ECONOMIA- Pagina 363

Quanto è bello vivere in un comune fiorito

Asproflor Comuni fioriti lancia con Uncem e Confcooperative il progetto “Vivere in un Comune Fiorito” che affiancherà il “Marchio di qualità dell’ambiente di vita Comune Fiorito”. L’Associazione dei Produttori florovivaisti ha costruito il nuovo progetto su misura per i piccoli Comuni italiani sotto i 5000 abitanti

Asproflor nel 2020 ha compiuto 40 anni di attività, principalmente volti alla promozione del florovivaismo e al miglioramento della qualità della vita e  dell’accoglienza turistica nei centri urbani. “L’esperienza di Asproflor – evidenzia il Presidente Sergio Ferraro – è stata in fondo l’evoluzione naturale di un’idea, sorta con l’obiettivo di far crescere e diffondere in Italia la cultura del verde e delle fioriture nelle città. Intorno a questa idea negli anni si sono raccolti oltre 2000 Comuni vicini al motto ‘fiorire è accogliere’, pronti a sfidarsi nel nome della bellezza e dei valori dell’ambiente. Da quest’anno Asproflor ha deciso di mettere a disposizione la sua esperienza e i suoi professionisti anche per i piccoli Comuni desiderosi di migliorare il proprio territorio con la bellezza e i colori dei fiori”.
Per i piccoli Comuni è previsto un percorso di crescita triennale che ha come traguardo l’ingresso nel grande circuito dei Comuni fioriti italiani. Avverrà non attraverso il tradizionale concorso – sottolinea Franco Colombano, Vicepresidente Asproflor – ma tramite un approccio identitario e di crescita collettiva che porti ad apprendere e apprezzare i segreti per belle e durature fioriture. A tutti i Comuni iscritti  verrà consegnato “l’albero della qualità della vita”: un Quercus nelle specie Robur, Cerris o Ilex in base alla latitudine del Comune, unitamente a materiale informativo per promuovere e divulgare l’iniziativa presso i propri cittadini. I Sindaci avranno a disposizione un servizio di assistenza tecnica e di consulenza professionale gratuita online. I Comuni potranno avere un kit professionale costituito da fiori e piante di particolare interesse e innovative, individuato specificamente per ogni Comune iscritto (lobularia o nemesia per i Comuni montani e dipladenie o solanum per i Comuni marini) e completato da un substrato professionale per la messa a dimora. Inoltre, tutte le piante saranno consegnate in vasi biodegradabili, in modo da eliminare completamente la plastica da smaltire e dunque promuovere anche il progetto plastic free per amministrazioni pubbliche.

Sono moltissimi i Comuni montani che già fanno parte della rete dei Comuni fioriti. Tra questi Ingria, guidata da Igor De Santis, Vicepresidente Uncem Piemonte, Bellegra, dove è Sindaco il Vicepresidente nazionale Flavio Cera, Pomaretto con Danilo Breusa, membro della Giunta Uncem Piemonte. Asproflor-Comuni Fioriti è l’unica associazione italiana autorizzata dal partner mondiale “Communities in Bloom” a selezionare ogni anno dal circuito dei Comuni fioriti italiani due località che si sfidano in ambito internazionale con comprensibili e positive ricadute d’immagine. Per il 2021 le città candidate sono Ingria (TO) e Alba (CN).

“Da dieci anni Uncem sostiene Asproflor e la rete dei Comuni fioriti. Quest’anno la collaborazione si intensifica e lavoriamo per rendere più belli e accoglienti i nostri Comuni, grazie alla partecipazione delle comunità che è decisiva”, evidenzia Marco Bussone, Presidente Uncem.

Sulla pagina www.comunifioriti.it vi sono tutte le modalità di partecipazione alla rete Comuni fioriti.

Locatelli, (Prc-Se): “Stellantis, troppa retorica sull’automotive”

“Senza ripresa dell’iniziativa dei lavoratori non c’è futuro garantito”

Quanta retorica insulsa accompagna la nascita di Stellantis, il quarto gruppo a livello mondiale dell’automotiv nato dalla fusione della casa automobilistica francese Groupe Psa e della casa automobilistica americana Fiat Chrysler Automobiles. A Torino, principale polo produttivo di Fca, facendosi vanto di una storia e di un indotto dell’automotive che non è di poco conto, istituzioni, industriali auspicano “che i nuovi progetti del gruppo siano e continuino a essere anche piemontesi e italiani, non solo perché lo vogliamo, ma perché l’eccellenza del nostro territorio ha le caratteristiche per meritarlo”. A seguire alcune organizzazioni sindacali “collaborative” che nel dirsi fiduciose di un aumento delle prospettive di crescita si impegnano a “convincere il nuovo gruppo delle grandi professionalità del nostro territorio”. Ottimismo fuori luogo. Da quando un colosso industriale si fa convincere dai meriti, dalle attese, dagli auspici di chi vorrebbe in qualche modo avere garanzie a livello territoriale e occupazionale? Le imprese globali fanno solo i propri interessi.

Il fatto è che il nuovo gruppo industriale nasce senza che il governo o le istituzioni locali abbiano svolto alcun ruolo riguardo la nascita del nuovo gruppo e le garanzie di tenuta produttiva ed occupazionale del territorio. Sono anni che governo e amministrazioni locali stanno alla finestra, si rimettono alle forze del mercato, agli interessi privati tranne poi fare gli scongiuri o confidare sulle buone intenzioni degli industriali. Basta con questo andazzo. Governo e istituzioni siano costretti, anche grazie e soprattutto sulla base di una ripresa dell’iniziativa delle lavoratrici e dei lavoratori, a battere un colpo, ad affermare il primato dell’interesse pubblico, a imporre garanzie produttive ed occupazionali.

Ezio Locatelli segretario provinciale Prc-Se Torino 

Turismo, la forza della montagna

Nel 2020 la montagna estiva non fa flop. E il turismo non cala come succede invece per altre destinazioni. Lo confermano i dati Istat pubblicati  relativi al “Movimento turistico in Italia” da gennaio a settembre 2020. Non solo la montagna tiene, anche “i borghi vincono”.

Secondo l’Istat, la preferenza dei turisti italiani, infatti, si indirizza, più che in passato, sulle località montane, le quali ad agosto raggiungono gli stessi livelli dello scorso anno (-0,4% di presenze) e soprattutto sui Comuni a vocazione culturale, storico, artistica e paesaggistica, dunque i borghi in particolare, che registrano addirittura un incremento (+6,5%) rispetto al 2019 (unica variazione positiva registrata in tutto il dossier che confronta 2019 con l’anno della pandemia). Incrementi delle presenze dei clienti italiani si verificano solo in Umbria (a vocazione fortissima per un turismo di qualità nei borghi) e nella Provincia autonoma di Bolzano (entrambe con valori intorno al +15% rispetto al 2019). Le presenze turistiche in Italia nei primi mesi del 2020 si sono dimezzate rispetto allo stesso periodo del 2019 (-50,9%). Per i comuni a vocazione culturale, storico, artistica e paesaggistica la diminuzione è del 54,9%, per quelli con vocazione marittima è del 51,8%. I comuni a vocazione montana, invece, registrano un calo inferiore alla media nazionale (-29,3%). I mesi da marzo a maggio 2020 (quelli del lockdown) vedono cali anche vicini a -95% rispetto al 2019. Nel trimestre estivo, la flessione del turismo nelle grandi città è addirittura più grave (-76,3% nei mesi di luglio, agosto e settembre 2020 rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno); per i Comuni a vocazione culturale è pari a -41,2%, per quelli a vocazione marittima è -38,7% mentre per i Comuni a vocazione montana è -19,4% (-36,1% la flessione media nazionale). La montagna è il comparto che subisce flessioni minori rispetto al 2019.

Blocco degli sfratti: la posizione di Ape Confedilizia Torino

Alla luce delle proteste scritte e verbali che da tutta Italia stanno arrivando alle sedi locali di Confedilizia, compresa la sede di Torino, l’Ape Confedilizia di Torino e Provincia sottolinea come l’ulteriore proroga disposta con il Decreto Legge n. 183 del 31 dicembre 2020  fino al 30 giugno 2021, porti la sospensione dell’esecuzione degli sfratti a quasi un anno e mezzo per immobili appartenenti, nella massima parte, a famiglie di piccoli risparmiatori che integrano la pensione già insufficiente, con il canone di locazione dell’immobile, frutto dell’investimento della liquidazione alla fine del rapporto lavorativo

Un provvedimento che limita il diritto di proprietà privata, visto che di fatto si requisiscono immobili privati, di piccoli proprietari, privi di un adeguato meccanismo di risarcimento e obbligati a pagare l’IMU.

Una misura senza buonsenso e che mette indistintamente sullo stesso piano tutti gli sfratti per morosità, anche quelli antecedenti allo stato di emergenza, annullando di fatto provvedimenti dei giudici spesso risalenti ad anni fa. Situazioni che nulla hanno a che fare con la pandemia. I giudici avevano già ordinato di restituire gli immobili ai loro proprietari, ma la legge ha fatto carta straccia di questi provvedimenti.

Una norma che colpisce in egual misura morosità colpevole e volontaria relativa a qualsiasi tipo di immobile residenziale o commerciale e non compie alcuna distinzione fra chi è davvero in difficoltà economica e chi sta approfittando della situazione.

Il proprietario dopo i sacrifici sostenuti per l’acquisto,  non solo perde la rendita, ma deve far fronte al pagamento delle tasse e svolgere un’attività assistenziale non di sua competenza.

Sarebbe, infatti, compito dello Stato, nel caso di difficoltà dell’inquilino, di individuare interventi di sostegno e non scaricare l’incombenza sui privati cittadini.

Il blocco degli sfratti indurrà molti proprietari ad abbandonare l’affitto tradizionale, a svantaggio delle famiglie in cerca di casa e il mercato immobiliare sarà paralizzato. Si preferirà tenere la loro casa vuota, in attesa di cederla a un figlio e altri ancora proveranno a vendere il proprio immobile, con effetti sociali negativi. Gli effetti drammatici sono descritti nelle proteste di tanti cittadini, che continuano a inondare la casella di posta elettronica nazionale (bloccosfratti@confedilizia.it) e quelle di giornali e televisioni.

Il danno sarà grave per l’intera economia, anche per il comprimersi della mobilità sul territorio: le persone non si fidano di uno Stato che non le tutela e si muovono di conseguenza. I più fortunati si tufferanno nel settore degli affitti brevi, quando finalmente torneranno i turisti.

La strada da seguire non è il blocco degli sfratti, che incoraggia di fatto l’illegalità e danneggia gli stessi inquilini onesti, ma l’individuazione, in concreto, delle difficoltà collegate alla pandemia, per far seguire interventi di sostegno a carico dello Stato e non di privati cittadini.

In ogni caso Confedilizia sta studiando l’ipotesi di ricorrere alla Corte Costituzionale essendo la norma affetta dal sospetto di grave vizio di incostituzionalità”.

Annus horribilis anche per il turismo in Piemonte

Per il turismo del Piemonte nel 2020 si stimano perdite per quasi cinque miliardi. L’emergenza Covid ha bruciato 3,5 milioni di turisti per circa  10 milioni di pernottamenti.

Si tratta di un crollo del 70% rispetto all’anno prima, che ha prodotto una perdita di 800 milioni per gli alberghi e le strutture ricettive. Anche  negozi e pubblici esercizi  hanno visto svanire 4 miliardi di euro di consumi che i turisti avrebbero generato. In perdita, chi più chi meno, tutti i comparti del turismo: dal 70% per alberghi, campeggi e rifugi alpini, al 60%  di bar e ristoranti, all’80% per autobus turistici e noleggi con conducente, fino al 90% per guide turistiche, agenzie di viaggio e animatori turistici. Queste le stime dell’ufficio studi di Confesercenti.

(Foto Mario Alesina)

Occupazioni abusive: cosa cambia dopo la firma del protocollo tra Regione, Comune e Prefettura

Ad oggi gli immobili abitati illegalmente sono solo 134, ma si teme che gli effetti della grave crisi che stiamo vivendo potrebbero fare aumentare a dismisura i casi. Per questo lassessore al Welfare, Chiara Caucino, ha siglato un Protocollo dintesa con Prefettura, Comune di Torino e Agenzia Territoriale per la Casa con lobiettivo di prevenire e contrastare il fenomeno, con interventi mirati e coordinati.


«Situazione sotto controllo: ma occorre assolutamente, allo stesso tempo, mettere un freno allillegalità e tutelare le fasce più deboli della popolazione e i nuovi poveri, vittime della pandemia. Nessuno deve essere lasciato da solo».

Obiettivo: prevenire e contrastare il fenomeno delle occupazioni abusive delle case Atc, destinato inevitabilmente a crescere a causa della crisi legata al Covid19 e all’emergere delle «nuove povertà». Proprio per questo è stato siglato ieri pomeriggio dall’assessore al Welfare, Chiara Caucino, nella sede della Prefettura di Torino in Piazza Castello, un Protocollo d’intesa con Prefettura, Comune di Torino e Atc per la prevenzione e il contrasto alle occupazioni abusive degli alloggi di edilizia residenziale pubblica». Si tratta, infatti, di un fenomeno che potrebbe in un prossimo futuro preoccupare non poco, dal momento che già oggi, le case «popolari» occupate abusivamente sono 134, numero che però – visti anche gli effetti deleteri della crisi legata al Covid19 – sembra destinato ad aumentare esponenzialmente nei prossimi mesi.

Su un patrimonio che conta almeno 50.779 appartamenti in tutto il Piemonte tra Atc Nord, Centro e Sud, gli appartamenti sfitti sono 3.368 di cui 1.999 nell’area della Città Metropolitana di Torino (per la precisione, 1201 a Torino e 798 nell’area metropolitana). E in quelli occupati regolarmente circa il 35 per cento degli inquilini non paga affitto o bollette.

Il protocollo prevede quindi che gli Enti coinvolti, effettuino una costante ricognizione delle condizioni di disagio e insicurezza abitativa, coordinino le operazioni di censimento degli insediamenti a rischio, riducano il numero degli alloggi vuoti al fine di evitarne

l’occupazione abusiva, programmino e coordinino le azioni di recupero degli alloggi occupati sine titulo e assicurino il coordinamento con i Servizi sociali del Comune di Torino per l’accompagnamento di nuclei in reale stato di necessità. Inoltre è prevista l’adozione di le procedure di assegnazione degli alloggi secondo la normativa regionale, definendo modalità stabili di collaborazione tra l’Atc del Piemonte Centrale, il Comune di Torino e le Forze dell’Ordine.

Ma quale sarà il meccanismo d’azione previsto dal protocollo? Innanzi tutto l’Atc, ricevuta una segnalazione di occupazione abusiva, provvederà a comunicarlo alla polizia municipale, che effettuerà subito l’accertamento. Se l’alloggio risulterà libero da persone, si procederà al recupero immediato dell’unità abitativa, chiedendo ad Atc l’intervento di un fabbro per metterla in sicurezza. Se l’alloggio risulterà invece occupato, scatterà la denuncia alla Procura e si procederà allo sgombero. Qualora però venga verificata la presenza di persone in condizioni di fragilità economico sociale, lo sgombero verrà rinviato e verranno informati tutti gli Enti preposti per valutare la possibilità di reperire temporaneamente soluzioni alternative.

«Si tratta di una situazione sotto controllo ma che potrebbe peggiorare in brevissimo tempo – spiega Caucinoe che quindi necessita di un intervento coordinato e mirato: da un lato a prevenire fenomeni di illegalità come loccupazione abusiva degli alloggi e dallaltro a sostenere, allo stesso tempo, le famiglie più fragili e le vittime delle nuove povertà, ovvero tutte quelle persone che la pandemia ha ridotto letteralmente sul lastrico».

D’altronde le occupazioni abusive sono un fenomeno che minaccia la sicurezza degli inquilini, rischia di vanificare le attività di riqualificazione dei quartieri poste in essere dalla Regione Piemonte in collaborazione con l’Atc del Piemonte Centrale ed i Comuni della provincia ed ostacola, di fatto, l’attuazione dei programmi di ristrutturazione degli immobili, mettendo a rischio la disponibilità di risorse sia a livello nazionale che regionale.

«Per questo – prosegue Caucinoil tavolo regionale ha lavorato sia sulle misure di prevenzione e contrasto di questo fenomeno, ma anche sulla verifica di possibili modifiche normative e regolamentari alla legislazione regionale in materia, per agevolare possibili soluzioni al problema. Il nostro obiettivo è combattere lillegalità, ma anche essere vicino ai più fragili e ai più deboli. Nessuno deve essere lasciato indietro o solo».

Finalità importante del tavolo – che avrà cadenza mensile – è infatti la riassegnazione, con procedure rapide, degli alloggi. Le case che necessitano di lavori minimi dovranno essere ripristinate da Atc entro 30 giorni. Sarà poi compito del Comune di Torino emettere i decreti di assegnazione. A quel punto Atc stipulerà il contratto e consegnerà le chiavi non appena saranno disponibili le certificazioni di sicurezza degli impianti.

Sarà possibile segnalare e denunciare le occupazioni abusive attraverso il numero verde Atc, 800301081, operativo 24 ore su 24 oltre ovviamente il numero unico dell’emergenza 112.

Parte la stagione dei saldi Spenderemo 200 euro a testa

Saldi al via a Torino e in Piemonte giovedì 7 gennaio

C’è la soddisfazione dell’Ascom che riterrebbe un eventuale nuovo lookdown “un disastro per l’intera filiera della moda e dell’abbigliamento”.  Intanto un sondaggio di Confesercenti, rivela che un torinese su due è interessato a fare acquisti  durante i saldi, ma appena il 10% ha già stabilito un budget: mediamente 200 euro, in calo rispetto al 2020. La lista dei desideri dei torinesi registra  calzature, cappotti, giacconi e giubbotti, oltre a capi di maglieria (38%), capi di camiceria (26%), magliette e intimo (entrambi al 22%), borse (13%) e accessori (11%).

Fondazione Crt, 3,9 milioni per 200 progetti

235 progetti di istituzioni ed enti non profit saranno realizzati sul territorio con i 3,9 milioni di euro di contributi assegnati dalla Fondazione CRT . Salgono così a 571 le iniziative ordinarie sostenute quest’anno da Fondazione CRT con circa 8 milioni di euro complessivi.

“Sostenere capillarmente le istituzioni e le associazioni non profit, che costituiscono la ‘trama’ produttiva, sociale e culturale delle comunità, significa rafforzare la resilienza del territorio in un periodo eccezionalmente complesso come questo”, dichiara il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia.

“Phygital experience, sostenibilità sociale e ambientale, nuove generazioni: sono gli elementi al centro delle iniziative sostenute da Fondazione CRT, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e con le esigenze del nuovo mondo post Covid”, afferma il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci. La fetta maggiore dei finanzianti va all’area Ricerca e Istruzione : approvati 103 contributi per oltre 2,3 milioni di euro: circa 1,1 milioni di euro agli enti del territorio e 1,2 milioni di euro ai progetti degli Atenei.
Fondazione CRT sostiene quest’anno numerose progettualità focalizzate sul Covid, sugli effetti della pandemia nella società e su possibili soluzioni concrete alle problematiche in ambito scuola, lavoro e trasporti. Fondazione CRT supporta inoltre le attività di ricerca di realtà come la Fondazione Edo ed Elvo Tempia, l’Istituto Zooprofilattico e gli istituti del CNR che operano in Piemonte e Valle d’Aosta, e il sistema della ricerca degli Atenei del territorio: progetti che vanno dall’oncologia alla tecnologia, dalla neurologia all’ambiente, dalla didattica alla fisica, dalle scienze internazionali alla psicologia – permettono a giovani ricercatori e scienziati di portare avanti la propria attività e, nello stesso tempo, contribuiscono all’avanzamento della conoscenza in numerosi campi del sapere. All’area Welfare e Territorio vanno 104 contributi per 1,3 milioni di euro. Si segnalano fra i progetti finanziati gli interventi in ambito volontariato, il progetto “Sviluppo rete metropolitana e regionale di assistenza alle vittime di reato” dell’Associazione Rete Dafne onlus che aprirà 3 nuovi sportelli di accoglienza ad Asti, Cuneo e Rivarolo; le iniziative di sostegno alimentare “Educhiamo al cibo, aggiungiamo valore” dell’Associazione veterinaria per la cooperazione internazionale, che gestisce l’Emporio della Solidarietà cui si rivolgono circa 500 persone; il progetto “Respiro” della Fondazione torinese don Mario Operti Onlus per la costituzione di un fondo di garanzia a supporto di persone, famiglie e micro attività in difficoltà economica a causa della crisi sanitaria.
Fra le iniziative per lo sviluppo de territorio, viene finanziato il progetto “Il Monferrato dei Castelli Bruciati” a Odalengo Grande, un itinerario di oltre 100 km per il turismo lento a piedi, a cavallo, in bicicletta; il progetto “Semi di Biodiversità” dell’Associazione WWF oasi e aree protette piemontesi di Biella, per conservare le piante rare o protette; il progetto dell’Unione montana Valle Stura “Oltrepassare il confine”, un festival itinerante che, attraverso il territorio della Valle Stura, declinerà il tema dei confini nel presente, nel passato e nel futuro, nei diversi linguaggi contemporanei.

Nel campo dell’Arte e Cultura Fondazione CRT ha assegnato 28 i contributi per complessivi 280 mila euro a sostegno, in particolare, di festival cinematografici e culturali, iniziative di audience engagement, archivi digitali. Tra i progetti sostenuti, il Dirittibus del Museo Diffuso della Resistenza, il bus che, toccando quartieri e scuole di Torino (compatibilmente con l’emergenza sanitaria), coinvolge la città sul tema dei diritti; la “Rete di Archivi della Collina Torinese e del Chierese”, un portale ad hoc per valorizzare un patrimonio culturale locale rendendolo accessibile a un pubblico ampio; il Seeyousound International film, primo festival cinematografico in Italia dedicato al cinema di genere musicale. E ancora: l’iniziativa “A scuola con Rodari. Dai giornalini scolastici cartacei degli anni ’70 ai giornalini di classe online di oggi”, promossa dal Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia per il centenario della nascita dello scrittore.
Fondazione CRT contribuisce infine all’acquisto di un autocarro per la Colonna Mobile Regionale, cui ha destinato negli anni 6 milioni di euro per la costituzione e il mantenimento.

Cirio lancia il Patto per il Piemonte su Recovery Plan, sanità e fondi europei

Un Patto per il Piemonte sui tre temi chiave del 2021: sanità, RecoveryPlan e programmazione dei fondi europei 21/27 con tutte le forze politiche, sociali ed economiche.

È quello che propone il governatore Alberto Cirio nella conferenza stampa di inizio anno della Giunta piemontese: “il progetto che ho voluto lanciare oggi – dice il presidente – è quello del Piemonte dei “costruttori” – quelli di cui ha bisogno l’Italia in questo momento, come ci ha ricordato il Presidente della Repubblica -che parla a una sola voce”. Spazio anche alla cultura e al turismo con 25 milioni di euro da destinare alla Palazzina di Caccia di Stupinigi per farla di vantare “una nuova Venaria Reale” e all’agricoltura con il nuovo piano di sviluppo rurale è più attenzione alla filiera del cibo e dei prossimi agroalimentari di eccellenza. Il tutto, nelle intenzioni della Regione, per una diversificazione produttiva che possa rendere il Piemonte competitivo.

Citando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente Cirio ha sottolineato che è “il momento di essere costruttori per portare il Piemonte fuori da questa crisi. Dobbiamo costruire, e dobbiamo farlo insieme, per garantire un futuro migliore ai nostri ragazzi. Noi mettiamo sul tavolo la nostra visione, che dalle prossime settimane andremo a presentare provincia per provincia per raccogliere le varie istanze. Le idee le abbiamo ben chiare, e vogliamo condividerle nel modo più trasparente possibile”.

Critiche le opposizioni: per Grimaldi (LUV) “la Giunta si loda ma il ‘casoPiemonte’ ha condannato interi settori; Torino chieda al prefetto e al Governo un impegno straordinario per evitare fallimenti e vampirizzazioni tra bar e ristoranti”. E Sarno (Pd) a proposito del progetto per Stupinigi: “Per reperire le risorse necessarie si dovrà investire anche su partenariati pubblico/privati che solo una Governance pubblica qualificata può garantire: la Regione Piemonte coinvolga i comuni e gli enti del “Protocollo Stupinigi”, di cui già fa parte, anzi si metta in testa a questo percorso per ottimizzare gli sforzi e garantire uniformità degli interventi”.

Il presidente Cirio ha poi voluto riflettere sul 2020: “Un anno particolarmente complicato, in cui abbiamo pianto per chi ci ha lasciato e avuto paura quando è arrivato il Covid a colpire la vita di ognuno di noi. L’emergenza sanitaria ha caratterizzato la vita di tutti e anche la vita amministrativa della Regione, che si è trovata davanti alla più grande catastrofe dalla seconda guerra mondiale. Gestire l’emergenza è stata una impresa che ci ha visto constatare eccellenze sanitarie grandissime, ma anche toccare con mano gravissime carenze, a partire dal sistema di medicina territoriale. Questo perché in Piemonte come altrove la sanità è stata negli anni vittima di tagli e mancati investimenti che nel momento della necessità si sono fatti sentire”.

 

Nuovo Psr e filiera del cibo nell’agenda dell’assessore Protopapa

IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA

La nuova programmazione del Programma di sviluppo rurale del Piemonte farà parte dei tre pilastri principali dell’azione di Governo regionale nel 2021.

Ci sarà un prolungamento del Psr 2014-2020, appena scaduto, con due anni di transizione che permetteranno di impostare il nuovo Psr,  strumento principale di programmazione per l’agricoltura piemontese, e con una dedizione a semplificare le norme e ad ampliare i soggetti beneficiari, rivolgendo particolare attenzione all’insediamento dei giovani agricoltori.

Sarà importante il rinnovamento delle misure della futura programmazione del Psr – precisa l’assessore Marco Protopapadella Regione Piemonte – per rispondere alle nuove esigenze che arrivano dai nostri territori, dalla diffusione capillare della banda larga su tutte le aree regionali agli investimenti sul green. Al tempo stesso nei due anni di transizione proseguirà il sostegno alle aziende piemontesi attraverso le misure del Programma di sviluppo rurale sull’agroambiente, dal biologico all’innovazione della meccanica e del tecnologico nella coltivazione”.  

In prospettiva di una ripartenza di tutte le attività legate al settore enogastronomico piemontese, nel 2021 l’Assessorato all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte impegnerà più risorse e rafforzerà le azioni di promozione della filiera cibopuntando sempre alla qualità, alla conoscenza dell’origine e quindi della tracciabilità dei prodotti. La nascita e il riconoscimento dei futuri Distretti del cibo del Piemonte, il cui regolamento regionale è stato approvato a fine 2020, va nella direzione di una promozione legata al territorio, che si caratterizza per peculiarità naturali e gastronomiche, e nel rispetto e rivalutazione anche delle tradizioni locali.

Il comparto legato al cibo rappresenta la punta più elevata, più diffusa e più radicata nella cultura del Piemonte: i vini, i tartufi, la carne, la frutta, le nocciole, il riso sono solo alcuni esempi di filiere agroalimentari che confermano il rilievo internazionale delle nostre produzioni – sottolinea l’assessore regionaleProtopapa – Il sistema cibo in Piemonte coinvolge tutti gli ambiti di un territorio, oltre alla filiera produttiva anche quella dello sviluppo turistico locale e della tutela ambientale”.  

Un capitolo di particolare importanza sul quale si impegnerà l’Assessorato all’Agricoltura e Cibo, con il coinvolgimento di altri assessorati regionali, sarà quello del “No spreco del Cibo” che sarà rivolto all’educazione alimentare ed al risparmio.