GUSTO- Pagina 13

Moncalieri,  Gran ritorno del Gusto Festival

Un mese dedicato alla cultura gastronomica

Il mese di ottobre , dal 5 al 27 ottobre, al PalaExpo, in piazza del Mercato a Moncalieri , sarà caratterizzato da quattro weekend per assaporare il meglio delle eccellenze locali, dalal trippa al bollito al gran fritto alla piemontese, ai migliori piatti di street food, fino alle novità proposte dal Pro Loco Days. Con Gusto Off i sapori del Festival coinvolgono i ristoranti della città.

Dopo il successo della prima edizione, si accendono i riflettori sulla cultura gastronomica di un territorio ricco di storia e di tradizioni radicate nel tempo. Come l’anno scorso con il Gusto Festival al Palaexpo i prodotti del territorio moncalierese non solo saliranno sul red carpet ideale allestito per i buongustai, ma incontreranno la tradizione culinaria del Piemonte, di cui fanno parte a pieno titolo.

Il 5 e 6 ottobre si partirà con la Fiera Nazionale della Trippa di Moncalieri, seguita da Ottobeer & Street Food Fest dall’11 al 13 ottobre, una tre giorni a base di street food e birre artigianali del territorio.

Il Festival ospiterà poi il 20 ottobre un altro piatto forte della tradizione, Sua Maestà il Bollito, a cui farà da prelibato antipasto il Fritto Misto Piemontese, previsto per sabato 19. A concludere questo trionfo di sapori sarà la Pro Loco Days il 27 e 28 ottobre. Venti Pro Loco saranno ai fornelli per riscoprire i sapori più genuini della tradizione piemontese. Grande novità di quest’anno il gusto Off filiera di Moncalieri, progetto curato dalla città di Moncalieri insieme a Confesercenti per andare alla scoperta delle eccellenze del territorio, attraverso le proposte dei ristoranti della città, come trippa, bollito, lardo, cavolfiore di Moncalieri, peperone di Carmagnola, che sono alcuni dei prodotti che si potranno trovare nei ristoranti della città aderenti all’iniziativa.

Anche quest’anno Gusto Festival inaugura il suo programma con l’omaggio a un prodotto tradizionale che affonda le sue radici nel lontano Medio Evo. Torna la Fiera Nazionale della Trippa di Moncalieri, organizzata dall’Associazione per la valorizzazione della Trippa ‘d Muncalè, frutto della visione che ebbero alla fine del Novecento Luca e Paolo Casto, padre e figlio, imprenditori illuminati in un periodo in cui non si parlava ancora di turismo enogastronomico come chiave di sviluppo del territorio.

La Fiera, il cui legame con le origini è mantenuto vivo dalla vedova Ernestina Casto, si svolge sabato 5 ottobre dalle 11 alle 00.30 e domenica 6 ottobre dalle 10 alle 21. Nello stand della sua azienda produttrice la Trippa moncalierese verrà cotta nel Pentolo, un sistema di cottura dalla forma dondolante, mentre il salame di Trippa di Moncalieri farà sfoggio nella sua unicità. Il fiorentino Indro Neri, alle 17.30, tornerà al Palaexpo per presentare il suo volume “Trippa insolita. Ricette, luoghi usi inconsueti della Trippa nel mondo “. Nella seconda giornata della kermesse, le maestranze della storica azienda della Tripa ‘d Moncalieri inizieranno all’alba la cottura del prelibato quinto quarto, cotto alla Savoiarda nel famoso pentolone da 25 quintali. Per dare il via alla distribuzione dei piatti bisognerà attendere la tipica cerimonia dell’assaggio da parte della Confraternita de la Tripa, che ne decreterà il punto giusto di cottura, non prima delle 13.

Durante il Gusto Festival ritornerà Octobeer & Street Food Fest, la tre giorni ideata dalla Torino Wine Week e dedicata alla grande tradizione del cibo di strada e alla birra di alta qualità che si terrà venerdì 1 dalle ore 18, sabato 12 dalle ore 11 e domenica 13 sempre dalle ore 11. Non sarà soltanto l’occasione per conoscere birrifici, ma tanta musica, con spettacoli live e dj set, giocolieria di strada, mercatini e attività laboratoriali. Da Nanni Sapori Romaneschi all’hamburgheria piemontese La Madda 2.0, dai tortelli di Corezzo alle specialità di Stragood, dalla pizza di Tellia, premiata dal Gambero Rosso, a realtà internazionali come Authentic Thai Street Food, per tornare nel territorio di Moncalieri con i Taglieri di Egregio e il Gelato Silvano, maestro del gusto Slow Food.

La musica si differenzierà tra venerdì sabato e domenica, con venerdì i balli e le sonorità del Sud Italia, il sabato all’insegna del rock e la domenica un omaggio alla tradizione popolare piemontese.

Il 19 e 20 ottobre Gusto Festival ospiterà due capisaldi della tradizione piemontese, il gran fritto misto alla piemontese con una cena alle 20 a cura della Taverna di Frà Fiusch con lo chef Ugo Fontanone, e sua Maestà il Bollito.

Per la cena dal costo di 35 euro a persona è obbligatoria la prenotazione telefonando ai numeri 0116407428- 3349431539.

L’ultimo week end del Gusto Festival rappresenterà un viaggio alla scoperta dei sapori e delle eccellenze enogastronomiche di Torino e il Piemonte, in collaborazione con venti Pro Loco del Piemonte. L’evento è organizzato dalla Pro Loco di Moncalieri.

 

Mara Martellotta

Il cibo in primo piano con “Play with food”

 

Si è inaugurata sabato 28 settembre fino al 6 ottobre prossimo la tredicesima edizione di “Play with food”, la scena del cibo, primo ed unico festival teatrale interamente dedicato al cibo e alla convivialità, sotto la direzione artistica di Davide Barbato e promosso dell’Associazione Cuochilab. Al centro del Festival l’universo del cibo, ma visto attraverso gli occhi del teatro. Oltre a proiezioni e spettacoli teatrali dedicati al cibo e alla convivialità, sarà possibile scoprire le eccellenze gastronomiche del territorio. In programma, durante i nove giorni, 63 appuntamenti dislocati in tutta la città, con due prime assolute e due prime regionali, con artisti affermati e compagnie emergenti del panorama italiano. Sarà possibile conoscere appartamentiprivatoi, piccoli spazi di produzione culturale, ex cimiteri, ex fabbriche che diventeranno palcoscenici teatrali.

Il programma coinvolge diversi quartieri cittadini, Santa Rita, San Salvario, San Donato, Pozzo Strada, Centro, Aurora Porta Palazzo, Madonna di Campagna.

Il primo spettacolo è stato il 28 settembre alle 20, con Valerio Aprea che leggeva Gola e altri pezzi brevi alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, in corso Galileo Ferraris 266/C.

Da domenica 29 settembre a sabato 5 ottobre ogni 30 minuti dalle 19 alle 21.30 sarà presente una minicena alla Falegnameria in via San Donato 45. Mercoledì 2 e giovedì 3 ottobre alle 20 la Saga Salsa alle Fonderie Ozanam, in via Foligno 14.da Mercoledì 2 a sabato 5 ottobre alle 20.30 e sabato 5 e domenica 6 ottobre alle 12.30 è in programma “Noi siamo un minestrone” con Zerogrammi a Casa Luft, in via Monginevro 262 int.8.

Sarà coinvolto anche Fiorfood in galleria San Federico 26 venerdì 4 ottobre alle ore 20 e sabato 5 ottobre alle ore 20, con “I danni del pomodoro” nella zona del teatro di San Pietro in Vincoli.

chiedi@playwithfood.it

 

Mara Martellotta

Terra Madre Salone del Gusto, tutti gli appuntamenti al Parco Dora

Sabato 28 settembre

Ore 11.00-11.50

CARNE DI RAZZA PIEMONTESE E AGRICOLTURA SIMBIOTICA PER UN MERCATO E UNA CUCINA DI QUALITÀ

Incontro a cura di La Granda

La Granda ha spostato il sistema di produzione agroalimentare “Agricoltura Simbiotica”, seguendone le linee guida per la cura dei terreni dai quali produrre i propri foraggi e alimenti per gli animali, impegnandosi direttamente nella tutela del territorio, dell’aria, dell’acqua e del suolo.

 

Ore 12.00-12.50

I DISTRETTI DEL CIBO DEL PIEMONTE SI PRESENTANO

Degustazione a cura del Distretto del Cibo del Roero

Produzioni agroalimentari, paesaggio rurale, tutela dell’ambiente, promozione della cultura, della storia e delle tradizioni, in sinergia con l’offerta turistica locale, a definire i Distretti del cibo. Incontri quotidiani con il territorio e le sue peculiarità.

 

Ore 13.00-13.50

LANGHE MONFERRATO ROERO: UN VIAGGIO TRA I SAPORI DEI NOSTRI FORMAGGI CON THE CHEESE STORYTELLER

Degustazione a cura di Ente Turismo Langhe Monferrato Roero

Vieni a scoprire l’eccellenza dei formaggi di Langhe Monferrato Roero attraverso una degustazione guidata da The Cheese Storyteller. Tre formaggi tipici del territorio saranno protagonisti di un’esperienza unica, che unisce gusto e narrazione per immergersi nei sapori e nelle storie di queste terre. La degustazione sarà guidata da Maria Cristina Crucitti di The Cheese Storyteller.

 

Ore 14.00-14.50

I TESORI DOP E IGP DEL PIEMONTE: IL SALAME PIEMONTE E LA MELA ROSSA CUNEO

Degustazione a cura di Consorzio di tutela Salame Piemonte, Consorzio di tutela Mela Rossa Cuneo e Regione Piemonte

Il Salame Piemonte IGP rappresenta l’eccellenza dei nostri salumi; il Consorzio di tutela ce lo propone in abbinamento alla Mela Rossa Cuneo IGP, per un’esperienza dal gusto davvero speciale. Ad accompagnare, Brachetto, vitigno dell’anno 2024 per Regione Piemonte.

 

Ore 15.00-15.50

AFRICA, COMPLESSITA’ E FUTURO: 20 ANNI DI CISAO E REGIONE PIEMONTE

Incontro a cura di Regione Piemonte

In occasione dell’anniversario dei 20 anni di nascita del CISAO, tavola rotonda tra esperti del mondo della cooperazione allo sviluppo per stimolare nuove riflessioni e disegnare interventi multisettoriali e sinergici in grado di confrontarsi con le “Nuove Afriche”.

Ore 16.00-16.50

TESORI DOP E IGP DEL PIEMONTE: MURAZZANO, ROCCAVERANO E OSSOLANO

Degustazione a cura dell’Associazione Alte Terre DOP e Regione Piemonte

L’Associazione Alte Terre DOP raggruppa piccole produzioni di montagna del settore lattiero-caseario a marchio DOP, eccellenze della nostra regione che vengono raccontate e presentate in degustazione dai Maestri Assaggiatori Onaf.

 

Ore 17.00-17.50

DOLCE ALCHIMIA: L’INCONTRO PERFETTO TRA CIOCCOLATO E VERMOUTH

Degustazione a cura di Atl Turismo Torino e Provincia

Cosa succede quando un vino aromatizzato torinesissimo incontra gli aromi del cioccolato, venitelo a scoprire attraverso il racconto dei nostri esperti.

 

Ore 18.00-18.50

ALLA SCOPERTA DEL BRACHETTO, VITIGNO DELL’ANNO 2024

Degustazione a cura di Regione Piemonte e Consorzio Vini d’Acqui

Il progetto regionale “Vitigno dell’anno” nasce dall’idea di raccontare e valorizzare i vitigni storici autoctoni del Piemonte; dopo Dolcetto, Cortese, Freisa, Erbaluce, nel 2024 è stato scelto il Brachetto. Durante la degustazione delle diverse tipologie di Brachetto verranno raccontate le caratteristiche storiche e organolettiche del vitigno.

Ore 19.00-20.00

TESORI DOP E IGP DEL PIEMONTE: VERMOUTH DI TORINO E NOCCIOLA PIEMONTE

Degustazione a cura dei Consorzi di tutela del Vermouth di Torino e della Nocciola Piemonte insieme a Regione Piemonte

Una bevanda iconica della nostra Regione, sempre più apprezzata, presentata in abbinamento a uno dei prodotti che meglio rappresenta l’eccellenza ortofrutticola del Piemonte per un aperitivo davvero speciale!

 

La crostata alla crema di limoni, che golosità!

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Perfetta. Una crostata fresca, fragrante,  dal profumo intenso di limoni, dal sapore delicato piacevolmente aspro, unico, inconfondibile. Un dolce senza tempo, perfetto in ogni occasione.
 ***
Ingredienti
 
Per la frolla:
200gr. di farina 00
30gr. di fecola di patate
100 di burro
80gr. di zucchero
2 tuorli
1 bustina di vanillina
1 pizzico di sale
 
Per la farcia:
300gr. di latte intero
200gr. di panna liquida
4 tuorli
120 di zucchero
40gr. di amido di mais
1 grosso limone biologico
1 mela rossa
***
 
Preparare la frolla impastando velocemente nel mixer tutti gli ingredienti, fare una palla, avvolgerla con la pellicola e riporla in frigo per almeno 30 minuti. Preparare la crema al limone, mescolare i tuorli con lo zucchero, aggiungere poco alla volta l’amido di mais. Scaldare il latte con la panna liquida, unire alla crema di uova e lasciar cuocere per cinque minuti, unire la scorza del limone grattugiata e, sempre mescolando, poco alla volta, il succo del limone. Stendere la frolla in uno stampo per crostata foderato con carta forno, bucherellare il fondo, versare la crema di limoni e livellare. Cuocere in forno preriscaldato a 190 gradi per 50 minuti. Lasciar raffreddare e prima di servire decorare con fettine di mela sottilissime arrotolate a rosellina.
 
Una felice Pasqua a tutti i lettori.

Paperita Patty

Viaggio Reale. Degustazioni e Masterclass con la Strada dei Vini di Torino

Lunedì 23 settembre 2024, i vini della Strada Reale dei Vini Torinesi sono stati protagonisti di un evento di degustazione alla scoperta dei tesori enologici della Strada.
L’iniziativa, promossa dall’Associazione Strada Reale dei Vini Torinesi, il Consorzio dei Vini del Piemonte e AIS Piemonte, con il patrocinio dell’Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino, si è tenuta presso la sede di AIS Piemonte, via Modena 23 a Torino, dalle ore 10.30 alle ore 19.00 con degustazioni di vini presso i banchi d’assaggio dei produttori e tre diverse masterclass durante l’arco della giornata.
L’evento ha rappresentato un’occasione esclusiva per scoprire e apprezzare le eccellenze vitivinicole della Strada Reale dei Vini Torinesi, i suoi prestigiosi vini e i suggestivi territori attraversati dalla Strada e si colloca all’interno degli eventi di avvicinamento del futuro Salone del Vino di Torino 2025.
Presso la “Sala Barolo” Ais Piemonte si è ascoltato le testimonianze dei produttori e dei professionisti AIS degustando i rinomati vini della Strada Reale e della provincia di Torino presso i banchi d’assaggio.
Presso la “Sala Barbaresco”, si sono tenute tre Masterclass con focus sui vini prodotti nel territorio del torinese:
• Ore 11.00 masterclass sui vini bianchi del territorio
• Ore 15.00 masterclass sui vini rossi del territorio
• Ore 17.30 masterclass su vini spumanti del territorio
Queste sessioni saranno condotte da produttori e relatori AIS, che offriranno un’esperienza approfondita e formativa sui vini locali.

Ecco i vini della Masterclass vini rossi:

Freisa di Chieri Sup. Doc – Vigna Villa della Regina 2018
Balbiano
Vitigno: Freisa 100%.
Terreno: Vigna Villa delle Regina città di Torino.
Coltivazione: Allevamento a Guyot.
Vinificazione: breve maturazione in legno seguita da cemento e successivo
affinamento in bottiglia.

Piemonte Freisa Doc – Finibus Terrae 2018
Terre dei Santi
Vitigno: Freisa 100%.
Terreno: Blend di uve provenienti nord-ovest Astigiano e Chierese.
Coltivazione: Allevamento a Guyot.
Vendemmia manuale.
Vinificazione: Pigiatura soffice e lunga macerazione a 26°
Maturazione prima in legni medio piccoli, poi botte grande.

Canavese Nebbiolo Doc – Maura Nen 2021
Luca Leggero
Vitigno: Nebbiolo (Picotener) 100%.
Terreno: glaciale morenico
(sabbioso con ampio scheletro).
Colline di Villareggia (To).
Coltivazione: Allevamento a Guyot.
Affinamento: 10 mesi in botti di rovere d’Austria da 25 hl e 50 hl e in anfora da 7,5 hl – minimo 12 mesi in bottiglia.

Albugnano Doc – Jubè 2021.
Stefano Rossotto
Vitigno: Nebbiolo 100%.
Terreno: Marne sabbiose calcaree.
Coltivazione: Allevamento a Guyot.
Vinificazione: diraspatura e pigiatura soffice lunga fermentazione con macerazione intensa,
Affinam : 9 mesi in legno 6 mesi in bottiglia min.

Pinerolese Rosso Doc La Madre 2020
Beltramo
Vitigno: Nebbiolo 100%.
Terreno: argilloso-ghiaioso-sabbioso
resa per ettaro: 60 q.li.
Vinificazione: Fermentazione e macerazione in tini di acciaio per 10 gg. a temperatura controllata 28° – 30° C.
Affinamento : 12 mesi in tonneaux.
Imbottigliamento senza filtrazione.

Pinerolese Barbera Doc – La Bifa d Bosch 2021.
Cantina Dellerba
Vitigno: Barbera 100%.
Terreno: sabbioso co alta mineralità, esposizione sud-ovest,
550 metri s.l.m. .
Allevamento: Guyot.
Vinificazione: delicata pigio-diraspatura con successiva fermentazione e macerazione sulle bucce a temperatura controllata (30°C). Vengono eseguiti 2 volte al giorno dei rimontaggi per favorire l’estrazione dei colori e dei suoi aromi. Affinamento in acciaio fino all’imbottigliamento

Vino Rosso “Le Mute” – 2021 –
Agriforest – G. Bosio
Vitigni: Becuét 60% – Avanà 40%.
Terreno: Morenico del vecchio ghiacciaio della Valsusa, substrato sabbio-ghiaioso con strati di limo-argilla.
Allevamento: a guyot, vigneto a 540 metri s.l.m., produttività 40 q.li/ha.
Vinificazione: Pressatura soffice, 12 gg sulle bucce, stabilizzazione tartarica a freddo, 6 mesi in acciaio, 4 mesi in bottiglia.

Valsusa Doc Becuet – Malliolo 2021
Martina
Vitigni: Becuét 100%
Terreno: Morenico del vecchio ghiacciaio della Valsusa
Allevamento: a guyot.
Vinificazione: Pigiodiraspatura, macerazione lunga con rimontaggi.
Affinamento: 12/15 mesi in botti di rovere, a seguire 8/9 mesi bottiglia.

Pinerolese Doc Ramie – Arcansiel 2020
Giro di Vite
Vitigni: Avanà, avarengo, becuet e chatus, barbera, …
Terreno: Sciolto con alta % di scheletro.
Allevamento: a terrazzamento, vigne basse ad alberello.
Vendemmia: manuale con supporto di monorotaia.
Vinificazione: Fermentazione e maturazione in acciaio

Collina Torinese Doc Cari 2023.
Terre dei Santi
Vitigno: Cari o Pelaverga di Pagno.
Terreno: sabbioso a medio impasto.
Allevamento a Guyot, 4000 ceppi/h a 420 mt
Vinificazione: breve macerazione, pressatura, e avvio del mosto a lenta fermentazione con presa di spuma a temperatura controllata.

Ecco i vini della Masterclass su vini spumanti del territorio :

Erbaluce di Caluso Spumante DOCG – San Giorgio 2020 –
Cieck
Vitigno: Erbaluce 100%.
Terreno: morenico, sciolto, ricchi di scheletro.
Allevamento: A pergola, vigneto di circa 30 anni, 2500 ceppi/h, esposto a sud/est a 320 metri s.l.m.
Vendemmia: manuale a inizio settembre.
Vinificazione: fermentazione del vino base in acciaio, permanenza sui lieviti di 30 mesi, rémuage manuale e altri 6 mesi in bottiglia.
Dosaggio: Brut

Erbaluce di Caluso Spumante DOCG – Incanto 2019
Crosio
Vitigno: Erbaluce 100%.
Terreno: Morenico, ricco di detriti ghiaiosi e sabbia.
Allevamento: A pergola, vigneto di circa 50 anni, 1500 ceppi/h, esposto a sud/est, a 300/350 metri s.l.m.
Vendemmia: manuale a inizio settembre.
Vinificazione: prima fermentazione effettuata in acciaio e affinamento sur lies per 9 mesi. Rifermentazione in bottiglia per affinamento sui
lieviti per 40 mesi.
Dosaggio: Pas dosé

Erbaluce di Caluso Spumante DOCG – Sessanta 2015 –
Tenuta Roletto
Vitigno: Erbaluce 100%.
Terreno: morenico.
Allevamento: A pergola, 1200/1300 ceppi/h, a 370 metri s.l.m.
Vendemmia: manuale a inizio settembre.
Vinificazione: permanenza del vino base per 5 mesi in acciaio, Rifermentazione sui lieviti in bottiglia di 60 mesi.
Dosaggio: Brut

Erbaluce di Caluso Spumante DOCG – Cuvée tradizione 1968 – 2018. Brut
Orsolani
Vitigno: Erbaluce 100%.
Terreno: Morenico, franco sabbioso, posto tra i 300/350 mt. s.l.m.
Allevamento: A pergola, vigneto di circa 50 anni, 2500 ceppi/h,
esposto a sud/est.
Vendemmia: manuale a inizio settembre.
Vinificazione: prima fermentazione effettuata parte in legno e parte in acciaio
Affinamento sui lieviti per 60 mesi.

Spumante Metodo Classico Brut – Cin Cin Nato – 2019
Agriforest – G. Bosio
Vitigno: Baratuciat 100%.
Terreno: Morenico glaciale della bassa Val di Susa, substrato sabbioso-
ghiaioso con rari starti di limo e argilla.
Allevamento: pergola piemontese e spalliera.
Vendemmia: manuale.
Vinificazione: prima fermentazione effettuata in acciaio.
Rifermentazione sui lieviti in bottiglia per 48 mesi.

Spumante Metodo Classico Brut – Eli 84 mesi – 2014
L’Autin
Vitigni: Chardonnay 40%, Pinot Nero 50% e 10% altre uve autoctone.
Terreno: a origine alluvionale e morenica. Il suolo sciolto e ghiaioso.
Vendemmia: manuale a fine agosto/inizio settembre.
Vinificazione: prima fermentazione effettuata in acciaio.
Rifermentazione sui lieviti in bottiglia all’interno delle miniere di talco, ad 1 km di profondità, nelle gallerie dove la temperatura è costante a 10 gradi e l’umidità è al 90%. Permanenza sui lieviti 84 mesi.

Spumante Metodo Classico Brut Rosé – Marchesina 2020
Stefano Rossotto
Vitigno: Freisa 100%.
Terreno: Calcareo-limoso.
Allevamento: A guyot, vigneto di circa 12 anni, 4000 ceppi/h, esposto a sud/ovest, a 400 metri s.l.m.
Vendemmia: manuale a fine agosto/inizio settembre.
Vinificazione: prima fermentazione effettuata in acciaio.
Rifermentazione in bottiglia per affinamento sui lieviti per 36 mesi.

Ecco i vini che mi sono piaciuti ai banchi di assaggio :

Agriforest – G. Bosio
Passito – 2021
Vitigni: Baratuciat
Terreno: Morenico del vecchio ghiacciaio della Valsusa, substrato sabbio-ghiaioso con strati di limo-argilla.
Allevamento: a guyot, vigneto a 540 metri s.l.m., produttività 40 q.li/ha.
Vinificazione: Pressatura soffice, 50/60 gg sulle graticci, stabilizzazione tartarica a 18 gradi

ROBERTO CROSIO
PRIMAVITE
ERBALUCE di Caluso 2022
Terreno: Morenico del ghiacciaio Valsusa, 15% sabbia ,substrato sabbio-ghiaioso con strati di limo-argilla.
Vigneti di 25/35 anni ; 8 gg sulle bucce a grappolo intero
Tappo a vite
Naso : sentori TDN
Bocca: sapido e dritto , pulito e ben amalgamato

GIRO DI VITE
ARCANSIEL
PINEROLESE RAMiE 2020
Vigneti: Pomaretto
Esposizione: sud
terreno: terreno sciolto con alta percentuale di scheletro. Ph terreno attorno a 5
Vitigni bacca nera: Avanà, Chatus, Becuet, Barbera, Doux d’Henry,dolcetto, Lambrusca Vittona, Bonarda, Bonardina, Neretta Cuneese, Gamay, Plassa e Montanera di Perosa.
Vitigni bacca bianca: Malvasia moscata, Liseiret, Blanchet, Moscato bianco
questi vigneti sono delle vere e proprie collezioni di vitigni.
Naso: bellissima eleganza e complessità
Bocca : stessa eleganza e lunghezza del finale

Un ringraziamento al sempre prezioso e professionale servizio dei Sommeiller incontrati nel corso della giornata.

Alla prossima

LUCA GANDIN

Le Verità sul vino, Falseum

 

Castello di Verrone ( Bi )

Falseum ha ospitato l’evento “Le Verità sul Vino” sabato 21 settembre dalle 15 alle 20,30 e domenica 22 settembre dalle 11 alle 19,30 trasformando le sue sale in un percorso di “degustazione culturale”.
L’evento, giunto alla 5a edizione, è organizzato dall’associazione Turismo in Langa, in partnership con la cooperativa Itur che gestisce la realtà museale con il Comune di Verrone, grazie al contributo della Fondazione CrB.
“Di vino si può parlare e scrivere tantissimo, ma nulla si avvicina all’esperienza di una degustazione” dice il neo sindaco di Verrone Gian Luca Bazzan.

I visitatori, muniti di calice personale da degustazione assegnato all’ingresso, hanno potuto accedere alle varie stanze tematiche del museo che hanno ospitato una postazione presidiata dai produttori dei vini più apprezzati del Piemonte e hanno potuto degustare le etichette , spesso associate a leggende metropolitane, luoghi comuni o curiose credenze popolari. Compito della locandina dell’evento
di Falseum è stato fare chiarezza su tali credenze, grazie alla presenza di sommelier o narratori del vino appositamente formati.

Ecco Le cantine ospiti dell’edizione 2024
di “Le Verità del Vino” :

• Azienda vitivinicola Eusebio di Stroppiana Marilena Lusent – orange wine a base erbaluce;
• Azienda agraria Fiorini – Bartis Colli Pesaresi DOC Rosso 2021;
• Microliquorificio La Culma con Bitter;
• Azienda Agricola Pozzo con Erbaluce di Caluso docg 2023;
• Azienda Agricola Stefano Vampari con Bramaterra doc 2018;
• Azienda Agricola Nazzari Franc con Essenza;
• Azienda Agricola Guido Vada con Barbera d’Asti docg Tanguera.
Previsti anche incontri DiVini con due postazioni ,in cui sono stati serviti
un Derthona Timorasso Colli Tortonesi doc e
un Monreale Barbera Colli Tortonesi doc.

Ecco i vini che mi sono particolarmente piaciuti:

GUIDO VADA
Tanguera 2021 Coazzolo
15gg sulle bucce, vigne di 20 e 30 anni
Vinificazione in cemento
Naso: ciliegia, amarena
Bocca: frutta fresca, finale mandorlato, bella beva

VIGNETI MOGNI – MONLEALE
PÈDER 2021
COLLI TORTONESI
BARBERA
Vigne di circa vent’anni, vinificato in acciaio
Naso: complesso e antico
Bocca: complesso amarena, spalla acida oscura

AZ .VITIVINICOLA EUSEBIO
DI STROPPIANA MARILENA
SALUSSOLA ( BI)
RISENT 2020
vino rosso
Terreno serra Morenica , vigne di 60 /70 anni
Affinamento 12 mesi in Barrique usate
Bocca: rustico, mentolato, ribes di sottobosco
Bocca: mentolato complesso e pieno,
finale long time

POZZO
Reiri
Erbalucedi Caluso 2023
Macerazione freddo a circa 4°, solo due giorni in acciaio, vigne di cinquant’anni in anfiteatro Morenico vicino al lago di Viverone
Naso: preciso ed elegante
Bocca: pulito, preciso, fresco ed immediato

POZZO
L’ ARBAT
ERBALUCE DI CALUSO
PASSITO RISERVA 2018

Dopo un’accurata selezione di grappoli che vengono lasciati almeno cinque mesi in cassette di legno, il vino viene invecchiato per almeno cinque anni in piccole botti.
Naso: pulito, fantasticamente, complesso, sentori di frutta matura Bianca
Bocca: complesso ed eleganti sentori di terziario e di sottobosco

FIORINI
COLLI PESARESI
SANGIOVESE 2021
SIRIO
Versante sud-est, 300 mt , vigne di otto anni,
Vinificato in acciaio , 85% sangiovese 15% merlot
Naso: frutta, ciliegia ,bel equilibrio, lineare, sottile cioccolato e cuoio
Bocca: armonico, equilibrato, bella beva con finale di buona godibilità e un elegante cioccolato e cuoio

FRANCO NAZZARI
GRIGNOLINO DEL MONFERRATO CASALESE 2023

Terreno bianco calcareo a scaglie e componente acida
Vigne 30% di trent’anni, 70% di 60
400 m, quattro giorni sulle bucce, 30% di mantenimento del Grigno,
Vinificato in acciaio
Naso: preciso, elastico Rosa canina, fiori freschi
Bocca: equilibrio, eleganza, buona beva e consistenza in bocca

In questa edizione Domenica 22 settembre ho avuto il piacere e l’onore di condurre un salottino molto seguito dal titolo :
” Il vino analcolico non può essere considerato vino, sarà vero? ”

Il vino dealcolato è un tipo di vino privato della componente alcolica. È un’alternativa sempre più apprezzata per chi non vuole rinunciare al gusto del vino senza gli eventuali effetti collaterali associati all’alcol. Nonostante susciti
ancora qualche perplessità nei contesti enogastronomici tradizionali del nostro Paese, infatti, è perfetto per astemi, sportivi e per chi, per motivi religiosi o di salute, deve o preferisce limitare il consumo di alcol.
Quindi si definisce:
– vino dealcolizzato (o dealcolato) se il tasso alcolometrico effettivo del
prodotto non è superiore a 0,5 % vol.
– vino parzialmente dealcolizzato (o dealcolato) se il tasso alcolometrico
effettivo del prodotto è superiore a 0,5 % vol. ed è inferiore al 9%.

Se il grado alcolico è dello 0% si parla di bevande analcoliche prodotte con mosto d’uva.
Questi prodotti sono ideali anche per chi segue un’alimentazione vegana perché non contengono nessun prodotto di origine animale come colla di pesce o proteine del latte, spesso inseriti nella produzione del vino tradizionale.

Come si produce il vino analcolico?
Dealcolizzazione: partendo da un vino alcolico
In questa tipologia rientrano due processi principali:
– Distillazione sottovuoto.
Il vino viene sottoposto a una depressione, in modo da far evaporare l’alcol. Questo è il metodo meno costoso, tuttavia, comporta il
rischio di perdere molte delle caratteristiche aromatiche distintive del vino .
– Osmosi inversa.
Il vino passa attraverso membrane a pressioni molto elevate per separare l’etanolo (con l’acqua e altre molecole) dal vino. Le sostanze aromatiche vengono successivamente reintegrate al vino dealcolato in un secondo momento, calibrando zuccheri e acidità per mantenere l’equilibrio e il profilo aromatico desiderato.

Direttamente dall’uva
Le uve bianche intere vengono introdotte nella pressa pneumatica ed il mosto che si ottiene dalla loro spremitura soffice, dopo un primo travaso, viene collocato nei serbatoi a temperatura controllata dove rimane fino al suo utilizzo per la produzione della bevanda
Nel caso di varietà frizzanti, il mosto si trasferisce quindi all’interno dell’autoclave dove si combina con l’anidride carbonica per creare l’effervescenza .

Che sapore ha il vino analcolico?
Sicuramente più delicato al gusto, il vino analcolico si presenta visivamente
difficilmente distinguibile dalla sua versione classica. Nelle versioni frizzanti, i
vini analcolici non fanno mancare le bollicine, aggiungendo un tocco di vivacità al palato. Il loro retrogusto fruttato può presentare note di mela, pesca e fiori di sambuco, donando una sensazione fresca e piacevole al palato. Queste
caratteristiche lo rendono una scelta apprezzata sia da chi desideravun’alternativa senza alcol, sia da chi semplicemente ricerca un’esperienza
gustativa leggera e raffinata.

Ecco alcuni riferimenti legislativi:

Regolamento UE/1308/2013 su OCM Unica prodotti agricoli (come modificato per effetto PAC 2023/2027):
Allegato VII, consente di realizzare in versione dealcolata (0%) / parzialmente dealcolata le seguenti tipologie:
“vino”,
“vino spumante”,
“vino spumante di qualità”,
“vino spumante di qualità del tipo aromatico”,
“vino spumante gassificato”,
“vino frizzante”,
“vino frizzante gassificato”
Dealcolazione deve avvenire dopo che il prodotto abbia raggiunto pienamente le rispettive caratteristiche previste dalla propria tirpologia di prodotto.
Vini DOP / IGP possono essere prodotti in versione dealcolata / parzialmente dealcolata solo se il rispettivo disciplinare lo consente
Se inferiore a 10%, va indicato in etichetta il termine di conservazione .

Allegato VIII indica le tecniche di cantina utilizzabili per produrre in versione dealcolata (0%) / parzialmente
⁃ parziale evaporazione sotto vuoto;
⁃ tecniche a membrana;
⁃ distillazione.
L’eliminazione dell’etanolo nel prodotto vitivinicolo non deve essere effettuata in combinazione con un aumento del tenore di zuccheri (= arricchimento) nel mosto di uve.
Inoltre …

Tagli:
⁃ NON ammesso il taglio tra vino “normale” e vino dealcolato / parzialmente delacolato (sì vendibile, ma come bevanda)
⁃ Ammesso invece il taglio tra due delcolati / parzialmente delacolati (etichettabile come vino dealcolato / parzialmente delacolato)
Spumante
⁃ (anidride carbonica prodotta naturalmente) → può essere realizzato in versione solo parzialmente dealcolata, ultilizzando come base un vino dealcolato / parzialmente delacolato
⁃ (gassato artificialmente) → può essere realizzato in versione dealcolata e parzialmente dealcolata, utilizzando come
base un vino dealcolato / parzialmente dealcolato

Alcune considerazioni:
Se viene rispettata la disciplina europea
Stati membri POSSONO i vini delacolati /parzialmente dealcolati prodotti negli altri
essere legittimamente commercializzati in Italia (da subito!!)
Invece Disciplina italiana sul vino e sulle accise
pone ostacoli ai produttori italiani
⁃ norme italiane ( Testo Unico del vino 2016 )
⁃ prassi amministrative italiane (operaz di dealcolizzazione)
unicamente a discapito dei produttori italiani .

CONCLUSIONE:
Il vino dealcolizzato sarebbe un’ottima soluzione per sistemare il grande invenduto che il settore vitivinicolo ha in alcuni settori.
In questo momento il Moscato è uno dei vitigni più prodotti dealcolizzato , ma la Barbera e altri vitigni a bacca rossa come il Sangiovese ,il Montepulciano e il Primitivo potrebbero essere una valida alternativa.

Alla prossima

LUCA GANDIN

Montiglio Monferrato, torna la ‘Fiera Nazionale del Tartufo’

Il 6 e il 13 ottobre la quinta edizione con treno storico e grandi ospiti nazionali tra cui il cantautore Danilo

Amerio e la conduttrice tv Syusy Blady.

Al via per due domeniche consecutive, il 6 e il 13 ottobre, la Quinta Edizione della ‘Fiera Nazionale del Tartufo’ di Montiglio Monferrato (AT), la prima ad aprire la stagione del tartufo bianco in Piemonte.

Un evento che richiama ogni anno oltre 15mila visitatori da Italia ed estero, con un ricco e attrattivo programma di sicuro richiamo per il territorio montigliese. Con le sue 14 frazioni nate dall’unione nel 1998 – primo esempio di fusione tra municipalità in Piemonte – di tre comuni con Colcavagno e Scandeluzza, costituisce uno dei migliori esempi nazionali di ‘paese diffuso’ con anche uno specchio d’acqua, il Lago di Codana, sulle cui rive si esibirono nel Dopoguerra tutti i grandi della musica italiana, Mina inclusa.

Esprime soddisfazione Dimitri Tasso, commentando gli oltre 100 espositori di ogni genere, oltre al tartufo, che ogni anno riconfermano fiducia e fedeltà a Montiglio Monferrato, creando aggregazione e partecipazione crescenti: “Un grande risultato la crescita della Fiera negli ultimi anni, nonostante lo stoppandemico. I numeri sono incoraggianti, e confortano il lavoro di squadra compiuto sin qui. Anche quest’anno un’edizione ricca di novità e nomi noti, con il cantautore Danilo Amerio, la conduttrice televisiva e scrittrice Syusy Blady e i giornalisti di fama nazionale Paolo Massobrio, Cinzia Montagna e Maurizio Scandurra. Siamo altresì lieti di proseguire con impegno e vigore sempre maggiori nel cammino sin qui intrapreso anche con ‘Fondazione FS’ per la valorizzazione dei nostri colli monferrini con i treni storici. Ringrazio sentitamente il Direttore Generale dell’Ente, l’ingegner Luigi Francesco Cantamessa, per il sodalizio e l’energia profusa a piene mani per l’ottima riuscita del progetto, che quest’anno abbraccia felicemente anche il Biellese, da cui provengono annualmente numerosi visitatori. E, con lui, l’Associazione ‘Feralp Team’ di Bussoleno per la fattivacollaborazione”.

Le ‘Littorine del Tartufo’, due esemplari della mitica serie ‘ALN668’ tornano infatti eccezionalmente in scena domenica 6 ottobre per un viaggio andata e ritorno sulla tratta Torino-Asti-Montiglio Monferrato.

Il 13, invece, seconda domenica di Fiera, invece, il percorso prevederà le fermate Biella-Santhià-Chivasso-Cavagnolo-Montiglio Monferrato. Prenotazioni e acquisto biglietti sul sito www.railbook.it, con la possibilità di ricomprendere anche il pranzo presso la Pro Loco.

L’iniziativa fa parte del ‘Progetto LocoMonferrato’ finanziato dal Ministero del Turismo. Particolare attenzione allo sviluppo del rapporto fra giovani e storia dei trasporti su rotaia verrà data grazie anche a ‘LocoLab’, opportunità condivisa e promossa da Archivio di Stato, Co.mi.s, Legambiente, Atam, Comuni di Cavagnolo e Brusasco, Istituti Comprensivi I.C.1 As2, I.C. Brusasco, I.C. Castelnuovo D.B., Cocconato e Montiglio Monferrato per proporre workshop interattivi tematici ai giovanissimi allievi delle scuole di Asti e Brusasco (TO) dislocati per l’occasione sul territorio comunale: ove, all’interno della vecchia stazione ferroviaria, sarà possibile visitare un plastico di fermodellismo davvero unico nel suo genere.

Sul versante generalista, invece, torna l’appuntamento con Paolo Massobrio e Cinzia Montagna, autori e protagonisti di un vivace e frizzante talk-show dinamico aperto al pubblico, domenica 6 ottobre dalle

10.30, intitolato “Se il tartufo è local… fino a quando? Riflessione sui cambiamenti climatici”.

Domenica 13 ottobre, invece, Cinzia Montagna dialogherà con Syusy Blady, storica conduttrice televisiva, scrittrice e cabarettista per un viaggio a ritroso nei migliori anni del piccolo schermo. Il tema

avvincente sarà: Top Truffle e Tap Model: il tartufo incontra Syusy Blady”.

Alle 15.30, invece, al ‘PalaTartufo’ al coperto allestito vicino le scuole del paese, andrà in scena ‘C’era

una volta la canzone italiana’, talk-show narrativo-musicale con protagonista il cantautore Danilo Amerio: autore di evergreen per Anna Oxa, Mia Martini, Umberto Tozzi, Raf, Giorgio Faletti e moltissimi altri, scoperto da Pippo Baudo e ben 4 volte in gara al Festival di Sanremo dal 1992 al ’95, recentemente tra i grandi protagonisti nel Team Gigi D’Alessio a ‘The Voice Senior 2024’ su Raiuno.

Con lui, a raccontare raccontandosi, anche Maurizio Scandurra, il giornalista radiotelevisivo cattolico già opinionista a ‘La Zanzara’ di ‘Radio24’ (il celebre programma di Giuseppe Cruciani e David Parenzo) nonché insignito della Cittadinanza Onoraria di Montiglio Monferrato nel 2019 per le sue opere di benemerenza.

Spazio anche allo sport affascinante e spettacolare. Domenica 6 ottobre, dopo la 17° gara di podistica del tartufo mattutina, sarà la volta del lancio dei paracadutisti direttamente al centro dell’area fieristica con il celebre ‘Bandierone’ raffigurante in dimensione 6×4 metri l’effigie del Comune. Un evento attesissimo, preludio al grande raduno interregionale dei paracadutisti stessi che vedrà quale cornice e teatro proprio il

Comune di Montiglio il prossimo dicembre.

Chiosa infine Dimitri Tasso: “Il circuito delle 5 Fiere del Tartufo del Basso Monferrato, alias Montiglio

Monferrato, , Moncalvo, Montechiaro d’Asti, San Damiano D’Astie Murisengo dimostra unità e lungimiranza

in tema di promozione del territorio. Con ‘LocoMonferratoMontiglio si riconferma Comune interessante, tra i 22 finanziati in tutta Italia per i progetti turistici legati alle microaree, insieme ai confinanti Murisengo e Piovà Massaia, in tema mobilità sostenibile e promozione delle architetture del Romanico. Chiudono il cerchio

il progetto ’TABUI’, app dedicata ai luoghi da visitare in zona, e la forte interazione fra giovani e trasporti quale liason efficace a continuare a dare linfa ai nostri amatissimi borghi. Vi aspetto tuttiin Fiera”.

Per favorire l’accesso del pubblico, sono stati predispostiampi parcheggi dedicati in zona MontExpo, collegati al percorso espositivo mediante un servizio gratuito di navetta continua dalle ore 10.30 alle ore 18.30.

Per informazioni, www.comune.montigliomonferrato.at.it, tel. 0141 994008 – 0141 232304.

Tutti i vincitori di “Bere il Territorio”, premio ad Antonio Ricci

La premiazione si svolgerà sabato 28 settembre al Castello di Grinzane

 

La XXIII° edizione del Concorso Letterario Nazionale di Go Wine

 

Al popolare autore televisivo e scrittore Antonio Ricci

il riconoscimento de “Il Maestro” di Bere il territorio.

 

Premi Speciali a:

Anna Schneider, per la ricerca in campo vitivinicolo

All’Accademia della Vigna di Alba

Al libro “Lo Zibibbo di Calabria”

 

Si svolgerà sabato 28 settembre alle ore 17,30 presso il Castello di Grinzane Cavour, Sala delle Maschere, la Cerimonia finale di premiazione del Concorso Letterario Bere il territorio, promosso da Go Wine e giunto al traguardo della ventitreesima edizione.

 

Un’iniziativa culturale che ha sempre accompagnato la vista dell’associazione nata ad Alba nel 2001, per un progetto teso a promuovere cultura del vino ed enoturismo in Italia. Per la seconda volta l’evento finale si celebra nella prestigiosa sede del Castello di Grinzane Cavour.

 

Bere il territorio è sempre stato un riferimento in tal senso, per comunicare una determinata visione del vino, per unire vignaioli e consumatori attenti e consapevoli, per promuovere un’immagine positiva del vino di qualità e degli importanti valori sociali e culturali di cui è portatore.

 

Attraverso tante edizioni il Concorso si è evoluto, con nuove iniziative e nuove relazioni, mantenendo tuttavia saldi alcuni punti di riferimento.

A cominciare dal titolo, nato per una sorta di provocazione, e rimasto sempre attuale:

“Bere il territorio” per attribuire un valore aggiunto a ciascun vino di qualità ed apprezzare, attraverso il calice, non solo il prodotto in sé, ma anche la cultura e l’ambiente che esso racchiude.

Da alcuni anni l’iniziativa si è rafforzata sempre ispirandosi all’idea che ha ispirato fin dalla costituzione l’associazione Go Wine: ovvero guardare ad una figura qualificata di consumatore che non ama solo conoscere e degustare i vini, ma avverte il desiderio di farsi viaggiatore per scoprire i luoghi dove ciascun vino si afferma e dove uomini e donne del vino operano.

Si mantiene peraltro inalterato lo spirito di fondo che anima l’iniziativa culturale: storia, tradizioni, paesaggio e vicende culturali sono diversi i fattori che distinguono il vino da una qualsiasi bevanda e che si esaltano nel percorrere un territorio del vino.

 

I temi della ricerca e della sostenibilità si affiancano in modo sempre più importante alla sezione generale del Concorso e riguardano alcuni riconoscimenti che verranno attribuiti sabato prossimo al Castello di Grinzane Cavour.

Antonio Ricci, popolare autore televisivo e scrittore, sarà assegnato il riconoscimento de “il Maestro” di Bere il territorio.

Il riconoscimento al “Maestro” è stato istituito a partire dalla terza edizione e si propone di premiare importanti figure della cultura italiana, che possano essere di riferimento per i più giovani o testimoni di un particolare rapporto con l’identità dei luoghi e della civiltà materiale che li caratterizza.

Il riconoscimento de “Il Maestro” è stato nelle precedenti edizioni attribuito a Luigi Meneghello, Niccolò Ammaniti, Claudio Magris, Lorenzo Mondo e Gianmaria Testa, Sebastiano Vassalli, Dacia Maraini, Alberto Arbasino, Enzo Bettiza, Franco Loi, Francesco Guccini, Pupi Avati, Raffaele La Capria, Gustavo Zagrebelsky, Maurizio Maggiani, Luciano Canfora, Marcello Fois, Maurizio Molinari, Paolo Pejrone, Tullio Pericoli e Ugo Nespolo.

 

Nella sezione generale è risultato vincitore Ciro Lubrano, vita fra Ivrea e l’isola di Procida, con il racconto “Aglianichello o Per e’ Palummo”.

 

Un premio speciale verrà attribuito ad Anna Schneider, per l’importante lavoro svolto in tutta la sua carriera a favore della ricerca in campo vitivinicolo.

 

Il riconoscimento ad una pubblicazione che abbia come tema il vino o che, comunque, riservi al vino una speciale attenzione, va in Calabria al volume di Saveria Sesto con il libro “Zibibbo di Calabria, storie di uomini e di donne (Rubbettino Editore).

 

Sono tre i riconoscimenti riservati al tema della sostenibilità, indicato nell’art. 8 del Bando di Concorso. Un Premio istituito per il terzo anno consecutivo nel segno del rinnovamento della progettualità del Concorso, con un radicamento legato al territorio della Provincia di Cuneo e non solo, secondo alcune linee di indirizzo indicate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.

Vincitori sono “L’Accademia della Vigna”, innovativo progetto radicato sul territorio di Alba, Langhe e Roero e promosso dall’Impresa Sociale WeCo, che interpreta un tema di grande attualità legato al lavoro nelle vigne, per la formazione delle persone e contro lo sfruttamento del lavoro.

E… due cantine: La Raia di Novi Ligure per il tema della biodiversità e Ricci Curbastro (Franciacorta) per la sostenibilità anche in chiave sociale.

 

La Giuria del concorso è composta da: Gianluigi Beccaria (Università di Torino), Valter Boggione (Università di Torino), Margherita Oggero (scrittrice), Bruno Quaranta (La Repubblica), Massimo Corrado (Associazione Go Wine).

 

Sostengono questa iniziativa la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e un’importante selezione di aziende vinicole italiane che sostengono i progetti culturali Go Wine:

 

Abbona Anna Maria, Adriano Marco e Vittorio, Alessandro di Camporeale, Amalia Cascina in Langa, Antonelli – San Marco, Ar.Pe.Pe., Arunda, Badia a Coltibuono, Bera, Biovio, Boasso Franco-Gabutti, Borgo San Daniele, Bric Castelvej, Bricco Maiolica, Brunelli, Butussi Valentino, Ca’ ed Curen, Ca’ Lojera, Ca’ Lustra, Cagnotto Marcello, Cantina del Mandrolisai, Cantina di Mogoro, Cantina di Venosa, Cantina Oriolo, Cantina Produttori Bolzano, Cantine Colosi, Cantine degli Astroni, Cantine del Notaio, Cantina Eusebio, Capezzana, Carlin de Paolo, Cascina Alberta, Cascina Castlèt, Cascina del Pozzo, Cascina Gilli, Cascina Mucci, Cascina Paladin, Castello di Gabiano, Castello di Luzzano – Fugazza, Castello di Razzano, Castello di Spessa, Castello di Verduno, Caudrina di Romano Dogliotti, Cecchetto Giorgio, Cesani Vincenzo, Chiarlo Michele, Cieck, Cinelli Colombini Donatella, Coffele, Colle Manora, Collefrisio, Colterenzio, Conte Collalto, Contesa, Conti Zecca, Contucci, Cooperativa del Nebbiolo di Carema, Crota Cichin, Cuomo Marisa, D’Angelo, Donnafugata, Dosio, Emo Capodilista – La Montecchia, Endrizzi, F.lli Piacentini, Fattoria dei Barbi, Fattoria di Magliano, Fattoria La Rivolta, Fattoria San Lorenzo – Crognaletti, Felline, Ferraris Luca, Feudi di San Gregorio, Feudo Ramaddini, Fiorini, Forteto della Luja, Francone, Fucci Elena, Gianni Doglia, Gostolai, Gigi Rosso, Grosjean Frères Maison Vigneronne, Guerrieri Rizzardi, Gulfi, I Magredi, I Vini di Emilio Bulfon, Il Feuduccio di Santa Maria d’Orni, Il Roncal, La Canonica, La Cappuccina, La Costa, La Maliosa, La Masera, La Tordera, La Tosa, L”Astemia, Le Macchie, Leone De Castris, Les Crêtes, Librandi, Lis Neris, Longo Alberto, Lunae Bosoni, Maciot, Maculan, Malvirà, Manaresi, Manzone Giovanni, Manzone Paolo, Marchesi Alfieri, Marchesi di Barolo, Marello, Marinig, Mauro Vini, Montecappone, Montetondo, Moris Farms, Mormoraia, Moroder Alessandro, Mottura, Nada Giuseppe, Negro Angelo & Figli, Negro Maria Luigina, Nizza Silvano, Pacenti Franco, Palatino, Palladino, Paltrinieri, Parusso Armando, Perla del Garda, Pesca Vittorio, Planeta, Podere Riosto, Podere Riparbella, Poderi Colla, Poderi Luigi Einaudi, Poderi Moretti, Poggio al Chiuso, Poggio di Bortolone, Pressenda Diego, Prevostini Mamete, Produttori di Manduria, Rebollini, Ricchi Stefanoni, Ricci Curbastro, Rivera, Rocca delle Macie, Rossovermiglio, Russiz Superiore, San Biagio, Sant’Andrea, Sarotto Roberto, Scubla, Sedilesu, Serio & Battista Borgogno, Sobrero Giorgio, Sordo Giovanni, Stanig, Tallarini, Tedeschi Fratelli, Tenuta Ambrosini, Tenuta Bossi – Marchesi Gondi, Tenuta Cavalier Pepe, Tenuta Il Falchetto, Tenuta Iuzzolini, Tenuta Montemagno, Tenuta Monteti, Tenuta Roletto, Tenuta San Leonardo, Tenuta San Mauro, Tenuta Scuotto, Tenuta Tamburnin, Tenute Silvio Nardi, Terre Bianche, Terre d’Aquesia, Tizzano, Torchio Winery 1953, Torre Fornello, Travaglini Giancarlo, Travignoli, Triacca, Umani Ronchi, Vagnoni Fratelli, G.D. Vajra, Val del Prete, Venica & Venica, Verdi Bruno, Vietti, Vigna Alta, Vignalta, Villa Franciacorta, Villa Matilde, Villa Simone, Vite Colte, Vivallis, Zenato, Zeni Fratelli, Zymè.

Il premio Miglior Barbera 2025 al Bricco dell’Uccellone Braida 2021

La guida essenziale dei vini d’Italia, firmata da Daniele Cernilli ( Doctor Wine) ha assegnato al Bricco dell’Uccellone Braida, vendemmia 2021, il premio miglior Barbera 2025.

Dal 2019 la guida ha istituito una speciale classifica che premia i migliori vini prodotti in ampia prevalenza da un singolo vitigno, tra i principali coltivati in Italia, sia autoctoni sia internazionali.

Il Bricco dell’Uccellone Braida si è affermato come il vino che ha ottenuto il punteggio più alto quest’anno nella sua  categoria, nell’ambito della degustazione effettuata dalla redazione della guida.

Questo riconoscimento ha destato grande soddisfazione in Raffaella e Giuseppe Bologna, proprietari dell’azienda vinicola di Rocchetta Tanaro che, nel 1982, ha creato l’iconico vino.

“Da sempre produciamo, con orgoglio e ostinazione, Barbera a Rocchetta Tanaro. Nelle espressioni più diverse, dalla vivace e tradizionale La Monella alle riserve Montebruna e Bricco della Bigotta, dall’AI Suma, che è una vendemmia tardiva, al contemporaneo Curej.

Il Bricco dell’Uccellone è uno dei vini che ha portato nel mondo il nome dell’Italia, di Braida, della nostra Rocchetta e su questo vino in particolare la ricerca stilistica non si è mai arrestata negli anni, per regalare sempre la massima bevibilità oltre a tutte le caratteristiche che si desiderano in un grande vino, come l’evoluzione perfetta del frutto, l’armonia tra la forza del vitigno e il grado di potenza dato dalla singola vendemmia”.

Ci sono vini che si fanno amare al primo assaggio, che si fanno ricordare e che entrano nella storia e la sanno plasmare. È il caso del Bricco dell’Uccellone del Braida, prima vendemmia nel 1982, ormai 42 anni fa.

In un contesto in cui la Barbera era considerata un vitigno popolare, Giacomo Bologna, avanguardista, reinterpreta il potenziale di quest’uva con una visione aperta alla modernità e all’internazionalità.

Giacomo Bologna seppe pensare in grande e la sua ricetta si basa sulla selezione dei cru, le rese molto più basse dell’ordinario e l’affinamento del vino in barrique di rovere francese per donare al vino eleganza e longevità.

Tre anni dopo la prima vendemmia, all’uscita in commercio di questa bottiglia che all’epoca era etichettata come vino da tavola, il successo fu travolgente. I riconoscimenti iniziarono a piovere sul Bricco dell’Uccellone, tanto che una giornalista inglese JancisRobinson nel suo Oxford Companion to Wine, alla voce Barbera scrive : “L’uomo che per primo mise la Barbera sul piedistallo, dimostrando che era un vino serio, fu Giacomo Bologna dell’Azienda Braida, il cui Bricco dell’Uccellone fu la prima Barbera ad essere commercializzata a livello internazionale”

Dal 2019 il Bricco dell’Uccellone è entrato nella Hall of fame dei Wein legend.

Mara Martellotta