GUSTO- Pagina 14

Taste Alto Piemonte: alla conquista di Milano

Milano, 16 settembre Milano per la prima volta Taste Alto Piemonte, la più grande manifestazione dedicata ai vini dell’Alto Piemonte a Milano. L’evento, organizzato dal Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte in collaborazione con AIS Milano, si è svolto presso l’Hotel Westin Palace ed ha offerto d’immergersi nell’eccellenze vitivinicole dell’Alto Piemonte potendo incontrare i produttori e degustare una selezione delle ultime annate delle 10 denominazioni DOC e DOCG: Boca, Bramaterra, Colline Novaresi, Coste della Sesia, Fara, Gattinara, Ghemme, Lessona, Sizzano e Valli Ossolane.

Il Piemonte nord-occidentale è frequentato soprattutto dal turismo dei laghi e delle montagne; con questo evento si è riusciti a mettere un accento sulle storiche produzioni vinicole, offrendo l’opportunità di scoprire da vicino le aziende del territorio .
Dal 1999, il Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte promuove e valorizza i vini delle province di Biella, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola. Attraverso la tutela e la diffusione delle denominazioni di origine, il Consorzio sostiene le aziende della regione, che comprendono sia storiche realtà locali sia nuove iniziative, spaziando da grandi produttori a piccole aziende artigianali.
In aggiunta ai banchi d’assaggio, l’evento ha promosso masterclass di approfondimento, intitolati “Excursus Alto Piemonte”, offrirendo un viaggio dettagliato attraverso il territorio e le sue denominazioni, svelando alcune caratteristiche peculiari di questa affascinante zona vitivinicola. Le masterclass sono state condotte da Mauro Carosso, Presidente di AIS Piemonte, e Altai Garin, Sommelier della delegazione AIS Milano .

Masterclass “Excursus Alto Piemonte”

Partiamo dai vitigni: il nebbiolo e la Vespolina. per poi esplorare le sabbie di Lessona, i suoli vulcanici di Gattinara e i porfidi di Boca
1. I Dof Mati Viticultrici – Colline Novaresi Vespolina DOC, “Bona”, 2022
2. Cantina La Smeralda – Colline Novaresi Nebbiolo DOC, 2020
3. Enrico Crola – Colline Novaresi Nebbiolo DOC, “Giulia”, 2020
4. Cantine Garrone – Valli Ossolane Nebbiolo Superiore DOC, “Prunent 10 Brente”, 2020
5. Clerico Massimo – Lessona Riserva DOC, “Vigna Gaja”, 2015
6. Antoniolo – Gattinara Riserva DOCG, “Osso San Grato”, 2019
7. Podere ai Valloni – Boca DOC, “Vigna Cristiana BIO”, 2015
Le storiche denominazioni della collina fluvio glaciale novarese, Fara, Sizzano e Ghemme
8. Boniperti Gilberto – Fara DOC, “Barton”,2021
9. Cantina Comero di Cominoli Paolo – Sizzano DOC, 2020
10. Platinetti Guido – Ghemme DOCG, “Vigna Ronco al Maso”, 2020
11. Vigneti Costacurta – Ghemme DOCG, 2020
12. loppa – Ghemme DOCG, “Santa Fe”, 2018
13. Torraccia del Piantavigna – Ghemme DOCG, “Vigna Pelizzane”, 2017

Degustazione tutta alla cieca dov’è è stato possibile “giocare” e sviluppare le proprie conoscenze dei vini.
Il viaggio è stato condotto in maniera magistrale dai due sommelier sopra citati facendo perdere la cognizione del tempo agli astanti pur mantenendo altissimo il coinvolgimento tecnico e passionale.
Qualità media e pulizia dei vini elevatissima .
Davvero una bella serata.
Bravi !!!

Ecco alcuni vini assaggiati ai banchi che mi sono particolarmente piaciuti:

CANTINE GARRONE
PRUNENT
DIECIBRENTE 2020
VALLI OSSOLANE
NEBBIOLO SUPERIORE
Terreni argillosi nella parte alta e terreno subacido scheletro e sabbia , disgrego glaciale, vigna di 90 anni ,versante ovest , vinificato in acciaio poi 24 mesi di botte francese da 2600
Naso: fantastico, erbaceo, erba mentolata
Bocca: complessa, persistente LT , sentori di Roccia ,Vino di Montagna, sentori di menta fresca, bell’equilibrio nel finale .
Fantastico! Grazie Marco !

CARLONE DAVIDE
BOCA 2020
Da cloni autoctoni veramente rari di Nebbiolo, 85% Nebbiolo 15% Vespolina
Versante Sud-Ovest ,400-460 mt
Vigne 0,5 ettari 50 anni; 2 ettari 15 anni
Terreno ricco di porfidi che donano un suolo acido e sterile
15 gg sulle bucce, vinificato in acciaio, 34 mesi di cui almeno 18 in botti di rovere di Slavonia. Affinamento in bottiglia per almeno 4 mesi.
Naso: fantastico Roccia sangue, mentolato leggero, erbe officinali ,viola e menta
Bocca: pulito ,bellissimo finale armonico e persistente che ricorda un vino di terreno acido.
Grazie Michela e Davide !

LE PIANE
MIMMO 2020
80% Nebbiolo 15% croatina 5% vespolina
24 mesi di botte grande di Slavonia da 5000 e 8000
Naso: sentori d’amarena e piccoli frutti rossi , sentori di timo , erbe balsamiche e note di sottobosco
Bocca: è croccante, minerale con tannino setoso.

LE PIANE
VINO ROSSO 2021
le vigne migliori di Croatina ( circa 100 anni )
Vinificato in acciaio poi 12 mesi di tonneaux e 12 mesi di botte di Slavonia di varie dimensioni
Naso: profumi di frutti rossi maturi, note di spezie ed erbe officinali con un finale minerale
Bocca: Aromi di bacche scure, ciliegia, tabacco e frutto maturo con pienezza sapida. Finale molto elegante e piacevole.
Grazie Christoph !

ANTONIOTTI ODILIO
BRAMATERRA 2020
Vigne di 40 anni e metri 400/450, terreni porfirici di origine vulcanica
24 giorni sulle bucce, vinificato in tini vetrificati sotto terra che mantengono una temperatura di 15 gradi, 34 mesi botti francesi di Allier da 1000 e 2500
Naso: pulito con sentori molto ben identificabili
Bocca: grandissima eleganza e un finale che conserva durezza per un fantastico long time , balsamico e frutta di sottobosco.
Grazie Odilio e Mattia !

ANTONIOLO
SAN FRANCESCO
GATTINARA
RISERVA 2019
Gattinara da Vigne di Spanna al 100%
Terreni porfirici ,di origine vulcanica con meno ferro, vinificato in acciaio, poi 18 mesi tonneaux poi 18 mesi di botte grande e poi 12 mesi di bottiglia
Naso: profumo fruttato e speziato, con sentori di frutti rossi, pietra focaia, rosa e vaniglia
Bocca: fresco, balsamico ed elegante che conserva un formidabile timbro minerale vulcanico
Grazie ad Elio Camperi per le sempre precise indicazioni !

PIETRO CASSINA
BRAMATERRA LEO 2018
Nebbiolo 80%, Vespolina 10%, Croatina 5%, Uva rara 5%. Affinamento per 5 anni botti di rovere svizzero.
Naso: Violetta e frutti rossi maturasono con una componente vegetale ( peperone)
Bocca: pulizia fantastica, mineralità che fa da cornice al corredo aromatico. Il tannino è molto armonico ,acidità ben presente, così come la sapidità. Ritorni vegetali ,balsamici, leggermente dolci tipi della botte usata .
Grazie Pietro !

PODERI AI VALLONI
GRATUS 2018
Vigne di 35 anni, terreni di origine vulcanica porfidi di colore rosso violaceo
85% Nebbiolo, 15% Vespolina , 8 giorni sulle bucce, vinificato in acciaio, 12 mesi in botte di rovere di Slovenia da 2500
Naso: sentore di lampone e pepe tipiche della vespolina
Bocca: equilibrio ed eleganza dominano con un bel finale persistente . Bella beva .
Grazie Anna !

TENUTE SELLA
LESSONA 2019
Terreno di formazione di glaciale e morenica del Monte Rosa( sabbie marine di colore giallo aranciato)
Vigneti oltre 55 anni , mt 300 ,
85% Nebbiolo 15% Vespolina, 20 giorni sulle bucce, vinificato in acciaio , 24 mesi di botte di Slavonia da 2500
naso: fantastico equilibrio, con sentori terziari ben definiti
bocca: eleganza e persistenza di note balsamiche ,di frutti rossi e di sottobosco
Grazie per la simpatica chiacchierata a Gioachino Sella !

DOF MATI
BONA
VESPOLINA 2021
Omaggio a Bona di Savoia ( Regina dello Scacchiere)
terreni calcareo argillosi, vigne 1999 ,vinificato in acciaio per 18 mesi
Naso: profumi intensi, fresca e morbida con note speziate di pepe al fondo erbaceo.
Bocca: pulito ,armonico, bella beva con forte persistenza di Pepe nel finale.
Grazie Sara !

Perfetta organizzazione Ais Milano ( tutti Sommeiller gentili e sorridenti) ,bella location funzionale e vicino alla stazione .

Alla prossima.

LUCA GANDIN

Bonollo 1908: “Bene il rilancio di Ballor”. E il nuovo design di Of Amarone punta ai mercati internazionali

Di Maurizio Tropeano

Ricerca e innovazione. Bonollo 1908 celebra i 25 anni di OF Amarone Barrique – “ Nel 1999 abbiamo rotto gli schemi di un settore tradizionalmente molto restio al cambiamento. Fino ad allora la grappa era diffusamente considerata un prodotto contraddistinto da un carattere forte, duro, non elegante. Con OF le cose sono cambiate ed oggi esiste una nuova categoria di grappe, quelle eleganti, invecchiate in barrique…. ” – e guarda con ottimismo al percorso iniziato due anni fa con il rilancio sul mercato dei prodotti di Ballor, lo storico brand nato a Torino nel 1856 e che i cinefili hanno conosciuto attraverso la Prunella, il liquore della disastrosa serata del trio Fantozzi, Filini e Calboni all’Ippopotamo nel Secondo Tragico Fantozzi. “Ad ora, però, – spiega Elvio Bonollo, quarta generazione (nel consiglio d’amministrazione con il padre Bruno, il fratello Filippo e il cugino Luigi) alla guida dell’attività – il liquore che nasce dalla macerazione delle bacche di prugnolo selvatico non rientra nei nostri piani che sono ispirati all’entusiasmo dei fondatori negli anni della Ballor di fine Ottocento. Ci siamo innamorati della loro passione per la qualità assoluta delle ricette che ritroviamo anche nella nostra passione famigliare tesa al continuo perfezionamento dei nostri liquori e dei nostri distillati”.
Dal suo punto di vista “non si tratta di un’operazione vintage ma di una precisa scelta industriale maturata a partire dal 2015 quando abbiamo acquisito il marchio che punta a conquistare una generazione di consumatori tra i 30 e i 40 anni”.

 


Ricerca e innovazione, dunque. “A New York abbiamo trovato un libro usato dai barmen del 1908 dove nel Brooklyn Cocktail si suggeriva di utilizzare il vermouth Ballor. In questa lunga ricerca abbiamo recuperato anche altro materiale storico che abbiamo iniziato a catalogare e che prima o poi esporremmo. Questa ricostruzione, che andrà ancora avanti, ci ha permesso di recuperare delle ricette che i nostri maestri distillatori e liquoristi hanno iniziato a reinterpretare con la stessa ossessione per la qualità, ma in chiave anni Venti del Duemila”.
E così sono stati rilanciati il Vermouth, il Gin e, da meno di un anno, l’Amaro unendo il meglio della tradizione storica con la più evoluta esperienza e capacità liquoristica dell’azienda padovana.

Bonollo 1908, rafforza la sua presenza nel mondo dei liquori e dei distillati con un’incidenza sui mercati internazionali pari al 20%. Nel 2023 i ricavi complessivi aziendali hanno evidenziato una crescita sull’anno precedente superando gli ottanta milioni di euro.
Il distillato di punta è OF: “Con il nostro lavoro siamo riusciti a sdoganare la grappa dal concetto di inferiorità proprio del passato, promuovendo un modello di consumo che valorizza la sua più entusiasmante caratteristica: il suo incredibile potenziale edonistico”. Un modello che sarà “sempre più centrale per il futuro”. Per celebrare questo primo quarto di secolo, l’azienda nata nel 1908 e localizzata a Mestrino e Conselve, in provincia di Padova, ha lanciato il nuovo design di OF e un nuovo motto – Taste OF Beauty – “che riflette l’evoluzione dell’esperienza multisensoriale di OF”.
Protagonista del restyling – un lavoro lungo tre anni realizzato in collaborazione con Robilant Associati – è l’intera collezione OF. C’è un nuovo decanter “dalle linee morbide ma decise, che custodisce l’eleganza e la ricchezza sensoriale di ogni prodotto”. E un codice cromatico personalizzato legato all’essenza dello specifico distillato: “Il ramato delicato per OF Amarone Barrique, l’arancione per OF Dorange che richiama la solarità siciliana e l’arancia che ne esalta la ricetta, il verde per celebrare le note fresche e balsamiche di OF Amaro”.

Per fare grappa “non serve consumare suolo perché utilizziamo ciò che resta dopo l’ottenimento del vino: nella vinaccia c’è ancora un’incredibile ricchezza aromatica che può essere trasformata in un distillato entusiasmante. OF nasce soprattutto da un lavoro appassionato di ricerca e innovazione”. Una filosofia che è stata applicata nel rilancio di Ballor e che in questi anni ha portato ad investimenti significativi anche sull’economia circolare, dalla produzione di energie rinnovabili, grazie al recupero del biogas generato dai residui di distillazione e della lavorazione delle vinacce nell’impianto di Conselve, alla costruzione di un innovativo magazzino automatico al servizio della logistica a Mestrino.

Nocciolini in festa: il dolce più piccolo del mondo

I Nocciolini di Chivasso aggregano la cultura, la storia, il commercio e l’enogastronomia di un territorio che ha voglia di crescere ancora.

Tre soli ingredienti, zucchero, albume e nocciole, e appena un grammo di peso. È il Nocciolino di Chivasso, il dolce più piccolo del mondo, ma il più grande nell’aggregare cultura, storia, commercio ed enogastronomia di un territorio che ha voglia di crescere ancora.

Protagonista della Nocciolini Week (14 – 22 settembre), il celebre dolce chivassese sarà il filo conduttore della 28° edizione della Festa dei Nocciolini di Chivasso, che animerà il territorio con il programma di eventi e iniziative più ricco di sempre da venerdì 20 a domenica 22 settembre.

Presentata oggi in Ascom Confcommercio Torino e provincia, la Festa dei Nocciolini è organizzata da Ascom Confcommercio Chivasso in collaborazione con il Comune di Chivasso e con il supporto della Camera di commercio di Torino. La Festa offrirà al pubblico il meglio del commercio con le eccellenze enogastronomiche del territorio, la mostra mercato, i produttori di nocciolini, le cene speciali dei ristoranti, lo street food, il cooking contest, musica, giochi, intrattenimento e cultura per tre giorni. Momento culminante, domenica 22 con la consegna del Nocciolino d’Oro al ristoratore Gian Luigi Giachino e del Nocciolino ’d Tola al funzionario della Commissione Europea a Bruxelles Massimo Gaudina.

«Il Nocciolino è molto più di un semplice dolce: è un simbolo identitario importante della comunità chivassese attraverso quasi due secoli di storia – ha sottolineato la Presidente Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa –. Questo piccolo dolcetto ha assistito ai cambiamenti, alle sfide e alle trasformazioni della nostra città, dalle guerre ai grandi mutamenti sociali, rimanendo sempre un saldo punto di riferimento per l’identità culturale del nostro territorio. Con la Festa dei Nocciolini celebriamo non solo la nostra tradizione dolciaria, ma anche la forza di una comunità che trova in questo dolce il simbolo della sua storia e del suo futuro. Il Nocciolino, oggi come allora, continua a rappresentare l’anima autentica di Chivasso, portando con sé i valori di accoglienza e condivisione che da sempre ci contraddistinguono».

 

«La Festa dei Nocciolini – ha commentato il sindaco di Chivasso Claudio Castello – è un momento di consapevolezza per un settore nevralgico dell’economia chivassese che mette insieme intraprendenza commerciale e cultura agroalimentare, entrambe cresciute nella tradizione storica che va dalla pittura di Demetrio Cosola ai nuovi investimenti dell’imprenditoria. La collaborazione con Ascom, la nascita del Distretto Urbano del Commercio, il riconoscimento del “valore storico di tradizione” ottenuto dal “Gran Mercato del Mercoledì” sono tappe rilevanti di una vivacità mai sopita del commercio chivassese. Questo appuntamento ci spinge a proseguire lungo questa strada, motivando ogni operatore commerciale ed ogni testimone di questo territorio a diventare potenziali destinatari del Nocciolino d’oro e del Nocciolino ’d Tola, aspetti salienti di un evento che varca ogni anno di più i confini cittadini e metropolitani».

L’enogastronomia è protagonista venerdì 20 e sabato 21 con le Cene dei Nocciolini, che vedono per la prima volta 5 ristoranti fare rete – Ristorante GiachinoOsteria San MarcoLocanda del SoleRistorante Pesci Vivi e Ristorante La Fortezza -, per proporre intriganti menù a base di nocciolini e dei loro ingredienti accompagnati dall’Erbaluce di Caluso.

Via Torino sarà la cornice della Mostra Mercato delle eccellenze enogastronomiche locali e delle regioni italiane, dove si potranno trovare le proposte dei Maestri del Gusto, progetto della Camera di commercio di Torino, con le loro specialità e un esclusivo aperitivo servito a mezzogiorno in punto. Dalle 10:00 di sabato alle 20.00 di domenica.

 

Largo al divertimento serale, venerdì in via Po con il dj set di Just 4 Deejays, e sabato in piazza del Castello la musica indie di Polinesia.

«Una ricorrenza istituzionalizzata – ha evidenziato l’assessore al Commercio e Turismo del Comune di Chivasso Chiara Casalino -, entrata ormai a pieno titolo nel cuore dei chivassesi e non solo, la Festa dei Nocciolini si conferma prestigioso palcoscenico della nostra tradizione pasticcera, accendendo i riflettori anche sul commercio ed il turismo. Gli eventi promossi in collaborazione con Ascom Confcommercio offrono infatti al territorio l’opportunità di conoscere o riscoprire le qualità materiali ed immateriali di Chivasso, valorizzando il Distretto Urbano del Commercio e l’incantevole capoluogo. Musica, spettacoli, approfondimenti sapranno attrarre anche quest’anno un pubblico sempre più in crescita e fidelizzato ai nostri commercianti».

«Chivasso ha una ricchissima e variegata offerta di negozi, un mercato settimanale secolare, ristoranti eccellenti, bar e pasticcerie di pregio; da qui, grazie a molti collegamenti stradali e ferroviari si possono visitare castelli, laghi, colline – ha commentato il presidente di Ascom Confcommercio Chivasso Carlo Nicosia –.  La città, sempre più consapevole della propria attrattività, polo commerciale per il territorio chivassese e anche punto di partenza per il turismo in Canavese e nel Monferrato, si presenta con la 28° edizione della Festa dei Nocciolini, ricca di eventi focalizzati sull’accoglienza. La lungimiranza di Ascom, che nel 1995 ha scelto come protagonista il “dolce più piccolo del mondo”, il sostegno di Comune e sponsor privati, il patrocinio di Regione e Città metropolitana fanno sì che la Festa dei Nocciolini sia davvero la vetrina della città e l’occasione annuale di riflessione sul futuro. Vi aspettiamo a Chivasso!».

Sabato 21 e domenica 22, in Piazza della Repubblica, si terrà l’attesa Rassegna della Liquoristica Piemontese e del Vermouth, e il Festival del Gelato Artigianale di Rivara si presenterà quale ospite della rassegna. Negli stessi giorni, dalle 16 alle 19 va in scena “Cuochi a-tipici del Canavese”, il cooking contest degli Chef emergenti di Chivasso e del Canavese, tra tradizione e innovazione. In via Torino per tutto il sabato e la domenica ci sarà GiocaChivasso, giochi di ruolo, da tavolo, card games, miniature e videogame per tutta la famiglia.

Non mancherà lo street food di qualità. Via Po ospiterà, infatti, una decina di postazioni di street food provenienti da tutto il Piemonte e dall’Italia, con una vasta offerta culinaria per tutti i gusti. Da non perdere gli agnolotti della Pro Loco di Chivasso, presente con uno stand nella via.

Il ricco programma di eventi collaterali, iniziato sabato 14 settembre con la Nocciolini Week, che prosegue fino a domenica 22, vede tra le numerose proposte, ‘Sgranocchiamo Nocciolini’, dove i tre produttori di nocciolini chivassesi ospitano i Sindaci di Moncrivello, San Sebastiano da Po e Agliè per raccontare al pubblico i castelli dei loro Comuni.

Ed è, infine, grande l’attesa per l’Erbaluce Day, giovedì 19 settembre, che vede 21 bar ed enoteche chivassesi impegnate in menù e degustazioni di Erbaluce in collaborazione del Consorzio per la Tutela e la valorizzazione dei vini docg di Caluso e doc di Carema e Canavese.

 

La rassegna è realizzata grazie al supporto di Camera di commercio di Torino, in collaborazione con i Maestri del Gusto, con il patrocinio di Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Città di Chivasso, Distretto Urbano di Chivasso.

Foto credits Mario Sofia

Salsiccia di Bra, il Festival

Il Festival della Salsiccia, del Formaggio, del Pane e del Riso di Bra torna in questa edizione 2024 nella città di Bra, nel Cuneese, nota per la sua gastronomia e per gli eventi legati al food, come Cheese dal 19 al 22 settembre prossimi.

Conosciuta e apprezzata per la sua qualità e il suo sapore unico, la salsiccia di Bra è frutto di una ricetta secolare capace di unire carne di vitello di prima qualità ad una miscela di spezie.

La salsiccia di Bra rappresenta un salame non soltanto storico, ma sabaudo, che veniva preparato con carne bovina, mentre oggi nella ricetta è presente una percentuale di 20, 30% di pancetta di suino, perché nel vicino Comune di Cherasco esisteva una importante comunità ebraica che richiedeva prodotti senza carne di maiale. Il re Carlo Alberto con Regio Decreto autorizzava i macellai di Bra a utilizzare carne bovina per preparare la salsiccia fresca, unico caso in Italia. Giovedì 19 settembre inizierà la kermesse che durerà fino al 22 settembre e di cui saranno protagonisti la salsiccia di Bra, il Bra, un formaggio che vanta la DOP dal 1982, il riso e il pane. Otto le macellerie che aderiscono al Consorzio Tutela della salsiccia di Bra, che viene spesso degustata cruda.

La carne bovina magra proviene essenzialmente dalle zone del Roero e dalle vicine pianura cuneesi e torinesi, ricche di allevamenti della pregiata razza fassona. Accanto alla grande tradizione che è quella di degustare la salsiccia di Bra con il pane, un altro modo per valorizzarlo è quello di usarla come condimento del risotto.

Per il pubblico cucineranno Massimo Camia del ristorante della Morra, Filippo Oggioni del Vecchio Ristoro a Aosta, e Pasquale Laera del Ristorante Borgo Sant’Anna a Monforte d’Alba. Ognuno di loro realizzerà due piatti pensati per l’occasione, cui si aggiungeranno piatti realizzati da altri grandi chef della ristorazione italiana, Matteo Baronetto, Enrico Bartolini e Ivano Ricchebono.

Il formaggio Bra rappresenta anche un ottimo condimento per il risotto e prende questo nome perché, nonostante venisse prodotto lontano, erano i commercianti di Bra ad affinarlo e rivenderlo in tutta la regione, che è nota anche per la sua tradizione dei risotti.

Mara Martellotta

Nuova stagione per il QUBI’ di via Parma

18 Settembre 2024 dalle 17:00 alle 21:00

Aperitivo e incontro per raccontare tutte le novità

Via Parma 75/C Torino

 

La buona tavola, la musica, i libri, il teatro, i laboratori didattici, i corsi di cucina: questi sono i contenuti della nuova stagione del QUBÌ a Torino.

Occorre mettersi in gioco q.b. per rilanciare un calendario di appuntamenti ed eventi fitto come quello del QUBI. Per chi ancora non la conoscesse QUBÌ (Quanto Basta) – acronimo dell’equilibrio dei sapori nelle ricette italiane – èun’associazione culturale di Torino situata nel Borgo Rossini, tra Via Parma e la Dora. Fondata nel 2010 come scuola di cucina, QUBI vuole valorizzare e promuovere il cibo come espressione della cultura, e contemporaneamente promuove il rispetto per la natura e l’ambiente che ci circonda.

L’Associazione Culturale QUBÌ è divenuta nel tempo un accogliente punto di riferimento per il quartiere, grazie alla ristorazione di qualità, ai numerosi eventi culturali, all’attenzione ai prodotti locali e all’eco-sostenibilità. QUBÌospita il centro distributivo dell’ALVEARE CHE DICE SI, mercato on-line di produttori sostenibili locali, e possiede al suo ingresso un distributore di acqua microfiltrata, naturale e frizzante, per contrastare l’inquinamento e ridurre notevolmente il consumo di plastica.

Il prossimo 18 Settembre, proprio per fare conoscere e fare rete con i cittadini del Borgo e non solo, QUBÌ organizza un aperitivo (gratuito con prenotazione obbligatoria) per raccontare e raccontarsi e presentare la nuova stagione eventi 2024/2025 per adulti e per bambini.

L’ingresso è riservato ai soci.

Per chi volesse partecipare scrivere – info@qubitorino.it – telefono a 3500543432

QUBÌ Via Parma 75/c Torino

Io, Barolo 2024

Sabato 7 settembre 2024 il tradizionale appuntamento della Strada del Barolo e grandi vini di Langa, che ha come protagonisti assoluti il Barolo e i suoi produttori, ha fatto ritorno a Roddi: il borgo medievale e l’imponente castello hanno fatto da cornice all’undicesima edizione di Io, Barolo.

Dalle 17.00 alle 22.00 34 produttori di Barolo sono stati i protagonisti di una degustazione itinerante da in Piazza Umberto I al giardino del castello, da cui si gode un panorama suggestivo sui vigneti e le colline patrimonio Unesco nel cuore dell’area di produzione del Barolo, dove il pubblico nazionale e internazionale ha avuto l’occasione di assaggiare cru e annate differenti di Barolo e altri vini del territorio.
Dalle 16.00 alle 17.00 si è tenuto anche il salotto-degustazioneVignaiole in Langa: le artigiane del vino si raccontano“, condotto dal giornalista enogastronomico Danilo Poggio, all’interno del castello medievale appena restaurato, con gli interventi di Sara Vezza, titolare della cantina Sara Vezza e Josetta Saffirio di Monforte d’Alba, e Denise Marrone, titolare della cantina Marrone di La Morra, che hanno raccontato la loro esperienza e presentato in degustazione un vino particolarmente rappresentativo delle loro aziende, non presente nella degustazione principale: Barolo Docg Castelletto “Riserva Millenovecento48” 2017 – Josetta Saffirio e Barolo Docg Bussia 2013 – Agricola Gian Piero Marrone.
Presenti stand gastronomici dei produttori associati alla Strada del Barolo e show cooking a cura della Strada del Riso Piemontese di qualità.
L’evento è stato organizzato dalla Strada del Barolo e grandi vini di Langa, con il sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte e con il patrocinio dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato e della Barolo & Castles Foundation, grazie alla collaborazione di Comune e Pro Loco di Roddi e di Turismo in Langa.
PRODUTTORI DI BAROLO PRESENTI:
  1. ArnaldoRivera, Castiglione Falletto (CN)
  2. Boasso Franco, Serralunga d’Alba (CN)
  3. Borgogno Francesco, Barolo (CN)
  4. Bosco Pierangelo, La Morra (CN)
  5. Bric Cenciurio, Barolo (CN)
  6. Cadia, Roddi (CN)
  7. Casa Baricalino, Novello (CN)
  8. Casa E. di Mirafiore & Fontanafredda, Serralunga d’Alba (CN)
  9. Cascina Mucci, Roddino (CN)
  10. Costa di Bussia – Tenuta Arnulfo, Monforte d’Alba (CN)
  11. Diego Morra, Verduno (CN)
  12. Dosio Vigneti, La Morra (CN)
  13. Franco Conterno, Monforte d’Alba (CN)
  14. Fratelli Serio & Battista Borgogno, Barolo (CN)
  15. Gigi Rosso, Castiglione Falletto (CN)
  16. I Brè, Verduno (CN)
  17. La Biòca, Serralunga d’Alba (CN)
  18. L”Astemia, Barolo (CN)
  19. Le Strette, Novello (CN)
  20. Marrone, La Morra (CN)
  21. Monchiero F.lli, Castiglione Falletto (CN)
  22. Moscone, La Morra (CN)
  23. Olivero Mario, Roddi (CN)
  24. Podere Gagliassi, Monforte d’Alba (CN)
  25. Podere Ruggeri Corsini, Monforte d’Alba (CN)
  26. Rizieri, Diano d’Alba (CN)
  27. Rocche Costamagna, La Morra (CN)
  28. Sara VezzaJosetta Saffirio, Monforte d’Alba (CN)
  29. Tenuta Cucco, Serralunga d’Alba (CN)
  30. Vietti, Castiglione Falletto (CN)
BANCO D’ASSAGGIO DEL BAROLO:
  1. Broccardo, Monforte d’Alba (CN)
  2. Negretti, La Morra (CN)
  3. Poderi Luigi Einaudi, Dogliani (CN)
  4. Silvano Bolmida, Monforte d’Alba (CN)
STREET FOOD:
  1. Beppino Occelli, Farigliano (CN)
  2. Cascina Boschetto, Stazzano (AL) e Cascina Roveta, Bubbio (AT)
  3. Cascina Buschea, Rodello (CN)
  4. Fork in Travel, Acqui Terme (AL)
  5. Golosalba, Diano d’Alba (CN)
  6. L’Ora Giusta – Bistrot in Langa, Roddi (CN)
  7. Mosto Ardente, Castellino Tanaro (CN)
  8. Roascio Marinella, Ceva (CN)
  9. Salumificio Benese, Bene Vagienna (CN)
  10. Strada del Riso Piemontese di qualità con Riso Scagliotti, Fontanetto Po (VC)
Ecco alcuni vini che mi sono particolarmente piaciuti:
BRIC CENCIURIO
BAROLO
BAROLO MONROBIOLO DI BUSSIA 2018
Vigna del 1960
Terreno calcareo compatto con presenza di argilla e marne bianche sottili
Vinificato in acciaio poi 24 mesi di botti rovere Slavonia da 1500
Naso : fantastico, elegante , OLD style
Bocca: avvolgente ,elegante con un bellissimo finale old style , frutti di sottobosco
BOSCO PIERANGELO
LA MORRA
BAROLO BOIOLO 2019
Vigna di 25 anni vicino a rocca dell’Annunziata 30 giorni sulle bucce vinificato in acciaio poi 24 mesi botti di rovere francese da 3000
Naso: molto equilibrato ed elegante
Bocca: pulito ,old style fantastico e pienissimo
ancora con margine di miglioramento
BOASSO FRANCO
SERRALUNGA
BAROLO LAZZARITO 2020
Vigna di 15 anni , versante Ovest ,terreno calcare pieno 45 giorni sulle bucce di cui 30 cappello sommerso vinificato in acciaio poi 36 mesi di cui sei mesi in Barrique da 1000 e 30 mesi in botte di rovere di Slavonia da 2500
Naso: assolutamente un’esperienza sensoriale
Bocca: elegante e complesso muta ogni mezz’ora a migliorare con uno stile OLD style pur mantenendo una perfetta identificazione der descrittori
Uno dei miei preferiti della giornata!!
ARNALDO RIVERA
BAROLO 11 COMUNI 2019
Blend dei Baroli degli 11 comuni , vinificato in cemento e poi 26 mesi di botte di rovere di grandi dimensioni e poi di nuovo cemento per assemblare le masse.
Naso: ha bisogno ancora un po’ di Bottiglia ma ben assemblato
Bocca: sempre pulito con molti descrittori precisi old style
VIETTI
CASTIGLIONE FALLETTO
BAROLO CASTIGLIONE 2020
Blend di vigne di 9 comuni ,vinificato in acciaio poi 30 mesi di botte di rovere di Slavonia da 3000 a 6000 poi di nuovo acciaio
Naso: fresco, frutta
Bocca: fresco, elegante, old style, pulito e bel finale equilibrato
JOSETTA SAFFIRIO
MONFORTE
BAROLO CASTELLETTO RISERVA 2017
Vigna del 1948, vinificato in cemento poi 48 mesi di Barrique con tostatura leggera e di diversi passaggi, poi di nuovo cemento
Naso:Pulito ,elegante, vegetale
Bocca: fantasticamente elegante e pulito, conserva descrittori precisi anche nel finale
ROCCHE COSTAMAGNA
LA MORRA
NEBBIOLO ROCCARDO 2022
Vigna La Pisotta 20 anni ,Marne blu e vento , ultima ad essere vendemiata, metri 420, parte alta di Serradenari , 5 giorni sulle bucce poi 10 mesi di botti di rovere di Slavonia da 2200 e 3200
Naso: pulito descrittori di sottobosco ,lampone
Bocca: Pulito ed elegante, mantiene una freschezza in bocca che invita alla beva
Il mio Nebbiolo preferito della giornata !!
ROCCHE COSTAMAGNA
LA MORRA
ROCCHE DELL’ANNUNZIATA RISERVA 2017
42 giorni sulle bucce ,vinificato in acciaio poi 24 mesi in botte di rovere di Slavonia da 2200 e 3200 poi di nuovo acciaio. La parte alta della Vigna ha clone michet con acini piccoli .
Naso: pulito, frutta matura
Bocca: complesso ,fine ed elegante con un finale persistente ed armonico.
RIZIERI
LA MORRA
BAROLO SILIO 2019
Vigna del 1983, mt 300 ,terreno argilloso poco calcareo e poco sabbioso , esposiz S/E , vinificato in acciaio poi 24 mesi di botte di rovere di Slovenia da 2500 poi di nuovo acciaio
Naso: Fresco, pulito
Bocca: pulito, ancora duro ,necessita ancora di bottiglia ma molto ben impostato, con descrittori old style e marasca
MONCHIERO
CASTIGLIONE FALLETTO
BAROLO ROCCHE DI CASTIGLIONE 2020
Versante S/E , vinificato a cappello sommerso e poi botti da 5000 × 24 mesi
Naso: Intenso e balsamico al naso, elegante, fiori appassiti, spezie dolci, note vanigliate, bel frutto.
Bocca: elegante, dotato di buona struttura e trama tannica importante ma ben amalgamata nell’insieme, bel frutto, accenni di legno, lunga la persistenza su sentori di radice di liquirizia.
Uno dei miei preferiti della giornata .
LE STRETTE
NOVELLO
NAS-CËTTA 2023
Vitigno bianco fantastico , vero tesoro da conservare di Langa . In questo caso l’espressione veramente ai massimi livelli. Quattro vigne assemblate . Terreno bianco e compatto
Naso: floreale ed intenso, già presente TDN
Bocca: fantastico equilibrio e pulizia e bellissimi percettori vegetali ed TDN
In questo caso si vede che la mano del produttore fa la differenza.
GIGI ROSSO
MONFORTE
BAROLO BRICCO SAN PIETRO 2019
Marna calcarea, versante sud ovest a Monforte, 50 giorni sulle bucce ,vinificato in acciaio poi 30 mesi di botte di rovere Slavonia e poi di nuovo acciaio
Naso: vegetale e mentolato
Bocca: pieno e persistente con sentori di cioccolato e tabacco tipici old style
Luca Gandin

Ovada incontra Torino

 

Un territorio, la sua storia e i produttori dell’Ovada Docg.

Giovedì 05 Settembre 2024 dalle 15.00 – 21.00

presso Sede AIS Piemonte

Via Modena 23, 10153 Torino

 

 

 

Si è svolto un bell’incontro con banchi di degustazione presenti oltre 19 produttori del territorio ovadese e due Masterclass sul Dolcetto di Ovada .

 

In particolare alle 18.30 la Masterclass

Ovada: il racconto di un terroir che sfida il tempo

Ha dimostrato come il dolcetto di Ovada abbiamo raggiunto dei livelli qualitativi molto interessanti e che durano nel tempo .

Il disciplinare del 2013 comprende 22 comuni

Almeno 12 mesi di affinamento in acciaio/ legno

L’Importante influsso della brezza marina , presenza in alcune zone di terra bianca franco limosa ,terre rosse ( recente scoperta) vicino a Gavi, il clima secco portano l’Ovada ad avere

Colore rosso splendente, tannini significativi, acidità moderata, media struttura, potenziale evolutivo e versatilità in tavola .

Annate assaggiate dal 2021 fino al 2008 .

Ecco i miei preferiti tra quelli degustati in Masterclass e ai banchi:

ALVIO PRESTARINO 2020

Naso : viola , amarena , pulito

Bocca : piacevole, armonico , pulito, finale LTime

ALVIO PRESTARINO RISERVA 2018

15 g Buccie poi acciaio 24 mesi di tonneux vigna 30 anni ,terreno rosso argilloso

Naso: fresco e pulito

Bocca:tannicita’ elegante e complessa con un finale Ltime

CA DEL BRIC

TRE LUSTRI 2016

Mt 350 , terreno calcareo con Marne e arenarie su antico fondale marino

Vinificato in acciaio poi 50 mesi di Botti grandi di rovere poi 12 mesi di bottiglia

Naso: elegantissimo con note di ciliegie e lampone e di fragole di bosco.

Bocca: elegante, trama tannica , legno ben dosato

Il mio preferito della giornata!

PASCHETTA VINI

AMBIZIOSO 2019

6 giorni sulle bucce vinificato in acciaio per 18 mesi e poi bottiglia

Naso: vegetale, sentori di bosco e felce

Bocca: frutto ,fragole di bosco ,molto armonico

LA PIRIA

MONFERRATO 2018

80% Albarossa 20% Merlot

15 gg sulle Bucce , acciaio e poi almeno 12 mesi Barrique di Allier , vigne di 25 anni

Terreno marnoso con pietra sotto i 70 cm

Naso: frutta piacevole , con descrittori ben definiti

Bocca: frutta armonica , pulito  , bel finale elegante

Ovviamente l’organizzazione dell’Ais Torino è stata perfetta sia durante la Masterclass dove si è potuto anche assaggiare delle specialità gastronomiche di giovani chef e sia per il servizio durante tutta la manifestazione.

Alla prossima !

Luca Gandin

Aromi d’Italia, appuntamento a Torino con la bagna caoda

Il progetto “Aromi d’italia” fa parte del contesto “Scopri l’Italia che non sapevi- Viaggio Italiano” ed è concepito come un tour alla scoperta della cucina italiana attraverso la quale le ricette regionali diventano una vero e proprio profumo.

Per il Piemonte l’appuntamento è fissato lunedì 2 settembre.

Aromi d’Italia prende spunto dal convincimento che l’aroma abbia la possibilità di suggestionare il consumatore evocando ricordi conservati nella parte più profonda della memoria e riportando emozioni dimenticate nella sfera cosciente. Il legame tra aromi ed esperienze risulta ancora più forte quando si tratta di cucina. Il progetto gioca sul marketing olfattivo e parte dalla definizione di questi aromi, un sondaggio tra gli esperti, addetti ai lavori, comunicatori per identificare con certezza il profumo di ogni regione.

L’olfatto è l’unico dei cinque sensi a non essere controllato in maniera condizionante dal cervello. Il progetto punta, per questo, alla creazione di un kit di aromi italiani, uno per regione. Sta a ciascuna di esse indicare l’aroma chiave che rappresenta l’essenza della regione. Si tratta di un lavoro collettivo fatto dal basso e dai territori. Una volta data vita alla ‘sensory Box’, si procederà ad un vero e proprio tour che, da Nord a Sud isole comprese, farà leva sulla degustazione dei diversi piatti. ‘Driving my tasting’ girerà l’Italia. Si tratta di un bus esclusivo, unico, arredato con una cucina professionale e tavoli per trenta coperti, pronto ad accogliere gli ospiti che pranzeranno e che potranno ammirare le bellezze di questa tappa da un punto di vista privilegiato”.

“Scopri l’Italia che non sapevi” è una strategia di promozione comune alle regioni italiane frutto di un accordo tra il Ministro del Turismo e la commissione politiche per il turismo, coordinata dalla Regione Abruzzo, dalla Conferenza delle Regioni e dalle province autonome, in collaborazione con ENIT. Si tratta di un progetto che vede capofila le regioni dell’Emilia Romagna, dell’Umbria, delle Marche e Abruzzo, ognuna con una tematica specifica da valorizzare, sia essa i borghi, il turismo lento, quello attivo, la natura e i parchi, con quest’ultimo anche responsabile degli aspetti legati all’operatività interconnessa con il Tourism Digital Hub.

MARA MARTELLOTTA

 

 

Verrines di pesche, golosità nel bicchiere

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Da proporre come aperitivo chic o antipasto raffinato fresco e colorato servito in piccoli bicchieri monoporzione

Le pesche, fresche, succose e profumate possono dare origine a tante gustose preparazioni sia dolci che salate. La ricetta della settimana e’ semplicissima e velocissima, gli ingredienti sono tutti crudi, un’idea sfiziosa ed originale da proporre come aperitivo chic o antipasto raffinato fresco e colorato servito in piccoli bicchieri monoporzione.

Una valida alternativa al classico prosciutto e melone.

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Ingredienti per 8 bicchierini:

2 pesche noce

8 fette di prosciutto crudo dolce

100gr. di formaggio Feta o Quartirolo

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Lavare le pesche, asciugarle e tagliarle in 4 spicchi. Tagliare il formaggio a cubetti. Sistemare in ogni bicchierino una fetta di prosciutto crudo, guarnire con i cubetti di formaggio e lo spicchio di pesca. Detto, fatto.

 

 

Paperita Patty

La stevia: un dolcificante naturale facile da ottenere in casa

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Rubrica a cura de La Cuoca Insolita

Chi avrebbe mai pensato che un giorno si potesse fare a meno dello zucchero per preparare qualcosa di dolce? Dalle bibite alla pasticceria, fino ad arrivare ad alcune preparazioni salate, lo zucchero è quasi sempre presente. Se pensiamo che lo zucchero bianco una volta non esisteva e che si usava solo frutta secca o frutta di stagione per dolcificare, oggi ci sembra impossibile fare a meno di questo ingrediente. Eppure, un’alternativa c’è, ed è anche alla portata di tutti. Parliamo della stevia. La stevia (Stevia rebaudiana) è una pianta originaria dell’America Latina che si usa come dolcificante naturale. Da qualche anno si impiega anche nella nostra cucina ed è un’ottima alternativa allo zucchero, perché è a zero calorie.

Chi è attento alla lettura delle etichette, avrà certamente notato che questo ingrediente inizia ad essere usata anche nei prodotti che si trovano sugli scaffali dei supermercati. Per chi ha bisogno di perdere peso o non dovrebbe impiegare troppi zuccheri semplici nella sua dieta, è davvero utilissimo. Tutto questo grazie ad un gruppo di molecole presenti nella pianta: i glicosidi steviolici. Si tratta di principi attivi, contenuti soprattutto nelle foglie: quando vengono fatte essiccare, hanno un potere dolcificante fino a 250-300 volte superiore rispetto allo zucchero! Questo significa che, pur essendo molto dolce, la stevia non fa alzare la glicemia. Inoltre, rispetto allo zucchero e ad altri dolcificanti alternativi, non favorisce la formazione di placca e carie e non provoca disturbi intestinali.

Come dolcificante si usano più spesso le foglie essiccate, ma anche le foglie fresche possono dare molta soddisfazione: sono così dolci che sembra siano appena state immerse nello zucchero. Provate a prenderne una dalla pianta (tra poco vi spiegherò come coltivarla) e a masticarla: quel sapore dolce resta in bocca per tantissimo tempo, anche dopo che avrete finito di mangiarla. Un po’ come il caffè. Oppure come se aveste mangiato un pasticcino: alla fine vi resta il senso di soddisfazione in bocca, ma con le foglie di stevia la cosa bella è che questa sensazione si ottiene a zero calorie!

L’unico inconveniente è che la stevia ha un retrogusto che ricorda un po’ la liquirizia, per cui si sconsiglia di fare un dolce interamente con questo tipo di dolcificante. In ogni caso è un buon compromesso usarla insieme ad altri dolcificanti, per abbassare le calorie totali della ricetta. Inoltre, a differenza di altri dolcificanti, non si degrada con la cottura, come l’aspartame, né perde il suo potere dolcificante, come il fruttosio.

stevia dalla foglia fresca alla polvere

Come coltivare la stevia in casa e come usarla in cucina

L’habitat naturale della stevia è l’America Latina, dove questa pianta non muore in inverno. In Italia cresce anche bene, ma solo nella stagione calda. Per coltivarla, si inizia in primavera, partendo da una sola piantina di circa 10 cm. Tutti i consigli per l’acquisto della stevia a questo link. Dopo un paio di mesi si otterrà un cespuglio alto quasi un metro. Tra metà agosto e metà settembre è possibile raccogliere le foglie (si possono fare anche due raccolti a distanza di un mese): basta staccare le foglie dai rami e metterle in uno strato sottile su un panno pulito. L’ideale è al sole, al riparo dalla pioggia.

Nell’arco di qualche giorno, le foglie saranno già secche, ma ancora un po’ verdi (non è ancora ora di tritarle). È necessario aspettare qualche settimana, affinché diventino color marrone chiaro e non abbiano più residui di umidità.

Sminuzzando le foglie nel mortaio, un pochino alla volta, si ottiene una polverina piuttosto fine, che va separata quindi dalle parti più fibrose della foglia con un setaccio.

Il lavoro è fatto! Ora non resta che usarla per preparare qualche dolcino delizioso o qualche bibita. Ovviamente, a pochissime calorie!

Come calcolare la dose

Se è vero che il potere dolcificante rispetto allo zucchero può essere superiore di quasi 300 volte, in generale per le foglie ottenute in casa il rapporto è interiore (diciamo circa 50-70 volte di più). E’ comunque una proporzione molto vantaggiosa. Un cucchiaio di zucchero equivale più o meno a un quarto di cucchiaino di foglie essiccate e tritate. Quindi, se in una torta sono previsti 100 g di zucchero, si possono sostituire con un solo cucchiaino di foglie secche di stevia. Per avere qualche idea di come impiegare in cucina la stevia basta cliccare qui  o seguire un corso di cucina con La Cuoca insolita (i corsi ripartono da settembre 2020).

La stevia è perfetta non solo per la pasticceria, ma anche per le bibite. Forse non tutti hanno notato che in mezzo litro di bibita può esserci l’equivalente di 10 bustine di zucchero. Basta leggere qualche etichetta.
Si sente dire spesso che è necessario bere tanto, per mantenere una buona idratazione (specialmente in estate). Ma come fare a dissetarsi se non si ama l’acqua? Ecco quindi due idee, utilizzando la stevia.

Ricetta del tè freddo di menta e stevia

Questo tè freddo di menta e stevia è buonissimo, è super-rinfrescante e facile da preparare. Un tè freddo senza zucchero, a zero calorie.

Sciacquate la menta (circa 20 foglie) e la stevia (circa 10 foglie) velocemente sotto all’acqua (se la stevia è essiccata non è necessario sciacquarla). Mettete in una grossa pentola insieme a 2 litri di acqua e portate a bollore, coperto. Una volta preso il bollore fate sobbollire a fuoco basso, coperto, per circa 10-15 minuti.

Lasciate raffreddare, filtrate per eliminare le foglie e trasferite in bottiglie (meglio se di vetro se il tè è ancora un po’ caldo). Bevete fresco.

Ricetta té freddo stevia e menta

Ricetta dell’infuso di stevia

Se invece volete usare la stevia per una bevanda calda, potete ottenere un fantastico infuso: versate una piccola manciata di foglie (fresche o secche) in una tazza di acqua bollente e lasciate in infusione per 10 minuti. Otterrete una bevanda dolcissima che vi riappacificherà con voi stessi e il resto del mondo, senza bisogno di zuccherarla come forse siete abituati a fare con il tè o una tisana!

Controindicazioni

Per molti anni l’Europa ne ha vietato l’uso (è stata ammessa nell’elenco dei dolcificanti naturali solo dal 2011). Nei primi studi degli anni ’80 si temeva infatti che i principi attivi responsabili del sapore dolce potessero avere effetti dannosi sull’uomo, ma l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha sconfessato questa ipotesi nel 2011. È stato tuttavia fissato un limite massimo di 4 mg/kg al giorno di glicosidi steviosilici (per chi pesa ad esempio 60 kg si possono consumare meno di 1 g di steviosidi al giorno). Facciamo due calcoli: in una torta da 1 kg circa basta usare 4 g di stevia secca macinata. È facile capire quindi che è improbabile che si possa superare la dose giornaliera raccomandata dall’EFSA.

In caso di allergie…

Allergeni presenti: la Stevia non è considerata un allergene