ECONOMIA- Pagina 292

“La Commissione europea fa marcia indietro e apre la porta ai nuovi OGM”

Caro direttore, Slow Food è seriamente preoccupata dalle conclusioni dello studio commissionato alla Commissione europea sulle “nuove tecniche genomiche” (NGT), che di fatto apre le porte alla deregolamentazione di nuovi OGM, ignorando il principio di precauzione.

 

«Con il Green Deal e la strategia Farm to Fork, la Commissione europea si è impegnata ad accelerare la transizione verso un sistema alimentare veramente sostenibile. Proponendo adesso di rivedere le regole in materia di OGM, la Commissione decide di non investire in sistemi agroecologici che portano benefici agli agricoltori, alle comunità locali e all’ambiente», afferma Marta Messa, direttore di Slow Food Europa. Ancora una volta, quindi, vediamo prevalere gli interessi dell’agroindustria a discapito di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e della libertà dei contadini di piccola scala di decidere in materia di sementi. 

 

La presa di posizione di Slow Food

Nel 2018, la Corte di giustizia europea aveva stabilito che l’esclusione dei nuovi OGM dalla direttiva Ue sugli OGM “comprometterebbe l’obiettivo di protezione perseguito dalla direttiva e non rispetterebbe il principio di precauzione che essa cerca di attuare”. La Commissione europea sta ora pericolosamente contestando la sentenza. Se i nuovi OGM non saranno sottoposti a test di sicurezza, si determinerà un vuoto nella tracciabilità ed etichettatura, e questa è una notizia preoccupante per i cittadini europei, che potrebbero ritrovarsi nel piatto i nuovi OGM senza informazioni in etichetta e senza esercitare il proprio diritto a scegliere, e per gli agricoltori e gli allevatori, per i quali garantire nuovi alimenti senza OGM diventerà sempre più difficile e costoso.

 

I nuovi OGM potrebbero essere potenzialmente dannosi per l’ambiente e la sovranità alimentare dei piccoli agricoltori. Senza una regolamentazione rigorosa potrebbero verificarsi gravi danni agli ecosistemi e alla biodiversità, poiché non si potrebbero prendere misure contro la diffusione incontrollata di nuovi organismi OGM nell’ambiente. L’agricoltura e la produzione alimentare che si basano su fonti prive di OGM non potrebbero più essere protette.

 

«La strategia Farm to Fork ha inteso rafforzare molto il ruolo dell’agroecologia per una vera transizione ecologica e l’apertura ad una tecnologia genetica che pone infiniti dubbi non sembra oggi coerente con gli auspici di poco meno di un anno fa. Inoltre, la strategia mira a fornire ai consumatori una migliore informazione in modo che i cittadini possano fare scelte consapevoli e contribuire alla transizione verso sistemi alimentari più sostenibili. Deregolamentare i nuovi OGM significherebbe che questi non avrebbero più l’obbligo di essere etichettati, in completa contraddizione con gli obiettivi della strategia Farm to Fork. Esortiamo gli Stati membri a difendere il principio di precauzione, la sicurezza dei cittadini, la libertà di scelta degli agricoltori e la biodiversità», conclude Messa.

 

 

Un po’ di storia

La tecnologia dell’ingegneria genetica si è evoluta dall’introduzione delle prime colture geneticamente modificate (GM) più di 20 anni fa. È emerso un insieme di nuove tecniche GM che gli scienziati chiamano collettivamente “editing genetico”. Il gene editing permette agli ingegneri genetici di modificare i geni esistenti piuttosto che aggiungere geni da altre specie. Queste nuove tecnologie sono anche chiamate “new breeding techniques” dall’industria agro biotecnologica, “innovative tecniche genomiche” dal Consiglio dell’Ue o “nuove tecniche genomiche” dalla Commissione europea. Slow Food chiama queste nuove tecniche di ingegneria genetica “nuovi OGM” poiché, secondo la sentenza della Corte di giustizia europea, si tratta legalmente e tecnicamente di tecniche di modificazione genetica, e quindi presentano gli stessi rischi.

Nel 2018, la Corte di giustizia europea (CGUE) ha stabilito che i nuovi OGM devono essere regolamentati come OGM secondo i regolamenti dell’Ue, quindi seguendo il principio di precauzione. La sentenza della Corte di giustizia europea significa che la nuova generazione di colture e semi GM deve passare attraverso controlli di sicurezza, un processo di autorizzazione ed essere etichettata prima di essere immessa sul mercato, per garantire agli agricoltori, ai produttori di cibo e ai consumatori il diritto di sapere se un prodotto alimentare contiene organismi GM o meno.

Slow Food ha da tempo una posizione contraria agli OGM per i rischi che presentano per la biodiversità, per le minacce che pongono ai mezzi di sussistenza degli agricoltori locali e per il fatto che sono incompatibili con un sistema agricolo basato sull’agroecologia. Inoltre, i prodotti delle tecniche genomiche sono coperti da brevetti di proprietà di una manciata di multinazionali. I brevetti sulle sementi hanno conseguenze economiche negative per il settore agricolo, compresa la monopolizzazione e la concentrazione del mercato delle sementi. L’agricoltura GM favorisce lo sviluppo di monocolture intensive, ponendo una crescente minaccia alla sopravvivenza delle sementi tradizionali e delle stesse comunità rurali, che sono sempre più private dei loro mezzi di produzione e di sostentamento.

L’Ue deve attuare pienamente la sentenza della Corte di giustizia europea del 2018 e garantire che i nuovi OGM siano soggetti ai controlli di sicurezza di base e ai requisiti di autorizzazione. Il 30 marzo 2021 è stata inviata una lettera al vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans nella quale si mette in guardia dai rischi della deregolamentazione dei nuovi OGM.

 

Cosa dice lo studio della Commissione?

il 29 aprile la Commissione europea ha pubblicato il suo atteso studio sulle nuove tecniche genomiche , richiesto dal Consiglio dell’Ue nel novembre 2019. Lo studio conclude che:

– “I prodotti NGT e le loro applicazioni potrebbero fornire benefici alla società dell’Ue e affrontare importanti sfide” tra cui “la resilienza e la sostenibilità nel sistema agroalimentare”;

– Per permettere ai nuovi OGM di contribuire alla sostenibilità, “dovrebbe essere previsto un meccanismo appropriato per valutare i loro benefici”;

– Le attuali regole dell’Ue sugli OGM non sono adatte allo scopo.

 

Lo studio conclude poi che è necessaria una nuova politica che regoli i nuovi OGM. Questo è profondamente preoccupante in quanto implica che la Commissione sta cercando di indebolire i principi che attualmente regolano gli OGM e l’editing genetico. Il commissario Stella Kyriakides, capo del dipartimento Salute dell’Ue, afferma che “le nuove tecniche genomiche possono promuovere la sostenibilità della produzione agricola, in linea con gli obiettivi della nostra strategia Farm to Fork”

Mercato immobiliare a Torino quartiere per quartiere: nel 2020 prezzi stabili, compravendite in calo

Forti differenze tra Torino e provincia. Falchera, Borgo Po, Cenisia e San Donato in crescita

Nel 2020 Torino registra un mercato immobiliare abitativo sostanzialmente stabile nei prezzi, seppur con un decremento nelle compravendite, tuttavia inferiore alle stime preliminari di chiusura anno. Al contempo però mostra come il comparto si sia rinforzato sul fuori porta e in provincia rispetto alla città. A Torino invece l’anno appena passato ha ridato slancio all’andamento di Falchera, Borgo Po, San Donato e Cenisia. Lo rivela l’Osservatorio del mercato immobiliare 2020, condotto dagli agenti immobiliari aderenti a Fiaip Torino (Federazione italiana agenti immobiliari professionali).

La città metropolitana di Torino ha registrato 28.030 compravendite nel ramo residenziale: 11.870 nel capoluogo e 16.160 nella provincia subalpina. Un decremento medio percentuale dell’8,6%, rispetto al 2019. Il calo delle transazioni a Torino è stato del 13%, una contrazione inferiore alle stime previsionali di fine anno che segnalavano una discesa tra il 20 e il 25%. La provincia torinesemostra invece una migliore tenuta, rispetto al capoluogo, con un calo del 5% nelle compravendite sul 2019. Otto punti percentuali dividono i volumi di vendita nelle due macro aree. Mentre nel 2019, con valori in positivo, solo un punto percentuale le divideva. Al contempo si riduce il gap nella variazione dei prezzi. Le quotazioni medie al metro quadro hanno registrato il -0,2% a Torino mentre il-0,8% nel resto del territorio.

“L’impatto della pandemia ha cambiato l’andamento del mercato immobiliare, rendendolo discontinuo e non omogeneo nel corso dell’anno. Il primo semestre ha frenato bruscamente le vendite, che si sono poi riprese nella seconda parte dell’anno con un’accelerata, quasi sorprendente, che ha contenuto la perdita di transizioni. Il -13% può quindi considerarsi fisiologico visti i due mesi di stop delle attività”, spiega Aurelio Amerio, presidente di Fiaip Torino.

“Il 2020 ci consegna un mercato residenziale ancora equilibrato, tra compravendite e prezzi”, commenta Luca Portinaro, delegato all’Osservatorio Fiaip. Le mutate esigenze legate al significato e al valore dello spazio in cui si abita hanno sostenuto la domanda, seppur modificando in parte il suo indirizzo. Ne dà evidenza il raffronto tra le rilevazioni di Torino e quelle della provincia – sottolinea Portinaro -. La forbice tra le due flessioni nelle transazioni è molto più ampia nel 2020, rispetto all’anno precedente in cui si distanziavano di un solo punto percentuale. Un dato che va a suffragare il rinato desiderio di spazi e giardini. Soluzioni più diffuse fuori città, a prezzi più contenuti, rispetto a parità di spesa alle proposte in piena città”.

I QUARTIERI

Nel quadro generale aumenta la platea di zone in cui le oscillazioni percentuali si avvicinano allo zero. Al contempo si attenuano le differenze, sempre in termini di percentuali, tra quartieri, così come tra i vari comuni della provincia.  Restano aree in positivo a trazione del mercato e permangono zone con criticità, ma in entrambi i casi le variazioni sono lievi e rivelano l’assestamento del mercato.

Le zone centrali di piazza San Carlo, Statuto e Vittorio Veneto che nel  2019 salivano in media del 2,8% (trainato da Statuto con il +4%), nel 2020 si equilibrano a un modesto +0,7%, con capofila la centralissima piazza San Carlo (+1,5%). Anche Cit Turin, unica zona che dal 2015 non ha mai visto valori negativi, rialza le quotazioni solo dell’1,3%, mentre l’anno scorso segnava il +4,4%.

Le zone periferiche, caratterizzate negli ultimi anni da valori negativi, vedono oscillazioni percentuale più contenute. Se nel 2019 i prezzi scendevano fino al -9%, nel 2020 non si va al di sotto del -3%. È la situazione di Borgo Vittoria (-3%) e Parella(-2,9%).

 

IN CRESCITA: FALCHERA, BORGO PO, CENISIA E SAN DONATO

L’area di Falchera-Villaretto mostra una sostanziale novità rispetto al passato. Nel 2020 i prezzi segnano solo il –0,9% (nel 2019 era precipitata a -9%). “È l’effetto di alcune opere urbanistiche di riqualificazione”, spiega Lucia Vigna, vice presidente di Fiaip Torino.  “È stata ripristinata la fruibilità pubblica dell’area dei laghetti, con un importante intervento di recupero ambientale che è partito dalla bonifica dai materiali di rifiuto, fino alla creazione di aree attrezzate piste ciclabili, campi sportivi”.

In più la zona ha “sommato anno dopo anno perdite di valore e si è assestata, arrivando al suo equilibrio di mercato”, aggiunge Vigna, sottolineando come questo parametro si evidenzi in diverse zone che negli anni passato hanno avuto ribassi su ribassi.

Inoltre, “Villaretto – prosegue Vigna – ha molte aree verdi, i prezzi sono più sostenibili, così si riesce ad accedere a costruzioni recenti e moderne, già pensate con terrazzini e ampi balconi”.

A stupire è anche Borgo Po che recupera valore e torna in positivo con il +0,5% e 2.647 euro al metro quadro (nel 2019 era sotto con il -2,6%). “Nel 2020, Borgo Po ha ritrovato vigore sotto l’impulso della ricerca del verde”, Claudia Gallipoli delegata ai rapporti istituzionali di Fiaip. “Spesso trascurata in passato, è stata ripresa in considerazione per i suoi vantaggi: vicina al centro, ma abbastanza distante dalla confusione. In certi tratti gode della vista del fiume. In cinque minuti si raggiunge piazza Vittorio e al contempo permette di fare più facilmente una vita all’aria aperta, grazie anche alle ciclabili. È una zona che vedrà dei benefici nei prossimi anni, infatti c’è già fermento edile con il via a operazioni di riqualificazione”, sottolinea Gallipoli.

San Donato mostra segnali di recupero con un +1,5% e 1.640 euro al metro quadro (nel 2019 già segnata un +0,5%). “San Donato è in ripresa, anche se la percentuale di risalita non è significativa, è una media tra la prima parte, prossima a piazza Statuto, e la parte più spostata verso corso Tassoni”, commenta Gallipoli.  “Non godeva di una bella fama, ma negli ultimi anni grazie al passante ferroviario di piazza Statuto ha avuto una ripresa. Soprattutto il primo tratto di via ne ha giovato, comoda a Porta Susa e alle fermate metropolitane”. I valori hanno seguito un costante trend positivo dopo il tonfo del 2014/2015.

Cenisia sale con il +1,3% e 1.858 euro al metro quadro (recuperando dal -1,8% del 2019). Anche in questo caso la forza gravitazionale di una zona limitrofa fa da traino favorevole. In questo caso Cenisia gode dell’influenza del cuore liberty di Torino.  “Non vanta palazzi storici e signorili come Cit Turin, ma ha prezzi più abbordabili, beneficia della presenza di tanti servizi e della vicinanza alla metropolitana”, spiega Luca Portinaro. “La lieve crescita dei valori è una media di zona, che sale avvicinandosi a piazza Adriano e piazza Bernini”.

DISCESA PREZZI SI ATTENUA

Diverse zone di Torino caratterizzate negli anni passati da consistenti discese dei prezzi, nel 2020 hanno mostrato cali ben più moderati. Borgo Vittoria è la zona più penalizzata e registra il peggior dato annuale con il -3% e 1.218 euro al metro quadro. Parella segna il -2,9% con un prezzo medio al metro quadro di 1.579 euro. Nizza Millefonti scende con il -2,1% e 1.713 euro al metro quadro.
Cavoretto scende al -1,9% con 2mila euro al metro quadro, incrementando la perdita di valore già subita nel 2019 del -1%. Madonna di Campagnaregistra il -1,4% con 1.000 euro al metro quadro. Mentre Barriera di Milano registra il -1,2% con un valore al metro quadro di 826 euro (nel 2019 aveva registrato il -4%).  Regio Parco–Barca registra il -1,1% con 1.216 euro al metro quadro (mentre nel 2019 aveva un valore positivo seppur contenuto del +1,5%). Pozzo Strada segna il -0,9% con 1895 euro al metro quadro (nel 2019 era scesa al -3%). Santa Rita registra il -1,1% con 1.632 euro al metro quadro (nel 2019 era a -1,2%).

AUMENTO ZONE DAI VALORI STABILI

Aumenta il numero di aree con valori stabili e differenze percentuali prossime allo zero.

Aurora torna in positivo con lo  0,1% e 984 euro al metro quadro (nel 2019 era scesa al -1%). Gran Madre-Crimea resta pressoché invariata con il -0,1% e 3.418 euro l metro quadro (nel 2019 era -0,3%). Lingotto segna il +0,1% con 1.195 euro al metro quadro e ritorna in positivo dopo il -1,4% del 2019. Anche Lucento e Vallette si attesta al +0,1% con 846 euro al metro quadro (nel 2019 segnava il -2,6%). Madonna Pilone – Sassi – Bertolla segna il -0,5% con circa 2mila euro al metro quadro, come registrato nel 2019. Mirafiori Nord si attesta sul +0,9% con 1.530 euro al metro quadro (nel 2019 era al +0,8% ). Mirafiori Sud recupera lievemente i valori con un +1,1% con 1.371 euro al metro quadro. Regio Parco Sud – Aurora segna 0,8% con 1.713 euro al metro quadro. In lieve recupero San Salvario con il -0,5% e 1.942 euro al metro quadro (nel 2019 segnava il -2,3%). Stabile San Paolo con il -0,4% (nel 2019 era al +0,1%). Crocetta torna in positivo con il +0,7% e 2.410 euro al metro quadro, interrompendo una serie di annate in discesa (nel 2019 segnava il -0,3%).

LA PROVINCIA

La provincia torinese registra nel 2020 un calo del 5% nelle compravendite rispetto 2019. Confrontando il dato con quello del capoluogo, vanta una migliore tenuta complessiva nell’anno della pandemia.  Se la città perde il 13% di compravendite, la provincia scende solo del 5%. Otto punti percentuali dividono le due macro aree. Mentre nel 2019 la differenza nelle transazioni era nettamente meno evidente: un solo punto percentuale e con numeri in positivo (Torino città +1%, provincia +2%). Sul fronte prezzi la provincia resta pressoché stabile con un -0,8%, anche in questo caso va a ridursi il gap percentuale del 2019, già lieve, tra la città di Torino e la provincia (Torino -0,8%, provincia -1,3%).

Il recupero delle quotazioni è trainato sostanzialmente da un ritorno a valori positivi di Chivasso con il +1% (nel 2019 era a -1,3%), Collegno con il +1,2% (nel 2019 era a -1,8%) e Moncalieri con -0,5% (nel 2019 segnava il -3,5%). Mentre molti altri Comuni non hanno avuto particolari oscillazioni nei prezzi.

Il mercato residenziale dell’Alta Val di Susa e Val Chisone, fatto principalmente di seconde case, vede migliorare i prezzi degli appartamenti in montagna, anche se permane il segno negativo: -1,3% (nel 2019 era -3%). Le case indipendenti sono quelle che fanno più fatica a trovare acquirenti sul  mercato e scendono del 2,9% (nel 2019 segnavano il -3,5%).

BOX, UFFICI E NEGOZI

Il mercato dei box e dei posti auto nel 2020 torna a scendere con una lieve flessione del -0,9%, perdendo la stabilità raggiunta nel 2019 e rivelando lo scarso interesse per il settore. Il mercato dei locali commerciali e del terziario scontano la crisidovuta alle restrizioni per l’emergenza Coronavirus che deprime i prezzi del -5,5%. Anche gli uffici in città perdono valore e segnano il -4%.

MUTUI
Nonostante la pandemia da Covid-19, il 2020 ha segnato una crescita nella richiesta di mutui per l’acquisto della prima o della seconda casa nel territorio torinese, segnando un +2,8% rispetto al 2019.

 

PREVISIONI 2021

Mercato parte con sprint, ma transazioni rallentate dal credito e smart working

 

Il 52% degli operatori del settore immobiliare ritiene che il 2021 avrà un andamento migliore rispetto al  2020. Senza più blocchi e restrizioni, le agenzie e le attività di mediazione sono pienamente operative e il sentiment prevede una nuova crescita dei volumi delle transazioni e un ritorno ai livelli pre-Covid.

Sebbene la spinta espansiva nelle compravendite degli scorsi anni si sia interrotta, il 2020 ha mostrato un settore residenziale stabile, con un numero di compravendite penalizzato dalla chiusura per la pandemia, che tuttavia ha retto l’urto senza mutarne l’equilibrio.

“Non ci sono stati shock”, commenta Aurelio Amerio, presidente di Fiaip Torino. “Ma si tratta di un’analisi a stretto giro, in cui il mercato è rimasto stabile perché la domanda si è adattata alle nuove circostanze. Se la crisi stenterà a placarsi, sarà facile che ci siano altri effetti. Chiusure, aperture a singhiozzo, attività che non incassano, l’impoverimento dei cittadini possono avere ricadute anche su un bene sentito come prioritario come la casa. Gli immobili sono come un polmone che respira l’aria socio demografica dei suoi abitanti”, sottolinea il presidente.

In questi primi mesi del 2021 si delineano scenari diversi rispetto al passato, ma sempre determinati dalla crisi pandemica. Andamenti singolari riguardano le locazioni di bilocali per studenti o di appartamenti a uso turistico: fermi sul mercato per il blocco degli spostamenti.

Ma anche le compravendite ne sono influenzate. “L’inizio del 2021 – spiega Amerio – rivela un ottimo sprint nell’interesse e nella domanda, ma si riscontra un complessivo rallentamento nella chiusura delle compravendite, a causa dell’allungamento dei tempi dovuto allo smart working degli operatori bancari che si trovano a evadere una maggiore quantità di richieste di mutuo”. Inoltre, ne consegue che “su un numero più alto di richieste di mutuo, proporzionalmente aumentano anche le possibilità in cui il credito non sia concesso e l’abitazione, data per venduta, torni sul mercato. In sintesi, non si tratta di mutamenti stravolgenti, ma di andamenti che si sintonizzano sugli attuali scenari, caratterizzati da una generale maggior incertezza”.

 

Fiaip Collegio Provinciale di Torino

Lifebrain, nuovi laboratori di analisi in Piemonte

LIFEBRAIN ACQUISISCE IL 100% DI UNILABS ITALIA SRL E AGGIUNGE AL PROPRIO NETWORK QUATTRO NUOVI CENTRI IN PIEMONTE

Si aggiungono al network di Lifebrain, il più grande gruppo di laboratori di analisi in Italia con oltre 320 centri e più di 6 milioni di pazienti all’anno, quattro nuove unità in Piemonte, operanti nel campo della diagnostica e dei servizi ambulatoriali polispecialistici

Lifebrain S.r.l., gruppo leader nei servizi di laboratorio analisi e diagnostica controllato dal fondo Investindustrial, ha rilevato il 100% del capitale della holding Unilabs Italia S.r.l, di cui fanno parte Raffaello S.r.l. – società che fornisce un’ampia gamma di analisi mediche con relativo ambulatorio polispecialistico attraverso due centri medici situati nella città di Torino e un centro medico situato nella città di Alba – e Unilabs IMT-Medil S.r.l, che gestisce un affermato ambulatorio privato con sede a Torino, con un laboratorio specializzato in anatomia patologica.
L’operazione consente a Lifebrain di consolidare e rafforzare la propria presenza in Piemonte – dove contava già 8 centri – e di proseguire un percorso di crescita e consolidamento che ha portato il Gruppo ad essere presente in 17 regioni con oltre 320 centri.
Nell’acquisizione di Unilabs Italia S.r.l., Lifebrain è stata assistita per gli aspetti legali dallo studio legale Dentons, con un team multidisciplinare guidato dal partner Luca Pocobelli, e per gli aspetti finanziari da Kon.
Il Gruppo Unilabs è stato assistito da Brera Advisory S.p.A. in qualità di advisor finanziario, con un team guidato dal partner Niccolò Querci, e dallo studio legale Chiomenti, in qualità di advisor legale, con un team guidato dal partner Antonio Sascaro.
“L’acquisizione delle attività in Piemonte del Gruppo Unilabs si inserisce nel percorso di crescita del Gruppo Lifebrain, che mira a fornire un accesso sempre più diffuso ai nostri servizi diagnostici rafforzando la propria presenza e l’offerta di servizi di qualità a livello locale”, ha commentato Riccardo Manca, Direttore Generale di Lifebrain. “In una regione di forte rilevanza strategica e in prima linea nella lotta al covid-19 come il Piemonte, rafforzare il nostro network di laboratori significa garantire ancor più vicinanza ai pazienti e alle persone, offrendo una rete di servizi sempre più di qualità e sempre più capillare”.

Lifebrain
Lifebrain è il Gruppo leader in Italia nella medicina di laboratorio per i pazienti, le strutture sanitarie e le imprese. Con un network di oltre 320 tra Laboratori e Centri Prelievo ed una presenza capillare in 17 regioni, Lifebrain rappresenta il più grande provider di analisi cliniche di laboratorio nel campo della chimica clinica, dell’ematologia, dell’immunochimica, della microbiologia, della biologia molecolare, della citologia e della patologia.
Lifebrain, i numeri:
⦁ Più di 1.500 addetti
⦁ Un volume di oltre 25 milioni di esami l’anno
⦁ Più di 6 milioni di pazienti assistiti ogni anno
⦁ Più di 1.500 analiti testati nei 3 principali hub in Veneto, Lazio, e Puglia e 16 mini-hub regionali (modello hub& spoke)
⦁ Medesime apparecchiature, identiche metodologie e uguali indici di riferimento in tutti i centri Lifebrain

 

Iren: negli ultimi 15 mesi assunte quasi 800 persone

La metà sotto i 30 anni di età

  In un periodo storico pesantemente condizionato dall’emergenza sanitaria, il Gruppo Iren ha fornito un significativo contributo alla crescita dell’occupazione nei territori in cui opera, a vantaggio degli stessi e del sistema Paese.

Dal 1° gennaio 2020 al 31 marzo 2021 sono state assunte all’interno del Gruppo 788 persone. I nuovi dipendenti, sommati al personale acquisito a seguito delle operazioni societarie portate a termine negli ultimi mesi, hanno portato ad oltre 8.700 il numero complessivo dei dipendenti Iren in Italia.

Circa il 50% dei 788 nuovi assunti ha meno di trent’anni, a dimostrazione della forte attenzione del Gruppo per i giovani e per il loro inserimento nel mondo del lavoro, condizione essenziale per garantire il ricambio generazionale e una rapida e costante innovazione di business, tecnologie e processi.

Al momento circa il 25% dei dipendenti del Gruppo sono donne, un dato in crescita e particolarmente significativo in un settore industriale, come quello delle multiutility, dove la tradizionale e forte presenza operaia costituisce un elemento distintivo del business. L’impegno nell’attuazione delle politiche avviate sulla diversità di genere è stato riconosciuto anche attraverso l’ingresso del Gruppo Iren per la prima volta, assieme a poche altre aziende italiane, nel Bloomberg Gender-Equality Index (GEI).

Da segnalare che fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria il Gruppo, grazie ad una pronta risposta dell’azienda, alla serietà e disponibilità del personale e al senso di responsabilità manifestato dalle organizzazioni sindacali, ha sempre garantito la piena operatività di tutti i servizi, avviando, ove possibile e in tempi rapidi, lo smart working e senza far ricorso, per tutto il periodo dell’emergenza Covid, ad alcun ammortizzatore sociale.

Per il voucher scuola in arrivo 19,6 milioni di euro

Ammontano a 19,6 milioni di euro, 1,5 milioni in più dello scorso anno, le risorse stanziate per i voucher scuola per l’anno scolastico 2021/2022: di questi 6,7 milioni sono destinati al bando “libri di testo, materiale didattico e dotazioni tecnologiche funzionali all’istruzione, attività integrative previste dai piani dell’offerta formativa, trasporti”, 4,5 milioni al bando “iscrizione e frequenza”.

Le risorse regionali saranno integrate dal contributo statale per libri di testo per oltre 7,2 milioni.

La proposta di delibera sui criteri per l’assegnazione e la determinazione delle risorse, illustrata dall’assessore all’Istruzione Elena Chiorino, è stata approvata dalla sesta commissione, presieduta da Paolo Bongioanni: “Novità di quest’anno – ha detto Chiorino – è la possibilità di compilare la domanda on line, anche tramite smartphone, attraverso il portale “PiemonteTu”: una procedura semplificata, che consentirà al cittadino di verificare in tempo reale lo stato della domanda, inserendo il codice fiscale dello studente”.
Silvio Magliano (Moderati) ha chiesto aggiornamenti sulla richiesta di aumentare di 350 mila euro le risorse sul bando iscrizione e frequenza: “Con il bilancio l’Aula ha votato all’unanimità un ordine del giorno che impegnava la Giunta ad incrementare la somma stanziata, per evitare di avere in graduatoria degli idonei non assegnatari”. Sul punto l’assessore ha precisato che l’assegnazione delle risorse aggiuntive avverrà prima della chiusura del bando.
Marco Grimaldi (Luv) ha parlato di legge squilibrata, che penalizzerebbe le famiglie che iscrivono i figli alla scuola statale rispetto a quelle che scelgono la paritaria, con una copertura insoddisfacente delle domande. Sul punto è intervenuta anche la consigliera Francesca Frediani (M5o).
Sono intervenuti per precisazioni anche i consiglieri Federico Perugini (Lega) e Daniele Valle (Pd).

L’arte di Andrea Sbra Perego per il cinquantesimo anniversario dello Studio Morabito

Erano gli anni Settanta quando nasceva lo Studio tributario Morabito, fondato dal ragioniere Domenico Morabito, iscritto all’ordine dei Dottori Commercialisti di Torino e ancor prima nel disciolto Collegio dei Ragionieri di Torino.

“Quest’anno – spiega l’avvocato Simone Morabito, che ha affiancato il padre dando così origine allo Studio Legale Tributario – ricorre il 6 maggio il cinquantesimo anniversario di iscrizione all’albo professionale di mio padre, fondatore dello Studio, che ancora oggi vi lavora assiduamente e ne è cardine.

Gli anni Settanta sono stati fondamentali per il settore tributario, con l’introduzione dell’Iva in particolare, in merito alla quale il ragionier Morabito ha cominciato la propria professione, dapprima con particolare attenzione al settore agricolo e vitivinicolo, poi anche commerciale e per il enti no profit.
In anni successivi lo Studio si sarebbe ampliato nel personale e nelle competenze con l’introduzione di nuovi dipartimenti, quali il diritto societario e quello relativo all’arte, per il quale lo Studio riveste expertise sia legale sia tributaria. Lo Studio inoltre svolge un’importantissima attività nel settore successorio”.
In cinquant’anni di storia, lo Studio Morabito offre una consulenza a 360 gradi per questioni di carattere tributario e legale tanto per questioni latu sensu patrimoniali quanto per gli operatori del mondo dell’arte, collezionisti, galleristi e case d’asta. Vanta una quindicina tra collaboratori e dipendenti. Accanto ai settori tributario e legale, lo Studio guarda al futuro avendo istituito un nuovo dipartimento relativo alle nuove tecnologie, affrontando la digitalizzazione, in ambito blockchain e cripto, e nel mondo dell’arte, per NFT (Non fungible-tokens), e opere d’arte digitali”.
“Lo Studio festeggia con l’arte le celebrazioni del cinquantesimo anniversario – aggiunge l’avvocato Simone Morabito – esponendo un’opera d’arte dell’artista bergamasco Andrea Sbra Perego. L’opera narra il passato, il presente, il futuro. Esattamente come il nostro Studio.


Le opere dell’artista bergamasco descrivono, infatti, lo stretto legame presente tra l’uomo e l’ambiente; egli ama “narrare il presente”, come lui stesso afferma , in quanto “narrare il presente è o dovrebbe essere il compito di ogni artista”. Nelle sue opere la figura umana viene spesso colta in interazione con il tessuto urbano”.
Per il cinquantesimo anniversario dello Studio Andrea Sbra Perego ha realizzato un quadro raffigurante piazza Statuto con il suo celebre obelisco, dove ha sede lo Studio, e i suoi componenti ritratti tra i passanti della piazza stessa. Una visione, questa, che coniuga con molta efficacia il passato dello studio Morabito con la sua tradizione, e con il presente, gettando un ponte verso il futuro.

Mara Martellotta

Mercato immobiliare, a Torino boom di compravendite concluse da single e separati

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L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato le compravendite realizzate attraverso le agenzie attive nelle grandi città italiane nel 2020. L’obiettivo è stato quello di stilare una classifica con le percentuali di acquisto da parte di single. La componente “single” è composta dalle compravendite concluse da single, divorziati, separati e vedovi.

Dalle analisi emerge che le prime tre città per compravendite di single sono Milano, Bologna e Torino, tre realtà in cui la popolazione single è cresciuta molto nel corso degli ultimi anni. Sono città con un’elevata attrattività lavorativa e la presenza di importanti atenei, con una forte prevalenza di studenti universitari e di lavoratori fuori sede che, quasi sempre, dopo un periodo in affitto acquistano l’abitazione.

Anche nel 2020 Milano si conferma la città con la percentuale più alta di acquisti da parte di single, arrivando al 46,5% sul totale delle compravendite. Si tratta di una quota in crescita rispetto al 2019 quando si fermava al 41,5%. Il capoluogo lombardo, durante l’anno della pandemia, ha registrato una perdita di abitanti ma le famiglie monocomponenti sono aumentate.

Al secondo posto si piazza Bologna con il 41,5%, sul podio anche Torino con il 38,9%.

Le grandi città del Nord primeggiano in questa classifica, eccezion fatta per Roma che si inserisce al quarto posto con il 37,6% di compravendite concluse da single. A seguire Genova, Verona e Firenze che evidenziano percentuali comprese tra il 37,0% ed il 34,9%.

Chiudono la lista tre città del Sud Italia: Bari con il 32,5%, Palermo con il 26,4% e Napoli, dove solo il 25,1% delle compravendite è stato concluso da acquirenti single e si nota una prevalenza di acquisti da parte di famiglie/coppie.

 

Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa

Con Free2Move eSolutions accelera la transizione all’e-mobility

 Si è svolta a Parigi la conferenza stampa di presentazione di Free2Move eSolutions, la joint venture tra Stellantis (attraverso la sua società FCA Italy S.p.A.), ed Engie EPS il cui obiettivo è supportare e favorire la transizione all’e-mobility, offrendo soluzioni elettriche innovative e su misura sia per i clienti privati sia per quelli aziendali.

A seguito del closing dell’operazione avvenuto lunedì 3 maggio, si è svolto il primo Consiglio d’Amministrazione della joint venture in cui è stata confermata la composizione del Board of Directors di Free2Move eSolutions. Sei i membri, guidati dall’Executive Chairman Carlalberto Guglielminotti (proveniente da Engie EPS e Young Global Leader 2020 del World Economic Forum) e dal CEO Roberto Di Stefano, proveniente da Stellantis.

Gli altri membri del Consiglio d’Amministrazione sono Brigitte Courtehoux (CEO di Free2Move Brand e membro del Global Executive Committee di Stellantis) e Davide Mele (Deputy Chief Operating Officer Enlarged Europe) di Stellantis, con Luigi Michi (precedentemente Head of Strategy and System Operation in Terna e Executive Vice President in Enel) e Giovanni Ravina (Chief Innovation Officer) che rappresenta Engie EPS.

Dall’impianto Vehicle-to-Grid (V2G) di Mirafiori, a Torino, molto rappresentativo della collaborazione che lega dal 2017 prima FCA (e quindi Stellantis) con Engie EPS, Carlalberto Guglielminotti e Roberto Di Stefano hanno annunciato l’avvio dell’attività della nuova società, creata per accelerare la diffusione della mobilità elettrica, completando il portafoglio di prodotti di Free2Move con una serie di offerte al 100 per cento dedicate all’e-mobility.

Come illustrato sul sito della nuova società lanciato oggi (www.esolutions.free2move.com), le attività, i progetti e i prodotti offerti da Free2Move eSolutions sono numerosi e diversificati. Si passa dalla easyWallbox – ricarica domestica plug&play di semplice installazione, adatta ad un uso privato – alla eProWallbox, un dispositivo di ricarica intelligente, flessibile e connesso che funziona fino a 22 kW e consente agli utenti e ai gestori di flotte il controllo in modo semplice e da remoto attraverso una piattaforma digitale.

La ePublic è perfetta per l’installazione all’aperto in ambienti pubblici e semi-pubblici, mentre la eFleet – fornendo ricarica rapida e servizi V2G ad automobili, bus e camion elettrici con un unico prodotto – porta la flessibilità al massimo.

I prodotti eFast consentiranno la ricarica rapida – fino a 100 chilometri in meno di 30 minuti – coniugando innovazione tecnologica e sostenibilità utilizzando second-life-battery provenienti dal settore automobilistico: sono la soluzione ideale per stazioni di servizio, hotel, edifici commerciali e piccole flotte di veicoli elettrici.

E ancora ePost CityWay, la rivoluzionaria soluzione brevettata di ricarica rapida che sfrutta le infrastrutture esistenti di tram e filobus per offrire ricarica in contesti urbani dove la trasformazione della rete e delle opere civili sono impossibili. Fino ad arrivare ad abbonamenti mensili a canone fisso per ricaricare i veicoli elettrici a casa e su strada, con offerte calibrate alle abitudini di ricarica del consumatore, e che permettono di utilizzare energia 100% sostenibile e usufruire dei contributi statali disponibili.

Durante la conferenza stampa, Carlalberto Guglielminotti ha affermato che “Free2Move eSolutions è il punto di incontro tra il mondo dell’energia e quello dell’automotive. Infatti, combina il know-how di Engie EPS, player globale delle microreti e delle tecnologie per l’accumulo di energia, e l’esperienza di Stellantis, uno dei gruppi leader internazionali dell’automotive. Con Free2Move eSolutions la mobilità elettrica sarà per tutti: affrontiamo sfide tecnologiche complesse per rendere semplice la mobilità elettrica e consentire alle future generazioni di muoversi e vivere in armonia con il pianeta”.

L’amministratore delegato Roberto Di Stefano ha spiegato che “Free2Move eSolutions non vuole essere un fornitore tradizionale, un semplice venditore di servizi legati alla mobilità. Vuole invece diventare qualcosa di più, accelerare la transizione energetica e divenire il punto di riferimento nel settore: un partner globale che interagisce a stretto contatto con i clienti, cioè con chiunque utilizza un mezzo di trasporto elettrico o elettrificato per muoversi”.

Il ruolo delle donne nel mondo del lavoro, in radio a “Parlaconme”

 E’ il tema della prima puntata della seconda edizione diel programma condotto dall’Agrifood & Organic Specialist Simona Riccio

Riprende giovedì 6 maggio  dalle ore 18 alle 19 la seconda edizione della trasmissione PARLACONME, condotta sulla radio web Radiovidanetwork da Simona Riccio, Agrifood & Organic Specialist. Tema della prima puntata della seconda edizione sarà “Il ruolo delle donne nel mondo del lavoro. Le storie di chi ce l’ha fatta”.

PARLACONME torna live e con un metodo di comunicazione che al settore mancava, il podcast, che consentirà in maniera leggera, ma al tempo stesso professionale, di affrontare argomenti impegnativi.
Prenderanno parte alla trasmissione due donne professioniste che sono al centro del mondo femminile, Eleonora Rocca, Founder & MD di WomenXImpact e l’avvocato Emanuela Spirito.
“Abbiamo voluto portare un messaggio nuovo – spiega Eleonora Rocca – di ispirazione e formativo, soprattutto in questo momento difficile per tutti. Ritengo che le nuove generazioni abbiano bisogno di modelli cui ispirarsi, storie di donne, e che le aziende abbiano inoltre necessità di rivolgere sempre maggiore attenzione al tema della parità di genere, oltre che le donne debbano formarsi per migliorare le loro competenze professionali e incrementare il loro empowerment”.
Eleonora Roccaa è la fondatrice e di WomenX Impact, una delle pioniere degli eventi digitali in Italia, un evento che si terrà a Bologna e online al Fico Eataly World nei giorni 30 settembre e primo ottobre prossimi. Si tratta di una full immersione per dare voce alle donne che sono riuscite a distinguersi nei loro percorsi di carriera e alle persone che vogliano aggiungere nuove skills al loro bagaglio professionale.
L’avvocato Emanuela Spirito, Legal Partner della trasmissione, racconterà il suo prezioso operato nell’ambito del mondo del lavoro femminile e farà ancor maggiormente comprendere le necessità e i bisogni delle donne in qualsiasi settore, compreso quello agroalimentare.
La trasmissione PARLACONME viene trasmessa da Radio Vidanetwork sul sito www.vidanetwork.it e tramite app ufficiale Radio Vida Network scaricabile gratuitamente per Ios e Android; ei maggiori aggregatori radio; u speaker Alexa e Google
Repliche il giorno successivo venerdì alle ore 9 e il sabato della settimana successiva alle ore 11.30.

Mara Martellotta

Amazon Campus Challenge, nel vivo la sfida tra studenti

Per  la digitalizzazione delle piccole e medie imprese italiane Sono oltre 300 gli studenti e le studentesse da tutta Italia che, in team, hanno creato progetti dedicati al lancio su Amazon.it di oltre 70 piccole e medie imprese italiane.  In testa per numero di adesioni sono l’Università Commerciale Luigi Bocconi, la Federico II di Napoli e l’Università degli Studi di Torino

 Entra nel vivo Amazon Campus Challenge, la sfida lanciata da Amazon in Italia lo scorso ottobre, che unisce le esigenze delle piccole e medie imprese italiane che intendono approcciarsi al mondo e-commerce con le competenze acquisite da studenti e studentesse universitarie nel proprio percorso accademico.

Più di 1.400 studenti e studentesse dell’università si sono iscritti alla Challenge e circa 300 sono riusciti ad accedere al turno successivo ed ora possono far partire i loro progetti a sostegno della digitalizzazione di oltre 70 aziende italiane. La Challenge prevede infatti che gli studenti e le studentesse partecipanti, divisi in team di 2-5 persone, elaborino un progetto specifico per lo sviluppo digitale delle aziende, contattate e scelte dagli studenti stessi, al fine di costruire una strategia di sviluppo del loro canale e-commerce su Amazon.it. Gli studenti e le studentesse avranno l’opportunità di accompagnare l’azienda durante il lancio della sua attività di e-commerce, supportandone la gestione e l’ottimizzazione delle prestazioni, affrontando l’esigenza di vendere online con clienti e concorrenti reali, oltre che con eventuali sfide di business ed economiche concrete.

Sono oltre 80 le Università italiane da cui provengono gli studenti e le studentesse e quelle più rappresentate sono l’Università Commerciale Luigi Bocconi, che si conferma anche quest’anno prima per numero di aderenti all’iniziativa, seguita da Università degli Studi di Napoli Federico II e Università degli Studi di Torino. Anche le aziende selezionate dagli studenti per i loro progetti sono distribuite su tutto il territorio nazionale. Le aziende coinvolte offrono prodotti che rappresenteranno le eccellenze del Made in Italy riconosciute in tutto il mondo, in particolare del mondo food, oltre che prodotti Beauty e Home & Furniture. Per le piccole e medie imprese coinvolte questa sarà anche l’occasione per valutare una possibile espansione sugli altri store europei di Amazon presenti in Francia, Spagna, Regno Unito, Paesi Bassi, Germania, Polonia e Svezia.

Amazon Campus Challenge si conferma un ottimo esercizio per studenti e studentesse universitari per mettere in pratica ciò che hanno acquisito a livello accademico e siamo soddisfatti quest’anno di aver riscontrato ancora più interesse da parte degli studenti e delle studentesse – commenta Mariangela Marseglia, Country Manager di Amazon in Italia e SpagnaSi tratta di un’opportunità inoltre per le piccole medie imprese, che rispetto alle oltre 30 della scorso anno, sono invece 70 quest’anno che si approcceranno all’e-commerce per la prima volta, un bel segno della volontà delle aziende italiane di recuperare il gap di digitalizzazione e puntare sulla multicanalità per scoprire i vantaggi offerti dal canale e-commerce per la vendita sia in Italia che all’estero, e diversificare così la distribuzione”.

Al termine della sfida, a giugno 2021, i team che avranno realizzato i 5 progetti di maggiore successo avranno la possibilità di presentare il proprio business plan davanti ad una giuria composta da esperti di e-commerce. La squadra vincitrice riceverà un riconoscimento di €10.000 e le altre quattro squadre riceveranno rispettivamente un riconoscimento di € 7.000 per il secondo posto, € 5.000 per il terzo e € 3.000 ciascuna per il quarto e il quinto posto. Tutti i riconoscimenti saranno condivisi tra i membri del team.