nuovo negozio al civico 17: gli arredamenti, informali ma con tocchi di originalità architettonica – dallo studio dei punti luce agli espositori in legno di pregio, in stile tipico da bottega storica – sono stati realizzati per regalare alla clientela dei momenti di ” dolcissima ” pausa. La proposta è ampia e non prevede solo la somministrazione e la  vendita dei propri prodotti dolciari di eccellenza : dalla colazione all’ aperitivo, da degustare negli spazi interni o nel dehors, ampio spazio viene dato al caffè – del Maestro del GustoBoutic caffè” -,  da abbinare, a scelta, alle praline di produzione diretta dell’azienda , studiate e abbinate a ingredienti che possono mantenere le tradizioni dolciarie piemontesi – come le gelèe alla pesca e ganache all’amaretto – oppure che possono stupire il palato dei più curiosi – come quelle realizzate  con ganache allo yuzu e cremino all’arachide salata -.

La possibilità  di unire alla degustazione del cioccolato o, all’ora dell’aperitivo, di un tagliere composto da salumi e formaggi,  anche i vini, provenienti da cantine selezionate del territorio piemontese, o di birre, per le quali la scelta si é soffermata su un’azienda di Vaie , in val di Susa, il birrificio artigianale Soralamà, che realizza i suoi prodotti con pura acqua di montagna, è sicuramente una novità nel panorama dei locali ad esclusiva vendita di cioccolato; segno di una profonda attenzione della proprietà nei confronti della clientela e alle loro esigenze nel poter concedersi una pausa durante la giornata e, nel contempo, coccolarsi acquistando del buon cioccolato, confezionato in un packaging curato e degno ” testimonial” di alcuni simboli dell’industria torinese che hanno riconoscibile la città nel tempo.

Preziosa è anche la collaborazione e la valorizzazione con le produzioni vinicole locali, in vendita o in mescita. Oltre che con il già  citato birrificio di Vaie, importante é quella con la Tenuta vinicola Tamburnin, che ha sede a Castelnuovo Don Bosco (At). Azienda dallo storico interessante, produce con determinazione e successo ( da poco inserita nella guida dei Vini buoni d’Italia del Touring club d’Italia) una  gamma definita  di  vini  fra i quali : i due tipi di Vermouth – bianco e rosso – una delicata malvasia, un ottimo chardonnay – doc e biologico – e quello che li identifica in maniera significativa , lo spumante brut biologico , ” Clo” : il nome omaggia Claudia, la piú giovane delle sorelle Tamburnin che porta avanti l’azienda e che allude al suono frizzante di una giovane bollicina, fresca e con sentori fruttati.
CHIARA VANNINI
 
Ziccat
V.Pietro Micca 2 , ang. Via XX settembre 
Orari: Lunedi – Domenica 8-20 

La prima pizza circolare si mangia a Torino

La rivisitazione di un grande classico della cucina italiana secondo i principi dell’economia circolare applicata al cibo, all’interno del progetto europeo FUSILLI,  si trova alla Locanda nel Parco a Mirafiori, grazie alla proposta dell’Università di Scienze Gastronomiche e del Pollenzo FoodLab.

La Pizza Circolare nasce all’interno del progetto europeo FUSILLI che, fino al 2024, mira a promuovere la transizione del sistema alimentare di 12 città europee attraverso Living Lab innovativi. A Torino grazie a FUSILLI si sperimentano innovazioni e azioni concrete all’interno del Turin Food Innovation Living Lab, un ecosistema di innovazione aperta condivisa e partecipata implementato principalmente nell’area di Mirafiori, che coinvolge gli abitanti e un’ampia gamma di portatori di interesse nello sviluppare e attuare politiche alimentari locali che soddisfino le quattro priorità FOOD 2030:

  1. alimentazione per diete sostenibili e sane
  2. sistemi alimentari intelligenti per il clima e sostenibili dal punto di vista ambientale
  3. circolarità e sistemi alimentari efficienti sotto il profilo delle risorse
  4. innovazione e responsabilizzazione delle comunità.

FUSILLI è l’acronimo di Fostering the Urban food System Transformation through Innovative Living Labs Implementation e a Torino è realizzato dalla Città di Torino e dalla Fondazione della Comunità di Mirafiori in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, l’Università di TorinoOrti Generali come terze parti e il coinvolgimento, in varie azioni, di stakeholder sul territorio di Mirafiori come, in questo caso, la Cooperativa Sociale Mirafiori che gestisce la Locanda nel Parco.

La Città di Torino, da tempo attenta a promuovere una transizione del sistema alimentare cittadino attraverso l’adozione di soluzioni maggiormente sostenibili da un punto di vista sociale, economico e ambientale, con la partecipazione al progetto FUSILLI ha rafforzato il proprio impegno in questa direzione definendo una strategia olistica, sinergica ed integrata.

Parallelamente, l’implementazione del Turin Food Innovation Living Lab a Mirafiori ha offerto l’opportunità di creare uno spazio di sperimentazione condiviso volto a definire soluzioni co-progettate attraverso il coinvolgimento di un’ampia gamma di attori che agiscono nelle diverse dimensioni della filiera alimentare: produzione e trasformazione, distribuzione e logistica, consumo, gestione e riduzione dello spreco alimentare, nonché “governance”.

Il Living Lab implementato con il progetto FUSILLI insisterà su alcune tematiche di interesse strategico: promozione del modello di economia circolare, attività di educazione e sensibilizzazione sul rapporto cibo/salute, gestione dello spreco alimentare, recupero e redistribuzione delle eccedenze alimentari anche a fini solidaristici, tutela della biodiversità e promozione del cibo locale, rafforzamento dell’identità di quartiere e della capacità di resilienza degli abitanti. Benché caratterizzato come un banco di prova sperimentale a scala di quartiere (Mirafiori), il Turin Food Living Lab mira a replicare le soluzioni di successo in altre aree cittadine.

«La Pizza Circolare è un importante tassello della più ampia strategia alla quale la Città di Torino sta lavorando con impegno da tempo, volta ad accompagnare la transizione del sistema alimentare cittadino verso soluzioni in linea con le priorità Food 2030 dell’Unione Europea» sottolinea l’Assessora della Città di Torino alla Transizione ecologica e digitale, Chiara Foglietta «Non a caso la città ha inserito il tema dell’economia circolare come uno dei quattro pilastri su cui lavorerà il nuovo Gruppo Interdipartimentale, nato anche grazie agli spunti e alle sinergie con il progetto europeo FUSILLI, che ha l’obiettivo di realizzare politiche condivise e univoche in ambito alimentare».

Fondazione della Comunità di Mirafiori onlus da oltre 10 anni si occupa di coinvolgere gli abitanti in attività e in eventi di divulgazione legati ai temi della rigenerazione urbana e sociale, anche attraverso il cibo come occasione di socialità e di sostenibilità ambientale. Da 4 anni con Mirafood (la comunità urbana Slow Food per la valorizzazione del territorio di Mirafiori), con il progetto Mirafiori Quartieri Solidali e oggi, grazie a FUSILLI, si possono consolidare le azioni di sistema sul recupero del cibo e sostegno alimentare, si avviano nuove sperimentazioni sul tema della circolarità del cibo e si sviluppano strategie condivise per la valorizzazione delle tipicità e artigianalità locali come MA.MI food – Made in Mirafiori, il paniere di prodotti tipici di Mirafiori.

La sinergia tra amministrazione, enti del Terzo Settore, mondo accademico e cittadini, anche in questo caso, rappresenta un’importante valore aggiunto al territorio.

«Con il progetto FUSILLI, la Fondazione della Comunità di Mirafiori ha la possibilità di incrementare ulteriormente le azioni di valorizzazione dell’identità del territorio attraverso la cultura del cibo, attivate da anni e promosse fin dal 2018 con Mirafood. La Pizza Circolare è un’ulteriore tappa nella costruzione del sostegno allo sviluppo economico locale e si inserisce nel neonato paniere di prodotti del quartiere, MA.MI food – Made in Mirafiori, rispettosi dei principi del “cibo buono pulito e giusto” e motore di un maggiore benessere delle persone e dell’ambiente.» Anna Rosaria Toma, Presidente di Fondazione della Comunità di Mirafiori onlus.

La Pizza Circolare è una proposta gastronomica progettata dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e il Pollenzo FoodLab, laboratorio di sperimentazione e formazione per l’innovazione in cucina, in collaborazione con la Locanda nel Parco, il ristorante sociale della Casa nel Parco.

L’innovativo concept si fa portavoce dei principi della Circular Economy for Food (CEFF) che l’Ateneo ha promosso negli anni con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo dell’economia circolare applicata al food system.

«La Circular Economy for Food è quel modo di pensare ed agire sistemico, che parte dal porre al centro di ogni processo decisionale la tutela e la rigenerazione del capitale naturale a cui è associato quello umano, culturale ed economico, rispettando i limiti planetari ed offrendo allo stesso tempo uno spazio equo alla società civile. Il primo passo è cercare di evitare di compromettere i rapporti con il migliore fornitore di materia prima che il genere umano conosca, ovvero la Natura, per poi ragionare sulla valorizzazione di ogni eccedenza, l’inclusione sociale, l’utilizzo intero degli ingredienti, il recupero del saper fare in cucina e così via» afferma il prof. Franco Fassio curatore dell’iniziativa insieme alla designer sistemica Alessandra Savina ed al gruppo di lavoro del Food Lab, composto da Carol Povigna, Nahuel Buracco e Matteo Bigi, gastronomi e formatori che con la loro esperienza e creatività sfornano quotidianamente nuovi paradigmi gastronomici in cucina.

Seguendo le 3C della CEFF (Capitale, Ciclicità e Coevoluzione), la pizza valorizza i suoi ingredienti nella loro interezza, evitando la generazione di sprechi, esaltando la biodiversità naturale e culturale tipica del territorio e coinvolgendo la comunità con un prodotto nutriente e salutare per l’umanità e il pianeta (One Health).

La prima ricetta di pizza rivisitata che viene proposta a Locanda nel Parco mette in discussione la famosa 4 Stagioni. I “classici” topping come mozzarella, pomodoro, carciofini, olive, funghetti, prosciutto cotto, nella nuova versione progettata da Pollenzo sono sostituiti da verdure di stagione, dal formaggio tipico piemontese Mortrett, o dal Seirass del Fen, una ricotta stagionata Presìdio Slow Food.

Con l’aggiunta di erbe aromatiche del kitchen garden nei cassoni a Spazio WOW, ex fabbrica del quartiere rigenerata con vocazione green, e l’impasto a lunga lievitazione cotto in un forno a risparmio energetico, realizzato con materiale refrattario, in grado di mantenere la temperatura e ridurre i consumi.

La ricetta, nella sua versione invernale, include come ingredienti vegetali il cavolo broccolo, zucca Butternut, cavolo viola e porro: verdure che sono espressione stagionale del territorio piemontese.

La proposta gastronomica è pensata per essere versatile e replicabile per ogni stagione e lì rientra in un ragionamento più ampio che l’Ateneo pollentino sta portando avanti, con l’ambizione di rivisitare alcuni grandi classici della cucina italiana, in chiave sostenibile e circolare. Non si tratta, infatti, di un mix unico nel suo genere, ma di un modus operandi applicato ad una pizza vegetariana, qualcosa che l’antropologo francese Claude Lévi-Strauss definirebbe come un’azione di “bricolage contadino” ovvero di quella capacità delle società tradizionali di operare sui saperi materiali e immateriali ricombinandoli creativamente, per valorizzarli al massimo ed evitare la generazione di sprechi.

“La Gastronoma” è il nome della nuova pizza, ideato dagli studenti della Laurea Magistrale in Food Innovation & Management di UNISG, coinvolti nei test sensoriali che hanno portato alla generazione della ricetta invernale. Una pizza che porta in tavola la biodiversità naturale e culturale tipica di ogni territorio, riducendo al minimo gli scarti derivanti dalla sua produzione in chiave di economia circolare.

«L’obiettivo del Food Lab, contribuendo alla creazione di nuovi prodotti come La Gastronoma, è quello di diffondere un nuovo modo di fare, che ha radici nel passato, ma che allo stesso tempo non vuole assumere un atteggiamento nostalgico, ma far propria la consapevolezza che in questo stato di crisi ecologica mondiale, è opportuno che la modernità e l’innovazione si siedano al tavolo della tradizione, specie quando quest’ultima diventa portavoce di valori attualizzabili in soluzioni per il futuro» afferma Carol Povigna, coordinatrice del Pollenzo Food Lab.

La Locanda nel Parco è il ristorante gestito dalla Cooperativa Sociale Mirafiori, realtà presente in quartiere dal 1988. Il locale, nella ristrutturazione del 2021, è stato pensato con una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale, attraverso l’applicazione dei principi dell’economia circolare. È un luogo di opportunità sia lavorative per chi è disposto a rimettersi in gioco con i propri talenti nonostante le profonde difficoltà vissute, che formative per i giovani: è un hub permanente della scuola di formazione professionale Engim San Luca.

Oltre a essere spazio di aggregazione e socializzazione aperto a tutti senza distinzioni, con attenzione alle persone più fragili, si propone cibo di qualità, che rispetta la stagionalità dei prodotti e con una grande attenzione alla provenienza degli alimenti, prediligendo i prodotti locali. Il nostro vino è biologico certificato e offriamo birre di piccoli produttori piemontesi.

La Pizza Circolare rappresenterà il fiore all’occhiello della proposta di pizze di Locanda nel Parco, punto di riferimento per il territorio, orientato a un’alimentazione sana e sostenibile, sia per l’ambiente che, economicamente, per i clienti.

La Pizza Circolare è disponibile a Locanda nel Parco (via Modesto Panetti, 1 – Torino) dal 2 dicembre 2022 tutti i giorni dal martedì alla domenica.
Consigliata la prenotazione al 345 6878874.

Alle “OGR” di Torino, un Salone dedicato ai “Vini Naturali”

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“Naturalmente Vino”

Sabato 3 e domenica 4 dicembre; venerdì 2 preview per “Notte Rossa Barbera”

Dicono gli organizzatori di “Torino Wine Week”: “Il miglior modo di celebrare l’arrivo dell’inverno è gustarne il sapore e poterlo esaltare anche a tavola”. E come non condividerne il nobile concetto? Nasce di qui l’idea della grande due giorni, sabato 3 e domenica 4 dicembre, dedicata al Salone di “Naturalmente Vino” e, in accompagnamento, alla “Notte Rossa Barbera”, organizzata quale preview, venerdì 2 e sabato 3 dicembre prossimi. L’appuntamento per “Naturalmente Vino” è all’interno degli spazi di “Snodo” alle “OGR – Officine Grandi Riparazioni” di corso Castelfidardo 12, a Torino, che ospiteranno oltre 50 produttori, non solo piemontesi, protagonisti di generose degustazioni e masterclass. Al centro del Salone e suoi grandi protagonisti i “vini naturali”, quelli che raccontano, nei profumi e nei sapori, la “sinergia” fra contadino e vigne, in un legame inscindibile con tradizioni e passioni a noi arrivate attraverso lunghe faticose corse del tempo. “Naturalmente Vino” , dicono gli organizzatori, “intende valorizzare e promuovere il lavoro di questi ‘Vigneron’, volto a far conoscere le loro storie e le loro produzioni a partire dai loro ‘terroir’, nell’impegno di salvaguardare la natura. Questo primo Festival dedicato ai vini naturali è stato pensato e progettato proprio con l’intento di rendere Torino sempre più portavoce autorevole di questa filosofia”. All’interno del Salone saranno presenti anche i panettieri e i pasticceri premiati dalla “Guida Pane e Panettieri 2023” e “Guida Pasticceri e Pasticcerie 2023”, per raccontare uno dei legami culinari più antichi: quello tra il vino e il pane.

Su www.torinowineweek.it tutti gli aggiornamenti relativi alle modalità di somministrazione e costi.

Inoltre, venerdì 2 e sabato 3 dicembre per “Naturalmente Vino”, si terrà la preview di “Notte Rossa Barbera”, organizzata dall’Associazione culturale “F.E.A”: la sagra diffusa del buon vino e cucina a prezzi popolari, con menù ispirati alla tradizione piemontese della “merenda sinoira” che si gustava nelle tipiche “piole”, e che coinvolgerà 10 trattorie torinesi. Per scoprire i i locali coinvolti visitare www.sottoilcielodifred.it/notte-rossa-barbera/le-piole (Menù fisso a 18 euro: assaggi di 4 antipasti + primo, acqua e caffè ).

La proposta è dunque quella di un lungo “weekend immersivo” negli spazi di “Snodo- OGR” e diffuso per la città.

Anche in occasione di “Naturalmente Vino” sarà inoltre possibile per gli operatori del settore enogastronomico accreditarsi nelle giornate del 3 dicembre e del 4 dicembre, direttamente su www.torinowineweek.it (priorità d’iscrizione e disponibilità limitata, per entrambe le giornate).

L’evento è realizzato con il supporto di Camera di commercio di Torino e con il patrocinio della Città di Torino. Partner di Torino Wine Week sono la Città del Gusto TorinoGambero Rosso, Fisar Torino, Torino DOC ed Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino. Per l’occasione si è inaugurata anche una nuova collaborazione con l’Associazione F.E.A. ETS nella realizzazione della “Notte Rossa Barbera”.

Orari della manifestazione: sabato 3 dicembre dalle 14 alle 21,30 e domenica 4 dicembre dalle 12 alle 20.

  1. m

Gerla 1927, il marron glacé secondo Evi Polliotto

E’ il dolcetto tipico dell’autunno sabaudo. Consumato soprattutto in accompagnamento a un tè caldo, diventa una merenda gustosa e, se realizzato a regola d’arte, neanche troppo nauseante per il quantitativo di zucchero utile alla sua glassatura.

Parliamo dei marron glacè, una “ galuperie” che, secondo alcune fonti, risulterebbero essere stati importati dalla Francia al Piemonte da alcuni pasticceri di Lione; altre, riferirebbero che, già nella zona di Cuneo – ricca di castagne – nel periodo dei primi del 600,  vennero inventati alla corte del Duca Carlo Emanuele I di Savoia. Un’altra narrazione scritta arriva sempre dal Piemonte, con il trattato “Confetturiere Piemontese” stampato a Torino nel 1790, in cui vengono descritti i diversi modi di “confettare i frutti”, castagne comprese. Non è un caso che in Francia vengano chiamati anche  “marron de Turin”.

A chiunque si addebiti l’invenzione, noi dolcemente lo ringraziamo…

La ricetta per la sua realizzazione prevede dei passaggi precisi: si parte dalla selezione delle castagne, rigorosamente appartenenti alle valli del cuneese, caratterizzate da un guscio tendente al rosso, dalle striature chiare, liscio e omogeneo, dalla polpa morbida e compatta e da un gusto dolce e ben definito. Ciò che fa la differenza è la lavorazione artigianale, basata ancora su operazioni manuali: dal processo di novena, nove giorni durante i quali i frutti vengono fatti ammorbidire in acqua insieme alle loro bucce, in modo da conservarne gli aromi e i profumi, alla pelatura – metodo a vapore adatto a evitare che il marrone si rompa e mantenga le sue caratteristiche.

I marroni sono quindi pronti per essere poi immersi in vasche d’acqua calda e zucchero, in modo tale  da perdere i  liquidi e assorbire la parte zuccherina ed  essere poi posizionati su griglie e ricoperti da una glassa di zucchero a velo. Dopo di che vengono fatti passare al forno per fissare la glassatura, concludendosi con il confezionamento in atmosfera modificata.

La pastry chef , Evi Polliotto, del gruppo Gerla 1927, ha realizzato una versione fantasiosa e  gustosa  del pasticcino glassato: nella storica pasticceria con sede nel cuore di Torino  in Corso Vittorio Emanuele II 88 ( e altre sedi aperte da poco),  si possono comunque trovare, come sempre, i celebri marron glacé artigianali preparati seguendo la ricetta tradizionale. Tutta la lunga lavorazione avviene nei locali del laboratorio in via Giotto 43 e ha inizio con un’attenta ricerca della materia prima: i marroni selezionati provengono unicamente dalla Valle di Susa e dalla Valle Pesio, e devono essere di media dimensione, per rimanere morbidi all’interno e croccanti all’esterno.

I marron glacé sono ottimi da gustare da soli ma ancora di più se impiegati in ricette della pasticceria come il caratteristico dolce Monte Bianco che, da Gerla 1927, si può trovare nell’originale versione Per Elisa. La creazione dell’Executive Pastry Chef consiste in un cake fatto con crema di marron glacé, marron glacé in pezzi, gelée di cassis (una varietà di ribes nero selvatico) profumato con del gin, guarnito con dei marron glacé in pezzi e una ganache montata con panna, cioccolato bianco e vaniglia, e per finire crema di marroni.

Abbiamo voluto condividere, coi nostri lettori, la ricetta- gentilmente concessa dalla stessa chef – che ha fatto letteralmente impazzire le nostre papille gustative.

CAKE AI MARRONI:

Ingredienti:

65g di burro

100g di latte

85g di farina

100g di crema di marron glacé

110g di tuorli

65g di uova intere

155g di albumi

75g di zucchero semolato

Procedimento:

Montare gli albumi con lo zucchero semolato.

Far girare parallelamente in planetaria con una foglia il burro a temperatura ambiente e lo

zucchero, aggiungere progressivamente il latte, le uova e i tuorli ed infine la crema di marroni.

Unire i due composti e versare in uno stampo inox di diametro di circa 18cm.

Cuocere per 20/25 minuti a 180 gradi.

MIRTILLI SALTATI IN PADELLA CON BURRO E ZUCCHERO DI

Procedimento:

Far sciogliere una noce di burro con dello zucchero fino a farlo fondere, poi versare i mirtilli in

padella e far saltare.

Versare sul cake ai marroni.

CREMA PASTICCERA

Ingredienti:

250g di latte

60g di tuorli

1/2 bacca di vaniglia

18g di zucchero semolato

Procedimento:

Unire lo zucchero ai tuorli.

Scaldare il latte con la bacca di vaniglia incisa, far arrivare a bollore e unire ai tuorli mixati con lo

zucchero.

Cuocere fino a quando la crema iniziata ad addensare. Togliere dal fuoco, mixare per lisciare la

texture e mettere da parte a raffreddare.

CHANTILLY ALLA VANIGLIA

Ingredienti:

500g di panna

25g di zucchero a velo

Più 100g di crema pasticcera

Procedimento:

Montare la panna con lo zucchero a velo, e quando inizia a “scrivere” unire la crema e finire di

montare.

Versare sopra il cake con i mirtilli precedentemente congelati.

Unire dei marron glacé a pezzi dentro la chantilly e mettere in frigo.

Una volta fredda, con l’aiuto di una sac à poche finire la torta con la crema di marron.

                                                                                                                                            Chiara Vannini

 

Degustare il territorio (in musica) all’enoteca dell’Albugnano

IL SECONDO APPUNTAMENTO CON “SENSUM”:

MUSICA E VINO ALL’ENOTECA REGIONALE DELL’ALBUGNANO

Sabato 26 novembre a partire dalle 17, la quindicesima Enoteca Regionale del Piemonte ospita un nuovo appuntamento per gustare alcuni dei vini simbolo del territorio a “suon di musica”, romanticamente affacciati sul “Balcone del Monferrato”

 

Dopo il successo dello scorso ottobre, all’Enoteca Regionale dell’Albugnano (Via Roma 9 ad Albugnano in provincia di Asti) torna Sensum, una degustazione guidata a ritmo di musica.

L’appuntamento è per Sabato 26 novembre, a partire dalle 17.

Durante la serata sarà possibile assaporare cinque diverse etichette dei vini del territorio, bianchi e spumanti locali, il Freisa, l’Albugnano e la Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, accompagnati da altrettanti brani musicali proposti dal Trio Quodlibet, un giovane ma già affermato gruppo torinese, con la partecipazione della flautista piemontese Rebecca Viora.

Attraverso le note di Vivaldi e Dvořák, Beethoven e Mozart, un viaggio multisensoriale per stimolare tutti i sensi, dal gusto alla vista, dall’olfatto all’udito, affacciati sul Balcone del Monferrato per godersi un panorama unico.

Il costo per partecipare a “SENSUM” è di 20 euro.

A seguire, chi fosse interessato potrà gustarsi un aperitivo a base di prodotti tipici locali e vini del territorio al costo aggiuntivo di 12 euro.

La prenotazione è obbligatoria contattando il numero 333.6269361 o scrivendo
all’indirizzo

Dopo questo secondo appuntamento con SENSUM, l’Enoteca Regionale dell’Albugnano tornerà protagonista il 3 dicembre con l’inaugurazione della mostra dell’artista Mario Saini dal titolo “dipinti non solo dipinti”, che sarà esposta fino al 30 dicembre, creando un intrigante connubio tra vino e arte.

Queste iniziative rientrano nel progetto dell’Enoteca Regionale dell’Albugnano, volto a promuovere le numerose tipicità enogastronomiche di un territorio ricco di tesori, compreso tra la Collina Torinese e il Nord Astigiano, e a creare interessanti collaborazioni all’insegna dell’arte e della cultura. Inaugurata lo scorso maggio, l’Enoteca non è solo un punto di riferimento enogastronomico ma è anche un punto di partenza informativo e turistico per andare ad esplorare i tesori artistici e culturali del “romanico”, a cominciare dalla vicina magnifica Abbazia di Vezzolano.

 

 

Enoteca Regionale dell’Albugnano

Via Roma, 9 – 14022 Albugnano (AT)

enotecalbugnano@gmail.com

Prosegue la Stagione del Tartufo Bianco nel Monferrato

Migliaia di visitatori alla 55° Fiera Nazionale del Tartufo Trifola d’Or di Murisengo

 

Va ad un tartufo di 323 grammi da Costigliole d’Asti il primo premio

Ancora grandi numeri per la seconda domenica di Trifola d’Or a Murisengo, a partire dalle migliaia di visitatori, giunti nell’arco dell’intera giornata, fino ai 5 chilogrammi di pepite in gara al banco di giuria.

Con un esemplare di 323 grammi, si è aggiudicato il primo premio della seconda domenica di Fiera Nazionale del Tartufo (500 euro in denaro offerti dai commercianti di Murisengo) Giovanni Ronzato di Costigliole d’Asti, mentre il secondo premio (350 euro offerti dai produttori locali) è andato al Tuber magnatum Pico di 378 trovato da Andrea Fantino di Montiglio Monferrato. Pochissimi i punti decimali di differenza tra il primo e il secondo premio.

Il terzo premio (100 euro offerti da La Bottega della Carne) è andato, ancora, a Ronzano e al suo tartufo di 198 grammi, mentre la prima migliore composizione è stata quella di 1012 grammi presentata da Alessandro Denaro di Torino (250 euro offerti da UnipolSai), seguita da quella di 510 grammi di Antonio Dalla Francesca di Settimo Torinese (150 euro offerti dal Ristorante San Candido).

Il miglior esemplare di un tartufo (93 grammi) raccolto da un trifolau locale è andato al murisenghese Alessio Gasparini (100 euro offerti dalla Pizzeria Lo Stivale). Infine, il miglior esemplare così come la migliore composizione di tartufo nero sono stati vinti nuovamente da Dalla Francesca; a lui, due piatti da collezione realizzati in serie limitata e firmati dal pittore Gigi Allovio.

Così, Giorgio Richiardi presidente di Giuria in rappresentanza del Centro Nazionale Studi del Tartufo di Alba: –  questa domenica è stato particolarmente difficile stabilire la classifica; più di un esemplare ha avuto i requisiti per conquistare il primo premio. Alla fine, sebbene di pochissimi punti, la qualità ha prevalso sul peso. Complessivamente è stata una giornata interessante con tanti tartufi eccellenti”.

La presenza del Centro Nazionale Studi del Tartufo torna, ogni anno, ad essere occasione di garanzia per il consumatore e di qualità per la Fiera, da più voci, anche autorevolissime, giudicata – la migliore dell’offerta piemontese -. Tutti i tartufi in esposizione e vendita, infatti, vengono preventivamente sottoposti al vaglio del CNST e solo quelli rispondenti ai requisiti di freschezza, consistenza e profumazione, possono venir esposti e venduti. Un lavoro serio e meticoloso che, domenica, ha visto sequestrati 12 esemplari, poi, riconsegnati ai proprietari a fine fiera.

La Fiera è finita ma la Stagione del Tartufo Bianco nel Monferrato continua i fine settimana fino al 18 dicembre prossimo.  

Tutti i sabati e le domeniche, infatti, sarà possibile acquistare, direttamente dal cercatore, Tuber Magnatum Pico o tartufi neri appena raccolti, presso l’Angolo del Trifolau allestito in piazza Boario (dalle ore 10 alle 12,30 e dalle 14 alle 16).

Inoltre, presso l’adiacente Temporary Store TargatoMurisengo di via Asti 2, i produttori di Murisengo saranno presenti con la loro variegata proposta di vino, agroalimentari e trasformati artigianali a km0, quali: vini, mieli, zafferano, nocciole, formaggi caprini, salumi, ortofrutta, pasta fresca, confetture, torte di nocciole, pasta fresca, dolci, trasformati, salse, conserveria, fiori e tessuti (in orario 10,00-17,00).

Ad arricchire l’offerta, il circuito dalla ristorazione (elenco nella sezione Mangiare e Dormire del sito www.fieradeltartufo.net / prenotazione diretta) per scegliere il menu autunnale a base di tartufi.

Per gli amanti della natura del movimento e della cultura, infine, continuano gli appuntamenti Outdoor-Truffle, con: Nordic Walking e camminata libera nei luoghi del tartufo con tappe enogastronomiche (a cura di Cammini DiVini 339 4188277); E-bike tour con aperitivo in cantina e, facoltativa, la conviviale (Asd I Cinghiali; possibilità di noleggio e-bike 331 3640752).

Visitabile tutti i giorni e con ingresso libero, anche, la nuova Tartufaia Didattica Tabui realizzata in zona San Pietro ai piedi dell’omonima torre romanica.

Programma completo su www.fieradeltartufo.net .

 

“Sua Maestà il Panettone” scende in gara a Torino

“UNA MOLE DI PANETTONI”

Hotel Principi di Piemonte – 26 e 27 novembre 2022

“UNA MOLE DI PANETTONI” torna con l’edizione più importante e completa; sarà come sempre organizzata da DETTAGLI EVENTI e si svolgerà a Torino, il 26 e 27 novembre 2022, presso il prestigioso hotel Principi di Piemonte, situato nel cuore della prima capitale d’Italia.

“UNA MOLE DI PANETTONI” è un evento nazionale dedicato al tradizionale dolce di Natale in cui trentacinque maestri fornai e pasticceri lievitisti provenienti da tutte le regioni italiane si sfideranno a colpi di panettoni creativi e tradizionali. Ciascuno di essi lavorerà con ingredienti e procedure esclusivamente artigianali, espressione della loro creatività e dei loro territori di provenienza, e le loro creazioni esalteranno l’estro, la cura e la meticolosità di ogni dettaglio produttivo.

Giunta alla sua undicesima edizione, “UNA MOLE DI PANETTONI” è una delle manifestazioni che apriranno il carosello di eventi italiani legati al popolare dolce natalizio. I visitatori potranno compiere un “viaggio gourmet” attraverso l’Italia apprezzando gusto, forme e profumi del dolce considerato, giustamente, il “Re del Natale”; nello stesso tempo, potranno acquistare i panettoni e scoprire i segreti dei protagonisti del concorso che si racconteranno con la loro presenza e con le loro creazioni di alta pasticceria.

Il Concorso

Oltre a rappresentare un raffinato tour dolciario unico nel suo genere, “UNA MOLE DI PANETTONI” è anche una gara tra alcuni dei migliori fornai e pasticceri lievitisti del Paese. Una giuria di esperti (tra essi sarà presente anche un “uditore lievitista” sorteggiato tra i 35 concorrenti) premierà i migliori panettoni tradizionali presenti in gara; saranno distinti in appartenenti alla scuola piemontese (bassi con la glassa) e milanese (alti senza glassa) cui si aggiungeranno i migliori panettoni creativi italiani.

Nel primo pomeriggio di domenica 27 novembre, la giuria proclamerà i dolci vincitori che si aggiudicheranno il premio “Una Mole di Panettoni”.

Il Panettone… oggi

L’elegante grande lievitato, che durante le feste di Natale è protagonista incontrastato nelle vetrine delle migliori pasticcerie e forni della penisola, sta vivendo una continua espansione, non solo tra i suoi affezionati consumatori, ma anche guadagnando quote di mercato tra le nuove generazioni. È in questo contesto che eventi come “UNA MOLE DI PANETTONI”, nascono e si diffondono con l’obiettivo di informare il pubblico su un mondo affascinante, ricco di grandi talenti e di professionalità di eccellenza. Ed è per questo motivo che DETTAGLI EVENTI, società organizzatrice della manifestazione (come di “UNA MOLE DI COLOMBE”) mira da sempre alla qualità gastronomica e a unire tradizione, innovazione e contemporaneità, garantendo alla propria platea coerenza e professionalità.

Il Panettone… ieri

Leggenda vuole che il nome del panettone derivi da quello di Toni, un umile uomo vissuto nella seconda metà del quindicesimo secolo al servizio di Ludovico il Moro. Toni, accortosi che il capocuoco aveva bruciato il dolce preparato per il banchetto degli Sforza, decise di utilizzare il panetto di lievito madre che aveva conservato per festeggiare il suo Natale in famiglia. Lo lavorò con farina, uova, zucchero e uvetta, e mettendoci più volte mano, arrivò a realizzare un dolce lievitato e morbido che raccolse il plauso generale. La soddisfazione della corte fu tale che Ludovico il Moro battezzò il dolce “Pan de Toni”, dal quale, secondo la leggenda, deriverebbe il nome tutt’ora in uso.

L’organizzazione di “UNA MOLE DI PANETTONI”

“La filosofia di DETTAGLI EVENTI – affermano le due fondatrici, Laura Severi e Matilde Sclopis di Salerano – ha come obiettivo la valorizzazione dei grandi lievitati di eccellenza artigianale. Siamo certe che “UNA MOLE DI PANETTONI, ancora una volta, coinvolgerà il nostro pubblico in una vera caccia al tesoro per scoprire il panettone preferito tra tutti quelli proposti”. 

Prima del Covid, dal 2012 al 2019, “Una Mole di…” ha registrato in ogni edizione un incremento di pubblico di circa il 30%. Nata nel 2012 con “UNA MOLE DI PANETTONI”, la manifestazione è oggi diventata un appuntamento fisso degli eventi enogastronomici torinesi e dal 2020 è sbarcata anche sul web.

Con l’acquisto online sul sito www.unamoledi.it, per esempio, sarà possibile acquistare i biglietti d’ingresso e riservare la fascia oraria desiderata (slot di 30 minuti) fino a esaurimento posti. Il biglietto è acquistabile anche presso la biglietteria dell’evento ma l’accesso alla manifestazione tramite l’acquisto online sarà comunque prioritario.

 

UNA MOLE DI PANETTONI

26 e 27 novembre 2022

Ore 10 -20

Hotel Principi di Piemonte – Via Piero Gobetti 15, 10123 Torino

Per info e biglietti: singolo 5 €, coppia 7 € acquistabili su www.unamoledi.it oppure nella biglietteria presso l’Hotel Principi di Piemonte.

Acquisto online consigliato e prioritario tramite il quale sarà possibile prenotare la fascia oraria di accesso desiderata (slot di 1 ora) fino a esaurimento posti.

 

L’intero evento si svolgerà nel rispetto delle norme anti-COVID-19.

Essendo una manifestazione gastronomica, non sarà consentito l’accesso ad animali.

La Prosciutteria: da Firenze a Torino il “porchetta drive”

IN PIAZZA VITTORIO VENETO 

Toscana – Piemonte, un viaggio gastronomico con un valigia carica di eccellenze gastronomiche buone da mangiare e famosi simboli del made in Tuscany.
La ” Prosciutteria di Firenze” , il ” non ristorante” più vintage d’Italia, sbarca a Torino, nel piccolo salotto di Torino – Piazza Vittorio Veneto – in una reunion storica e culturale, fra la prima e la seconda capitale d’Italia.
Il carattere vintage,  che nel capoluogo piemontese è quanto mai visibile in ogni espressione urbana del centro storico, caratterizza gli arredamenti della Prosciutteria, realizzati con materiali di riciclo proveniente da antiche ville, casali s fattorie, ricreando atmosfere di altri tempi.
Ecco che i torinesi avranno la possibilità di degustare taglieri a base di finocchiona, prosciutti toscani tagliati a mano sul momento insieme, ovviamente, agli altrettanti famosi formaggi e pecorini toscani, stagionati e aromatizzati; abbinati, non c’è nemmeno bisogno di dirlo, a un buon calice di Chianti.
La prosciutteria porta con sè anche un format divertente che permette di acquistare in maniera ” espressa” , davanti allo sportello del locale, la famosa porchetta toscana, il ” Porchetta drive” : si potrà cosi degustare, sul momento o da portare via la specialità toscana preparata secondo la ricetta tradizionale, cotta al forno o a legna.
Il connubio gastronomico giocoso, informale ma di eccellenza tra Firenze e Torino, ce lo racconta bene il fondatore di ” Prosciutterie Firenze , Dario Leoncini, in questa breve intervista:
Qual è stata l’esigenza o l’idea di fondo dalla quale è nato il format del ” porchetta drive” ?
Per coloro che sono di passaggio e vogliono gustarsi una delle nostre schiacciate passeggiando per il centro di Torino abbiamo riservato una finestra che a noi piace scherzosamente chiamare “porchetta drive”. Mangiare la schiacciata con la porchetta mentre si passeggia per le vie della città è un rito tipico che a noi fiorentini piace fare periodicamente perciò abbiamo deciso di voler condividere anche questo come parte delle nostre tradizioni toscane con i nostri amici torinesi.
Perché la scelta è ricaduta proprio su Torino, tra le città selezionate del nord Italia? 
 
 
Torino è per noi una grande capitale europea, capitale del food e della tecnica, capitale del turismo e dello sport, Torino da anni rappresenta  ormai nel panorama mondiale un “place to be” e noi non potevamo mancare. La location di piazza Vittorio ha tutte le caratteristiche di ricerca della convivialità tipiche de “La Prosciutteria” con un dehor davvero ampio che solo questa piazza può offrire e una frequentazione giovane che vive il luogo con lo spirito che a noi piace, fin dai primi sopralluoghi ci siamo sentiti subito a casa.
Nel locale torinese, a fianco al Chianti, quale vino piemontese non dovrebbe mai mancare, per creare un eno fil rouge Toscana – Piemonte? 
 
 
 Il Chianti rappresenta la nostra toscanità, con l’ uva sangiovese a fare da Re della viticoltura regionale. In Piemonte, l’ altro grande leader del vino italiano nel mondo, l’ uva nebbiolo la fa da padrone, dunque i nostri vini Barolo e Langhe Doc rappresentano la linea naturale tra Toscana e Piemonte.
CHIARA VANNINI

Un assaggio di Barolo, Barbaresco e Roero con Go Wine