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Artigianato: occupazione femminile e giovanile in calo. Ma si prevedono nuovi posti nelle Pmi

NEL 2020 IN PIEMONTE: – 712 UNITÀ DI LAVORO FEMMINILE (-0,74%) E  -4,5% DI IMPRESE UNDER 35

Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte): “Nei prossimi cinque anni 2 milioni di nuovi posti di lavoro nelle PMI ma sono richiesti profili tecnici ed innovativi.”

 

L’emergenza sanitaria sta mettendo in ginocchio una parte rilevante delle imprese artigiane, incidendo in maniera drammatica soprattutto su quelle più fragili e meno strutturate.

Tra le categorie più colpite le donne e i giovani, già contraddistinte da situazioni di svantaggio pre-pandemia, poiché nella gran parte dei casi ricoprono posizioni di lavoro meno tutelate e spesso in settori più esposti alle crisi.

A fine dicembre 2020, secondo i dati di Unioncamere, le imprese femminili in Piemonte sono in calo: 95.879, rispetto alle 96.591 di fine 2019 (-712).

 

Le imprese guidate dagli under 35, sempre nel 2020, hanno registrato una flessione pari a -4,5% rispetto all’anno precedente.

 

Questa la fotografia sull’occupazione giovanile e femminile del Piemonte scattata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, che ha analizzato la dinamica regionale degli occupati under 35 tra il 2019 e il 2020, su dati ISTAT.

“La ripresa del Piemonte – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – sarà condizionata dall’andamento del piano vaccinale; accelerare il passo è un primo elemento indispensabile per far fronte alle diverse conseguenze negative derivanti dallo shock pandemico che si è riverberato su famiglie e imprese, aggravando la condizione generale del contesto economico e sociale. Il nuovo Decreto Sostegni con altri contributi a fondo perduto per le imprese ed un pacchetto lavoro, cercherà di contenere l’esplosione di quella che potrebbe essere una bomba sociale anche a seguito della possibilità di poter tornare a licenziare a fine giugno.”

“Non va tuttavia dimenticato che la ripartenza – continua Felici – dipenderà anche da altri fattori meno legati al contesto contingente e invece già ‘endemici’ prima dell’avvento della pandemia, che rischiano di condizionarla negativamente. C’è bisogno di misure urgenti per rilanciare l’occupazione, in particolare quella giovanile, e investimenti sulla formazione e sulle competenze dei lavoratori per contribuire a costruire un futuro di lavoro per le nuove generazioni.”

“Per affrontare la ripartenza – riflette Felici – occorre, in primis, rimuovere gli ostacoli che scoraggiano le imprese ad assumere. Sul fronte delle politiche attive del lavoro sosteniamo la necessità di rilanciare gli Istituti Professionali e gli Istituti Tecnici e di investire sulle competenze professionali a cominciare dall’uso delle tecnologie digitali e puntando sull’apprendistato duale e professionalizzante.”

“E’ proprio dall’apprendistato – sottolinea Felici – che passa la ripresa dell’occupazione giovanile, strumento che si conferma quale il contratto a causa mista più adatto a soddisfare le esigenze formative dell’artigianato e delle piccole imprese e a preparare i giovani ad entrare in un mercato del lavoro che richiede competenze tecniche evolute imposte dalla rivoluzione digitale.”

“Il percorso di transizione, cambiamento e mutazione è fondamentale – riprende Felici– occorre puntare a obiettivi precisi per recuperare il tempo perduto a causa della pandemia e per rimuovere i molteplici ostacoli già presenti precedentemente allo scoppio della crisi odierna: la scarsa digitalizzazione della Pubblica amministrazione, i ritardi dei pagamenti della PA, l’eccessiva burocrazia fiscale misurabile a livello nazionale. Dobbiamo impegnarci affinché questi “mali” vengano cancellati o, quanto meno, attenuati. Molti di questi problemi potrebbero essere superati grazie all’azione del Recovery Fund.”

Un recente studio di Confartigianato Imprese, Unioncamere e Anpal, ha fotografato i cambiamenti del mondo del lavoro delle “piccole professioni” al tempo delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale.

Al di là dell’impatto della pandemia e delle sue conseguenze le aziende che vogliono rimane sul mercato devono investire nelle nuove tecnologie e intelligenza artificiale.

Secondo lo studio di Confartigianato Imprese, Unioncamere e Anpal nei prossimi cinque anni, la domanda di nuovi impieghi delle piccole e medie imprese sfiorerà i 2 milioni di nuovi posti di lavoro e profili tecnici. Le figure dei nuovi tecnici “intelligenti” saranno le stesse che conoscevamo ma con una carta di identità cyber e high-tech: cyber-idraulici e tecno-elettricisti per case ed elettrodomestici connessi, meccatronici (ovvero la fusione linguistica e delle competenze di meccanici e elettrauti per la manutenzione delle nuove automobili), orafi, sarti e calzaturieri in grado di utilizzare stampanti 3D e foot scanner, artigiani delle costruzioni per la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare, installatori e manutentori di parchi, giardini e aree verdi, riciclatori di rifiuti (in tessuti e arredamenti), produttori e manutentori di apparecchiature mediche ad alta precisione, animatori digitali per musei ed edizioni virtuali.

Ancora una volta la parola d’ordine è “nuove competenze”. Una rivoluzione dei mestieri che investirà in pieno, nel nome delle grandi opportunità di nuovi mercati e fatturati, proprio il mondo delle Pmi e dell’artigianato in un paese come l’Italia dove le botteghe chiudono per mancanza di giovani in grado di raccogliere il testimone.

L’artigianato post Covid-19 – conclude Felici – dovrà necessariamente ripartire dalla trasformazione di mestieri tradizionali che si dovranno adeguare al cambiamento del mercato e delle esigenze dei consumatori.”

Gruppo Marazzato valorizza le risorse umane

L’azienda piemontese leader nei servizi ambientali capofila di un importante progetto pilota patrocinato da ‘Regione Piemonte’ e ‘Confindustria Novara Vercelli Valsesia’

‘Gruppo Marazzato’, leader nei servizi ambientali, prosegue sul cammino intrapreso da quasi 70 anni a oggi (li compirà infatti nel 2022) dell’attenzione preziosa ed efficace alle proprie risorse umane.

E lo fa in quanto parte di un’associazione temporanea d’impresa costituita insieme a dieci primarie aziende delle province di Novara e Vercelli per offrire un importante e concreto contributo al miglioramento della qualità della vita del dipendente e dei propri cari.

Un progetto pilota importante, nato prima della pandemia ma che in essa ha trovato piena e ottimale attuazione, patrocinato dalla Regione Piemonte e da ‘Confindustria Novara Vercelli Valsesia’ con capofila proprio ‘Marazzato’ e declinato su quattro macroaree di intervento, fra cui ‘Family Care’ (sostegno alla fruizione di servizi di cura di familiari anziani, o non autosufficienti e disabili), ‘Addetto al disbrigo pratiche’ (consegna in azienda o a domicilio di farmaci, spesa e svolgimento commissioni), ‘Assistenza Fiscale e Previdenziale’ (attivazione di uno sportello CAF e patronato in azienda) e ‘Supporto Psicologico e Media Education’ (Formazione e Supporto per il benessere dei lavoratori e dei loro familiari).

Si tratta di un progetto moderno di assistenza e servizi alla persona articolato e integrato – spiega Andrea Bedotto, Corporate Welfare Manager di ‘Marazzato’ – nato per rispondere in maniera concreta e puntuale alle esigenze dei professionisti impiegati nel ‘Gruppo’, incluse in special modo quelle di nuova concezione derivate dagli effetti di ricaduta della pandemia da Covid-19”.

Tra i punti salienti del programma, “l’attenzione alla consulenza fiscale e previdenziale, necessaria per orientarsi al meglio nel mare crescente di opportunità legislative presenti. Insieme a una mirata attività di coaching tesa a fornire a ciascuna risorsa gli strumenti per approcciare in misura corretta e producente il nuovo welfare aziendale, unitamente a preziose occasioni di ascolto preventivo, supporto psicologico e di attenzione alla persona per quanto concerne criticità e problematiche afferenti la sfera personale, professionale e familiare”.

E tutto questo “In un’ottica di creare e migliorare un dialogo reciproco con l’intera popolazione aziendale, per far sì che fiorisca in ciascun dipendente una sana coscienza critica nell’impiego di queste opportunità, facendone così di fatto un segnalatore attivo utile e prezioso per migliorare costantemente qualità e quantità dello strumento anche sotto il profilo di eventuali, insorgenti nuove esigenze da contemplare e di cui tener conto”.

Per Andrea Bedotto, infatti, la forza del progetto “sta nell’aver creato, con una decina di altre rinomate imprese del territorio, un osservatorio comune in cui, al di là delle peculiari e specifiche necessità merceologiche di ciascuna, condividere, prevenire e risolvere in profondità le difficoltà di vario genere che normalmente abitano i contesti lavorativi e professionali. Con l’obiettivo primario di tesaurizzare al meglio e al massimo questa innovativa esperienza traendone elementi e spunti grazie ai quali potenziare gli aspetti diffusivi e gli effetti di ricaduta positiva su tutte le aziende coinvolte e i soggetti beneficiari che di esse fanno parte, recuperando su più fronti il valore dell’ascolto come forma di prevenzione del disagio”.

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To Expo, approvato il protocollo

La  Giunta comunale, su proposta dell’Assessore all’Urbanistica Antonino Iaria, ha approvato due rilevanti delibere.

La prima riguarda li Protocollo di intesa fra la Città e il Politecnico di Torino per l’utilizzo del Padiglione 3a e 3b come aule e spazi didattici e la collaborazione con l’Ateneo per la nuova progettazione del masterplan del Valentino, recependo anche i risultati delle prove strutturali in corso. Questo Protocollo è collegato al Progetto Valentino inserito nel PNRR.

La seconda delibera riguarda il progetto esecutivo di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza delle coperture delle ex “Pagliere” e delle maniche del cortile della Cavallerizza Reale di via Verdi, per un importo di 500.000 euro.

Intervista a Toradio del Presidente del CAAT Marco Lazzarino

Martedì primo giugno alle 8.40 su TOradio, la nuova radio di Torino e del territorio, sarà intervistato Marco Lazzarino, Presidente del CAAT (Centro Agroalimentare di Torino).

Sarà una preziosa occasione per fare il punto sui risultati raggiunti dal CAAT durante il mandato in corso del Presidente Lazzarino,avviato nel 2017 e all’indomani dell’approvazione del bilanciopositivo del 2020, avvenuta lo scorso 14 maggio.

Diversi i temi che verranno trattati, a partire dai progetti che il CAAT ha già in cantiere per poter fruire delle risorse previste dal Recovery  Plan per i mercati all’ingrosso, cui il PNRN ha rivolto un’attenzione particolare.

Il CAAT, uno dei poli logistici più  importanti del territorio nazionale, si vuole fare trovare pronto non appena saranno disponibili le risorse del PNRR e sta approntando progetti su diversi fronti, dal settore della sostenibilità ambientale e lotta allo spreco, alla logistica sostenibile, fino alla digitalizzazione.

In quest’ultimo campo il progetto che verrà illustrato dal Presidente Marco Lazzarino coinvolge tutti gli operatori presenti, con l’intento di trasformare il CAAT in una realtà in cui siano operanti piattaforme digitali tali da renderlo il CAAT 4.0

Ultimo ma non meno importante tema che verrà affrontato sarà quello della solidarietà alimentare, che vede il CAAT operare a stretto contatto con associazioni di volontariato, che si occupano del recupero e della selezione di tonnellate di prodotti agroalimentari da destinare alle fasce più svantaggiate della popolazione.

 

Mara Martellotta

Biraghi e Banca del Vino insieme per promuovere il Piemonte

Nel negozio Biraghi di Piazza San Carlo sono disponibili da oggi oltre 150 etichette di vini piemontesi provenienti da oltre 100 produttori

 

 

Oltre 150 etichette di vini esclusivamente piemontesi, organizzati in dieci macro categorie: Barbaresco, Barbera, Barolo, Vini Bianchi, Bollicine, Dolci, Monferrato e Dolcetto, Nebbiolo, Roero, oltre ai vini di “Altra Langa” e “Altro Piemonte”: è questo l’eccezionale assortimento che il negozio Biraghi di piazza San Carlo, nel salotto storico di Torino, è da oggi in grado di proporre al pubblico grazie ad un accordo in esclusiva con Banca del Vino, la società cooperativa no-profit nata nel 2001 in partnership con Slow Food.

 

Sono oltre 100 i produttori rappresentati e distribuiti a Torino grazie a questa collaborazione, di dimensioni molto diverse fra loro: da aziende con 120 ettari di vigne di proprietà e circa 8 milioni di bottiglie prodotte all’anno a cantine con 8 ettari e circa 45.000 bottiglie prodotte all’anno. Negli scaffali del negozio Biraghi sono dunque rappresentate oltre 38 diverse denominazioni piemontesi: da quelle di alto profilo, blasonate e famose in tutto il mondo, come il Barolo e il Barbaresco, a quelle meno conosciute ma di grande qualità, interesse e potenziale come il Carema, un vino presidio Slow Food, 100% nebbiolo, prodotto in un piccolo comune di 800 abitanti posto al confine con la Valle d’Aosta, espressione di un terroir distinto, peculiare e unico. Sono poi presenti i vitigni autoctoni più noti e diffusi come Nebbiolo, Barbera o Dolcetto, ma anche quelli più rari come il Grignolino, Pelaverga, Ruchè o Timorasso.

 

Tutte le cantine selezionate si caratterizzano per la cura e l’attenzione verso la terra e la vigna e per la scelta di pratiche sempre più sostenibili. Nello specifico, delle 100 cantine selezionate 31 producono vino biologico certificato e di queste 2 vino biodinamico certificato, mentre 1 ha una parte del parco vigneti in regime biodinamico; 6 hanno una parte dei vigneti a regime biologico e 7 stanno convertendo la loro produzione al biologico.

 

Numerosi, inoltre, gli appuntamenti e le collaborazioni in programma tra le due realtà: Banca del Vino e il negozio Biraghi si stanno, infatti, muovendo per riproporre le attività di degustazione, già organizzate in passato, insieme ai produttori e al personale qualificato di Banca del Vino per far conoscere la selezione di vini piemontesi presenti nel punto vendita.

 

«Banca del Vino, parallelamente alle sue attività di degustazione, di organizzazione di eventi e di vendita al pubblico, cerca sempre di promuovere la cultura del vino e le eccellenze enologiche del Piemonte e di tutta Italia – ha dichiarato Federico Piemonte, Amministratore Delegato di Banca del Vino –. La collaborazione con Biraghi ci permette di svolgere più intensamente e in modo capillare la nostra funzione su una piazza di prestigio come quella di Torino, fornendo un’importante vetrina alle cantine del nostro circuito e una rilevante visibilità alla nostra realtà. Essere presenti nel negozio Biraghi ci ha consentito, inoltre, di creare una delle più grandi vetrine di vini piemontesi nel capoluogo sabaudo, dando vita a una prestigiosa enoteca con una selezione senza pari».

 

«Da sempre Biraghi è attenta a promuovere attraverso il proprio negozio di Piazza San Carlo le eccellenze enogastronomiche del Piemonte – dichiara Claudio Testa, Direttore Marketing e Strategie Commerciali di Biraghi SpA –. L’accordo con Banca del Vino ci consente di diventare il punto riferimento a Torino per i vini della nostra regione. Qui i consumatori e i turisti possono trovare il meglio dei vini piemontesi in un assortimento unico nella sua varietà, frutto dell’esperienza pluriennale maturata in questo settore da Banca del Vino».

Il Covid travolge i consumi: meno 5 mila euro a famiglia

A causa di  pandemia e restrizioni, nel 2020 la spesa è scesa di circa  10 miliardi, 5.000 euro a famiglia, mai così male

Lo afferma Confesercenti su elaborazioni di dati Istat, La quota più rilevante dei consumi perduti è quella di  alberghi e ristoranti, con un calo pari a  3,5 miliardi euro,  10 milioni di euro al giorno in meno. I trasporti  registrano il secondo calo per entità (2,6 miliardi). scendono anche ì ricreazione e cultura (1,3 miliardi).

Con il telelavoro e lo stop alle cerimonie, i piemontesi hanno ridotto  i consumi di abbigliamento e calzature di circa  1 miliardo.

Cala  anche la spesa per la salute (200 milioni) e gli investimenti in istruzione (circa  un miliardo in meno). Aumentano le spese legate alla permanenza a casa con un aumento dei consumi di prodotti alimentari  di 240 milioni di euro.

Polliotto, UNC: “Come il Covid ha cambiato le esigenze dei consumatori”

Le parole della Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Covid e consumatori, un rapporto difficile e denso di cambiamenti”. Lo afferma Patrizia Polliotto, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 a oggi la prima, più antica e autorevole associazione consumeristica italiana.

Durante il lockdown, le persone hanno dedicato maggior tempo a controllo e verifica degli importi in bolletta per quanto riguarda le utilities, essendo aumentati anche i consumi di luce e gas per via dell’isolamento forzato. E, con essi, le domande di rateazione e piani di rientro per chi si è trovato in grave difficoltà economica per via della pandemia”.

Ma c’è di più. “In aumento, in generale – approfondisce il noto legale – i contenziosi legati ai reclami per ottenere rimborsi su ampia e vasta scala: dai trasporti non fruiti in ambito automobilistico, aereo e ferroviario, ai contratti di noleggio a breve, medio e lungo termine che sono stati oggetto di discussione vista l’impossibilità manifesta di spostarsi per lavoro e per piacere. A ciò si aggiungano anche quelli legati ad abbonamenti a piscine, palestre, cinema e teatri che vivono uno stop forzato e prolungato da un anno e mezzo a questa parte”.

Sul fronte delle abitudini di consumo, “Gli italiani preferiscono ora maggiormente abitazioni con giardino o grandi terrazzi per via degli effetti dell’isolamento domestico prolungato. Inoltre crescono gli acquisti on line e, purtroppo consequenzialmente, anche le truffe a essi legati per via di beni comprati e mai consegnati, specialmente sul versante dei cosiddetti DPI, i dispositivi di protezione individuale anti-Covid di cui ampie partite degli stessi sono risultate fallate e per nulla in regola con gli adempimenti di legge. Un fenomeno importante, che comprende anche la salita vertiginosa delle transazioni con pagamenti elettronici che in molti casi riservano qualche amara sorpresa all’acquirente in buona fede. Idem per quanto riguarda il boom dei conti correnti on line, aperti da moltissimi italiani per far fronte all’impossibilità di potersi agevolmente e normalmente recare in banca per la gestione ordinaria del proprio denaro”, conclude l’Avvocato Patrizia Polliotto.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.itcompilando l’apposito format.

Ream Sgr cresce nonostante il Covid. Quaglia riconfermato alla guida

L’Assemblea degli Azionisti di REAM SGR ha approvato il bilancio al 31 /12/2020 e ha proceduto al rinnovo delle cariche.

 

Giovanni Quaglia (Presidente Fondazione CRT) è stato confermato Presidente di REAM SGR S.p.A., società di gestione del risparmio partecipata da Fondazioni di origine bancaria piemontesi.

L’Assemblea dei Soci in data odierna ha eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione, che resterà in carica per tre anni, ed ha approvato il bilancio al 31/12/ 2020. Un bilancio molto positivo, nonostante le difficoltà in cui versa gran parte del mondo economico-produttivo a causa della pandemia. Si è chiuso, infatti, con un Ebitda pari a 6,3 milioni Euro (+54,3%) e con un utile netto di Euro 4,4 milioni, in forte aumento rispetto all’utile 2019, che era stato di Euro 2,2 milioni, in crescita anche rispetto al budget (+9%). REAM SGR, nel corso del 2020, ha distribuito ai quotisti dei Fondi immobiliari da essa gestiti proventi per Euro 48,5 ml ed ha effettuato rimborsi di equity per Euro 46,2 ml, con un effetto finanziario complessivo di Euro 94,7 ml.

 

“Voglio innanzitutto ringraziare il Consiglio di Amministrazione, e gli uscenti in modo particolare, per l’impegno profuso e per l’apporto di grande professionalità dato”, ha detto il Presidente Quaglia, che ha sottolineato: “L’ottimo risultato è stato conseguito in un anno pesantemente condizionato dall’emergenzada Covid-19 e ha determinato un incremento del già solido patrimonio. Questo risultato consentirà di effettuare gli investimenti necessari per l’avvio delle iniziative su cui si sta lavorando: in particolare nel campo socio assistenziale e ricettivo con i Fondi GERAS e GERAS 2. Sarà possibile anche avviare nuovi investimenti nell’ambito dell’abitare sostenibile (housingsociale, senior living, student housing.) e di riqualificazione di aree urbane dismesse in collaborazione con CDP (Cassa Depositi e Prestiti). REAM SGR conferma la propria attenzione ai settori del no-profit e del social housing”.

“Posso dire che REAM SGR è una realtà in espansione – ha detto il Direttore Generale, Oronzo Perrini negli ultimi 5 anni la massa gestita è cresciuta del 25%, e questo in un mercato sempre più difficile e competitivo”.

“Nel 2020 – ha aggiunto – REAM SGR ha avviato una nuova importante iniziativa con il gruppo Lendlease: è stato istituito un fondo da 260 milioni di Euro per la riqualificazione di un complesso alle porte di Milano. Ad aprile 2020 si è inoltre completato il percorso del Fondo Core Multiutilities, con un risultato di grande soddisfazione sia per gli investitori sia per Iren, che ha comprato l’intero portafoglio immobiliare dalla stessa condotto in locazione, e anche per REAM SGR, che ha registrato un importante risultato economico”.

Per quanto riguarda gli investimenti futuri, Perrini ha detto: “La Società sta lavorando su progetti di grande interesse, con importanti ricadute sui territori di riferimento ed in particolare sulle città di Torino, Genova e Novara. Non escludiamo investimenti anche in altre regioni italiane.”

Con il Presidente Quaglia il nuovo Consiglio di Amministrazione di REAM SGR risulta così composto: Vicepresidenti Mario Sacco (Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Asti) e Maurizio Irrera (Vice Presidente Fondazione CRT), Consiglieri Alberto Francesco Anfossi (Segretario Generale della Compagnia di San Paolo), Aldo Casalini (Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli), Sergio Ebarnabo (Fondazione Cassa di Risparmio di Asti), Luciano Mariano (Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria), Gianfranco Mondino (Presidente Cassa di Risparmio di Fossano) ed Ezio Raviola (Vice Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo), Consigliere indipendenti Attilio Befera, Annalisa Pescatori e Francesca Spitale.

 

REAM SGR ha istituito e gestisce dodici fondi di investimento alternativi immobiliari chiusi, tutti riservati a investitori professionali per un totale di massa gestita di circa un miliardo e 400 milioni, fra fondi immobiliari sociali e di mercato.

 

 

Investimenti esteri: firmato l’accordo per attrarre grandi aziende in Piemonte

L’accordo vuole favorire un’azione mirata, efficace e integrata per il radicamento delle multinazionali già presenti sul territorio, l’attrazione di nuovi capitali e il miglioramento della gestione ordinaria del rapporto con l’investitore estero grazie a una funzione di customer care

Radicare la presenza delle multinazionali, creare un ambiente favorevole alla fidelizzazione delle imprese a capitale estero che già investono in Piemonte e attrarre nuovi investitori stranieri: con questo obiettivo è stato siglato  il Protocollo di intesa per il consolidamento e l’attrazione degli investimenti esteri tra Regione Piemonte, Confindustria nazionale e Confindustria Piemonte.

A firmare l’accordo sono stati il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, la Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria Barbara Beltrame Giacomello e il Presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay. Alla presentazione, in videoconferenza, ha preso parte anche Massimiliano Burelli, Coordinatore del Gruppo tecnico per gli Investimenti e gli Investitori Esteri di Confindustria denominato Advisory Board Investitori Esteri (ABIE).

Il Protocollo si inserisce all’interno del Progetto Retentionvoluto dall’ABIE e fa seguito a quelli analoghi già sottoscritti con le Regioni Toscana, EmiliaRomagna, Umbria e Lazio. Con questo accordo si intende promuovere la creazione di una funzione di customer care presso la Regione a disposizione degli investitori esteri sul territorio, che contribuisca concretamente alla lororetention, supportando il mantenimento e l’espansione degli investimenti delle imprese estere come partner indispensabili per lo sviluppo dell’economia.

Le aziende a capitale estero hanno un’incidenza molto rilevante nel sistema produttivo regionale e, in particolare, in quello industriale, dove occupano oltre 140 mila addetti, di cui 70 mila dell’industria. In Piemonte sono presenti quasi 1200 multinazionali a controllo estero provenienti da oltre 50 Paesi. Inoltre, le MNE in Piemonte svolgono un ruolo significativo anche per il tessuto locale dei fornitori,che beneficiano della loro presenza in termini di accesso ai mercati internazionali, adozione di sistemi gestionali avanzati, innovazione tecnologica e cultura manageriale.

Il Protocollo sancisce quindi una collaborazione tra le parti coinvolte che si impegnano a favorire un’azione mirata, efficace e integrata per l’ulteriore radicamento delle MNE già presenti e l’attrazione di nuovi investimenti esteri.

Alla luce della pandemia che stiamo vivendo – ha affermato la Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria Barbara Beltrame Giacomello – e in linea con le attività che stanno mettendo in atto gli altri Paesi, nell’ambito della strategia nazionale per gli investimenti esteri, è fondamentale decidere la scala delle priorità. Per noi l’obiettivo principale deve essere la retention o fidelizzazione delle imprese estere già presenti in Italia. Fidelizzare significa riuscire a creare le condizioni per aumentare i loro investimenti sui territori in cui già operano e prevenire o accompagnare le fasi in cui le imprese cambiano le loro strategie per seguire le evoluzioni del mercato” ha spiegato la Vice Presidente. “Deve nascere un rapporto di reciproca fiducia e conoscenza tra imprese e autorità locali con l’intermediazione di Confindustria nelle sue articolazioni territoriali. Solo chi è vicino alle imprese può svolgere efficacemente questa funzione. Per questo ritengo molto importante il lavoro che nascerà dal Protocollo firmato oggi, che si inserisce in un percorso nazionale già partito con Toscana, Lazio ed EmiliaRomagna, Umbria e a cui attribuiamo grande rilevanza operativa”. “In particolare – ha aggiunto BeltrameConfindustria, attraverso l’ABIE che persegue la promozione del Paese come destinazione di business, si impegna a sviluppare analisi con cui contribuire alla definizione di un piano di fidelizzazione delle multinazionali e a sviluppare un servizio per migliorare la gestione ordinaria del rapporto con l’investitore estero.

L’attrattività della nostra Regione – ha sottolineato il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – è un elemento determinante per lo sviluppo economico. È necessario un lavoro di squadra, nel rispetto dei rispettivi ruoli, affinché si sfruttino quanto più possibile le peculiarità del Piemonte e si creino e implementino le migliori condizioni per creare terreno fertile, sia per chi già è presente nel nostro territorio, sia per i nuovi investitori. Seri e solidi progetti industriali a capitale estero sono un valore aggiunto per l’occupazione e per la stessa imprenditoria locale, così come dimostrato da numerosi esempi virtuosi che la nostra regione ospita. Si tratta di un documento necessario anche per superare i vincoli della burocrazia, perché le opportunità offerte dal Recovery Plan e dai fondi europei saranno molte e non le dovremo sprecare. Guardando alla vicenda Embraco, dobbiamo avere la garanzia che chi viene a investire in Piemonte, dopo aver ricevuto tutti gli strumenti e magari anche incentivi per poter iniziare, poi ci rimanga e a lungo”.

Il Presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay ha affermato: Il Piemonte ha sempre saputo attrarre investimenti e aziende italiane e straniere grazie all’elevata competenza disponibile sul nostro territorio, con filiere iperspecializzate e dalla vocazione internazionale. Decisivo nell’attrazione di nuovi investitori è anche il contributo che arriva dalle figure altamente qualificate presenti nei nostri atenei, docenti, ricercatori e studenti, che garantiscono alle nostre università posizioni di prestigio nei ranking globali. L’ecosistema piemontese che eccelle in settori cardine dell’economia come automotive, aeropsazio, food e Ictesprime le possibilità di sviluppo quotidiano che il nostro territorio garantisce. La collaborazione che stiamo avviando consentirà anche di accelerare l’individuazione di misure rivolte alle semplificazioni necessarie a essere sempre più attrattivi e competitivi, come sottolineato anche nel piano industriale che abbiamo elaborato con laRegione”.

L’accordo sottoscritto oggi – ha concluso Massimiliano Burelli, coordinatore ABIE di Confindustriariconosce il ruolo fondamentale che le multinazionali hanno avuto e potranno continuare ad avere nella crescita e nella valorizzazione del sistema industriale piemontese. Siamo certi che a questo accordo faranno seguito azioni concrete dell’amministrazione pubblica a sostegno della ripartenza delle attività produttive, dopo un lungo e drammatico periodo di pandemia. Questo rilancio passa attraverso lo sviluppo di quelle infrastrutture, reti, servizi e misure di semplificazione, non più rinviabili, necessari per il recupero della competitività e della qualità del lavoro che caratterizzano l’impegno di tutte le multinazionali presenti nella nostra regione”.

Tripletta di aperture per Pam supermercati

Inaugurato un punto  vendita anche a Rivara Torinese

Festeggiamenti per Pam Franchising che alza il sipario su tre nuovi punti vendita a Rivara Torinese, Ostia e Pavia. Un percorso di crescita costante per Pam Franchising supportato dalla fiducia che storici affiliati ripongono nella storica insegna e da nuove leve dell’imprenditoria che scelgono Pam per i loro progetti nel campo della gdo.

Il nuovo punto vendita ad insegna Borello di Rivara Torinese, comune di circa 3.000 abitanti a nord del capoluogo piemontese, si trova in via Busano, 21 ed è realizzato con Borello, storica azienda partner di Pam Franchising. Il negozio, che si sviluppa su una superficie di vendita di circa 694 mq, vede impiegati 15 nuovi addetti e sarà aperto 7 giorni su 7 dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 20.00 e la domenica dalle 9.00 alle 13.00.

Il nuovo punto vendita di Ostia ad insegna Pam City si trova in via Capo Passero, 2 e si sviluppa su una superficie di vendita di 250 mq. Sarà aperto 7 giorni su 7 dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 20.30 e la domenica dalle 8.30 alle 13.00. Il negozio, che conta 9 dipendenti, è realizzato in partnership con l’imprenditore Paris Paolacci legato con Pam Franchising da circa dieci anni e gestore di un altro punto vendita sempre ad Ostia in via dei Promontori. Il nuovo Pam City si trova in una zona ben servita dai mezzi pubblici e a due passi dalla stazione ferroviaria che collega agevolmente Ostia con la Capitale.

Il nuovo punto vendita Pam di Pavia si trova in via Varese, 5 in pieno centro storico della cittadina lombarda, vicino a piazza del Lino e alla Cupola Arnaboldi ed a pochi passi dalla rinomata Università degli Studi di Pavia. Si tratta del primo punto vendita ad Insegna Pam aperto nella storica capitale del regno Longobardo. Si sviluppa su una superficie di vendita di 250 mq ed è aperto 7 giorni su 7 dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 20.00 e la domenica dalle 9.00 alle 13.00. Il nuovo punto vendita, che vede impiegati 8 dipendenti, è realizzato in collaborazione con Andrea Luigi Ferrarini ed i due giovani imprenditori, Paolo Montagna e Marco Rovida, i quali a seguito di un percorso professionale all’interno della GDO, hanno intrapreso una carriera imprenditoriale scegliendo di affiancarsi a un gruppo storico italiano della grande distribuzione come Pam.

L’offerta dei nuovi negozi è centrata su una convenienza continua e sulla qualità e provenienza dei prodotti con un occhio di riguardo al comparto dei freschissimi, ma con attenzione anche a proposte attuali e veloci: un ricco assortimento di gastronomia pronta tra primi, secondi e contorni sarà preparato giornalmente e disponibile anche con servizio di prenotazione. Frutta e verdura della massima qualità e freschezza, il meglio dei prodotti del territorio.
Inoltre sono attivi nei nuovi negozi il servizio di spesa a domicilio e attivi inoltre nei nuovi negozi i più moderni sistemi di pagamento elettronici come Apple Pay e Satispay.