Online l’Annuario Statistico Regionale
È disponibile on-line la quarta edizione dell’Annuario statistico regionale 2020 “I numeri del Piemonte”.
La pubblicazione, che raccoglie le principali statistiche ambientali e socio-economiche a livello regionale e provinciale, è disponibile sul sito della Regione Piemonte.
L’obiettivo è quello di restituire un quadro sintetico, aggiornato e facilmente fruibile tramite centinaia di elaborazioni organizzate in 17 sezioni tematiche. I temi analizzati spaziano dal territorio, all’ambiente, alla demografia, alla salute e stili di vita, fino alla sicurezza, istruzione e cultura, dallo sport, al turismo, al lavoro ed economia, per arrivare alla ricerca e innovazione, al mercato immobiliare e a trasporti e telecomunicazioni. “Si tratta di uno strumento utile e un compendio quanto mai necessario – commenta l’Assessore al Bilancio Andrea Tronzano – e che permette di tracciare analisi e prospetti importanti anche per programmare gli scenari futuri che riguardano la nostra Regione”.
La sezione dedicata agli indicatori di misura del Benessere Equo e Sostenibile (BES) e agli indicatori Istat per gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs – Sustainable Development Goals) delle Nazioni Unite per il 2030 rappresenta una realtà consolidata dell’Annuario. L’utilizzo congiunto di indicatori BES e SDGs permette di valutare il progresso della società non soltanto dal punto di vista economico ma anche sociale e ambientale. Il sistema di questi indicatori è multidimensionale e dinamico per tener conto dell’evoluzione del contesto sociale ed economico e della disponibilità di nuove informazioni statistiche.
L’Annuario – continua l’Assessore Tronzano – è una realizzazione dell’Ufficio di Statistica della Direzione Risorse finanziarie e patrimonio della Regione Piemonte e della Sede di Torino dell’Istat, Ufficio territoriale per il Piemonte, la Valle d’Aosta e la Liguria”. I ”Numeri del Piemonte” sono una base di lavoro per università ed enti di ricerca scientifica, cittadini e studenti con finalità sia divulgative che scientifiche. Per facilitare la lettura delle tavole e dei grafici, ogni sezione include un glossario dei termini utilizzati che sono liberamente scaricabili. In una logica di dematerializzazione, economicità e sostenibilità ambientale non è prevista una versione su carta.
Ieri si sono tenuti due incontri in videoconferenza tra Regione Piemonte, rappresentata dall’assessore all’Agricoltura, Marco Protopapa, e con la presenza in mattinata del presidente regionale Alberto Cirio, per fare il punto sulla situazione dei danni causati all’agricoltura da parte della fauna selvatica, sulla gestione dei rimborsi e delle perizie, sui trasferimenti ai Comprensori alpini piemontesi e agli ATC, Ambiti territoriali di caccia, dei fondi per la copertura dei danni.
Nel 2020 sono oltre 5000 le segnalazioni di danni causati all’agricoltura da fauna selvatica pervenute alle Regione Piemonte, registrando un incremento dei danni rispetto al 2019.
“L’incontro convocato dalla Regione Piemonte è stato un momento importante di confronto, probabilmente non abituale, dove tutti i presidenti degli Atc e Ca hanno esposto le proprie situazioni e hanno condiviso varie problematiche. – sottolineato l’assessore regionale Protopapa – Nella riunione è stato affrontato il problema della mancanza di guardie venatorie nella gestione della fauna selvatica durante questo periodo emergenziale. In particolare è stato affrontato il tema della particolare presenza dei cinghiali sul nostro territorio e della necessità di contenimento, sia per i danni che causano alle colture sia perché rappresentano un problema grave di sicurezza stradale per i cittadini”.
L’incontro è stato anche occasione per presentare da parte dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, la prima bozza del regolamento di disciplina dei contributi per i danni da fauna e le linee guida della gestione del cinghiale, elaborate in seguito al lavoro congiunto con il gruppo di lavoro dei tecnici di ATC e CA.
Un “laboratorio” green per la Torino-Lione
In abbinamento ai cantieri per costruire l’infrastruttura della rete TEN-T, nella Torino-Lione c’è una sorta di laboratorio dedicato ai temi dell’ambiente e della sostenibilità
E’ diretto da Telt, il promotore pubblico incaricato di costruire e gestire la nuova linea ferroviaria.
L’attività si avvale di partnership con atenei e istituti di ricerca d’eccellenza, ispirandosi ai principi del Global Compact, dei Sustainable Development Goals dell’agenda UE 2030 e del Green Deal europeo.
Nell’ambito di Telt è stata creata una nuova direzione, Sviluppo Sostenibile e Sicurezza, che collabora con Arpa Piemonte e con diverse università italiane.
È ufficialmente iniziato il web tour di CGM “Ricomporre per Innovare”, un momento di ascolto e di confronto con i territori che fanno parte della più grande rete cooperativa italiana per tracciare le linee strategiche di sviluppo futuro e costruire il piano d’impresa dei prossimi cinque anni. Dopo la Lombardia che ha inaugurato il tour è stata la volta della Valle d’Aosta, della Liguria e del Piemonte, regioni in cui la rete CGM è presente complessivamente con 58 cooperative e 6 consorzi.
La pandemia ha dimostrato il ruolo fondamentale della cooperazione e delle imprese sociali che hanno saputo garantire con competenza e perseveranza servizi alla comunità e presidi di prossimità aprendosi alla transizione digitale per sperimentare nuovi approcci e opportunità. Ed è proprio partendo dall’ascolto delle imprese, dei nodi territoriali della rete e dei loro bisogni, che CGM sta orientando il proprio piano industriale che sarà presentato nel mese di febbraio e che punterà su alcuni asset strategici come la rigenerazione delle infrastrutture sociali, la trasformazione tech del welfare, la creazione di lavoro e il rafforzamento di filiere sostenibili.
In Piemonte CGM è presente sul territorio con 31 cooperative e 4 consorzi distribuiti nelle province di Torino, Biella, Asti. La pandemia ha messo a dura prova le cooperative piemontesi che si trovano a fare i conti con le ricadute economiche generate dall’emergenza sanitaria e la loro natura di voler essere agenti di sviluppo del territorio. Per le cooperative del territorio piemontese il prossimo futuro rappresenta una sfida da dover cogliere grazie alle risorse messe in campo da Next Generation e dalla progettazione europea. La pandemia ha reso evidente la necessità di puntare sul decentramento e la rigenerazione delle aree interne: l’ambiente montano, la collina e le aree non urbanizzate sono diventate appetibili e indispensabili, ma lo è anche la necessità di pensare filiere imprenditoriali tridimensionali capaci di lavorare in rete. La rigenerazione è una grande sfida per il futuro e non deve essere solo urbana, ma anche sociale e culturale. Secondo le cooperative del territorio torinese invece, la pandemia ha imposto un’accelerazione che rende necessaria un’azione di lobby e posizionamento anche a livello nazionale per accedere ai fondi e capace di creare opportunità reali e di protagonismo per l’impresa sociale. Ma è importante anche ritornare alla rete attraverso il confronto e la condivisione di buone prassi capaci di avviare una fase trasformativa. Anche il tema del lavoro, del senior housing e lo sviluppo di piattaforme tecnologiche sono elementi centrali ed emblematici per avviare un vero percorso di trasformazione.
Anche in Piemonte a causa della pandemia il settore della moda ha avuto una evidente flessione, strettamente legataalla crisi in sé ed alle interruzioni, più o meno prolungate, dell’attività di vendita al dettaglio, dei commercianti di abbigliamento ed accessori.
Meritocrazia Italia ha analizzato il problema a livello nazionali, proponendo alcune soluzioni.
“Con un fatturato che supera gli 80 miliardi di euro e con quasi 500mila addetti, la filiera della moda rappresenta l’8,5% del turnover e il 12,5% dell’occupazione dell’industria manifatturiera in Italia.
A fronte della crisi economica e sociale ancora in corso, il settore ha mostrato una resilienza resa possibile dal sempre più marcato posizionamento della produzione su segmenti di alta qualità e artigianalità, che consentono alle aziende italiane di posizionarsi nella nicchia di mercato ‘luxury’. La dimensione delle imprese impegnate è di gran lunga inferiore rispetto alla media europea, ma proprio questa caratteristica, bilanciata dalla capacità di fare rete e da quella, pure elevata, di innovazione e trasformazione, ha permesso, nel tempo, di acquisire flessibilità e un alto grado di specializzazione.
Tanto che oggi le imprese italiane della moda sono fortemente competitive a livello internazionale e riscuotono notevole apprezzamento sul mercato europeo ed extraeuropeo. Il sistema di subfornitura (service di prodotti lavorati e/o semilavorati) fornisce il 60% della moda di qualità nel mondo e l’industria tessile italiana raggiunge il 77,8% del totale delle esportazioni europee.
Il dato è confortante, ma è vero anche che tutta la filiera della moda, dalla raccolta delle materie prime alconfezionamento del prodotto finale, è stata tra le più esposte agli effetti della crisi pandemica.
Soltanto nel mese di aprile 2020, il crollo è stato dell’81% su base annua a causa del mancato ritiro da parte dei venditori delle collezioni primavera/estate, a sua volta dovuto alla contrazione delle vendite al dettaglio, quasi totale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un minimo giro d’affari è stato consentito soltanto dalle vendite online.
Ma il fatturato complessivo, nel corso del 2020, si ècomunque ridotto del 26,9% in uno scenario ‘base’ e del 34,8% ‘grave’.
Anche il tasso di disoccupazione ha oscillato tra il 30,4% e il 38,3%, rispettivamente in un’ipotesi di scenario ‘base’ ed ‘estremo’.
In prospettiva e senza interventi tempestivi a risanamento, nel lungo periodo, gli effetti saranno i) una profonda contrazione dei consumi, specie per beni di non primaria importanza, per via della riduzione del reddito disponibile, ii) un cambiamento nelle catene internazionali di distribuzione e di valore, che tenderanno a riportarsi a una dimensione regionale o nazionale, piuttosto che globale; iii)una progressiva digitalizzazione del settore, con probabile pregiudizio per negozi di prossimità e grave rischio occupazionale.
Consapevole dell’importanza di definire nuove linee di programmazione in grado di assicurare valore nel lungotermine e innovazione nei modelli di business, Meritocrazia Italia reputa fondamentale:
– prevedere incentivi fiscali e definire diverse formulazioni di crediti di imposta, con un minimo non inferiore al 50%, su tutto l’invenduto di magazzino dell’anno 2020 e con possibilità di rivalutazione e successiva patrimonializzazione dei beni immateriali (Marchi e Brevetti di fabbrica) fino ad un tetto massimo di 1 milione (previa perizia estimativa a titolo gratuito);
– identificare nuove aree produttive e distributive mediantela previsione di un’Area Economica Speciale nella qualele imprese interessate possano accedere a sistemi di defiscalizzazione del costo del personale, con esenzione,per almeno cinque anni, dalle imposte sulla produttività aziendale e sugli investimenti strumentali;
– incentivare gli investimenti delle imprese italiane con sede legale soltanto in Italia, attraverso finanziamenti a fondo perduto fino all’80% per nuovi modelli di businessMade in Italy in chiave digitale e di sostenibilità, come previsto dal piano Next Generation UE;
– semplificare e velocizzare l’accesso al credito di finanziamento e funzionamento (con limite massimo a 60 giorni dalla richiesta) garantiti da Cdp, Sace e MedioCredito Centrale, attraverso studi di fattibilità del progetto di rivalutazione e riqualificazione delle imprese facenti parte della filiera tessile–moda, escludendo fino al 2026 gli indici di rating di merito creditizio attualmente considerati;
– attuare un processo formativo, informativo e divulgativo in coordinamento con gli enti comunali a sostegno delle attività commerciali facenti parti alla filiera della moda, destinando parte dei tributi locali al sostentamento delle attività che in alcune città rappresentano parte integrante e stimolante per il turismo italiano;
– creare nuove linee di cooperazione tra forze dell’ordine, ove possibile anche a livello europeo, per elaborare piùefficaci strategie di contrasto dei crimini diffusi nel settore e impedire l’infiltrazione della criminalità, semplice ed organizzata, sottraendo spazio di manovra per reati quali contraffazione, usura ed estorsione, che spesso conduconoanche all’acquisizione delle attività commerciali in crisi”.
Meritocrazia Italia
Un roadshow per rivitalizzare il commercio
È partito ieri il «Roadshow dei Distretti del Commercio», voluto dall’Assessore regionale al Commercio Vittoria Poggio per condividere e misurarsi con i sindaci di tutto il Piemonte sul bando di istituzione dei distretti.
La Regione Piemonte, infatti, darà vita entro il 2021 ai primi Distretti del Commercio diffusi su tutto il territorio, grazie alla collaborazione tra le amministrazioni comunali e le associazioni di categorie.
Di fronte alla necessità di ripartire da una prossimità di relazioni attiva contestualmente al periodo difficile per tutto il mondo del terziario di mercato, il Distretto rappresenta uno strumento per organizzare e accompagnare interventi di sistema per la ripresa, per promuovere le risorse del territorio, per riportare la fiducia esercitando la responsabilità del fare comune, per dare una risposta alla domanda di sviluppo che sale dal basso e un riconoscimento del ruolo svolto dagli attori locali.
«L’istituzione – sottolinea l’assessore al Commercio, Vittoria Poggio – è il primo passo per avviare una strategia pubblico-privato volta a realizzare progetti di riqualificazione e rigenerazione, iniziative atte a contrastare la desertificazione commerciale e di rafforzare l’attrattività dei centri delle città. Saranno una espressione di politica attiva a sostegno del commercio come fattore di innovazione, integrazione e valorizzazione delle specificità tipiche».
Oggi si sono svolti i primi due incontri con i Comuni della Provincia di Alessandria e di Asti; si proseguirà oggi con la Provincia di Biella, il 25 gennaio con quella di Cuneo e di Novara. Il 27 invece sarà la volta della Provincia di Torino e del Verbano-Cusio-Ossola. Questo primo «Roadshow» terminerà giovedì 28 gennaio con la Provincia di Vercelli.
«Obiettivo principale – ha concluso l’Assessore – è far crescere l’attrattività e rigenerare il tessuto urbano sostenendo la competitività delle imprese commerciali».
Riparte la più importante manifestazione in Italia dedicata alla CSR
SOSTENIBILITÀ, NUOVI MODELLI PER RILANCIARE
L’INNOVAZIONE SOCIALE IN TEMPI DI PANDEMIA
Le reti di comunità al centro di un cambio di passo in tema di sostenibilità. È quanto ritiene fondamentale, nel complesso periodo che il nostro paese sta attraversando, Carlo Petrini, presidente di Slow Food, che lancerà un messaggio importante sul cambiamento sostenibile alla prima tappa della nona edizione de Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale, focalizzato quest’anno su Rinascere sostenibili: “Oggi, in un contesto di crisi pandemica, economica e climatica, è più che mai necessario che qualcuno si faccia carico di attuare, in maniera armoniosa, le idee e le iniziative che la parola sostenibilità racchiude – afferma Petrini – È giunto il momento di sviluppare una rete di comunità che sia in grado di sovvertire dei paradigmi ormai insostenibili”.
La più importante manifestazione in Italia dedicata ai temi della sostenibilità parte anche quest’anno da Torino, giovedì 21 gennaio 2021 dalle ore 10 alle ore 11:30. L’evento avrà un focus su Beni comuni e comunità resilienti e sarà trasmesso in diretta streaming. È possibile partecipare gratuitamente iscrivendosi al seguente link: www.csreinnovazionesociale.it/tappa/torino2021/
“La tappa di Torino del Giro d’Italia della CSR mette al centro dell’attenzione il tema dei beni comuni – spiega Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone – argomento strettamente collegato allo sviluppo sostenibile dei territori: la sfida per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 si gioca infatti a livello globale ma anche locale. I territori diventano sempre più importanti per la salvaguardia e la valorizzazione anche dei beni comuni, beni a titolarità diffusa, che appartengono a tutti e a nessuno, a cui ognuno deve poter accedere ma nessuno può vantare pretese esclusive”.
45 milioni di euro per Rsa e sociale
La misura passerà nel Consiglio Regionale di domani. L’esponente della giunta Cirio: «Una grande soddisfazione, risultato di mesi di lavoro a fianco dei più fragili».
Risultato ottenuto. Importante. Fondamentale e allo stesso tempo emblematico, dopo un annus horribilis, il 2020, caratterizzato dagli effetti di una pandemia che non ha dato tregua nemmeno in Piemonte.
La notizia: arrivano, complessivamente, 42,5 milioni di euro destinati a ristori per il sociale. In particolare 30 andranno alle Rsa in convenzione con il Sistema sanitario regionale, nonché per tutti i presìdi in convenzione (disabili, psichiatrici, tossico dipendenti e minori). Il ddl prevede anche un sostegno economico per i presìdi socio assistenziali autorizzati al funzionamento e non accreditati (poco più di 10 milioni), l’esenzione Irap per le aziende pubbliche di servizi alla persona (un milione a far data dal 1 gennaio di quest’anno) e da ultimo il sostegno ai fornitori accreditati di servizi domiciliari sociali e sanitarie, che riceveranno un milione e mezzo. Il disegno di legge, approvato proprio oggi in Quarta commissione regionale, verrà posto all’approvazione dell’Aula nel Consiglio regionale di domani.
Grande soddisfazione è stata espressa dall’assessore regionale al Welfare, Chiara Caucino, vera artefice del provvedimento: «Raccogliamo oggi – spiega Caucino – i risultati di mesi di lavoro, nei quali mi sono battuta proprio affinché le strutture più coinvolte nello tsunami Covid ricevessero un sostegno concreto e tangibile. Si tratta di un contributo fondamentale, frutto di un grande sforzo per la Regione, che offre però un importantissima boccata d’ossigeno per le strutture e per i fornitori di servizi per persone fragili del Piemonte, che hanno sofferto, forse più di ogni altro, gli effetti nefasti della pandemia da Covid19».
I ristoranti e gli chef saranno al centro del programma di giovedì 21 gennaio condotto da Simona Riccio su Radio Vidanetwork
La puntata di giovedì 21 gennaio prossimo della trasmissione PARLACONME sulla radio web Radiovidanetwork, ideata e condotta da Simona Riccio, sarà dedicata al tema dei “Ristoranti e gli chef sono gli ambasciatori e garanti del made in Italy nel mondo. Insieme contro l’AgroPirateria”.
Al programma, condotto ogni giovedì dalle 18 alle 19 dall’Agrifood & Organic Specialist Simona Riccio, parteciperanno il 21 gennaio il Presidente della Fondazione Univerde Alfonso Pecoraro Scanio; il Fondatore e Direttore Generale presso l’Associazione IFSE Culinary Institute Raffaele Trovato, e il Direttore Generale del CAAT ( Centro Agroalimentare di Torino) Gianluca Cornelio Meglio.
“Il CAAT – ribadisce il suo Direttore generale Gianluca Cornelio Meglio – riveste un ruolo fondamentale di anello di congiunzione tra la produzione e la distribuzione nel settore agroalimentare. Nel corso della trasmissione affronteremo, tra i vari temi, anche quello del gravoso problema dell’Italian sounding e delle gravi implicazioni che provoca nel contesto agroalimentare, e, sull’altro versante, la realtà che il CAAT rappresenta, vale a dire il naturale connubio tra la filiera agroalimentare e la categoria dei cuochi, in uno sforzo e azione sinergica per la valorizzazione del made in Italy”.
E della categoria dei cuochi Raffaele Trovato è esponente eminente, essendo anche fondatore dell’Associazione IFSE, Italian Food Style Education, una prestigiosa accademia di cucina di alto livello, nata nel 2008 e riconosciuta quale Eccellenza Italiana dal Segretariato Generale della Repubblica. Sede della scuola, che forma i futuri chef seguendo le regole della cucina mediterranea, è il suggestivo castello di Piobesi Torinese, location scelta dallo stesso Raffaele Trovato e oggetto di un attento restauro strutturale e estetico prima di diventare sede dell’IFSE.
La trasmissione PARLACONME sarà in onda giovedì 21 gennaio dalle 18 alle 19, con replica venerdì 22 gennaio dalle 9 alle 10.
Per ascoltare le dirette collegarsi al sito www.vidanetwork.it oppure scaricare l’app.
Mara Martellotta