ECONOMIA- Pagina 395

Trasporto pubblico locale: persi 20 milioni di euro al mese

Il trasporto pubblico locale piemontese, a causa del minor traffico per il lockdown, ha perso almeno 20 milioni al mese  per i mancati introiti dei biglietti. La stima è stata fatta dal direttore dell’Agenzia della mobilità piemontese Cesare Paonessa nel corso dell’audizione della seconda Commissione regionale, presieduta da Mauro Fava, in merito alla situazione del trasporto pubblico locale in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Il quadro emerso è quello di un settore con aziende in difficoltà a causa della drastica diminuzione dei ricavi sul traffico (con il lock down, secondo Paonessa, sono appunto venuti meno circa 20 milioni al mese di ricavi alle aziende piemontesi) ed in attesa del concretizzarsi dei vari aiuti governativi al settore. Comunque, ritornando a viaggiare al momento il 50-60% dei clienti, il settore sta cercando di risollevarsi: attualmente risultano riattivati all’80 per cento i treni giornalieri del Tpl e, si stima, almeno al 90% le linee su gomma.

Nel frattempo si sta lavorando con la prospettiva della riapertura delle scuole e tutti gli enti interessati – principalmente la Regione, le Province , il Miur, gli enti locali ed i sindacati – stanno cercando il migliore coordinamento possibile tra le esigenze di orario delle scuole e del trasporto pubblico locale, per consentire l’osservanza delle norme di sicurezza con le risorse disponibili, nel rispetto dell’autonomia scolastica.

Nel corso dell’audizione sono intervenuti numerosi consiglieri: Alberto Avetta (Pd), Carlo Riva Vercellotti (Fi), Valter MarinPaolo DemarchiAngelo Dago (Lega), Ivano MartinettiSean Sacco (M5s) e Marco Grimaldi (Luv).

Molti gli argomenti toccati, tra questi il problema dei voucher per il rimborso dei periodi di abbonamento non goduti a causa del lock down. Infatti il “Decreto rilancio” del Governo prevede la possibilità di rimborso o attraverso i voucher o con l’allungamento del periodo di abbonamento. Anche su questo punto si sta lavorando e l’Agenzia con la Regione sta preparando delle linee guida allo scopo di coordinare e velocizzare l’azione delle aziende di trasporto. Si suggerisce, nel calcolo del rimborso, di fare una proporzione dei giorni persi rispetto a quelli previsti dall’abbonamento e di rendere valido il voucher per almeno un anno. Secondo le disposizioni governative devono intercorrere non più di 30 giorni tra la domanda ed il rimborso. In questo modo le aziende potrebbero riuscire a rilasciare i voucher prima dell’acquisto dei nuovi abbonamenti con l’inizio dell’anno scolastico.

È stata anche evidenziata la necessità di trovare un coordinamento con le Regioni limitrofe per evitare disagi agli utenti a causa di regole non coincidenti con la Liguria e la Lombardia sul riempimento dei posti a sedere sui treni.

D’intesa con i rappresentanti dei gruppi consiliari, il presidente Fava ha manifestato l’intenzione di convocare una nuova audizione sul tema, a settembre, prima dell’inizio della scuola.

Embraco, il sindaco di Chieri: “Giorno drammatico”

Il primo cittadino ha inviato al Presidente Cirio una lettera sollecitando l’avvio del tavolo operativo

«La dichiarazione di fallimento della Ventures è una tragedia annunciata, che mette fine alla lunga agonia della ex Embraco. Un giorno drammatico per la comunità chierese, e per i tanti lavoratori che da oggi si ritrovano in una situazione di ancor maggiore incertezza, venendo meno anche la cassa integrazione. Alla luce della decisione del Tribunale, diventa ancora più urgente istituire un tavolo operativo a sostegno di possibili progetti imprenditoriali che possano coinvolgere quote dei lavoratori ex Embraco. Ma è fondamentale il ruolo della Regione Piemonte, insieme al coinvolgimento delle associazioni di categoria, dei sindaci del territorio e dei sindacati. Proprio in mattinata ho inviato al Presidente Cirio una lettera aperta con la richiesta di attivarsi immediatamente in tal senso».

KLM riprende i collegamenti da Torino per Amsterdam

 KLM Royal Dutch Airlines riattiverà, dal 3 agosto, i voli da e per Torino collegando il capoluogo piemontese ad Amsterdam Schiphol tutti i giorni della settimana.

“I nostri clienti vogliono ritornare a viaggiare di nuovo. Stiamo quindi espandendo il network gradualmente e, con tutte le misure sanitarie adottate a bordo e a terra, lo stiamo facendo nel modo più sicuro possibile”, afferma il presidente e CEO di KLM, Pieter Elbers.

“Ritornare a volare a Torino è per noi motivo di grande orgoglio e conferma l’importanza del Piemonte per il Gruppo Air France-KLM. Nelle ultime settimane abbiamo messo in campo tutte le misure necessarie per volare in sicurezza e siamo ora pronti a ripartire” dichiara Stefan Vanovermeir, Direttore Generale Air France-KLM East Mediterranean.

“Il riavvio delle operazioni di KLM sullo scalo di Torino è un segnale molto importante, che conferma come la ripresa dell’offerta voli stia interessando sempre più anche il comparto internazionale. Essere nuovamente collegati con un hub strategico come Amsterdam Schiphol consente infatti al nostro bacino di riferimento di poter volare verso il resto del mondo, grazie all’ampia gamma di destinazioni offerte dal Gruppo Air France-KLM. Inoltre, il fatto che il collegamento sia operato con 7 frequenze settimanali sin da subito rappresenta un valore aggiunto in termini di offerta, sia per i passeggeri che scelgono di volare da Torino via hub verso altre mete, sia per i visitatori che giungono sul nostro territorio” commenta Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport.

Voli da Torino Caselle ad Amsterdam Schiphol

KL1556: partenza ore 11h45, arrivo ore 13h40. Volo operato tutti i giorni

Voli da Amsterdam Schiphol a Torino Caselle

KL1555: partenza ore 09h40, arrivo ore 11h15. Volo operato tutti i giorni

La rete europea è studiata in modo tale che il maggior numero possibile di voli si colleghi alla rete intercontinentale del Gruppo Air France-KLM. Misure sanitarie adottate: Mascherina obbligatoria, igienizzazione dei sedili e di tutte le superfici all’interno dell’aeromobile, ricambio dell’aria ogni 3 minuti tramite sistema di filtraggio dell’aria costituito da filtri anti particolato HEPA, identici a quelli utilizzati nelle sale operatorie, in grado di rimuovere più del 99% dei contaminanti virali e batterici.

Per ulteriori informazioni sulle misure igieniche a bordo: https://youtu.be/frPO6b58kcU

Principali novità per i possessori di tessere Flying Blue:

– Doppie Miglia Flying Blue su tutti i voli Air France e KLM fino al 31 dicembre 2020

– Per tutti i soci Flying Blue lo status Elite sarà mantenuto fino a febbraio 2021

– Per i soci Explorer la scadenza delle Miglia è stata posticipata al 31 dicembre 2020 mentre per i soci Elite le Miglia non scadono mai.

Ambiente e cultura delle montagne, una ricchezza di tutti e per tutti

Abitata da millenni, la montagna non è peso per la collettività ma è ricco patrimonio ambientale e umano di cultura, tradizioni, organizzazioni economiche e sociali. Alla montagna e alla sua gente occorre garantire condizioni di vita equivalenti a quelle di tutte le altre comunità civili attraverso il mantenimento e la valorizzazione del suo patrimonio ambientale, civile, culturale.

Una colpevole disattenzione ormai vecchia di decenni ha ignorato come le culture e le identità delle popolazioni montane sono parte integrante dei processi di sviluppo non solo locali. Uno sviluppo economico e sociale delle valli e delle “terre alte” non dovrebbe negare le peculiarità degli spazi e dei valori delle società rurali, come ha fatto con esiti disastrosi da più di mezzo secolo, e non può prescindere dalla valorizzazione delle specificità insediative della tradizione locale.

La cultura popolare, intesa come patrimonio materiale e immateriale, costituisce un fattore qualificante del processo di rinnovamento e del rafforzamento delle identità locali. In un mondo dove si tende ad appiattire e uniformare  tutto è salutare rovesciare l’impostazione corrente e dare prospettiva agli aspetti culturali che determinano le identità delle popolazioni alpine e montanare. Anche lo sviluppo economico delle aree rurali va sostenuto, accompagnandolo con un articolato progetto culturale in grado d’attribuire valori e contenuti, possibilità e limiti alla stessa iniziativa economica, pubblica o privata che sia. I danni fatti non sono riparabili ma progredire sulla rovinosa strada degli ultimi decenni sarebbe esiziale. A ben vedere i principali manufatti della civiltà contadina che hanno inciso, modellato e arricchito i versanti delle valli (edifici,terrazzamenti, fontane, abbeveratoi, strutture agrarie di monte,ecc) costituiscono un patrimonio storico-culturale di pregio che dovrà essere pienamente riconosciuto, identificato, posto sotto tutela. Gli elementi specifici e peculiari della tradizione insediativa nelle valli (sotto i tanti profili architettonici e ambientali, artigianali, agricolo-zootecnico-caseari, sociali, storici e culturali) costituiscono altrettanti temi identitari da sviluppare e preservare. La stessa salvaguardia del patrimonio culturale delle comunità di valle e di montagna è un presupposto di civiltà e in esso va ravvisato il pubblico interesse alla conservazione e alla tutela. Ciò che vale per i versanti dei monti, per l’assetto idrogeologico del territorio vale anche per le idee, le buone pratiche e i mestieri, le cure silvo-pastorali: se non ci si cura di questi aspetti correttamente e con adeguate risorse, tutto frana a valle e tutti ne pagano le conseguenze. Chi ha responsabilità legislative, amministrative, sociali, economiche e culturali ai vari livelli dovrebbe operare per promuovere e sostenere azioni in difesa della presenza dell’uomo in montagna e delle condizioni essenziali per la piena vivibilità degli ambiti alpini e prealpini; per la difesa e promozione di un patrimonio storico, sociale e ambientale più unico che raro;a salvaguardia e valorizzazione delle testimonianze d’architettura tradizionale delle valli alpine e prealpine, in relazione alla dimensione paesistica e ambientale dei versanti modellati dal lavoro di alpigiani e contadini di montagna. Le stesse attenzioni andrebbero rivolte a sostegno delle manifestazioni sociali, religiose e economiche delle comunità valligiane, alle produzioni agricole e soprattutto casearie di nicchia, a quelle artigianali della pietra e del legno. Si potrebbe continuare a lungo nell’elenco delle necessità e delle urgenze. Ciò che occorre è smuovere dal loro torpore e da un radicato disinteresse le istituzioni regionali, nazionali e comunitarie sull’impellente necessità di riconoscere la specificità della montagna con atti legislativi coerenti e misure organiche, adeguatamente finanziate. E’ l’unica via, pur scontando un insopportabile ritardo, che consentirebbe di preservare dal definitivo degrado, soprattutto a beneficio delle future generazioni, quanti più elementi possibili del ricco patrimonio della tradizione insediativa sviluppatasi nei secoli scorsi sui versanti delle valli, ponendo al riparo dalla definitiva scomparsa gli ultimi esempi di pregio dell’architettura rurale di tradizione come, per citarne uno, i tetti in piode di stalle e case contadine, considerati espressione singolare del genius loci, esempi diversi uno dall’altro in tutto l’arco alpino e dotati di elevato valore simbolico e identitario. Tante risposte alle “ piccole cose di tutti i giorni”, raccolte in una concreta politica d’insieme,possono rappresentare un progetto per intere comunità. L’urgenza, acuta e stridente, c’è ed è evidente; la volontà di intervenire dipenderà dalla coscienza di chi ha delle responsabilità pubbliche.

Marco Travaglini

Torino in panne, ora non dorma. Tre grandi opere per ripartire con i fondi dell’Europa

Mentre troppi servizi pubblici funzionano a singhiozzo, dall’anagrafe al cambio targa per chi abita nella ZTL; mentre si mettono in pratica cervellotiche piste ciclabili, si punta sui monopattini ( che tanti guai poi creano); mentre da dieci anni si lavora per fare 1 chilometro della linea 1 di metropolitana e si annuncia trionfalmente che ci vorranno 4 anni prima di iniziare a costruire la 2 (ma all’estero perchè’ ci mettono meno della metà del tempo per le opere pubbliche?) e potremmo continuare, la città d’intesa con la Regione si deve muovere rapidamente per ottenere i finanziamenti in arrivo dall’Europa con il Recovery Fund 

Mi pare di poter indicare tre opere prioritarie. La prima è la Tav, ora i fondi ci  possono essere per ripartire velocemente, e proprio odorando qualcosa i gruppuscoli valsusini con l’appoggio dei centri sociali e degli anarchici hanno cercato di ridare fiato alla guerriglia contro il cantiere. La seconda opera è il rapido avvio del cantiere della linea 2 della metropolitana, non fra 4 anni. La terza è la città della salute. Tutte opere, mi pare, nella linea prevista dai fondi europei.

Le elezioni cittadine dietro l’angolo devono essere l’occasione per valutare la capacità progettuale e di realizzazione degli amministratori presenti e futuri. Sperando che i candidati a sindaco abbiano la caratura che deve avere il sindaco di una grande area metropolitana, con una economia internazionalizzata , ma in difficoltà.
Bisogna attirare investitori da altre regioni e dall’estero, non diventare il dormitorio dell’aera milanese, non farsi scippare, come in passato è successo con CRT e San Paolo, importanti attività economico finanziarie.

Troppi fallimenti e velleità , fino ad ora: Che risultati ha portato a casa il Centro estero per l’internazionalizzazione del Piemonte? Che volano di sviluppo è stata TNE ( Torino nuova economia) che doveva rivitalizzare 300 mila metri quadrati di aree ex industriali? E la scommessa persa del polo fieristico- congressuale del Lingotto?
Quali e quante start up sono cresciute fino a diventare aziende?

Una città che deve avere anche l’ambizione di rilanciare la sua vocazione internazionale: che fine ha fatto, ad esempio, la candidatura per portare a Torino una delle tre sedi del Tribunale Europeo del Brevetti ( a cui si è candidata anche, come al solito, l’onnivora Milano)? Saprà il sindaco far valere le ragioni di Torino e la vicinanza con il ministro degli Esteri?
Speriamo nei 70 enni rampanti: Giorgio Marsiaj, nuovo presidente dell’Unione industriale, di Torino con alle spalle una storia imprenditoriale importante; Giovanni Quaglia, Presidente Fondazione CRT, dinamico ex presidente della Provincia di Cuneo poi alto manager nel settore bancario e autostradale, grande elemosiniere della città; Alberto Lavazza, presidente dell’omonimo marchio alimentare conosciuto in tutto il mondo.

Mi fermo: vorrei che di queste cose si discutesse e su di esse i cittadini valutassero la capacità dei futuri amministratori. Basta con i voti di protesta, meglio voti di proposta.

IBIS

Dal Comune di Chieri fondi per i tirocini

Le domande devono essere presentate entro il 25 agosto. Virelli: “Da 17 aziende aderenti siamo passati a sette: a dimostrazione della gravità della crisi ”

Il Comune di Chieri, in collaborazione con Agenzia Piemonte Lavoro-Centro per l’impiego di Chieri, ha approvato e finanziato con 20.220 euro il progetto «WORKHIERI», iniziativa finalizzata a favorire l’inserimento al lavoro di cittadini chieresi inoccupati o disoccupati, di età compresa tra i 18 e i 45 anni, attraverso l’attivazione di tirocini da scolgersi presso aziende del chierese.

«WorKhieri è un intervento di politica attiva del lavoro finalizzato ad incrementare l’occupabilità dei nostri cittadini attraverso l’attivazione di 12 tirocini. L’indennità mensile di partecipazione al tirocinio sarà di 600 euro per i tirocini full-time di 40 ore settimanali e di 300 euro per quelli part-time di 20 ore settimanali. Come amministrazione comunale finanzieremo le indennità per i primi 3 mesi, mentre saranno le aziende a finanziare gli eventuali ulteriori 3 mesi. Il Comune finanzierà poi la formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso un corso di quattro ore», spiega l’assessore alle Politiche del lavoro e alle Politiche sociali Raffaela VIRELLI.

«Purtroppo, inizialmente al progetto avevano aderito 17 aziende ma dopo l’emergenza sanitaria si sono ridotte a sette-aggiunge l’assessore Raffaela VIRELLI-Alcune hanno personale in cassa integrazione, quindi non possono avviare tirocini, altre hanno chiuso. Anche questo è un segnale della grande difficoltà del tessuto produttivo locale, che ci fa temere il peggio per l’autunno».

Per partecipare occorre

  • prendere visione delle attività offerte sul sito del Comune di Chieri

https://www.comune.chieri.to.it/attivita-produttive-lavoro/worKhieri (oppure presso lo Sportello Unico del Comune di Chieri o il Centro per l’Impiego di Chieri in via Vittorio Emanuele II, n. 1);

Saranno le aziende aderenti a scegliere tra i candidati.

I tirocini verranno avviati alla fine del mese di settembre 2020.

 

Il grande accordo di Bruxelles: cosa accadrà?

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Le decisioni prese a Bruxelles dal Consiglio europeo dopo quattro giorni di discussioni non possono essere valutate oggi. Certamente può esaltarle, considerandole storiche, il presidente del Consiglio che ha rivelato indubbiamente una certa capacità che  non era così scontata; possono considerale un traguardo determinate forze politiche, mentre le opposizioni possono legittimamente essere critiche e sospettose, anche se le parole di Salvini appaiono ancora una volta eccessive.

Stupisce che il Presidente della Repubblica abbia espresso il suo pubblico plauso  al Presidente del Consiglio, instaurando un precedente che, in termini istituzionali, non ci piace. Credo che il presidente Conte debba al più presto riferire in Parlamento e quindi al Paese della sua missione europea. Conte certamente si è giocato tutto a Bruxelles, ma solo quando si passerà, nel 2021 inoltrato, a ricevere i fondi europei a titolo di prestito e a titolo di aiuti a fondo perduto (più i primi che i secondi) sarà possibile valutare in concreto se l’Italia ha fatto un buon affare.
Oggi bisogna augurarci  per il bene dell’Italia che a Bruxelles Conte abbia avuto successo, ma non ci sono certezze in proposito. All’indomani della trattativa europea emergono anche preoccupazioni sulle condizionalità connesse agli aiuti e ai prestiti. È un tema che va approfondito e chiarito subito perché l’esempio della Grecia commissariata e sfruttata dai vertici europei non si può dimenticare. L’Italia è oggi prostata dal Covid 19 e da una crisi economica che può distruggerci. I fondi europei arriveranno il prossimo anno. Si pone il problema di come affrontare i problemi dell’oggi e dell’autunno prossimo.Qui il governo rivela molta improvvisazione e tanta intempestività. Molte imprese sono state abbandonate a se’ stesse, il turismo sta boccheggiando in modo allarmante e il governo non è riuscito a far qualcosa di concreto per affrontare la crisi con il rilancio dell’economia. La politica dei sussidi non può certamente rivitalizzare  il Paese, ma può  solo creare dei nuovi poveri alle dipendenze dello Stato padrone . Molte scelte economiche, da Alitalia ad Autostrade, rivelano un nuovo statalismo, in alcuni casi assistenziale. L’esatto opposto di un’economia liberale. Con queste premesse sarà difficile usare i fondi europei nel modo giusto perché certi pregiudizi ideologici continueranno a pesare. Da europeista convinto da sempre ,non mi ritengo soddisfatto di quanto e’ stato deciso a Bruxelles. Non è una pagina storica perché  ci rivela un’Europa divisa e gretta, persino un’Europa che passa sopra al fatto che Orban ha travalicato le regole europee della democrazia liberale. E’ un’Europa migliore rispetto a quella che abbiamo visto negli ultimi anni, ma un’Europa lontanissima da quella sognata dai padri fondatori. Mancano i grandi statisti europei e dobbiamo accontentarci di surrogati. Merkel al posto di Adenauer, Conte al posto di De Gasperi sono segni evidenti di un  forte degrado della politica. Ed anche le versioni al femminile dell’ Europa non sono purtroppo delle soluzioni salvifiche  ai gravi problemi che  ci troviamo di fronte. Anche questo si è visto a Bruxelles negli ultimi giorni che andranno valutati sulla lunga distanza e non certo oggi.Oggi vale la sospensione di giudizio, quella che i Greci chiamavano Epoke’. Una sospensione critica perché ci sono comunque elementi allarmanti per il futuro che si vedono già oggi. Non appare neppure chiaro se vorranno o meno richiedere il Mes , una questione che divide il Governo e che appariva molto importante ed oggi è stata derubricata come secondaria. Anche in questa direzione le idee appaiono piuttosto confuse , malgrado riguardino la spesa sanitaria.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Eventi e gestione, i contributi alle enoteche regionali

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e cibo Marco Protopapa, ha approvato la delibera con la quale vengono assegnati 100 mila euro di contributi complessivi per l’annualità 2020 e altri 100 mila euro per il 2021 per sostenere le spese di funzionamento, di gestione e lo svolgimento dell’attività istituzionale delle Enoteche regionali del Piemonte.

Attraverso questo provvedimento la Giunta interviene a favore delle Enoteche regionali, 15 dislocate in tutto il territorio piemontese e riconosciute dalla Legge regionale 37/1980, considerata la difficile situazione economica determinata dall’epidemia da Coronavirus che ha investito il settore agroalimentare e ricettivo, con la chiusura delle attività e delle Enoteche stesse.

“Dalla Regione è in arrivo un aiuto finanziario alle Enoteche regionali con una continuità di due anni – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Protopapa – affinché possano riprendere le attività di promozione e valorizzazione dei nostri vini di qualità Doc e Docg e dei prodotti enogastronomici legati al territorio locale. Le Enoteche hanno assunto un ruolo di riferimento sul proprio territorio in diversi ambiti, e non solo rappresentano i produttori locali e i prodotti di qualità, ma rappresentano i l territorio di riferimento dal punto di vista turistico e culturale”.

Poste italiane per lo sviluppo socioeconomico torinese

Nelle regioni dell’Area Nord Ovest (Lombardia, Piemonte, Valle D’Aosta e Liguria) generati tramite i fornitori oltre 1 miliardo di PIL, 16 mila posti di lavoro e circa 450 milioni di euro di reddito

A Torino e provincia circa 4500 dipendenti tra personale di staff, operatori dei 420 uffici postali e dei 42 centri di distribuzione della corrispondenza e dei pacchi

Oltre 1 miliardo di euro di Prodotto Interno Lordo, 16mila posti di lavoro e circa 450 milioni di reddito distribuiti ai lavoratori impiegati nel sistema economico. È questo l’impatto economico generato nel 2019 dai fornitori italiani utilizzati da Poste Italiane nell’Area Nord Ovest (Lombardia, Piemonte, Val D’Aosta e Liguria), prima area in Italia delle 6 complessive nella creazione del valore. Il Bilancio Integrato 2019 di Poste Italiane per la prima volta, contiene un modello di stima degli impatti economici prodotti complessivamente dall’Azienda in ogni singolo territorio e fornisce una chiara fotografia di una realtà centrale nel Paese, che grazie al lavoro dei suoi 128mila dipendenti riesce a creare valore economico a livello locale e nazionale, producendo ricchezza e occupazione non solo attraverso il proprio business ma anche attraverso il coinvolgimento di una catena di fornitori locale.
Anche in provincia di Torino, Poste Italiane incide in modo diretto e indiretto a generare sviluppo dell’economia locale attraverso il coinvolgimento delle imprese in una molteplicità di settori come ad esempio quello dell’edilizia, della manutenzione, della sicurezza, della logistica, delle nuove tecnologie, dell’impiantistica.
Significativi, in questo senso, sono stati i recenti numerosi interventi straordinari effettuati in provincia di Torino nell’ambito del progetto “Piccoli Comuni”. Oltre alla oggettiva valenza sociale, tali iniziative hanno generato reddito e lavoro per le imprese locali attraverso l’attivazione del servizio Wi-Fi gratuito negli uffici postali; la realizzazione di opere di “decoro urbano”, effettuate nei piccoli comuni e frazioni, in particolare con il restyling e l’installazione ex novo delle cassette postali; l’abbattimento delle barriere architettoniche; le nuove installazioni degli ATM Postamat nonché le sostituzioni degli stessi con modelli più evoluti e con un livello di sicurezza più elevato.
A livello occupazionale, nel torinese Poste Italiane impiega complessivamente circa 4500 risorse di cui circa il 47% sono impegnate nel settore “Mercato Privati”, che comprende la rete degli uffici postali e circa il 53% del personale in “Posta, Comunicazione e Logistica”, struttura che gestisce il recapito di corrispondenza e pacchi. Oltre agli impatti diretti legati strettamente all’attività economica del Gruppo, il business di Poste italiane, dunque, richiede l’acquisto di beni e servizi prodotti da altre imprese (generando impatti indiretti e indotti) e consente alle famiglie che hanno ricevuto un reddito grazie al lavoro svolto per l’Azienda e i suoi fornitori di acquistare nuovi beni e servizi (generando impatti indotti). Nel 2019, ad esempio, l’Azienda ha acquistato beni e servizi da circa 2.300 piccole e medie imprese, per un valore totale di 1.2 miliardi di euro, oltre il 48% degli acquisti totali da fornitori italiani. In generale, sempre nel 2019, le attività operative del Gruppo hanno avuto impatti diretti, indiretti e indotti sull’economia italiana pari a circa 12,5 miliardi di euro di Prodotto Interno Lordo, coinvolgendo complessivamente circa 189mila lavoratori con una distribuzione di redditi per un totale di 7,5 miliardi di euro.

La Vigna della Regina di Torino protagonista su “Forbes”

Forbes, la prestigiosa rivista americana di economia e attualità, ha dedicato, nell’edizione online, un ampio articolo alla Vigna della Regina di Torino e alla Rete delle vigne urbane

(  https://www.forbes.com/sites/catherinesabino/2020/07/16/what-you-should-know-about-italys-rare-and-surprising-vineyards/#a5299203d96b). 

All’interno della sezione Lifestyle, Forbes presenta la Vigna della Regina, e l’adiacente ViIla della Regina, come un gioiello italiano sorprendente e tutto da scoprire. Ne racconta la storia lunga 400 anni, con una particolare attenzione al grande lavoro effettuato dall’azienda vitivinicola Balbiano per ridarle nuova vita e riportarla all’antico splendore, e ne descrive la bellezza, consigliandola come meta turistica da non perdere durante un viaggio in Italia.
L’articolo si conclude raccontando la neonata URBAN VINEYARDS ASSOCIATION, Rete delle vigne urbane istituita nel 2019 proprio a Torino grazie a un’idea di Luca Balbiano e che oggi coinvolge, oltre Vigna della Regina, anche Clos Montmartre di Parigi, la Republique des Canuts di Lione,  la Vigna di Leonardo di Milano, i Vigneti della Laguna di Venezia, San Francesco della Vigna di Venezia, i Vigneti Senarum Vinae di Siena, la Vigna del Gallo di Palermo, e che presto ne accoglierà altre.