ECONOMIA- Pagina 363

Piemonte, la produzione economica riparte quasi al completo

La produzione economica del Piemonte, misurata con l’indicatore grezzo della quota di personale in attività e non sottoposta a restrizioni per l’emergenza sanitaria, ha raggiunto il 98% rispetto a quella registrata prima della crisi; la mobilità dei piemontesi, misurata come numero di spostamenti rispetto a inizio gennaio 2020, si è attestata al 74,9% ed ha raggiunto l’83% a Torino, a conferma della ripresa del lavoro e della vita sociale.

Sono i principali aspetti contenuti nel 3° rapporto che Ires Piemonte ha presentato  al Gruppo di monitoraggio istituzionale della Fase2, coordinato dal vicepresidente della Regione, Fabio Carosso, e al quale partecipano i presidenti di Provincia, i sindaci delle città capoluogo, l’Unità di Crisi, le associazioni degli enti locali con il coordinamento delle Prefetture ed i capigruppo consiliari, e che ha il compito di monitorare l’andamento della situazione socio-economica in relazione alle misure assunte per contrastare l’epidemia e alla loro graduale rimozione.

Tra gli altri contenuti del rapporto si segnala che:

– le imprese piemontesi hanno fatto ampio ricorso al Fondo di garanzia, a dimostrazione delle fatto che la crisi ha colpito l’attività produttiva in tutte le diverse aree del Piemonte; la percentuale di richieste inferiori a 25.000 euro si attesta attorno al 90% del totale;

– nei mesi di marzo e aprile si è ovviamente riscontrata una marcata riduzione delle assunzioni, soprattutto nei settori dell’amministrazione, della ristorazione, dello spettacolo e degli esercizi commerciali, a fronte di un considerevole incremento di personale sanitario e di addetti alla consegna delle merci;

– la quota di personale della Pubblica amministrazione in lavoro agile si è ridotta al 60% del personale, mentre a fine aprile si attestava al 77,3% del totale.

Microcredito, la Regione: “Il Piemonte non lascia indietro nessuno”

Approvata una misura a sostegno anche dei soggetti «non bancabili», che non potrebbero accedere ad alcun tipo di credito. Gli assessori Chiorino e Tronzano: «La politica, soprattutto in questo particolare momento, ha il dovere di aiutare tutti, nella speranza che anche le imprese più in difficoltà possano trovare la forza di rialzarsi e ripartire».

E’ stata approvata nell’ultima seduta della Giunta regionale  una delibera dedicata alle micro imprese «non bancabili», ovvero a quelle realtà lavorative che devono poter accedere ai finanziamenti ma che non sono in grado di fornire le garanzie necessarie da parte degli Istituti di credito per poter ottenere i prestiti necessari per far ripartire le loro attività.

«Si tratta di un’operazione che si innesta in un disegno complessivo che vuole provare a coprire tutte le esigenze – spiegano gli assessori regionali al Lavoro, Elena Chiorino e alle Attività Produttive, Andrea Tronzano – La politica deve aiutare anche le imprese non bancabili che devono essere aiutate a superare la crisi poi sarà il mercato a determinare il loro successo o meno».

Il limite massimo di finanziamento è pari a 25mila euro ed il limite minimo è di 3mila euro e sarà garantito all’80 per cento dal fondo di garanzia a costo zero.

Il fondo opera come garanzia «sostitutiva», per cui gli Istituti di credito non potranno richiedere ulteriori garanzie al soggetto beneficiario; Il finanziamento deve essere rimborsato, a rate mensili, all’Istituto di credito nel termine massimo di 48 mesi (di cui 3 mesi di pre ammortamento) per i finanziamenti di importo pari o inferiore a 10mila euro e nel termine massimo di 72 mesi (di cui 6 mesi di pre ammortamento) per i finanziamenti di importo superiore e comunque entro il limite massimo 25mila euro. Il Fondo ha attualmente una dotazione di tre milioni e 200 mila euro.

Banco delle opere di carità, Torino nord: 70% in più di richieste di cibo

 L’appello alle aziende alimentari: “Non abbiamo più cibo da distribuire”.

Sono aumentate del 70% le richieste di aiuto alimentare per il Banco delle Opere di Carità del Piemonte, in seguito all’emergenza Covid-19. L’associazione, che sostiene i bisognosi di Torino nord, lancia un appello alle aziende agro-alimentari del territorio, per far fronte all’accresciuta domanda di cibo.

“In Piemonte attraverso la nostra rete serviamo generalmente 17mila persone, di cui 10mila nell’area torinese. Con l’emergenza sanitaria e il conseguente lockdown ci troviamo davanti a quasi 28mila richieste di aiuto”, spiega Enzo Valsania, responsabile della sede piemontese del Banco delle Opere di Carità, che invita le aziende della filiera alimentare e della grande distribuzione a donare “i prodotti in giacenza o di prossima scadenza per poterli distribuire andando incontro alla gente che ci chiede aiuto”.

Alberto di Tannosocio fondatore dell’associazione e sostenitore della onlus, si unisce all’appello: “E’ fondamentale che le rimanenze vengano convogliate in quantità maggiori sul Banco delle Opere di Carità, perché in questo momento si registrano cifre di domanda impressionanti. Solo creando una rete di solidarietà si possono superare i momenti difficili e ringraziamo tutte le aziende che già contribuiscono”.

La fornitura di alimenti arriva generalmente dall’Agea (L’Agenzia per le erogazioni in agricoltura), ma in questo periodo la povertà è aumentata e c’è bisogno di essere uniti alle aziende agroalimentari per i beni di prima necessità.

“Una fascia di persone – spiega Enzo Valsania – a causa del lockdown economico, si è trovata senza lavoro: badanti, colf, operatori della ristorazione e del commercio, con contratti a tempo determinato e in scadenza, sono rimasti improvvisamente senza occupazione e senza entrate”.

Il Banco delle Opere di Carità del Piemonte fa parte dell’omonimo circuito nazionale che conta 14 punti di distribuzione in Italia. La sezione torinese conta su 46 volontari, si trova a Caselle Torinese, strada Commenda 10/a, e fa da centro di raccolta degli alimenti per 36 punti di distribuzione dislocati in Torino e provincia: parrocchie, associazioni di volontariato e i Cis (Consorzi intercomunali dei servizi socio-assistenziali).

Aziende come Maina, Balocco,Finestra sul cielo, Galup, Mole, LP Food stanno contribuendo consegnando i loro prodotti, ma la domanda di aiuto è cresciuta e gli alimenti non sono più sufficienti a fronteggiarla.

L’attuale emergenza è affrontata anche con la collaborazione dell’associazione Maria Madre della Provvidenza ‘Giorgio Valsania’ onlus, di cui Di Tanno è vice presidente, che ha distribuito 60mila mascherine realizzate da volontari presso l’azienda Ci.ti.elle di Gassino torinese che ha messo a disposizione i suoi macchinari.

“Un’operazione – aggiunge Valsania – resa possibile grazie alle donazioni da parte delle società Intergea e Nobis dello stesso Alberto di Tanno, che ha sostenuto la partenza della produzione acquistando il materiale per poterle realizzare. Il ringraziamento va anche a Fondazione Compagnia di San Paolo che ha creduto al progetto così come Filmar, La Baita, Mc Donald’s di San Maurizio, Associazione Culturale Panchine d’Autore, Fondazione Specchio dei Tempi, Il Risveglio”. Un gruppo di imprenditori che si è reso sensibile in un momento così difficile.

Mattarella nomina i cavalieri del lavoro. Tre sono piemontesi

I profili dei 25 nuovi Cavalieri del Lavoro nominati oggi dal Presidente della Repubblica

L’onorificenza

Istituita nel 1901, l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro viene conferita ogni anno in occasione della Festa della Repubblica a imprenditori italiani, che si sono distinti nei cinque settori dell’agricoltura, dell’industria, del commercio, dell’artigianato e dell’attività creditizia e assicurativa.

I requisiti necessari per essere insigniti dell’onorificenza sono l’aver operato nel proprio settore in via continuativa e per almeno vent’anni con autonoma responsabilità, e l’aver contribuito in modo rilevante attraverso, l’attività d’impresa, alla crescita economica, allo sviluppo sociale e all’innovazione.

Considerando le nuove nomine, i Cavalieri del Lavoro sono attualmente 626: dal 1901 ad oggi gli insigniti dell’onorificenza “Al Merito del Lavoro” sono stati 2.922.

Nata nel 1914, la Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, presieduta da Maurizio Sella, riunisce tutti gli insigniti e costituisce uno strumento di presenza dei Cavalieri del Lavoro nella società, promovendo l’impegno sui temi sociali e del mondo della produzione.

La Federazione si dedica, in particolare, alla formazione d’eccellenza a livello universitario con il Collegio Universitario di Merito dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani”, in cui ospita gratuitamente studenti selezionati esclusivamente per merito, e con il premio “Alfieri del Lavoro” che dal 1961 viene conferito ai migliori 25 studenti d’Italia.

I 25 CAVALIERI

Maria ALLEGRINI – 1954 – Verona – Agricoltura/vitivinicolo

È socio amministratore dell’azienda vitivinicola di famiglia Allegrini, nella quale entra nel 1983 alla scomparsa del padre. Sviluppa il marketing e la presenza sui mercati in Nord America, Scandinavia e Asia Pacifica, raggiungendo un export dell’85%. Nel 2001 avvia insieme ai fratelli una politica di espansione della produzione in Toscana con la costituzione della Tenuta Poggio al Tesoro a Bolgheri (Li) e con l’acquisto della Tenuta San Polo a Montalcino (Si), raggiungendo così oltre 200 ettari di proprietà, a cui si aggiungono altri 100 ettari in affitto. Nel 2008 acquista la rinascimentale “Villa della Torre” in Valpolicella nella quale promuove premi e incontri culturali. Produce oltre 4 milioni di bottiglie l’anno, tra cui Amarone, Bolgheri e Brunello di Montalcino. Occupa 42 dipendenti nelle attività agricole e 41 nell’attività commerciale.

 

 

Antonio CAMPANILE – 1945 – Perugia – Industria/chimica

È presidente di Saci Industrie Spa, attiva nella produzione di detergenti per uso domestico e professionale. Nel 1974 entra nell’azienda di famiglia, nata come saponificio artigianale, e sviluppa l’attività di commercio di prodotti chimici industriali. Negli anni successivi la produzione viene diversificata nel settore dei detersivi e dei liquidi da bucato e viene avviata la realizzazione di flaconi e imballaggi per detergenti. Negli anni ’90 guida la crescita dell’azienda con investimenti in innovazione di processo e la produzione di detergenza private label per i principali marchi della grande distribuzione in Italia e all’esteroOggi l’azienda, con un export del 40% e una produzione di 150.000 tonnellate l’anno, opera attraverso lo stabilimento di Ponte San Giovanni (Pg) e occupa oltre 120 dipendenti.

 

 

Giuseppe CASTAGNA – 1959 – Milano – Credito

È amministratore delegato di Banco BPM Spa, terzo gruppo bancario italiano. Il suo percorso ha inizio nel 1981 in Banca Commerciale Italiana. Nel 1999 assume l’incarico di Responsabile del Servizio Large Corporate, prima in Comit e poi in Intesa BCI, a seguito della fusione tra Banca Intesa e Comit. Dal 2003 al 2013 riveste incarichi di crescente responsabilità in Intesa San Paolo, prima come direttore generale del Banco di Napoli Spa e poi come direttore generale di Intesa San Paolo con responsabilità della Divisione Banca dei Territori. Nel 2014 è nominato consigliere delegato e direttore generale della Banca Popolare di Milano e realizza l’operazione di fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano, che nel 2017 dà vita al Banco BPM Spa. L’istituto, con 4 milioni di clienti, 1.700 filiali e 22.000 dipendenti, copre una quota di mercato del 7%.

 

Lorenzo COPPINI – 1963 – Firenze – Industria/trasduttori elettroacustici

È amministratore delegato di B&C Speakers Spa, fondata dallo zio come piccola realtà artigianale e oggi leader mondiale nella progettazione, produzione e commercializzazione di componentistica interna per altoparlanti ad uso professionale. Entra nell’azienda nel 1993 e riveste ruoli di crescente responsabilità partendo dall’area commerciale e marketing. Sotto la sua guida vengono aperte due filiali negli Stati Uniti e in Brasile e una nuova sede produttiva di 10.500 mq a Bagno a Ripoli (Fi). Nel 2017 prosegue nel processo di espansione con l’acquisizione di Eighteen Sound Srl di Reggio Emilia. Con un export del 90%, opera con due stabilimenti e occupa 170 dipendenti, di cui il 10% nel dipartimento ricerca e sviluppo.

 

Anna Maria Grazia DOGLIONE – 1957 – Asti – Industria/siderurgica

È presidente di Fondalpress Spa, attiva nella produzione di getti in leghe di alluminio per i settori automotive, tessile, elettromeccanico, idraulico, arredamento, illuminazione e energie rinnovabili. Nel 1984 entra nell’azienda di famiglia ricoprendo incarichi di crescente responsabilità nell’area commerciale e poi nell’area acquisti. Dagli anni Duemila contribuisce allo sviluppo dell’azienda con l’installazione di macchine per pressofusione di dimensioni superiori alle 2.000 tonnellate e nel 2012 realizza una nuova sede produttiva di 45.000 mq ad Asti che si aggiunge allo storico stabilimento di 30.000 mq a Castell’Alfero. Nell’automotive è tra i fornitori di Fca, Opel, Psa e General Motors. Produce 14 mila tonnellate di unità l’anno e ha un export del 45%. Occupa 120 dipendenti.

 

 

Ferruccio FERRAGAMO – 1945 – Firenze – Alta moda

È presidente di Salvatore Ferragamo Spa, leader mondiale nella creazione, produzione e vendita di calzature, capi di abbigliamento e accessori di lusso. A 18 anni entra nell’azienda di famiglia, seguendo inizialmente le produzioni fino a diventarne amministratore delegato nel 1984 e presidente nel 2006. Dal 1986 sviluppa l’espansione del Gruppo sui mercati esteri con l’apertura di boutique monomarca prima in Asia e successivamente in America Latina, Medio Oriente e Sudafrica. Al centro delle strategie di sviluppo pone la responsabilità sociale e ambientale, come testimoniano il polo produttivo di Osmannoro (Fi) ad alta sostenibilità energetica e il Piano di Sostenibilità aziendale adottato dal 2017. Con oltre 4.200 dipendenti, 350 brevetti, è presente in 90 paesi con 654 punti vendita monomarca.

 

Nicola FIASCONARO – 1964 – Palermo – Artigianato/prodotti dolciari

È amministratore di Fiasconaro Srl, azienda di famiglia produttrice di prodotti da forno a lievitazione naturale e di specialità dolciarie siciliane. Alla fine degli anni ’90 avvia con successo la produzione di panettoni artigianali con ingredienti tipici della Sicilia, come i canditi di Lentini e le mandorle d’Avola. Nel 2000 realizza con i fratelli un nuovo stabilimento di 4.800 mq. Il percorso di crescita e la notorietà delle produzioni lo portano nel 2005 a brevettare il panettone “Dolce Presepe”. Oggi l’azienda opera con tre sedi produttive a Castelbuono (Pa) e con un export del 20% è presente in Europa, America del Nord, America Latina, Asia e Oceania. Investe più del 45% del fatturato nell’approvvigionamento di materie prime rigorosamente siciliane. Occupa 32 dipendenti.

 

Mario FRANDINO – 1943 – Cuneo – Industria/alimentare

È amministratore delegato di Sedamyl Spa, leader in Italia nella trasformazione di frumento per la produzione di amido e derivati, glutine e alcool, e presidente di Etea Srl, attiva principalmente nel settore delle energie rinnovabili. Nel 1980 entra nell’azienda di famiglia Sedamyl, una piccola distilleria di frutta a produzione stagionale, di cui guida la trasformazione industriale introducendo la distillazione di cereali e ampliando la produzione. Con 2 sedi produttive in provincia di Cuneo e un sito di distribuzione, occupa 165 dipendenti con un export del 50%. Nel 1993, dall’esperienza di autoproduzione di energia elettrica maturata dalla trasformazione del grano, costituisce Etea Srl, ora presente anche in Francia, Regno Unito, Albania, Romania, Serbia e Bosnia con 17 impianti di produzione e siti di stoccaggio e un export del 90%. Occupa 340 dipendenti.

 

 

 

Maria Laura GAROFALO – 1963 – Roma – Sanità privata

È amministratore delegato di Garofalo Health Care Spa, Gruppo presente in Italia nella sanità privata accreditata. Nel 1990 entra nell’azienda di famiglia attiva a Roma, tra le altre, con le case di cura European Hospital Spa, Aurelia 80 Spa e Città di Roma Spa. Nel 2001 avvia in Piemonte la realizzazione dell’Istituto Raffaele Garofalo per la riabilitazione e l’assistenza ambulatoriale. Alla scomparsa del padre assume la guida del Gruppo e, attraverso una politica di acquisizioni, ne sviluppa la presenza in Liguria, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia e ne consolida la posizione nei settori socio assistenziale e diagnostico. Con 20.000 ricoveri l’anno e 1 milione di prestazioni ambulatoriali, opera con 24 strutture in 7 regioni. Occupa 1.350 dipendenti.

 

Alessandro GILARDI – 1961 – Torino – Industria/edile

È presidente e amministratore delegato di Costruzioni Generali Gilardi Spa, azienda di famiglia nata come impresa generale di costruzioni e ingegneria civile nella quale entra nel 1984 con il ruolo di direttore tecnico. Attraverso tecnologie innovative specializza l’attività nei settori commerciale, alberghiero, ospedaliero, nel recupero ambientale di aree abitative, nel restauro di edifici monumentali e nella costruzione di impianti sportivi. Realizza, tra l’altro, lo Juventus Stadium, alcuni padiglioni per Expo 2015 e ristruttura il Centro Direzionale e il Museo Alfa Romeo ad Arese. Sotto la sua guida l’azienda ha ampliato la presenza all’estero partecipando a gare come quella per l’aeroporto di Bukoba in Tanzania e lo stadio di Doha per i mondiali 2022. Occupa 100 dipendenti.

 

Guido Roberto GRASSI DAMIANI – 1968 – Svizzera – Gioielleria di alta gamma

È presidente del Gruppo Damiani, leader nella creazione, realizzazione e distribuzione di gioielli di alta gamma. Entra nell’azienda di famiglia del distretto orafo di Valenza Po (Al) ricoprendo ruoli di crescente responsabilità. Dagli anni ’90 avvia l’internazionalizzazione del Gruppo con oltre 60 boutique monomarca nel mondo e filiali in Europa, America del Nord, America Latina, Asia e Medio Oriente. Rileva i marchi di gioielleria Calderoni e Rocca. Sotto la sua guida i livelli occupazionali aumentano dai 220 del 1995 agli attuali 700. Nel 2020, con l’acquisizione di Venini, il Gruppo rilancia la storica vetreria artistica muranese. Con l’originario stabilimento produttivo e una holding in Svizzera per la promozione dei prodotti sui mercati esteri, è presente nel mondo con 63 punti vendita monomarca.​

 

 

Giuseppe MAIELLO – 1946 – Napoli – Commercio/articoli di profumeria

È fondatore e vicepresidente esecutivo di Gargiulo & Maiello Spa, attiva nel commercio all’ingrosso di prodotti per l’igiene e la bellezza. Inizia a lavorare a 10 anni proseguendo gli studi e a 21 anni è assunto come rappresentante di commercio. Nel 1968 dà vita a una piccola società per la vendita all’ingrosso di prodotti per l’igiene della casa. Negli anni ’80 realizza investimenti in tecnologie, logistica e risorse umane e dieci anni dopo amplia l’offerta ai prodotti per l’igiene e la bellezza della persona. La sede, dall’iniziale negozio di 20 mq a Napoli, viene trasferita all’Interporto di Nola su una superficie di 10.000 mq con un centro logistico di 2.000 mq. Oggi l’azienda, con tre marchi e 120 profumerie, di cui 80 per la vendita al dettaglio con il marchio “Idea Bellezza” e 40 negli store Upim, occupa 80 dipendenti.

 

Enrico MARCHI – 1956 – Treviso – Attività aeroportuali

È dal 2000 presidente e amministratore delegato di Save Spa, società di gestione dell’aeroporto Marco Polo di Venezia. Nel 2007 rileva la maggioranza di AerTre Spa e entra nella gestione dello scalo Treviso-Sant’Angelo. Nel 2014, con l’acquisizione del 40% di Catullo Spa, dà vita al Polo Aeroportuale del Nord Est, con gli aeroporti di Venezia, Treviso, Verona e Brescia. Oggi sono oltre 50 le compagnie aeree operative al Marco Polo per più di 100 destinazioni e 32 milioni i passeggeri in transito ogni anno nel Polo Aeroportuale del Nord Est. Occupa 470 dipendenti. È inoltre presidente di Banca Finint, attiva nel leasing finanziario, mobiliare, strumentale e immobiliare. La società è gestore di 3 fondi immobiliari per la realizzazione di alloggi sociali e occupa 333 dipendenti.

 

Luciano MARTINI – 1938 – Ravenna – Industria/alimentare

È fondatore e presidente di Unigrà Spa, leader nella trasformazione e vendita di grassi alimentari e semilavorati per il settore alimentare. Nel 1963 apre uno stabilimento per il confezionamento di strutto, a cui affianca poi la lavorazione di grassi vegetali, margarine, cioccolato e surrogati del cioccolato. Guida la crescita dell’azienda con la realizzazione di nuovi reparti per produrre creme vegetali e con nuove unità di raffinazione. Dagli anni ’90 avvia l’internazionalizzazione con la costituzione di società di distribuzione in Spagna e in Russia. Oggi l’azienda è presente in oltre 100 paesi con 15 consociate e un export del 40%. Opera con una sede produttiva di 320.000 mq a Conselice (Ra), un reparto di raffinazione che conta su 6 linee e 3 magazzini automatizzati. Occupa 1.000 dipendenti.

 

 

Paolo MERLONI – 1968 – Ancona – Industria/elettrodomestici

È presidente esecutivo di Ariston Thermo Spa, azienda di famiglia leader mondiale nella produzione di sistemi per il riscaldamento dell’acqua e degli ambienti e il comfort domestico. Dal 2001 avvia il processo di espansione all’estero: in Europa, con le acquisizioni di Elco, Chaffoteaux, e Cuenod; sul mercato sudafricano, rilevando Heat Tech Geysers nel 2014; in Nord America con la NTI e la HTP tra il 2016 e il 2017 e in Sud America con Calorex nel 2019. Sotto la sua guida il numero dei dipendenti è aumentato da 3.000 a 7.000, la produzione da 4,5 milioni di unità a oltre 8 milioni e i paesi in cui il Gruppo è presente da 18 a 40. Nel 2019 ha investito 77 milioni di euro in ricerca e sviluppo. Con 26 siti produttivi nel mondo e 24 centri per la ricerca e lo sviluppo, ha un export del 90%.

 

Marco NOCIVELLI – 1966 – Milano – Industria/impianti per refrigerazione

È presidente e amministratore delegato di Epta Spa, Gruppo di famiglia attivo nella produzione e commercializzazione di prodotti per la refrigerazione commerciale. Nei primi anni ’90 entra nell’azienda con incarichi di crescente responsabilità. Dal 2005 ne guida lo sviluppo facendo leva sull’internazionalizzazione e apre due stabilimenti produttivi in Cina e Turchia, a cui segue nel 2019 l’acquisizione del terzo produttore statunitense di vetrine refrigerate. Nel 2013, attraverso la joint venture con Iarp Srl, entra nella refrigerazione per Food&Beverage. Sotto la sua guida l’azienda ha brevettato la tecnologia FTE – Full Transcritical Efficiency per impianti frigo a refrigerante naturale CO2. Con 11 sedi produttive, di cui 4 in Italia, produce 230.000 unità l’anno e occupa 4.900 dipendenti.

 

Guido OTTOLENGHI – 1966 – Ravenna – Logistica portuale

È dal 1994 presidente di PIR Spa, azienda di famiglia attiva nello stoccaggio, movimentazione e distribuzione di rinfuse liquide e prodotti solidi. Dagli anni Duemila ne consolida la presenza nel Mediterraneo con la costituzione de La Petrolifera Italo Albanese, presente con terminal per prodotti petroliferi nella baia di Valona e con una partecipazione nel terminal di Zarzis in Tunisia. Ha avviato, insieme a Edison, la realizzazione a Ravenna del primo deposito in Italia di GNL, combustibile a basso impatto ambientale. L’impianto, operativo nel 2021, avrà una capacità di stoccaggio di 20.000 m³ di GNL. Oggi l’azienda, con 10 terminal nel Mediterraneo, 1 milione di m³ di stoccaggio per liquidi petroliferi, chimici e alimentari e una movimentazione annua di circa 5 milioni di tonnellate di prodotti, occupa 275 dipendenti.

 

 

Gian Battista PARATI – 1952 – Cremona – Industria/alta specializzazione

È amministratore delegato di Marsilli Spa, produttrice di sistemi di avvolgimento e assemblaggio per bobine e motori. Figlio di agricoltori diretti, nel 1973 entra nella sede torinese dell’azienda come disegnatore progettista. Un anno dopo è responsabile della nuova succursale di Castelleone (Cr). Agli inizi degli anni ’80 da dipendente entra nell’azionariato e nel 1996 diventa socio unico dell’azienda. Ha inizio una fase di sviluppo con l’acquisizione di partecipazioni nel capitale di partner strategici nei settori della meccanica di precisione e nella progettazione e sviluppo di software per l’automazione. Dal 2011 l’azienda apre sedi in Cina, Messico, Germania e Russia. Oggi, con uno stabilimento produttivo in Italia, 40 brevetti industriali e un export del 95%, occupa 530 dipendenti.

 

Umberto PESCE – 1968 – Potenza – Industria/metalmeccanica

È presidente di PSC Spa, azienda di famiglia nata come ditta per l’installazione e manutenzione di impianti elettrici e oggi attiva nella progettazione e realizzazione di impianti tecnologici per grandi opere edili. Negli anni ’90 apre una sede a Roma e inizia a collaborare con i principali General Contractor. Dal 2013 avvia l’acquisizione di commesse all’estero e rileva aziende di impiantistica del settore ferroviario e energetico. Oggi il Gruppo è diviso in 5 business unit: elettromeccanico, antincendio, ferroviario, navale e telecomunicazioni e realizza progetti di impiantistica chiavi in mano. Con 22 sedi in Italia e 8 nel mondo, occupa 2.500 dipendenti. Ha contribuito alla realizzazione della Nuvola di Fuksas a Roma e sta partecipando al progetto per lo stadio Al Bayt in Qatar.

 

Federico PITTINI – 1961 – Udine – Industria/siderurgica

È presidente del Gruppo Pittini, azienda di famiglia attiva nella produzione di acciai lunghi per l’edilizia e il settore meccanico. Nel 2001, dopo aver ricoperto incarichi di crescente responsabilità, viene nominato amministratore delegato di Ferriere Nord Spa, capofila del Gruppo Pittini. Nel 2003 dà vita alla corporate school “Officine Pittini”. Con le acquisizioni di Kovinar in Slovenia nel 2007 e di BSTG in Austria nel 2013, attive nella produzione di reti elettrosaldate, diventare leader del settore nel mercato europeo. È presente in Italia, Austria e Slovenia con 18 siti produttivi. Produce oltre 3 milioni di tonnellate di acciaio ed esporta il 63% del fatturato. Tre i brevetti per invenzioni industriali, 112 le certificazioni di prodotto e 11 i marchi registrati. Occupa 1.800 dipendenti.

 

 

 

Giovanni RAVAZZOTTI – 1943 – Sudafrica – Industria/ceramica

È fondatore e presidente di Italtile Ltd, attiva nella produzione e commercializzazione di materiali ceramici per rivestimenti. Il suo percorso imprenditoriale ha inizio nel 1969 con la costituzione in Sudafrica di una ditta per l’importazione e la commercializzazione di piastrelle. Dalla fine degli anni ’70 affianca all’attività di vendita la produzione e avvia un percorso di crescita che porterà l’azienda ad aprire stabilimenti produttivi anche in Kenya, Zambia e Zimbabwe. Occupa 2.545 dipendenti. Attraverso la Italtile Ceramic Foundation sostiene progetti filantropici a favore delle comunità locali. Ha dato impulso alla nascita della Camera di Commercio Italo – Sudafricana, della quale è stato presidente dal 2004 al 2008.

 

Giorgia SERRATI – 1945 – Genova – Commercio conserve ittiche

È presidente di Icat Food Spa, fondata dal marito e attiva nell’importazione e distribuzione di conserve ittiche e vegetali. Alla scomparsa del coniuge assume la guida dell’azienda. Fin da subito avvia investimenti in tecnologie gestionali e amplia il magazzino. Nel 2014 sigla un accordo con la capoverdiana Frescomarper la fornitura di tonni provenienti da pesca sostenibile per i marchi storici “Tonno Moro” e “Angelo Parodi”. Negli anni rileva il brand spagnolo di olive Alisa e sviluppa la gamma dei prodotti con conserve vegetali e di frutta, snack e alimenti per animali. Oggi l’azienda, con 15 marchi e un magazzino a Serravalle Scrivia (Al), è presente nella grande distribuzione, nel commercio al dettaglio e nel catering. Occupa 35 dipendenti.

 

Silvia STEIN – 1939 – Vicenza – Maglieria di alta gamma

È presidente di Maglificio Miles Spa, attiva nella ideazione e produzione di capi di maglieria di alta gamma per conto terzi. Nel 1962 costituisce un laboratorio artigianale. Dall’incontro con Yves Saint Laurent alla fine degli anni ’60, che affida all’azienda la realizzazione di collezioni pregiate, avvia collaborazioni con marchi della moda internazionale tra i quali Valentino, Bottega Veneta, Lanvin e Donna Karan. Attraverso costanti investimenti in innovazione di processo e nella sperimentazione di nuove tecniche di produzione, guida lo sviluppo dell’azienda che oggi, con uno stabilimento produttivo di oltre 7.000 mq, realizza 200.000 capi l’anno. Dispone di un archivio digitale che raccoglie più di 20.000 punti maglia. Occupa 130 dipendenti.

 

 

Maurizio STIRPE – 1958 – Frosinone – Industria/componentistica

È presidente di Prima Sole Components Spa dal 1998, azienda di famiglia attiva nella progettazione e produzione di componentistica in plastica per il settore automotive e per quello degli elettrodomestici. Dal 2000 avvia l’internazionalizzazione con l’apertura di tre stabilimenti di cui uno in Francia per la fornitura di Whirlpool Europe, uno in Germania e uno in Slovacchia per servire i settori automotive e degli elettrodomestici. Oggi il Gruppo è fornitore di marchi automobilistici quali Fca, Bmw, Volvo, Volkswagen e Daimler. Opera con 12 stabilimenti produttivi, di cui 8 in Italia, e 2 centri di ricerca e sviluppo con 60 ricercatori. L’export vale il 30% del fatturato. Occupa 2.920 dipendenti, di cui 1.990 in Italia.

 

Guido VALENTINI – 1949 – Milano – Industria/metalmeccanica

È dal 1993 presidente di Rupes Spa, attiva nella produzione di utensili professionali e sistemi di aspirazione. Alla scomparsa del padre assume la guida dell’azienda di famiglia e la rilancia con investimenti in innovazione di prodotto e la realizzazione di un nuovo stabilimento produttivo a Vermezzo (Mi). Nel 2010 brevetta “Bigfoot”, un sistema di lucidatura delle superfici metalliche riconosciuto a livello mondiale. Nel 2015 avvia l’internazionalizzazione dell’azienda con la costituzione di Rupes Usa Inc. e la realizzazione di un nuovo stabilimento in Colorado. Oggi l’azienda, con oltre 150 brevetti depositati, opera con 4 siti produttivi nella sede di Vermezzo, uno negli Stati Uniti e occupa 102 dipendenti.

 

 

 

 

 

La Regione interviene sui costi di costruzione

Per agevolare il rilancio dell’edilizia, comparto fondamentale dell’economia piemontese, una parte importante della legge “Riparti Piemonte” prevede una serie di disposizioni in materia di governo del territorio, che vanno nella direzione della massima semplificazione e accelerazione dell’iter dei procedimenti amministrativi e della riduzione di costi e adempimenti in materia di urbanistica, edilizia e di paesaggio.

“Mio padre mi diceva: quando vai in una città per per capire se è ricca conta le gru – commenta il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio -. Questo è il senso delle misure che abbiamo introdotto nel nostro Piano per sostenere famiglie e imprese nella ripartenza. Perché se non riparte l’edilizia non può ripartire il Piemonte”.

Tra le disposizioni economiche, spicca lo stanziamento a bilancio di 26 milioni di euro a copertura totale o parziale dei costi di costruzione dovuta ai Comuni da cittadini e imprese per interventi edilizi. Il massimo importo erogabile da parte della Regione è di 50 mila euro, a copertura del 50% di quanto dovuto per opere di nuova edificazione e del 100% nel caso di interventi sul patrimonio edilizio presente. “Questa differenza tra nuove costruzioni e ristrutturazioni – spiega il vicepresidente, Fabio Carosso – è stata introdotta per premiare il riuso e la valorizzazione delle costruzioni già esistenti, un tema che sta molto a cuore a questa amministrazione. Nei prossimi giorni, predisporremo, in accordo con le organizzazioni degli enti locali, le procedure per accedere a queste agevolazioni”.

Inoltre, per quanto riguarda nello specifico il governo del territorio, una serie di articoli della legge sono stati appositamente inseriti per snellire le tempistiche e i procedimenti che regolano la materia, in attesa della prevista revisione organica di tutta la normativa urbanistica ed edilizia regionale, a cui la Giunta sta già lavorando.

Le misure di semplificazione introdotte dal “Riparti Piemonte” sono “urgenti e temporanee” e saranno valide dalla data di entrata in vigore della legge al 31 gennaio 2022.

“Il Piemonte riparte anche e soprattutto dall’edilizia – conclude Carosso – settore trainante per molti altri comparti dell’economia della regione e quindi di crescita per tutto il sistema, pesantemente colpito dal lockdown imposto dall’epidemia da coronavirus. I cittadini e le imprese piemontesi hanno bisogno di meno vincoli e più risorse. Con la legge appena approvata abbiano iniziato il percorso in questa direzione. Con più competenze ai Comuni e tempi brevi e certi, saremo in grado di dare risposte pronte ed adeguate per favorire la ripartenza”.

Rivolta sociale e classe dirigente

IL COMMENTO  di Giorgio Merlo / Le misure concrete del Governo, che restano al centro di molte polemiche perchè oggetto di inspiegabili e misteriosi ritardi, non cancellano i potenziali rischi di contestazione e di “rivolta” sociale che qua e là cominciano a manifestarsi.

Sono troppe le categorie professionali a rischio e, purtroppo, sono troppi i potenziali cittadini che vedono il proprio lavoro a fortissimo rischio. Per non parlare di migliaia e migliaia di piccole e medie aziende che andranno sicuramente incontro ad una situazione che innescherà un meccanismo di crisi, disoccupazione, fallimenti e via discorrendo. Le rassicurazioni da talk show non sono più sufficienti.

Piaccia o non piaccia è così. Del resto, lo diciamo da tempo. La cosiddetta ‘fase 2’ sarà molto, molto più difficile da affrontare e da gestire che non la ‘fase 1’ dove era semplicemente ridotta all’invito diretto e senza appelli a “stare a casa”. Ora si tratta di di far ripartire “il sistema Italia”. E le chiacchiere, purtroppo, stanno a zero, come si suol dire. Ecco perchè adesso stiamo arrivando al bivio. E cioè, o si è in grado di governare questa unica e del tutto inedita fase storica rilanciando lo sviluppo economico e aiutando, al contempo, chi è maggiormente in difficoltà, oppure si corre dritti verso il baratro. Non si risolve il drammatico problema che abbiamo di fronte fingendo che, tutto sommato, chi grida alla crisi e soffia sulla potenziale rivolta sociale non fa altro che un’operazione politica e di speculazione politica. Il tema vero, accanto al progetto politico, economico e sociale da individuare accanto ai sussidi, sempre più necessari ed indispensabili nei confronti di chi non riesce a sopravvivere, resta quello di avere, in questa fase politica e storica, una classe dirigente autorevole e capace che sia in grado di
reggere l’urto. Certo, tutti sanno che non c’è ad oggi una maggioranza politica alternativa a questo governo. Come tutti sanno che non si può andare al voto anticipato nelle condizioni attuali. Ma tutto ciò non è sufficiente per dare tranquillità e garantire quella “pace sociale” che era e resta necessaria non solo per la stabilità del nostro sistema politico ma anche, e soprattutto, per il nostro equilibrio economico e sociale. E l’autorevolezza della classe dirigente politica, in situazioni complesse e difficili come quella che stiamo attualmente vivendo, è l’elemento decisivo. Classe dirigente autorevole e preparata, però. Perchè l’autorevolezza è tale se è accompagnata da preparazione, competenza, conoscenza e scelte conseguenti . Un solo esempio, per essere ancora più chiari. In questi giorni abbiamo ricordato i 50 anni dello Statuto dei Lavoratori. Una conquista politica e un atto legislativo che possiamo tranquillamente definire “storici”. I protagonisti di quella straordinaria conquista politica furono molteplici. Ma chi, poi, tradusse concretamente quella intuizione e quella domanda sociale fu la politica. E la classe dirigente del tempo. Un nome su tutti, il “ministro dei lavoratori” Carlo Donat-cattin. Quella era una classe dirigente preparata, competente e autorevole. E oggi, al netto di una diversa e per certi aspetti drammatica fase storica, è indispensabile avere una classe dirigente politica – di governo o non è poco rilevante – che sia all’altezza della situazione. Se, invece, dovessero prevalere, ancora una volta, i caposaldi che hanno fatto la fortuna politica ed elettorale dei 5 stelle – e cioè, improvvisazione, pressapochismo, inesperienza e incompetenza per marcare la discontinuità verso il tanto odiato passato – c’è poco da essere ottimisti. Su questo versante si gioca la vera partita politica, sociale, economica e civile del nostro paese. Saranno solo i fatti, le scelte e i comportamenti concreti a dirci se abbiamo, oggi, una vera classe dirigente politica in grado di guidare il paese o solo dei semplici occupanti di posti di potere.

(foto: il Torinese)

Alberto Morano cambia immagine e stile al mondo dei notai

Parte a Torino su iniziativa del Notaio Alberto Morano, fondatore dello Studio  Notai Piemontesi Associati, e consigliere comunale in Torino, una innovativa campagna informativa sui servizi che il notariato cura a tutela, sicurezza e garanzia nei diversi ambiti di attività, sia professionale che privato

“In un momento di crisi economica e di dubbi sul ruolo e la funzione sociale dei notai, – spiega Morano – abbiamo deciso di investire come studio in una campagna tradizionale di posizionamento tramite affissione utilizzando un’agenzia di comunicazione del territorio.
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Sono convinto che la professione notarile debba aprirsi al cambiamento svecchiarsi ed i notai si debbano preparare ad essere protagonisti del cambiamento, partendo da una nuova e diversa immagine del notaio”.
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“In questa prospettiva si inserisce la decisione dello studio Notai Piemontesi Associati di promuovere e manifestare una corretta narrazione della professione e dei servizi utili da questa offerti facendo uscire, forse per la prima volta in Italia, una campagna promozionale in grado di trasmettere in maniera semplice, quanto i notai siano prima di tutto professionisti capaci di accompagnare i cittadini nelle decisioni più importanti della loro vita”, conclude Morano.

Sostenibilità e green, quando l’energia è positiva

La filiera dell’energia elettrica a servizio dei soci della cooperativa.  Un’idea innovativa realizzata da una start up torinese, Energia positiva, che è diventata una realtà in varie regioni italiane

Energia positiva”. La denominazione stessa suggerisce la filosofia e la mission che sono alla base di questa cooperativa torinese, vale a dire i principi della sostenibilità e del green, attraverso la condivisione della proprietà di impianti di produzione di energia rinnovabile.

La cooperativa spiegano Alberto Gastaldo e Guido Calleri di Salaè  nata nel 2015 ed ha rappresentato la prima start up innovativanel suo genere, capace di offrire ai soci la possibilità di diventare titolari di un impianto virtuale” liberamente scelto. La nostra filosofia, infatti, è incentrata sulla scelta di virtualizzare l’impianto fotovoltaico di cui ciascun socio non riuscirebbe a dotarsi singolarmente, investendo, in qualità di cooperativa, sulla costruzione di impianti  che siano ubicati in prossimità dei nostri soci presenti o potenziali“.

“Diventare soci della cooperativa “Energia positiva ” – spiega Guido Calleri di Sala presenta molteplici vantaggi. Il primo è sicuramente quello di compiere una scelta all’insegna del green e della sostenibilità, offrendo anche al singolo cittadino l’opportunità  di produrre ed utilizzare  energia proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili, portando poi a due concreti vantaggi, il primo dei quali è quello della riduzione dei costi delle bollette, il secondo quello del miglioramento dell’ambiente. L’investimento da parte del privato nella cooperativa gli consente di ottenere un risparmio sulla bolletta( proporzionale alle quote sottoscritte) ed un ristorno a fine anno del 5 % del capitale investito”.

“Finora – aggiunge Alberto Gastaldo – la cooperativa ha raccolto un capitale pari a 5 milioni di euro. Sono diciotto gli impianti che abbiamo finora realizzato, di cui due di tipo eolico, un impianto idroelettrico, cinque impianti di efficientamento energetico e dieci impianti fotovoltaici. Gli impianti sono sparsi in tutto il territorio nazionale, in sedici regioni differenti. All’inizio i nostri primi impianti erano concentrati in Piemonte, soprattutto nell’Astigiano, quindi ci siamo orientati anche verso la Lombardia ed il Trentino. Ora stiamo valutando la realizzazione di impianti in altre regioni, tra cui Puglia, Basilicata ed Abruzzo, sempre localizzandoli nelle vicinanze dei soci che hanno aderito o vogliano aderire alla cooperativa”.

“A livello di costi e di metodologia spiega Guido Calleri di Sala – gli impianti fotovoltaici risultano tutti piuttosto simili, anche se al Nord, rispetto al Sud Italia, sono in grado di sfruttare meno energia elettrica. La tecnologia fotovoltaica consente, infatti, di trasformare l’energia solare in energia elettrica, sfruttando le proprietà del silicio. Produrre energia elettrica da una fonte solare consente di evitare l’emissione di sostanze inquinanti  e nocive per l’ambiente, quali, ad esempio, l’emissione di CO2. L’importanza dell’energia solare si concentra nel fatto che si tratta di una forma di energia pulitaed inesauribile, che non pregiudica le risorse di energia disponibiliper le generazioni future

“L’unico elemento vincolante – spiega Alberto Gastaldo – per poter aderire alla cooperativa e diventarne soci è essere in possesso di una bolletta. Al momento dell’adesione alla cooperativa il socio verrà assistito nel cambiamento del contratto ed avrà quale fornitore di energia, a condizioni tariffarie vantaggiose, Dolomiti Energia”. Le bollette verranno domiciliate sul conto corrente della cooperativa.Alla fine dell’anno il nostro socio godrà, così, di uno sgravio nel peso della bolletta.

Nel corso dello scorso anno – conclude Guido Calleri di Sala la cooperativa “Energia positiva” ha ottenuto una raccolta di quote e sottoscrizioni pari alla risultante della somma di quelle dei due anni antecedenti (2017+2018).

Quest’anno, nei primi due mesi, sono state raccolte sottoscrizioni pari al doppio di quelle raccolte nello stesso periodo dello scorso anno. Purtroppo la comparsa dell‘emergenza Covid 19 ha rappresentato una battuta non tanto di arresto, ma di decelerazionenella raccolta delle sottoscrizioni dei soci, anche perché i fornitori nel settore energia hanno subito una flessione.  In Italia, a differenza di Paesi come Francia ed Inghilterra,  in cui sono stati dati incentivi nel settore energetico, ciò non è ancora avvenuto.

 

Mara Martellotta

Caat, Lazzarino: “una società risanata che guarda al futuro”

Assemblea 2020 dei Soci del CAAT. Il Presidente Marco Lazzarino: “riconsegno ai Soci del Centro Agroalimentare di Torino una società risanata dal punto di vista economico e con prospettive per il futuro”

L’Assemblea dei Soci 2020 del CAAT ha approvato il bilancio 2019 ed il Presidente del Centro Agroalimentare di Torino, l’ingegner Marco Lazzarino, ha espresso la sua soddisfazione, ringraziando gli Azionisti, i Colleghi Consiglieri ed il Collegio Sindacale, che non hanno mai fatto mancare, nel corso dei tre anni del suo mandato, il loro costante ed attento contributo.

 

Con l’approvazione del Bilancio 2019 del CAAT di Torino spiega il Presidente del Centro Agroalimentare di Torino,l’ingegner Marco Lazzarino – sottoposto oggi ad approvazione da parte dei Soci, scade il mandato che era stato dagli stessi Sociconferito nel 2017 al presente Consiglio di Amministrazione e Collegio Sindacale. Oltre a voler ringraziare gli Azionisti, i Colleghi Consiglieri ed il Collegio Sindacale, un mio doveroso ringraziamento è rivolto anche ai dipendenti della Società, grazie ai quali è stato possibile garantire la continuità aziendale, riuscendo così ad affrontare una situazione particolarmente complessa, causata da una tanto improvvisa quanto grave riduzione del già ridotto organico, verificatasi nel 2018. In questo contesto un contributo determinante è stato fornito dal Direttore Generale, l’Avvocato Gianluca Cornelio Meglio, il quale, insediatosi alla fine del 2018, ha sapientemente guidato l’azienda,favorendo la creazione di un clima di stima e di collaborazione,che ha permesso di raggiungere traguardi significativi e di gettare le basi di un processo di innovazione, imprescindibile per il settore in cui opera la società del CAAT”.

Posso dire con orgoglio – aggiunge il Presidente Marco Lazzarino – che questo Consiglio di Amministrazione riconsegna agli azionisti una società risanata sia dal punto di vista economico sia da quello altrettanto fondamentale delle prospettive di uno sviluppo futuro.

Durante questo triennio abbiamo, infatti, conseguito risultati economici positivi e sono stati inoltre portati a termine alcuni significativi interventi “qualitativi”, volti a permettere lo sviluppo aziendale anche per gli anni a venire. Tra questi da notare la ricostituzione dell’organico aziendale con l’inserimento delDirettore Generale, del Responsabile dell’Ufficio Tecnico e del Responsabile del dipartimento di Logistica; la sottoscrizione dei nuovi contratti di locazione commerciale per i prossimi dodici anni; l’istituzione di regolamenti mai istituiti prima (Regolamento per il reclutamento di personale, Albo Fornitori, Regolamento accesso agli atti) ed armonizzazione di regolamenti esistenti (MOG, Regolamento Acquisti); l’espletamento dei bandi di gara per importanti servizi che proseguivano da anni in regime di prorogatio; il servizio di Igiene ambientale del Centro, il servizio IT, quello di assistenza legale, il servizio manutenzione edili e impianti del Centro, l’implementazione dell’attività di manutenzione della struttura, l’architettura informatica, il ripristino degli asfalti delle strade interne del centro, la realizzazione bypass per teleriscaldamento, l‘assesment per ilnuovo sistema accessi, i ripristini delle coperture dell’EdificioMercatale e lo studio per un intervento complessivo“.

“Il Centro Agroalimentare di Torino – spiega il suo PresidenteMarco Lazzarino – rappresenta inoltre una preziosa realtàstrategica del territorio regionale, le cui attività concorrono al perseguimento di quell’interesse generale, che possiamo declinare attraverso la tutela dei consumatori sotto il profilo igienico-sanitario, nonché attraverso la qualità dei prodotti, lo sviluppo dei rapporti diretti tra produzione e distribuzione, quale volano anche per la valorizzazione del territorio, e l’approvvigionamento dei prodotti di prima necessità in un contesto organizzato e controllato che, attraverso un sistema di rilevamento dei prezzi, funge da contrasto a potenziali fenomeni speculativi“.

Ancor più, in questo particolare momento storico che stiamo vivendo aggiunge il Presidente del CAAT Marco Lazzarino il Centro Agroalimentare di Torino si è  fatto promotore di numerose iniziative volte a salvaguardare la salute dei propri lavoratori e di tutti i frequentatori del Centro, continuando a garantire il regolare svolgimento delle proprie attività, in quanto essenziali per l’approvvigionamento di generi alimentari di prima necessità a livello regionale e non solo.

Mi piace evidenziare che, unitamente al ruolo strategico confermato dal CAAT stesso all’interno della filiera agroalimentare, in questo periodo è stata data prova della forte ricaduta che l’attività del Centro, unitamente al ruolo fondamentale delle aziende ivi insediate, ha avuto a livello territoriale, promuovendo tutta una serie di iniziative benefiche a sostegno di centinaia di nuclei familiari, che stanno vivendo una situazione di pesante disagio economico, causata dalle ricadute dovute all’emergenza sanitaria.

Il CAAT si è, infatti, adoperato nel sostegno alla comunità piemontese attraverso numerose donazioni nei confronti di alcuni nosocomi piemontesi impegnati sul fronte dell’emergenza Covid 19, della rete di Torino Solidale e di istituzioni benefiche. Il merito di questo è dei grossisti del CAAT, i quali hanno generosamente donato i loro prodotti ed al quale va un mio sentito ringraziamento.

Sono consapevole, inoltre, del valore del lavoro che è stato portato avanti da questo Consiglio di Amministrazione in questi tre anni ed è con orgoglio che riconsegno ai Soci una società sana e con ottime prospettive di ulteriore sviluppo; se questo è stato possibile, lo è stato anche grazie al costante e franco confronto che, in questi anni, si è sviluppato con la maggior parte dei Soci e grazie alla preziosa attenzione che avete sempre posto alle categorie dai Soci stessi rappresentate.

Caselle, la lenta e difficile ripresa dell’aeroporto

Lunghi  mesi senza ricavi commerciali e con ingenti perdite, non compensate in alcun modo. Si prospetta un esercizio negativo per l’aeroporto Sandro Pertini. Lo dice all’agenzia Ansa Andrea Andorno, amministratore delegato della Sagat, la società di gestione dello scalo di Torino.

Si prevede “un recupero graduale che interesserà tutti gli scali, ma anche nella visione più ottimistica non ci sarà un ritorno alla redditività”.

L’aeroporto  si prepara a riprendere l’attività, mettendo in piedi tutte le misure di sicurezza per riconquistare la tranquillità dei viaggiatori. Si registrerà una graduale riapertura a partire dalla seconda metà di giugno per il trasporto nazionale, mentre dalla prossima settimana il volo Alitalia per Roma, l’unico rimasto in funzione in questi mesi è già in overbooking e si ipotizza una crescita per luglio e agosto. Intanto a luglio riapriranno tutti i bar, ristoranti e negozi dell’aeroporto.