ECONOMIA- Pagina 247

Torino rinnova l’area di Porta Susa. Ma resta il buco nero delle ex Carceri Nuove

A Torino la vecchia Porta Susa trasformata in hotel. L’ex grattacielo Rai di via Cernaia pronto ad ospitare uffici e forse un hotel.

L’ex area Westinghouse pronta ad accogliere un centro congressi oltre all’immancabile supermercato. Manca solo un pezzo, importante, per riqualificare l’intera area: le ex Carceri Nuove. Uno spazio enorme attualmente sottoutilizzato, anche male utilizzato…

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Osteria Rabezzana, due tradizioni secolari in una

Una realtà controllata da tanti investitori che, credendo nel progetto di Franco Rabezzana, hanno aderito alle campagne di crowdfunding

Due tradizioni secolari fuse in una. Questo è il caso molto originale in Piemonte, precisamente a Torino, che vede protagonisti il Pastificio Giustetto, in via Santa Teresa, e l’attigua Enoteca-Osteria Rabezzana, in via San Francesco d’Assisi. Essi costituiscono oggi una realtà unica, seppur variegata nelle loro rispettive produzioni, sotto la guida del patron Franco Rabezzana, nipote degli originari titolari della pastificio, i fratelli Anna e Luigi, e figlio di Renato Rabezzana e Maria Giustetto, che hanno gestito dal 1947 l’enoteca più storica di Torino. Dal 2019 questa realtà si è aperta alla partecipazione di molteplici investitori, attraverso l’utilizzo dello strumento finanziario del crowdfunding, di origine anglosassone.


Le origini del pastificio risalgono al 1911, quando Francesco, nato nel 1887 e padre di Anna e Luigi, aprì il suo primo laboratorio in via Nizza, per poi lasciarlo a favore di una sede più ampia. Venne scelta via XX Settembre, mentre qualche anno più tardi il laboratorio medesimo si sarebbe spostato in via Santa Teresa, ma al civico 15. Fu durante gli anni Sessanta che il pastificio avrebbe trovato posto nella sede attuale, all’angolo tra via San Francesco d’Assisi e via Santa Teresa.

“Il pastificio Giustetto – spiega Franco Rabezzana , che lo ha rilevato dagli zii alla fine del 2019 – negli anni Ottanta era rimasto uno dei pochi pastifici torinesi che scegliesse ancora di lavorare a mano la pasta, senza ricorrere al supporto di macchinari. Gli agnolotti venivano lavorati senza neanche adoperare gli stampini. Mia nonna, di cognome Giraudo, gestiva il ‘Salsamentario’ in corso Casale, non lontano da Madonna del Pilone. Il pastaio, il papà di Anna e Luigi, Francesco, una volta appreso il mestiere, iniziò a lavorare in proprio e divenne anche fornitore della Real Casa, servendo abitualmente il cuoco di Umberto di Savoia, che prediligeva soggiornare a Torino piuttosto che a Roma, quando gli impegni glielo permettevano.

A gennaio 2020 abbiamo attuato l’ampliamento delle cucine, grazie alla prima campagna di crowfunding, che ha consentito di creare un laboratorio comune, in grado di produrre la pasta sia del Pastificio, che ha conservato il nome originario, sia dell’Enoteca e ristorante di Osteria Rabezzana”.

“L’ enoteca e l’osteria nel seminterrato – spiega il patron Franco Rabezzana – sorgono dove in origine era presente, agli inizi del Novecento, una sala da ballo, che faceva parte di un albergo, il cui ingresso, in stile Liberty, è ancora visibile, in alcuni suoi aspetti ornamentali, nei locali del vicino supermercato di via Santa Teresa. I genitori di Franco, originariamente, nei locali della sala da ballo procedevano all’imbottigliamento dei vini, poi Franco nel 2012 ha trasformato la sala che, prima di diventare il ristorante attuale, era destinata a spazio per eventi; in quel periodo l’enoteca offriva anche il servizio catering. Nel 2016 Franco ha proceduto a una seconda ristrutturazione, aprendo la cucina per il ristorante e, tra il 2019 e il 2020, alla terza ristrutturazione con l’acquisizione del pastificio”.
“La cucina proposta da Osteria Rabezzana – continua Franco Rabezzana – è affidata allo chef Giuseppe Zizzo, di origine siciliana, e risulta di ispirazione piemontese, anche se rivisitata, con la presenza del pesce e dei dolci siciliani. L’enoteca propone un’ampia scelta di vini, di cui alcuni di sua produzione, nel Monferrato. Accanto ai vini a marchio, nell’enoteca si trovano quasi mille etichette, sia italiane, sia straniere, di vini, spumanti, champagne, liquori, birre e amari.

Dal 2019 l’enoteca Rabezzana è diventata “Maestro del Gusto”. La cucina dell’osteria valorizza la tradizione gastronomica piemontese, ma anche e soprattutto la stagionalità dei suoi prodotti, utilizzando materie prime di qualità e a km zero. Ad ogni stagione cambia il menù e ogni settimana si possono gustare sapori diversi e nuovi piatti della tradizione. Vengono organizzati anche dei corsi di degustazione sui vini, champagne e sui brandy, in collaborazione con il Gambero Rosso e con Slow Food, e eventi musicali la sera a cadenza settimanale (ogni mercoledì sera), con la programmazione di “Rabmataz” e la partecipazione di gruppi jazz, cantautori italiani, gruppi di cantanti degli anni Sessanta e Settanta, e anche la lirica, con cantanti del Teatro Regio di Torino . Il locale è inoltre diventato “location” del Torino Jazz Festival e del Moncalieri Jazz Festival”.


“ L’ enoteca osteria Rabezzana – aggiunge il suo patron Franco – è stata una delle prime società tradizionali in Italia a utilizzare lo strumento di investimento del crowdfunding, che permette anche ai piccoli investitori di diventare soci.
Avendo come attività principale una società di consulenza alle aziende nell’utilizzazione dei fondi europei, quando sono subentrato a mio fratello Carlo, ho compreso l’importanza di apportare innovazione all’interno di un settore tradizionale, come è quello della ristorazione; il crowdfunding poteva rappresentare proprio questo. E l’Osteria Rabezzana è stata una delle prime società in Italia nel settore della ristorazione a utilizzare questo strumento. Alla prima campagna hanno aderito cento investitori, con la seconda siamo arrivati a centocinquanta e con la terza attualmente in corso, già a oltre duecento investitori.
Originariamente il crowdfunding era nato come uno strumento rivolto alle start up e alle PMI innovative; in seguito un decreto legge del 2019 ne ha esteso la possibilità di utilizzazione anche alle società di capitale. In questa terza campagna di crowdfunding gli investitori possono adottare una “barbatella”, ovvero una propaggine di vite, seguirne le varie fasi di coltivazione e essere aggiornati mensilmente sulla sua crescita con notizie, fotografie e filmati.

Coloro che aderiranno alla campagna otterranno il certificato di adozione, la posa della targhetta con il proprio nome sul filare e la ricezione gratuita, ogni anno, per cinque anni, di un numero di bottiglie di Barbera e Grignolino DOCG per un valore pari al 20 per cento dell’investimento, rientrando così in cinque anni del cento per cento dell’investimento effettuato“.
“ L’enoteca osteria- conclude Franco Rabezzana – mostra anche una certa sensibilità nei confronti del mondo dell’ arte, ospitando spesso esposizioni di quadri di artisti, per lo più piemontesi. In primavera verranno poi montati dei murales artistici realizzati da allievi dell’Istituto d’arte torinese Passoni”.

Mara Martellotta

Giovani agricoltori, proroga del bando regionale

L’Assessore regionale Marco Protopapa: “Diamo ai giovani agricoltori maggiore possibilità nel presentare le domande di contributo e invito a cogliere questa opportunità”

L’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha prorogato dal 31 gennaio 2022 al 21 febbraio 2022 la scadenza del bando2021 relativo alle misure del PSR, il Programma di sviluppo rurale del Piemonte per gli anni di transizione 2021-2022, a sostegno dei giovani agricoltori piemontesi.

Si tratta del cosiddetto “pacchetto giovani” che integra le operazioni 6.1.1 del Psr, insediamento dei giovani agricoltori e 4.1.2 del Psr, miglioramento delle aziende agricole (rendimento globale e sostenibilità). Il bando ha una dotazione finanziaria complessiva di 45,6 milioni di euro.

“I giovani agricoltori hanno tempo fino al mese di febbraio per presentare le domande di richiesta di contributo – sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa – Andiamo così incontro alle esigenze espresse dalle organizzazioni agricole che hanno espresso la necessità di avere più tempo per reperire la documentazione per le istanze. La proroga della scadenza dei bandi conferma infattila volontà da parte della Regione di dare maggiore possibilità a coloro che intendono avviare nuove imprese agricole e l’invito è di cogliere questa opportunità”.

Uncem: “Borghi? Togliamo dal vocabolario questa parola”

“Borghi? Togliamo dal vocabolario questa parola. Per Uncem non esiste più. La usino pure archistar e altri che nei territori mai hanno vissuto e mai vivranno.

Ma che ne parlano con saccenza. Prendendoci in giro. Tra società, anche di origine bancaria, che cercano speculazione e acquisti facili di case abbandonate nei borghi, assistenze tecniche che arrivano da mezz’Europa, finanza che con cacciatori di progetti corteggia i Comuni e i Sindaci. Sul Piano dei Borghi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, sta succedendo di tutto. Tra Regioni che scelgono residenze sabaude o ritagliano centri storici di città con 300mila abitanti per accedere ai 20 milioni di euro, ‘linea a’ particolarmente stupida, i Sindaci sono assediati da proposte di supporto. E sono tutti contro tutti, i Comuni. Una situazione che il Ministero non sembra capire e bloccare, che è dannosa e pericolosa. Gravissima secondo Uncem. Fermiamola. A costo di ripensare completamente il Piano da 1 miliardo. Evitiamo i territori siano in balia di acquirenti facili e speculatori. Uncem da oggi smette di parlare di borghi. Se i borghi sono quelli che ha inteso qualcuno, compreso dentro il Ministero della Cultura, noi non li chiameremo più borghi. Chi lo fa parla di cose che in astratto non sono l’italia vera. Dei paesi e dei campanili che dovevano essere spinti a lavorare insieme, superando i municipalismi che invece, i bandi del PNRR, stanno esasperando. Tutti contro tutti. Alla ricerca di denaro, da restituire a Bruxelles, che non siamo certi darà soluzioni vere alle sperequazioni dell’Italia. Chigi e in Ministeri ascoltino il grido disperato dei Sindaci dei Comuni. Non permettano di sprecare le risorse economiche disponibili. A partire dai paesi. Il Pianodeiborghi-lotteria, è da azzerare”.

Marco Bussone Presidente Uncem

Gli artigiani piemontesi pessimisti su produzione, assunzioni e nuovi ordini

Dalla prima indagine trimestrale congiunturale del 2022 elaborata da Confartigianato Imprese Piemonte si evince un ritorno al pessimismo, dopo il parziale recupero di fiducia che era emerso dalla precedente rilevazione.

 

Per quanto riguarda le previsioni della produzione totale nel saldo tornano decisamente a prevalere i pessimisti, passando dal +1,78% al -7,18%.

Analogamente il saldo relativo all’acquisizione di nuovi ordini peggiora passando da +1,04% al –6,32%

Le ipotesi di carnet ordini sufficienti per meno di 1 mese salgono dal 35,66% al 37,42%; quelle di carnet da uno a tre mesi crescono dal 43,83% al 45,11%; quelle di carnet superiore ai tre mesi scendono dal 20,51% al 17,47% denotando una minore fiducia nelle aspettative di commesse di lavorazione sul lungo periodo.

Passando alle previsioni di acquisizione di nuovi ordini per esportazioni si registra una accentuazione della negatività del saldo che passa dal -30,47% al -32,84%.

Sul fronte dell’andamento occupazionale il saldo, già negativo, peggiora passando dal      -3,87% al -5,08%.

In merito alle ipotesi di assunzione di apprendisti, la negatività dl saldo si accentua, lievemente passando dal -18,57% al -19,58%.

Le previsioni di investimenti per ampliamenti programmati per i prossimi 12 mesi scendono dal 13,22% all’8,80%; le stime di investimenti per sostituzioni salgono dal 16,49% al 18,71%; gli intervistati che non prevedono investimenti aumentano dal 70,29% al 72,49%.

Le ipotesi di regolarità negli incassi scendono dal 67,46% al 65,55%; le stime di ritardi salgono dal 31,20% al 33,71%.

“Sul peggioramento delle previsioni degli artigiani – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – incidono da un lato le incertezze sulla situazione sanitaria e sulla sua gestione, dall’altro lato l’impennata dei prezzi delle materie prime ed in particolare dell’energia che si traducono in costi pesantissimi per la produzione. Se a tali fattori aggiungiamo il dietrofront del Governo sulla cessione del credito legata ai bonus nell’edilizia, sull’economia reale si abbatte la tempesta perfetta. Inutile dire che tutto ciò costituisce anche un forte disincentivo alle nuove assunzioni ed all’utilizzo dell’apprendistato”.

Si evidenzia che, nel periodo della rilevazione, effettuata dal 10 al 25 gennaio 2022, la situazione politica legata all’elezione del Presidente della Repubblica era caratterizzata da fibrillazione tra i rapporti dei partiti della maggioranza e pertanto fonte di ulteriori incertezze per le imprese.

“Confidiamo – conclude Felici – negli effetti positivi di alcune misure contenute nella legge di bilancio 2022 quali quelle riguardanti fisco, riforma degli ammortizzatori sociali, credito che, se attuate concretamente e coerentemente a tutti i livelli, possono dare un impulso per il superamento della crisi. Un ragionamento a sé merita il bonus edilizia, per il quale chiediamo fortemente la rimodulazione della norma per la cessione del credito, riducendo la burocrazia, al fine di dare certezze ad imprese e famiglie. Auspichiamo quindi che le istituzioni e la politica, confermino nei fatti l’attenzione al mondo delle imprese e le coinvolgano nelle scelte necessarie a dare alla nostra economia una reale possibilità di sviluppo”.

 

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha elaborato la prima indagine trimestrale 2022 avvalendosi delle risposte ad un questionario telematico che ha interessato un campione significativo di 2.250 imprese individuate nei comparti di produzione e di servizi che maggiormente rappresentano la realtà dell’artigianato piemontese. 

Controlli alimentari: bene, ma senza troppa burocrazia

Confagricoltura sui controlli ufficiali per la sicurezza alimentare: “Bene le verifiche, ma senza appesantimenti burocratici e nuovi oneri a carico delle imprese”

 

 

Nell’ambito della conversione del cosiddetto “decreto Milleproroghe” Confagricoltura ha proposto la proroga dell’entrata in vigore delle disposizioni sui controlli ufficiali in materia di alimenti e sicurezza alimentare previste dal Decreto Legislativo 2 febbraio 2021, n. 32.

Riteniamo che i controlli ufficiali siano indispensabili per garantire rigorosamente la qualità delle produzioni e che debbano essere attuati con la massima cura: ciò che occorre evitare – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemontesono gli appesantimenti burocratici e nuovi oneri a carico delle imprese”.

Dal 1° gennaio 2022 – chiarisce Confagricoltura in una nota – è in vigore il decreto legislativo numero 32 del 2 febbraio 2021 che fissa le regole per i controlli ufficiali in materia di alimenti e sicurezza alimentare. Per alcune tipologie produttive, quali macelli e impianti di sezionamento carni, per esempio, la tariffa di controllo è stabilita in rapporto alla reale entità produttiva, mentre per altre tipologie, quali per esempio le cantine, sono previsti importi forfettari annui che variano a seconda del livello di rischio (basso, medio o alto) calcolato per ciascun stabilimento dall’Azienda Sanitaria Locale (ASL) a seguito del controllo ufficiale. In base alle disposizioni di legge, al fine del calcolo della tariffazione per l’anno 2022, le ditte devono inviare all’Asl entro il mese di gennaio 2022 un’autodichiarazione con le informazioni riferite all’anno 2021. Sulla base dei dati trasmessi l’ASL applicherà la tariffa in base al livello di rischio calcolato, riferito all’anno in corso ed emetterà la richiesta di pagamento entro il 31 marzo 2022.

Con la normativa precedentemente in vigore – spiega Confagricoltura –  la maggior parte delle aziende agricole produttrici di vino era stata esclusa dall’autofinanziamento dei controlli ufficiali sugli alimenti; in base alle nuove disposizioni le aziende produttrici di vino ricadono nella produzione di bevande alcoliche, per le quali non è prevista l’esclusione della produzione primaria.

Le Regioni non hanno ancora stabilito i criteri per la definizione delle tariffe per l’autofinanziamento dei controlli ufficiali sugli alimenti. Riteniamo  che sia indispensabile rendere omogenee le tariffe – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte – al fine di evitare discriminazioni tra i diversi operatori, ma i tempi ristretti non consentono di raggiungere l’obiettivo entro il 31 gennaio 2022. Per questo la proroga dei termini darebbe modo alle Regioni di confrontarsi e di diramare disposizioni puntuali alle Asl per assicurare un’equa applicazione del provvedimento”.

 

IED, workshop immersivo ad alta quota

MASTER IN TRANSPORTATION DESIGN

Gli studenti dell’ultimo anno del Master in Transportation Design a.a.20/21 di IED Torino, alle prese con le ultime fasi del progetto di Tesi in collaborazione con Alpine, sono stati protagonisti di un workshop d’eccezione.

 

A più di duemila metri di altitudine, simulato un inconsueto design center in cui sperimentare interazioni e sinergie di idee, per ideare un SUV Alpine in piena sintonia col paesaggio circostante.

L’Istituto Europeo di Design, conl’intento di valorizzare l’esperienza formativa dei 28 studenti dell’ultimo anno del Master biennale in Transportation Design IED Torino a.a.2020/21, ha organizzato un workshop immersivo, acme del percorso di studi, per dar loro la possibilità di condividere idee creative, di sperimentare sul campo il concetto di skills transversality e di lavorare in team, fuori dall’ambiente del tipico design center.

Il workshop si è svolto  giovedì 3 febbraio, in Alta Val Susa, sopra Sauze d’Oulx, presso il rifugio La Marmotta, Partner del Progetto. La suggestiva location, situata a 2.420 metri di altitudine, ha una splendida vista sulle montagne ed è completamente immersa nel paesaggio naturale circostante, a pochi metri dalle vette e lontano da ogni centro abitato. Il rifugio, che reinterpreta la tradizione alpina delle abitazioni in pietra e legno in chiave contemporanea, ha favorito l’attività del workshop, dedicato al brand Alpine, già Partner del Progetto di Tesi del Master, nella progettazione di un Crossoveroff the track”: agli studenti, infatti, è stato chiesto di cimentarsi in un esercizio di stile per reinterpretare, in chiave off-road, lo spirito della Casa automobilistica francese, finora mai declinato in una simile tipologia di veicolo.

Lontano dall’universo cui sono soliti lavorare quotidianamente, gli studenti, provenienti da tutto il mondo, hanno riscoperto , in quota, l’emozione di utilizzare gli strumenti tradizionali della progettazione, realizzando gli sketches previsti dal workshop con matite, markers e blocchi di carta da disegno.

Sono stati accompagnati e guidati, in questa esperienza, dal team IEDformato da Michele Albera, Coordinatore del Master, Masato Inoue, Coordinatore del Progetto di Tesi del Master, Riccardo Balbo, Direttore Accademico IED e Paola Zini, Direttore IED Torino.

Sponsor tecnico del progetto il brand Kappa, che equipaggia gli studenti con dei Mountain Kit, accompagnandoli nella loro giornata in alta quota.

 

Immagini Pepe Fotografia Torino

Bonus casa, gli artigiani: troppe incertezze

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Nuova stretta del Governo contro bonus casa e Superbonus 110%: crediti cedibili solo una volta. Aziende in difficoltà e protesta delle imprese edili e dell’impiantistica.

 Felici (Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte): “Aziende costrette a rivedere contratti con conseguente aumento dei contenziosi. Le continue modifiche delle norme, la retroattività e l’aumento della burocrazia creano confusione e incertezza sul mercato della riqualificazione degli immobili”.

In Piemonte (al 31 agosto 2021): 2.369 edifici, 369,9 milioni di euro di investimenti ammessi a detrazione

 

“Continui cambiamenti al funzionamento del Superbonus creano una incertezza tale nelle regole da scoraggiare il mercato del Piemonte. Le nostre imprese sono serie e operano in correttezza. Non possono venire penalizzate da pochi che si comportano fuori dalle leggi”. Questo il commento di Giorgio Felici Presidente di Confartigianato Piemonte che, a fronte della novità introdotta nel Decreto ‘Sostegni ter’ approvato dal Consiglio dei Ministri dà voce alle migliaia di imprese artigiane edili alle prese in questo periodo con cantieri realizzati con il Superbonus.

“Giusto l’obiettivo di contrastare le frodi – sottolinea Felici – ma non si possono colpire continuamente migliaia di cittadini e di imprese corrette impegnate in interventi di riqualificazione energetica e sismica, che ora dovranno necessariamente rivedere le condizioni contrattuali con i proprietari, generando migliaia di contenziosi e un blocco del mercato. E per fortuna che doveva essere un Decreto Sostegni!”.

Un recente rapporto annuale dell’Enea Italia ha certificato che per effetto dei meccanismi di detrazione fiscale negli ultimi 15 anni nel nostro Paese sono stati investiti oltre 53 miliardi di euro, (45 miliardi al 2020 con l’ecobonus 65% e più di 8 miliardi per interventi già realizzati con il superecobonus 110%).

“La ripresa in atto quindi – afferma Felici – è decisamnete trainata dalle costruzioni che diventano tassello fondamentale per la sostenibilità del debito pubblico”.

In Piemonte il Sistema Casa offre lavoro a oltre 81.422 imprese (oltre la metà riguardano l’edilizia) di cui il 48,9% artigiane (39.800 realtà), che impiegano oltre 170mila addetti.

In base agli ultimi dati della Camera di Commercio, emerge che nel 2021 in Piemonte sono nate 24.958 nuove aziende edili. Il balzo è del +19,2% rispetto alle 20.942 nuove iscrizioni registrate nel corso del 2020.

Inoltre, sono 2.369 edifici e 369,9 milioni di euro di investimenti ammessi a detrazione: sono i numeri del Piemonte del Superbonus 110%, resi noti dal report dell’Enea e del Ministero per la Transizione ecologica, (31 agosto 2021).

“Non è possibile – prosegue Felici – che di fronte a questi numeri il Governo risponda sempre con qualche nuova norma che genera confusione e ferma i cantieri. Non è questo il sistema per frenare abusi e irregolarità. Contro le frodi, abbiamo chiesto da tempo regole chiare per evitare speculazioni, come l’introduzione di prezzari di riferimento per tutti i bonus e un sistema di qualificazione delle imprese, visto il recente proliferare di operatori improvvisati.  Ma finora, al di là di qualche buon proposito, si è fatto poco, mentre in questo modo si colpiscono le imprese serie”.

“Ormai passiamo più tempo a intercettare e capire le nuove regole – commenta Enzo Tanino, Presidente di Confartigianato Piemonte edilizia – a districarci nella burocrazia e a spiegare le novità ai clienti rispetto ad aprire cantieri, riqualificare immobili, far lavorare le imprese e a creare nuova economia. Siamo molto preoccupati per l’ennesimo cambio di rotta del Governo su bonus casa e Superbonus tracciata nella bozza del decreto; vincolare la possibilità di cessione ad un unico passaggio renderà molto più difficile ed oneroso sia monetizzare direttamente il beneficio fiscale derivante dagli interventi agevolati che coinvolgere i nostri fornitori nel ritiro del credito”.

 

“Le continue modifiche al funzionamento del Superbonus e di tutti gli altri bonus casa – conclude Tanino – creano profonde incertezze tali da scoraggiare un mercato importante come quello dell’edilizia e dell’impiantistica del Piemonte che stava crescendo in modo solido e sensibile (vedi ultimi dati della Camera di Commercio). Le nostre imprese sono serie e operano in correttezza e non accettiamo che vengano penalizzate da pochi che si comportano fuori dalle leggi”.

Caffè Vergnano, 140 anni di storia

Questa è la storia di una famiglia piemontese, delle sue quattro generazioni e delle sue
intuizioni più felici, passate attraverso 140 anni ed una tazzina di caffè come costante che
attraversa il tempo.

La storia di Caffè Vergnano parte nel 1882 da una piccola drogheria voluta e sognata da
Domenico Vergnano dove la passione per la miscela si fa ben presto culto e – soprattutto –
impresa. Un luogo in cui si sprigionano profumi, si raccontano leggende, si parla di bellezza,
si instaurano rapporti umani duraturi e sinceri, si sogna molto e si lavora tanto.

L’intuito vede sempre prima degli occhi e certamente è stato così anche nel 1930, quando
Enrico Vergnano, figlio di Domenico, decide di acquisire la prima fattoria produttrice di caffè
in Kenya andando a segnare una svolta rilevante per l’impresa di famiglia.

Nel 1970, a quasi cento anni di distanza, Carlo e Franco (nipoti di Domenico) che in quella
stessa drogheria hanno vissuto momenti felici da bambini, prendono le redini dell’azienda
portando Caffè Vergnano verso gli albori di una nuova era.

Il 1986, l’acquisizione di Casa del Caffè a Torino, segna il consolidamento imprenditoriale
nel mondo dell’Horeca. Si arriva così al 1996 quando i confini di Caffè Vergnano si allargano
verso il mercato estero attraverso un processo di internazionalizzazione e sviluppo che
permetterà al brand di affermarsi in 90 paesi.

Nel corso degli anni, Caffè Vergnano ha fatto della cultura del caffè una filosofia di vita,
grazie al suo know-how di eccellenza e qualità, differenziandosi in questo modo dalle
politiche commerciali dei maggiori competitor.

È proprio con l’entrata nel business della quarta generazione composta da Carolina, Enrico
e Pietro Vergnano che la voglia di mantenere e consolidare i valori familiari in ottica di
sviluppo, soprattutto affermandosi in mercati emergenti e in forte crescita, diventa centrale
per il successo dell’azienda che si avvia, oggi, verso un anniversario importante.

Parole come sostenibilità ambientale e sociale sono da sempre la cifra distintiva di Caffè
Vergnano e si traducono in tutte le azioni quotidiane, grandi e piccole, intraprese dal brand:
dalle capsule compostabili compatibili, ai processi di riciclo e di riduzione degli sprechi oltre
al recupero dei rifiuti.

In ambito etico, Women in Coffee è sicuramente il progetto che meglio racconta l’impegno
di Caffè Vergnano. Nato nel 2018 per sostenere piccole realtà di donne coltivatrici di caffè,
il progetto è in continua evoluzione ed ambisce a supportare iniziative concrete che parlano
di empowerment, inclusione e rispetto al femminile.

Altro valore chiave del brand è la cultura, intesa come processo di crescita e miglioramento
continuo. Per questo è nata l’Accademia Vergnano, istituita nell’antica casa di famiglia a
Chieri, dove vengono organizzati corsi teorici e pratici per i baristi che vogliono imparare
tutti i segreti del mondo del caffè e approfondire le loro competenze.

Con il 2021, arriva la partnership strategica con Coca-Cola HBC per la distribuzione esclusiva
dei prodotti di Caffè Vergnano nei territori di Coca-Cola HBC, con l’esclusione dell’Italia.
L’accordo rappresenta un’importante opportunità di crescita internazionale e di sviluppo del
business export attraverso un rafforzamento della propria presenza, oltre i confini italiani.
Giunto oggi ai suoi primi 140 anni, Caffè Vergnano continua ad affrontare nuove sfide che
lo porteranno a scrivere nuovi capitoli di un libro che racconterà molto di questa famiglia,
della sua passione per il caffè e dei suoi grandi sogni.

Il 2021, nonostante le difficoltà affrontate, si è chiuso con un fatturato totale di 92mil di
euro, andando quasi a pareggiare il 2019. Nel dettaglio l’export ha chiuso a 22,4mil di euro,
il retail a 37,6mil, il comparto Horeca a 29,4mil e il vending a 2,6mil di euro.
Un risultato ambizioso in un contesto ancora delicato ed incerto.

Il nuovo anno sarà un intero anno di celebrazioni, eventi, sorprese e regali per i nostri
consumatori. Ci sarà una limited edition di prodotti iconici dell’azienda che per l’occasione
si vestiranno d’oro, oltre ad una reinterpretazione del coccio in terracotta toscana, storico
regalo di Natale.

Caffè Vergnano compirà inoltre un viaggio lungo l’Italia durante il quale porterà il vero
espresso italiano vicino ad amici, partner e consumatori.

“Siamo “vecchi” ma non ci siamo mai sentiti più giovani. Abbiamo tante idee, energia
positiva, ottimi partner ad affiancarci, ma soprattutto tanti amici che ogni giorno dimostrano
amore per la nostra famiglia ed il nostro marchio. Sarà un anno da celebrare e ricordare
perché tante cose succederanno e tutte saranno ispirate dai valori in cui da 140 anni
crediamo, da quei sentimenti che arricchiscono i nostri sogni e li fanno diventare realtà. Il
nostro sguardo è e sarà sempre rivolto al futuro perché il domani è ancora tutto da costruire
assieme.” Carolina Vergnano – CEO di Caffè Vergnano

Caffè Vergnano
Caffè Vergnano è la più antica torrefazione italiana a livello nazionale. Fondata nel 1882 e ancora
oggi guidata dalla famiglia, da 140 anni racconta il rito dell’autentico espresso italiano portando in
una tazzina profumi e aromi di tutto il mondo. Il segreto delle miscele è la tostatura, lenta e
tradizionale che valorizza ogni singola origine, nel rispetto della materia prima.
Le miscele Caffè Vergnano si trovano nella grande distribuzione, nei migliori bar e negli oltre 179
Caffè Vergnano 1882, la catena di caffetterie all’italiana presente in tutto il mondo.

Caselle, ripartono i charter della neve: oltre 50 mila sciatori nelle prime 9 settimane

Il settore in ripresa grazie a nuovi collegamenti e all’allentamento delle restrizioni ai viaggi

Entra nel vivo la stagione invernale 2021/2022 dell’Aeroporto di Torino, grazie al ritorno dei voli dedicati agli sciatori dal Nord ed Est Europa.

Nelle prime nove settimane di operatività dei voli dedicati al target neve l’Aeroporto di Torino ha già movimentato circa 56mila sciatori stranieri.

Il settore si riavvia all’insegna di nuove ski-route e nuove compagnie aeree che si aggiungono a quelle già tradizionalmente operanti sull’Aeroporto di Torino.

Con la stagione invernale 2021/2022 hanno infatti preso il via cinque nuove ski-route servite da Ryanair: Birmingham, Bristol, Edimburgo, Londra Luton e Shannon. Vi si aggiunge il rafforzamento su Dublino, servita anch’essa da Ryanair, che passa da 1 a ben 3 frequenze a settimana. Si noti inoltre che le rotte per Dublino ed Edimburgo verranno operate anche nella stagione estiva 2022.

Si riconfermano, tra le rotte di linea, Varsavia, in Polonia, di Wizz Air; Birmingham, Edimburgo e Manchester nel Regno Unito, servite da Jet2.com; Bristol, Londra Gatwick, Londra Luton e Manchester operate da easyJet.

Sul fronte charter, le mete collegate sono Birmingham, Bristol, Glasgow, Londra Gatwick, Manchester e Newcastle, in Gran Bretagna; Gotheborg, Malmo e Stoccolma, in Svezia; Copenhagen, in Danimarca; Dublino, in Irlanda; Helsinki, in Finlandia; Varsavia, in Polonia.

Si confermano dunque in tenuta i mercati principali di riferimento del segmento neve di Torino Airport, ovvero Gran Bretagna (dalla quale proviene il 74% degli sciatori), Irlanda (14%); Scandinavia (10%, tra Danimarca, Finlandia e Svezia) e Polonia (2%), grazie anche al fatto che alcuni Paesi hanno allentato le restrizioni, consentendo dunque una più rapida ripresa del traffico legato al turismo dello sci.

Venendo alle destinazioni montane per chi sceglie un viaggio organizzato, si diversificano a seconda dei Paesi di provenienza: se i Britannici prediligono Sauze d’Oulx, Cervinia e Sestrières, seguite da Bardonecchia, Clavière, La Thuile e Pila, gli Scandinavi optano per Cervinia, Sauze d’Oulx, Champoluc e Courmayeur. Inoltre, una quota interessante di passeggeri si dirige oltralpe verso le più vicine destinazioni sciistiche francesi.

Dopo due stagioni di temporanea sospensione dovuta al dilagare della pandemia da Covid-19, il traffico della neve a Torino Airport riparte con cifre incoraggianti.

Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport, ha dichiarato: “Siamo molto felici che le Alpi del Nord Ovest confermino tutto il loro appeal turistico e auspichiamo che si definiscano con rapidità regole chiare e comuni, che permettano di viaggiare facilmente tra un paese e l’altro, così come esortato ieri anche da ACI Europe, l’associazione europea degli aeroporti di cui Torino Airport è membro, e IATA, l’associazione internazionale del trasporto aereo”.