ECONOMIA- Pagina 6

Osservatorio sul mercato del lavoro, ecco il nuovo portale

IoLavoro è stata l’occasione per presentare l’Osservatorio Mercato del Lavoro, nuovo portale regionale che permette l’accesso a dati aggiornati sulla domanda di lavoro delle aziende con sede legale in Piemonte.

Le informazioni, derivate dalle comunicazioni obbligatorie (COB), coprono il periodo dal 2008 al 30 giugno 2024 e sono consultabili tramite dashboard trimestrali, con opzioni di esportazione in Excel e Pdf.

Oltre alla presentazione del portale, sono stati illustrati due report elaborati da Agenzia Piemonte Lavoro: Cronache del lavoro 2024, che analizza i movimenti contrattuali e le dinamiche occupazionali del mercato regionale, e Disponibilità al lavoro: la disoccupazione amministrativa in Piemonte 2024, incentrato sui flussi delle persone disponibili al lavoro e le interruzioni contrattuali. Ogni anno il rapporto elabora infatti i dati amministrativi derivati dalle comunicazioni obbligatorie e dalle dichiarazioni di immediata disponibilità (DID), confrontandoli con quelli degli anni precedenti. Lo studio propone quindi un insieme di approfondimenti quantitativi sulle caratteristiche socio-anagrafiche della popolazione regionale delle persone disoccupate e iscritte ai Centri per l’impiego, sulle principali qualifiche professionali richieste, sulla tipologia dei contratti sottoscritti e sui i settori economici in cui si collocano le imprese che generano maggiore occupazione. Tra le novità, l’edizione 2024 concentra l’attenzione sui mercati del lavoro locali, utilizzando i modelli delle filiere economico-produttive, in allineamento con il sistema Accademia Piemonte.

L’obiettivo di questi strumenti non è solo raccogliere dati, ma offrire contenuti informativi che possano guidare le decisioni politiche regionali, coinvolgendo attivamente anche soggetti pubblici e privati, come Ires e Sviluppo Lavoro Italia.

“Questi strumenti di analisi e monitoraggio ci permettono di leggere i dati in modo integrato e trasparente, anche in relazione alle filiere di cui si compone il Piemonte – commenta il vicepresidente e assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino – Non dimentichiamo mai che dietro ai numeri ci sono persone, famiglie, giovani che hanno fame di futuro. Conoscere i dati è fondamentale per dare risposte reali alle esigenze delle imprese e declinare politiche attive del lavoro che migliorino la qualità di vita dei cittadini. Se nessuno resta indietro, cresciamo tutti e cresce il territorio”.

Cinquanta milioni per le imprese che investono in Piemonte

Ulteriori 50 milioni di euro per sostenere gli investimenti delle imprese in Piemonte. La terza Commissione regionale, presieduta da Claudio Sacchetto, ha espresso parere favorevole a maggioranza all’aggiornamento del Programma pluriennale d’intervento per le attività produttive 2022- 2024.

L’assessore Andrea Tronzano ha spiegato che l’atto deliberativo della Giunta fa riferimento alla legge regionale 34 del 2004 a sostegno degli investimenti per lo sviluppo delle imprese e per l’ammodernamento e l’innovazione dei processi produttivi.

“Nello specifico, modificando l’azione 4, identifichiamo le attrazioni e gli investimenti di rilevanza nazionale e di importanza strategica, aumentando di 10 milioni di euro la dotazione finanziaria che passa quindi a 12 milioni” ha spiegato l’assessore.

È poi prevista l’integrazione delle misure sull’attrazione degli investimenti per un valore di 40 milioni di euro.

“Scorreremo tutte le graduatorie aperte in maniera da captare e rendere concreto l’intento delle imprese che vogliono investire in Piemonte” ha concluso Tronzano.

Per delucidazioni sono intervenuti, nell’ordine: Monica Canalis (Pd), Sarah Disabato (M5s), Vittoria Nallo (Sue), Gianna Gancia (Lega), Mauro Calderoni (Pd), Roberto Ravello (Fdi) e Alice Ravinale (Avs).

Smart Village e Smart Community nelle strategie di sviluppo locale

Si è concluso ieri a Bardonecchia il workshop “Smart Village e Smart Community nelle strategie di sviluppo
locale: metodologie e strumenti operativi”, un evento di tre giorni che ha riunito Gruppi di Azione Locale
(GAL) e funzionari regionali provenienti da tutta Italia. Organizzato dalla Rete Rurale Nazionale LEADER e dal
GAL Escartons e Valli Valdesi, il workshop ha offerto un’importante occasione di confronto e collaborazione
per approfondire il tema degli Smart Villages, cruciale per lo sviluppo dei territori rurali.
Durante l’evento, gli oltre 80 partecipanti hanno esplorato metodologie e strumenti operativi volti a
realizzare progetti di Smart Village, finalizzati a rendere le aree rurali più innovative, sostenibili e attrattive.
Tra i momenti centrali del programma si sono distinti il “World Café”, un format interattivo che ha stimolato
il dialogo e la condivisione di esperienze, e diverse sessioni pratiche in cui sono stati illustrati strumenti
concreti per la pianificazione e la gestione di progetti di sviluppo locale.
Il GAL EVV, che da anni investe nell’approccio agli Smart Villages, ha avuto modo di presentare il proprio
impegno per trasformare il territorio, non solo puntando al miglioramento dell’infrastruttura digitale, ma
promuovendo una visione di comunità coese e resilienti, capaci di sfruttare il digitale per migliorare la qualità
della vita e l’accessibilità ai servizi.
“Questo workshop rappresenta un momento di grande soddisfazione e orgoglio per il nostro GAL”, ha
dichiarato Patrizia Giachero, presidente del GAL EVV, “Avere qui a Bardonecchia funzionari e rappresentanti
dei Gruppi di Azione Locale di tutta Italia, riuniti per discutere del futuro delle nostre comunità, sottolinea
l’importanza e l’urgenza di investire nel concetto di Smart Villages. Per il nostro territorio, queste iniziative
non sono solo una risposta alle sfide del digital divide, ma un’opportunità concreta per creare comunità più
vivibili, sostenibili e attrattive. Il tema degli Smart Villages è centrale nella nostra visione di sviluppo, e stiamo
lavorando con determinazione per tradurre queste idee in azioni reali e durature. Un ringraziamento speciale
va al Comune di Bardonecchia e alla sindaca Chiara Rossetti, per la loro accoglienza e per aver reso possibile
un evento di tale rilevanza in un contesto così suggestivo e ospitale.”

Fondi per il settore auto: prima sottovalutati, ora agognati

Giachino: “Quanto costa al Paese l’incompetenza?”

Caro Direttore,
Scrivo a Te  perché con la crisi dei partiti, che una volta erano la vera Scuole di formazione sui  problemi del Paese, ora i Vostri articoli rimangono l’unico mezzo di formazione-informazione di parlamentari,  consiglieri regionali e  uomini di governo.
A fine 2021 quando mi accorsi che nell’ultima Legge di Bilancio di Draghi non vi era una lira per il settore auto , lanciai una proposta ai deputati eletti nelle regioni dove si producono auto o parti di auto  affinché presentassero in Parlamento una Mozione parlamentare che avrebbe potuto portare il Governo a stanziare fondi per un settore importante che ha  contribuito più di tutti nel dopoguerra a dare un sistema industriale alla Italia che si stava rialzando . Il settore auto ha rappresentato la più importante filiera industriale del nostro Paese ma Sindaci e governi negli ultimi trent’anni non lo hanno difeso come invece si è fatto in Germania Spagna e Francia. La mia proposta trovo’ il favore di alcuni parlamentari benemeriti e soprattutto dell’on. Molinari che presentò una Mozione che convinse il Governo Draghi a stanziare 8,7 miliardi in più anni. Quei fondi in questi tre anni hanno aiutato la domanda di nuove auto che stava scendendo perché in Europa, grazie a sinistra PD e Verdi decideva di puntare solo sulla auto elettrica così che nessuno ha più cambiato l’auto per acquistare una euro 6 ultima generazione, ma nello stesso tempo pochissimi han acquistato la auro elettrica molto cara. Oggi le fabbriche europee sono in crisi.   Capisco che chi doveva muoversi perché ogni anno nella Legge di Bilancio venissero confermati quei fondi non abbia voluto riconoscere a me e a Molinari  il merito di aver fatto una cosa importante per il settore industriale più importante per il Piemonte. Forse non lo hanno fatto perché io non prendessi molti voti di preferenza come avrei meritato  alle elezioni regionali di giugno. Neanche gli elettori han capito l’importanza di quello che avevo fatto per la Tav e per il settore auto. Neanche i dipendenti della Fiat e delle aziende dell’indotto.
Peggio, nei giorni scorsi qualcuno ha anche attaccato gli incentivi dimenticando che il Ministro Urso voleva usare quei fondi per rilanciare la produzione italiana. Così causa i margini ridotti del Bilancio dello  Stato e solo a cose fatte, qualcuno si è accorto che quei fondi sono stati ridotti e ora piange lacrime amare.
Se uno sa cosa vale una cosa la valorizza e la difende con forza ma se uno svaluta per anni ciò che avevamo fatto io e l’on. Molinari anzi, nei giorni scorsi e’ arrivato  a criticare gli incentivi: e’ chiaro che in una fase di fondi limitati può succedere ciò che è successo.  Ora,  come ho detto all’Ansa,  occorre che almeno tutti i parlamentari delle regioni in cui ci sono stabilimenti Fiat ripetano l’operazione di due anni fa per rifinanziare i fondi a un settore che dà lavoro direttamente a  300.000 persone e poi tutto l’indotto.
Il miglioramento della politica e dell’attività di governo e di rilancio di Torino e del Paese arriverà anche grazie al grande lavoro di informazione dei giornalisti.
Mino GIACHINO 
SITAV SILAVORO

Come gestire risparmi e investimenti con Poste italiane

L’obiettivo è quello di migliorare le conoscenze dei cittadini sui temi assicurativi, previdenziali e di gestione delle risorse finanziarie per effettuare scelte sempre più consapevoli

 Ha fatto tappa oggi a Torino, nel Palazzo delle Poste di Via Vittorio Alfieri, EDUFinTOUR, una delle iniziative con cui Poste Italiane intende contribuire alla diffusione della cultura economica attraverso una serie di incontri gratuiti di educazione finanziaria in presenza dedicati ai cittadini.

Durante l’appuntamento sul tema della “Gestione dell’economia personale e familiare”, sono stati trattati argomenti di interesse come il credito, gli investimenti, la protezione, la previdenza e il passaggio generazionale, illustrati dagli esperti di educazione finanziaria di Poste Italiane, che si sono confrontati con i partecipanti su come rendere efficiente la gestione della finanza personale attraverso scelte sempre più consapevoli.

Nel corso dell’evento sono state anche illustrate le iniziative che l’Azienda dedica all’educazione finanziaria dei cittadini come l’ampio spazio presente sul sito internet posteitaliane.it, accessibile a tutti gratuitamente in diverse forme (podcast, videopillole e guide) e per diversi livelli di conoscenza e consapevolezza economica. La sezione ospita anche un ampio glossario contenente termini finanziari, assicurativi, creditizi e previdenziali spiegati in modo semplice e comprensibile per tutti.

Il Responsabile della Macro Area Nord Ovest, Giovanni Accusani, ha commentato:” Oggi siamo presenti a Torino per raccontare quanto sia importante parlare di educazione finanziaria, dare indicazioni puntuali ai nostri correntisti, oggi sono oltre 40, e migliorare le loro conoscenze finanziarie e sottolineare l’importanza del risparmio all’interno dell’economia famigliare”

EDUFinTOUR nel corso dell’anno interessa complessivamente sei città italiane e dopo Torino toccherà a Firenze.

L’iniziativa si muove nel segno della tradizionale attenzione di Poste Italiane alle esigenze dei cittadini e in coerenza con la sua storica vocazione di azienda socialmente responsabile che aderisce ai principi internazionali ESG, promossi dall’Organizzazione delle Nazioni Unite. 

Fondi europei: “Il Piemonte primo in Italia sull’avanzamento dei programmi”. Spesi oltre 300 milioni

Il Piemonte è primo in Italia sull’avanzamento dei pagamenti dei Programmi regionali europei del ciclo 2021-2027, FESR e FSE+, avendo già certificato spesa per oltre 300 milioni di euro.
E’ quanto annunciato oggi a Roma nell’ambito della Riunione Annuale di Riesame (RAR) tra la Commissione europea e le Autorità di gestione dei Programmi Operativi, in corso a Palazzo Barberini.
In particolare, tra le regioni più sviluppate, per il FESR l’avanzamento dei pagamenti è pari al 10,01% del Programma, davanti a Liguria (7,80%) e Lombardia (7,52%), mentre per l’FSE+ la percentuale è di 11,49 con dietro Emilia Romagna (10,87%) e Provincia Autonoma di Trento (9,88%).
I dati, aggiornati allo scorso 31 agosto, evidenziano la buona performance da parte di Regione Piemonte in termini di capacità amministrativa, oggi certificata anche dai numeri ufficiali.
Rispetto al FESR, a fronte di una dotazione del Programma di quasi 1,5miliardi di euro, i bandi rivolti a imprese, organismi e infrastrutture di ricerca ammontano a quasi 560 milioni. Se si estende il monitoraggio anche alle misure che hanno gli enti pubblici come beneficiari, la quota di risorse messe in circolo raggiunge gli 850 milioni, quindi oltre la metà dell’intero Programma.
In particolare, guardando specificamente al sistema delle imprese, sono stati attivati più di 20 bandi e il territorio ha risposto con oltre 3.600 progetti presentati. Tra le misure che hanno in poche ore saturato la quota di risorse disponibili, in termini di domande presentate, ci sono il “Sostegno alla prima crescita delle start up innovative” e il “Voucher digitalizzazione”. Ottima anche la risposta sul bando attrazione investimenti, operazione di importanza strategica del Programma, chiuso recentemente per aver esaurito la dotazione. Il valore degli investimenti delle pratiche già ammesse e di quelle in istruttoria si attesta intorno agli 80 milioni di euro. 79 le domande presentate.
Numeri importanti e che cresceranno ancora nel corso dei prossimi mesi, considerate alcune misure sull’innovazione appena avviate e molto attese come ad esempio INFRA+, che sostiene le infrastrutture di ricerca e che già nel ciclo precedente avevano consentito importanti investimenti e il bando “SkillsXS3”, con il quale la Regione ha colto la sfida di sostenere la transizione industriale non solo sul fronte degli investimenti ma anche sul fronte delle competenze, mettendo a disposizione delle imprese delle risorse dedicate.
Anche il Fondo Sociale Europeo della Regione Piemonte, con una dotazione complessiva di oltre 1,3 miliardi di euro, sale sul gradino più alto del podio per la percentuale raggiunta nei pagamenti effettuati ad oggi, che ammontano ad oltre 150 milioni di euro, su un totale di oltre 387 milioni di euro di risorse impegnate , ottenendo dunque una buona performance relativamente all’attuazione generale del programma. Con circa 1400 operazioni finanziate, l’FSE si conferma strumento vicino alle persone, in particolare le più fragili: le risorse sono state attivate su tutte le Priorità, ma in particolare registrano un buon avanzamento rispetto al target intermedio le misure relative all’occupazione giovanile  per la formazione iniziale e per il lavoro,  gli interventi per l’inclusione sociale, la formazione per lo svantaggio e per operatori socio sanitari, la formazione per l’apprendistato, la formazione superiore e le azioni territoriali di orientamento per bambini, adolescenti e giovani, il sostegno alla conciliazione sul versante del welfare aziendale e del prolungamento orario dei nidi a titolarità comunale.
«Il Piemonte era stata tra le prime Regioni ad ottenere il via libera ai programmi FESR ed FSE e ora siamo la Regione al primo posto per risorse già erogate. Un risultato di cui sono molto orgoglioso e un primato importante frutto di un gran lavoro e di un impegno preciso: utilizzare i fondi europei in maniera innovativa, in fretta e con l’obiettivo primario di rispondere in modo efficace alle esigenze e alle richieste del territorio – dichiara il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – È anche la dimostrazione che quei programmi erano stati costruiti con attenzione alle reali esigenze del territorio che infatti ha finora risposto ai bandi con una partecipazione significativa. Ottenere risorse europee, spenderle bene e in tempo è stato il mio obiettivo già nella scorsa legislatura, lo è ancora di più con la nuova programmazione perché si tratta di risorse fondamentali per accompagnare enti e imprese ad affrontare questa delicata fase economica».

Il Premio GammaDonna celebra i vent’anni

Lunedì 4 novembre prossimo, presso la centrale Nuvola Lavazza di Torino, il Premio GammaDonna celebra i vent’anni con il gran finale dell’edizione 2024. Si tratterà di un evento aperto al pubblico, interamente dedicato alla valorizzazione del talento imprenditoriale di donne e giovani come leva fondamentale per lo sviluppo socioeconomico e come acceleratore di un mondo più sostenibile. Il 4 novembre a Torino si terrà la finale del Premio, riconoscimento che celebra i vent’anni di valorizzazione dell’iniziativa imprenditoriale femminile innovativa, con l’obiettivo di contribuire a ridurre il “gender gap” in campo socioeconomico attraverso esempi di impresa virtuosi. Sul palco sei imprenditrici che hanno fatto della sostenibilità e dell’innovazione tecnologica i valori portanti della propria visione aziendale, che si contenderanno il Premio GammaDonna, il Women Startup Award powered by Intesa Sanpaolo Innovation Center, il Giuliana Bertin Communication Award e la Menzione per l’impatto sociale del Cottino Social Impact Campus.

L’evento è inserito nel calendario di Torino Capitale Cultura d’Impresa 2024 con il contributo della Camera di Commercio di Torino, il Patrocinio della Commissione Europea, Regione Piemonte, Città di Torino e G7 Women 7. I lavori avranno inizio alle ore 17 con le interviste alle sei innovatrici finaliste, per proseguire con una tavola rotonda dedicata a cultura d’impresa rigenerativa, sostenibilità e impatto, con le testimonianze di Claudia Colla, Commissione Europea, Giovanna Melandri di Human Foundation, Gianluca Dettori (Primo Ventures), Alessandra Bianco (Lavazza Group), Marella Caramazza (Cottino Social Impact Campus & Istud) e Giulia Baccarin (MIPU), vincitrice del Premio GammaDonna 2016. La conduzione dell’evento è affidata a Giampaolo Colletti, direttore di Startupitalia.

Dopo la proclamazione delle vincitrici la serata si concluderà con il cocktail party “Venti Years of GammaDonna” per celebrare il ventennale impegno dell’Associazione a favore della cultura d’impresa.

Le sei finaliste dell’edizione 2024 sono Paola Bernardotto, di Ettomio (Vicenza), Michela Conti, di UGO (Milano), Beatrice Carolina Iaia, di Biotitan Nanotechnology (Milano), Gioia Lucarini, di Relief (Pisa), Josephine Pace, di Alfa Green Solutions (West Palm Beach, FL) e Cinzia Tessarolo, di Family+Happy (Torino).

Le finaliste si aggiudicheranno inoltre un mini documentario sulla loro storia di innovazione territoriale, interviste uscite sui principali media internazionali, una sessione di strategica assestement con EY e accesso permanente alla piattaforma e Y Velocity, un percorso di formazione sul mondo VC e dell’innovazione di Italian Tech Alliance. L’opportunità di essere selezionata per un percorso di mentoring e un training per lo screening Angels 4 Women di accesso a un investimento tra i 100 e i 500 K, un percorso di formazione imprenditoriale con InnovUp, un percorsi di Sustainability Assessment per l’empowerment di sostenibilità e impatto ESG tramite Tool di SEED Capital Pro, un milione di mail sulla piattaforma di email marketing 4 dem, ingresso tra le ambassador GammaDonna.

 

Mara Martellotta

Gli industriali: “Automotive ma non solo nel futuro di Torino”

Questa mattina il Centro Congressi dell’Unione Industriali di Torino  ha ospitato l’annuale Assemblea Pubblica dell’Unione Industriali Torino,  con una tavola rotonda dedicata al tema dell’“Intelligenza Industriale”,  filo conduttore della giornata.

La giornata si è aperta con i saluti istituzionali del Vicepremier e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, che ha sottolineato come la stabilità della situazione politica e del governo rappresenti un aiuto per le imprese,  del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e del Sindaco di Torino Stefano Lo Russo. Questi interventi hanno introdotto  il tema centrale dell’assemblea, fornendo il contesto politico e istituzionale all’interno del quale si muove l’industria italiana.

Nella sua relazione Marco Gay, Presidente dell’Unione Industriali Torino, è intervenuto sulle prospettive future per le imprese del territorio, con particolare attenzione alle sfide legate all’innovazione e alla trasformazione digitale dell’industria. “Auto ma anche digitale e aerospazio nel futuro di Torino”, ha detto. Per il presidente degli industriali il settore auto necessità però si interventi mirati da parte dell’Europa per scongiurare la crisi.

La tavola rotonda moderata dalla giornalista Barbara Carfagna (Rai), ha visto la partecipazione di esperti del settore per discutere il tema dell’intelligenza industriale e del ruolo cruciale che essa riveste per il futuro dell’industria italiana. Tra i partecipanti:

  • David Avino, Founder e CEO di Argotec
  • Ferruccio De Bortoli, giornalista e saggista
  • Fabio Pammolli, Presidente Fondazione Ai4Industry
  • Tatiana Rizzante, CEO di Reply e Vicepresidente Unione Industriali Torino

Durante la tavola rotonda, i relatori hanno discusso di come l’intelligenza artificiale, l’analisi dei dati e l’automazione stiano trasformando l’industria italiana e mondiale, creando nuove opportunità e sfide per le imprese.

Poi è intervenuto il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, sulle iniziative governative per supportare la transizione energetica e promuovere un’industria più sostenibile, con un focus sull’energia pulita e le nuove tecnologie.

Oltre il bio: il dolce sapore di un’agricoltura più etica

Cosa significa andare ‘oltre il bio‘?

Vuol dire coltivare utilizzando solo acqua, con gli enormi benefici che ne conseguono: stop a pesticidi e sostanze chimiche e, di conseguenza, agricoltori e consumatori non esposti ai loro effetti nocivi per la salute, piante più sane e resistentiprodotti più buoni e nutrientiimpatto inquinante sull’ambiente azzerato.

Stregoneria, utopia? Assolutamente no, e vi raccontiamo alcune delle realtà che ne stanno beneficiando attualmente.

L’acqua, infatti, possiede questa curiosa capacità di conservare in memoria l’impronta delle sostanze con le quali entra a contatto per un po’ di tempo, a condizione che le sue molecole siano rese stabili.

Inoltre, qualsiasi cosa nel mondo emette frequenze elettromagnetiche; non serve, quindi, che l’acqua entri in contatto con l’elemento stesso, ma bensì con la sua frequenza.

Le testimonianze positive dell’impiego di acqua magnetizzata con frequenze aumentano di giorno in giorno.

Tuttavia, Luciano Gastaldi, ricercatore scientifico della Ied Bioe Italia e ideatore del metodo, ha deciso di fare un passo in più.

“È giusto che i consumatori, dopo aver constatato l’intenso sapore dei prodotti coltivati con questo metodo, siano al corrente anche della loro purezza. Ci occupiamo di controllare la crescita delle piante, permettendo loro di difendersi dai parassiti in maniera naturale. Per questo motivo andiamo oltre il bio, i nostri prodotti non hanno traccia di trattamenti chimici”, spiega entusiasta Gastaldi.

Da qui l’idea di fondare il marchio “oltre il bio“, per permettere ai consumatori di riconoscere la nobile origine dei prodotti sia nei ristoranti, che dai produttori stessi. Il tutto, inoltre, è visibile sulla mappa presente nel sito della Bioe Ied Italia.

Un padre, contadino ed enologo: l’esperienza con “oltre il bio”

Nella splendida cornice delle colline astigiane, sono molte le realtà di aziende agricole a conduzione familiare.

 

 

Tra queste, l’azienda agricola “Le more bianche” è guidata con esperienza dal proprietario Alessandro Bovio. Il suo approccio al lavoro in vigna è sempre stato di grande rispetto nei confronti della natura.

“Nel 2013 sono diventato padre, ed è stato l’amore per mia figlia a guidare le mie scelte. Ho deciso di gestire la vigna come una volta, con rame e zolfo, dicendo basta ai prodotti chimici e di sintesi”, spiega Bovio.

Questo dolce passo ci porta a un’inevitabile riflessione. Prima ancora dei consumatori, sono proprio i contadini stessi, e le relative famiglie, a subire l’impatto nocivo di pesticidi e prodotti chimici. Inoltre, lavorare con tute di protezione e maschere, non è mai piacevole, specialmente quando in estate si sfiorano punte di 40°C.

Ed ecco che nel 2020 nasce il sodalizio con Luciano Gastaldi e il suo innovativo metodo per coltivare “oltre il bio“.

“Stiamo cercando di utilizzare l’acqua informata per contrastare la flavescenza dorata che ha colpito alcune delle nostre piante”, spiega Bovio. Questa malattia, trasportata da una cicalina, porta all’ostruzione dei canali linfatici della pianta, causandone la morte. Per avere un’idea più chiara del processo, basti pensare ai problemi causati da un trombo nel corpo umano.

“Contrastare questa malattia è di primaria importanza. Se si perde anche solo il 5% del proprio campo, i danni sono ingenti, sia per l’anno stesso, sia per i 5 successivi in cui le nuove piante non potranno generare frutti, e quindi fatturato”, afferma Bovio.

Tuttavia, l’acqua magnetizzata, irrorata con le frequenze in grado di allontanare questo insetto, sta dando ottimi risultati.

Inoltre, è in corso una piccola sperimentazione. “In botte sta fermentando del vino ricavato da grappoli che sono coltivati esclusivamente con quest’acqua: il sapore è di gran lunga più dolce e aromatico“.

Tuttavia, bisogna ancora attendere. “Dobbiamo aspettare per capire se tali variazioni dipendono da fattori climatici che hanno caratterizzato questa annata, o se questo rivoluzionario metodo, più vicino alla natura, influisce positivamente anche sul sapore”, conclude Alessandro Bovio.

Le pere di una volta: il gusto della semplicità

Non lontano dai vigneti di Bovio, spicca un’altra di queste brillanti e promettenti realtà: la cascina Rundavì dei fratelli Bo.

Questa azienda agricola, anch’essa a conduzione familiare, integra i valori della tradizione con moderne tecniche agronomiche. La filosofia dell’azienda emerge chiaramente dal loro motto:” Il rispetto dell’ambiente e della natura porta sempre ai risultati migliori“.

Il prodotto di punta è la pera madernassa, autoctona della zona del Roero, ed è costantemente in pericolo.

“Dobbiamo contrastare il colpo di fuoco batterico, l’alternaria, la psilla e molto altro. Purtroppo non possiamo lasciare che le piante crescano per conto loro, anche se ci piacerebbe, o rischiamo di non vedere frutti“, spiega Mauro Bo, contadino e proprietario dell’azienda.

Per specificare, il colpo di fuoco è causato da un batterio in grado di disseccare una pianta in poco tempo, quasi come un incendio, da questo il nome che ne deriva. L’alternaria è un fungo che, in determinate condizioni, fa marcire le pere sulle piante. La psilla è un insetto che mangia le foglie del pero, è in rapida espansione poichè molti pesticidi hanno eliminato i suoi predatori naturali.

È sufficiente un piccolo quantitativo di acqua magnetizzata da diluire e miscelare in acqua normale, lasciando che il tutto riposi alcune ore“, spiega Mauro Bo.

L’evidenza del fatto che si tratti solamente di acqua si ha con le rilevazioni dei residui di sostanze chimiche.

“I nostri frutti sono, da sempre, molto al di sotto della soglia massima di presenza di residui chimici, ma quelli coltivati con quest’acqua non permettono neanche al rilevatore di segnalarne la presenza, sfuggono dal suo spettro di osservazione”, spiega entusiasta Mauro Bo.

Inoltre, sempre lui, spiega come le pere coltivate con questo metodo siano più dolci, e i costi per produrle molto simili a quelle trattate con qualche elemento chimico.

“I numerosi vantaggi mi rendono fiducioso: proverò man mano ad allargare questo metodo a tutta la mia produzione. Inoltre, il gusto dolce e intenso ricorda quello delle pere di una volta, quelle che nessuno è più abituato a mangiare”, conclude Mauro Bo.

La “oltre il bio-social catena” di Cuneo

prodotti “oltre il bio“, coltivati con cura, vengono infine cucinati e serviti ai clienti, chiudendo il percorso della filiera da produttore a consumatore.

Sede di una ex bocciofila che da poco tempo inizia a ospitare campi da paddle, questo ristorante mostra come il sapersi rinnovare sia uno dei suoi punti di forza.

La sua clientela è già abituata alla cucina piemontese di molti prodotti a chilometro zero. Tuttavia, insieme a Luciano Gastaldi, nasce l’idea di proporre nel menù dei piatti la cui materia prima sia di derivazione “oltre il bio“.

“Siamo soddisfatti di aver implementato queste proposte nel nostro menù. I clienti sono entusiasti e sono molti i commenti positivi“, spiega Gabriella Ramondetti.

Prodotti dal sapore intenso, ma anche sani per chi produce e chi consuma, rispettosi per ambiente, non possono che far parte della nostra proposta”, continua.

A breve comparirà nel menù una spiegazione di come questi prodotti siano coltivati, di cosa voglia dire “oltre il bio”, ma Gabriella Ramondetti spende sempre qualche minuto per informare le persone che si siedono a tavola.

“Se vogliamo sopravvivere alle multinazionali della ristorazione dobbiamo cooperare. Bisogna pensare all’intera filiera come a un singolo elemento. Un legame forte che unisce i ristoratori e i produttori, è l’unico modo per creare una solida economia nella nostra zona, in grado di mantenere alti livelli qualitativi a prezzi accettabili“, spiega Ramondetti.

Queste parole possono ricordare la social catena descritta da Giacomo Leopardi nella poesia “La Ginestra”. Ma, questa volta, al posto della Natura nemica descritta dal poeta, vi sono i pesticidi, le sostanze chimiche, l’aumento dei prezzi, l’abbassamento degli standard qualitativi, la smoderata importazione di prodotti fuori stagione, da contrastare cooperando.

Tuttavia, queste realtà a conduzione familiare, se unite, potranno davvero continuare a proporre il meglio ai clienti, con orgoglio e passione.

“Le idee buone vanno coltivate, e noi vogliamo farlo con l’acqua”

Nella periferia di Torino, incastonata nel delizioso quadro dell’arco alpino, sorge la cascina Grange Scott, gestita con passione da Lucia Dentis e dalla figlia Giulia.

La loro clientela è già abituata a prodotti di un certo tipo.

Per esempio, la carne leggermente scura, è indice della frollatura, il processo naturale di ‘maturazione‘ della carne per renderla più morbida e gustosa. Questo aspetto è rilevante: per acquistare prodotti di qualità, occorre essere informati sull’argomento. Per questo motivo, qui vengono anche proposti corsi educativi per grandi e piccini, esperienze interessanti e formative.

Ancora non produciamo oltre il bio, abbiamo conosciuto il signor Gastaldi da poco, ma ci piacerebbe coltivare mais e soia con questo metodo il prossimo anno. Il fine sarebbe quello di usarli per produrre mangimi e, chiudendo il ciclo, arrivando a produrre carne oltre il bio“, spiega Lucia Dentis.

Nel negozio della loro cascina, tuttavia, sono già esposti dei prodotti “oltre il bio” della cascina Rundavì di Mauro Bo.

“I clienti sono incuriositi, e chiedono che cosa significhi quel bollino che riporta la dicitura. Noi glielo spieghiamo, sottolineando come, purtroppo, il bio sia spesso solamente una facciata. Infatti, anche quei prodotti, sono coltivati con numerosi trattamenti chimiciQui, invece, si va oltre, proprio come dice il logo stesso”, spiega la figlia Giulia.

“In questo periodo stiamo provando a inserire nei nostri cesti natalizi dei prodotti “oltre il bio”. Pensiamo sia una gesto affettuoso poichè proponiamo un prodotto sano al massimo, molto buono, ed eticamente rispettoso per l’ambiente“, affermano entrambe soddisfatte.

Il riscontro della clientela arriverà, probabilmente, dopo le feste, quando le persone avranno tolto gli addobbi e scartato da un pezzo i tanto attesi regali sotto l’albero, ma una cosa è certa: il giudizio più importante è già arrivato.

“La nostra filosofia è semplicese proponiamo un prodotto, dobbiamo essere testimoni della sua qualità. E siamo sinceramente stupite, pur essendo abituate a consumare la sana frutta del nostro giardino, dalla bontà di questi prodotti“, continuano entrambe.

“Si dice che le idee buone vadano coltivate, ebbene, noi scegliamo di farlo con l’acqua“, conclude sorridente Lucia Dentis.

Il modello agricolo del futuro?

Luciano Gastaldi si dice fiducioso riguardo al futuro dei prodotti “oltre il bio“.

Tuttavia, è un peccato che una realtà di questo tipo, non sia ancora molto conosciuta. Del resto, qualcuno potrebbe affermare che “le cose buone richiedono tempo“. Infatti, sono serviti 15 anni di test e prove pratiche per ottenere la certificazione scientifica di questa tesi, ottenuta ad aprile 2022 al congresso internazionale del “World Water Forum” svoltosi a Dakar in Senegal.

Tuttavia, per capire le ragioni del presente, è opportuno fare un passo indietro.

Nel periodo del dopoguerra, l’agricoltura è progredita notevolmente. L’impiego di prodotti chimici corrispondeva a incrementare esponenzialmente la produzionepreservando i campi da malattie e parassiti.

Il futuro, in quest’ottica, ci comunica che è necessario un ritorno al passato, per poter restituire la natura alla natura stessa.

Infatti, dopo svariati anni di trattamenti chimici, le piante sono come ‘assuefatte‘. Serve tempo affinchè possano riabituarsi a difendersi autonomamente. Proprio come coloro che, al primo mal di testa, si imbottiscono di farmaci; a lungo andare le difese immunitarie si saranno abbassate, e il corpo avrà addirittura bisogno di quella medicina.

Tutto questo dove ci ha condotti? Possiamo consumare quello che vogliamoquando vogliamo, ma non abbiamo la minima idea del sapore e delle sostanze nutritive presenti nei frutti di una volta.

Sarebbe forse opportuno tornare ad alimentarsi ricercando la qualità nella sostanzapiù che nell’estetica.

Tuttavia, questa potrebbe rimanere un’utopia finchè, nella la società odierna, sarà importante apparire più che essere.

 

Umberto Urbano Ferrero

www.ilfont.it

Economia non osservata, un ricco salvadanaio per la manovra finanziaria (se fosse osservata)

Di Carlo Manacorda 

L’ “economia non osservata” ammonta a ben 173,8 miliardi di euro (dato del 2021). La manovra finanziaria recentemente approvata dal Governo prevede 30 miliardi di maggiori spese. Di cui è ancora piuttosto vaga la copertura. E dire che sarebbe tutto più semplice se si riuscisse ad “osservare” l’economia “non osservata”…

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