ECONOMIA- Pagina 379

Internet delle cose: i sensori intelligenti del Politecnico

Uno studio del Politecnico di Torino ha elaborato un processo all’avanguardia per realizzare componenti metallici con sensori e circuiti elettronici annegati al loro interno, in grado di comunicare dati con l’esterno

 

Dopo un lavoro di sviluppo durato diversi mesi, sarà presentato nel mese di settembre al convegno AMMM – Additive Manufacturing Meets Medicine 2020 (9-11 settembre 2020) il processo innovativo che consente di realizzare componenti metallici contenenti sensori e circuiti elettronici al loro interno.

Una tecnologia all’avanguardia in ambito internazionale sviluppata dal Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico di Torino sotto la guida del professor Giorgio De Pasquale. Parte dello sviluppo è stato coadiuvato da partner industriali di primo piano nel settore, in grado di fornire i requisiti di affidabilità necessari per la produzione di mercato.

Questo processo di stampa consente di superare le modalità attuali di installazione dei sistemi elettronici sulle parti meccaniche, consentendo invece di “annegare” sensori e circuiti all’interno del volume del pezzo metallico durante la sua realizzazione. Questo risultato é stato raggiunto mediante processi di fabbricazione additiva opportunamente modificati, ma sempre caratterizzati dai loro noti vantaggi produttivi.

I collaudi dei primi prototipi hanno confermato le aspettative legate a questa tecnologia in particolare per i settori della meccanica, della bioingegneria, dell’aerospazio e dell’energia, a cui già si sono affiancate analisi di fattibilità su altri ambiti inizialmente non previsti.

In questo contesto, la nuova tecnologia consente di inserire elementi elettronici nel cuore del metallo fuso, preservando l’integrità dei delicati circuiti e sensori. Il componente viene quindi letteralmente costruito a partire dal suo disegno virtuale includendo in questa “creazione” anche sensori, trasmettitori e schede elettroniche al suo interno. Il posizionamento degli elementi elettronici è totalmente libero e consente di raggiungere punti di misura altrimenti inaccessibili, sfruttando la tridimensionalità dello spazio, garantendo inoltre la protezione dalle contaminazioni e perturbazioni esterne.

“Questa tecnologia innovativa trova la sua destinazione nella crescente necessità di connettere fra loro i sistemi complessi che ci circondano, dai veicoli agli strumenti chirurgici, dagli impianti per la produzione di energia ai velivoli – spiega il professor Giorgio De Pasquale – La disciplina nota come Internet of Things (IoT) spinge verso la ricerca di nuove soluzioni, sia a livello progettuale sia di processo, per produrre componenti in grado di misurare il loro stato di salute, i parametri dell’ambiente circostante, le condizioni operative e, poi, di comunicarli e condividerli con l’esterno. Con questa tecnologia, in qualche misura, intendiamo ampliare le potenzialità e la scala del tradizionale concetto di monitoraggio strutturale”.

In figura, uno dei prototipi che ha superato il collaudo strutturale e funzionale: si tratta di una pinza freno realizzata con una sonda termica “nativa” (ovvero nata insieme al componente stesso), situata in posizione non convenzionale, che consente di leggere con estrema precisione la temperatura della pastiglia (si trova a 1 millimetro di distanza dalla sede dei pistoni). Si vede in figura il componente ancora saldato alla piastra di fabbricazione della macchina additiva, con il cablaggio elettrico della sonda termica e poi installato sul banco prova per il collaudo.

Tav, Uncem: “Bene le opere complementari”

Uncem si complimenta con i Sindaci della Val di Susa e con i vertici della Regione Piemonte – in particolare il Presidente Cirio e l’Assessore Tronzano – per il lavoro fatto negli ultimi mesi sulle opere complementari TAV.

 

32 milioni di euro che fanno bene alla Valle di Susa. L’elenco segue gli assi che Uncem, con il Presidente piemontese Lido Riba e il Presidente nazionale Marco Bussone, ripetono come fondamentali per rivitalizzare le valli alpine e appenniniche, unendo diverse fonti di finanziamento. Questa volta, in questa situazione, l’azione è ottima con la rivitalizzazione delle strade in quota, la sentieristica da potenziare, il lavoro sull’agricoltura e sulla viticoltura eroica sui versanti, il sostegno alle imprese esistenti e nuove, le filiere bosco-legno-energia, impianti idroelettrici nuovi e da manutenere, illuminazione pubblica e reti del metano necessarie da troppi anni, oggi fattibili. Non senza una protezione del territorio mantenendo l’assetto idrogeologico con opere strategiche. Le Unioni montane e i Comuni, con la Regione, secondo Uncem hanno fatto un ottimo lavoro, un elenco sugli assi green e smart che sono vincenti per una montagna moderna e a prova di futuro. Nella quale le infrastrutture che le attraversano, non vedono le comunità quali inutili spettatori, bensì beneficiari di pezzi di crescita e sviluppo sociale ed economico. Questo pezzo di Alpi non è secondo a nessuno in Europa nei modelli di intervento e innovazione, sostenibilità e riduzione delle emissioni.

La Regione manda a Roma l’elenco delle opere complementari alla TAV 

Si è svolto  un incontro tra la Regione Piemonte, rappresentata dal Presidente Alberto Cirio e dagli assessori al Bilancio e alle Opere pubbliche e la Filiera torinese delle Costruzioni per le opere complementari alla Tav.

 

La Regione Piemonte, nei mesi scorsi, ha più volte sollecitato il Ministero delle Infrastrutture al fine di ricevere risposte sullo sblocco delle opere già finanziate. Il riscontro, da parte dell’Ente Governativo, è arrivato solo a fine agosto, per una pratica che era ferma dal febbraio 2019.

Proprio al termine di questo incontro, ed a pochi giorni dalla ricezione della missiva, la Regione ha risposto trasmettendo al Ministero l’elenco delle opere di priorità due da realizzare e già finanziate per un importo di 32 milioni di euro affinché possano così partire finalmente i lavori.

Le categorie presenti all’incontro, commenta la Regione in una nota ” hanno manifestato soddisfazione per la celerità con cui la Regione ha saputo affrontare gli aspetti tecnici legati alle opere di questo lotto e, nel contempo, insieme, si è condivisa l’idea, che insieme agli enti locali, questo tavolo possa affrontare celermente il lavoro anche per le ulteriori opere complementari (per un importo pari a 57 milioni di euro). Opere su cui la Regione Piemonte ha, nella medesima comunicazione, chiesto e sollecitato un riscontro da parte del Governo e, per le quali, entro fine anno sarà mandato a Roma l’elenco delle opere che il territorio sceglierà di realizzare”.

“La montagna in rete per colmare i divari digitali”

Per comporre la ‘rete unica’ sono certo che Tim e Cdp, con AccessCo, partiranno da quanto Uncem ha più volte affermato e concentrato nel dossier ‘La Montagna in rete’, scaricabile qui:  https://uncem.it/wp-content/uploads/2020/08/LA-MONTAGNA-IN-RETE_DEFok.pdf.

E cioé prenderanno atto che il divario digitale si vince se vediamo congiunti, insieme e non separati, i problemi relativi alle reti fisse, alla telefonia mobile, alla tv che non si vede. I dati che da dieci anni Uncem descrive rispetto al digital divide sono allarmanti. Ma gli investimenti delle imprese e dello Stato permetteranno di azzerare quei numeri che ad esempio oggi vedono 1.200 Comuni senza segnale per mandare messaggi o telefonare. E cinque milioni di italiani che hanno difficoltà a vedere i canali tv sul digitale terrestre. Non si facciano gli errori del Piano Banda ultralarga. Ci avevamo creduto. Ci abbiamo messo la faccia. Ma il Piano è in ritardo di due anni e ora va totalmente rivisto. Con la fibra ottica che deve arrivare in tutte le case, dei borghi e delle aree montane, senza se e senza ma. Il dossier Uncem offre spunti di lavoro anche rispetto all’internet delle cose e ai servizi, come abbiamo già condiviso con il Ministro Pisano. L‘Agenda digitale per le Aree montane è imprescindibile, non senza adeguate infrastrutture. Ripartiamo con il piede giusto”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente Uncem.

Un’app targata Torino per il turismo sostenibile

Disponibile in tutti gli store per iOs e Android. Il progetto fa parte di ‘Torino a Cielo Aperto’: www.cityaround.it

 

Da oggi il turismo, declinato nelle sue accezioni più innovative e attuali – digitale, sostenibile e di prossimità – saluta l’uscita di CityAround, la nuova applicazione tecnologica, progettata dalla società torinese Panorami Elettronici insieme a Synesthesia, la nota Digital Experience Company, per diventare “il navigatore ufficiale del tuo tempo libero”.

Si tratta di una vera e propria porta digitale che con un semplice tocco sul tuo smartphone ti consente di accedere ad una vasta scelta di tour tematici cittadini e outdoor, da percorrere a piedi o in bicicletta. Senza dover compiere ricerche interminabili ed estenuanti, in modo assolutamente immediato ci si trova immersi nel patrimonio paesaggistico e culturale della città e qui poter ricevere un’infinità di contenuti multimediali, dedicati ai punti di interesse incontrati lungo il percorso, ma non solo. Infatti, la caratteristica distintiva di CityAround è quella di permettere l’organizzazione del proprio tour in totale autonomia e soprattutto nel rispetto del distanziamento fisico come richiesto dalle attuali norme per il Covid-19.

Il ventaglio dei circuiti disponibili nella neonata app è davvero ampio e fornisce diverse opzioni tra cui scegliere, offrendo nello specifico:

  •  Circuiti Turistici attraverso cui conoscere da vicino le bellezze cittadine come il Tour panoramico del Centro, il Tour del Quadrilatero Romano, la Passeggiata Fotografica Lungo Po, il Parco del Valentino, la Vista più bella della Città e i Musei Cittadini.
  • Circuti Tematici, pensati apposta per scoprire la storia, la cultura e la vita urbana della città: Torino Barocca, Torino Liberty, Torino Letteraria, Risorgimento e Unità d’Italia, Città del Cinema, il Lato Oscuro di Torino, Caffè Storici, Murales del Quartiere Aurora, Sacra Sindone, Residenze Sabaude.
  • Outdoor, la guida più completa e affidabile dedicata ai principali circuiti outdoor per MBT, escursionismo e le altre attività sportive praticabili in città e provincia, dal wakeboard all’arrampicata sportiva.
  • Caccie al Tesoro, giochi coinvolgenti per portare i bambini ad approfondire la conoscenza con il territorio insieme alla propria famiglia e in modo ludico.
  • Langhe e Monferato, con tutti i migliori percorsi per esplorare Barolo, Alba, La Morra e dintorni, tra le panchine giganti e le Cantine Sociali.
  • Sagre in Provincia, con tutti i principali eventi, piccoli e grandi, dove c’è sempre qualcosa da gustare o qualche tradizione locale da scoprire.
  • Eventi ovvero l’agenda guida con cui navigare nei principali eventi cittadini, evitando ogni problema di assembramento.

Proprio collegandosi a quest’ultimo punto, CityAround grazie al Patrocinio del Comune di Torino fornirà il servizio di agenda digitale gratuito per tutti gli eventi, previsti dal programma di “Torino a cielo aperto”. Su questo versante la nuova app offrirà un servizio essenziale e innovativo perché sarà il mezzo per coinvolgere grandi numeri di persone nel rispetto del distanziamento, facendo confluire tutti i partecipanti nelle location desiderate, ma in tempi differenti.

In particolare ogni utente, ospite, verrà guidato passo passo dentro l’evento stesso o la manifestazione inserita in CityAround tanto da poter rendere possibile la partecipazione di centinaia o migliaia di persone senza alcun rischio di assembramento.

Inoltre tra le location e le esperienze prescelte sarà possibile avere a disposizione informazioni e contenuti multimediali, fruibili attraverso l’app nel modo più semplice possibile, ottenendo al contempo un’esperienza d’intrattenimento piacevole e coinvolgente sempre nel rispetto della sicurezza e del distanziamento.
Per questo CityAround vuole essere portavoce del turismo sostenibile e responsabile. “Desideriamo porre al centro della nostra attività – dichiara Alberto Volpe, Amministratore Delegato di Panorami Elettronici – la comunità locale e il suo diritto a essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del territorio. Il nostro obiettivo è favorire l’interazione positiva tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori”.

Ultima Avvertenza: esistono due principali sistemi operativi, ognuno dei quali disponibile in svariate versioni, dove l’azienda produttrice dello smartphone interviene ulteriormente nella gestione delle autorizzazioni di sistema (necessarie al funzionamento delle app) tanto che spesso si determina un diverso funzionamento anche in apparecchi della stessa marca.

 Per avere la garanzia che ciò non si verifichi, invitiamo i cittadini torinesi ad aiutarci, scaricando l’applicazione CityAround in versione beta dal link disponibile sul sito www.cityaround.it e comunicandoci qualsiasi malfunzionamento nell’apposita chat.  A breve sarà pubblicata la versione “definitiva” e tutti coloro che avranno scaricato e testato la versione beta dell’app dovranno semplicemente disinstallare l’app dal cellulare e scaricare gratuitamente la nuova versione dagli store).

A Torino l’Istituto per l’Intelligenza Artificiale

La Presidenza del Consiglio ha scelto  Milano come città candidata ad ospitare il Tribunale Unificato dei Brevetti ma Torino come sede principale per l’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale (I3A)

L’intento è creare una sinergia tra le due città e il Governo e consolidare al tempo stesso l’asse nord-ovest del Paese. Secondo il governo “è una strategia che renderebbe ancor più forti Milano e Torino e, con esse, l’Italia”.    Obiettivo dell’Istituto – uno dei tasselli principali della strategia definita dal Ministero per lo sviluppo economico in ambito AI – è  creare una struttura di ricerca e trasferimento tecnologico in grado  di attrarre talenti dal mercato internazionale e di diventare un punto di riferimento per lo sviluppo dell’AI in Italia, in connessione con i principali trend tecnologici come 5G, Industria 4.0, Cybersecurity.  Per avere competitività a livello internazionale, l’I3A disporrà di un organico di circa 1.000 persone e di un budget annuo di 80 milioni di euro. A Torino l’hub centrale con 600 persone occupate. Lavorerà in stretta collaborazione con centri di ricerca nazionali e università.

Vendemmia 2020 con uve sane, quantità e qualità elevate

Confagricoltura:  In questi giorni protagonisti l’Alta Langa, Moscato e Brachetto

“Stiamo seguendo con attenzione e dedizione, come ogni anno, l’andamento della vendemmia, quello che è l’appuntamento più importante dell’anno per la viticoltura, che nella nostra provincia vanta un numero elevato di varietà di uve in oltre 10mila ettari coltivati da più di 2000 aziende vitivinicole. Molte di queste sono associate a Confagricoltura.

E non mancano grandi brand del panorama nazionale e internazionale. In altre parole, la viticoltura alessandrina è un fiore all’occhiello per il territorio, simbolo di eccellenza e volano per l’agroalimentare e per il turismo locale” dichiara il presidente di Confagricoltura Alessandria, Luca Brondelli di Brondello.
L’annata – chiarisce Confagricoltura – era iniziata con abbondanti piogge in primavera. A seguire il caldo ha fatto partire velocemente il germogliamento delle viti: oggi l’anticipo vegetativo, rispetto all’anno scorso, è di circa una settimana.

ALTA LANGA
In questi giorni si vendemmia Pinot nero e Chardonnay per la produzione dello spumante a denominazione d’origine controllata e garantita Alta Langa.
Giulio Bava, presidente del Consorzio Alta Langa Alte Bollicine Piemontesi, ha dichiarato a Confagricoltura: “Per la nostra denominazione la vendemmia 2020 è in anticipo rispetto allo scorso anno e ai tempi normali, ma nulla a che vedere rispetto alle due settimane di anticipo della fioritura. A parte qualche caso anomalo già raccolto, il 17 agosto si è potuto considerare come l’avvio ufficiale della vendemmia in Alta Langa nelle vigne meglio esposte. I primi grappoli di Pinot nero sono già arrivati nelle cantine, ma le esposizioni e le diverse altitudini delle vigne sgraneranno nel tempo il raccolto, lo Chardonnay, come di consueto, arriverà dopo”.
Le uve sono sane, belle, equilibrate tra maturità e forza acida, anche se quest’ultima sta rapidamente calando con il calore di questi giorni.
La quantità prevista è superiore allo scorso anno sia per resa in vigna che per quella in mosto, si rispetteranno comunque i massimali previsti dal disciplinare.
Si evidenzia la continua diffusione del problema ormai cronico della flavescenza dorata che compromette i vigneti di Chardonnay, mentre non si riscontrano altre fitopatologie diffuse, ma problemi localizzati più legati alle pratiche colturali e alle avversità metereologiche.
“Per l’Alta Langa, che è la prima delle denominazioni raccolta in Piemonte, non si registrano grossi problemi di reperimento della manodopera perché non si sovrappone alla vendemmia di altre varietà” ha commentato il presidente del Consorzio, Giulio Bava.
Non ci sono scorte di prodotto sfuso tutto è stato imbottigliato in primavera e non esiste un mercato per il vino sfuso tanto più in questo momento dell’anno; le quotazione dell’uva mantengono i valori dello scorso anno e il Consorzio non ha ritenuto di suggerire variazioni al valore dell’uva.
MOSCATO
Giacomo Pondini, direttore del Consorzio Asti DOCG, interloquendo con Confagricoltura ha affermato: “Le aspettative riguardo le uve Moscato Bianco per Asti Spumante e Moscato d’Asti della vendemmia 2020 sono sicuramente positive, sia per la qualità che per la quantità, in linea con i parametri richiesti nel disciplinare. Innanzitutto perché non si sono registrate fitopatologie rilevanti: casi sporadici di oidio che nel complesso non vanno ad inficiare il quadro qualitativo generale. Due casi limitati grandine, nelle giornate del 10 e del 20 agosto, hanno interessato in modo marginale rispettivamente le zone di Nizza Monferrato e Santo Stefano Belbo”.
Nel complesso la maturazione dell’acino è avvenuta in modo costante e graduale, presupposto fondamentale per l’espressione aromatica del nostro vitigno.
Si prevede una raccolta vicina al milione di quintali di uva Moscato Bianco per Asti e Moscato d’Asti, che partirà negli ultimi giorni di agosto.
Vendemmia che per gli associati del Consorzio sarà sicuramente più complessa del solito dal punto di vista del reperimento della manodopera, non potendo, causa limitazione agli spostamenti dalle altre nazioni dovuta al Covid 19, ricorrere a personale estero specializzato. Con il rispetto del periodo di quarantena e delle altre misure precauzionali le aziende potranno comunque ricorrere alla manodopera estera, garantendo però la prevenzione e, a fronte di eventuali positività, collaborando con tutti i soggetti coinvolti nella gestione del personale per le dovute comunicazioni. Laddove la raccolta avviene meccanicamente il problema ovviamente non si pone.
“Covid 19 che condiziona inevitabilmente anche il fronte delle vendite – ha sottolineato Pondini – da un lato la situazione riguardante le vendite di Asti e Moscato d’Asti, a livello mondiale, nella prima parte dell’anno, ha fatto registrare un incremento del 4% rispetto al medesimo periodo 2019. Dato determinato dalla crescita delle vendite in grande distribuzione dell’Asti, mentre risulta in leggero calo il Moscato d’Asti, anche a livello Italia, trovando nell’Horeca il proprio canale di vendita preferenziale, canale di cui tutti conosciamo le attuali difficoltà”.
La tendenza è confermata anche dalla consegna delle fascette sostitutive dei contrassegni di Stato, altro indicatore dell’andamento di mercato, gestita direttamente dal Consorzio nei confronti di tutti gli imbottigliatori. Dal dato si evidenzia, fino al mese di luglio, una crescita dell’8% per l’Asti rispetto al solito periodo del 2019, mentre il Moscato d’Asti rimane sui soliti quantitativi del 2019.

BRACHETTO
“Il quantitativo di uva che sta giungendo a maturazione è nella media, paragonabile al 2018, ma in aumento del 10% circa sulla campagna 2019, decisamente scarsa dal punto di vista produttivo. La qualità delle uve è buona e le gradazioni dovrebbero essere in aumento rispetto a quelle dello scorso anno” ha commentato il presidente del Consorzio Tutela Vini d’Acqui, Paolo Ricagno, sentito da Confagricoltura Alessandria.
L’uva brachetto è di buona qualità e si sta aspettando la completa maturazione dei grappoli mentre la produzione dei vigneti 2020 sembra essersi attestata su livelli normali.
Per quanto concerne le problematiche fitopatologiche e tecniche specifiche dell’annata 2020, ve ne sono state diverse e gravi e sono arrivate in vigneto in epoche e modalità diverse. Per quanto riguarda la flavescenza dorata il Consorzio ha notato una diminuzione del fenomeno. Al contrario il mal dell’esca è stato un flagello che, da giugno, ha colpito duramente causando un buon 30% di danni nelle viti che sono morte e dovranno essere sostituite. In questo senso Ricagno pensa che debba essere avviata una riflessione che porti a trattamenti specifici contro questa fitopatologia. Da luglio in poi si sono susseguite altre patologie come lo oidio, che ha danneggiato poco, e la peronospora che, invece, dopo i forti temporali e le bombe d’acqua che hanno investito le vigne, è stata un vero disastro. I coltivatori ora rischiano di trovarsi in una situazione quanto mai scomoda, con una produzione che rileva proiezioni in diminuzione e costi di gestione, al contrario, in aumento dovuti ai nuovi trattamenti per preservare la vite dalle fitopatologie più aggressive.
“Per fortuna il 30/40% degli associati si è convinto che il futuro della viticoltura sarà la meccanizzazione della raccolta che, a fronte dei lavori di modifica dei filari che devono accogliere le macchine vendemmiatrici, comporta costi medi che arrivano alla metà rispetto a quelli della forza lavoro manuale. Siamo a 400/450 euro a ettaro per la vendemmia meccanizzata. Chi si affida alla raccolta manuale, quest’anno, oltre ai soliti problemi di messa in regola degli addetti e di costi di assunzione e contribuzione, avrà a che fare con gli intoppi nel reperire operatori. Prevedo una vendemmia un po’ più lunga del previsto. Inoltre, faccio notare che i costi della raccolta manuale incidono su redditi agricoli che in Piemonte non raggiungono quelli dei colleghi vignaioli di altre regioni. In Piemonte, parlando di denominazioni diffuse e con produzione da decine di milioni di bottiglie, al massimo si arriva a qualche migliaia di euro/ettaro del Moscato bianco per Asti Spumante e Moscato d’Asti DOCG” ha asserito Ricagno.
Come filiera del Brachetto è stata avviata la distillazione ed eliminato la giacenza di 48 mila ettolitri, che avrebbe potuto recare instabilità a un mercato già non particolarmente attivo. “Per il futuro è difficile fare previsioni. L’emergenza Covid ha avuto contraccolpi notevoli su vari canali distributivi. Non sappiamo come i mercati e i clienti reagiranno da settembre in poi. È in questo clima di estrema incertezza che ci avviamo alla vendemmia 2020” ha concluso il Presidente del Consorzio Tutela Vini d’Acqui.

PROSSIMAMENTE…
Attorno al 10 settembre, tempo permettendo, dovrebbe iniziare la raccolta delle uve Dolcetto.
Verso metà settembre, o più probabilmente all’inizio della terza decade del mese, è previsto l’avvio della raccolta delle uve cortese per la produzione di Cortese dell’Alto Monferrato DOC e di Gavi DOCG.
Per quanto riguarda le uve per la produzione di vini rossi della provincia di Alessandria, la vendemmia inizierà attorno al 20 settembre per l’uva Barbera.
“Vitigni diversi, zone vitate diverse, risposte alle malattie diverse, ma una tecnica colturale che ha un unico obiettivo: ottenere uve di qualità che producano vini di grande valore” ha concluso il presidente Luca Brondelli di Brondello.

I NUMERI DEL VINO PIEMONTESE
(si prega di citare: Elaborazioni Confagricoltura su dati Regione Piemonte)

Anno 2020
Aziende (n.) Superficie vitata (ha)
Provincia

ALESSANDRIA 2.390 10.473,05
ASTI 3.267 13.925,39
BIELLA 160 212,71
CUNEO 4.184 15.643,16
NOVARA 181 511,28
TORINO 1.116 826,30
VERBANOCUSIO-OSSOLA 23 11,27
VERCELLI 136 197,39
10.862 aziende viticole
41.800 ettari di vigneto
20 vini docg e 41 vini doc
2,4 milioni di ettolitri di vino (produzione stimata annata 2020) per volume
complessivo di 320 milioni di bottiglie
54 cantine cooperative con circa 12.000 soci
280 imprese industriali produttrici di vini e distillati con circa 3.300 addetti
14 consorzi di tutela
Export vini piemontesi: circa 195 milioni di bottiglie (60% della produzione) per un valore stimato di 1 miliardo di euro (22% del valore complessivo dell’export agroalimentare piemontese)
Elaborazioni Confagricoltura su dati Regione Piemonte

Maker Faire Torino non si ferma. Torna il 19 e 20 settembre a Toolbox

La creatività non si ferma e con coraggio chiama a raccolta tutti gli appassionati, nell’ospitale Toolbox-Coworking. Dal 19 al 20 settembre si svolgerà l’edizione 2020 della Maker Faire Torino: organizzata da Fablab Torino – primo FabLab d’Italia – grazie al sostegno della Camera di Commercio di Torino.

In controtendenza rispetto ad altri eventi posticipati o annullati, ma in totale rispetto delle normative vigenti in tema di sicurezza e prevenzione, Maker Faire Torino convoca insieme a creativi, inventori, artigiani un pubblico vasto e composito di giovani e adulti, esperti e curiosi, famiglie e gruppi.

La pandemia ha rappresentato un cambio radicale di prospettiva per tutti, imponendo una riflessione sul rapporto con la natura e sulle relazioni tra le persone” – afferma Davide Gomba, curatore dell’evento che quest’anno raggiunge la sua settima edizione – “Il Covid ha inequivocabilmente segnato lo stile di vita: Il concetto e la libertà  del viaggio (aereo, in nave, etc..), la partecipazione a eventi di persona, la nostra privacy, con ripercussioni sul lavoro in ufficio e le modalità di formazione e istruzione tra scuola e università.  Il virus però non ha bloccato i maker italiani che hanno accettato la sfida di questo tempo di rinunce per cercare di dare risposte alle criticità portate dalla Pandemia”.

In quest’ottica Maker Faire Torino si fa portavoce di quanto è accaduto in questi mesi  raccontando storie di solidarietà e progetti concreti  come la nascita –   in piena emergenza – di TechForCare, una piattaforma open che è diventata una risorsa di Solidarietà Digitale, nata su  iniziativa di I-Rim, l’Istituto per la Robotica e le Macchine Intelligenti che unisce la ricerca accademica più visionaria e l’industria più aperta alle tecnologie avanzate e Maker Faire Rome- The European Edition punto di incontro della community dei makers e degli innovatori in generale.  La risposta dei maker verrà raccontata attraverso vari progetti esposti e talk, organizzate con il supporto di Enrico Bassi e il team di OpenDot, Fab Lab di Milano attivo con progetti sul tema della Cura e della Salute da più di cinque anni.

La settima edizione di Maker Faire Torino ripropone la veste grafica ispirata al mito del Cavallo di Troia: una storia universale che celebra il trionfo dell’ingegno e della creatività, qualità di inestimabile valore di un anno speciale che ha messo tutta la società alla prova.

Tra i temi fondamentali anche quest’anno sono confermate le attività rivolte ai più piccoli, raccontate attraverso una partecipazione obliqua di varie realtà, l’Economia Circolare, che vede il supporto di Lavazza alla fiera, insieme ad un altro grande player del settore come Astelav ed il suo progetto Ri-generation.

Il cuore dell’evento sarà rappresentato da un’area espositiva che accoglierà progetti, invenzioni e creazioni, prototipi o prodotti di artigianato digitale. Il principio è quello dello Show and Tell: mostrare i progetti e illustrarne il funzionamento a chiunque ne sia incuriosito, all’insegna della libera circolazione di informazioni, saperi e competenze.

Inoltre, la fiera darà spazio e risalto a scuole e università del territorio, ospiterà un’area per workshop e laboratori e un ricco programma di talk, nonché lo spazio Kids – la cui attrazione principale sarà uno spettacolare “dronodromo”. Per il quarto anno consecutivo gli spazi di Toolbox saranno condivisi con la XIII edizione dello Share Festival, kermesse dell’arte elettronica e digitale che metterà in mostra e premierà gli artisti che meglio sapranno interpretare il tema: “Riots”.

In linea con lo spirito di libera condivisione che caratterizza il movimento Maker, la partecipazione all’evento è gratuita per i visitatori ma anche per gli espositori. Attraverso il sistema di iscrizione maker e artigiani, startup, FabLab, associazioni, aziende che con i loro progetti sappiano raccontare il mondo dell’innovazione e rappresentare sette temi portanti: Robotica, Internet of Things, Stampa 3D, Agrotech, Biohacking, Fixers, STEAM for Kids, con un focus speciale alle soluzioni identificate, ad ampio spettro, per risolvere problemi e necessità causate dalla crisi Pandemica di Primavera 2020.

L’evento si avvale quest’anno della collaborazione con BEIT company come supporto organizzativo e logistico.

Maker Faire Torino è libera. Crediamo che idee, competenze e tecnologie possano e debbano circolare liberamente, in un clima di scambio e condivisione. Alla Maker Faire potrete incontrare e dialogare in prima persona con chi l’innovazione la costruisce ogni giorno, con le proprie mani e il proprio ingegno.

Maker Faire Torino è aperta. Una grande festa per tutta la città, lontana dalle logiche esclusive degli eventi di settore. Professionisti e appassionati, addetti ai lavori e semplici curiosi, aziende e startup, scuole e famiglie: tutti sono i benvenuti.

Maker Faire Torino è gratuita. Nessun biglietto d’ingresso per chi la visita, nessun costo per i makers che espongono i propri progetti!

Sei un maker e vuoi partecipare come espositore alla Maker Faire Torino?

https://torino.makerfaire.com/

Il ruolo strategico del CAAT nella filiera agroalimentare

Ne hanno parlato, all’interno del palinsesto “Edizione Digitale- L’agricoltura al Centro” condotto da Simona Riccio, Gianluca Cornelio Meglio e Stefano Cavaglia’, rispettivamente Direttore Generale del CAAT e presidente di APGO

Agricoltura e food possono e devono essere al centro dell’attenzione del grande pubblico anche servendosi dell’ausilio dello strumento digitale.

Una dimostrazione, in epoca post Covid, è rappresentata proprio dal palinsesto dal titolo “Edizione Digitale-L’agricoltura al Centro”, che annovera l’intervento di diversi Operatori chiamati a discernere sul peperone di Carmagnola in occasione della 71esima edizione della Fiera nazionale del Peperone di Carmagnola.

A condurre questo palinsesto è la Social Media Manager Simona Riccio, che ha dialogato, lunedì 31 agosto scorso, con il Direttore generale del CAAT Gianluca Cornelio Meglio e il Presidente di A.P.G.O. FedagroMercati Torino ( Associazione Piemontese Grossisti Ortoflorofrutticoli )Stefano Cavaglia’.

“I Centri Agroalimentari – spiega il Direttore generale Gianluca Cornelio Meglio – rappresentano un’evoluzione dei vecchi mercati ortofrutticoli sia dal punto di vista delle gamme merceologiche trattate che dei servizi al loro interno erogati. Questa evoluzione non si traduce solo in un adeguamento strutturale, bensì attiene anche all’aspettoculturale; in tal senso, il Grossista di oggi è un operatore più sensibile rispetto alle specificità delle produzioni locali e più attento rispetto alle esigenze di un mercato profondamente mutato.

Il Centro Agroalimentare di Torino – che il Direttore generale ricorda essere tra i primi tre mercati italiani – deve fungere da anello di congiunzione e cassa di risonanza per favorire la distribuzione delle eccellenze del territorio e con esse del made in Italy”.

“Questo sarà il primo anno – aggiunge Cornelio Meglio – in cui il Centro Agroalimentare di Torino prenderà parte alla Fiera del Peperone di Carmagnola; ritengo questa partecipazione fondamentale, in quanto coerente con tutta una serie di iniziative funzionali a far conoscere sempre di più il Centro Agroalimentare di Torino e il ruolo strategico che lo stesso ricopre all’interno della filieraagroalimentare

“La partecipazione a questo palinsesto digitale – prosegue  Gianluca Cornelio Meglio –  consentirà di testimoniare il ruolo centrale e strategico ricoperto dal CAAT – nell’ambitodel segmento B2B – all’interno della filiera agroalimentarecon un focus su quella che è la produzione del territorio con le sue eccellenze”.

Affinchè gli attori all’interno della filiera agroalimentare – prosegue Gianluca Cornelio Meglio – possano esprimere al meglio le proprie potenzialità occorre che anche i diversi soggetti istituzionali coinvolti nel processo concorrano ad ottimizzare talune pratiche amministrative; mi riferisco, inparticolare, all’attività di esportazione di prodotti ortofrutticoli in ambito extra UE – realtà cresciuta nell’ultimo periodo all’interno del Centro – che richiede particolari adempimenti da parte degli Organi di Controllo preposti.

Talvolta le pratiche funzionali al rilascio delle relative attestazioni, da parte dei soggetti all’uopo autorizzati, non si conciliano con i rigidi tempi dettati dagli slot aeroportuali e dalla deperibilità di un prodotto che richiede celerità per conservarne freschezza e qualità; in tal senso è auspicabile un intervento di semplificazione di talune pratiche burocratiche”.

Anche il Presidente del CAAT Marco Lazzarino ha espresso viva soddisfazione per la partecipazione del CAAT alla 71esima Fiera di Carmagnola, sottolineando lo stretto rapporto che intercorre tra il Centro Agroalimentare di Torino, i produttori locali e le eccellenze presenti sul territorio, quale è il peperone di Carmagnola.

“Una delle funzioni fondamentali del CAAT spiega il suo Presidente Marco Lazzarinoè, d‘altronde, quella di promuovere la commercializzazione dei prodotti locali e proprio il peperone rappresenta uno degli esempi più significativi delle eccellenze locali. Gli organizzatori della Fiera di Carmagnola hanno, inoltre, dimostrato la capacità di riformulare, in un tempo piuttosto breve, il format della manifestazione annuale, adattandolo alle esigenze dell’epoca post Covid e garantendone la massima sicurezza, pur senza compromettere la magia, legata ad unprodotto come il peperone.

“La partecipazione quale Presidente dell’A.P.G.O.Fedagromercati Torino (Associazione Piemontese Grossisti Ortoflorofrutticoli) alla Fiera del Peperone di Carmagnola – spiega Stefano Cavaglià – risponde al nuovo ruolo che proprio i grossisti sono chiamati ad assumerequale “snodo” essenziale per la filiera ortofrutticola del nostro Paese, promuovendo la visibilità dei propri prodottinei confronti dei  clienti, nonchè permettendo di sottolinearne l’operato ad un evento di rilevante impatto mediatico e che gode di risalto nel territorio piemontese e a livello nazionale.

Il cambiamento del mercato e la sua globalizzazione, impongono al Grossista, da un lato, di puntare su un prodotto di elevata qualità, stringendo relazioni con le produzioni, proprio al fine di meglio valorizzare quanto il nostro territorio è in grado di offrire e, dall’altro, implementare i Servizi, per riuscire a raggiungere anche quelle quote di Mercato ad oggi inesplorate. Il peperone di Carmagnola rappresenta uno dei numerosi prodotti tipici del nostro territorio che, attraverso gli Operatori Grossisti, raggiungono l’ampio bacino d’utenza del Centro Agro Alimentare che comprende, oltre al Piemonte, la Valle d’Aosta, buona parte della Liguria e diversi mercati della Francia subalpina.

Questo obiettivo – prosegue Stefano Cavaglià – si persegue sia attraverso un ampliamento della gamma merceologica offerta all’interno del Centro, sia attraverso l’attivazione di servizi ad elevato valore aggiunto quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, il confezionamento, la lavorazione, il deposito a temperatura controllata ed un moderno sistema di delivery rispondente alle esigenze dell’attuale approccio distributivo.

L’occasione mi permette anche di ricordare il ruolo dei tanti Operatori Grossisti, le loro famiglie, i dipendenti, i facchini e tutti i collaboratori delle aziende, che, durante i mesi più bui dell’emergenza sanitaria, con senso di responsabilità e sacrificio,  pur legittimamente impauriti dal rischio di contagio, hanno continuato a svolgere il loro lavoro, garantendo alle famiglie piemontesi l’approvvigionamento di generi alimentari freschi, così significativi durante questo periodo, adattandosi, con sacrificio, alle misure stringenti adottate per il contenimento dell’epidemia. Inoltre, in questa circostanza, i Grossisti del C.A.A.T. hanno mostrato, ancora una volta ed in modo incisivo, la loro sensibilità verso i concittadini in difficoltà,  tramite costanti donazioni di frutta e verdura ad enti di vario genere. Tra i beneficiari di tali donazioni si annoverano il personale medico e paramedico di 5 ospedali dell’area metropolitana di Torino, il Fondo di solidarietà Covid-19, istituito dal Comune di Torino, diversi enti benefici e mense che si adoperano per offrire pasti ai senza fissa dimora e ai poveri.

Mara Martellotta 

Il Centro Agroinnova dell’Università di Torino diventa maggiorenne

Laura Curino per la Salute delle Piante e la Responsabilità Sociale.

Nell’Anno Internazionale della Salute delle Piante Agroinnova, il Centro di Competenza per l’innovazione in campo agro-ambientale dell’Università di Torino, festeggia 18 anni di attività di ricerca, trasferimento tecnologico, formazione permanente, e comunicazione. I suoi ricercatori, improntati all’innovazione, hanno sempre lavorato per valorizzare e rendere più competitive le imprese del territorio piemontese e non solo, anche aiutandole a fare rete con imprese di altri paesi.

 

Non è un caso che il 15 settembre 2020, alle ore 21, presso il Centro Congressi Unione Industriale Torino (Via Fanti, 17 – Torino) andrà in scena la prima in Italia di ‘Partita Doppia – la responsabilità sociale in scena’, spettacolo di e con Laura Curino, distribuito dall’Associazione Culturale Muse.

 

Un dialogo immaginario e a più voci tra imprenditori che, in epoche e in situazioni geograficamente e culturalmente diverse, hanno cercato di coniugare la dimensione del profitto economico con la creazione di un benessere sociale e ambientale per tutti. Visionari e sognatori, impegnati con coraggio a creare una nuova dimensione dell’economia hanno anticipato una lettura del mercato oggi sempre più attuale.

 

Agroinnova prosegue l’azione di sensibilizzazione intorno a temi di sostenibilità, cambiamenti climatici, sicurezza alimentare. “In questo momento – precisa Angelo Garibaldi, Presidente del Centro – in cui tutti sono stati chiamati a continuare il proprio lavoro, ma con modalità differenti, Agroinnova conferma il proprio impegno per promuovere valori importanti per la salute di tutti, consapevole della necessità di guardare al futuro con occhio critico, in considerazione che la globalizzazione a tutto campo, i cambiamenti climatici e la scarsa attenzione per l’ambiente sono alla base di questa crisi che ha coinvolto tutti. D’altra parte, le crisi rappresentano sempre una grande opportunità per rivedere criticamente il passato per ripensare il futuro.

 

Tra fine Ottocento e inizio Novecento nacquero personaggi che si confrontarono per la prima volta con i grandi numeri. Oggi stiamo affrontando forse la più grande sfida dall’inizio del nuovo millennio. “Partita Doppia” parla di responsabilità attraverso le parole di Einaudi, Ford, Olivetti, Duttweiler, Churchill, Machiavelli, Gandhi, Einstein, Mandela, Roosevelt e tanti altri “pionieri del fare”.

 

Un tema quanto mai attuale. “È un anno importante quello che stiamo vivendo – racconta Laura Curino, attrice e produttrice dello spettacolo – pieno di difficoltà, ma anche ricco di opportunità di riflessione. Le responsabilità verso gli altri, l’ambiente e le piante, diventano centrali. Conosco Agroinnova da anni e ne apprezzo lo spirito. So quanto la ricerca sia importante per il nostro futuro, sia in campo medico, sia in campo agro-alimentare. L’innovazione passa dalle imprese e dalle Università, le mette in relazione produttiva. Le Università devono sapere mettere le proprie competenze al servizio delle imprese. Le imprese devono sostenere le Università. Queste sono forme di responsabilità attiva. In questo momento particolare – in cui ci paiono precluse la festa e la gioia – è un vero piacere festeggiare la maggiore età del Centro con questo spettacolo.

 

L’iniziativa si svolge nell’ambito del Festival Plant Health 2020, organizzato da Agroinnova (Centro di Competenza per l’Innovazione in campo agroambientale dell’Università di Torino), con il patrocinio di Regione Piemonte, Città di Torino, Società Italiana di Patologia Vegetale, UNICEF Italia, Federazione Italiana Scienze della vita, International Plant Protection Convention, con il contributo di Iren e SMAT.

 

Agroinnova ha attivi un sito web (https://planthealth2020.di.unito.it/), una pagina Facebook (@lepiantealcentro) e un profilo Instagram (@lepiantealcentro) per raccontare storie, temi e attività con focus su “Le Piante, al Centro”.

 

Durante la serata saranno assicurate le norme di sicurezza e sarà necessario prestarsi ai controlli in ingresso muniti di mascherina di protezione. Prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti.