ECONOMIA- Pagina 388

Al via la piattaforma di accesso al bonus turismo

Da lunedì 20 luglio sarà possibile iniziare a richiedere il contributo riservato alle strutture ricettive

 

Dalle 9 di lunedì 20 luglio sarà possibile presentare le richieste di accesso al Bonus Turismo, riservato alle strutture ricettive imprenditoriali piemontesi, direttamente nell’area del sito della Regione Piemonte (www.regione.piemonte.it).

Tutte le strutture riceveranno una e-mail con tutte le istruzioni per procedere al caricamento.

L’accesso alle procedure avverrà mediante l’accreditamento con identità digitale Spid o con altri certificati digitali. Inoltre sarà indispensabile fornire, per permettere la corretta identificazione della struttura richiedente, il codice identificativo tratto dalla piattaforma di comunicazione dei flussi turistici (Ross 1000).

Il caricamento delle domande avverrà in ordine alfabetico, a partire dalle ore 9 di lunedì 20 luglio, secondo il seguente calendario: Lettera A-C, Lunedì 20/07; Lettera D-F, Martedì 21/07; Lettera G-I, Mercoledì 22/07; Lettera L-N, Giovedì 23/07; Lettera O-Q, Venerdì 24/07; Lettera R-T, Lunedì 27/07; Lettera U-Z, Martedì 28/07.

Il Bonus Turismo sostiene la ripartenza del settore alberghiero ed extralberghiero e sarà erogato a ogni singola impresa e per ogni struttura ricettiva.
È cumulabile con altri sostegni di natura economica e, pur non essendo richiesta la rendicontazione, sarà necessario conservare i giustificativi delle varie spese sostenute (sanificazione, acquisto di attrezzature e dispositivi per eventuali situazioni di emergenza sanitaria, interventi funzionali).

Il Bonus Turismo ha una dotazione economica di 10.730.000 euro da distribuire come contributo a fondo perduto a seconda delle dimensioni e della classificazione delle strutture alberghiere ed extralberghiere. I contributi varieranno da 1.800 a oltre 9.000 euro per gli hotel, da 2.000 a 2.600 euro per case vacanze, ostelli e Cav residence, da 3.300 a 5.300 euro per campeggi e villaggi turistici, ed è di 1.300 euro per affittacamere, agriturismi, alloggi vacanze e country house, 650 euro per i bed & breakfast imprenditoriali.

“Con questa misura – commenta l’assessore al Turismo Vittoria Poggio- si va a completare l’operazione a 360 gradi prevista per il piano Riparti Turismo perché il Piemonte vive di turismo e questo piano deve e vuole essere un rilancio della sua immagine e del suo brand. Sono certa che i turisti saranno sempre più attratti dai nostri splendidi territori, dalle colline del Monferrato e delle Langhe fino ai suggestivi paesaggi dei laghi e delle montagne”.

Per informazioni è possibile rivolgersi alla casella e-mail con indirizzo: bonus.turismo@regione.piemonte.it.

Giulia Maria tra i due Cederna 

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Ci sono ottimi motivi per esaltare, come è stato fatto, l’opera di Giulia Maria Crespi come fondatrice del FAI, che è un’ importante istituzione a tutela dell’ambiente. Il FAI si è identificato con la Crespi che è  rimasta  Presidente onoraria a vita. La sua è  stata una vita spesa per nobili e grandi ideali. Questo resta il bilancio finale di una lunga esistenza che è arrivata vicina  al secolo.

Fu anche una delle protagoniste di “Italia nostra“, associazione assai  importante nella storia della cultura italiana. Antonio Cederna sul “Mondo“ di Pannunzio fu l’anticipatore coraggioso di quelle battaglie a tutela del patrimonio paesaggistico, artistico ed ambientale. Giulia Maria credo si sia ispirata a Cederna.

Ma purtroppo era anche molto amica di Camilla Cederna, una penna radical – chic che fece molti danni: dalla diffamazione del commissario Calabresi a quella nei confronti di un galantuomo come il Presidente Giovanni Leone, che fu costretto a dimettersi per le falsità scritte da Camilla che tardivamente venne condannata per diffamazione.

La vita di Giulia Maria, si potrebbe dire, è  stata giocata tra i due Cederna. Per un certo periodo ha prevalso Camilla rispetto ad Antonio, poi l’eredità di Antonio ha preso il sopravvento. Io sono stato associato sia di “Italia nostra“, sia del FAI e debbo dire che mi sono sempre sentito un pesce fuor d’acqua perché ho sempre  colto la prevalenza di uno snobismo fastidioso che non mi e’ mai piaciuto. E infatti non mi sono più associato a conventicole formate da persone che si ritengono a priori detentori di tutte le verità dell’universo e vogliono far pesare la loro  presunta superiorità.

La Crespi andrebbe anche ricordata come editore del “Corriere della Sera“. Nel 1968 chiamò a dirigere il giornale l’allora “socialdemocratico saragattiano “Giovanni Spadolini con una  scelta avveduta. Ma quando davanti al “Corriere “ cominciarono le contestazioni e le violenze sessantottine con la partecipazione anche dell’editore -guerrigliero Gian Giacomo Feltrinelli, amico della Crespi, l’editore cercò di liberarsi di Spadolini che per altro non era certo un uomo molto  coraggioso . Gli venne inflitto un licenziamento in parte “concordato“ ( il rapporto venne interrotto con un anno di anticipo rispetto al contratto )nel 1972 che consentì al direttore del “Corriere “ di intraprendere una sfolgorante carriera politica nel PRI che lo porterà alla Presidenza del Consiglio e del Senato .

Spadolini aveva denunciato i pericoli insiti nell’estremismo di sinistra senza mezzi termini  , forse unico direttore di giornale in Italia. Quelle posizioni non piacevano ai salotti frequentati dalla Crespi che stravedevano per Mario Capanna ed i suoi amici. La Crespi scelse come nuovo direttore Piero Ottone che proveniva dal “Secolo XIX “dove aveva mantenuto un atteggiamento equilibrato . Giunto al “Corriere”,  Ottone si lasciò guidare dal comitato di redazione formato da faziosi e intolleranti giornalistini , come li definiva Giovanni Giovannini. Egli spostò a sinistra il giornale , comprimendo la libertà di espressione di giornalisti come Indro Montanelli, colpevole di aver scritto un ritratto corrosivo di Camilla Cederna. Montanelli, licenziato in tronco da Ottone, con altri importanti giornalisti usciti dal “Corriere” diede vita al “Giornale “ nel 1974.   In quello stesso anno la Crespi cessò di occuparsi del giornale che venne venduto ad Angelo Rizzoli, quello che, accusato di essere piduista, avrebbe mandato allo sbando il quotidiano di via Solferino. Montanelli definì la Crespi una “dispotica guatemalteca“.

Sembra – ma non ci sono certezze – che la Crespi, a sua volta,  abbia brindato alla notizia del ferimento di Montanelli da parte delle Br.

La Crespi, malgrado fosse espressione dell‘alta  borghesia lombarda, ad un certo punto, si lasciò attrarre dalle ubriacature ideologiche del ‘68 e cercò attraverso il giornale di sua proprietà di traghettare la borghesia italiana verso posizioni di netta apertura alla sinistra. Fu una scelta che va rispettata e che fu in netto contrasto con la storia del “Corriere“.

Dalla  “gran lombarda” che fu la prima donna editore di un grande giornale, sia pure non per meriti personali, e  fu la fondatrice di grandi realtà come il FAI, una testimonianza vivace ed importante anche se molto discussa. In tempi recenti la Crespi aveva anche simpatizzato per la giovane ambientalista Greta.

La sua è stata una vita non banale. Avrebbe potuto godere in tranquillità della sua ricchezza ed invece volle “entrare nell’agone”, mettendosi in discussione e fare delle scelte. Difficilmente mi sono trovato in sintonia con lei i perché i radical – chic non mi sono mai piaciuti, soprattutto i ricchi che vorrebbero apparire poveri, ma non lasciano i loro avere agli altri come fece solo San Francesco d’Assisi. La Crespi però, creando il FAI, ha messo una parte della sua ricchezza a disposizione della comunità e di alti valori. Di questo dobbiamo esserle grati perché ha lasciato un’eredità importante  che resterà dopo di lei . La presidenza di Andrea Carandini e’ una garanzia assoluta di impegno e di serietà.
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Le regioni del Nord chiedono l’impegno del Governo per il trasporto ferroviario

Incontro a Canelli (At) degli Assessori ai trasporti di Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Verso l’eliminazione della documentazione inutile per i rimborsi agli studenti. Invocato l’intervento del governo per migliorare le linee interregionali.

Sburocratizzazione per i rimborsi e impegno ministeriale per migliorare il servizio ferroviario. Queste le principali istanze emerse dal primo incontro tra gli Assessori regionali dei trasporti del bacino padano, voluto dagli assessori del bacino padano e coordinato dall’assessore della Regione Piemonte Marco Gabusi.

Nel lungo incontro, tenutosi nei giorni scorsi  a Canelli (At), Graziano Pizzimenti Assessore della Regione Friuli-Venezia Giulia, Claudia Maria Terzi della Regione Lombardia, Giovanni Berrino della Regione Liguria, Elisa De Berti della Regione Veneto e Marco Gabusi della Regione Piemonte hanno affrontato diverse tematiche, a partire dalla gestione della Fase 2 e le problematiche ad essa connesse, per poi affrontare aspetti puntuali che interessano tutte le regioni del bacino padano. Tra questi, il tema dei rimborsi per gli studenti. «Non abbiamo ancora risposte da Roma alle nostre richieste di questi mesi rispetto ai rimborsi, ma certamente – sottolinea l’Assessore Gabusi – c’è una convergenza di idee sul fatto che non riteniamo necessaria l’autocertificazione per la richiesta di rimborso da parte degli studenti e degli universitari. Dato che le scuole e le università erano chiuse reputiamo che non si debba produrre nessuna documentazione. Questo per noi vuol dire eliminare la burocrazia quando non serve».

Altro tema caldo la gestione delle linee interregionali. «L’infrastruttura e il servizio devono essere sicuramente migliorati – riassume l’Assessore Gabusi –, ma non si devono lasciare le competenze esclusivamente alle Regioni come è stato fatto fino ad ora. Riteniamo infatti che si possa pensare anche a linee interregionali gestite dal Ministero delle infrastrutture. E crediamo che il governo debba fare uno sforzo ulteriore per implementare queste linee a livello ministeriale».
L’attenzione degli Assessori si è concentrata in particolare su alcune linee che interessano il Piemonte, la Liguria e la Lombardia. «Abbiamo fatto un focus su alcune linee portanti del territorio – evidenzia l’Assessore Gabusi -. Nello specifico, la Torino-Asti-Alessandria-Milano e la Genova-Milano necessitano di un’implementazione importante: daremo corso ad una fase di approfondimento sul miglioramento delle performance con tracce nuove che permetteranno un utilizzo migliore e un maggior numero di treni su questo tracciato».

Gli italiani decidono di rimanere in Italia durante le loro vacanze

 Nella seconda metà di luglio, secondo Jetcost. Sicilia, Emilia-Romagna, Sardegna, Campania e Lazio le regioni con il maggior numero di città tra le 35 destinazioni più ricercate Jesolo, Riccione, Capri, Favignana e Sorrento le cinque destinazioni preferite dagli italiani


Finalmente gli italiani sono di nuovo pronti a partire per le vacanze e le mete nazionali si dimostrano le più gettonate e ricercate dai turisti, anche da quelli stranieri. In generale, durante il mese di luglio si tende a viaggiare “in casa”, a percorrere distanze relativamente brevi e a scegliere alloggi semplici che offrono qualità e, naturalmente, sicurezza.

Il motore di ricerca di hotel e voli www.jetcost.it ha rilevato che le ricerche di alloggi per la seconda metà di luglio sono triplicate rispetto alla prima parte del mese, quando c’era ancora un po’ di incertezza e paura tra i viaggiatori. Quasi 8 utenti su 10 (77%) hanno cercato destinazioni nazionali, solo il 23% ha scelto destinazioni europee. In termini di preferenze, sembra che gli italiani adesso abbiano voglia di sole e spiagge, come si evidenzia dalle destinazioni predilette nelle loro ricerche con queste caratteristiche (71%); sono meno quelli che scelgono destinazioni nell’entroterra (29%)La Sicilia con cinque destinazioni, seguita da Emilia-Romagna e Sardegna con quattro sono state le regioni con il maggior numero di località tra le 35 più ricercate per la seconda metà di luglio.

Jetcost.it analizza regolarmente le ricerche effettuate attraverso il suo sito web, in modo da ottenere dati molto affidabili in quanto si tratta di vere e proprie ricerche e non di sondaggi. I dati che analizzano i risultati delle ricerche di alloggi tra il 15 e il 31 luglio indicano che, oltre a Sicilia, Emilia-Romagna e Sardegna, altre regioni sono state molto ricercate: la Campania e il Lazio hanno tre localitàla Puglia, il Friuli-Venezia Giulia, la Liguria e la Toscana seguono con due e il Veneto, l’Alto Adige e la Calabria con una.

Le città italiane più ricercate per la seconda metà di luglio:

1. Jesolo (Friuli-Venezia Giulia)
2. Riccione (Emilia-Romagna)
3. Capri (Campania)
4. Favignana (Sicilia)
5. Sorrento (Campania)
6. Cesenatico (Emilia-Romagna)
7. Roma (Lazio)
8. Ischia (Campania)
9. Alassio (Liguria)
10. Capalbio (Toscana)
11. Catania (Sicilia)
12. Palermo (Sicilia)
13. Alghero (Sardegna)
14. Gallipoli (Puglia)
15. Porto Cesareo (Puglia)
16. Olbia (Sardegna)
17. Lampedusa (Sicilia)
18. Portofino (Liguria)
19. Rimini (Emilia-Romagna)
20. Cervia (Emilia-Romagna)
21. Ponza (Lazio)
22. Lignano Sabbiadoro (Friuli-Venezia Giulia)
23. Caorle (Veneto)
24. Cagliari (Sardegna)
25. Tropea (Calabria)
26. San Vito lo Capo (Sicilia)
27. San Teodoro (Sardegna)
28. Moena (Alto Adige)
29. Firenze (Toscana)
30. San Felice Circeo (Lazio)

Un portavoce di Jetcost ha dichiarato: “A poco a poco gli italiani stanno ritrovando il coraggio di viaggiare, anche se ancora con cautela; sono infatti le destinazioni nazionali a essere quelle più ricercate per le vacanze nella seconda metà di luglio, una buona notizia d’altra parte per gli albergatori e i ristoratori, proprio ora che tutto il settore del turismo è in forte difficoltà e ha bisogno di ripartire. Abbiamo registrato un aumento del 188% delle ricerche rispetto alla prima metà di luglio, segno che la gente sta mettendo da parte i timori iniziali e sta prendendo dimestichezza con le misure di sicurezza, fidandosi di quelle adottate dalle strutture e dagli stabilimenti. Le destinazioni balneari sono chiaramente preferite, con sette turisti italiani su dieci in cerca di sole, sabbia e mare rispetto alle destinazioni interne. La Sicilia è stata una delle regioni più ricercate con cinque località tra le 35 preferite per trascorrere queste vacanze, seguita da Emilia-Romagna e Sardegna con quattro e da Campania e Lazio con tre. Da Jetcost incoraggiamo tutti gli italiani a godersi queste meritate ferie dopo i sacrifici fatti durante i mesi peggiori della pandemia”.

Sanità privata: accordo per il rinnovo del contratto di lavoro

 L’Assessore regionale alla sanità Luigi Icardi assicura il proprio impegno in favore del rinnovo del contratto degli operatori della sanità privata ringrazia il sistema privato per l’aiuto durante la pandemia. Si è aperta così l’assemblea degli imprenditori della sanità associati all’AIOP – l’organizzazione datoriale aderente a Confindustria che in Piemonte raggruppa 38 strutture – che si è tenuta al Circolo di Lettura di Tortona (AL) nella zona che più di ogni altra in Piemonte è stata colpita dall’emergenza. Qui è nato il primo ospedale Covid della Regione.

C’è grande attesa per il patto nazionale che vale 300 milioni di euro, dei quali la metà sono in carico alle RegioniPer la prima volta il sistema pubblico sosterrà il contratto di lavoro che gli operatori della sanità privata attendono di poter rinnovare da 13 anni. «L’accordo non è in discussione – ha dichiarato Icardi – è un impegno che vogliamo portare avanti e mercoledì ci sarà l’audizione in conferenza degli assessori regionali alla sanità per sollecitare le Regioni che devono ancora sottoscriverlo».

In tema di pandemia, Icardi ha ricordato il grande lavoro che è stato fatto nella generale incertezza scientifica e ha ringraziato il sistema sanitario privato «che ci è venuto in soccorso durante l’emergenzaIl territorio non era strutturato, ora siamo più forti, ma il Piemonte deve essere orgoglioso della risposta che la rete ospedaliera ha saputo dare».

Durante l’assemblea Giancarlo Perlapresidente di AIOP Piemonte ha confermato l’impegno del privato al fianco del sistema pubblico «Noi ci siamo – ha detto –, ad Alessandria come su tutto il territorio regionale e italiano. Abbiamo riconvertito le nostre strutture durante le fasi più critiche della pandemia. Per il futuro siamo a disposizione. Affrontiamo un autunno incerto. I cittadini subiscono il ricatto della paura e non si avvicinano alle strutture private anche se non sono state Covid. Rinnoviamo il nostro invito all’assessore a sostenerci».

Dal dibattito è emerso il quadro di una grande integrazione, evidenziata anche da Valter Galante dell’Asl di Alessandria che ha spiegato come durante la pandemia ci sia stata «una svolta, un salto di livello nel lavoro portato avanti da sanità priva e pubblica insieme. Soprattutto nell’alessandrino, un territorio vicino ai focolai peggiori d’Italia, Lombardia e Emilia».

«Non è un caso infatti – aggiunge ancora l’assessore – che abbiamo chiesto che la rendicontazione delle spese della sanità privata venga erogata in base ai costi reali sostenuti e non secondo il tariffario di riferimento ormai superato».

Presenti all’assemblea AIOP i maggiori esponenti della sanità privata regionale e nazionale. Oltre ai vertici di AIOP Piemonte, all’assessore Luigi Icardi, al direttore regionale sanità Fabio Aimar, hanno partecipato Federico Chiodi, Sindaco di Tortona, Gabriele Pelissero, dell’Aiop Nazionale, Ettore Sansavini, Presidente Gvm Care e Research, uno dei gruppi più importanti in Italia, Rossana Boldi, Vice Presidente della Commissione Affari Sociali, Luigi Vercellino, Direttore Amministrativo Asl Alessandria, Fabio Marchi, presidente commissione sanità Confindustria Piemonte.

Vacanze, il “voucher Piemonte” piace ai turisti

In una settimana venduti più di 1000 pacchetti che offrono  tre notti al prezzo di una: già attivati oltre 6 mila pernottamenti 

 

A una settimana dal suo avvio il voucher vacanza della Regione Piemonte incassa il gradimento dei turisti che in soli 7 giorni hanno acquistato più di 1000 pacchetti per trascorrere tre notti in Piemonte al prezzo di una. Tra i territori più richiesti c’è il Lago Maggiore con oltre 200 voucher venduti e 50 settimane di vacanza prenotate, ma successo anche per le colline Unesco di Langhe e Monferrato , le montagne cuneesi e per la città di Torino con le sue valli , tutti con più di 200 voucher venduti o già opzionati. Ad apprezzare l’iniziativa sono stati gli stessi piemontesi , ma anche turisti in arrivo principalmente da Lombardia, Liguria, Veneto e anche dall’estero, in particolare Svizzera e Francia Considerato che i voucher venduti riguardano quasi tutti camere doppie , i turisti attratti sono quindi già più di 2 mila , con una ricaduta complessiva di oltre 6 mila pernottamenti prenotati in meno di una settimana .

 

«Abbiamo lanciato la promozione venerdì scorso e già nel weekend sono arrivati i primi turisti – sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio , il vicepresidente Fabio Carosso e l’assessore al Turismo, Cultura e Commercio Vittoria Poggio – . I voucher funzionano perché offrono un vantaggio immediato e consistente a chi li acquista e allo stesso tempo immettono risorse reali e istantanee nel nostro sistema turistico e ricettivo, che è uno dei settori più colpiti dalle conseguenze dei mesi di lockdown. Adesso che siamo ripartiti, però, il Piemonte è pronto ad accogliere i turisti di ogni parte del mondo con la sua ospitalità “singolare”, come dice il claim della nostra campagna di promozione. Significa la certezza di una vacanza in sicurezza in luoghi unici e dalla bellezza suggestiva e mai scontata». 

 

Circa 400, ad oggi, le strutture ricettive che hanno aderito su tutto il territorio piemontese all’iniziativa della Regione Piemonte (hotel, B&B, campeggio, alloggio, agriturismo). Tra le tipologie più richieste dai turisti, nella prima settimana, ci sono gli agriturismi con piscina.
In generale, considerato il prezzo medio di 90 euro a notte per una camera doppia, il valore dei voucher acquistati finora è di oltre 90 mila euro , che moltiplicato per tre porta il valore complessivo dei pacchetti venduti a circa 300 mila euro . Per ogni notte acquistata dal turista, infatti, altre due vengono offerte dal territorio: una dalla Regione e l’altra dalla struttura ricettiva stessa.

 

Il voucher vacanze del Piemonte è frutto di un importante lavoro di squadra voluto e realizzato dalla Regione Piemonte in sinergia con VisitPiemonte (la società in house per la valorizzazione del territorio che ha curato lo sviluppo della campagna) e in collaborazione con Unioncamere, tutte le Agenzie Turistiche Locali , le Camere di commercio e i Consorzi turistici del Piemonte sotto la regia della Federazione dei Consorzi turistici della Regione Piemonte – Piemonte Incoming. 

 

«In questi giorni abbiamo riscontrato un incremento delle strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere che stanno aderendo alla promozione – evidenzia Andrea Cerrato presidente di Piemonte Incoming – . Gli operatori hanno capito che il voucher attivato dalla Regione non è un credito di imposta, come quello dello Stato, ma sono entrate di cassa immediate. E questo sta producendo molto interesse e una ricaduta immediata sul nostro settore».

 

I voucher potranno essere acquistati fino al 31 agosto 2020, ma saranno utilizzabili fino al 31 dicembre 2021 . Tutte le info relative su www.visitpiemonte.com

Un video in lingua per spiegare la raccolta differenziata

 Da oggi Amiat Gruppo Iren insieme alla Città di Torino e alla Circoscrizione 7, mette in campo un nuovo progetto di comunicazione multimediale in lingua, del tutto innovativo ed espressamente dedicato ai cittadini stranieri che hanno ancora una scarsa conoscenza dell’italiano.  

L’obbiettivo del progetto è fornire un ulteriore supporto informativo alle corrette modalità di raccolta differenziata, valorizzando le skills comunicative dei dipendenti dell’azienda, di origine straniera, che svolgono quotidianamente mansioni operative

 

In questa prima fase del progetto, sulla base delle istanze del territorio ed in particolare della Circoscrizione 7, si sono privilegiate le lingue più parlate nella aree cittadine in cui si rilevano maggiori difficoltà nella corretta gestione dei rifiuti, come ad esempio la zona Aurora.

 

Per questo motivo, poco prima dell’emergenza Coronavirus, sono stati realizzati due brevi sketch video in francese e in arabo con sottotitoli in italiano, quindi comprensibili da tutti.

 

“Seguire corrette modalità nella raccolta differenziata dei rifiuti è indispensabile per far funzionare al meglio il servizio e ottenere risultati positivi. Sotto questo profilo – dichiara l’Assessore all’Ambiente, Alberto Unia – assicurare a tutti i cittadini la possibilità di comprendere in modo chiaro quali siano le regole a cui attenersi risulta non solo importante, ma fondamentale. Per questo motivo l’adozione di iniziative e la messa in campo di strumenti che consentono di superare le difficoltà linguistiche, come il nuovo progetto di comunicazione multimediale lanciato da Amiat, assume un grande valore sia per coloro che fruiscono del servizio, sia per chi lo organizza e lo gestisce.

Gli operatori Amiat parlano direttamente alla videocamera, a tu per tu con i propri connazionali residenti a Torino, e mostrano come fare bene la raccolta differenziata tramite semplici esempi pratici e fornendo indicazioni sugli strumenti cartacei e digitali a disposizione del cittadino per risolvere ogni dubbio.”

 

I video sono visibili sul canale youtube Iren https://www.youtube.com/GruppoIren e sulla pagina FB di Amiat e del Gruppo Iren. Grazie alla collaborazione di diverse associazioni culturali verranno diffusi ai cittadini stranieri attraverso canali social e siti web.

 

Ma non è finita qui. Amiat prevede di registrare in futuro nuovi video, con il coinvolgimento di altri dipendenti di origini straniere che, parlando in ulteriori altre lingue, prime fra tutte l’inglese ed il rumeno, illustreranno ai loro connazionali le corrette modalità di conferimento dei rifiuti.

 

“Questa iniziativa – afferma il presidente di Amiat Gruppo Iren, Christian Aimaro – rientra in un più ampio piano di coinvolgimento e valorizzazione dello straordinario capitale umano di Amiat e del Gruppo Iren. Già nel corso del 2019, anno in cui Amiat ha festeggiato i suoi primi 50 anni, con un ricco programma partecipativo, abbiamo coinvolto molti nostri dipendenti in attività non strettamente legate alla propria mansione quotidiana. Questo ci ha permesso di scoprire come molti colleghi disponessero di non comuni qualità artistiche, comunicative ed espressive. Abbiamo quindi deciso di valorizzare questi aspetti, soprattutto per coinvolgere nei corretti comportamenti di differenziazione dei rifiuti quei cittadini che per difficoltà linguistiche e culturali trovano ancora difficoltà a comprendere le modalità di raccolta previste in città”.

 

“Siamo convinti – dichiara Luca Deri, Presidente della Circoscrizione 7 – che oltre al materiale cartaceo in lingua sia necessario anche un video in lingua che potrà essere veicolato tramite i social network ai diretti interessati. Dobbiamo anche sottolineare come le varie Associazioni dei Migranti siano state molte attive a diffondere il materiale informativo relativo alla raccolta differenziata “Porta a Porta” e siamo convinti che anche per questa iniziativa collaboreranno con l’Amministrazione Civica.

 

 

Acquedotto Monferrato rinnova presidente e vice

DAL PIEMONTE / Si è svolta venerdì l’Assemblea del Consorzio dei Comuni per l’Acquedotto del Monferrato a Moncalvo.

Nell’occasione sono stati rinnovati il presidente ed il vice presidente dell’Assemblea, nella persona, rispettivamente, di Andrea Gavazza, sindaco di Cavagnolo e di Mauro Castelli, sindaco di Verrua Savoia.

Successivamente l’assemblea ha provveduto all’approvazione del rendiconto che chiude con un utile di 409mila euro, illustrati dal presidente del consiglio di amministrazione, Aldo Quilico. Si è anche parlato delle ipotesi per arrivare ad un gestore unico dell’Ato prima del 2030 (anno previsto dalla normativa) che, al momento, non sembrano soddisfare lo stesso Quilico.

 

Imprese piemontesi per il ponte di Genova

Un ponte sostenibile e integrato con l’ambiente. Indipendente in molti periodi dell’anno dal punto di vista energetico, e meno invasivo possibile, quasi al limite della trasparenza, affinché i viaggiatori possano godere del paesaggio che si ammira sulla valle del Polcevera e da lì fino al mare.

Riuscire in questa sfida è stato il compito che il Gruppo Webuild, incaricato di realizzare il nuovo Ponte di Genova insieme a Fincantieri, ha affidato alla Bosco Italia, la società di Torino che installato i pannelli fotovoltaici, progettando e realizzando i relativi supporti, nonché le barriere frangivento in vetro che corrono per l’intera lunghezza del viadotto. Una delle 330 imprese che in Italia hanno partecipato a questa sfida.

«Abbiamo diviso il ponte su 1.535 campionature – racconta oggi Emanuele Marenco, presidente e amministratore delegato della Bosco Italia – sulle quali sono stati istallati tanto i pannelli fotovoltaici quanto i vetri frangivento».

I pannelli, che sono collegati alla rete impiantistica del ponte, accumulano energia durante il giorno e la rilasciano di notte così da garantire l’illuminazione del ponte, il funzionamento della segnaletica e anche quello dei sistemi di monitoraggio della struttura.

«Naturalmente i pannelli offrono il meglio delle loro prestazioni nei mesi estivi – spiega Marenco – anche se la posizione del ponte, vicino al mare, assicura una buona produzione energetica anche durante l’inverno».

Oltre ai pannelli solari, che proprio in questi giorni vengono montati a sbalzo lungo il viadotto, la Bosco Italia ha realizzato e montato le barriere frangivento, un altro elemento di quest’opera assolutamente unico.

«Le barriere – prosegue Emanuele Marenco – sono elementi eccezionali. Alte 2 metri e 30 centimetri, sono in grado di sostenere un peso di 280 kg per metro quadrato pur mantenendo la loro leggerezza e trasparenza. L’unicità di questi cristalli è quella di essere extra chiari, un prodotto tipico dell’arredamento di aeroporti».

Queste barriere assicurano una completa visibilità panoramica e offrono la percezione di trovarsi di fronte a una vetrata quasi inesistente se non fosse per la delicata serigrafia di strisce nere, posizionata per segnalare le barriere agli uccelli che dovessero sorvolare il ponte.

Per portare a termine questi lavori la Bosco Italia, nata 45 anni fa e specializzata proprio nel campo delle insonorizzazioni stradali e industriali, ha lavorato con ritmi elevatissimi, così come tutte le altre ditte impegnate nel cantiere.

«Rispetto ai tempi previsti inizialmente di 2 mesi – spiega Marenco – abbiamo dovuto contrarre a 5 settimane la conclusione degli allestimenti, un’impresa titanica che stiamo portando a termine proprio in questi giorni mettendo a lavoro quattro squadre divise in due turni, di giorno e di notte».

Nonostante la complessità del lavoro, i tempi stretti, la pressione per consegnare l’opera, anche per la Bosco Italia prendere parte alla costruzione del ponte è stata un’esperienza che non potrà essere dimenticata, come per le oltre 30 imprese del Piemonte che hanno collaborato alla costruzione del nuovo Ponte.

«Quando siamo saliti per la prima volta sull’impalcato – ricorda adesso Marenco – è stata un’emozione unica, che ha dato a me e a tutti i ragazzi che lavorano sul progetto una spinta in più. Per riuscire in questa impresa oltre alla volontà ci vuole uno stimolo superiore e l’idea di partecipare alla ricostruzione di un’opera così importante per Genova rappresenta proprio quello stimolo».

Edilizia e formazione: che fare per la ripartenza?

L’assessore Chiorino ha incontrato i rappresentanti del comparto, anch’esso colpito dall’emergenza Covid, ed ha ascoltato con molta attenzione le loro istanze: «Massima disponibilità a percorrere tutte le strade possibili per favorire le imprese e garantire la massima qualità della formazione».

Un «bollino verde» regionale in grado di certificare la qualità e la professionalità degli enti formatori e massimo sostegno al sistema edile, in particolare per quanto riguarda il tema della formazione, ragionando, fra le altre cose, anche su eventuali nuovi bandi formativi e su possibili incentivi fiscali.

E’ positivo l’esito del confronto  tra i rappresentanti di Formedil (Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia) Piemonte e l’assessore regionale alla Formazione e Lavoro Elena Chiorino. Alla riunione, oltre all’assessore Chiorino e ad alcuni funzionari dell’assessorato, erano presenti i vertici di Formedil Piemonte – in particolare il presidente Emilio Melgara e il vice presidente Giuseppe Manta – e il presidente dell’O.P.E.B. (Organismo Paritetico Edile Biellese per la Formazione e la Sicurezza), Andrea Bonifacio.

Obiettivo delle parti: aprire un dialogo costruttivo con la regione per il riconoscimento del ruolo svolto dal sistema bilaterale edile nella specifica formazione del settore. I rappresentanti della categoria hanno presentato proposte atte a garantire adeguati livelli qualitativi, che derivano dal proprio ruolo di Ente Formativo Bilaterale di emanazione contrattuale di un settore che conta 1.500 imprese e 25mila addetti.

In particolare sono state individuate linee strategiche improntate ad un’azione volta al coinvolgimento di Formedil Piemonte nella definizione dei futuri assetti programmatici, bandi formativi, profili professionali di settore e all’assegnazione di premialità con l’ipotesi di istituire un «bollino verde» regionale che qualifichi i corsi specifici svolti dagli Enti Bilaterali Edili e di conseguenza le imprese del sistema che indirizzano alla formazione i propri lavoratori.

Si è inoltre convenuta l’opportunità di riconoscere sgravi fiscali per le Imprese del settore che si rivolgono agli Enti formativi di emanazione contrattuale.

Ulteriore aspetto sul quale vi è stata unitarietà di intenti è l’azione di contrasto alle agenzie formative non qualificate che danno atto a fenomeni di concorrenza sleale a scapito della qualità delle capacità apprese dai formati.

«E’ stato un incontro molto positivo – ha commentato l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro, Elena Chiorino – in cui abbiamo fatto il punto sulle criticità di un settore, quello dell’edilizia, anch’esso colpito dall’emergenza Covid e che necessita di recuperare al più presto il tempo perduto partendo proprio dalla formazione». «Ho confermato ai presenti – ha proseguito Chiorino – la massima attenzione della Regione, il mio più convinto supporto alle loro esigenze e la disponibilità a valutare tutte le richieste pervenute per facilitare la ripartenza dell’edilizia, mettendo le imprese del settore nelle migliori condizioni possibili per ripartire di slancio, recuperando il terreno perso a causa del lock down». «Il nostro obiettivo – conclude Chiorino – deve essere certamente quello di sostenere la rapida ripresa economica del comparto, senza però mai scordare l’attenzione per la qualità, che si declina proprio nella formazione, elemento fondamentale per garantirla».

«L’incontro  con l’assessore Chiorino – ha dichiarato la presidenza del Formedil Piemonte – è ora più che mai fondamentale per proseguire sulla strada del confronto mantenendo un dialogo aperto e continuativo sulle politiche della formazione».