ECONOMIA- Pagina 292

E’ tempo di saldi Dureranno 8 settimane

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In Piemonte i saldi estivi iniziano sabato 3 luglio 2021 e dureranno 8 settimane anche non continuative.

Il via libera agli sconti riguarda tutte le categorie merceologiche, e senza distinzione tra commercio in sede fissa e commercio online.

Ha sottolineato l’assessore regionale  alla Cultura, Commercio e Turismo, Vittoria Poggio: “Adesso confidiamo nella ripresa dei consumi da tempo fermi. Alcuni segnali sono incoraggianti, ci auguriamo che questa tendenza possa proseguire e anzi crescere».

La decisione della Giunta regionale è stata accolta favorevolmente dalle principali associazioni di categoria con le quali era stato avviato un confronto nelle settimane scorse.

Premio Danila Bragantini Protagoniste le donne nella filiera agroalimentare

L’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta ha indetto anche quest’anno il Premio Danila Bragantini, edizione 2021. Sedici le donne che si sono candidate.

Tra queste figura la Social Media Manager del CAAT ( Centro Agroalimentare di Torino) Simona Riccio per l’ideazione e la conduzione del format radiofonico della trasmissione PARLACONME, in onda sulla Radio web Radiovidanetwork gnigiovedì dalle 18 alle 19. Si tratta della naturale prosecuzione del palinsesto ideato e creato in occasione della fiera del Peperone di Carmagnola del 2020, che si è svolta in un’edizione digitalizzata e speciale, capace di rivolgere la sua attenzione al mondo estremamente variegato della filiera agroalimentare.

La radio, grazie alla capacità e all’inventiva di Simona Riccio,oltre che alla sua iniziativa di scelta di ospiti di grande interesse all’interno della filiera agroalimentare, ha dimostrato di essere uno strumento capace di seguire le rapide trasformazioni presenti nel mondo digitale.

PARLACONME ha dato e continua a dare la possibilità ai vari attori appartenenti alla filiera agroalimentare di raccontare le proprie esperienze e storie, mettendo anche in evidenza le criticità presenti nel settore, accentuatesi soprattutto in tempi di pandemia.

Altra candidata al Premio è Rossana Turina, titolare dell’azienda agrituristica Turina Rossana a Bricherasio, che è stata la creatrice del format “@aspassoconme”, una diretta Facebook iniziata in tempo di pandemia e proposta alle 15 ogni giorno, in cui veniva raccontata la storia della sua azienda agricola, del suo agriturismo, andando poi a comprendere il territorio circostante, di cui forniva particolari storici, culturali, enogastronomici e naturalistici.

Un’altra candidata è Ludovica Russo, in qualità di responsabile del brand Marinella, la “Clementina Dolce e bella”, nato nel 2018nella piana di Sibari in Calabria, nella zona che ospita la più vasta area agrumicola coltivata a clementine, nota in Italia e all’estero per la sua eccellenza qualitativa. Questa azienda si distingue  anche per l’imballaggio eco friendly.

Altra candidata è Lara Botta, Business Development  & Innovation Manager dell’azienda Botta Packaging, che si occupa da oltre settant’anni di imballaggi in cartone ondulato e, negli ultimi anni, si è focalizzata sul packaging ecosostenibile, giungendo ad essere nominata esperta da Comieco e proclamata vincitore del Premio TecnoVisionarie 2020 per la sua capacità nell’aver saputo interpretare l’economia circolare attraverso l’innovazione.

Quarta candidata è Giulia Giuffre’, quale Board member e Sustainability Ambassador del gruppo Irritec, nato in Sicilia nel 1974 e leader a livello mondiale dell’irrigazione di precisione a pieno campo, in serra e per il settore residenziale.

È  candidata al Premio anche Francesca Russo, product manager della F.lli Romagnoli S.P.A., azienda italiana attiva nel settore della lavorazione e commercializzazione di prodotti agricoli, in particolare patate e cipolle. Si tratta di un’azienda che, da anni, collabora con l’Associazione ambientalista Legambiente, aderendo alla campagna per l’agricoltura italiana di qualità. Da questa esperienza è nata la prima filiera di patate di alta qualità, coltivate con sistemi irrigui a ridotto input di acqua.

Nuccia Alboni è candidata quale responsabile marketing e amministrazione della società cooperativa agricola Ortonatura, e fondatrice dell’azienda Melanciock, originata da una varietà di melanzane estremamente ricche di antiossidanti, fibre, proteine, potassio e fosforo.

Altra candidata al Premio è Helga Lazzarino, amministratore unico di One More SRL, brand di abbigliamento per lo sci e l’outdoor dal carattere innovativo, nato in Alto Adige nel 2018, nel cuore delle Dolomiti, un brand capace di coniugare la ricerca qualitativa alla sperimentazione.  Fedele alla sua vocazione ecologica, ha rinunciato all’utilizzo della pelliccia e della piuma.

Settimo gruppo di donne candidate al Premio sono Chiara Lo Bianco, Ketty D’Aquila, Manuela Lo Magna Lombardo, Simona Lazzara, Ersilia Garro, Antonietta Tavana, Annalisa Imbesi, General manager di Biosikelia,organizzazione di produttori di ortofrutta biologica, nata a Siracusa nel 2010.

Altra candidata al Premio è  l’imprenditrice agricola Valentina Carboni, socia fondatrice della start update APE (AgriculturalProduction  Engineering  SRL), con cui ha partecipato in prima linea allo sviluppo di un sistema agricolo innovativo, ad alta efficienza energetica e totalmente circolare a livello economico,  mediante l’utilizzo di tecnologie innovative di vertical farming.

Candidate al Premio sono anche Carmen Ferri, Cinzia e Marianna Ziliati per l’azienda agricola Carmen Ferri, nata nel 2015 nella zona storica di Treviglio Rocco, in provincia di Bergamo, specializzata nella coltivazione di germogli di bambù bio.

Undicesime candidate al Premio, ma non per importanza, sono Francesca e Rosangela Appio, dirigenti del brand OP Primo Sole,Fragole made in Lucania, specializzato nella produzione di uno degli elementi cardine di questa terra, la fragola. Si sono specializzate anche in un particolare tipo di packaging, una foodbag di cartone con manico e coperchio in social plastica, una peculiarità che ha conquistato i social e anche molti consumatori sul loro e-commerce, in quanto rappresenta una novità mai proposta prima.

Altra candidata è  Lidia Carobbi, Corporate Director Fresh Fruitand Vegetables Vertical Market della Savino Del Bene SPA, che ha creato il progetto “Turismiamo”, in collaborazione con altri operatori e professionisti del settore del turismo e della digitalizzazione. L’obiettivo del progetto è quello di restituire lustro e visibilità agli agricoltori per valorizzare le produzioni etipicità ortofrutticole del Paese, raccontandone la storia “dietro le quinte”e migliorando anche la qualità della vita delle comunità locali.

Altre candidate al Premio sono Valentina Sada, Simona Ceccarinie Marianna Palella. La prima è responsabile Marketing e comunicazione del gruppo Sada, specializzato nella produzione di packaging  in cartone ondulato, insieme a un esemplare rappresentato dal vassoio Iderbox, espositore che si colloca direttamente a scaffale, consentendo ordine e facilità di presa del prodotto.

Simona Ceccarini è presidente della Nico Soc Coop e direttore amministrativo della Sipo SRL, che ha creato un format tv e social, lanciato in occasione dell’edizione 2020 di MacfruitDigital, un progetto di comunicazione sulla natura, dal campo alla tavola. Nello studio televisivo di Rimini, oltre agli ospiti, durante ogni puntata della durata un’ora ciascuna, sono stati realizzaticollegamenti in esterno con produttori agricoli, esperti e foodblogger. Nella stagione 2020/21 sono andate in onda sei puntate su argomenti svariati, dai pomodori alle verdure ipogee, dalle erbe aromatiche alle spezie, dai funghi agli asparagi, alle bassiche.

Infine la candidata Marianna Palella è Ceo di “Citrus, L’Orto Italiano”, responsabile della campagna di comunicazione“Limoniamo”, che ha riscontrato un grande successo mediatico.

Mara Martellotta 

 

Sblocco esecuzione sfratti… ma non per tutti

Riceviamo e pubblichiamo

Dal 1° luglio riprende la possibilità di eseguire gli sfratti per morosità, seppur limitatamente a quelli convalidati prima del marzo 2020 cioè antecedenti al periodo pandemico.

Sarà un minimo di sollievo per i proprietari, che in questi lunghi mesi hanno dovuto sopperire alle carenze e sostituirsi allo Stato.

Purtroppo, il blocco delle esecuzioni degli sfratti permane ancora fino al 31 dicembre per le morosità maturate successivamente al 28 febbraio 2020.

Molti proprietari di casa, pertanto, rimangono ancora in attesa, in quanto il Decreto Sostegni prevede che per i provvedimenti adottati tra il 28 febbraio e 30 settembre 2020, il blocco continuerà fino al 30 settembre 2021. Per quelli adottati dal 1° ottobre 2020 al 30 giugno 2021 il blocco permarrà fino al 31 dicembre 2021

“Ribadiamo – sostiene Pier Luigi Amerio, presidente Ape Confedilizia Torino – la nostra ferma contrarietà a qualsiasi forma di blocco, manifestando l’assoluta adesione alla decisione di molti magistrati di rinviare il problema della proroga degli sfratti per morosità alla Corte Costituzionale perché si pronunci sul rispetto della Carta Costituzionale, di tali provvedimenti.

Ape Confedilizia Torino per andare incontro, almeno parzialmente alle esigenze di quei proprietari, che devono subire la morosità incolpevole dai propri inquilini, ha siglato un protocollo d’intesa con il Comune di Torino, il Tribunale di Torino, l’Ordine degli avvocati e le associazioni sindacali di categoria.

Uno strumento messo in campo per poter dare una risposta rapida alle necessità dei proprietari di casa, unica categoria che non ha potuto beneficiare di alcun provvedimento a proprio favore che riconoscesse lo stato di difficoltà e di emergenza provocato dalla pandemia anche nei rapporti di locazione. Con tale strumento, i proprietari potranno ottenere un parziale ristoro alle difficoltà, che hanno incontrato dal marzo 2020 ad oggi.”

Per maggiori informazioni sulle possibilità di avvalersi di detto protocollo chiunque potrà fare riferimento dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 18 al seguente numero telefonico 346/0809096.

Sanità privata, grandi manovre: Affidea completa l’acquisizione strategica dei laboratori medici CDC

E’ il più grande erogatore di prestazioni specialistiche ambulatoriali in Italia

 

Il Gruppo CDC è leader nel settore della medicina del lavoro, delle analisi di laboratorio e della sanità privata in Piemonte.  Affidea ha annunciato l’acquisizione del 100% del Centro Diagnostico Cernaia |CDC Group, rinomato erogatore di prestazioni ambulatoriali in Piemonte. Con questa operazione Affidea rafforza la sua presenza in Italia, diventando il più grande gruppo sanitario di assistenza specialistica ambulatoriale del Paese, con un’offerta di servizi ampia e diversificata.

 

Con questa acquisizione, a livello europeo, la rete di Affidea conterà 308 centri, quasi 11.000 professionisti e assisterà circa 10 milioni di pazienti ogni anno. Affidea vanta una lunga esperienza avendo integrato oltre 125 nuovi centri negli ultimi 5 anni.

Da quasi 50 anni il Gruppo CDC (www.gruppocdc.it) è una delle realtà sanitarie più significative e dinamiche dell’area Nord-Ovest dell’Italia; con le sue 32 sedi sparse nel territorio piemontese ha sviluppato un’assistenza sanitaria integrata. CDC offre, ai suoi 1,2 milioni di pazienti, un’ampia gamma di servizi medici: analisi di laboratorio, specialistica ambulatoriale, diagnostica per immagini, fisioterapia e medicina del lavoro. L’azienda esegue ogni anno più di 3,7 milioni di test di laboratorio, 420.000 visite specialistiche e circa 500.000 esami di diagnostica per immagini. Collabora con oltre 1.300 professionisti, di cui 900 sono medici. Le competenze del suo staff medico, l’alta qualità dei servizi erogati, l’approccio di cura paziente-centrico, fanno di CDC l’erogatore preferenziale di fondi e assicurazioni sanitarie private, nonché di oltre 8.000 aziende distribuite sul territorio settentrionale.

In Italia, Affidea e CDC potranno contare – grazie all’acquisizione – su un team costituito da oltre 2500 professionisti, di cui quasi 2.000 sono medici.

Con una rete di 54 centri e 60 punti prelievo, l’azienda potrà assistere in totale circa 2,2 milioni di pazienti all’anno, diversificando l’offerta sanitaria di Affidea aggiungendo un’importante gamma di prestazioni specialistiche, di fisioterapia, di assistenza domiciliare, di diagnostica oncologica e di laboratorio, rafforzando al contempo il comparto di medicina del lavoro, rendendo così Affidea il fornitore preferenziale di aziende e assicurazioni sanitare private.

Chieri avrà un vigneto urbano

“Forte della Rocchetta” Chieri (Torino) Alla base del progetto, un nuovo “patto di condivisione” (al momento sono 24 quelli già attivati in città) fra il Comune ed un gruppo informale di microviticoltori chieresi.

Obiettivo: mettere in pista interventi di valorizzazione del “Forte della Rocchetta”, in piazza Europa angolo via Vittorio Emanuele, attraverso la manutenzione della vigna storica e dell’area verde che spiccano dalle antiche mura della Porta del Gialdo, in una posizione strategica e centrale, con la presenza di una vigna autoctona affacciata su due dei quattro lati del “Forte della Rocchetta”. Spiega il sindaco di Chieri Alessandro Sicchiero: “Scopo di questo patto di condivisione, è rendere l’area verde del Giardino della Rocchetta più fruibile ai cittadini, promuovendo e valorizzando questo monumento storico nell’ambito di eventi pubblici, atti a riportare l’attenzione, anche in chiave turistica, sul Forte. Quindi, attraverso la cura e la manutenzione della vigna storica, dare vita ad un vero e proprio ‘vigneto urbano’. Con l’ambizione di arrivare a produrre una nuova etichetta, che rappresenti la città di Chieri e valorizzi il vitigno ‘Freisa’, anche entrando a far parte dei circuiti tematici nazionali ed internazionali, come l’Associazione dei vigneti urbani. Ovviamente, il tutto senza scopo di lucro. Infatti il ricavato andrà a coprire i costi di gestione del progetto o sarà destinato ad altri scopi sociali”. La prima fase del progetto consisterà nello studio dei ceppi già presenti, per individuare età e varietà delle piante, attraverso la collaborazione con il “Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari” dell’Università di Torino e l’“Archivio storico della città di Chieri”. Nella primavera del 2022 verranno impiantate 90 barbatelle di “Freisa” sotto il pergolato. La coltivazione e le operazioni agronomiche (sfalcio e gestione dei ceppi di vite, potatura invernale ed estiva e trattamenti fitosanitari) saranno realizzate da tecnici del settore. Nei cinque anni di durata del patto di condivisione, il gruppo dei microviticoltori chieresi garantirà la manutenzione ordinaria dell’area verde, attraverso l’attività di sfalcio del cotico erboso e la potatura delle colture arboree presenti, mentre il Comune si occuperà dell’apertura e della chiusura del cancello d’ingresso del “Giardino della Rocchetta” e di mettere a disposizione i bidoni degli sfalci, oltreché a provvedere all’inserimento del terreno della Rocchetta in un fascicolo della Coldiretti per avere la possibilità di impianto e vinificazione. L’impegno di spesa per l’amministrazione comunale è pari complessivamente a 1278 euro. Attualmente, si diceva, sono ben 24 i “patti di condivisione” già attivati a Chieri. Si tratta di uno strumento che consente di coinvolgere e rendere protagonisti i cittadini nella gestione e cura dei beni comuni, materiali o immateriali, definendo e disciplinando le modalità di collaborazione tra il Comune e il soggetto proponente (associazioni, soggetti del Terzo settore, gruppi informali di cittadini) per la realizzazione di attività di interesse generale. “Chieri – precisa ancora il sindaco Sicchiero – è stato tra i primi Comuni italiani ad adottare, nel 2014, un Regolamento sui Beni Comuni: il ‘Regolamento comunale per la partecipazione nel governo e nella cura dei beni Comuni’, disciplina che rende possibili le ‘azioni di cittadinanza attiva’, attraverso un percorso che muove dalle proposte avanzate dai cittadini per arrivare ai ‘patti di condivisione’, che disciplinano i vari aspetti della gestione e cura dei Beni Comuni, definendo gli impegni sia dell’amministrazione sia dei cittadini”.
g. m.

Nominati Consiglio e Comitato di Indirizzo di Fondazione per l’architettura

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Gabriella Gedda è il nuovo presidente 

 Fondazione per l’architettura / Torino ha un nuovo Consiglio e un nuovo Comitato di Indirizzo che sarà alla guida dell’ente per i prossimi quattro anni. Sono 11 i consiglieri presieduti da Gabriella Gedda e 7 i componenti del Consiglio di Indirizzo.

A guidare l’istituzione fino al 2025 sono 11 architetti nominati dal Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Torino: Gabriella Gedda, Fabrizio Polledro, Francesco Vaj, Antonio Cinotto, Alessandro Cimenti, Michela Lageard, Walter Fazzalari, Andrea Colarelli, Marco Rosso e Maria Cristina Milanese.

A ricoprire il ruolo di Presidente della Fondazione per l’architettura / Torino per i prossimi quattro anni è Gabriella Gedda, architetto e urbanista libero professionista, consigliere OAT 2009-2013 e 2017-2021 con esperienze amministrative di enti pubblici in qualità di assessore all’urbanistica, edilizia pubblica e privata, appena nominata vicepresidente dell’Ordine Architetti di Torino.

Eleonora Gerbotto continua ad essere alla direzione.

Il Consiglio sarà affiancato dai 7 componenti del Comitato di Indirizzo della Fondazione, composto da Monica Stroscia, Guido Montanari, Maria Rosa Cena, Michela Barosio, Graziano Pelogatti, Vittorio Jacomussi e Marco Aimetti.

Asproflor a Parma per la formazione dei commissari

Per il “Marchio di Qualità dell’Ambiente di Vita Comune Fiorito”

L’associazione Asproflor si è recata a Parma per un evento formativo: l’obiettivo era la creazione di un sistema di certificazione utile alle Amministrazioni per individuare i propri punti di forza e di debolezza nella cura del verde.

Venerdì 25 giugno  nel Palazzo della Casa della Musica di Parma, accolti dal sindaco Federico Pizzarotti, il presidente Asproflor Sergio Ferraro e alcuni consiglieri dell’associazione hanno incontrato il gruppo dei Commissari Nazionali del “Marchio di Qualità dell’Ambiente di Vita Comune Fiorito”, per una giornata di lavoro relativa al sistema di certificazione per i Comuni che richiedono il Marchio di Qualità.
Nella mattinata i responsabili della Commissione, Luca Zanellati ed Enrico Leva, hanno presentato il nuovo metodo valutativo messo a disposizione per i commissari, al fine di rendere il loro lavoro più proficuo e oggettivo. Il risultato finale si è tradotto in un dettagliato report: questo verrà consegnato ai Comuni per comprendere i loro punti di forza e in

particolare i settori che presentano criticità in cui quindi dovrebbero potenziare il proprio impegno.
Il sistema valutativo al servizio dei giudici è dettagliato: sono infatti 195 le voci prese in esame. Questo documento permetterà una reale valutazione del territorio e degli elementi funzionali alla verifica della qualità dell’ambiente di vita.
Nel pomeriggio un intenso e interessante dibattito ha permesso di comprendere il desiderio generale di rendere il Marchio di Qualità un obiettivo ambito e richiesto dai Comuni, affinché siano percepiti il valore e l’importanza dell’intenso lavoro svolto da Asproflor e dai commissari. Lo scopo è di aiutare le Amministrazioni a potenziare la loro attenzione per il verde, per l’ambiente, per la qualità della vita dei cittadini e dei visitatori, con la consapevolezza che potenziare la bellezza floreale delle piazze, dei viali, delle periferie e delle diverse zone del territorio porta ad una cura reale della vita e non solo della sopravvivenza delle persone.
“Fiorire è accogliere” non è solo il motto di Asproflor: vuole anche dimostrare il forte impegno dell’associazione nel ricordare alle Amministrazioni che non basta prendersi cura degli aspetti funzionali per la sopravvivenza dei cittadini ma è fondamentale nutrire la loro vita con la sublime esperienza della bellezza.
Concludendo i lavori, il presidente Sergio Ferraro ha ringraziato la Città di Parma per l’accoglienza. “Le fioriture e la cura del verde sono il mezzo più immediato ed efficace per creare un ambiente di vita armonioso, solidale e piacevolmente sociale -ha ricordato davanti ai presenti- Proprio In questi giorni i due Comuni italiani di Ingria (TO) e Alba (CN) sono in gara nel concorso mondiale organizzato dall’associazione canadese Communities in Bloom e dovranno affrontare la valutazione dei giudici della competizione”.

Altri 58 appartamenti a canone calmierato a Torino

Investimento di REAM SGR per oltre 7 milioni

Altri 58 appartamenti di Housing sociale, cioè che saranno affittati a canoni calmierati, sono stati acquisiti da REAM SGR S.p.A. per conto del  fondo Piemonte C.A.S.E, Costruzioni Abitabili Sociali Ecosostenibili, a Torino, tra le vie Desana e Rivarossa: un contratto di locazione per l’intero immobile è stato sottoscritto con la Cooperativa INCoop CASA.

E’ un importante investimento di oltre 7 milioni euro.

Ma la società di gestione del risparmio torinese ,specializzata nell’istituzione e gestione di Fondi di Investimento Alternativi Immobiliari ( l’unica SGR italiana nel cui azionariato sono presenti esclusivamente fondazioni di origine bancaria) , ha annunciato anche la sua sempre maggiore attenzione alle tematiche sociali e ambientali. IL direttore generale , Oronzo Perrini,  ha infatti sottolineato “ l’adesione con il Fondo Piemonte C.A.S.E. all’edizione 2021 del GRESB – The Global ESG Benchmark for Real Assets, organizzazione leader a livello internazionale che si occupa della valutazione della performance ambientale, sociale e governativa dei fondi immobiliari (ESG – Environmental, Social, Governance), è il primo passo compiuto per misurare e valorizzare la sostenibilità degli investimenti e comunicare l’impegno di REAM SGR in ambito ambientale, sociale e di governance.”, ha detto Perrini.

REAM SGR S.p.A. con questo investimento continua nella politica di  generare valore sociale e non solo economico, rivolgendosi in particolare al mondo del no-profit e investendo in progetti di affordable housing, cioè alloggi a prezzi accessibili, e in strutture socio-assistenziali, con la consapevolezza degli impatti che il settore immobiliare ha e può avere sull’ambiente e sulle comunità.

Notevole il portafoglio appartamenti del fondo Piemonte C.A.S.E. ,  720 appartamenti localizzati su tutto il territorio piemontese , e ne sono in corso di realizzazione ulteriori 180, per un totale di 900 appartamenti, per un investimento complessivo pari ad Euro 110 milioni.

 

Fondazione CRT: Selezionati i vincitori del bando “Not&Sipari”, che sostiene il settore e il lavoro di artisti e maestranze

 148 produzioni di musica, teatro e danza sono pronte a “tornare in scena” con i contributi, per complessivi 1,2 milioni di euro, assegnati da Fondazione CRT ai vincitori del bando Not&Sipari, dedicato alle rassegne culturali e agli spettacoli dal vivo.

A beneficiare delle risorse sono associazioni non profit, enti locali e istituti didattici di alta formazione, che promuovono sia grandi rassegne sia eventi di rilevanza locale in presenza e online, in considerazione dell’incertezza legata alla pandemia.

Le risorse della Fondazione CRT, che hanno contribuito negli anni ad arricchire capillarmente l’offerta culturale del territorio, diventano ancora più importanti in questa fase: sono un vero e proprio strumento di resilienza e un ‘collante’ per le comunità, ridando ossigeno ai centri di produzione culturale particolarmente colpiti dalla crisi”, afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia.

Rimettere in moto la cultura e, in particolare, il segmento dello spettacolo dal vivo, significa far ripartire un settore economico con le sue maestranze e i suoi lavoratori, sostenendo e incoraggiando l’innovazione, l’interdisciplinarietà, l’introduzione di modelli di business sostenibili lungo tutta la filiera”, dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci.

Not&Sipari ha sostenuto fino ad oggi oltre 3.800 iniziative, per un totale di oltre 41 milioni di euro.

Nel Torinese tra i vincitori figurano il Flowers Festival, il Festival Internazionale di Danza Contemporanea Interplay, il festival di circo contemporaneo e comicità Lunathica, il Moncalieri Jazz Festival, il Festival Teatro a pedali di Cumiana.Nel Cuneese si segnalano, in particolare, il Festival Collisioni, la rassegna Musica d’Estate a Fossano e l’Anima Festival; nell’Alessandrino la manifestazione “Orchestra in provincia…e non solo!” e il Festival Echos 2021; nell’Astigiano il progetto “Saltinpiazza” a Viarigi e PATRIC (Polo Astigiano per il Teatro di Ricerca e Innovazione Contemporaneo) che mette in rete le realtà teatrali attive nella ricerca di dinamiche innovative e di coinvolgimento di nuovi pubblici.Nel Biellese Note&Sipari porta in scena il 25esimo festival internazionale di arte e spettacolo di strada “Ratataplan” e “Dal vivo, di nuovo!”; nel Novarese alcuni contributi vanno per la Stagione Teatro Prosa “È ‘na Bellezza”, il Novara Jazz e il Teatro sull’acqua di Arona.Nel Verbano-Cusio-Ossola tra le kermesse sostenute da Fondazione CRT vi sono lo Stresa Festival e la nuova stagione di Tones on the Stones con l’allestimento della Cava Roncino, nuovo “set” della famosa rassegna; nel Vercellese il Festival Jazz:Re:Found, Valsesia Musica e Forever Young dell’Associazione La Musica Ragionata.

In Valle d’Aosta sono assegnatari di contributo, tra gli altri, il Festival Internazionale della Nuova Danza di Aosta e Quarantunesima Estate Musicale di Gressoney.

La crisi dei cinema torinesi: 48 ore per ritrovarci tutti in sala, guardando al futuro

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Solitamente è guerra, più o meno accanita, più o meno bonaria, ad accaparrarsi un titolo, a scommettere su una tenitura, a ospitare in casa propria questo o quell’attore che abbia voglia, e interesse, a salire a Torino.

L’altro giorno, nella lunga sala del Centrale, seduti alla rinfusa nelle rosse poltrone dove da troppo tempo si accomodano in pochi, succedeva una cosa più o meno strana, anzi strana davvero, un gruppo di esercenti cinematografici torinesi a ritrovarsi (sorrisi alla mano, dopo più o meno un mesetto di preparativi) a discutere di un problema che suona come la loro idea di sopravvivenza.

Idea generale in Italia – quella della sopravvivenza -, ma idea – quella della riunione – unica in Italia tanto che già in più parti del mondo dorato del cinema che più tanto dorato non è si parla di “caso Torino”. Approcci, telefonate, incontri, riunioni per trovare un punto d’equilibrio comune, un’area su cui confrontarsi una volta deposte le armi e riunirsi a coorte per tamponare le falle, anzi per tentare di dare una solenne spallata al nemico comune. Le piattaforme e i colossi della vecchia celluloide. Ma che è successo, insomma?

È successo che, liberatici un tantinello della pandemia, il 26 aprile scorso i cinema – non tutti, per carità – hanno riaperto i battenti ma le risse per entrare non si sono viste (benché il numero degli spettatori abbia superato la media precedente al covid: oggi ci aggiriamo amaramente attorno alla ventina di spettatori a spettacolo) e la riapertura non ha coinciso con una corroborante affluenza. È in bilico la cultura – sempre che in alto qualcuno abbia compreso che il cinema, un certo cinema, è cultura e come tale voglia trattarlo, è in bilico un’economia, i posti di lavoro che sempre qualcuno sbandiera a gran voce, la voglia di ritrovarsi al di là della schiavitù della poltrona di casa e delle piattaforme. Ecco il vero nemico. Che si è visto fin da subito, dal momento che alla riapertura si giocava con il riciclo delle stesse, proponendo in parte titoli che già s’erano visti sullo schermo di casa – per altri è mancato persino il coraggio di un riciclo, vedi il caso Verdone -, si combatteva contro il vizio di scaricare pellicole, certo alimentato dal lungo periodo di solitudini che abbiamo attraversato, dall’uso dei telefonini formato bonsai. Non siamo certo ad un punto di non ritorno,  ma qualcuno si chiedeva nella chiacchierata di un paio di giorni fa sino a quando sopravviverà la “comune” sala cinematografica, antica, confortevole, accogliente. Gaetano Renda del Centrale elencava tra l’altro, in un rincorrersi di toni ora battaglieri ora con una percepibile buona dose di disperazione, le ammodernature che negli anni sono state fatte ma che a poco sono servite.

Con lui, con la parola d’ordine “Riproviamoci!”, i responsabili dell’Ambrosio, del Massaua, del Massimo e del Romano (il Classico e il Greenwich si sono fatti vivi?). Il mesetto di preparativi ha partorito le “Notti bianche del Cinema”, appuntamento dal 2 al 4 luglio, ovvero 48 ore (ricordate? anche loro si sono dati dei tempi precisi, come Nick Nolte a riportare in cella Eddie Murphy) di film non-stop (o quasi), nell’intento di creare per un fine settimana – ma non è detto che l’iniziativa non sia ripetuta -, a mo’ di un ombrello riparatore, un ideale, auspicabile schermo che riconduca nelle sale lo spettatore svogliato o disattento. Interessati i papaveri cittadini? La politica, locale e no, difetta, è latente, non aiuta in maniera tangibile (come quella d’oltralpe, ad esempio, viene ripetuto più di una volta); se si pensa che il progetto “è realizzato in collaborazione con” l’Aiace di Torino, ANEC, Museo del Cinema, Film Commission e Glocal Film Festival, Seeyousound Internazional Music Film Festival e TOHorror Fantastic Film Fest e UECI-Piemonte rientrando nella grande iniziativa nazionale organizzata da “Alice nelle Città”, mi pare che la partecipazione e la sostenibilità non siano poi così profondi. Aggiunge Renda: “Ognuno di noi si paga i propri film, il costo della sala e dei dipendenti”. Chi fa per sé. Gli altri stanno più o meno a guardare. Ma anche all’interno di questi carbonari del nuovo millennio non mi sembra di poter cogliere un’anima strenuamente compatta pronta a svenarsi per raggiungere lo scopo. Se guardo al programma, la carretta la tirano Ambrosio, Massimo e Centrale, il Romano (lungi dallo scomodare i confratelli Eliseo e Nazionale) programma sabato 3 luglio alle ore 21 unicamente “Manuale di storie del cinema” di D’Antuono e Ugioli, 97’ di documentario in collaborazione con Piemonte Movie, mentre il Massaua, ancora sabato, con partenza alle 20,45 (“School of mafia”, presenza in sala del regista Alessandro Pondi, a seguire in anteprima nazionale “Penguin Bloom”, paralisi e resurrezione postdepressiva da parte di Naomi Watts, diretto da Glendyn Ivin, ingressi euro 8,00 ridotti Aiace euro 4,00) e scavalcando di parecchio la mezzanotte, ingressi euro 2,00, allinea un paio di titoli del vecchio buon Dario Argento alle origini, con le paure di sempre, e altri titoli già in programmazione nelle sue sale da un paio di settimane.

Un’occasione per rivedere all’Ambrosio “La notte” di Antonioni (1961) e “Le notti bianche” di Visconti (1957), “La notte dei morti viventi” di George Romero (1968) e un omaggio con tre titoli a Susanna Nichiarelli (fresca di tre David di Donatello per il non trascinante “Miss Marx”, uno dei quali per il miglior compositore a Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo: il gruppo presenterà il film domenica 4 luglio alle 21,00). Il Centrale nella tre giorni passa da “Edoné – La sindrome di Eva” a “”Un colpo all’italiana” di Collinson, da “Torino violenta” di Carlo Ausino a “Quadrophenia” di Roddam, da “Frankenstein junior” capolavoro di Mel Brooks al “Processo ai Chicago 7” firmato da Aaron Sorkin. Mentre il Massimo si affida tra gli altri a “Disco Ruin – 40 anni di club culture italiana” di Lisa Bozi e Francesca Zerbetto, alla “Casa rosa” di Francesco Catarinolo e ad un omaggio al sottovalutato Lucio Fulci. “È necessario rivedere le nostre scelte, ci vogliono nuove regole” suona l’augurio o l’imperativo di Ambra Troiano dell’Ambrosio: ma se poi continua “abbiamo ricevuti aiuti da parte dello Stato e molte sale hanno potuto riaprire”, Renda ha qualche dubbio e tentenna la testa, in attesa del futuro. Intanto lui stesso tiene sbarrate le sale dei Fratelli Marx e dei Due Giardini, il Reposi ha le serrande giù come l’Ideal dove Luigi Boggio preferisce scommettere in positivo ricavando una settima sala.

 

Elio Rabbione

 

Tra i titoli proposti nella maratona di “48 ore”, nelle immagini, “La notte”, “Frankenstein junior” , “Miss Marx” e “La notte dei morti viventi”