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Il “Mulino Valsusa” compie un anno

E, per festeggiare l’anniversario, lancia il progetto “Gustinsieme”

Bruzolo (Torino) Riavvolgiamo di un anno e una manciata di giorni il nastro del tempo. Era il primo dicembre 2019, quando, sotto una pioggia battente, si tagliava il nastro nel vecchio mulino ottocentesco di Bruzolo, Bassa Valsusa, riportandolo ufficialmente a nuova vita con il nome di “Mulino Valsusa”. L’obiettivo era quello di rilanciare, sotto l’aspetto agricolo e ambientale, l’intera Valle, coinvolgendo i contadini nel tornare a coltivare zone abbandonate da anni, garantendo loro prezzi giusti nella vendita del grano e supportandoli economicamente nella spesa della semina come nella raccolta. L’etica, il suo imprescindibile diktat. Ciò che ne ha fatto “un progetto forte, sano e buono – afferma orgogliosamente Massimiliano Spigolon, ideatore e anima dell’iniziativa – in grado di superare anche un anno come quello che sta per concludersi stravolto dalla pandemia”. Parole confermate dalle cifre. Se alla partenza, infatti, gli agricoltori coinvolti erano 14, adesso, a distanza di un anno, sono saliti a 30. Più del doppio. Parallelamente si è passati da 12 ettari coltivati, molti con antiche varietà recuperate, a 35 ettari. Altro importante successo di un progetto “basato sulle buone pratiche agricole” riguarda poi il prodotto finale. Le farine valsusine prodotte dal Mulino e destinate alla Valle sono infatti finite in una ventina fra ristoranti, rifugi e agriturismi, oltre che in una ventina e più di negozi, da Sestriere a Pianezza.

E un accordo è stato firmato anche con la grande distribuzione. Risultati decisamente importanti, dunque, anche se frenati negli ultimi mesi a causa del lockdown imposto dall’emergenza sanitaria che ha portato a bloccare gli ordini da parte di molti ristoranti e negozi. Per questo, mentre continua ad essere sempre aperto lo spaccio interno al Mulino, nelle scorse settimane è stato lanciato il sito www.mulinovalsusa.it con un e-commerce: “ Ciò che ci ha stupito – prosegue Spigolon – è che sono arrivati addirittura ordini dalla Sardegna come dalla Francia e dall’Austria, dal Veneto e dal Lazio. Segno che il progetto è apprezzato”. La speranza è quindi che i panificatori e le pizzerie della Valle “si mettano in gioco maggiormente, anche se sappiamo bene che le nostre farine sono tecnicamente più difficili da lavorare proprio perché non usano miglioratori e stabilizzanti, ma altrettanto bene sappiamo che in Valle non mancano le capacità”. L’appello è lanciato. Insieme a nuove sfide. L’ultima è il progetto “Gustinsieme”. Dice ancora Spigolon: “Dopo aver lavorato per creare una filiera agricola e risvegliare un comparto della Valle, abbiamo valutato fosse giusto lavorare a una filiera di trasformazione”. In pratica, mettere insieme una squadra di artigiani d’eccellenza per la creazione di prodotti “cento per cento Valsusa”, creati con le farine del Mulino e realizzati da artigiani valsusini. Un’altra idea che non riguarda solamente gli interessi di un’unica realtà, ma cerca di supportare diversi attori del territorio, proprio in questo periodo dove la crisi si fa maggiormente sentire.

Le ricette? “Sono quelle della storia di questo territorio e sono custodite, a garanzia del progetto, al Mulino”. Per ora, “Gustinsieme” propone biscotti, paste di meliga, fette biscottate e il “Panettone Prosperoso”. Al momento, coinvolge il panificio di Matteo Marzo, che ha sedi a Susa e a Venaus, il “Biscottificio Rege” di Sant’Antonino di Susa e il “Laboratorio Amo” di Bussoleno. “Lanciamo una call: vorremmo coinvolgere – conclude Spigolon – più artigiani possibile. L’idea è di un’intera valle pronta a diventare un grande laboratorio artigiano”.
g. m.

E’ ripartita la stagione del Tartufo Bianco nel Monferrato

Murisengo, Valcerrina. E’ ripartita la Stagione del Tartufo Bianco nel Monferrato, con apertura del Temporary Store (via Asti 2) e dell’Angolo del Trifolau (piazza Boario) tutti i fine settimana da dicembre a gennaio, per la vendita di generi alimentari e tartufi, sia per il consumo personale sia per la composizione di confezioni regalo, in occasione del prossimo Natale. Tutti i sabati e le domeniche, dunque, apertura del Temporary Store dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 17 e dell’Angolo del Trifolau dalle 10,30 alle 12,30.

Oltre a prenotare e ad acquistare vini (tutte le denominazioni autoctone, quali sono Barbera, Grignolino e Fresia, oltre a bianchi, bollicine e riserva), pasta fresca (tagliolini, agnolotti e cappelletti), prodotti da forno (torte e biscotti), nocciole (Tonda Gentile snocciolata e macinata), formaggi (freschi e stagionati) e trasformati (salumi e salse) caprini, salse contadine, confetture di frutta, mieli nelle diverse varietà, zafferano, ortofrutta di stagione e secchi, insaccati (salumi, prosciutti, coppe, lardo…) e tovaglie con fantasie autunnali e invernali, il Temporary Store offre la possibilità di confezionare pacchi e regalo con i prodotti rigorosamente a km0 preferiti. Anche questa, è un’idea per mantenere vivo il commercio locale fatto di piccoli produttore i quali,  nei mesi della pandemia, più di altri, hanno sofferto il mancato afflusso di avventori e turisti di passaggio.

Sul sito www.fieradeltartufo.net, o direttamente nel Temporary Store, si potrà consultare l’ampia offerta dei prodotti TargatoMurisengo e prenotare la propria confezione natalizia. Aperto altresì l’Agnolo del Trifolau, tutti i sabati e le domeniche, in orario  10,30-12,30, presso il quale sarà possibile acquistare Tuber Magnatum Pico (Tartufi Bianchi Pregiati) e tartufi neri direttamente dal cercatore; in alternativa, è possibile contattare direttamente il trifolau per la vendita a distanza scrivendo a: segreteria@fieradeltartufo.com.

Alice Pizza apre a Torino in Piazzale Aldo Moro

Continua l’espansione al nord Italia di Alice Pizza, storico marchio italiano di pizzerie al taglio, che si è aggiudicata il Premio “Miglior Format Pizza” assegnato da FoodCommunity

Dopo le recenti aperture a Milano, Alice ha inaugurato una nuova pizzeria di fronte all’Università di Torino, una location bellissima che si specchia nella Mole Antonelliana, simbolo della città, e che porta in pieno centro la bontà della pizza al taglio. 

Con oltre 180 pizzerie in tutta Italia, il marchio romano porta anche nella città di Torino un formato consolidato e l’offerta di alta qualità della propria pizza al taglio, che viene creata dall’impasto al prodotto finale ogni giorno in ogni pizzeria.

L’offerta gastronomica, con un patrimonio di oltre 60 ricette, spazia dalle pizze più classiche e legate alla tradizione della pizza in teglia romana, come la margherita, la fiori di zucca e alici, la crostino, fatta con prosciutto cotto e mozzarella e chiamata così per la tipica crosta bruna che si forma sulla mozzarella in cottura. Per chi ama sperimentare, tra i gusti più identitari del ricettario di Alice ci sono le pizze alla pala, come quella con la mortadella o la tonno e radicchio, le pizze che ripropongono grandi classici della romanità, come la cacio e pepe e la gricia, oltre a un’ampia proposta di scelte vegetariane e vegane, come la patate e rosmarino e la pomodorini e stracciatella.

Segreto del successo è la leggerezza tipica della pizza di Alice, frutto di un’attenta cura all’impasto che, rimasto invariato per più di 20 anni, viene fatto lievitare per almeno 24 ore, steso in teglia e poi cotto in forno. Questo favorisce un risultato ricco di ossigeno, ma con quel pizzico di croccantezza tipico della pizza romana. Il vero asso nella manica è il lievito: grazie ad un ridottissimo contenuto la pizza risulta essere più digeribile.

La vera innovazione di Alice è racchiusa nel concetto di degustazione della pizza. La scelta di non standardizzare la quantità di prodotto offerto è strategica: la pizza, servita al “taglio”, viene infatti tagliata secondo le indicazioni del cliente e venduta a peso, proprio come il pane. Questo permette a chiunque di scegliere la propria quantità e di conseguenza assaggiare e sperimentare più gusti possibili.

Dopo le aperture di Porte di Torino e Settimo Torinese, l’indirizzo di Piazzale Aldo Moro si prepara a raggiungere i torinesi con la consegna a domicilio, attiva tutti i giorni, dal lunedì alla domenica e sempre gratuita, e il servizio Prenota e Ritira, che permette di evitare file e assembramenti, tramite l’App Alice Pizza per Ios e Android. Inoltre, sarà anche presente sulle principali piattaforme di delivery.

Alla scoperta dell’istituto per la dieta mediterranea

Intervista a Francesca Rita Cerami che ci parla dell’istituto per la promozione e la valorizzazione della dieta mediterranea.

Francesca Rita Cerami, lei e’ il segretario generale di IDIMED. Potrebbe raccontarci gli importanti impegni/progetti/motivazioni?

“L’Idimed, (Istituto per la Promozione e la Valorizzazione della Dieta del Mediterraneo), nasce nel 2011, e si occupa, da anni ormai, e su tutto il territorio nazionale di promozione e la valorizzazione della Dieta Mediterranea, riconosciuta Bene Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO, come “Modello culturale ed economico” di rinascita di territori siciliani.
Attraverso eventi tematici, manifestazioni culturali ed attività laboratoriali, promuove la conoscenza del cibo buono, della tradizione agricola e dell’artigianalità che lo genera e, in particolare, sviluppa una forte sinergia tra salute, identità territoriale e culturale, sviluppo etico e sociale.
Rappresenta quindi, nel corso dei suoi “eventi” un nuovo modello (sostenibile ed esportabile) di integrazione tra enti pubblici, enti privati e comparti produttivi e commerciali, che intendono interpretare un ruolo primario nello sviluppo economico del Paese Italia.
Lo slogan dell’Istituto è infatti: “La Dieta Mediterranea fa crescere bene e in salute il corpo, l’ambiente e … anche l’economia”.
Una scelta di campo importante, con finalità educative e formative di sicuro impatto sulle generazioni future. Ripartire dal passato, utilizzando le innovazioni tecnologiche del presente, per conquistare un futuro di benessere e salute per le persone e per l’ambiente.
Obiettivo primario è la scoperta dei principi scientifici, delle regole e della cultura di fondo dello stile di vita che è proprio della “Dieta Mediterranea”. La scelta di alcuni alimenti che compongono la dieta mediterranea è basata sulle principali conoscenze che la scienza ha potuto solidamente confermare in decenni di ricerche cliniche ed epidemiologiche sul ruolo dell’alimentazione e dello stile di vita nella genesi delle malattie croniche che caratterizzano il mondo moderno. La Dieta Mediterranea è un modello alimentare che si caratterizza per la sua varietà, basata sulla valorizzazione di prodotti locali e stagionali, oltre che per uno spiccato equilibrio nutrizionale. Prevede un elevato consumo di verdura, legumi, frutta fresca e secca, olio d’oliva e cereali (per un 50% integrali); un moderato consumo di pesce e prodotti caseari; un ancora più moderato consumo di carne rossa, carne bianca e dolci. Il corretto equilibrio nutrizionale della dieta mediterranea è stato dimostrato scientificamente negli anni Settanta dallo Studio dei sette Paesi di Ancel Keys (un medico americano) che metteva a confronto le diete di diverse popolazioni per verificarne i benefici e i punti critici. A partire da quel primo studio, molte altre ricerche hanno approfondito l’analisi dell’associazione tra alimentazione e salute, confermando che l’adozione di un regime alimentare di tipo mediterraneo è collegata a un basso tasso di mortalità a una minore incidenza di malattie e ancora a un significativo miglioramento del loro decorso ed un notevole supporto al trattamento.
Infine, il modello alimentare della Dieta Mediterranea è sostenibile, rispetta l’ambiente per l’impatto ridotto che i principali alimenti suggeriti nel consumo quotidiano, hanno su di esso (frutta, verdura, cereali, legumi, olio EVO, pesce azzurro, … .
Riteniamo quindi che “rappresentare” questo modo di vivere, mangiare, relazionarsi, sia di forte impatto per la comunità intera e per la popolazione scolastica in particolare. Uno stile di vita, quello Mediterraneo, di cui ci dobbiamo riappropriare, attraverso la conoscenza e la sperimentazione, il contatto e la “contaminazione”. Sicuramente, non un nostalgico ritorno al passato ma un significativo rilancio del presente, nell’eccezionale offerta enogastronomica che caratterizza la nostra meravigliosa Sicilia e le sue tipicità agroalimentari. Per l’Idimed, il cibo rappresenta l’occasione per “far gustare” il territorio attraverso una immersione e un coinvolgimento diretto del fruitore nelle specialità culinarie, culturali e ambientali che caratterizzano i luoghi di origine degli alimenti. Per questo la Sicilia può essere definita la patria della Dieta Mediterranea, una terra meravigliosa, da ricordare a chi già la conosce, da presentare a chi non l’ha mia conosciuta, da raccontare a tutti quelli che … nel tempo verranno a scoprirla”

La sua fantasia ed il suo amore per lo Stagnone di Marsala, l’ha invogliata a creare una “stanza del sale”. Di cosa si tratta?

“Nel 2020 ho ideato e realizzato un B&B esperienziale e multisensoriale che racconta la Sicilia delle eccellenze, ricca di risorse meravigliose, di incontro, di dialogo, di contaminazione che si alimenta dei tesori dei territori e li mette in scena, raccontandoli, attraverso le immagini, i pensieri, i profumi, i gusti e i patrimoni materiali e immateriali. Una Sicilia da riscoprire attraverso gli occhi di chi l’ha vissuta da emigrata, da ospite, da cittadina, da ambasciatrice. Nel B&B ho racchiuso“ la mia Sicilia” che trasferisco ai miei ospiti che la scoprono e si emozionano insieme a me. La Sicilia che mi piace” quella che i navigatori, viaggiatori, artigiani, pescatori e coltivatori, santi e profeti, artisti e letterati, uomini e donne di buona volontà ci hanno lasciato in dono. Che noi abbiamo ricevuto in eredità e che amiamo condividere con il mondo intero. In questo palcoscenico prendono vita, attraverso le foto, le immagini che ci raccontano una Sicilia inedita, immortalata da chi la ama. Il B&B è composto da 4 stanze: la stanza del Mare, la stanza degli Agrumi, la stanza del Grano, la stanza del Sale. E proprio la stanza del sale è ricca di bellezze e comodità. Foto uniche che rappresentano il sale del mare e quello delle montagne, attraverso gli scatti artistici, che abbelliscono le pareti baciate dalla luce delle finestre poste sul soffitto. L’odore di timo, calendula e limone pervade la stanza con il profumatore personalizzato. La stanza del sale è curata dal “Museo di Arte Contemporanea SottoSale” di Petralia Soprana. Le foto esposte sono infatti rappresentative della Miniera e anche le piccole opere d’arte, quali lampade, monili e pupi, sono il frutto del genio creativo degli operai, artisti e artigiani locali. Ma non abbiamo voluto dimenticare il valore e il significato che il Sale marino riveste per la Sicilia e lo abbiamo raccontato con le foto di Vincenzo Agate ed Ezio Castrenze Fiorenza delle Saline di Trapani e Marsala (Tp).”

Ci parli del “compleanno” della dieta mediterranea; dieci anni di attivita’ che oltrettutto sono stati riconosciuti come patrimonio dell’umanita’ nel 2010 a Nairobi la capitale del Kenia?

“Il percorso per l’iscrizione della Dieta mediterranea nella Lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità è stato iniziato nel 2006 dall’allora ministro dell’agricoltura Paolo De Castro con la sottoscrizione, assieme alla Spagna, di una dichiarazione congiunta presentata all’Unesco. Il 16 novembre 2010 a Nairobi, in Kenya, ad esito di un lungo e complesso negoziato durato 4 anni condotto dal professor Pier Luigi Petrillo, autore del dossier internazionale, il Comitato intergovernativo dell’Unesco ha inserito la Dieta Mediterranea nella Lista dei patrimoni culturali immateriali dell’Umanità, riconoscendo tale patrimonio appartenere a Italia, Marocco, Grecia e Spagna. Nel novembre 2013 tale riconoscimento è stato esteso a Cipro, Croazia e Portogallo.
“La Dieta Mediterranea (dal greco diaita, o stile di vita) è molto più che un semplice elenco di alimenti. Essa promuove l’interazione sociale, poiché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festività condivise da una data comunità, e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende. La Dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo”

In che cosa consiste il progetto” Dieta dei paesi del Mediterraneo” e quali Nazioni sono coinvolte?

“Con il termine Dieta mediterranea si intende un modello nutrizionale ispirato alla tipica alimentazione della popolazione italiana, greca e spagnola. La scelta di questa area geografica e di questo periodo storico si basa su alcune evidenze scientifiche ed epidemiologiche. Infatti i paesi che si affacciano sul bacino mediterraneo condividono tradizionalmente la disponibilità degli stessi alimenti, derivati dall’agricoltura, dalla pastorizia e dalla pesca. Inoltre alcuni studi, ampiamente accettati dalla comunità scientifica, hanno provato che in queste aree geografiche, nei primi anni sessanta, l’aspettativa di vita era tra le più alte del mondo; al contrario l’incidenza di malattie come la cardiopatia ischemica, alcuni tumori e altre malattie croniche correlate alla dieta era invece tra le più basse del mondo; questo avveniva nonostante l’elevata abitudine al fumo, il livello socio-economico basso e la scarsità di assistenza sanitaria in quei luoghi e in quel contesto storico. In numerosi altri studi condotti in contesti geografici ed economici differenti, utilizzando una dieta con le stesse caratteristiche, è stata osservata ugualmente una minore frequenza di malattie croniche e una maggiore longevità. È significativo che la dieta mediterranea sia diffusa nelle aree che si affacciano sul mar Mediterraneo dove tradizionalmente vengono coltivati gli olivi, tanto che un’altra definizione accettata di questo pattern alimentare fa riferimento alla dieta praticata nelle zone mediterranee di crescita degli ulivi. L’Olio Extra Vergine d’oliva (EVO) connota infatti in maniera specifica la Dieta Mediterranea”.

Come si e’ svolto il pomeriggio dell’IDIMED, a Villa Palagonia a Bagheria, in occasione del “Bio in Sicily”?

“Il 04 ottobre nella cornice straordinaria della Villa Palagonia. L’Idimed ha celebrato la 6^ Edizione della Fiera della Biodiversità. Un evento che grazie ai Social Media, con dirette facebook, è stato fruito anche a distanza da tutta la Comunità, superando i limiti imposti dalle misure precauzionali del COVID 19. Ci siamo posti come obiettivo infatti, di “fare cultura dell’alimentazione” partendo dalle radici della nostra identità/biodiversità Mediterranea. Seguendo il modello di sviluppo sostenibile che ci è caro e perseguendo azioni in grado di salvaguardare l’ambiente, la salute e la legalità, con lo sguardo attento e proteso in avanti verso la ricerca, la tecnologia, il marketing, la comunicazione e l’innovazione. Tutto questo è stato possibile perché siamo riusciti ad attivare un dialogo costruttivo, capace di interconnettere mondi diversi, seguendo una logica sistemica e multidisciplinare: l’università, la pubblica amministrazione, gli enti locali e l’associazionismo, il privato sociale e le imprese, possono, in seno al nostro evento, incontrarsi, dialogare, pensare e agire cooperando. Nello specifico, sulla scia della tradizione della Fiera abbiamo realizzato due convegni: “Alimentazione e Salute” e “Biodiversità e Dieta Mediterranea”. La mostra virtuale “Diaporami di Biodiversità” a cura di Ezio Castrenze Fiorenza e “momenti di turismo esperienziale” a cura di Ted Trip. E ancora, la consegna, del I premio, a cura della costituenda Fondazione Bartolo Fazio, in commemorazione del primo anno della sua scomparsa. Il premio è stato consegnato alla “figura professionale” che si è spesa con amore, dedizione e gioia nel processo di valorizzazione e promozione della Dieta Mediterranea, la dott.ssa Adele Traina.
A chiusura della Fiera sono state premiate tante aziende “Bio in Sicily”. Un riconoscimento che gratifica particolarmente il lavoro svolto dall’Idimed nel corso degli anni, sono sempre di più le aziende coraggiose che coltivano e trasformano seguendo il modello della Dieta Mediterranea che pone in primo piano la salute dell’uomo e dell’ambiente e il rispetto delle tradizioni, della cultura e dei territori. La VI Fiera ha celebrato come ogni anno il valore del network, del dialogo, dello scambio, dell’alleanza per lo “sviluppo sostenibile” della nostra amata terra di Sicilia e ci ha offerto l’occasione unica di “coltivare la speranza nel futuro”.

Lei Francesca e’ stata anche presente all’Orto Botanico di Palermo che, in collaborazione con l’universita’, ha realizzato la “ Fiera della biodiversita’”. Ci sara’ un’edizione 2021?

“Le Caratteristiche della Fiera della Biodiversità e il suo successo (oltre 20,000 visitatori in cinque edizioni tutte collegate, sin dall’inizio con l’Università degli Studi di Palermo) sono legate alla capacità di coniugare la formazione scientifica, con seminari e convegni di profilo accademico, con la promozione e il mercato dei prodotti agroalimentari tipici, in un’ottica di utilizzazione gastronomica e di sviluppo territoriale integrato. La cinque edizioni hanno ospitato oltre 150 aziende siciliane rappresentative delle filiere dell’ortofrutta, dei prodotti zootecnici, della pesca, dei prodotti da forno, delle leguminose da granella e dei prodotti trasformati (olio, vino, birra). La Fiera ha affrontato nel primo anno i temi legati ad Expo, con un taglio fortemente collegato alle potenzialità della Dieta Mediterranea; nel secondo anno è stato sviluppato il tema della qualità alimentare, nella sua declinazione nutraceutica, mentre nel terzo il focus è stato il tema dell’integrazione alimentare, gastronomica e culturale del Mediterraneo. La quarta edizione si è occupata di produzioni certificate e, la quinta ha affrontato la tematica della sostenibilità ambientale e alimentare coinvolgendo le aree naturalistiche Siciliane dei Parchi con l’obiettivo di attenzionare uno sviluppo locale integrato, capace cioè di coniugare promozione e valorizzazione dei prodotti agroalimentari dei Parchi Siciliani, focalizzando l’attenzione sul valore del turismo per la multifunzionalità in agricoltura, con una logica di destagionalizzazione dei flussi: territori da visitare e prodotti da degustare, tutto l’anno.
Nel 2021 ci piacerebbe pensare ad un evento che collega l’arte, la bellezza, il paesaggio con la cultura del cibo”.

La notizia che ci coinvolgera’ un po’ tutti sara’ il progetto “Parco mondiale stile di vita Mediterranea”, cioe’?

“Primo Parco mondiale dello Stile di Vita Mediterraneo, in forma policentrica e diffusa (P- SVM).
Il Parco vuole essere propulsore del BUON VIVERE MEDITERRANEO, ispirato al principio millenario di “MENS SANA IN CORPORE SANO”, alla vita all’aria aperta, alla sinergia tra manualità e intellettualità, all’alleanza virtuosa tra valori e gioia, tra tradizione classica (armonia e senso del limite) e creatività contemporanea, tra responsabilità e piacere, allo spirito e alla responsabilità comunitari, all’alleanza tra Natura e Storia. La matrice strategica e normativa internazionale è rappresentata dalle Delibere dell’UNESCO del 2010 e del 2013, che riconoscono lo Stile di Vita Mediterraneo quale Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
La dieta mediterraneo, più propriamente DIAITA (Stile di Vita) comprende ed integra 6 dimensioni interdipendenti: 1-la dimensione COMUNITARIA, ANTROPOLOGICA, cioè, il vivere insieme, la convivialità, il mangiare insieme; 2-la dimensione ALIMENTARE, il cibo mediterraneo buono, sano e giusto; 3-la dimensione EDUCATIVA, fondata sull’armonia e il senso del limite; 4-la dimensione SPORTIVA E SALUTISTICA (“mens sana in corpore sano”), mix armonico tra manualità e intellettualità, attività sportiva comunitaria all’aria aperta; 5-dimensione ECOLOGICA, alleanza tra Madre Natura e Storia, una ecologia integrale per la Terra “Casa Comune” (per dirla con la “Laudato sì”); 6-dimensione ECONOMICA, per una economia sostenibile, per una economia circolare, per una GREEN ECONOMY per una “OIKOS-NOMIA” (le regole della CASA, la Casa Comune). Più in generale, il tripode del Progetto è rappresentato dalle delibere dell’UNESCO, dall’Enciclica “Laudato sì” e dal Movimento internazionale “Terra Madre”. Il Parco, policentrico e diffuso, si colloca nella Sicilia centrale, partendo dal Comune di Caltanissetta e coinvolgendo, nella prima fase circa 80-100 comuni. Il progetto si fonda sullo sviluppo di 11 assi: rete delle cucine della dieta mediterranea; rete delle ludoteche dello stile di vita mediterraneo; rete dei centri multimediali per lo stile di vita mediterraneo; rete commerciale, fisica e virtuale, dei castelli e dei borghi; rete delle comunità dello stile di vita mediterraneo; rete delle piramidi, quali simboli dell’intero progetto; rete del patrimonio naturalistico, rurale, della biodiversità vegetale e agricola e dei prodotti tipici di qualità; rete del patrimonio culturale, materiale ed immateriale, a partire dal patrimonio paesaggistico; rete della mobilità dolce (vie francigene, via delle rosalie, via dei frati, trasversale sicula, trazzere, greenway e simili; rete della mobilita’ ordinaria; rete trasversale della formazione e della ricerca”.

Chiara Fici

Il ristorante Piano 35 conquista la stella Michelin

Il ristorante in cima al grattacielo Intesa Sanpaolo guidato dallo chef resident Christian Balzo si aggiudica l’importante riconoscimento del mondo della ristorazione. Doppio traguardo Michelin per chef Sacco che, oltre a Piano35, conferma per il 15° anno la seconda stella nel suo ristorante Piccolo Lago a Verbania

 

Durante la presentazione della Guida Michelin 2021, trasmessa quest’anno da Milano in una inconsueta formula a distanza a causa delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, lo chef “d’acqua dolce” Marco Sacco ha coronato due traguardi che, in un anno in cui il settore della ristorazione sta attraversando uno degli scenari più critici degli ultimi decenni, esprimono ancora di più il valore di uno chef che negli anni ha costruito una vera e propria famiglia di professionisti.

Piano35, il ristorante unico per posizione e vista sulla città di Torino, situato a 150 metri d’altezza, guidato dallo chef resident Christian Balzo, ha ricevuto la stella Michelin. Il successo arriva a poco più di un anno dall’inizio della gestione di chef Sacco che fin da subito aveva affidato la cabina di regia a Balzo. Un’intuizione vincente che ha permesso al locale in cima al grattacielo Intesa Sanpaolo di salire nell’olimpo della Rossa in poco più di un anno.

Un successo che si aggiunge a un’altra grande emozione: per il 15° anno di fila è stata confermata la seconda stella al Piccolo Lago, quartier generale di chef Sacco sul Lago Maggiore, luogo in cui ha raggiunto i primi traguardi e dove ha consacrato la sua carriera. In questo complesso 2020, sono ancor più significativi i due risultati storici che festeggiamo – commenta pieno di gioia Marco Sacco – E’ stato un anno difficile e i prossimi mesi non saranno da meno, ma questi riconoscimenti ci permettono di mantenere alta la voglia di indossare la divisa e l’energia creativa fra i fornelli. Tutto questo è stato possibile grazie al lavoro dell’incredibile squadra che mi circonda: un team fantastico che ogni giorno condivide tutto, dai sacrifici più dolorosi alle gioie più emozionanti”.

Christian Balzo, classe ’78, è un poliedrico talento cresciuto e formatosi in Piemonte. Dopo alcune esperienze sul territorio, di cui l’ultima alla Cascina Lautier a Chieri, nel 2019 approda a Piano35 dove, in soli otto mesi di apertura, conquista uno dei traguardi più importanti per chi lavora in questo mondo. “Ancora non ho ben realizzato quello che è successo – racconta Balzo – l’emozione è davvero grande ed è resa ancora più intensa dalla straordinarietà della situazione attuale. Mai avrei pensato di ricevere la stella in un anno in cui il settore della ristorazione è stato fermato! Con Marco Sacco ci siamo incontrati due anni fa e, fin da subito, abbiamo capito che insieme avremmo potuto fare grandi cose. A Piano35 ogni giorno portiamo avanti la ricerca di nuovi sapori, la cura verso ogni dettaglio e soprattutto il divertimento per quello che facciamo: se non si appassiona lo chef fra i fornelli non lo faranno neanche le persone sedute a tavola. E’ un grande onore raggiungere questo traguardo a Torino, nella terra che mi ha cresciuto, mi ha formato e mi ha fatto innamorare dell’eccezionale cultura gastronomica piemontese.”

A poco più di un anno dal debutto della nostra gestione a Torino – conclude chef Sacco – il riconoscimento accordato dalla Guida all’idea gastronomica che abbiamo portato avanti ci riempie di orgoglio. È un onore raggiungere questo doppio successo ed è un’occasione unica condividere questa emozione con tutto il mondo culinario italiano. Sono convinto che torneremo a far rivivere il bello che l’Italia gastronomica è in grado di realizzare”.

27 Novembre: il primo Panettone Day di Eataly. Uno sconto speciale su panettoni e pandori

Una presa di posizione simbolica e dolce contro la tendenza ormai radicata ad incentivare le persone ad acquistare durante il Black Friday qualsiasi tipo di bene, inclusi prodotti che non avrebbero mai acquistato.  

Il 27 novembre Eataly lancerà il suo primo Panettone Day, un giorno in cui ci sarà uno sconto speciale su panettoni e pandori.

 

Il messaggio di Eataly è da sempre “compra solo quello che ti serve, ma compralo di qualità.”

 

L’iniziativa, che parte quest’anno per la prima volta, intende infatti offrire uno sconto speciale su una categoria di prodotti che le persone considerano immancabili sulle tavole natalizie della nostra tradizione, rendendo quindi più dolce e accessibile l’acquisto di alcune specialità frutto del lavoro di tanti artigiani, piccoli produttori e marchi storici italiani.

 

Venerdì 27 novembre, in tutti gli Eataly in Italia e online, sarà possibile godere di uno sconto del 20% sull’acquisto di almeno due panettoni o pandori fra le oltre 50 varietà e marche dell’assortimento di Eataly.

 

L’assortimento 2020 di panettoni e pandori comprende storiche aziende e piccoli artigiani italiani, per citarne alcuni: il panettone Stratosferico della pasticceria artigianale Golosi di Salute, un tripudio di cioccolato fondente e nocciole Tonde Gentili Trilobate, e quello firmato dallo chef stellato Ugo Alciati con pregiati canditi di limone “Costa di Amalfi” e uvetta; il classico panettone Galup al Moscato d’Asti Moncucco docg oppure le specialità ai pistacchi di Bronte o ai Fichi e Malvasia della pasticceria artigianale siciliana Vincente; e ancora, il pandoro Tiramisù dei maestri pasticceri veneti Borsari, o il classico della pasticceria trevisana Fraccaro; il panettone ai marron glacé della piemontese Bonifanti, oppure il panettone Excellence in scatola dei milanesi Vergani realizzato con vaniglia in bacche Bourbon del Madagascar, scorze d’arancia di Sicilia candite fresche, zucchero di canna e miele d’acacia toscano. Senza dimenticare uno dei più amati, il “pere e cioccolato” dell’antica pasticceria umbra Tommaso Muzzi.

 

E visto che panettone e pandoro di anno in anno sono sempre più apprezzati anche all’estero, Eataly Monaco segue l’iniziativa italiana promuovendo la bontà dei due dolci tipici italiani, mentre gli Eataly di Medio Oriente, Turchia, Corea e Giappone avranno dei corner dedicati ai mitici dolci all’interno degli store.

 

 

 

www.eataly.it/panettoneday

Delizie di Moncalieri

Un successo l’Evento Diffuso Gastronomico Autunnale Moncalierese

Domenica 22 si è concluso l’Evento Diffuso Gastronomico Autunnale Moncalierese: il 7/8, 14/15 e 21/22 novembre sono stati infatti tre weekend all’insegna del buon cibo e dell’eccellenza, con la volontà di promuovere le specialità gastronomiche del territorio, in assenza delle consuete fiere autunnali ad esse dedicate (la Fiera Nazionale della Trippa di Moncalieri e la Fëra dij Subièt e Sua Maestà il Bollito) e nel rispetto delle normative igienico-sanitarie vigenti per il Covid-19.

Una scommessa vinta, alla luce del buon riscontro che l’iniziativa ha riscosso. Sono proprio alcuni dei proprietari dei ristoranti della Città di Moncalieri, protagonisti dell’Evento con le loro ricette a base del Gran Bollito Misto, della Trippa, del Salame di Trippa e del Lardo di Moncalieri, a rilasciare dichiarazioni più che positive.

“Grazie a questo Evento Gastronomico abbiamo lavorato molto bene sia con le consegne a domicilio che con il servizio di asporto” – dichiara Giorgio Picco, chef dell’Osteria e Gastronomia La Cadrega – “È stato bello constatare in un periodo così complesso la volontà di creare rete tra quasi tutti i ristoratori del territorio, per valorizzare nel miglior modo possibile i cibi moncalieresi di grande qualità”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Marco Albano, chef di Cà Mia Ristorante – Casa Albano, che afferma: “Nei weekend le ordinazioni per i menù dei piatti tipici moncalieresi sono arrivate e anche numerose. Un’iniziativa senz’altro interessante, che porta attenzione a noi ristoratori in questo brutto periodo”.

Davide Di Marzo del Ristorante Pizzeria I Mascalzoni, a tal proposito, ha sottolineato: “Le ordinazioni, in quantità diverse nei tre fine settimana, ci sono state e ci teniamo a ringraziare il Comune e l’Ufficio Commercio per il supporto e l’aiuto che ci hanno dato nel promuovere le nostre attività in questo momento difficile”.

Paola Manni del Ristorante Antica Trattoria della Rosa Rossa si è mostrata soddisfatta dell’esperienza appena conclusa: “Quest’iniziativa ha senza dubbio contribuito all’incremento degli ordini ricevuti durante i weekend: c’è stato un buon riscontro e ne siamo contenti”.

Il Comune di Moncalieri ha voluto far sentire la sua presenza in un momento difficile per tutti, sostenendo un progetto che, con la collaborazione di Pro Loco Moncalieri, ha valorizzato anche quest’anno il forte legame fra il territorio e i suoi rinomati prodotti tipici.

L’Evento, in virtù delle normative entrate in vigore a pochi giorni dal suo inizio, ha subìto in corsa inevitabili variazioni che han visto eliminare tutti gli eventi di contorno, ma è stato comunque raggiunto l’obiettivo primario: sostenere le attività locali e dare a tutti la possibilità di gustare le specialità moncalieresi, con prelibate ricette a cura degli chef che hanno aderito.

Angelo Ferrero, Assessore al Commercio e alle Attività Produttive, ha commentato: “Sono soddisfatto per l’ottimo punto di partenza di un Evento alla sua prima edizione e nato in un periodo estremamente difficile e in continuo mutamento. Ringrazio tutti i ristoratori e le ristoratrici che hanno creduto e aderito al progetto, oltre a Pro Loco Moncalieri, sempre presente nelle attività della Città”.

Un ringraziamento anche alle Aziende specializzate di Moncalieri che producono ed esportano le materie prime alla base dei menù autunnali proposti in queste settimane: l’Associazione Macellai di Moncalieri, La Tripa ‘d Muncalè e il Salumificio del Castello.

Ultimi, ma non ultimi…grazie ai ristoranti che hanno aderito all’Evento Diffuso Gastronomico Moncalierese: Osteria e Gastronomia La Cadrega, Cà Mia – Ristorante Casa Albano, Antica Trattoria della Rosa Rossa, I Mascalzoni, Ristorante Pizzeria Hotel Rigolfo, Ristorante Al Borgo Antico, Primopiano – Gasthaus, L’Oragiusta.

Dove mangiar bene in Canavese

” Mangiar bene, Canavese e dintorni” e’ una pagina facebook che nasce qualche settimana fa

“Visto il grande periodo di difficolta’ che stanno vivendo le aziende della ristorazione, – commenta l’ideatore Mario Zucaro – ho pensato di creare questa piccola vetrina per i ristoratori e produttori della zona del canavese e circondario.”

In questo spazio i titolari o lavoratori delle imprese possono publicizzare i loro locali e i loro prodotti.

Inizialmente servira’ per dare una mano ai ristoratori a mettere in risalto i loro servizi d’asporto e di consegne a domicilio, succesivamente, a emergenza conclusa l’ intento e’ quello di fare in modo che la pagina sia un punto di riferimento per i “lettori”,  per l’enogastronomia del nostro territorio e diventi un po’ una guida al dove mangiare bene. Ovviamente e’ tutto totalmente gratuito e senza fini di lucro.

 

https://www.facebook.com/Mangiar-bene-canavese-e-dintorni-105484734708514/

Medaglia d’Oro per il Vermouth di Torino Superiore al Barolo Del Professore

 Al Concours Mondial de Bruxelles – Spirit Selection 2020

Un grande riconoscimento, per il Vermouth di Torino Superiore al Barolo Del Professore, che ha ricevuto la Medaglia d’Oro del Concours Mondial de Bruxelles 2020 al recente Spirit Selectionevento internazionale alla sua 21a edizione, che premia i migliori spiriti di tutto il mondo e si è tenuto a Bruxelles dal 30 ottobre al 1 novembre. Un successo sempre maggiore per l’unico vermouth al mondo realizzato a partire da una base caratterizzata dal Re dei vini, il Barolo, nello specifico il Barolo del vigneto Cerretta, un grande cru della celebre cantina Ettore Germano di Serralunga d’Alba. Nato dalla ricerca e dalla creatività Del Professore, azienda fondata dal gruppo del The Jerry Thomas Project di Roma, il primo speakeasy italiano e da anni tra i migliori cocktail bar del mondo, il Vermouth di Torino Superiore al Barolo è un vero e proprio ritorno alle origini, ai tempi in cui un ottimo vermouth non poteva che nascere da un ottimo vino.

Una miscela segreta di erbe e spezie selezionate, tra cui assenzio, rabarbaro, vaniglia, china, chiodi di garofano, il doppio invecchiamento in botti di rovere, prima come vino Barolo e poi come vermouth, per circa 3 o 6 mesi. Un lavoro sapiente e paziente, in collaborazione con la distilleria Quagliache crea un vermouth caratterizzato dalla finezza dei profumi e con un’impronta elegante di tannini, che si arricchiscono della complessità delle spezie naturali. Un successo crescente per il Vermouth di Torino Superiore al Barolo Del Professore, in particolare in Paesi europei come Germania, Belgio, Inghilterra e Francia e già premiato due anni fa al Concorso The WineHunter Award, svoltosi durante il Merano Wine Festival.

Data la natura un po’ estrema del progetto – sottolinea Fabio Massazza Gal, commercial manager Del Professore – caratterizzata da un lato da un ritorno alle origini e dall’altro da una forte spinta pionieristica e da un pizzico di follia, non era semplice prevedere il tipo di risposta che il mercato avrebbe dato. Ma sembra che il coraggio sia stato premiato, alla luce della Medaglia d’Oro al Concours Mondial de Bruxelles. E anche in Italia, grazie alla crescita di vari siti per la vendita on line, tra cui thedrinkshop.it e enotecacostantinipiero.itassolutamente essenziali nel periodo che stiamo vivendo, i risultati commerciali sono lusinghieri e ci confermano che siamo sulla buona strada“.

Spirits Selection
, nato da una costola del Concours Mondial de Bruxelles, riconosciuto dall’Unione Europea e giunto alla 21a edizione, è l’appuntamento internazionale di riferimento che premia i migliori spiriti provenienti da tutto il mondo, unico nel suo genere ad essere itinerante. Grazie al panel internazionale di giudici, le sessioni formative a loro dedicate, le degustazioni “alla cieca” e un rigoroso controllo dei campioni ricevuti, il concorso si distingue per qualità, imparzialità e fiducia. L’edizione 2020, in tempi di pandemia, ha visto la presenza a Bruxelles ddegustatori professionali che hanno seguito regole sanitare scrupolose, per favorire uno svolgimento fluido della competizione.

Per maggiori informazioni: 

www.delprofessore.it
sales@delprofessore.it
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www.instagram.com/delprofessore/

Nasce a Torino il nuovo Liceo Linguistico Artistico ed Enogastronomico

Il Liceo Madre Mazzarello, insieme a Fondazione Torino Musei e Slow Food, annuncia la nascita, a partire dall’anno scolastico 2021/2022 di un nuovo Liceo Linguistico che coniuga l’arte e le scienze gastronomiche.

 

Il Liceo Madre Mazzarello di Torino riprogetta il Liceo Linguistico, presente da molti anni all’interno dell’Istituto, proponendo un impianto innovativo.

 

Il nuovo corso di studi, nato dalla collaborazione con Fondazione Torino Musei e Slow Food, che prenderà il via a partire dall’anno scolastico 2021/2022, affiancherà allo studio delle lingue un percorso artistico ed enogastronomico, applicabile in contesti reali e qualificati. Gli studenti acquisiranno così un innovativo profilo culturale che consentirà di adattarsi ai diversi scenari internazionali.

 

Per tutto il percorso di studi della durata di 5 anni, all’insegnamento tradizionale delle varie materie verranno affiancate esperienze sul campo, grazie al supporto didattico di professionalità della Fondazione Torino Musei e di Slow Food, che guideranno gli studenti alla scoperta del mondo dell’arte e dell’enogastronomia.

Saranno affrontati temi specifici, come ad esempio la tutela e il restauro del patrimonio artistico, la curatela delle collezioni permanenti, delle mostre temporanee e delle attività didattiche e il management di un’istituzione culturale, ma anche la storia e la cultura del cibo, con focus su Torino e il Piemonte, l’educazione sensoriale, il binomio cibo e salute, la tutela della biodiversità e la valorizzazione dei prodotti di qualità.

 

Questi nuovi percorsi avranno una durata di circa 50 ore all’anno e si svolgeranno sia in aula, condotti dagli esperti individuati da Fondazione Torino Musei e Slow Food, sia nelle sale espositive dei musei (GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica e MAO Museo d’Arte Orientale), e presso alcune realtà produttive che collaborano con Slow Food.

 

Le lezioni prevedono infatti anche attività di laboratorio, attività a gruppi, alcune delle quali svolte direttamente in lingua inglese.

 

Coniugare passione e professione: questo è l’obiettivo che il Liceo Mazzarello si è posto.

Al fine di ottenere tale risultato, il Linguistico si è ridisegnato, valorizzando le peculiarità che permettono di sfruttare al meglio la dimensione internazionale che caratterizza il nuovo percorso di studi.

 

Grazie all’apporto di Slow Food e Fondazione Torino Musei, l’internazionalità si fonderà con la valorizzazione delle realtà territoriali. La formazione che gli studenti riceveranno risulterà propedeutica anche alla frequentazione dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, permettendo un potenziamento altamente competitivo del profilo già acquisito.